X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?p=gapil.git;a=blobdiff_plain;f=elemtcp.tex;h=1b306d662f55db28e8db58c83224cdee6f057846;hp=964dd4f16f5cc1c0539b9338093392ae75c5905a;hb=5a59e67204ff436dceb6a13ed39e876aea3945a8;hpb=c00fca809a709ea67ab3dfdede3a83ead0a9fcaf diff --git a/elemtcp.tex b/elemtcp.tex index 964dd4f..1b306d6 100644 --- a/elemtcp.tex +++ b/elemtcp.tex @@ -1,3 +1,13 @@ +%% elemtcp.tex +%% +%% Copyright (C) 2000-2002 Simone Piccardi. Permission is granted to +%% copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free +%% Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the +%% Free Software Foundation; with the Invariant Sections being "Prefazione", +%% with no Front-Cover Texts, and with no Back-Cover Texts. A copy of the +%% license is included in the section entitled "GNU Free Documentation +%% License". +%% \chapter{Socket TCP elementari} \label{cha:elem_TCP_sock} @@ -70,9 +80,9 @@ creazione di una connessione \end{enumerate} Il procedimento viene chiamato \textit{three way handshake} dato che per -realizzarlo devono essere scambiati tre segmenti. In \nfig\ si è -rappresentata graficamente la sequenza di scambio dei segmenti che stabilisce -la connessione. +realizzarlo devono essere scambiati tre segmenti. In \figref{fig:TCPel_TWH} +si è rappresentata graficamente la sequenza di scambio dei segmenti che +stabilisce la connessione. % Una analogia citata da R. Stevens per la connessione TCP è quella con il % sistema del telefono. La funzione \texttt{socket} può essere considerata @@ -91,11 +101,11 @@ la connessione. \end{figure} Si è accennato in precedenza ai \textsl{numeri di sequenza} (che sono anche -riportati in \curfig); per gestire una connessione affidabile infatti il -protocollo TCP prevede nell'header la presenza di un numero a 32 bit (chiamato -appunto \textit{sequence number}) che identifica a quale byte nella sequenza -del flusso corrisponde il primo byte della sezione dati contenuta nel -segmento. +riportati in \figref{fig:TCPel_TWH}); per gestire una connessione affidabile +infatti il protocollo TCP prevede nell'header la presenza di un numero a 32 +bit (chiamato appunto \textit{sequence number}) che identifica a quale byte +nella sequenza del flusso corrisponde il primo byte della sezione dati +contenuta nel segmento. Il numero di sequenza di ciascun segmento viene calcolato a partire da un \textsl{numero di sequenza iniziale} generato in maniera casuale del kernel @@ -106,7 +116,7 @@ il flag ACK e restituendo nell'apposito campo dell'header un aspetta di ricevere con il pacchetto successivo; dato che il primo pacchetto SYN consuma un byte, nel \textit{three way handshake} il numero di acknowledge è sempre pari al numero di sequenza iniziale incrementato di uno; lo stesso -varrà anche (vedi \nfig) per l'acknowledgement di un FIN. +varrà anche (vedi \figref{fig:TCPel_close}) per l'acknowledgement di un FIN. \subsection{Le opzioni TCP.} \label{sec:TCPel_TCP_opt} @@ -121,7 +131,7 @@ regolare la connessione. Normalmente vengono usate le seguenti opzioni: questa opzione ciascun capo della connessione annuncia all'altro il massimo ammontare di dati che vorrebbe accettare per ciascun segmento nella connessione corrente. È possibile leggere e scrivere questo valore - attraverso l'opzione del socket \macro{TCP\_MAXSEG}. + attraverso l'opzione del socket \const{TCP\_MAXSEG}. \item \textit{window scale option}; come spiegato in \capref{cha:tcp_protocol} il protocollo TCP implementa il controllo di flusso attraverso una @@ -192,8 +202,8 @@ normalmente i segmenti scambiati sono quattro. Questo non giacché in alcune situazioni il FIN del passo 1) è inviato insieme a dei dati. Inoltre è possibile che i segmenti inviati nei passi 2 e 3 dal capo che effettua la chiusura passiva, siano accorpati in un singolo segmento. In -\nfig\ si è rappresentato graficamente lo