file in una sezione dello spazio di indirizzi del processo. Il meccanismo è
illustrato in \figref{fig:file_mmap_layout}; una sezione del file viene
riportata direttamente nello spazio degli indirizzi del programma. Tutte le
-operazioni su questo zona verranno riportate indietro sul file dal meccanismo
+operazioni su questa zona verranno riportate indietro sul file dal meccanismo
della memoria virtuale che trasferirà il contenuto di quel segmento sul file
invece che nella swap.
\headdecl{unistd.h}
\headdecl{sys/mman.h}
- \funcdecl{void * mmap(void *start, size\_t length, int prot, int flags, int
+ \funcdecl{void * mmap(void * start, size\_t length, int prot, int flags, int
fd, off\_t offset)}
Esegue la mappatura in memoria del file \param{fd}.
\footnotetext{L'uso di questo flag con \macro{MAP\_SHARED} è
stato implementato in Linux a partire dai kernel della serie 2.4.x.}
-Un file viene sempre mappato su multipli delle dimensioni di una pagina,
-qualora esso sia più corto la parte restante è riempita con zeri; eventuali
-scritture in quella zona di memoria non vengono riportate sul file. Se le
-dimensioni del file cambiano (esso viene esteso o troncato), non è specificato
-quale effetto viene a aversi sulle pagine di memoria che corrispondono alle
-regioni aggiunte o tolte.
+Gli effetti dell'accesso ad una zona di memoria mappata su file possono essere
+piuttosto complessi, essi si possono comprendere solo tenendo presente che
+tutto quanto è comunque basato sul basato sul meccanismo della memoria
+virtuale. Questo comporta allora una serie di conseguenze. La più ovvia è che
+se si cerca di scrivere su una zona mappata in sola lettura si avrà
+l'emissione di un segnale di \macro{SIGSEGV}, dato che i permessi sul segmento
+di memoria relativo non consentono questo tipo di accesso.
+
+È invece assai più complessa la questione relativa agli accessi al di fuori
+della regione di cui si è richiesta la mappatura. In generale infatti si è
+portati a ritenere che anch'essi dovrebbero dar luogo all'emissione di un
+segnale di \macro{SIGSEGV}; questo però non tiene conto del fatto che essendo
+basata sul meccanismo della paginazione, una mappatura non può che essere
+eseguita su un segmento di memoria di dimensioni uguali ad un multiplo di
+quelle di una pagina. In generale dette dimensioni potranno non corrispondere
+alle dimensioni effettive del file o della sezione che si vuole mappare. Il
+caso più comune che si presenta è quello illustrato in
+\figref{fig:file_mmap_boundary}, in cui la sezione di file non rientra nei
+confini di una pagina: in tal caso verrà mappato su un segmento di memoria che
+si estende fino al bordo della pagina successiva.
+
+\begin{figure}[htb]
+ \centering
+ \includegraphics[width=10cm]{img/mmap_boundary}
+ \caption{Schema della mappatura in memoria di una sezione di file di
+ dimensioni non corripondenti al bordo di una pagina.}
+ \label{fig:file_mmap_boundary}
+\end{figure}
+
+Si ha così una situazione in cui sarà possibile accedere, senza ottenere un
+\macro{SIGSEGV}, a quella zona di memoria che eccede le dimensioni specificate
+da \param{lenght}, dato che essa è presente nello spazio di indirizzi del
+processo, anche se non è mappata sul file. In questo caso quello che succede è
+che gli accessi in lettura restituiranno dei valori nulli, mentre gli accessi
+in scrittura non avranno alcun effetto e non saranno scritti sul file.
+
+Un caso più complesso è quello illustrato in \figref{fig:file_mmap_exceed},
+che avviene quando le dimensioni del file sono più corte di quelle su cui si
+vuole effettuare la mappatura, oppure quando il file è stato troncato da un
+altro processo ad una dimensione inferiore.
+
+\begin{figure}[htb]
+ \centering
+ \includegraphics[width=10cm]{img/mmap_exceed}
+ \caption{Schema della mappatura in memoria di file di dimensioni inferiori
+ alla lunghezza richiesta.}
+ \label{fig:file_mmap_exceed}
+\end{figure}
+
+In tal caso per la parte del file esistente vale esattamente quanto detto in
+precedenza, mentre per la parte di memoria che eccede il bordo della pagina,
+ma inferiore alle dimensioni richiete con \param{length}, si avrà il segnale
+\macro{SIGBUS}.
Si tenga presente che non tutti i file possono venire mappati in memoria, la
mappatura infatti introduce una corrispondenza biunivoca fra una sezione di un
(un esempio è l'interfaccia ponte PCI-VME del chip Universe) di dispositivi
che sono utilizzabili praticamente solo con questa interfaccia.
-Dato che, passando attraverso una \func{fork}, lo spazio di indirizzi viene
-sempre copiato, i file mappati in memoria verranno ereditati in maniera
-trasparente dal processo figlio, mantenendo gli stessi attributi avuti nel
-padre; così se si è usato \macro{MAP\_SHARED} padre e figlio accederanno allo
-stesso file in maniera condivisa, mentre se si è usato \macro{MAP\_PRIVATE}
-ciascuno di essi manterrà una sua versione privata indipendente. Non c'è
-invece nessun passaggio attraverso una \func{exec}, dato che quest'ultima
-sostituisce tutto lo spazio degli indirizzi di un processo con quello di un
-nuovo programma.
+Dato che passando attraverso una \func{fork} lo spazio di indirizzi viene
+copiato, i file mappati in memoria verranno ereditati in maniera trasparente
+dal processo figlio, mantenendo gli stessi attributi avuti nel padre; così se
+si è usato \macro{MAP\_SHARED} padre e figlio accederanno allo stesso file in
+maniera condivisa, mentre se si è usato \macro{MAP\_PRIVATE} ciascuno di essi
+manterrà una sua versione privata indipendente. Non c'è invece nessun
+passaggio attraverso una \func{exec}, dato che quest'ultima sostituisce tutto
+lo spazio degli indirizzi di un processo con quello di un nuovo programma.
Quando si effettua la mappatura di un file vengono pure modificati i tempi ad
esso associati (si ricordi quanto esposto in \secref{sec:file_file_times}). Il