X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=fileadv.tex;h=8d6277219cf18fc53843330ba217156467d35854;hp=b35d14c1e4a5be77613082b59797b32fe8793ee4;hb=b3593007c4edd76ecbf7386967c1b25d27eed828;hpb=70885537614fe3332312bc9e9fcd900e04f22451 diff --git a/fileadv.tex b/fileadv.tex index b35d14c..8d62772 100644 --- a/fileadv.tex +++ b/fileadv.tex @@ -1714,12 +1714,14 @@ l'insieme dei file descriptor da tenere sotto controllo tramite un certo chiamate devono essere ripetute per ciascun file descriptor, incorrendo in una perdita di prestazioni qualora il numero di file descriptor sia molto grande; per questo è stato proposto di introdurre come estensione una - funzione \func{epoll\_ctlv} che consenta di effettuare con una sola chiamata + funzione \code{epoll\_ctlv} che consenta di effettuare con una sola chiamata le impostazioni per un blocco di file descriptor.} L'uso di \const{EPOLL\_CTL\_MOD} consente in seguito di modificare le modalità di osservazione di un file descriptor che sia già stato aggiunto alla lista di osservazione. +% TODO verificare se prima o poi epoll_ctlv verrà introdotta + Le impostazioni di default prevedono che la notifica degli eventi richiesti sia effettuata in modalità \textit{level triggered}, a meno che sul file descriptor non si sia impostata la modalità \textit{edge triggered}, @@ -3167,15 +3169,15 @@ così all'applicazione di collegare la corrispondente coppia di eventi Infine due campi \var{name} e \var{len} sono utilizzati soltanto quando l'evento è relativo ad un file presente in una directory posta sotto osservazione, in tal caso essi contengono rispettivamente il nome del file -(come pathname relativo alla directory osservata) e la relativa dimensione in -byte. Il campo \var{name} viene sempre restituito come stringa terminata da -NUL, con uno o più zeri di terminazione, a seconda di eventuali necessità di -allineamento del risultato, ed il valore di \var{len} corrisponde al totale -della dimensione di \var{name}, zeri aggiuntivi compresi. La stringa con il -nome del file viene restituita nella lettura subito dopo la struttura -\struct{inotify\_event}; questo significa che le dimensioni di ciascun evento -di \textit{inotify} saranno pari a \code{sizeof(\struct{inotify\_event}) + - len}. +(come \itindsub{pathname}{relativo} \textit{pathname} relativo alla directory +osservata) e la relativa dimensione in byte. Il campo \var{name} viene sempre +restituito come stringa terminata da NUL, con uno o più zeri di terminazione, +a seconda di eventuali necessità di allineamento del risultato, ed il valore +di \var{len} corrisponde al totale della dimensione di \var{name}, zeri +aggiuntivi compresi. La stringa con il nome del file viene restituita nella +lettura subito dopo la struttura \struct{inotify\_event}; questo significa che +le dimensioni di ciascun evento di \textit{inotify} saranno pari a +\code{sizeof(\struct{inotify\_event}) + len}. Vediamo allora un esempio dell'uso dell'interfaccia di \textit{inotify} con un semplice programma che permette di mettere sotto osservazione uno o più file e @@ -4737,7 +4739,7 @@ definito la macro \macro{\_GNU\_SOURCE},\footnote{si ricordi che questa \func{splice}, oppure nessuno dei file descriptor è una pipe, oppure si è dato un valore a \param{off\_in} o \param{off\_out} ma il corrispondente file è un dispositivo che non supporta la funzione - \func{seek}. + \func{lseek}. \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per l'operazione richiesta. \item[\errcode{ESPIPE}] o \param{off\_in} o \param{off\_out} non sono