X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=fileadv.tex;h=a0081db8104795adcfdc0829904498a81ecfee75;hp=40dc7a50fe7f6b7dba6cdea07f6ed4699de324ea;hb=ac81c727c99557158560acfa2f575874b56aa521;hpb=486c2be2a052783e6dec09bc288c76ecaa4f21e6 diff --git a/fileadv.tex b/fileadv.tex index 40dc7a5..a0081db 100644 --- a/fileadv.tex +++ b/fileadv.tex @@ -78,7 +78,7 @@ con la funzione \func{select}, il cui prototipo \bodydesc{La funzione in caso di successo restituisce il numero di file descriptor (anche nullo) che sono attivi, e -1 in caso di errore, nel qual - caso \var{errno} viene settata ai valori: + caso \var{errno} viene impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato in uno degli insiemi. @@ -141,9 +141,9 @@ pi Infine l'argomento \param{timeout}, specifica un tempo massimo di attesa\footnote{il tempo è valutato come \textit{elapsed time}.} prima che la -funzione ritorni; se settato a \macro{NULL} la funzione attende +funzione ritorni; se impostato a \macro{NULL} la funzione attende indefinitamente. Si può specificare anche un tempo nullo (cioè una \var{struct - timeval} con i campi settati a zero), qualora si voglia semplicemente + timeval} con i campi impostati a zero), qualora si voglia semplicemente controllare lo stato corrente dei file descriptor. La funzione restituisce il totale dei file descriptor pronti nei tre insiemi, @@ -153,16 +153,17 @@ operazioni ad esso relative, in modo da poterlo controllare con la macro \macro{FD\_ISSET}. In caso di errore la funzione restituisce -1 e gli insiemi non vengono toccati. -In Linux \func{select} modifica anche il valore di \param{timeout}, settandolo -al tempo restante; questo è utile quando la funzione viene interrotta da un -segnale, in tal caso infatti si ha un errore di \macro{EINTR}, ed occorre -rilanciare la funzione; in questo modo non è necessario ricalcolare tutte le -volte il tempo rimanente.\footnote{questo può causare problemi di portabilità - sia quando si trasporta codice scritto su Linux che legge questo valore, sia - quando si usano programmi scritti per altri sistemi che non dispongono di - questa caratteristica e ricalcolano \param{timeout} tutte le volte. In - genere la caratteristica è disponibile nei sistemi che derivano da System V - e non disponibile per quelli che derivano da BSD.} +In Linux \func{select} modifica anche il valore di \param{timeout}, +impostandolo al tempo restante; questo è utile quando la funzione viene +interrotta da un segnale, in tal caso infatti si ha un errore di +\macro{EINTR}, ed occorre rilanciare la funzione; in questo modo non è +necessario ricalcolare tutte le volte il tempo rimanente.\footnote{questo può + causare problemi di portabilità sia quando si trasporta codice scritto su + Linux che legge questo valore, sia quando si usano programmi scritti per + altri sistemi che non dispongono di questa caratteristica e ricalcolano + \param{timeout} tutte le volte. In genere la caratteristica è disponibile + nei sistemi che derivano da System V e non disponibile per quelli che + derivano da BSD.} Come accennato l'interfaccia di \func{select} è una estensione di BSD; anche System V ha introdotto una sua interfaccia per gestire l'\textit{I/O @@ -177,7 +178,7 @@ specificati da \param{ufds}. \bodydesc{La funzione restituisce il numero di file descriptor con attività in caso di successo, o 0 se c'è stato un timeout; in caso di errore viene - restituito -1 ed \var{errno} viene settata ai valori: + restituito -1 ed \var{errno} viene impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato in uno degli insiemi. @@ -248,10 +249,10 @@ vengono utilizzati solo per \var{revents} come valori in uscita). \end{table} La funzione ritorna, restituendo il numero di file per i quali si è verificata -una delle condizioni di attesa richieste o un errore. Lo stato dei file +una delle condizioni di attesa richieste od un errore. Lo stato dei file all'uscita della funzione viene restituito nel campo \var{revents} della -relativa struttura \type{pollfd}, che viene settato alla maschera binaria dei -valori riportati in \tabref{tab:file_pollfd_flags}, ed oltre alle tre +relativa struttura \type{pollfd}, che viene impostato alla maschera binaria +dei valori riportati in \tabref{tab:file_pollfd_flags}, ed oltre alle tre condizioni specificate tramite \var{events} può riportare anche l'occorrere di una condizione di errore. @@ -277,7 +278,7 @@ sostituisce i precedenti, ed aggiunge a \func{select} una nuova funzione \bodydesc{La funzione in caso di successo restituisce il numero di file descriptor (anche nullo) che sono attivi, e -1 in caso di errore, nel qual - caso \var{errno} viene settata ai valori: + caso \var{errno} viene impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato in uno degli insiemi. @@ -299,7 +300,7 @@ L'uso di \param{sigmask} race condition\footnote{in Linux però, non esistendo una system call apposita, la funzione è implementata nelle \acr{glibc} usando \func{select}, e la possibilità di una race condition resta.} quando si deve eseguire un test su -una variabile settata da un manipolatore sulla base dell'occorrenza di un +una variabile assegnata da un manipolatore sulla base dell'occorrenza di un segnale per decidere se lanciare \func{select}. Fra il test e l'esecuzione è presente una finestra in cui potrebbe arrivare il segnale che non sarebbe rilevato; la race condition diventa superabile disabilitando il segnale prima @@ -322,9 +323,9 @@ Abbiamo accennato in \secref{sec:file_open} che del flag \macro{O\_ASYNC},\footnote{l'uso del flag di \macro{O\_ASYNC} e dei comandi \macro{F\_SETOWN} e \macro{F\_GETOWN} per \func{fcntl} è specifico di Linux e BSD.} aprire un file in modalità asincrona, così come è possibile -attivare in un secondo tempo questa modalità settando questo flag attraverso +attivare in un secondo tempo questa modalità impostando questo flag attraverso l'uso di \func{fcntl} con il comando \macro{F\_SETFL} (vedi -\secref{sec:file_fcntl}). +\secref{sec:file_fcntl}). In realtà in questo caso non si tratta di I/O asincrono vero e proprio, quanto di un meccanismo asincrono di notifica delle variazione dello stato del file @@ -351,9 +352,9 @@ attraverso la struttura \type{siginfo\_t}, utilizzando la forma estesa \secref{sec:sig_sigaction}). Per far questo però occorre utilizzare le funzionalità dei segnali real-time -(vedi \secref{sec:sig_real_time}) settando esplicitamente con il comando +(vedi \secref{sec:sig_real_time}) imopstando esplicitamente con il comando \macro{F\_SETSIG} di \func{fcntl} un segnale real-time da inviare in caso di -I/O asincrono (il segnale di default è \macro{SIGIO}). In questo caso il +I/O asincrono (il segnale predefinito è \macro{SIGIO}). In questo caso il manipolatore tutte le volte che riceverà \macro{SI\_SIGIO} come valore del campo \var{si\_code}\footnote{il valore resta \macro{SI\_SIGIO} qualunque sia il segnale che si è associato all'I/O asincrono, ed indica appunto che il @@ -436,13 +437,13 @@ sul file da cui i dati saranno letti o scritti. Nel campo \var{aio\_buf} deve essere specificato l'indirizzo del buffer usato per l'I/O, ed in \var{aio\_nbytes} la lunghezza del blocco di dati da trasferire. -Il campo \var{aio\_reqprio} permette di settare la priorità delle operazioni +Il campo \var{aio\_reqprio} permette di impostare la priorità delle operazioni di I/O.\footnote{in generale perché ciò sia possibile occorre che la piattaforma supporti questa caratteristica, questo viene indicato definendo le macro \macro{\_POSIX\_PRIORITIZED\_IO}, e - \macro{\_POSIX\_PRIORITY\_SCHEDULING}.} La priorità viene settata a partire -da quella del processo chiamante (vedi \secref{sec:proc_priority}), cui viene -sottratto il valore di questo campo. + \macro{\_POSIX\_PRIORITY\_SCHEDULING}.