sequenza di scambio dei segmenti che -stabilisce la connessione. +\figref{fig:TCPel_close} si è rappresentato graficamente lo sequenza di +scambio dei segmenti che stabilisce la connessione. \begin{figure}[htb] \centering @@ -234,10 +244,11 @@ quali Le operazioni del TCP nella creazione e conclusione di una connessione sono specificate attraverso il diagramma di transizione degli stati riportato in -\nfig. TCP prevede l'esistenza di 11 diversi stati per un socket ed un insieme -di regole per le transizioni da uno stato all'altro basate sullo stato -corrente e sul tipo di segmento ricevuto; i nomi degli stati sono gli stessi -che vengono riportati del comando \cmd{netstat} nel campo \textit{State}. +\figref{fig:TPCel_conn_example}. TCP prevede l'esistenza di 11 diversi stati +per un socket ed un insieme di regole per le transizioni da uno stato +all'altro basate sullo stato corrente e sul tipo di segmento ricevuto; i nomi +degli stati sono gli stessi che vengono riportati del comando \cmd{netstat} +nel campo \textit{State}. Una descrizione completa del funzionamento del protocollo va al di là degli obiettivi di questo libro; un approfondimento sugli aspetti principali si @@ -263,9 +274,9 @@ attiva) la transizione l'applicazione riceve un FIN nello stato \texttt{ESTABLISHED} (chiusura passiva) la transizione è verso lo stato \texttt{CLOSE\_WAIT}. -In \nfig\ è riportato lo schema dello scambio dei pacchetti che avviene per -una un esempio di connessione, insieme ai vari stati che il protocollo viene -ad assumere per i due lati, server e client. +In \figref{fig:TPCel_conn_example} è riportato lo schema dello scambio dei +pacchetti che avviene per una un esempio di connessione, insieme ai vari stati +che il protocollo viene ad assumere per i due lati, server e client. \begin{figure}[htb] \centering @@ -312,18 +323,18 @@ dati rispondono meglio alle esigenze che devono essere affrontate. \subsection{Lo stato \texttt{TIME\_WAIT}} \label{sec:TCPel_time_wait} -Come riportato da Stevens (FIXME citare) lo stato \texttt{TIME\_WAIT} è +Come riportato da Stevens in \cite{UNP1} lo stato \texttt{TIME\_WAIT} è probabilmente uno degli aspetti meno compresi del protocollo TCP, è infatti comune trovare nei newsgroup domande su come sia possibile evitare che un'applicazione resti in questo stato lasciando attiva una connessione ormai conclusa; la risposta è che non deve essere fatto, ed il motivo cercheremo di spiegarlo adesso. -Come si è visto nell'esempio precedente (vedi \curfig) \texttt{TIME\_WAIT} è -lo stato finale in cui il capo di una connessione che esegue la chiusura -attiva resta prima di passare alla chiusura definitiva della connessione. Il -tempo in cui l'applicazione resta in questo stato deve essere due volte la MSL -(\textit{Maximum Segment Lifetime}). +Come si è visto nell'esempio precedente (vedi \figref{fig:TPCel_conn_example}) +\texttt{TIME\_WAIT} è lo stato finale in cui il capo di una connessione che +esegue la chiusura attiva resta prima di passare alla chiusura definitiva +della connessione. Il tempo in cui l'applicazione resta in questo stato deve +essere due volte la MSL (\textit{Maximum Segment Lifetime}). La MSL è la stima del massimo periodo di tempo che un pacchetto IP può vivere sulla rete; questo tempo è limitato perché ogni pacchetto IP può essere @@ -354,13 +365,14 @@ riferimento solo alla prima; ma capisce il perché della scelta di un tempo pari al doppio della MSL come durata di questo stato. -Il primo dei due motivi precedenti si può capire tornando a \curfig: assumendo -che l'ultimo ACK della sequenza (quello del capo che ha eseguito la chiusura -attiva) vanga perso, chi esegue la chiusura passiva non ricevendo risposta -rimanderà un ulteriore FIN, per questo motivo chi esegue la chiusura attiva -deve mantenere lo stato della connessione per essere in grado di reinviare -l'ACK e