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\chapter{La gestione del sistema, del tempo e degli errori}
\label{cha:system}
\const{LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file\\
\const{NAME\_MAX}& 14 & lunghezza in byte di un nome di file. \\
\const{PATH\_MAX}& 256 & lunghezza in byte di un
- \itindex{pathname}\textit{pathname}.\\
+ \itindex{pathname} \textit{pathname}.\\
\const{PIPE\_BUF}&4096 & byte scrivibili atomicamente in una pipe
(vedi sez.~\ref{sec:ipc_pipes}).\\
\const{MAX\_CANON}&255 & dimensione di una riga di terminale in modo
\const{\_POSIX\_LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file.\\
\const{\_POSIX\_NAME\_MAX}& 14 & lunghezza in byte di un nome di file. \\
\const{\_POSIX\_PATH\_MAX}& 256 & lunghezza in byte di un
- \itindex{pathname}\textit{pathname}.\\
+ \itindex{pathname} \textit{pathname}.\\
\const{\_POSIX\_PIPE\_BUF}& 512 & byte scrivibili atomicamente in una
pipe.\\
\const{\_POSIX\_MAX\_CANON}&255 & dimensione di una riga di
a quale file si fa riferimento, dato che il valore del limite cercato può
variare a seconda del filesystem. Una seconda versione della funzione,
\funcd{fpathconf}, opera su un file descriptor invece che su un
-\itindex{pathname}\textit{pathname}. Il suo prototipo è:
+\itindex{pathname} \textit{pathname}. Il suo prototipo è:
\begin{prototype}{unistd.h}{long fpathconf(int fd, int name)}
Restituisce il valore del parametro \param{name} per il file \param{fd}.
\bodydesc{È identica a \func{pathconf} solo che utilizza un file descriptor
- invece di un \itindex{pathname}\textit{pathname}; pertanto gli errori
+ invece di un \itindex{pathname} \textit{pathname}; pertanto gli errori
restituiti cambiano di conseguenza.}
\end{prototype}
\noindent ed il suo comportamento è identico a quello di \func{pathconf}.
occorrerà includere anche i file \file{linux/unistd.h} e
\file{linux/sysctl.h}.} per accedere ad uno di essi occorre specificare un
cammino attraverso i vari nodi dell'albero, in maniera analoga a come avviene
-per la risoluzione di un \itindex{pathname}\textit{pathname} (da cui l'uso
+per la risoluzione di un \itindex{pathname} \textit{pathname} (da cui l'uso
alternativo del filesystem \file{/proc}, che vedremo dopo).
Ciascun nodo dell'albero è identificato da un valore intero, ed il cammino che
In particolare l'albero dei valori di \func{sysctl} viene presentato in forma
di file nella directory \file{/proc/sys}, cosicché è possibile accedervi
-specificando un \itindex{pathname}\textit{pathname} e leggendo e scrivendo sul
+specificando un \itindex{pathname} \textit{pathname} e leggendo e scrivendo sul
file corrispondente al parametro scelto. Il kernel si occupa di generare al
volo il contenuto ed i nomi dei file corrispondenti, e questo ha il grande
vantaggio di rendere accessibili i vari parametri a qualunque comando di shell
\textit{mount point} o di spostarlo quando \param{target} non è un
\textit{mount point} o è \file{/}.
\item[\errcode{EACCES}] non si ha il permesso di accesso su uno dei
- componenti del \itindex{pathname}\textit{pathname}, o si è cercato
+ componenti del \itindex{pathname} \textit{pathname}, o si è cercato
di montare un filesystem disponibile in sola lettura senza averlo
specificato o il device \param{source} è su un filesystem montato con
l'opzione \const{MS\_NODEV}.
\hline
\const{MS\_RDONLY} & 1 & monta in sola lettura.\\
\const{MS\_NOSUID} & 2 & ignora i bit \itindex{suid~bit} \acr{suid} e
- \itindex{sgid~bit}\acr{sgid}.\\
+ \itindex{sgid~bit} \acr{sgid}.\\
\const{MS\_NODEV} & 4 & impedisce l'accesso ai file di dispositivo.\\
\const{MS\_NOEXEC} & 8 & impedisce di eseguire programmi.\\
\const{MS\_SYNCHRONOUS}& 16 & abilita la scrittura sincrona.\\
informazioni degli utenti e dei gruppi per insiemi di macchine, in modo da
mantenere coerenti i dati, ha portato anche alla necessità di poter recuperare
e memorizzare dette informazioni su supporti diversi, introducendo il sistema
-del \itindex{Name~Service~Switch}\textit{Name Service Switch} che tratteremo
+del \itindex{Name~Service~Switch} \textit{Name Service Switch} che tratteremo
brevemente più avanti (in sez.~\ref{sec:sock_resolver}) dato che la maggior
parte delle sua applicazioni sono relative alla risoluzioni di nomi di rete.