} La priorità viene impostata a +partire da quella del processo chiamante (vedi \secref{sec:proc_priority}), +cui viene sottratto il valore di questo campo. Il campo \var{aio\_lio\_opcode} è usato soltanto dalla funzione \func{lio\_listio}, che, come vedremo più avanti, permette di eseguire con una @@ -502,7 +503,7 @@ appena descritta; i rispettivi prototipi sono: \param{aiocbp}. \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo, e -1 in caso di - errore, nel qual caso \var{errno} viene settata ai valori: + errore, nel qual caso \var{errno} viene impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato. \item[\macro{ENOSYS}] La funzione non è implementata. @@ -545,25 +546,16 @@ errore; il suo prototipo \param{aiocbp}. \bodydesc{La funzione restituisce 0 se le operazioni si sono concluse con - successo, altrimenti restituisce il codice di errore.} -% }, che viene salvato -% anche in \var{errno}, i valori possibili sono: -% \begin{errlist} -% \item[\macro{ENOSYS}] La funzione non è implementata. -% \item[\macro{EINPROGRESS}] L'operazione è ancora in corso. -% \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per i campi -% \var{aio\_offset} o \var{aio\_reqprio} di \param{aiocbp}. -% \item[\macro{EBADF}] Si è specificato un file descriptor sbagliato. -% \end{errlist} -% più tutti quelli possibili per le sottostanti operazioni, .} + successo, altrimenti restituisce il codice di errore relativo al loro + fallimento.} \end{prototype} Se l'operazione non si è ancora completata viene restituito l'errore di \macro{EINPROGRESS}. La funzione ritorna zero quando l'operazione si è conclusa con successo, altrimenti restituisce il codice dell'errore -verificatosi, ed esegue il corrispondente settaggio di \var{errno}. Il codice -può essere sia \macro{EINVAL} ed \macro{EBADF}, dovuti ad un valore errato per -\param{aiocbp}, che uno degli errori possibili durante l'esecuzione +verificatosi, ed esegue la corrispondente impostazione di \var{errno}. Il +codice può essere sia \macro{EINVAL} ed \macro{EBADF}, dovuti ad un valore +errato per \param{aiocbp}, che uno degli errori possibili durante l'esecuzione dell'operazione di I/O richiesta, nel qual caso saranno restituiti, a seconda del caso, i codici di errore delle system call \func{read}, \func{write} e \func{fsync}. @@ -639,7 +631,7 @@ da \param{aiocbp}. \bodydesc{La funzione restituisce il risultato dell'operazione con un codice di positivo, e -1 in caso di errore, che avviene qualora si sia specificato - un valore non valido di \param{fildes}, setta \var{errno} al valore + un valore non valido di \param{fildes}, imposta \var{errno} al valore \macro{EBADF}.} \end{prototype} @@ -683,7 +675,7 @@ specifica operazione; il suo prototipo \bodydesc{La funzione restituisce 0 se una (o più) operazioni sono state completate, e -1 in caso di errore nel qual caso \var{errno} viene - settata ai valori: + impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EAGAIN}] Nessuna operazione è stata completata entro \param{timeout}. @@ -714,7 +706,7 @@ lettura o scrittura; il suo prototipo secondo la modalità \param{mode}. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo, e -1 in caso di - errore, nel qual caso \var{errno} viene settata ai valori: + errore, nel qual caso \var{errno} viene impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EAGAIN}] Nessuna operazione è stata completata entro \param{timeout}. @@ -744,7 +736,7 @@ funzione, se viene specificato il valore \macro{LIO\_WAIT} la funzione si blocca fino al completamento di tutte le operazioni richieste; se invece si specifica \macro{LIO\_NOWAIT} la funzione ritorna immediatamente dopo aver messo in coda tutte le richieste. In questo caso il chiamante può richiedere -la notifica del completamento di tutte le richieste, settando l'argomento +la notifica del completamento di tutte le richieste, impostando l'argomento \param{sig} in maniera analoga a come si fa per il campo \var{aio\_sigevent} di \type{aiocb}. @@ -764,11 +756,11 @@ operazioni. Per questo motivo BSD 4.2\footnote{Le due funzioni sono riprese da BSD4.4 ed integrate anche dallo standard Unix 98; fino alle libc5 Linux usava \type{size\_t} come tipo dell'argomento \param{count}, una scelta logica, - che è stata dismessa per restare aderenti allo standard.