chiuderla correttamente. Se non fosse così la risposta sarebbe un RST -(un altro tipo si segmento) che verrebbe interpretato come un errore. +Il primo dei due motivi precedenti si può capire tornando a +\figref{fig:TPCel_conn_example}: assumendo che l'ultimo ACK della sequenza +(quello del capo che ha eseguito la chiusura attiva) vanga perso, chi esegue +la chiusura passiva non ricevendo risposta rimanderà un ulteriore FIN, per +questo motivo chi esegue la chiusura attiva deve mantenere lo stato della +connessione per essere in grado di reinviare l'ACK e chiuderla correttamente. +Se non fosse così la risposta sarebbe un RST (un altro tipo si segmento) che +verrebbe interpretato come un errore. Se il TCP deve poter chiudere in maniera pulita entrambe le direzioni della connessione allora deve essere in grado di affrontare la perdita di uno @@ -469,10 +481,11 @@ in tre intervalli: \end{enumerate} In realtà rispetto a quanto indicato nell'RFC~1700 i vari sistemi hanno fatto -scelte diverse per le porte effimere, in particolare in \nfig\ sono riportate -quelle di BSD, Solaris e Linux. Nel caso di Linux poi la scelta fra i due -intervalli possibili viene fatta dinamicamente a seconda della memoria a -disposizione del kernel per gestire le relative tabelle. +scelte diverse per le porte effimere, in particolare in +\figref{fig:TCPel_port_alloc} sono riportate quelle di BSD, Solaris e Linux. +Nel caso di Linux poi la scelta fra i due intervalli possibili viene fatta +dinamicamente a seconda della memoria a disposizione del kernel per gestire le +relative tabelle. \begin{figure}[!htb] \centering @@ -530,7 +543,7 @@ mettendosi in ascolto sulla porta 22 riservata a questo servizio e che si posto in ascolto per connessioni provenienti da uno qualunque degli indirizzi associati alle interfacce locali; la notazione 0.0.0.0 usata da netstat è equivalente all'asterisco utilizzato per il numero di porta ed indica il -valore generico, e corrisponde al valore \macro{INADDR\_ANY} definito in +valore generico, e corrisponde al valore \const{INADDR\_ANY} definito in \file{arpa/inet.h}. Inoltre la porta e l'indirizzo di ogni eventuale connessione esterna non sono @@ -606,12 +619,12 @@ l'uso dei socket TCP gi della funzione \func{socket} che è già stata esaminata in dettaglio in \secref{sec:sock_socket}. -In \nfig\ abbiamo un tipico schema di funzionamento di un'applicazione -client-server che usa i socket TCP: prima il server viene avviato ed in -seguito il client si connette, in questo caso, a differenza di quanto accadeva -con gli esempi elementari del \capref{cha:network} si assume che sia il -client ad effettuare delle richieste a cui il server risponde, il client -notifica poi di avere concluso inviando un end-of-file a cui il server +In \figref{fig:TCPel_cliserv_func} abbiamo un tipico schema di funzionamento +di un'applicazione client-server che usa i socket TCP: prima il server viene +avviato ed in seguito il client si connette, in questo caso, a differenza di +quanto accadeva con gli esempi elementari del \capref{cha:network} si assume +che sia il client ad effettuare delle richieste a cui il server risponde, il +client notifica poi di avere concluso inviando un end-of-file a cui il server risponderà anche lui chiudendo la connessione per aspettarne una nuova. \begin{figure}[!htb] @@ -645,11 +658,11 @@ ci si porr errore; in caso di errore la variabile \var{errno} viene impostata secondo i seguenti codici di errore: \begin{errlist} - \item[\macro{EBADF}] il file descriptor non è valido. - \item[\macro{EINVAL}] il socket ha già un indirizzo assegnato. - \item[\macro{ENOTSOCK}] il file descriptor non è associato ad un socket. - \item[\macro{EACCESS}] si è cercato di usare una porta riservata senza - sufficienti privilegi. + \item[\errcode{EBADF}] il file descriptor non è valido. + \item[\errcode{EINVAL}] il socket ha