Le funzioni viste finora sono in grado di leggere le informazioni sia
direttamente dal file delle password in \file{/etc/passwd} che tramite il
-sistema del \itindex{Name~Service~Switch}\textit{Name Service Switch} e
+sistema del \itindex{Name~Service~Switch} \textit{Name Service Switch} e
sono completamente generiche. Si noti però che non c'è una funzione che
permetta di impostare direttamente una password.\footnote{in realtà questo può
essere fatto ricorrendo a PAM, ma questo è un altro discorso.} Dato che
Gli altri tre campi servono a quantificare l'uso della memoria
virtuale\index{memoria~virtuale} e corrispondono rispettivamente al numero di
-\textit{page fault}\itindex{page~fault} (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_gen})
+\itindex{page~fault} \textit{page fault} (vedi sez.~\ref{sec:proc_mem_gen})
avvenuti senza richiedere I/O su disco (i cosiddetti \textit{minor page
fault}), a quelli che invece han richiesto I/O su disco (detti invece
\textit{major page fault}) ed al numero di volte che il processo è stato
stack il processo riceverà un segnale di
\const{SIGSEGV}. \\
\const{RLIMIT\_CORE} & La massima dimensione per di un file di
- \textit{core dump}\itindex{core~dump} (vedi
+ \itindex{core~dump} \textit{core dump} (vedi
sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) creato nella
terminazione di un processo; file di dimensioni
maggiori verranno troncati a questo valore,
mentre con un valore si bloccherà la creazione
- dei \textit{core dump}\itindex{core~dump}.\\
+ dei \itindex{core~dump} \textit{core dump}.\\
\const{RLIMIT\_CPU} & Il massimo tempo di CPU (vedi
sez.~\ref{sec:sys_cpu_times}) che il processo può
usare. Il superamento del limite corrente
dei due limiti.} comporta o l'emissione di un segnale o il fallimento della
system call che lo ha provocato;\footnote{si nuovo c'è una eccezione per
\const{RLIMIT\_CORE} che influenza soltanto la dimensione (o l'eventuale
- creazione) dei file di \itindex{core~dump}\textit{core dump}.} per
+ creazione) dei file di \itindex{core~dump} \textit{core dump}.} per
permettere di leggere e di impostare i limiti di utilizzo delle risorse da
parte di un processo sono previste due funzioni, \funcd{getrlimit} e
\funcd{setrlimit}, i cui prototipi sono:
anche usare la costante \const{RLIM\_INFINITY} che permette di sbloccare l'uso
di una risorsa; ma si ricordi che solo un processo con i privilegi di
amministratore\footnote{per essere precisi in questo caso quello che serve è
- la \itindex{capabilities}\textit{capability} \const{CAP\_SYS\_RESOURCE}.}
+ la \itindex{capabilities} \textit{capability} \const{CAP\_SYS\_RESOURCE}.}
può innalzare un limite al di sopra del valore corrente del limite massimo ed
usare un valore qualsiasi per entrambi i limiti. Si tenga conto infine che
tutti i limiti vengono ereditati dal processo padre attraverso una \func{fork}
La gestione della memoria è già stata affrontata in dettaglio in
sez.~\ref{sec:proc_memory}; abbiamo visto allora che il kernel provvede il
-meccanismo della memoria virtuale\index{memoria~virtuale} attraverso la
+meccanismo della \index{memoria~virtuale} memoria virtuale attraverso la
divisione della memoria fisica in pagine.
In genere tutto ciò è del tutto trasparente al singolo processo, ma in certi
che usa lo stesso meccanismo per accedere ai file, è necessario conoscere le
dimensioni delle pagine usate dal kernel. Lo stesso vale quando si vuole
gestire in maniera ottimale l'interazione della memoria che si sta allocando
-con il meccanismo della paginazione\index{paginazione}.
+con il meccanismo della \index{paginazione} paginazione.
Di solito la dimensione delle pagine di memoria è fissata dall'architettura
hardware, per cui il suo valore di norma veniva mantenuto in una costante che
\end{prototype}
La funzione restituisce in ciascun elemento di \param{loadavg} il numero medio
-di processi attivi sulla coda dello scheduler\itindex{scheduler}, calcolato su
-diversi intervalli di tempo. Il numero di intervalli che si vogliono
+di processi attivi sulla coda dello \itindex{scheduler} scheduler, calcolato
+su diversi intervalli di tempo. Il numero di intervalli che si vogliono
leggere è specificato da \param{nelem}, dato che nel caso di Linux il carico
viene valutato solo su tre intervalli (corrispondenti a 1, 5 e 15 minuti),
questo è anche il massimo valore che può essere assegnato a questo argomento.
dall'orologio hardware del calcolatore.
Anche il \itindex{process~time} \textit{process time} di solito si esprime in
-secondi, ma provvede una precisione ovviamente superiore al \textit{calendar
+secondi, ma fornisce una precisione ovviamente superiore al \textit{calendar
time} (che è mantenuto dal sistema con una granularità di un secondo) e
viene usato per tenere conto dei tempi di esecuzione dei processi. Per ciascun
processo il kernel calcola tre tempi diversi: