funzioni \func{select} e \func{poll}. Questo rende molto scomodo usare più di
una di queste strutture alla volta; ad esempio non si può scrivere un server
che aspetti un messaggio su più di una coda senza fare ricorso ad una tecnica
-di \itindex{polling} \textit{polling} che esegua un ciclo di attesa su
-ciascuna di esse.
+di \textit{polling} che esegua un ciclo di attesa su ciascuna di esse.
Come esempio dell'uso delle code di messaggi possiamo riscrivere il nostro
server di \textit{fortunes} usando queste al posto delle \textit{fifo}. In
sblocco non servirebbe comunque, dato che l'operazione non sarebbe atomica.
Vedremo in sez.~\ref{sec:ipc_lock_file} come sia possibile ottenere
un'interfaccia analoga a quella appena illustrata, senza incorrere in questi
-problemi, usando il \itindex{file~locking} \textit{file locking}.
+problemi, usando il \textit{file locking}.
\subsection{Memoria condivisa}
sincronizzazione: anzitutto in caso di terminazione imprevista del processo,
si lascia allocata la risorsa (il \textsl{file di lock}) e questa deve essere
sempre cancellata esplicitamente. Inoltre il controllo della disponibilità
-può essere eseguito solo con una tecnica di \itindex{polling}
-\textit{polling}, ed è quindi molto inefficiente.
+può essere eseguito solo con una tecnica di \textit{polling}, ed è quindi
+molto inefficiente.
La tecnica dei file di lock ha comunque una sua utilità, e può essere usata
con successo quando l'esigenza è solo quella di segnalare l'occupazione di una
Dato che i file di lock presentano gli inconvenienti illustrati in precedenza,
la tecnica alternativa di sincronizzazione più comune è quella di fare ricorso
-al \itindex{file~locking} \textit{file locking} (trattato in
-sez.~\ref{sec:file_locking}) usando \func{fcntl} su un file creato per
-l'occasione per ottenere un write lock. In questo modo potremo usare il lock
-come un \textit{mutex}: per bloccare la risorsa basterà acquisire il lock, per
-sbloccarla basterà rilasciare il lock. Una richiesta fatta con un write lock
-metterà automaticamente il processo in stato di attesa, senza necessità di
-ricorrere al \itindex{polling} \textit{polling} per determinare la
-disponibilità della risorsa, e al rilascio della stessa da parte del processo
-che la occupava si otterrà il nuovo lock atomicamente.
+al \textit{file locking} (trattato in sez.~\ref{sec:file_locking}) usando
+\func{fcntl} su un file creato per l'occasione per ottenere un write lock. In
+questo modo potremo usare il lock come un \textit{mutex}: per bloccare la
+risorsa basterà acquisire il lock, per sbloccarla basterà rilasciare il
+lock. Una richiesta fatta con un write lock metterà automaticamente il
+processo in stato di attesa, senza necessità di ricorrere al \textit{polling}
+per determinare la disponibilità della risorsa, e al rilascio della stessa da
+parte del processo che la occupava si otterrà il nuovo lock atomicamente.
Questo approccio presenta il notevole vantaggio che alla terminazione di un
processo tutti i lock acquisiti vengono rilasciati automaticamente (alla
\includecodesample{listati/MutexLocking.c}
\end{minipage}
\normalsize
- \caption{Il codice delle funzioni che permettono per la gestione dei
- \textit{mutex} con il \itindex{file~locking} \textit{file locking}.}
+ \caption{Il codice delle funzioni che permettono per la gestione dei
+ \textit{mutex} con il \textit{file locking}.}
\label{fig:ipc_flock_mutex}
\end{figure}
Il codice delle varie funzioni usate per implementare un mutex utilizzando il
-\textit{file locking} \itindex{file~locking} è riportato in
-fig.~\ref{fig:ipc_flock_mutex}; si è mantenuta volutamente una struttura
-analoga alle precedenti funzioni che usano i semafori, anche se le due
-interfacce non possono essere completamente equivalenti, specie per quanto
-riguarda la rimozione del mutex.
+\textit{file locking} è riportato in fig.~\ref{fig:ipc_flock_mutex}; si è
+mantenuta volutamente una struttura analoga alle precedenti funzioni che usano
+i semafori, anche se le due interfacce non possono essere completamente
+equivalenti, specie per quanto riguarda la rimozione del mutex.
La prima funzione (\texttt{\small 1-5}) è \func{CreateMutex}, e serve a
creare il mutex; la funzione è estremamente semplice, e si limita
La seconda funzione (\texttt{\small 6-10}) è \func{FindMutex}, che, come la
precedente, è stata definita per mantenere una analogia con la corrispondente
funzione basata sui semafori. Anch'essa si limita (\texttt{\small 9}) ad
-aprire il file da usare per il \itindex{file~locking} \textit{file locking},
-solo che in questo caso le opzioni di \func{open} sono tali che il file in
-questione deve esistere di già.
+aprire il file da usare per il \textit{file locking}, solo che in questo caso
+le opzioni di \func{open} sono tali che il file in questione deve esistere di
+già.
La terza funzione (\texttt{\small 11-22}) è \func{LockMutex} e serve per
acquisire il mutex. La funzione definisce (\texttt{\small 14}) e inizializza
rilasciare il mutex. La funzione è analoga alla precedente, solo che in questo
caso si inizializza (\texttt{\small 28-31}) la struttura \var{lock} per il
rilascio del lock, che viene effettuato (\texttt{\small 33}) con la opportuna
-chiamata a \func{fcntl}. Avendo usato il \itindex{file~locking} \textit{file
- locking} in semantica POSIX (si riveda quanto detto
-sez.~\ref{sec:file_posix_lock}) solo il processo che ha precedentemente
-eseguito il lock può sbloccare il mutex.
+chiamata a \func{fcntl}. Avendo usato il \textit{file locking} in semantica
+POSIX (si riveda quanto detto sez.~\ref{sec:file_posix_lock}) solo il processo
+che ha precedentemente eseguito il lock può sbloccare il mutex.
La quinta funzione (\texttt{\small 36-39}) è \func{RemoveMutex} e serve a
cancellare il mutex. Anche questa funzione è stata definita per mantenere una
\subsection{Il \textit{memory mapping} anonimo}
\label{sec:ipc_mmap_anonymous}
-\itindbeg{memory~mapping} Abbiamo già visto che quando i processi sono
-\textsl{correlati}, se cioè hanno almeno un progenitore comune, l'uso delle
-\textit{pipe} può costituire una valida alternativa alle code di messaggi;
-nella stessa situazione si può evitare l'uso di una memoria condivisa facendo
-ricorso al cosiddetto \textit{memory mapping} anonimo.
+\itindbeg{memory~mapping}
+
+Abbiamo già visto che quando i processi sono \textsl{correlati}, se cioè hanno
+almeno un progenitore comune, l'uso delle \textit{pipe} può costituire una
+valida alternativa alle code di messaggi; nella stessa situazione si può
+evitare l'uso di una memoria condivisa facendo ricorso al cosiddetto
+\textit{memory mapping} anonimo.
In sez.~\ref{sec:file_memory_map} abbiamo visto come sia possibile mappare il
contenuto di un file nella memoria di un processo, e che, quando viene usato
nel \textit{memory mapping} anonimo.} Vedremo come utilizzare questa tecnica
più avanti, quando realizzeremo una nuova versione del monitor visto in
sez.~\ref{sec:ipc_sysv_shm} che possa restituisca i risultati via rete.
+
\itindend{memory~mapping}
% TODO: fare esempio di mmap anonima
Oggi Linux supporta tutti gli oggetti definito nello standard POSIX per l'IPC,
ma a lungo non è stato così; la memoria condivisa è presente a partire dal
kernel 2.4.x, i semafori sono forniti dalla \acr{glibc} nella sezione che
-implementa i \itindex{thread} \textit{thread} POSIX di nuova generazione che
-richiedono il kernel 2.6, le code di messaggi sono supportate a partire dal
-kernel 2.6.6.
+implementa i \textit{thread} POSIX di nuova generazione che richiedono il
+kernel 2.6, le code di messaggi sono supportate a partire dal kernel 2.6.6.
La caratteristica fondamentale dell'interfaccia POSIX è l'abbandono dell'uso
degli identificatori e delle chiavi visti nel \textit{SysV-IPC}, per passare ai
\label{sec:ipc_posix_sem}
Fino alla serie 2.4.x del kernel esisteva solo una implementazione parziale
-dei semafori POSIX che li realizzava solo a livello di \itindex{thread}
-\textit{thread} e non di processi,\footnote{questo significava che i semafori
- erano visibili solo all'interno dei \itindex{thread} \textit{thread} creati
- da un singolo processo, e non potevano essere usati come meccanismo di
- sincronizzazione fra processi diversi.} fornita attraverso la sezione delle
-estensioni \textit{real-time} della \acr{glibc} (quelle che si accedono
-collegandosi alla libreria \texttt{librt}). Esisteva inoltre una libreria che
-realizzava (parzialmente) l'interfaccia POSIX usando le funzioni dei semafori
-di \textit{SysV-IPC} (mantenendo così tutti i problemi sottolineati in
+dei semafori POSIX che li realizzava solo a livello di \textit{thread} e non
+di processi,\footnote{questo significava che i semafori erano visibili solo
+ all'interno dei \textit{thread} creati da un singolo processo, e non
+ potevano essere usati come meccanismo di sincronizzazione fra processi
+ diversi.} fornita attraverso la sezione delle estensioni \textit{real-time}
+della \acr{glibc} (quelle che si accedono collegandosi alla libreria
+\texttt{librt}). Esisteva inoltre una libreria che realizzava (parzialmente)
+l'interfaccia POSIX usando le funzioni dei semafori di \textit{SysV-IPC}
+(mantenendo così tutti i problemi sottolineati in
sez.~\ref{sec:ipc_sysv_sem}).
A partire dal kernel 2.5.7 è stato introdotto un meccanismo di
La funzione incrementa di uno il valore corrente del semaforo indicato
dall'argomento \param{sem}, se questo era nullo la relativa risorsa risulterà
-sbloccata, cosicché un altro processo (o \itindex{thread} \textit{thread})
-eventualmente bloccato in una \func{sem\_wait} sul semaforo possa essere
-svegliato e rimesso in esecuzione. Si tenga presente che la funzione è sicura
-per l'uso all'interno di un gestore di segnali (si ricordi quanto detto in
+sbloccata, cosicché un altro processo (o \textit{thread}) eventualmente
+bloccato in una \func{sem\_wait} sul semaforo possa essere svegliato e rimesso
+in esecuzione. Si tenga presente che la funzione è sicura per l'uso
+all'interno di un gestore di segnali (si ricordi quanto detto in
sez.~\ref{sec:sig_signal_handler}).
Se invece di operare su un semaforo se ne volesse semplicemente leggere il
La funzione inizializza un semaforo all'indirizzo puntato dall'argomento
\param{sem}, e come per \func{sem\_open} consente di impostare un valore
iniziale con \param{value}. L'argomento \param{pshared} serve ad indicare se
-il semaforo deve essere utilizzato dai \itindex{thread} \textit{thread} di uno
-stesso processo (con un valore nullo) o condiviso fra processi diversi (con un
-valore non nullo).
+il semaforo deve essere utilizzato dai \textit{thread} di uno stesso processo
+(con un valore nullo) o condiviso fra processi diversi (con un valore non
+nullo).
Qualora il semaforo debba essere condiviso dai \textit{thread} di uno stesso
processo (nel qual caso si parla di \textit{thread-shared semaphore}),
essere stato inizializzato con \func{sem\_init}; non deve quindi essere
applicata a semafori creati con \func{sem\_open}. Inoltre si deve essere
sicuri che il semaforo sia effettivamente inutilizzato, la distruzione di un
-semaforo su cui sono presenti processi (o \itindex{thread} \textit{thread}) in
-attesa (cioè bloccati in una \func{sem\_wait}) provoca un comportamento
-indefinito.
+semaforo su cui sono presenti processi (o \textit{thread}) in attesa (cioè
+bloccati in una \func{sem\_wait}) provoca un comportamento indefinito.
Si tenga presente infine che utilizzare un semaforo che è stato distrutto con
\func{sem\_destroy} di nuovo può dare esito a comportamenti indefiniti. Nel