} ha introdotto due -nuove system call, \func{readv} e \func{writev}, che permettono di effettuare -con una sola chiamata una lettura o una scrittura su una serie di buffer -(quello che viene chiamato \textsl{I/O vettorizzato}. I relativi prototipi -sono: + che però è stata dismessa per restare aderenti allo standard.} ha introdotto +due nuove system call, \func{readv} e \func{writev}, che permettono di +effettuare con una sola chiamata una lettura o una scrittura su una serie di +buffer (quello che viene chiamato \textsl{I/O vettorizzato}. I relativi +prototipi sono: \begin{functions} \headdecl{sys/uio.h} @@ -782,7 +774,7 @@ sono: \bodydesc{Le funzioni restituiscono il numero di byte letti o scritti in caso di successo, e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} viene - settata ai valori: + impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EBADF}] si è specificato un file descriptor sbagliato. \item[\macro{EINVAL}] si è specificato un valore non valido per uno degli @@ -820,10 +812,12 @@ struct iovec { \label{fig:file_iovec} \end{figure} -I buffer da utilizzare sono specificati attraverso l'argomento \var{vector} che -è un vettore di tale strutture, la cui lunghezza è specificata da \param{count}. -Essi verranno letti (o scritti) nell'ordine in cui li si sono specificati. - +I buffer da utilizzare sono indicati attraverso l'argomento \param{vector} che +è un vettore di strutture \var{iovec}, la cui lunghezza è specificata da +\param{count}. Ciascuna struttura dovrà essere inizializzata per +opportunamente per indicare i vari buffer da/verso i quali verrà eseguito il +trasferimento dei dati. Essi verranno letti (o scritti) nell'ordine in cui li +si sono specificati nel vattore \var{vector}. \subsection{File mappati in memoria} @@ -831,23 +825,36 @@ Essi verranno letti (o scritti) nell'ordine in cui li si sono specificati. Una modalità alternativa di I/O, che usa una interfaccia completamente diversa rispetto a quella classica vista in \capref{cha:file_unix_interface}, è il -cosiddetto \textit{memory-mapped I/O}, che attraverso il meccanismo della +cosiddetto \textit{memory-mapped I/O}, che, attraverso il meccanismo della \textsl{paginazione}\index{paginazione} usato dalla memoria virtuale (vedi -\secref{sec:proc_mem_gen}) permette di \textsl{mappare} il contenuto di un -file in una sezione dello spazio di indirizzi del processo. +\secref{sec:proc_mem_gen}), permette di \textsl{mappare} il contenuto di un +file in una sezione dello spazio di indirizzi del processo. Il meccanismo è +illustrato in \figref{fig:file_mmap_layout}; una sezione del file viene +riportata direttamente nello spazio degli indirizzi del programma. Tutte le +operazioni su questa zona verranno riportate indietro sul file dal meccanismo +della memoria virtuale che trasferirà il contenuto di quel segmento sul file +invece che nella swap. + +\begin{figure}[htb] + \centering + \includegraphics[width=10cm]{img/mmap_layout} + \caption{Disposizione della memoria di un processo quando si esegue la + mappatuara in memoria di un file.} + \label{fig:file_mmap_layout} +\end{figure} Tutto questo comporta una notevole semplificazione delle operazioni di I/O, in quanto non sarà più necessario utilizzare dei buffer intermedi su cui appoggiare i dati da traferire, ma questi potranno essere acceduti -direttamente dalla sezione di memoria; inoltre questa interfaccia -è più efficiente delle usuali funzioni di I/O, in quanto permette di caricare -in memoria solo le parti del file che sono effettivamente usate ad un dato +direttamente nella sezione di memoria mappata; inoltre questa interfaccia è +più efficiente delle usuali funzioni di I/O, in quanto permette di caricare in +memoria solo le parti del file che sono effettivamente usate ad un dato istante. Infatti, dato che l'accesso è fatto direttamente attraverso la memoria virtuale, la sezione di memoria mappata su cui si opera sarà a sua volta letta o scritta sul file una pagina