già un indirizzo assegnato. + \item[\errcode{ENOTSOCK}] il file descriptor non è associato ad un socket. + \item[\errcode{EACCESS}] si è cercato di usare una porta riservata senza + sufficienti privilegi. \end{errlist}} \end{prototype} @@ -680,7 +693,7 @@ indirizzo di origine l'indirizzo di destinazione specificato dal SYN del client. Per specificare un indirizzo generico con IPv4 si usa il valore -\macro{INADDR\_ANY}, il cui valore, come visto anche negli esempi precedenti +\const{INADDR\_ANY}, il cui valore, come visto anche negli esempi precedenti è pari a zero, nell'esempio \figref{fig:net_serv_code} si è usata un'assegnazione immediata del tipo: @@ -691,10 +704,10 @@ un'assegnazione immediata del tipo: \normalsize Si noti che si è usato \func{htonl} per assegnare il valore -\macro{INADDR\_ANY}; benché essendo questo pari a zero il riordinamento sia -inutile; ma dato che tutte le costanti \macro{INADDR\_} sono definite +\const{INADDR\_ANY}; benché essendo questo pari a zero il riordinamento sia +inutile; ma dato che tutte le costanti \val{INADDR\_} sono definite secondo l'ordinamento della macchina è buona norma usare sempre la funzione -\macro{htonl}. +\func{htonl}. L'esempio precedete funziona con IPv4 dato che l'indirizzo è rappresentabile anche con un intero a 32 bit; non si può usare lo stesso metodo con IPv6, @@ -704,7 +717,7 @@ assegnazione. Per questo nell'header \file{netinet/in.h} è definita una variabile \type{in6addr\_any} (dichiarata come \ctyp{extern}, ed inizializzata dal -sistema al valore \macro{IN6ADRR\_ANY\_INIT}) che permette di effettuare una +sistema al valore \const{IN6ADRR\_ANY\_INIT}) che permette di effettuare una assegnazione del tipo: \footnotesize @@ -731,25 +744,26 @@ connessione con un server TCP, il prototipo della funzione errore, in caso di errore la variabile \var{errno} viene impostata secondo i seguenti codici di errore: \begin{errlist} - \item[\macro{ECONNREFUSED}] non c'è nessuno in ascolto sull'indirizzo remoto. - \item[\macro{ETIMEDOUT}] si è avuto timeout durante il tentativo di + \item[\errcode{ECONNREFUSED}] non c'è nessuno in ascolto sull'indirizzo + remoto. + \item[\errcode{ETIMEDOUT}] si è avuto timeout durante il tentativo di connessione. - \item[\macro{ENETUNREACH}] la rete non è raggiungibile. - \item[\macro{EINPROGRESS}] il socket è non bloccante (vedi + \item[\errcode{ENETUNREACH}] la rete non è raggiungibile. + \item[\errcode{EINPROGRESS}] il socket è non bloccante (vedi \secref{sec:file_noblocking}) e la connessione non può essere conclusa immediatamente. - \item[\macro{EALREADY}] il socket è non bloccante (vedi + \item[\errcode{EALREADY}] il socket è non bloccante (vedi \secref{sec:file_noblocking}) e un tentativo precedente di connessione non si è ancora concluso. - \item[\macro{EAGAIN}] non ci sono più porte locali libere. - \item[\macro{EAFNOSUPPORT}] l'indirizzo non ha una famiglia di indirizzi + \item[\errcode{EAGAIN}] non ci sono più porte locali libere. + \item[\errcode{EAFNOSUPPORT}] l'indirizzo non ha una famiglia di indirizzi corretta nel relativo campo. - \item[\macro{EACCESS, EPERM}] si è tentato di eseguire una connessione ad un - indirizzo broadcast senza che il socket fosse stato abilitato per il + \item[\errcode{EACCESS, EPERM}] si è tentato di eseguire una connessione ad + un indirizzo broadcast senza che il socket fosse stato abilitato per il broadcast. \end{errlist} - altri errori possibili sono: \macro{EFAULT}, \macro{EBADF}, - \macro{ENOTSOCK}, \macro{EISCONN} e \macro{EADDRINUSE}.} + altri errori possibili sono: \const{EFAULT}, \const{EBADF}, + \const{ENOTSOCK}, \const{EISCONN} e \const{EADDRINUSE}.} \end{prototype} La struttura dell'indirizzo deve essere inizializzata con l'indirizzo IP e il @@ -765,7 +779,7 @@ della rete e non da errori o problemi nella chiamata della funzione sono le seguenti: \begin{enumerate} \item Il client non riceve risposta al SYN: l'errore restituito è - \macro{ETIMEDOUT}. Stevens riporta che BSD invia un primo SYN alla chiamata + \errcode{ETIMEDOUT}. Stevens riporta che BSD invia un primo SYN alla chiamata di \func{connect}, un'altro dopo 6 secondi, un terzo dopo 24 secondi, se dopo 75 secondi non ha ricevuto risposta viene ritornato l'errore. Linux invece ripete l'emissione del SYN ad intervalli di 30 secondi per un numero @@ -783,7 +797,7 @@ seguenti: che vuol dire probabilmente che o si è sbagliato il numero della porta o che non è stato avviato il server), questo è un errore fatale e la funzione ritorna non appena il RST viene ricevuto riportando un errore - \macro{ECONNREFUSED}. + \errcode{ECONNREFUSED}. Il flag RST sta per \textit{reset} ed è un segmento inviato direttamente dal TCP quando qualcosa non va. Tre condizioni che generano un RST sono: @@ -796,7 +810,7 @@ seguenti: essere dovuto ad una condizione transitoria si ripete l'emissione dei SYN come nel caso precedente, fino al timeout, e solo allora si restituisce il codice di errore dovuto al messaggio ICMP, che da luogo ad un - \macro{ENETUNREACH}. + \errcode{ENETUNREACH}. \end{enumerate} @@ -828,15 +842,15 @@ pagina di manuale La funzione pone il socket specificato da \var{sockfd} in modalità passiva e predispone una coda per le connessioni in arrivo di lunghezza pari a \var{backlog}. La funzione si può applicare solo a socket di tipo - \macro{SOCK\_STREAM} o \macro{SOCK\_SEQPACKET}. + \const{SOCK\_STREAM} o \const{SOCK\_SEQPACKET}. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore. I codici di errore restituiti in \var{errno} sono i seguenti: \begin{errlist} - \item[\macro{EBADF}] l'argomento \var{sockfd} non è un file descriptor + \item[\errcode{EBADF}] l'argomento \var{sockfd} non è un file descriptor valido. - \item[\macro{ENOTSOCK}] l'argomento \var{sockfd} non è un socket. - \item[\macro{EOPNOTSUPP}] il socket è di un tipo che non supporta questa + \item[\errcode{ENOTSOCK}] l'argomento \var{sockfd} non è un socket. + \item[\errcode{EOPNOTSUPP}] il socket è di un tipo che non supporta questa operazione. \end{errlist}} \end{prototype} @@ -844,7 +858,7 @@ pagina di manuale Il parametro \var{backlog} indica il numero massimo di connessioni pendenti accettate; se esso viene ecceduto il client riceverà una errore di tipo -\macro{ECONNREFUSED}, o se il protocollo, come nel caso del TCP, supporta la +\errcode{ECONNREFUSED}, o se il protocollo, come nel caso del TCP, supporta la ritrasmissione, la richiesta sarà ignorata in modo che la connessione possa essere ritentata. @@ -862,16 +876,16 @@ infatti vengono mantenute due code: Questi socket sono tutti nello stato \texttt{ESTABLISHED}. \end{enumerate} -Lo schema di funzionamento è descritto in \nfig, quando arriva un SYN da un -client il server crea una nuova entrata nella coda delle connessioni -incomplete, e poi risponde con il SYN$+$ACK. La entrata resterà nella coda -delle connessioni incomplete fino al ricevimento dell'ACK dal client o fino ad -un timeout. Nel caso di completamento del three way handshake l'entrata viene -sostata nella coda delle connessioni complete. Quando il processo chiama la -funzione \func{accept} (vedi \secref{sec:TCPel_func_accept}) la prima -entrata nella coda delle connessioni complete è passata al programma, o, se la -coda è vuota, il processo viene posto in attesa e risvegliato all'arrivo della -prima connessione completa. +Lo schema di funzionamento è descritto in \figref{fig:TCPel_xxx}, quando +arriva un SYN da un client il server crea una nuova entrata nella coda delle +connessioni incomplete, e poi risponde con il SYN$+$ACK. La entrata resterà +nella coda delle connessioni incomplete fino al ricevimento dell'ACK dal +client o fino ad un timeout. Nel caso di completamento del three way handshake +l'entrata viene sostata nella coda delle connessioni complete. Quando il +processo chiama la funzione \func{accept} (vedi +\secref{sec:TCPel_func_accept}) la prima entrata nella coda delle connessioni +complete è passata al programma, o, se la coda è vuota, il processo viene +posto in attesa e risvegliato all'arrivo della prima connessione completa. Storicamente il valore del parametro \var{backlog} era corrispondente al massimo valore della somma del numero di entrate possibili per ciascuna di @@ -895,7 +909,7 @@ la \func{sysctl} o scrivendola direttamente in protezione dei syncookies però (con l'opzione da compilare nel kernel e da attivare usando \file{/proc/sys/net/ipv4/tcp\_syncookies}) questo valore viene ignorato e non esiste più un valore massimo. In ogni caso in Linux il -valore di \var{backlog} viene troncato ad un massimo di \macro{SOMAXCONN} +valore di \var{backlog} viene troncato ad un massimo di \const{SOMAXCONN} se è superiore a detta costante (che di default vale 128). La scelta storica per il valore di questo parametro è di 5, e alcuni vecchi @@ -949,29 +963,29 @@ viene messo in attesa. Il prototipo della funzione \var{errno} viene impostata ai seguenti valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EBADF}] l'argomento \var{sockfd} non è un file descriptor + \item[\errcode{EBADF}] l'argomento \var{sockfd} non è un file descriptor valido. - \item[\macro{ENOTSOCK}] l'argomento \var{sockfd} non è un socket. - \item[\macro{EOPNOTSUPP}] il socket è di un tipo che non supporta questa - operazione. - \item[\macro{EAGAIN} o \macro{EWOULDBLOCK}] il socket è stato impostato come - non bloccante (vedi \secref{sec:file_noblocking}), e non ci sono + \item[\errcode{ENOTSOCK}] l'argomento \var{sockfd} non è un socket. + \item[\errcode{EOPNOTSUPP}] il socket è di un tipo che non supporta questa + operazione. + \item[\errcode{EAGAIN} o \errcode{EWOULDBLOCK}] il socket è stato impostato + come non bloccante (vedi \secref{sec:file_noblocking}), e non ci sono connessioni in attesa di essere accettate. - \item[\macro{EPERM}] Le regole del firewall non consentono la connessione. - \item[\macro{ENOBUFS, ENOMEM}] questo spesso significa che l'allocazione + \item[\errcode{EPERM}] Le regole del firewall non consentono la connessione. + \item[\errcode{ENOBUFS, ENOMEM}] questo spesso significa che l'allocazione della memoria è limitata dai limiti sui buffer dei socket, non dalla memoria di sistema. \end{errlist} Inoltre possono essere restituiti gli errori di rete relativi al nuovo - socket come: \macro{EMFILE}, \macro{EINVAL}, \macro{ENOSR}, \macro{ENOBUFS}, - \macro{EFAULT}, \macro{EPERM}, \macro{ECONNABORTED}, - \macro{ESOCKTNOSUPPORT}, \macro{EPROTONOSUPPORT}, \macro{ETIMEDOUT}, - \macro{ERESTARTSYS}.} + socket come: \const{EMFILE}, \const{EINVAL}, \const{ENOSR}, \const{ENOBUFS}, + \const{EFAULT}, \const{EPERM}, \const{ECONNABORTED}, + \const{ESOCKTNOSUPPORT}, \const{EPROTONOSUPPORT}, \const{ETIMEDOUT}, + \const{ERESTARTSYS}.} \end{prototype} La funzione può essere usata solo con socket che supportino la connessione -(cioè di tipo \macro{SOCK\_STREAM}, \macro{SOCK\_SEQPACKET} o -\macro{SOCK\_RDM}). Per alcuni protocolli che richiedono una conferma +(cioè di tipo \const{SOCK\_STREAM}, \const{SOCK\_SEQPACKET} o +\const{SOCK\_RDM}). Per alcuni protocolli che richiedono una conferma esplicita della connessione, (attualmente in Linux solo DECnet ha questo comportamento), la funzione opera solo l'estrazione dalla coda delle connessioni, la conferma della connessione viene fatta implicitamente dalla @@ -982,7 +996,7 @@ connessione viene fatto con la funzione \func{close}. errori rispetto ad altre implementazioni dei socket BSD, infatti la funzione \func{accept} passa gli errori di rete pendenti sul nuovo socket come codici di errore per \func{accept}. Inoltre la funzione non fa ereditare ai nuovi -socket flag come \macro{O\_NONBLOCK}, che devono essere rispecificati volta +socket flag come \const{O\_NONBLOCK}, che devono essere rispecificati volta volta, questo è un comportamento diverso rispetto a quanto accade con BSD e deve essere tenuto in conto per scrivere programmi portabili. @@ -993,7 +1007,7 @@ l'indirizzo del client da cui proviene la connessione. Prima della chiamata cui indirizzo è passato come argomento in \var{cliaddr}, al ritorno della funzione \var{addrlen} conterrà il numero di byte scritti dentro \var{cliaddr}. Se questa informazione non interessa basterà inizializzare a -\macro{NULL} detti puntatori. +\val{NULL} detti puntatori. Se la funzione ha successo restituisce il descrittore di un nuovo socket creato dal kernel (detto \textit{connected socket}) a cui viene associata la @@ -1004,7 +1018,7 @@ creato all'inizio e messo in ascolto con \func{listen}, e non viene toccato dalla funzione. Se non ci sono connessioni pendenti da accettare la funzione mette in attesa il processo\footnote{a meno che non si sia imopstato il socket per essere non bloccante (vedi \secref{sec:file_noblocking}), nel qual caso - ritorna con l'errore \macro{EAGAIN}. Torneremo su questa modalità di + ritorna con l'errore \errcode{EAGAIN}. Torneremo su questa modalità di operazione in \secref{sec:xxx_sock_noblock}.} fintanto che non ne arriva una. @@ -1073,9 +1087,9 @@ concorrente abbiamo riscritto il server \texttt{daytime} dell'esempio precedente in forma concorrente, inserendo anche una opzione per la stampa degli indirizzi delle connessioni ricevute. -In \nfig\ è mostrato un estratto del codice, in cui si sono tralasciati il -trattamento delle opzioni e le parti rimaste invariate rispetto al precedente -esempio. Al solito il sorgente completo del server +In \figref{fig:TCPel_serv_code} è mostrato un estratto del codice, in cui si +sono tralasciati il trattamento delle opzioni e le parti rimaste invariate +rispetto al precedente esempio. Al solito il sorgente completo del server \file{ElemDaytimeTCPCuncServ.c} è allegato nella directory dei sorgenti. \begin{figure}[!htb] @@ -1194,12 +1208,12 @@ remoto. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore. I codici di errore restituiti in \var{errno} sono i seguenti: \begin{errlist} - \item[\macro{EBADF}] l'argomento \var{sockfd} non è un file descriptor + \item[\errcode{EBADF}] l'argomento \var{sockfd} non è un file descriptor valido. - \item[\macro{ENOTSOCK}] l'argomento \var{sockfd} non è un socket. - \item[\macro{ENOBUFS}] non ci sono risorse sufficienti nel sistema per + \item[\errcode{ENOTSOCK}] l'argomento \var{sockfd} non è un socket. + \item[\errcode{ENOBUFS}] non ci sono risorse sufficienti nel sistema per eseguire l'operazione. - \item[\macro{EFAULT}] l'argomento \var{name} punta al di fuori dello + \item[\errcode{EFAULT}] l'argomento \var{name} punta al di fuori dello spazio di indirizzi del processo. \end{errlist}} \end{prototype} @@ -1224,13 +1238,13 @@ quella connessione. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore. I codici di errore restituiti in \var{errno} sono i seguenti: \begin{errlist} - \item[\macro{EBADF}] l'argomento \var{sockfd} non è un file descriptor + \item[\errcode{EBADF}] l'argomento \var{sockfd} non è un file descriptor valido. - \item[\macro{ENOTSOCK}] l'argomento \var{sockfd} non è un socket. - \item[\macro{ENOTCONN}] il socket non è connesso. - \item[\macro{ENOBUFS}] non ci sono risorse sufficienti nel sistema per + \item[\errcode{ENOTSOCK}] l'argomento \var{sockfd} non è un socket. + \item[\errcode{ENOTCONN}] il socket non è connesso. + \item[\errcode{ENOBUFS}] non ci sono risorse sufficienti nel sistema per eseguire l'operazione. - \item[\macro{EFAULT}] l'argomento \var{name} punta al di fuori dello + \item[\errcode{EFAULT}] l'argomento \var{name} punta al di fuori dello spazio di indirizzi del processo. \end{errlist}} \end{prototype}