X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=fileadv.tex;h=16e7a7f820ccc0b123623ee9b5fe5c839d7c4a78;hp=accebc0876e8ec7957313a1a4df4b7c92cc38912;hb=4cbeb0e4fa1d31da798c8e68108eb6785586ab34;hpb=9a577c89dd563aacbc619e09bf8b6d99b533274a diff --git a/fileadv.tex b/fileadv.tex index accebc0..16e7a7f 100644 --- a/fileadv.tex +++ b/fileadv.tex @@ -1173,13 +1173,14 @@ funzione. L'uso di \param{sigmask} è stato introdotto allo scopo di prevenire possibili \textit{race condition} \itindex{race~condition} quando ci si deve porre in attesa sia di un segnale che di dati. La tecnica classica è quella di -utilizzare il gestore per impostare una variabile globale e controllare questa -nel corpo principale del programma; abbiamo visto in -sez.~\ref{sec:sig_example} come questo lasci spazio a possibili race -condition, per cui diventa essenziale utilizzare \func{sigprocmask} per -disabilitare la ricezione del segnale prima di eseguire il controllo e -riabilitarlo dopo l'esecuzione delle relative operazioni, onde evitare -l'arrivo di un segnale immediatamente dopo il controllo, che andrebbe perso. +utilizzare il gestore per impostare una \index{variabili!globali} variabile +globale e controllare questa nel corpo principale del programma; abbiamo visto +in sez.~\ref{sec:sig_example} come questo lasci spazio a possibili +\itindex{race~condition} \textit{race condition}, per cui diventa essenziale +utilizzare \func{sigprocmask} per disabilitare la ricezione del segnale prima +di eseguire il controllo e riabilitarlo dopo l'esecuzione delle relative +operazioni, onde evitare l'arrivo di un segnale immediatamente dopo il +controllo, che andrebbe perso. Nel nostro caso il problema si pone quando oltre al segnale si devono tenere sotto controllo anche dei file descriptor con \func{select}, in questo caso si @@ -1650,7 +1651,7 @@ definizione è riportata in fig.~\ref{fig:epoll_event}. Il primo campo, \var{events}, è una maschera binaria in cui ciascun bit corrisponde o ad un tipo di evento, o una modalità di notifica; detto campo deve essere specificato come OR aritmetico delle costanti riportate in -tab.~\ref{tab:epoll_events}. Il secondo campo, \var{data}, è una \ctyp{union} +tab.~\ref{tab:epoll_events}. Il secondo campo, \var{data}, è una \direct{union} che serve a identificare il file descriptor a cui si intende fare riferimento, ed in astratto può contenere un valore qualsiasi (specificabile in diverse forme) che ne permetta una indicazione univoca. Il modo più comune di usarlo @@ -1974,8 +1975,8 @@ specificato tramite l'argomento \param{mask}. Questo deve essere passato come puntatore ad una maschera di segnali creata con l'uso delle apposite macro già illustrate in sez.~\ref{sec:sig_sigset}. La maschera deve indicare su quali segnali si intende operare con \func{signalfd}; l'elenco può essere modificato -con una successiva chiamata a \func{signalfd}. Dato che \const{SIGKILL} e -\const{SIGSTOP} non possono essere intercettati (e non prevedono neanche la +con una successiva chiamata a \func{signalfd}. Dato che \signal{SIGKILL} e +\signal{SIGSTOP} non possono essere intercettati (e non prevedono neanche la possibilità di un gestore) un loro inserimento nella maschera verrà ignorato senza generare errori. @@ -2133,8 +2134,8 @@ fifo. Il primo passo (\texttt{\small 19--20}) è la crezione di un file descriptor \texttt{epfd} di \itindex{epoll} \textit{epoll} con \func{epoll\_create} che è quello che useremo per il controllo degli altri. É poi necessario -disabilitare la ricezione dei segnali (nel caso \const{SIGINT}, -\const{SIGQUIT} e \const{SIGTERM}) per i quali si vuole la notifica tramite +disabilitare la ricezione dei segnali (nel caso \signal{SIGINT}, +\signal{SIGQUIT} e \signal{SIGTERM}) per i quali si vuole la notifica tramite file descriptor. Per questo prima li si inseriscono (\texttt{\small 22--25}) in una maschera di segnali \texttt{sigmask} che useremo con (\texttt{\small 26}) \func{sigprocmask} per disabilitarli. Con la stessa maschera si potrà per @@ -2493,7 +2494,7 @@ Quello che succede è che per tutti i file posti in questa modalità\footnote{si tenga presente però che essa non è utilizzabile con i file ordinari ma solo con socket, file di terminale o pseudo terminale, ed anche, a partire dal kernel 2.6, anche per fifo e pipe.} il sistema genera un apposito segnale, -\const{SIGIO}, tutte le volte che diventa possibile leggere o scrivere dal +\signal{SIGIO}, tutte le volte che diventa possibile leggere o scrivere dal file descriptor che si è posto in questa modalità. Inoltre è possibile, come illustrato in sez.~\ref{sec:file_fcntl}, selezionare con il comando \const{F\_SETOWN} di \func{fcntl} quale processo o quale gruppo di processi @@ -2535,7 +2536,7 @@ sez.~\ref{sec:sig_sigaction}). Per far questo però occorre utilizzare le funzionalità dei segnali real-time (vedi sez.~\ref{sec:sig_real_time}) impostando esplicitamente con il comando \const{F\_SETSIG} di \func{fcntl} un segnale real-time da inviare in caso di -I/O asincrono (il segnale predefinito è \const{SIGIO}). In questo caso il +I/O asincrono (il segnale predefinito è \signal{SIGIO}). In questo caso il gestore, tutte le volte che riceverà \const{SI\_SIGIO} come valore del campo \var{si\_code}\footnote{il valore resta \const{SI\_SIGIO} qualunque sia il segnale che si è associato all'I/O, ed indica appunto che il segnale è stato @@ -2553,7 +2554,7 @@ la coda. Se infatti si eccedono le dimensioni di quest'ultima, il kernel, non potendo più assicurare il comportamento corretto per un segnale real-time, invierà al -suo posto un solo \const{SIGIO}, su cui si saranno accumulati tutti i segnali +suo posto un solo \signal{SIGIO}, su cui si saranno accumulati tutti i segnali in eccesso, e si dovrà allora determinare con un ciclo quali sono i file diventati attivi. L'unico modo per essere sicuri che questo non avvenga è di impostare la lunghezza della coda dei segnali real-time ad una dimensione @@ -2581,7 +2582,7 @@ classico non prevedeva alcun meccanismo per cui un processo possa essere \textsl{notificato} di eventuali modifiche avvenute su un file. Questo è il motivo per cui i demoni devono essere \textsl{avvisati} in qualche modo\footnote{in genere questo vien fatto inviandogli un segnale di - \const{SIGHUP} che, per una convenzione adottata dalla gran parte di detti + \signal{SIGHUP} che, per una convenzione adottata dalla gran parte di detti programmi, causa la rilettura della configurazione.} se il loro file di configurazione è stato modificato, perché possano rileggerlo e riconoscere le modifiche. @@ -2622,9 +2623,9 @@ questo è un meccanismo che consente ad un processo, detto \textit{lease \textit{lease}. La notifica avviene in maniera analoga a come illustrato in precedenza per l'uso di \const{O\_ASYNC}: di default viene inviato al \textit{lease holder} -il segnale \const{SIGIO}, ma questo segnale può essere modificato usando il +il segnale \signal{SIGIO}, ma questo segnale può essere modificato usando il comando \const{F\_SETSIG} di \func{fcntl}.\footnote{anche in questo caso si - può rispecificare lo stesso \const{SIGIO}.} Se si è fatto questo\footnote{è + può rispecificare lo stesso \signal{SIGIO}.} Se si è fatto questo\footnote{è in genere è opportuno farlo, come in precedenza, per utilizzare segnali real-time.} e si è installato il gestore del segnale con \const{SA\_SIGINFO} si riceverà nel campo \var{si\_fd} della struttura \struct{siginfo\_t} il @@ -2737,7 +2738,7 @@ un'altra interfaccia,\footnote{si ricordi che anche questa è una interfaccia stata definita la macro \macro{\_GNU\_SOURCE}.} chiamata \textit{dnotify}, che consente di richiedere una notifica quando una directory, o uno qualunque dei file in essa contenuti, viene modificato. Come per i \textit{file lease} -la notifica avviene di default attraverso il segnale \const{SIGIO}, ma se ne +la notifica avviene di default attraverso il segnale \signal{SIGIO}, ma se ne può utilizzare un altro.\footnote{e di nuovo, per le ragioni già esposte in precedenza, è opportuno che si utilizzino dei segnali real-time.} Inoltre, come in precedenza, si potrà ottenere nel gestore del segnale il file @@ -3430,10 +3431,10 @@ Si tenga inoltre presente che deallocare la memoria indirizzata da operazione può dar luogo a risultati impredicibili, perché l'accesso ai vari campi per eseguire l'operazione può avvenire in un momento qualsiasi dopo la richiesta. Questo comporta che non si devono usare per \param{aiocbp} -variabili automatiche e che non si deve riutilizzare la stessa struttura per -un'altra operazione fintanto che la precedente non sia stata ultimata. In -generale per ogni operazione si deve utilizzare una diversa struttura -\struct{aiocb}. +\index{variabili!automatiche} variabili automatiche e che non si deve +riutilizzare la stessa struttura per un'altra operazione fintanto che la +precedente non sia stata ultimata. In generale per ogni operazione si deve +utilizzare una diversa struttura \struct{aiocb}. Dato che si opera in modalità asincrona, il successo di \func{aio\_read} o \func{aio\_write} non implica che le operazioni siano state effettivamente @@ -3785,7 +3786,7 @@ Il valore dell'argomento \param{prot} indica la protezione\footnote{come pagine di memoria reale, ed le modalità di accesso (lettura, esecuzione, scrittura); una loro violazione causa quella una \itindex{segment~violation} \textit{segment violation}, e la relativa emissione del segnale - \const{SIGSEGV}.} da applicare al segmento di memoria e deve essere + \signal{SIGSEGV}.} da applicare al segmento di memoria e deve essere specificato come maschera binaria ottenuta dall'OR di uno o più dei valori riportati in tab.~\ref{tab:file_mmap_prot}; il valore specificato deve essere compatibile con la modalità di accesso con cui si è aperto il file. @@ -3841,7 +3842,7 @@ tab.~\ref{tab:file_mmap_flag}. modifiche fatte alla regione mappata, in questo caso dopo una scrittura, se non c'è più memoria disponibile, si ha l'emissione di - un \const{SIGSEGV}.\\ + un \signal{SIGSEGV}.\\ \const{MAP\_LOCKED} & Se impostato impedisce lo swapping delle pagine mappate.\\ \const{MAP\_GROWSDOWN} & Usato per gli \itindex{stack} \textit{stack}. @@ -3888,7 +3889,7 @@ piuttosto complessi, essi si possono comprendere solo tenendo presente che tutto quanto è comunque basato sul meccanismo della \index{memoria~virtuale} memoria virtuale. Questo comporta allora una serie di conseguenze. La più ovvia è che se si cerca di scrivere su una zona mappata in sola lettura si -avrà l'emissione di un segnale di violazione di accesso (\const{SIGSEGV}), +avrà l'emissione di un segnale di violazione di accesso (\signal{SIGSEGV}), dato che i permessi sul segmento di memoria relativo non consentono questo tipo di accesso. @@ -3915,7 +3916,7 @@ verrà il file sarà mappato su un segmento di memoria che si estende fino al bordo della pagina successiva. In questo caso è possibile accedere a quella zona di memoria che eccede le -dimensioni specificate da \param{length}, senza ottenere un \const{SIGSEGV} +dimensioni specificate da \param{length}, senza ottenere un \signal{SIGSEGV} poiché essa è presente nello spazio di indirizzi del processo, anche se non è mappata sul file. Il comportamento del sistema è quello di restituire un valore nullo per quanto viene letto, e di non riportare su file quanto viene @@ -3929,8 +3930,8 @@ quella della mappatura in memoria. In questa situazione, per la sezione di pagina parzialmente coperta dal contenuto del file, vale esattamente quanto visto in precedenza; invece per la parte che eccede, fino alle dimensioni date da \param{length}, l'accesso non -sarà più possibile, ma il segnale emesso non sarà \const{SIGSEGV}, ma -\const{SIGBUS}, come illustrato in fig.~\ref{fig:file_mmap_exceed}. +sarà più possibile, ma il segnale emesso non sarà \signal{SIGSEGV}, ma +\signal{SIGBUS}, come illustrato in fig.~\ref{fig:file_mmap_exceed}. Non tutti i file possono venire mappati in memoria, dato che, come illustrato in fig.~\ref{fig:file_mmap_layout}, la mappatura introduce una corrispondenza @@ -4537,7 +4538,7 @@ sez.~\ref{sec:file_read} e \ref{sec:file_write}); le due funzioni sono per \var{errno} anche i valori: \begin{errlist} \item[\errcode{EOVERFLOW}] \param{offset} ha un valore che non può essere - usato come \ctyp{off\_t}. + usato come \type{off\_t}. \item[\errcode{ESPIPE}] \param{fd} è associato ad un socket o una pipe. \end{errlist} } @@ -5174,7 +5175,7 @@ nelle operazioni successive. Il concetto di \func{readahead} viene generalizzato nello standard POSIX.1-2001 dalla funzione \func{posix\_fadvise},\footnote{anche se - l'argomento \param{len} è stato modificato da \ctyp{size\_t} a \ctyp{off\_t} + l'argomento \param{len} è stato modificato da \type{size\_t} a \type{off\_t} nella revisione POSIX.1-2003 TC5.} che consente di ``\textsl{avvisare}'' il kernel sulle modalità con cui si intende accedere nel futuro ad una certa porzione di un file,\footnote{la funzione però è stata introdotta su Linux