alla volta e solo per le parti effettivamente -usate, il tutto in maniera completamente trasparente al processo; l'acceso +usate, il tutto in maniera completamente trasparente al processo; l'accesso alle pagine non ancora caricate avverrà allo stesso modo con cui vengono caricate in memoria le pagine che sono state salvate sullo swap. @@ -857,36 +864,36 @@ vengono scritte sulla swap; questo consente di accedere ai file su dimensioni il cui solo limite è quello dello spazio di indirizzi disponibile, e non della memoria su cui possono esserne lette delle porzioni. -L'interfaccia prevede varie funzioni per la gestione del \textit{memory - mapping}, la prima di queste è \func{mmap}, che esegue la mappatura in -memoria un file; il suo prototipo è: +L'interfaccia prevede varie funzioni per la gestione del \textit{memory mapped + I/O}, la prima di queste è \func{mmap}, che serve ad eseguire la mappatura +in memoria di un file; il suo prototipo è: \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/mman.h} - \funcdecl{void * mmap(void *start, size\_t length, int prot, int flags, int + \funcdecl{void * mmap(void * start, size\_t length, int prot, int flags, int fd, off\_t offset)} Esegue la mappatura in memoria del file \param{fd}. \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria mappata in caso di successo, e \macro{MAP\_FAILED} (-1) in caso di errore, nel - qual caso \var{errno} viene settata ai valori: + qual caso \var{errno} viene impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EBADF}] Il file descriptor non è valido, e non si è usato \macro{MAP\_ANONYMOUS}. \item[\macro{EACCES}] Il file descriptor non si riferisce ad un file - normale, o si è richiesto \macro{MAP\_PRIVATE} ma \param{fd} non è - aperto in lettura, o si è richiesto \macro{MAP\_SHARED} e settato + regolare, o si è richiesto \macro{MAP\_PRIVATE} ma \param{fd} non è + aperto in lettura, o si è richiesto \macro{MAP\_SHARED} e impostato \macro{PROT\_WRITE} ed \param{fd} non è aperto in lettura/scrittura, o - si è settato \macro{PROT\_WRITE} ed \param{fd} è in + si è impostato \macro{PROT\_WRITE} ed \param{fd} è in \textit{append-only}. \item[\macro{EINVAL}] I valori di \param{start}, \param{length} o \param{offset} non sono validi (o troppo grandi o non allineati sulla dimensione delle pagine). - \item[\macro{ETXTBSY}] Si è settato \macro{MAP\_DENYWRITE} ma \param{fd} è - aperto in scrittura. + \item[\macro{ETXTBSY}] Si è impostato \macro{MAP\_DENYWRITE} ma \param{fd} + è aperto in scrittura. \item[\macro{EAGAIN}] Il file è bloccato, o si è bloccata troppa memoria. \item[\macro{ENOMEM}] Non c'è memoria o si è superato il limite sul numero di mappature possibili. @@ -948,7 +955,7 @@ come maschera binaria ottenuta dall'OR di uno o pi \hline \macro{MAP\_FIXED} & Non permette di restituire un indirizzo diverso da \param{start}, se questo non può essere usato - \func{mmap} fallisce. Se si setta questo flag il + \func{mmap} fallisce. Se si imposta questo flag il valore di \param{start} deve essere allineato alle dimensioni di una pagina. \\ \macro{MAP\_SHARED} & I cambiamenti sulla memoria mappata vengono @@ -975,12 +982,12 @@ come maschera binaria ottenuta dall'OR di uno o pi \macro{MAP\_EXECUTABLE}& Ignorato. \\ \macro{MAP\_NORESERVE} & Si usa con \macro{MAP\_PRIVATE}. Non riserva delle pagine di swap ad uso del meccanismo di - \textit{copy on write} per mantenere le modifiche - fatte alla regione mappata, in + \textit{copy on write} per mantenere le + modifiche fatte alla regione mappata, in questo caso dopo una scrittura, se non c'è più memoria disponibile, si ha l'emissione di un \macro{SIGSEGV}. \\ - \macro{MAP\_LOCKED} & Se settato impedisce lo swapping delle pagine + \macro{MAP\_LOCKED} & Se impostato impedisce lo swapping delle pagine mappate. \\ \macro{MAP\_GROWSDOWN} & Usato per gli stack. Indica che la mappatura deve essere effettuata con gli @@ -1001,12 +1008,59 @@ come maschera binaria ottenuta dall'OR di uno o pi \footnotetext{L'uso di questo flag con \macro{MAP\_SHARED} è stato implementato in Linux a partire dai kernel della serie 2.4.x.} -Un file viene sempre mappato su multipli delle dimensioni di una pagina, -qualora esso sia più corto la parte restante è riempita con zeri; eventuali -scritture in quella zona di memoria non vengono riportate sul file. Se le -dimensioni del file cambiano (esso viene esteso o troncato), non è specificato -quale effetto viene a aversi sulle pagine di memoria che corrispondono alle -regioni aggiunte o tolte. +Gli effetti dell'accesso ad una zona di memoria mappata su file possono essere +piuttosto complessi, essi si possono comprendere solo tenendo presente che +tutto quanto è comunque basato sul basato sul meccanismo della memoria +virtuale. Questo comporta allora una serie di conseguenze. La più ovvia è che +se si cerca di scrivere su una zona mappata in sola lettura si avrà +l'emissione di un segnale di \macro{SIGSEGV}, dato che i permessi sul segmento +di memoria relativo non consentono questo tipo di accesso. + +È invece assai più complessa la questione relativa agli accessi al di fuori +della regione di cui si è richiesta la mappatura. In generale infatti si è +portati a ritenere che anch'essi dovrebbero dar luogo all'emissione di un +segnale di \macro{SIGSEGV}; questo però non tiene conto del fatto che essendo +basata sul meccanismo della paginazione, una mappatura non può che essere +eseguita su un segmento di memoria di dimensioni uguali ad un multiplo di +quelle di una pagina. In generale dette dimensioni potranno non corrispondere +alle dimensioni effettive del file o della sezione che si vuole mappare. Il +caso più comune che si presenta è quello illustrato in +\figref{fig:file_mmap_boundary}, in cui la sezione di file non rientra nei +confini di una pagina: in tal caso verrà mappato su un segmento di memoria che +si estende fino al bordo della pagina successiva. + +\begin{figure}[htb] + \centering + \includegraphics[width=10cm]{img/mmap_boundary} + \caption{Schema della mappatura in memoria di una sezione di file di + dimensioni non corripondenti al bordo di una pagina.} + \label{fig:file_mmap_boundary} +\end{figure} + +Si ha così una situazione in cui sarà possibile accedere, senza ottenere un +\macro{SIGSEGV}, a quella zona di memoria che eccede le dimensioni specificate +da \param{lenght}, dato che essa è presente nello spazio di indirizzi del +processo, anche se non è mappata sul file. In questo caso quello che succede è +che gli accessi in lettura restituiranno dei valori nulli, mentre gli accessi +in scrittura non avranno alcun effetto e non saranno scritti sul file. + +Un caso più complesso è quello illustrato in \figref{fig:file_mmap_exceed}, +che avviene quando le dimensioni del file sono più corte di quelle su cui si +vuole effettuare la mappatura, oppure quando il file è stato troncato da un +altro processo ad una dimensione inferiore. + +\begin{figure}[htb] + \centering + \includegraphics[width=10cm]{img/mmap_exceed} + \caption{Schema della mappatura in memoria di file di dimensioni inferiori + alla lunghezza richiesta.} + \label{fig:file_mmap_exceed} +\end{figure} + +In tal caso per la parte del file esistente vale esattamente quanto detto in +precedenza, mentre per la parte di memoria che eccede il bordo della pagina, +ma inferiore alle dimensioni richiete con \param{length}, si avrà il segnale +\macro{SIGBUS}. Si tenga presente che non tutti i file possono venire mappati in memoria, la mappatura infatti introduce una corrispondenza biunivoca fra una sezione di un @@ -1019,14 +1073,14 @@ ricordi quanto esposto in \secref{sec:file_vfs_work}), ma esistono anche casi (un esempio è l'interfaccia ponte PCI-VME del chip Universe) di dispositivi che sono utilizzabili praticamente solo con questa interfaccia. -Passando attraverso una \func{fork} i file mappati in memoria vengono -ereditati in maniera trasparente dal processo figlio, mantenendo gli stessi -attributi avuti nel padre; così se si è usato \macro{MAP\_SHARED} padre