\const{INADDR\_ANY}, anche se, essendo questo nullo, il riordinamento è
inutile. Si tenga presente comunque che tutte le costanti \val{INADDR\_}
(riportate in tab.~\ref{tab:TCP_ipv4_addr}) sono definite secondo
-\itindex{endianess} l'\textit{endianess} della macchina, ed anche se esse
+\itindex{endianness} l'\textit{endianness} della macchina, ed anche se esse
possono essere invarianti rispetto all'ordinamento dei bit, è comunque buona
norma usare sempre la funzione \func{htonl}.
client per volta; per questo si ricorre alle capacità di multitasking del
sistema.
-Come accennato anche in sez.~\ref{sec:proc_gen} una delle modalità più comuni
-di funzionamento da parte dei server è quella di usare la funzione \func{fork}
+Come spiegato in sez.~\ref{sec:proc_fork} una delle modalità più comuni di
+funzionamento da parte dei server è quella di usare la funzione \func{fork}
per creare, ad ogni richiesta da parte di un client, un processo figlio che si
incarichi della gestione della comunicazione. Si è allora riscritto il server
\textit{daytime} dell'esempio precedente in forma concorrente, inserendo anche
restituendo un puntatore nullo che causa l'uscita dal ciclo di \code{while},
così la funzione \code{ClientEcho} ritorna.
\item al ritorno di \code{ClientEcho} ritorna anche la funzione \code{main}, e
- come parte del processo terminazione tutti i file descriptor vengono chiusi
+ come parte del processo di terminazione tutti i file descriptor vengono chiusi
(si ricordi quanto detto in sez.~\ref{sec:proc_term_conclusion}); questo
causa la chiusura del socket di comunicazione; il client allora invierà un
FIN al server a cui questo risponderà con un ACK. A questo punto il client
del segnale \signal{SIGCHLD} al padre, ma dato che non si è installato un
gestore e che l'azione predefinita per questo segnale è quella di essere
ignorato, non avendo predisposto la ricezione dello stato di terminazione,
-otterremo che il processo figlio entrerà nello stato di \index{zombie} zombie
-(si riveda quanto illustrato in sez.~\ref{sec:sig_sigchld}), come risulterà
-ripetendo il comando \cmd{ps}:
+otterremo che il processo figlio entrerà nello stato di \itindex{zombie}
+\textit{zombie} (si riveda quanto illustrato in sez.~\ref{sec:sig_sigchld}),
+come risulterà ripetendo il comando \cmd{ps}:
\begin{verbatim}
2356 pts/0 S 0:00 ./echod
2359 pts/0 Z 0:00 [echod <defunct>]
\end{verbatim}
-Dato che non è il caso di lasciare processi \index{zombie} zombie, occorrerà
-ricevere opportunamente lo stato di terminazione del processo (si veda
-sez.~\ref{sec:proc_wait}), cosa che faremo utilizzando \signal{SIGCHLD} secondo
-quanto illustrato in sez.~\ref{sec:sig_sigchld}. Una prima modifica al nostro
-server è pertanto quella di inserire la gestione della terminazione dei
+Dato che non è il caso di lasciare processi \itindex{zombie} \textit{zombie},
+occorrerà ricevere opportunamente lo stato di terminazione del processo (si
+veda sez.~\ref{sec:proc_wait}), cosa che faremo utilizzando \signal{SIGCHLD}
+secondo quanto illustrato in sez.~\ref{sec:sig_sigchld}. Una prima modifica al
+nostro server è pertanto quella di inserire la gestione della terminazione dei
processi figli attraverso l'uso di un gestore. Per questo useremo la funzione
\code{Signal} (che abbiamo illustrato in fig.~\ref{fig:sig_Signal_code}), per
installare il gestore che riceve i segnali dei processi figli terminati già
Vediamo allora cosa comporta tutto questo nel nostro caso: quando si chiude il
client, il processo figlio che gestisce la connessione terminerà, ed il padre,
-per evitare la creazione di zombie, riceverà il segnale \signal{SIGCHLD}
-eseguendo il relativo gestore. Al ritorno del gestore però l'esecuzione nel
-padre ripartirà subito con il ritorno della funzione \func{accept} (a meno di
-un caso fortuito in cui il segnale arriva durante l'esecuzione del programma
-in risposta ad una connessione) con un errore di \errcode{EINTR}. Non avendo
-previsto questa eventualità il programma considera questo un errore fatale
-terminando a sua volta con un messaggio del tipo:
+per evitare la creazione di \itindex{zombie} \textit{zombie}, riceverà il
+segnale \signal{SIGCHLD} eseguendo il relativo gestore. Al ritorno del gestore
+però l'esecuzione nel padre ripartirà subito con il ritorno della funzione
+\func{accept} (a meno di un caso fortuito in cui il segnale arriva durante
+l'esecuzione del programma in risposta ad una connessione) con un errore di
+\errcode{EINTR}. Non avendo previsto questa eventualità il programma considera
+questo un errore fatale terminando a sua volta con un messaggio del tipo:
\begin{verbatim}
[root@gont sources]# ./echod -i
accept error: Interrupted system call
la modalità di chiusura del socket, quest'ultima può prendere soltanto tre
valori:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.2cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
-\item[\macro{SHUT\_RD}] chiude il lato in lettura del socket, non sarà più
+\item[\const{SHUT\_RD}] chiude il lato in lettura del socket, non sarà più
possibile leggere dati da esso, tutti gli eventuali dati trasmessi
dall'altro capo del socket saranno automaticamente scartati dal kernel, che,
in caso di socket TCP, provvederà comunque ad inviare i relativi segmenti di
ACK.
-\item[\macro{SHUT\_WR}] chiude il lato in scrittura del socket, non sarà più
+\item[\const{SHUT\_WR}] chiude il lato in scrittura del socket, non sarà più
possibile scrivere dati su di esso. Nel caso di socket TCP la chiamata causa
l'emissione di un segmento FIN, secondo la procedura chiamata
\itindex{half-close} \textit{half-close}. Tutti i dati presenti nel buffer
di scrittura prima della chiamata saranno inviati, seguiti dalla sequenza di
chiusura illustrata in sez.~\ref{sec:TCP_conn_term}.
-\item[\macro{SHUT\_RDWR}] chiude sia il lato in lettura che quello in
+\item[\const{SHUT\_RDWR}] chiude sia il lato in lettura che quello in
scrittura del socket. È equivalente alla chiamata in sequenza con
- \macro{SHUT\_RD} e \macro{SHUT\_WR}.
+ \const{SHUT\_RD} e \const{SHUT\_WR}.
\end{basedescript}
-Ci si può chiedere quale sia l'utilità di avere introdotto \macro{SHUT\_RDWR}
+Ci si può chiedere quale sia l'utilità di avere introdotto \const{SHUT\_RDWR}
quando questa sembra rendere \funcd{shutdown} del tutto equivalente ad una
\func{close}. In realtà non è così, esiste infatti un'altra differenza con
\func{close}, più sottile. Finora infatti non ci siamo presi la briga di
ed uno a quello in ascolto nel padre.
Questo non avviene affatto se si usa \func{shutdown} con argomento
-\macro{SHUT\_RDWR} al posto di \func{close}; in questo caso infatti la
+\const{SHUT\_RDWR} al posto di \func{close}; in questo caso infatti la
chiusura del socket viene effettuata immediatamente, indipendentemente dalla
presenza di altri riferimenti attivi, e pertanto sarà efficace anche per tutti
gli altri file descriptor con cui, nello stesso o in altri processi, si fa
% LocalWords: lsof SOCK sys int sockfd const struct sockaddr serv addr socklen
% LocalWords: addrlen errno EBADF descriptor EINVAL ENOTSOCK EACCES EADDRINUSE
% LocalWords: EADDRNOTAVAIL EFAULT ENOTDIR ENOENT ENOMEM ELOOP ENOSR EROFS RPC
-% LocalWords: portmapper htonl tab endianess BROADCAST broadcast any extern fd
+% LocalWords: portmapper htonl tab endianness BROADCAST broadcast any extern fd
% LocalWords: ADRR INIT DGRAM SEQPACKET servaddr ECONNREFUSED ETIMEDOUT EAGAIN
% LocalWords: ENETUNREACH EINPROGRESS EALREADY EAFNOSUPPORT EPERM EISCONN proc
% LocalWords: sysctl filesystem syn retries reset ICMP backlog EOPNOTSUPP RECV