X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=fileadv.tex;h=f29a8efe9e54bef4465268860912445ac8f37487;hp=5fdc8a01ab4ab963508b821f071b9102d72a4743;hb=2c87ecb104050dd0cd78865a5390d8635b989b1a;hpb=25de957ddf731370bec1eb74b13cf35aa7886d1b diff --git a/fileadv.tex b/fileadv.tex index 5fdc8a0..f29a8ef 100644 --- a/fileadv.tex +++ b/fileadv.tex @@ -78,7 +78,7 @@ operazione, chiamata usualmente \textit{I/O multiplexing}, BSD,\footnote{la funzione è apparsa in BSD4.2 e standardizzata in BSD4.4, ma è stata portata su tutti i sistemi che supportano i \textit{socket}\index{socket}, compreso le varianti di System V.} con la -funzione \func{select}, il cui prototipo è: +funzione \funcd{select}, il cui prototipo è: \begin{functions} \headdecl{sys/time.h} \headdecl{sys/types.h} @@ -155,9 +155,9 @@ pi Infine l'argomento \param{timeout}, specifica un tempo massimo di attesa\footnote{il tempo è valutato come \textit{elapsed time}.} prima che la funzione ritorni; se impostato a \val{NULL} la funzione attende -indefinitamente. Si può specificare anche un tempo nullo (cioè una \var{struct - timeval} con i campi impostati a zero), qualora si voglia semplicemente -controllare lo stato corrente dei file descriptor. +indefinitamente. Si può specificare anche un tempo nullo (cioè una struttura +\struct{timeval} con i campi impostati a zero), qualora si voglia +semplicemente controllare lo stato corrente dei file descriptor. La funzione restituisce il totale dei file descriptor pronti nei tre insiemi, il valore zero indica sempre che si è raggiunto un timeout. Ciascuno dei tre @@ -180,7 +180,7 @@ necessario ricalcolare tutte le volte il tempo rimanente.\footnote{questo pu Come accennato l'interfaccia di \func{select} è una estensione di BSD; anche System V ha introdotto una sua interfaccia per gestire l'\textit{I/O - multiplexing}, basata sulla funzione \func{poll},\footnote{la funzione è + multiplexing}, basata sulla funzione \funcd{poll},\footnote{la funzione è prevista dallo standard XPG4, ed è stata introdotta in Linux come system call a partire dal kernel 2.1.23 e dalle \acr{libc} 5.4.28.} il cui prototipo è: @@ -202,11 +202,11 @@ specificati da \param{ufds}. \end{prototype} La funzione tiene sotto controllo un numero \param{ndfs} di file descriptor -specificati attraverso un vettore di puntatori a strutture di tipo -\type{pollfd}, la cui definizione è riportata in \figref{fig:file_pollfd}. -Come \func{select} anche \func{poll} permette di interrompere l'attesa dopo un -certo tempo, che va specificato attraverso \param{timeout} in numero di -millisecondi (un valore negativo indica un'attesa indefinita). +specificati attraverso un vettore di puntatori a strutture \struct{pollfd}, la +cui definizione è riportata in \figref{fig:file_pollfd}. Come \func{select} +anche \func{poll} permette di interrompere l'attesa dopo un certo tempo, che +va specificato attraverso \param{timeout} in numero di millisecondi (un valore +negativo indica un'attesa indefinita). \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering @@ -220,13 +220,13 @@ struct pollfd { \end{lstlisting} \end{minipage} \normalsize - \caption{La struttura \type{pollfd}, utilizzata per specificare le modalità + \caption{La struttura \struct{pollfd}, utilizzata per specificare le modalità di controllo di un file descriptor alla funzione \func{poll}.} \label{fig:file_pollfd} \end{figure} Per ciascun file da controllare deve essere opportunamente predisposta una -struttura \type{pollfd}; nel campo \var{fd} deve essere specificato il file +struttura \struct{pollfd}; nel campo \var{fd} deve essere specificato il file descriptor, mentre nel campo \var{events} il tipo di evento su cui si vuole attendere; quest'ultimo deve essere specificato come maschera binaria dei primi tre valori riportati in \tabref{tab:file_pollfd_flags} (gli altri @@ -258,14 +258,14 @@ vengono utilizzati solo per \var{revents} come valori in uscita). \hline \end{tabular} \caption{Costanti per l'identificazione dei vari bit dei campi - \var{events} e \var{revents} di \type{pollfd}.