e -figlio accederanno allo stesso file in maniera condivisa, mentre se si è usato -\macro{MAP\_PRIVATE} ciascuno di essi manterrà una sua versione privata -indipendente. Non c'è invece nessun passaggio attraverso una \func{exec}, dato -che quest'ultima sostituisce tutto lo spazio degli indirizzi di un processo -con quello di un nuovo programma. +Dato che passando attraverso una \func{fork} lo spazio di indirizzi viene +copiato, i file mappati in memoria verranno ereditati in maniera trasparente +dal processo figlio, mantenendo gli stessi attributi avuti nel padre; così se +si è usato \macro{MAP\_SHARED} padre e figlio accederanno allo stesso file in +maniera condivisa, mentre se si è usato \macro{MAP\_PRIVATE} ciascuno di essi +manterrà una sua versione privata indipendente. Non c'è invece nessun +passaggio attraverso una \func{exec}, dato che quest'ultima sostituisce tutto +lo spazio degli indirizzi di un processo con quello di un nuovo programma. Quando si effettua la mappatura di un file vengono pure modificati i tempi ad esso associati (si ricordi quanto esposto in \secref{sec:file_file_times}). Il @@ -1067,7 +1121,7 @@ contenuto della memoria mappata con il file su disco; il suo prototipo Sincronizza i contenuti di una sezione di un file mappato in memoria. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo, e -1 in caso di - errore nel qual caso \var{errno} viene settata ai valori: + errore nel qual caso \var{errno} viene impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EINVAL}] O \param{start} non è multiplo di \macro{PAGESIZE}, o si è specificato un valore non valido per \param{flags}. @@ -1123,7 +1177,7 @@ mappatura della memoria usando la funzione \func{munmap}, il suo prototipo Rilascia la mappatura sulla sezione di memoria specificata. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo, e -1 in caso di - errore nel qual caso \var{errno} viene settata ai valori: + errore nel qual caso \var{errno} viene impostata ai valori: \begin{errlist} \item[\macro{EINVAL}] L'intervallo specificato non ricade in una zona precedentemente mappata. @@ -1139,8 +1193,8 @@ pagine contenute (anche parzialmente) nell'intervallo indicato, verr Indicare un intervallo che non contiene pagine mappate non è un errore. Alla conclusione del processo, ogni pagina mappata verrà automaticamente -rilasciata, mentre la chiusura del file descriptor non ha alcun effetto sulla -mappatura della memoria. +rilasciata, mentre la chiusura del file descriptor usato per effettuare la +mappatura in memoria non ha alcun effetto sulla stessa. \section{Il file locking} @@ -1179,9 +1233,23 @@ esiste una condizione di blocco per l'accesso ai file. \subsection{Il \textit{mandatory locking}} \label{sec:file_mand_locking} -Il \textit{mandatory locking} è una opzione introdotta inizialmente in SVr4, - - +Il \textit{mandatory locking} è una opzione introdotta inizialmente in SVr4, +per introdurre un file locking che come dice il nome, fosse effettivo +indipendentemente dai controlli eseguiti da un processo. Con il +\textit{mandatory locking} infatti è possibile far eseguire il blocco del file +direttamente al sistema, così che anche qualora non si predisponessero le +opportune verifiche nei processi, questo verrebbe comunque rispettato. + +Per poter utilizzare il \textit{mandatory locking} è stato introdotto un +utilizzo particolare del bit \acr{suid}. Se si ricorda quanto esposto in +\secref{sec:file_suid_sgid}), esso viene di norma utlizzato per cambiare +l'\textit{effective user ID} con cui viene eseguito un programma, ed è +pertanto sempre associato alla presenza del permesso di esecuzione. Impostando +questo bit su un file senza permesso di esecuzione in un sistema che supporta +il \textit{mandatory locking}, fa sì che quest'ultimo venga attivato per il +file in questione. In questo modo una combinaizone dei permessi +originariamente non contemplata, in quanto senza significato, diventa +l'indicazione della presenza o meno del \textit{mandatory locking}.