\end{figure}
Della funzione di sistema esiste una seconda versione, \funcd{pipe2},
-introdotta con il kernel 2.6.27 e le \acr{glibc} 2.9 e specifica di Linux
+introdotta con il kernel 2.6.27 e la \acr{glibc} 2.9 e specifica di Linux
(utilizzabile solo definendo la macro \macro{\_GNU\_SOURCE}), che consente di
impostare atomicamente le caratteristiche dei file descriptor restituiti, il
suo prototipo è:
\textit{pipe} creata, che sarà aperto in sola lettura (e quindi associato allo
\textit{standard output} del programma indicato) in caso si sia indicato
\code{r}, o in sola scrittura (e quindi associato allo \textit{standard
- input}) in caso di \code{w}. A partire dalla versione 2.9 delle \acr{glibc}
+ input}) in caso di \code{w}. A partire dalla versione 2.9 della \acr{glibc}
(questa è una estensione specifica di Linux) all'argomento \param{type} può
essere aggiunta la lettera ``\texttt{e}'' per impostare automaticamente il
flag di \textit{close-on-exec} sul file descriptor sottostante (si ricordi
\struct{semun}, la cui definizione, con i possibili valori che può assumere, è
riportata in fig.~\ref{fig:ipc_semun}.
-Nelle versioni più vecchie delle \acr{glibc} questa unione veniva definita in
+Nelle versioni più vecchie della \acr{glibc} questa unione veniva definita in
\file{sys/sem.h}, ma nelle versioni più recenti questo non avviene più in
quanto lo standard POSIX.1-2001 richiede che sia sempre definita a cura del
-chiamante. In questa seconda evenienza le \acr{glibc} definiscono però la
+chiamante. In questa seconda evenienza la \acr{glibc} definisce però la
macro \macrod{\_SEM\_SEMUN\_UNDEFINED} che può essere usata per controllare la
situazione.
Con lo standard POSIX.1-2001 è stata introdotta una variante di \func{semop}
che consente di specificare anche un tempo massimo di attesa. La nuova
-funzione di sistema, disponibile a partire dal kernel 2.4.22 e dalle
+funzione di sistema, disponibile a partire dal kernel 2.4.22 e dalla
\acr{glibc} 2.3.3, ed utilizzabile solo dopo aver definito la macro
\macro{\_GNU\_SOURCE}, è \funcd{semtimedop}, ed il suo prototipo è:
L'argomento \param{shmaddr} specifica a quale indirizzo\footnote{lo standard
SVID prevede che l'argomento \param{shmaddr} sia di tipo \ctyp{char *}, così
- come il valore di ritorno della funzione; in Linux è stato così con le
- \acr{libc4} e le \acr{libc5}, con il passaggio alla \acr{glibc} il tipo di
+ come il valore di ritorno della funzione; in Linux è stato così con la
+ \acr{libc4} e la \acr{libc5}, con il passaggio alla \acr{glibc} il tipo di
\param{shmaddr} è divenuto un \ctyp{const void *} e quello del valore di
ritorno un \ctyp{void *} seguendo POSIX.1-2001.} deve essere associato il
segmento, se il valore specificato è \val{NULL} è il sistema a scegliere
La funzione è analoga a \func{close},\footnote{su Linux, dove le code sono
implementate come file su un filesystem dedicato, è esattamente la stessa
funzione, per cui non esiste una \textit{system call} autonoma e la funzione
- viene rimappata su \func{close} dalle \acr{glibc}.} dopo la sua esecuzione
+ viene rimappata su \func{close} dalla \acr{glibc}.} dopo la sua esecuzione
il processo non sarà più in grado di usare il descrittore della coda, ma
quest'ultima continuerà ad esistere nel sistema e potrà essere acceduta con
un'altra chiamata a \func{mq\_open}. All'uscita di un processo tutte le code