} + \var{events} e \var{revents} di \struct{pollfd}.} \label{tab:file_pollfd_flags} \end{table} La funzione ritorna, restituendo il numero di file per i quali si è verificata una delle condizioni di attesa richieste od un errore. Lo stato dei file all'uscita della funzione viene restituito nel campo \var{revents} della -relativa struttura \type{pollfd}, che viene impostato alla maschera binaria +relativa struttura \struct{pollfd}, che viene impostato alla maschera binaria dei valori riportati in \tabref{tab:file_pollfd_flags}, ed oltre alle tre condizioni specificate tramite \var{events} può riportare anche l'occorrere di una condizione di errore. @@ -275,7 +275,7 @@ Lo standard POSIX (POSIX 1003.1g-2000 e POSIX 1003.1-2001). Esso prevede che tutte le funzioni ad esso relative vengano dichiarate nell'header \file{sys/select.h}, che sostituisce i precedenti, ed aggiunge a \func{select} una nuova funzione -\func{pselect},\footnote{il supporto per lo standard POSIX 1003.1-2001, ed +\funcd{pselect},\footnote{il supporto per lo standard POSIX 1003.1-2001, ed l'header \file{sys/select.h}, compaiono in Linux a partire dalle \acr{glibc} 2.1. Le \acr{libc4} e \acr{libc5} non contengono questo header, le \acr{glibc} 2.0 contengono una definizione sbagliata di \func{psignal}, @@ -303,7 +303,7 @@ sostituisce i precedenti, ed aggiunge a \func{select} una nuova funzione \end{prototype} La funzione è sostanzialmente identica a \func{select}, solo che usa una -struttura \type{timespec} per indicare con maggiore precisione il timeout e +struttura \struct{timespec} per indicare con maggiore precisione il timeout e non ne aggiorna il valore in caso di interruzione, inoltre prende un argomento aggiuntivo \param{sigmask} che è il puntatore ad una maschera di segnali (si veda \secref{sec:sig_sigmask}). La maschera corrente viene sostituita da @@ -313,12 +313,13 @@ della funzione. L'uso di \param{sigmask} è stato introdotto allo scopo di prevenire possibili race condition\footnote{in Linux però, non esistendo una system call apposita, la funzione è implementata nelle \acr{glibc} usando \func{select}, e la - possibilità di una race condition resta.} quando si deve eseguire un test su -una variabile assegnata da un manipolatore sulla base dell'occorrenza di un -segnale per decidere se lanciare \func{select}. Fra il test e l'esecuzione è -presente una finestra in cui potrebbe arrivare il segnale che non sarebbe -rilevato; la race condition diventa superabile disabilitando il segnale prima -del test e riabilitandolo poi grazie all'uso di \param{sigmask}. + possibilità di una race condition\index{race condition} resta.} quando si +deve eseguire un test su una variabile assegnata da un gestore sulla base +dell'occorrenza di un segnale per decidere se lanciare \func{select}. Fra il +test e l'esecuzione è presente una finestra in cui potrebbe arrivare il +segnale che non sarebbe rilevato; la race condition\index{race condition} +diventa superabile disabilitando il segnale prima del test e riabilitandolo +poi grazie all'uso di \param{sigmask}. @@ -361,19 +362,19 @@ presenta notevoli problemi, dato che non più di uno, qual'è il file descriptor responsabile dell'emissione del segnale. Linux però supporta le estensioni POSIX.1b dei segnali che permettono di superare il problema facendo ricorso alle informazioni aggiuntive restituite -attraverso la struttura \type{siginfo\_t}, utilizzando la forma estesa -\var{sa\_sigaction} del manipolatore (si riveda quanto illustrato in +attraverso la struttura \struct{siginfo\_t}, utilizzando la forma estesa +\var{sa\_sigaction} del gestore (si riveda quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigaction}). Per far questo però occorre utilizzare le funzionalità dei segnali real-time (vedi \secref{sec:sig_real_time}) impostando esplicitamente con il comando \const{F\_SETSIG} di \func{fcntl} un segnale real-time da inviare in caso di I/O asincrono (il segnale predefinito è \const{SIGIO}). In questo caso il -manipolatore tutte le volte che riceverà \const{SI\_SIGIO} come valore del +gestore tutte le volte che riceverà \const{SI\_SIGIO} come valore del campo \var{si\_code}\footnote{il valore resta \const{SI\_SIGIO} qualunque sia il segnale che si è associato all'I/O asincrono, ed indica appunto che il segnale è stato generato a causa di attività nell'I/O asincrono.} di -\type{siginfo\_t}, troverà nel campo \var{si\_fd} il valore del file +\struct{siginfo\_t}, troverà nel campo \var{si\_fd} il valore del file descriptor che ha generato il segnale. Un secondo vantaggio dell'uso dei segnali real-time è che essendo dotati di @@ -384,7 +385,7 @@ cui l'accesso come \func{poll} e \func{select}, almeno fintanto che non si satura la coda; si eccedono le dimensioni di quest'ultima; in tal caso infatti il kernel, non potendo più assicurare il comportamento corretto per un segnale real-time, -invierà al suo posto un \var{SIGIO}, su cui si accumuleranno tutti i segnali +invierà al suo posto un \const{SIGIO}, su cui si accumuleranno tutti i segnali in eccesso, e si dovrà determinare al solito modo quali sono i file diventati attivi. @@ -409,7 +410,7 @@ completamente in user space. Esistono comunque vari progetti sperimentali supporto diretto da parte del kernel. Lo standard prevede che tutte le operazioni di I/O asincrono siano controllate -attraverso l'uso di una apposita struttura \type{aiocb} (il cui nome sta per +attraverso l'uso di una apposita struttura \struct{aiocb} (il cui nome sta per \textit{asyncronous I/O control block}), che viene passata come argomento a tutte le funzioni dell'interfaccia. La sua definizione, come effettuata in \file{aio.h}, è riportata in \figref{fig:file_aiocb}. Nello steso file è @@ -433,7 +434,7 @@ struct aiocb \end{lstlisting} \end{minipage} \normalsize - \caption{La struttura \type{aiocb}, usata per il controllo dell'I/O + \caption{La struttura \struct{aiocb}, usata per il controllo dell'I/O asincrono.} \label{fig:file_aiocb} \end{figure} @@ -481,12 +482,12 @@ struct sigevent \end{lstlisting} \end{minipage} \normalsize - \caption{La struttura \type{sigevent}, usata per specificare le modalità di + \caption{La struttura \struct{sigevent}, usata per specificare le modalità di notifica degli eventi relativi alle operazioni di I/O asincrono.} \label{fig:file_sigevent} \end{figure} -Infine il campo \var{aio\_sigevent} è una struttura di tipo \type{sigevent} +Infine il campo \var{aio\_sigevent} è una struttura di tipo \struct{sigevent} che serve a specificare il modo in cui si vuole che venga effettuata la notifica del completamento delle operazioni richieste. La struttura è riportata in \secref{fig:file_sigevent}; il campo \var{sigev\_notify} è quello @@ -495,17 +496,17 @@ che indica le modalit \item[\const{SIGEV\_NONE}] Non viene inviata nessuna notifica. \item[\const{SIGEV\_SIGNAL}] La notifica viene effettuata inviando al processo chiamante il segnale specificato nel campo \var{sigev\_signo}, se il - manipolatore è installato con \const{SA\_SIGINFO}, il gli verrà restituito + gestore è installato con \const{SA\_SIGINFO}, il gli verrà restituito il valore di \var{sigev\_value} in come valore del campo \var{si\_value} per - \type{siginfo\_t}. + \struct{siginfo\_t}. \item[\const{SIGEV\_THREAD}] La notifica viene effettuata creando un nuovo thread che esegue la funzione specificata da \var{sigev\_notify\_function}, con gli attributi specificati da \var{sigev\_notify\_attribute}. \end{basedescript} Le due funzioni base dell'interfaccia per l'I/O asincrono sono -\func{aio\_read} ed \func{aio\_write}. Esse permettono di richiedere una -lettura od una scrittura asincrona di dati, usando la struttura \type{aiocb} +\funcd{aio\_read} ed \funcd{aio\_write}. Esse permettono di richiedere una +lettura od una scrittura asincrona di dati, usando la struttura \struct{aiocb} appena descritta; i rispettivi prototipi sono: \begin{functions} \headdecl{aio.h} @@ -546,13 +547,13 @@ richiesta. Questo comporta che occorre evitare di usare per \param{aiocbp} variabili automatiche e che non si deve riutilizzare la stessa struttura per un ulteriore operazione fintanto che la precedente non sia stata ultimata. In generale per ogni operazione di I/O asincrono si deve utilizzare una diversa -struttura \type{aiocb}. +struttura \struct{aiocb}. Dato che si opera in modalità asincrona, il successo di \func{aio\_read} o \func{aio\_write} non implica che le operazioni siano state effettivamente eseguite in maniera corretta; per verificarne l'esito l'interfaccia prevede altre due funzioni, che permettono di controllare lo stato di esecuzione. La -prima è \func{aio\_error}, che serve a determinare un eventuale stato di +prima è \funcd{aio\_error}, che serve a determinare un eventuale stato di errore; il suo prototipo è: \begin{prototype}{aio.h} {int aio\_error(const struct aiocb *aiocbp)} @@ -577,7 +578,7 @@ del caso, i codici di errore delle system call \func{read}, \func{write} e Una volta che si sia certi che le operazioni siano state concluse (cioè dopo che una chiamata ad \func{aio\_error} non ha restituito \errcode{EINPROGRESS}, -si potrà usare la seconda funzione dell'interfaccia, \func{aio\_return}, che +si potrà usare la seconda funzione dell'interfaccia, \funcd{aio\_return}, che permette di verificare il completamento delle operazioni di I/O asincrono; il suo prototipo è: \begin{prototype}{aio.h} @@ -635,7 +636,7 @@ operazioni di sincronizzazione dei dati saranno completate. In alcuni casi può essere necessario interrompere le operazioni (in genere quando viene richiesta un'uscita immediata dal programma), per questo lo -standard POSIX.1b prevede una funzioni apposita, \func{aio\_cancel}, che +standard POSIX.1b prevede una funzioni apposita, \funcd{aio\_cancel}, che permette di cancellare una operazione richiesta in precedenza; il suo prototipo è: \begin{prototype}{aio.h} @@ -678,7 +679,7 @@ corso normale, compreso quanto richiesto riguardo al meccanismo di notifica del loro avvenuto completamento. Benché l'I/O asincrono preveda un meccanismo di notifica, l'interfaccia -fornisce anche una apposita funzione, \func{aio\_suspend}, che permette di +fornisce anche una apposita funzione, \funcd{aio\_suspend}, che permette di sospendere l'esecuzione del processo chiamante fino al completamento di una specifica operazione; il suo prototipo è: \begin{prototype}{aio.h} @@ -705,12 +706,12 @@ La funzione permette di bloccare il processo fintanto che almeno una delle un tempo massimo specificato da \param{timout}, o fintanto che non arrivi un segnale.\footnote{si tenga conto che questo segnale può anche essere quello utilizzato come meccanismo di notifica.} La lista deve essere inizializzata -con delle strutture \var{aiocb} relative ad operazioni effettivamente +con delle strutture \struct{aiocb} relative ad operazioni effettivamente richieste, ma può contenere puntatori nulli, che saranno ignorati. In caso si siano specificati valori non validi l'effetto è indefinito. Un valore \val{NULL} per \param{timout} comporta l'assenza di timeout. -Lo standard POSIX.1b infine ha previsto pure una funzione, \func{lio\_listio}, +Lo standard POSIX.1b infine ha previsto pure una funzione, \funcd{lio\_listio}, che permette di effettuare la richiesta di una intera lista di operazioni di lettura o scrittura; il suo prototipo è: \begin{prototype}{aio.h} @@ -753,7 +754,7 @@ specifica \const{LIO\_NOWAIT} la funzione ritorna immediatamente dopo aver messo in coda tutte le richieste. In questo caso il chiamante può richiedere la notifica del completamento di tutte le richieste, impostando l'argomento \param{sig} in maniera analoga a come si fa per il campo \var{aio\_sigevent} -di \type{aiocb}. +di \struct{aiocb}. @@ -769,10 +770,10 @@ chiamate, ci sono casi in cui si vuole poter contare sulla atomicit operazioni. Per questo motivo BSD 4.2\footnote{Le due funzioni sono riprese da BSD4.4 ed - integrate anche dallo standard Unix 98; fino alle libc5 Linux usava + integrate anche dallo standard Unix 98. Fino alle libc5, Linux usava \type{size\_t} come tipo dell'argomento \param{count}, una scelta logica, che però è stata dismessa per restare aderenti allo standard.} ha introdotto -due nuove system call, \func{readv} e \func{writev}, che permettono di +due nuove system call, \funcd{readv} e \funcd{writev}, che permettono di effettuare con una sola chiamata una lettura o una scrittura su una serie di buffer (quello che viene chiamato \textsl{I/O vettorizzato}. I relativi prototipi sono: @@ -806,7 +807,7 @@ prototipi sono: usuali funzioni di lettura e scrittura eseguite su \param{fd}.} \end{functions} -Entrambe le funzioni usano una struttura \type{iovec}, definita in +Entrambe le funzioni usano una struttura \struct{iovec}, definita in \figref{fig:file_iovec}, che definisce dove i dati devono essere letti o scritti. Il primo campo, \var{iov\_base}, contiene l'indirizzo del buffer ed il secondo, \var{iov\_len}, la dimensione dello stesso. @@ -822,17 +823,17 @@ struct iovec { \end{lstlisting} \end{minipage} \normalsize - \caption{La struttura \type{iovec}, usata dalle operazioni di I/O + \caption{La struttura \struct{iovec}, usata dalle operazioni di I/O vettorizzato.} \label{fig:file_iovec} \end{figure} I buffer da utilizzare sono indicati attraverso l'argomento \param{vector} che -è un vettore di strutture \var{iovec}, la cui lunghezza è specificata da +è un vettore di strutture \struct{iovec}, la cui lunghezza è specificata da \param{count}. Ciascuna struttura dovrà essere inizializzata per opportunamente per indicare i vari buffer da/verso i quali verrà eseguito il trasferimento dei dati. Essi verranno letti (o scritti) nell'ordine in cui li -si sono specificati nel vettore \var{vector}. +si sono specificati nel vettore \param{vector}. \subsection{File mappati in memoria} @@ -881,7 +882,7 @@ il cui solo limite memoria su cui possono esserne lette delle porzioni. L'interfaccia prevede varie funzioni per la gestione del \textit{memory mapped - I/O}, la prima di queste è \func{mmap}, che serve ad eseguire la mappatura + I/O}, la prima di queste è \funcd{mmap}, che serve ad eseguire la mappatura in memoria di un file; il suo prototipo è: \begin{functions} @@ -1042,13 +1043,14 @@ accesso. regione di cui si è richiesta la mappatura. A prima vista infatti si potrebbe ritenere che anch'essi debbano generare un segnale di violazione di accesso; questo però non tiene conto del fatto che, essendo basata sul meccanismo della -paginazione, la mappatura in memoria non può che essere eseguita su un -segmento di dimensioni rigorosamente multiple di quelle di una pagina, ed in -generale queste potranno non corrispondere alle dimensioni effettive del file -o della sezione che si vuole mappare. Il caso più comune è quello illustrato -in \figref{fig:file_mmap_boundary}, in cui la sezione di file non rientra nei -confini di una pagina: in tal caso verrà il file sarà mappato su un segmento -di memoria che si estende fino al bordo della pagina successiva. +paginazione\index{paginazione}, la mappatura in memoria non può che essere +eseguita su un segmento di dimensioni rigorosamente multiple di quelle di una +pagina, ed in generale queste potranno non corrispondere alle dimensioni +effettive del file o della sezione che si vuole mappare. Il caso più comune è +quello illustrato in \figref{fig:file_mmap_boundary}, in cui la sezione di +file non rientra nei confini di una pagina: in tal caso verrà il file sarà +mappato su un segmento di memoria che si estende fino al bordo della pagina +successiva. \begin{figure}[htb] \centering @@ -1091,7 +1093,7 @@ biunivoca fra una sezione di un file ed una sezione di memoria. Questo comporta che ad esempio non è possibile mappare in memoria file descriptor relativi a pipe, socket e fifo, per i quali non ha senso parlare di \textsl{sezione}. Lo stesso vale anche per alcuni file di dispositivo, che non -dispongono della relativa operazione \var{mmap} (si ricordi quanto esposto in +dispongono della relativa operazione \func{mmap} (si ricordi quanto esposto in \secref{sec:file_vfs_work}). Si tenga presente però che esistono anche casi di dispositivi (un esempio è l'interfaccia al ponte PCI-VME del chip Universe) che sono utilizzabili solo con questa interfaccia. @@ -1134,7 +1136,7 @@ Per quanto appena visto, attraverso l'interfaccia standard, quando lo si è mappato in memoria, è invece possibile usare l'interfaccia standard per leggere un file mappato in memoria, purché si abbia una certa cura; infatti l'interfaccia dell'I/O mappato in -memoria mette a disposizione la funzione \func{msync} per sincronizzare il +memoria mette a disposizione la funzione \funcd{msync} per sincronizzare il contenuto della memoria mappata con il file su disco; il suo prototipo è: \begin{functions} \headdecl{unistd.h} @@ -1191,7 +1193,7 @@ le mappature dello stesso file, cos aggiornate ai nuovi valori. Una volta che si sono completate le operazioni di I/O si può eliminare la -mappatura della memoria usando la funzione \func{munmap}, il suo prototipo è: +mappatura della memoria usando la funzione \funcd{munmap}, il suo prototipo è: \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/mman.h} @@ -1239,9 +1241,10 @@ processi scrivono, mescolando in maniera imprevedibile il loro output sul file. In tutti questi casi il \textit{file locking} è la tecnica che permette di -evitare le race condition, attraverso una serie di funzioni che permettono di -bloccare l'accesso al file da parte di altri processi, così da evitare le -sovrapposizioni, e garantire la atomicità delle operazioni di scrittura. +evitare le race condition\index{race condition}, attraverso una serie di +funzioni che permettono di bloccare l'accesso al file da parte di altri +processi, così da evitare le sovrapposizioni, e garantire la atomicità delle +operazioni di scrittura. @@ -1335,7 +1338,7 @@ lettura per un read lock e di scrittura per un write lock). La prima interfaccia per il file locking, quella derivata da BSD, permette di eseguire un blocco solo su un intero file; la funzione usata per richiedere e -rimuovere un \textit{file lock} è \func{flock}, ed il suo prototipo è: +rimuovere un \textit{file lock} è \funcd{flock}, ed il suo prototipo è: \begin{prototype}{sys/file.h}{int flock(int fd, int operation)} Applica o rimuove un \textit{file lock} sul file \param{fd}. @@ -1395,8 +1398,8 @@ perci mantenute a livello di inode\index{inode},\footnote{in particolare, come accennato in \figref{fig:file_flock_struct}, i \textit{file lock} sono mantenuti un una \textit{linked list}\index{linked list} di strutture - \var{file\_lock}. La lista è referenziata dall'indirizzo di partenza - mantenuto dal campo \var{i\_flock} della struttura \var{inode} (per le + \struct{file\_lock}. La lista è referenziata dall'indirizzo di partenza + mantenuto dal campo \var{i\_flock} della struttura \struct{inode} (per le definizioni esatte si faccia riferimento al file \file{fs.h} nei sorgenti del kernel). Un bit del campo \var{fl\_flags} di specifica se si tratta di un lock in semantica BSD (\const{FL\_FLOCK}) o POSIX (\const{FL\_POSIX}).} @@ -1413,15 +1416,15 @@ diversi che aprono lo stesso file. La richiesta di un file lock prevede una scansione della lista per determinare se l'acquisizione è possibile, ed in caso positivo l'aggiunta di un nuovo -elemento.\footnote{cioè una nuova struttura \var{file\_lock}.} Nel caso dei -lock creati con \func{flock} la semantica della funzione prevede che sia +elemento.\footnote{cioè una nuova struttura \struct{file\_lock}.} Nel caso +dei lock creati con \func{flock} la semantica della funzione prevede che sia \func{dup} che \func{fork} non creino ulteriori istanze di un file lock quanto piuttosto degli ulteriori riferimenti allo stesso. Questo viene realizzato dal kernel secondo lo schema di \figref{fig:file_flock_struct}, associando ad ogni nuovo \textit{file lock} un puntatore\footnote{il puntatore è mantenuto nel - campo \var{fl\_file} di \var{file\_lock}, e viene utilizzato solo per i lock - creati con la semantica BSD.} alla voce nella \textit{file table} da cui si -è richiesto il lock, che così ne identifica il titolare. + campo \var{fl\_file} di \struct{file\_lock}, e viene utilizzato solo per i + lock creati con la semantica BSD.} alla voce nella \textit{file table} da +cui si è richiesto il lock, che così ne identifica il titolare. Questa struttura prevede che, quando si richiede la rimozione di un file lock, il kernel acconsenta solo se la richiesta proviene da un file descriptor che @@ -1496,12 +1499,12 @@ Al contrario di quanto avviene con l'interfaccia basata su \func{flock} con \func{fcntl} è possibile bloccare anche delle singole sezioni di un file, fino al singolo byte. Inoltre la funzione permette di ottenere alcune informazioni relative agli eventuali lock preesistenti. Per poter fare tutto questo la -funzione utilizza come terzo argomento una apposita struttura \var{flock} (la -cui definizione è riportata in \figref{fig:struct_flock}) nella quale inserire -tutti i dati relativi ad un determinato lock. Si tenga presente poi che un -lock fa sempre riferimento ad una regione, per cui si potrà avere un conflitto -anche se c'è soltanto una sovrapposizione parziale con un'altra regione -bloccata. +funzione utilizza come terzo argomento una apposita struttura \struct{flock} +(la cui definizione è riportata in \figref{fig:struct_flock}) nella quale +inserire tutti i dati relativi ad un determinato lock. Si tenga presente poi +che un lock fa sempre riferimento ad una regione, per cui si potrà avere un +conflitto anche se c'è soltanto una sovrapposizione parziale con un'altra +regione bloccata. \begin{figure}[!bht] \footnotesize \centering @@ -1517,7 +1520,7 @@ struct flock { \end{lstlisting} \end{minipage} \normalsize - \caption{La struttura \type{flock}, usata da \func{fcntl} per il file + \caption{La struttura \struct{flock}, usata da \func{fcntl} per il file locking.} \label{fig:struct_flock} \end{figure} @@ -1561,11 +1564,11 @@ il \acr{pid} del processo che detiene il lock. \const{F\_UNLCK} & Richiede l'eliminazione di un file lock.\\ \hline \end{tabular} - \caption{Valori possibili per il campo \var{l\_type} di \func{flock}.} + \caption{Valori possibili per il campo \var{l\_type} di \struct{flock}.} \label{tab:file_flock_type} \end{table} -Oltre a quanto richiesto tramite i campi di \var{flock}, l'operazione +Oltre a quanto richiesto tramite i campi di \struct{flock}, l'operazione effettivamente svolta dalla funzione è stabilita dal valore dall'argomento \param{cmd} che, come già riportato in \secref{sec:file_fcntl}, specifica l'azione da compiere; i valori relativi al file locking sono tre: @@ -1643,8 +1646,8 @@ esaminiamo pi strutture utilizzate è riportato in \figref{fig:file_posix_lock}; come si vede esso è molto simile all'analogo di \figref{fig:file_flock_struct}:\footnote{in questo caso nella figura si sono evidenziati solo i campi di - \var{file\_lock} significativi per la semantica POSIX, in particolare adesso - ciascuna struttura contiene, oltre al \acr{pid} del processo in + \struct{file\_lock} significativi per la semantica POSIX, in particolare + adesso ciascuna struttura contiene, oltre al \acr{pid} del processo in \var{fl\_pid}, la sezione di file che viene bloccata grazie ai campi \var{fl\_start} e \var{fl\_end}. La struttura è comunque la stessa, solo che in questo caso nel campo \var{fl\_flags} è impostato il bit @@ -1655,11 +1658,11 @@ il valore del \acr{pid} del processo. Quando si richiede un lock il kernel effettua una scansione di tutti i lock presenti sul file\footnote{scandisce cioè la linked list delle strutture - \var{file\_lock}, scartando automaticamente quelle per cui \var{fl\_flags} - non è \const{FL\_POSIX}, così che le due interfacce restano ben separate.} -per verificare se la regione richiesta non si sovrappone ad una già bloccata, -in caso affermativo decide in base al tipo di lock, in caso negativo il nuovo -lock viene comunque acquisito ed aggiunto alla lista. + \struct{file\_lock}, scartando automaticamente quelle per cui + \var{fl\_flags} non è \const{FL\_POSIX}, così che le due interfacce restano + ben separate.} per verificare se la regione richiesta non si sovrappone ad +una già bloccata, in caso affermativo decide in base al tipo di lock, in caso +negativo il nuovo lock viene comunque acquisito ed aggiunto alla lista. Nel caso di rimozione invece questa viene effettuata controllando che il \acr{pid} del processo richiedente corrisponda a quello contenuto nel lock. @@ -1967,7 +1970,7 @@ Abbiamo visto come l'interfaccia POSIX per il file locking sia molto pi potente e flessibile di quella di BSD, questo comporta anche una maggiore complessità per via delle varie opzioni da passare a \func{fcntl}. Per questo motivo è disponibile anche una interfaccia semplificata (ripresa da System V) -che utilizza la funzione \func{lockf}, il cui prototipo è: +che utilizza la funzione \funcd{lockf}, il cui prototipo è: \begin{prototype}{sys/file.h}{int lockf(int fd, int cmd, off\_t len)} Applica, controlla o rimuove un \textit{file lock} sul file \param{fd}. @@ -2007,7 +2010,7 @@ che specifica quale azione eseguire; i valori possibili sono riportati in con un OR aritmetico dei valori.\\ \hline \end{tabular} - \caption{Valori possibili per il campo \var{cmd} di \func{lockf}.} + \caption{Valori possibili per l'argomento \param{cmd} di \func{lockf}.} \label{tab:file_lockf_type} \end{table} @@ -2032,7 +2035,7 @@ opportune verifiche nei processi, questo verrebbe comunque rispettato. Per poter utilizzare il \textit{mandatory locking} è stato introdotto un utilizzo particolare del bit \acr{sgid}. Se si ricorda quanto esposto in \secref{sec:file_suid_sgid}), esso viene di norma utilizzato per cambiare il -groupid effettivo con cui viene eseguito un programma, ed è pertanto sempre +group-ID effettivo con cui viene eseguito un programma, ed è pertanto sempre associato alla presenza del permesso di esecuzione per il gruppo. Impostando questo bit su un file senza permesso di esecuzione in un sistema che supporta il \textit{mandatory locking}, fa sì che quest'ultimo venga attivato per il