1 \chapter{La gestione del sistema, delle risorse, e degli errori}
4 In questo capitolo tratteremo varie interfacce che attengono agli aspetti più
5 generali del sistema, come quelle per la gestione di parametri e
6 configurazione, quelle per la lettura dei limiti e delle caratteristiche dello
7 stesso, quelle per il controllo dell'uso delle risorse da parte dei processi,
8 quelle per la gestione dei tempi e degli errori.
11 \section{La lettura delle caratteristiche del sistema}
12 \label{sec:sys_characteristics}
14 In questa sezione tratteremo le varie modalità con cui un programma può
15 ottenere informazioni riguardo alle capacità del sistema. Ogni sistema infatti
16 è contraddistinto da un gran numero di limiti e costanti che lo
17 caratterizzano, e che possono dipendere da fattori molteplici, come
18 l'architettura hardware, l'implementazione del kernel e delle librerie, le
19 opzioni di configurazione.
21 La definizione di queste caratteristiche ed il tentativo di provvedere dei
22 meccanismi generali che i programmi potessero usare per ricavarle è uno degli
23 aspetti più complessi e controversi coi cui i vari standard si sono dovuti
24 confrontare, spesso con risultati spesso tutt'altro che chiari. Proveremo
25 comunque a dare una descrizione dei principali metodi previsti dai vari
26 standard per ricavare sia le caratteristiche specifiche del sistema, che
30 \subsection{Limiti e parametri di sistema}
31 \label{sec:sys_limits}
33 Quando si devono determinare le le caratteristiche generali del sistema ci si
34 trova di fronte a diverse possibilità; alcune di queste infatti possono
35 dipendere dall'architettura dell'hardware (come le dimensioni dei tipi
36 interi), o dal sistema operativo (come la presenza o meno dei \textit{saved
37 id}) , altre invece possono dipendere dalle opzioni con cui si è costruito
38 il sistema (ad esempio da come si è compilato il kernel), o dalla
39 configurazione del medesimo; per questo motivo in generale sono necessari due
40 tipi diversi di funzionalità:
42 \item la possibilità di determinare limiti ed opzioni al momento della
44 \item la possibilità di determinare limiti ed opzioni durante l'esecuzione.
47 La prima funzionalità si può ottenere includendo gli opportuni header file,
48 mentre per la seconda sono ovviamente necessarie delle funzioni; la situazione
49 è complicata dal fatto che ci sono molti casi in cui alcuni di questi limiti
50 sono fissi in una implementazione mentre possono variare in un altra. Tutto
51 questo crea una ambiguità che non è sempre possibile risolvere in maniera
52 chiara; in generale quello che succede è che quando i limiti del sistema sono
53 fissi essi vengono definiti come macro nel file \file{limits.h}, se invece
54 possono variare, il loro valore sarà ottenibile tramite la funzione
55 \func{sysconf} (che esamineremo in \secref{sec:sys_sysconf}).
57 Lo standard ANSI C definisce dei limiti che sono tutti fissi, pertanto questo
58 saranno sempre disponibili al momento della compilazione; un elenco, ripreso
59 da \file{limits.h}, è riportato in \tabref{tab:sys_ansic_macro}. Come si può
60 vedere per la maggior parte questi limiti attengono alle dimensioni dei dati
61 interi, che sono in genere fissati dall'architettura hardware (le analoghe
62 informazioni per i dati in virgola mobile sono definite a parte, ed
63 accessibili includendo \file{float.h}). Lo standard prevede anche un'altra
64 costante, \macro{FOPEN\_MAX}, che può non essere fissa e che pertanto non è
65 definita in \file{limits.h}; essa deve essere definita in \file{stdio.h} ed
66 avere un valore minimo di 8.
71 \begin{tabular}[c]{|l|r|l|}
73 \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
76 \macro{MB\_LEN\_MAX}& 16 & massima dimensione di un
78 \macro{CHAR\_BIT} & 8 & bit di \type{char}\\
79 \macro{UCHAR\_MAX}& 255 & massimo di \type{unsigned char}\\
80 \macro{SCHAR\_MIN}& -128 & minimo di \type{signed char}\\
81 \macro{SCHAR\_MAX}& 127 & massimo di \type{signed char}\\
82 \macro{CHAR\_MIN} &\footnotemark& minimo di \type{char}\\
83 \macro{CHAR\_MAX} &\footnotemark& massimo di \type{char}\\
84 \macro{SHRT\_MIN} & -32768 & minimo di \type{short}\\
85 \macro{SHRT\_MAX} & 32767 & massimo di \type{short}\\
86 \macro{USHRT\_MAX}& 65535 & massimo di \type{unsigned short}\\
87 \macro{INT\_MAX} & 2147483647 & minimo di \type{int}\\
88 \macro{INT\_MIN} &-2147483648 & minimo di \type{int}\\
89 \macro{UINT\_MAX} & 4294967295 & massimo di \type{unsigned int}\\
90 \macro{LONG\_MAX} & 2147483647 & massimo di \type{long}\\
91 \macro{LONG\_MIN} &-2147483648 & minimo di \type{long}\\
92 \macro{ULONG\_MAX}& 4294967295 & massimo di \type{unsigned long}\\
95 \caption{Macro definite in \file{limits.h} in conformità allo standard
97 \label{tab:sys_ansic_macro}
100 \footnotetext[1]{il valore può essere 0 o \macro{SCHAR\_MIN} a seconda che il
101 sistema usi caratteri con segno o meno.}
103 \footnotetext[2]{il valore può essere \macro{UCHAR\_MAX} o \macro{SCHAR\_MAX}
104 a seconda che il sistema usi caratteri con segno o meno.}
106 A questi valori lo standard ISO C90 ne aggiunge altri tre, relativi al tipo
107 \type{long long} introdotto con il nuovo standard, i relativi valori sono in
108 \tabref{tab:sys_isoc90_macro}.
113 \begin{tabular}[c]{|l|r|l|}
115 \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
118 \macro{LLONG\_MAX}& 9223372036854775807& massimo di \type{long long}\\
119 \macro{LLONG\_MIN}&-9223372036854775808& minimo di \type{long long}\\
120 \macro{ULLONG\_MAX}&18446744073709551615&
121 massimo di \type{unsigned long long}\\
124 \caption{Macro definite in \file{limits.h} in conformità allo standard
126 \label{tab:sys_isoc90_macro}
129 Ovviamente le dimensioni dei vari tipi di dati sono solo una piccola parte
130 delle caratteristiche del sistema; mancano completamente tutte quelle che
131 dipendono dalla implementazione dello stesso; questo per i sistemi unix-like è
132 stato definito in gran parte dallo standard POSIX.1, che tratta anche i limiti
133 delle caratteristiche dei file che vedremo in \secref{sec:sys_file_limits}.
135 Purtroppo la sezione dello standard che tratta questi argomenti è una delle
136 meno chiare\footnote{tanto che Stevens, in \cite{APUE}, la porta come esempio
137 di ``standardese''.}, ad esempio lo standard prevede che ci siano 13 macro
138 che descrivono le caratteristiche del sistema (7 per le caratteristiche
139 generiche, riportate in \tabref{tab:sys_generic_macro}, e 6 per le
140 caratteristiche dei file, riportate in \tabref{tab:sys_file_macro}).
145 \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
147 \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
150 \macro{ARG\_MAX} &131072& dimensione massima degli argomenti
151 passati ad una funzione della famiglia
153 \macro{CHILD\_MAX} & 999& numero massimo di processi contemporanei
154 che un utente può eseguire.\\
155 \macro{OPEN\_MAX} & 256& numero massimo di file che un processo
156 può mantenere aperti in contemporanea.\\
157 \macro{STREAM\_MAX}& 8& massimo numero di stream aperti per
158 processo in contemporanea.\\
159 \macro{TZNAME\_MAX}& 6& dimensione massima del nome di una
160 \texttt{timezone} (vedi ).\\
161 \macro{NGROUPS\_MAX}& 32& numero di gruppi supplementari per
162 processo (vedi \secref{sec:proc_access_id}).\\
163 \macro{SSIZE\_MAX}&32767& valore massimo del tipo \type{ssize\_t}.\\
168 \label{tab:sys_generic_macro}
171 Lo standard prevede che queste macro devono essere definite in \file{limits.h}
172 quando i valori a cui fanno riferimento sono fissi, e altrimenti devono essere
173 lasciate indefinite, ed i loro valori dei limiti devono essere accessibili
174 solo attraverso \func{sysconf}. In realtà in Linux queste sono comunque
175 definite e spesso indicano un limite generico, che può però essere superato
176 dal valore restituito da \func{sysconf}.
178 A complicare la faccenda si aggiunge il fatto che POSIX.1 prevede una serie di
179 altre macro (che iniziano sempre con \code{\_POSIX\_}) che definiscono i
180 valori minimi le stesse caratteristiche devono avere, perché una
181 implementazione possa dichiararsi conforme allo standard; detti valori sono
182 riportati in \tabref{tab:sys_posix1_base}.
187 \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
189 \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
192 \macro{\_POSIX\_ARG\_MAX} & 4096& dimensione massima degli argomenti
193 passati ad una funzione della famiglia
195 \macro{\_POSIX\_CHILD\_MAX} & 6& numero massimo di processi
196 contemporanei che un utente può
198 \macro{\_POSIX\_OPEN\_MAX} & 16& numero massimo di file che un processo
199 può mantenere aperti in
201 \macro{\_POSIX\_STREAM\_MAX} & 8& massimo numero di stream aperti per
202 processo in contemporanea.\\
203 \macro{\_POSIX\_TZNAME\_MAX} & & dimensione massima del nome di una
204 \texttt{timezone} (vedi ).\\
205 \macro{\_POSIX\_NGROUPS\_MAX}& 0& numero di gruppi supplementari per
207 \secref{sec:proc_access_id}).\\
208 \macro{\_POSIX\_SSIZE\_MAX} &32767& valore massimo del tipo
210 \macro{\_POSIX\_AIO\_LISTIO\_MAX}&2& \\
211 \macro{\_POSIX\_AIO\_MAX} & 1& \\
215 \caption{Macro dei valori minimi delle caratteristiche generali del sistema
216 per la conformità allo standard POSIX.1.}
217 \label{tab:sys_posix1_general}
220 In genere questi valori sono di scarsa utilità, la loro unica utilità è quella
221 di indicare un limite superiore che assicura la portabilità senza necessità di
222 ulteriori controlli. Tuttavia molti di essi sono troppo ristretti, ed
223 ampiamente superati in tutti i sistemi POSIX in uso oggigiorno.
225 Oltre ai precedenti valori, previsti obbligatoriamente, lo standard POSIX
230 \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
232 \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
235 \macro{\_POSIX\_MQ\_OPEN\_MAX}& 8& \\
236 \macro{\_POSIX\_MQ\_PRIO\_MAX}& 32& \\
237 \macro{\_POSIX\_FD\_SETSIZE}& 16 & \\
238 \macro{\_POSIX\_DELAYTIMER\_MAX}& 32 & \\
241 \caption{Macro definite in \file{limits.h} in conformità allo standard
243 \label{tab:sys_posix1_other}
250 \subsection{La funzione \func{sysconf}}
251 \label{sec:sys_sysconf}
253 Come accennato in \secref{sec:sys_limits} quando uno dei limiti o delle
254 caratteristiche del sistema può variare, per evitare di dover ricompilare un
255 programma tutte le volte che si cambiano le opzioni con cui è compilato il
256 kernel, o alcuni dei parametri modificabili a run time, è necessario ottenerne
257 il valore attraverso la funzione \func{sysconf}, il cui prototipo è:
258 \begin{prototype}{unistd.h}{long sysconf(int name)}
259 Restituisce il valore del parametro di sistema \param{name}.
261 \bodydesc{La funzione restituisce indietro il valore del parametro
262 richiesto, o 1 se si tratta di un'opzione disponibile, 0 se l'opzione non
263 è disponibile e -1 in caso di errore (ma \var{errno} non viene settata).}
266 La funzione prende come argomento un intero che specifica quale dei limiti si
267 vuole conoscere; uno specchietto contenente i principali valori disponibili
268 in Linux (l'elenco completo è contenuto in \file{bits/confname}, una lista più
269 esaustiva si può trovare nel manuale delle \acr{glibc}), e la corrispondente
270 macro di sistema, è riportato in \tabref{tab:sys_sysconf_par}.
275 \begin{tabular}[c]{|l|l|p{9cm}|}
277 \textbf{Parametro}&\textbf{Macro sostituita} &\textbf{Significato}\\
280 \texttt{\_SC\_ARG\_MAX} &\macro{ARG\_MAX}&
281 La dimensione massima degli argomenti passati ad una funzione
282 della famiglia \func{exec}.\\
283 \texttt{\_SC\_CHILD\_MAX}&\macro{\_CHILD\_MAX}&
284 Il numero massimo di processi contemporanei che un utente può
286 \texttt{\_SC\_OPEN\_MAX}&\macro{\_OPEN\_MAX}&
287 Il numero massimo di file che un processo può mantenere aperti in
289 \texttt{\_SC\_STREAM\_MAX}& \macro{STREAM\_MAX}&
290 Il massimo numero di stream che un processo può mantenere aperti in
291 contemporanea. Questo limite previsto anche dallo standard ANSI C, che
292 specifica la macro {FOPEN\_MAX}.\\
293 \texttt{\_SC\_TZNAME\_MAX}&\macro{TZNAME\_MAX}&
294 La dimensione massima di un nome di una \texttt{timezone} (vedi ).\\
295 \texttt{\_SC\_NGROUPS\_MAX}&\macro{NGROUP\_MAX}&
296 Massimo numero di gruppi supplementari che può avere un processo (vedi
297 \secref{sec:proc_access_id}).\\
298 \texttt{\_SC\_SSIZE\_MAX}&\macro{SSIZE\_MAX}&
299 valore massimo del tipo di dato \type{ssize\_t}.\\
300 \texttt{\_SC\_CLK\_TCK}& \macro{CLK\_TCK} &
301 Il numero di \textit{clock tick} al secondo, cioè la frequenza delle
302 interruzioni del timer di sistema (vedi \secref{sec:proc_priority}).\\
303 \texttt{\_SC\_JOB\_CONTROL}&\macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}&
304 Indica se è supportato il \textit{job control} (vedi
305 \secref{sec:sess_xxx}) in stile POSIX.\\
306 \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS}&\macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}&
307 Indica se il sistema supporta i \textit{saved id} (vedi
308 \secref{sec:proc_access_id}).\\
309 \texttt{\_SC\_VERSION}& \macro{\_POSIX\_VERSION} &
310 Indica il mese e l'anno di approvazione della revisione dello standard
311 POSIX.1 a cui il sistema fa riferimento, nel formato YYYYMML, la
312 revisione più recente è 199009L, che indica il Settembre 1990.\\
315 \caption{Parametri del sistema leggibili dalla funzione \func{sysconf}.}
316 \label{tab:sys_sysconf_par}
319 In generale ogni valore per cui è definita una macro, sia dagli standard ANSI
320 C e ISO C90, che da POSIX.1 e POSIX.2, può essere ottenuto attraverso una
321 chiamata a \func{sysconf}, ed il valore di \param{name} si ottiene appendendo
322 un \code{\_SC\_} per o primi due o sostituendolo a \code{\_POSIX\_} per gli
323 altri due. Lo stesso dicasi per le macro relative alle caratteristiche dei
327 \subsection{I limiti dei file}
328 \label{sec:sys_file_limits}
330 Come per le caratteristiche generali del sistema anche per i file esistono una
331 serie di limiti (come la lunghezza del nome del file o il numero massimo di
332 link) che dipendono sia dall'implementazione che dal filesystem in uso; anche
333 in questo caso lo standard prevede alcune macro che ne specificano il valore,
334 riportate in \tabref{tab:sys_file_macro}.
339 \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
341 \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
344 \macro{NAME\_MAX}& 14 & lunghezza in byte di un nome di file. \\
345 \macro{PATH\_MAX}& 256 & lunghezza in byte di pathname.\\
346 \macro{PIPE\_BUF}& 512 & byte scrivibili atomicamente in una pipe\\
347 \macro{LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file\\
348 \macro{MAX\_CANON}&255 & spazio disponibile nella coda di input
349 canonica del terminale\\
350 \macro{MAX\_INPUT}&255 & spazio disponibile nella coda di input
354 \caption{Macro per i limiti sulle caratteristiche dei file.}
355 \label{tab:sys_file_macro}
358 Come per i limiti di sistema POSIX.1 detta una serie di valori minimi per
359 queste caratteristiche, che ogni sistema che vuole essere conforme deve
360 rispettare; le relative macro sono riportate in \tabref{tab:sys_posix1_file},
361 e vale lo stesso discorso fatto per le analoghe di
362 \tabref{tab:sys_posix1_general}.
367 \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
369 \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
372 \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
373 \macro{\_POSIX\_LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file\\
374 \macro{\_POSIX\_MAX\_CANON}&255 & spazio disponibile nella coda di input
375 canonica del terminale\\
376 \macro{\_POSIX\_MAX\_INPUT}&255 & spazio disponibile nella coda di input
378 \macro{\_POSIX\_NAME\_MAX}& 14 & lunghezza in byte di un nome di file. \\
379 \macro{\_POSIX\_PATH\_MAX}& 256 & lunghezza in byte di pathname.\\
380 \macro{\_POSIX\_PIPE\_BUF}& 512 & byte scrivibili atomicamente in una
382 \macro{\_POSIX\_MQ\_OPEN\_MAX}& 8& \\
383 \macro{\_POSIX\_MQ\_PRIO\_MAX}& 32& \\
384 \macro{\_POSIX\_FD\_SETSIZE}& 16 & \\
385 \macro{\_POSIX\_DELAYTIMER\_MAX}& 32 & \\
388 \caption{Macro dei valori minimi delle caratteristiche dei file per la
389 conformità allo standard POSIX.1.}
390 \label{tab:sys_posix1_file}
394 \subsection{La funzione \func{pathconf}}
395 \label{sec:sys_pathconf}
399 \section{Opzioni e configurazione del sistema}
400 \label{sec:sys_config}
402 \subsection{La funzione \func{sysctl}}
403 \label{sec:sys_sysctl}
406 \subsection{La configurazione dei filesystem}
407 \label{sec:sys_file_config}
409 \subsection{La funzione \func{statfs}}
410 \label{sec:sys_file_stafs}
414 \section{Limitazione ed uso delle risorse}
415 \label{sec:sys_res_limits}
417 In questa sezione esamineremo le funzioni che permettono di esaminare e
418 controllare come le varie risorse del sistema (CPU, memoria, ecc.) vengono
419 utilizzate dai processi, e le modalità con cui è possibile imporre dei limiti
424 \subsection{L'uso delle risorse}
425 \label{sec:sys_resource_use}
428 \subsection{Limiti sulle risorse}
429 \label{sec:sys_resource_limit}
432 \subsection{Le risorse di memoria}
433 \label{sec:sys_memory_res}
436 \subsection{Le risorse di processore}
437 \label{sec:sys_cpu_load}
444 \begin{minipage}[c]{15cm}
445 \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{}
447 struct timeval ru_utime; /* user time used */
448 struct timeval ru_stime; /* system time used */
449 long ru_maxrss; /* maximum resident set size */
450 long ru_ixrss; /* integral shared memory size */
451 long ru_idrss; /* integral unshared data size */
452 long ru_isrss; /* integral unshared stack size */
453 long ru_minflt; /* page reclaims */
454 long ru_majflt; /* page faults */
455 long ru_nswap; /* swaps */
456 long ru_inblock; /* block input operations */
457 long ru_oublock; /* block output operations */
458 long ru_msgsnd; /* messages sent */
459 long ru_msgrcv; /* messages received */
460 long ru_nsignals; ; /* signals received */
461 long ru_nvcsw; /* voluntary context switches */
462 long ru_nivcsw; /* involuntary context switches */
467 \caption{La struttura \var{rusage} per la lettura delle informazioni dei
468 delle risorse usate da un processo.}
469 \label{fig:sys_rusage_struct}
475 \var{tms\_utime}, \var{tms\_stime}, \var{tms\_cutime}, \var{tms\_uetime}
479 \section{La gestione dei tempi del sistema}
482 In questa sezione tratteremo le varie funzioni per la gestione delle
483 date e del tempo in un sistema unix-like, e quelle per convertire i vari
484 tempi nelle differenti rappresentazioni che vengono utilizzate.
487 \subsection{La misura del tempo in unix}
488 \label{sec:sys_unix_time}
490 Storicamente i sistemi unix-like hanno sempre mantenuto due distinti
491 valori per i tempi all'interno del sistema, essi sono rispettivamente
492 chiamati \textit{calendar time} e \textit{process time}, secondo le
495 \item \textit{calendar time}: è il numero di secondi dalla mezzanotte del
496 primo gennaio 1970, in tempo universale coordinato (o UTC), data che viene
497 usualmente indicata con 00:00:00 Jan, 1 1970 (UTC) e chiamata \textit{the
498 Epoch}. Questo tempo viene anche chiamato anche GMT (Greenwich Mean Time)
499 dato che l'UTC corrisponde all'ora locale di Greenwich. È il tempo su cui
500 viene mantenuto l'orologio del calcolatore, e viene usato ad esempio per
501 indicare le date di modifica dei file o quelle di avvio dei processi. Per
502 memorizzare questo tempo è stato riservato il tipo primitivo \type{time\_t}.
503 \item \textit{process time}: talvolta anche detto tempo di CPU. Viene misurato
504 in \textit{clock tick}, corrispondenti al numero di interruzioni effettuate
505 dal timer di sistema, e che per Linux avvengono ogni centesimo di
506 secondo\footnote{eccetto per la piattaforma alpha dove avvengono ogni
507 millesimo di secondo}. Il dato primitivo usato per questo tempo è
508 \type{clock\_t}, inoltre la costante \macro{HZ} restituisce la frequenza di
509 operazione del timer, e corrisponde dunque al numero di tick al secondo. Lo
510 standard POSIX definisce allo stesso modo la costante \macro{CLK\_TCK});
511 questo valore può comunque essere ottenuto con \func{sysconf} (vedi
512 \secref{sec:sys_limits}).
515 In genere si usa il \textit{calendar time} per tenere le date dei file e le
516 informazioni analoghe che riguardano i tempi di ``orologio'', usati ad esempio
517 per i demoni che compiono lavori amministrativi ad ore definite, come
518 \cmd{cron}. Di solito questo vene convertito automaticamente dal valore in UTC
519 al tempo locale, utilizzando le opportune informazioni di localizzazione
520 (specificate in \file{/etc/timezone}). E da tenere presente che questo tempo è
521 mantenuto dal sistema e non corrisponde all'orologio hardware del calcolatore.
523 Il \textit{process time} di solito si esprime in secondi e viene usato appunto
524 per tenere conto dei tempi di esecuzione dei processi. Per ciascun processo il
525 kernel tiene tre di questi tempi:
527 \item \textit{clock time}
528 \item \textit{user time}
529 \item \textit{system time}
531 il primo è il tempo ``reale'' (viene anche chiamato \textit{wall clock time})
532 dall'avvio del processo, e misura il tempo trascorso fino alla sua
533 conclusione; chiaramente un tale tempo dipende anche dal carico del sistema e
534 da quanti altri processi stavano girando nello stesso periodo. Il secondo
535 tempo è quello che la CPU ha speso nell'esecuzione delle istruzioni del
536 processo in user space. Il terzo è il tempo impiegato dal kernel per eseguire
537 delle system call per conto del processo medesimo (tipo quello usato per
538 eseguire una \func{write} su un file). In genere la somma di user e system
539 time viene chiamato \textit{CPU time}.
545 \section{La gestione degli errori}
546 \label{sec:sys_errors}
548 La gestione degli errori è in genere una materia complessa. Inoltre il modello
549 utilizzato dai sistema unix-like è basato sull'architettura a processi, e
550 presenta una serie di problemi nel caso lo si debba usare con i thread.
551 Esamineremo in questa sezione le sue caratteristiche principali.
554 \subsection{La variabile \var{errno}}
555 \label{sec:sys_errno}
557 Quasi tutte le funzioni delle librerie del C sono in grado di individuare e
558 riportare condizioni di errore, ed è una buona norma di programmazione
559 controllare sempre che le funzioni chiamate si siano concluse correttamente.
561 In genere le funzioni di libreria usano un valore speciale per indicare che
562 c'è stato un errore. Di solito questo valore è -1 o un puntatore nullo o la
563 costante \macro{EOF} (a seconda della funzione); ma questo valore segnala solo
564 che c'è stato un errore, non il tipo di errore.
566 Per riportare il tipo di errore il sistema usa la variabile globale
567 \var{errno}\footnote{L'uso di una variabile globale può comportare alcuni
568 problemi (ad esempio nel caso dei thread) ma lo standard ISO C consente
569 anche di definire \var{errno} come un \textit{modifiable lvalue}, quindi si
570 può anche usare una macro, e questo è infatti il modo usato da Linux per
571 renderla locale ai singoli thread.}, definita nell'header \file{errno.h}; la
572 variabile è in genere definita come \type{volatile} dato che può essere
573 cambiata in modo asincrono da un segnale (per una descrizione dei segnali si
574 veda \secref{cha:signals}), ma dato che un manipolatore di segnale scritto
575 bene salva e ripristina il valore della variabile, di questo non è necessario
576 preoccuparsi nella programmazione normale.
578 I valori che può assumere \var{errno} sono riportati in \capref{cha:errors},
579 nell'header \file{errno.h} sono anche definiti i nomi simbolici per le
580 costanti numeriche che identificano i vari errori; essi iniziano tutti per
581 \macro{E} e si possono considerare come nomi riservati. In seguito faremo
582 sempre riferimento a tali valori, quando descriveremo i possibili errori
583 restituiti dalle funzioni. Il programma di esempio \cmd{errcode} stampa il
584 codice relativo ad un valore numerico con l'opzione \cmd{-l}.
586 Il valore di \var{errno} viene sempre settato a zero all'avvio di un
587 programma, gran parte delle funzioni di libreria settano \var{errno} ad un
588 valore diverso da zero in caso di errore. Il valore è invece indefinito in
589 caso di successo, perché anche se una funzione ha successo, può chiamarne
590 altre al suo interno che falliscono, modificando così \var{errno}.
592 Pertanto un valore non nullo di \var{errno} non è sintomo di errore (potrebbe
593 essere il risultato di un errore precedente) e non lo si può usare per
594 determinare quando o se una chiamata a funzione è fallita. La procedura da
595 seguire è sempre quella di controllare \var{errno} immediatamente dopo aver
596 verificato il fallimento della funzione attraverso il suo codice di ritorno.
599 \subsection{Le funzioni \func{strerror} e \func{perror}}
600 \label{sec:sys_strerror}
602 Benché gli errori siano identificati univocamente dal valore numerico di
603 \var{errno} le librerie provvedono alcune funzioni e variabili utili per
604 riportare in opportuni messaggi le condizioni di errore verificatesi. La
605 prima funzione che si può usare per ricavare i messaggi di errore è
606 \func{strerror}, il cui prototipo è:
607 \begin{prototype}{string.h}{char *strerror(int errnum)}
608 Ritorna una stringa (statica) che descrive l'errore il cui codice è passato
612 In generale \func{strerror} viene usata passando \var{errno} come parametro;
613 nel caso si specifichi un codice sbagliato verrà restituito un messaggio di
614 errore sconosciuto. La funzione utilizza una stringa statica che non deve
615 essere modificata dal programma e che è utilizzabile solo fino ad una chiamata
616 successiva a \func{strerror}; nel caso si usino i thread è
617 provvista\footnote{questa funzione è una estensione GNU, non fa parte dello
618 standard POSIX} una versione apposita:
619 \begin{prototype}{string.h}
620 {char *strerror\_r(int errnum, char *buff, size\_t size)}
621 Analoga a \func{strerror} ma ritorna il messaggio in un buffer
622 specificato da \param{buff} di lunghezza massima (compreso il terminatore)
626 che utilizza un buffer che il singolo thread deve allocare, per evitare i
627 problemi connessi alla condivisione del buffer statico. Infine, per completare
628 la caratterizzazione dell'errore, si può usare anche la variabile
629 globale\footnote{anche questa è una estensione GNU}
630 \var{program\_invocation\_short\_name} che riporta il nome del programma
631 attualmente in esecuzione.
633 Una seconda funzione usata per riportare i codici di errore in maniera
634 automatizzata sullo standard error (vedi \secref{sec:file_std_descr}) è
635 \func{perror}, il cui prototipo è:
636 \begin{prototype}{stdio.h}{void perror (const char *message)}
637 Stampa il messaggio di errore relativo al valore corrente di \var{errno}
638 sullo standard error; preceduto dalla stringa \var{message}.
640 i messaggi di errore stampati sono gli stessi di \func{strerror}, (riportati
641 in \capref{cha:errors}), e, usando il valore corrente di \var{errno}, si
642 riferiscono all'ultimo errore avvenuto. La stringa specificata con
643 \var{message} viene stampato prime del messaggio d'errore, seguita dai due
644 punti e da uno spazio, il messaggio è terminato con un a capo.
646 Il messaggio può essere riportato anche usando altre variabili globali
647 dichiarate in \file{errno.h}:
649 const char *sys_errlist[];
652 la prima contiene i puntatori alle stringhe di errore indicizzati da
653 \var{errno}; la seconda esprime il valore più alto per un codice di errore,
654 l'utilizzo di questa stringa è sostanzialmente equivalente a quello di
657 In \nfig\ è riportata la sezione attinente del codice del programma
658 \cmd{errcode}, che può essere usato per stampare i messaggi di errore e le
659 costanti usate per identificare i singoli errori; il sorgente completo del
660 programma è allegato nel file \file{ErrCode.c} e contiene pure la gestione
661 delle opzioni e tutte le definizioni necessarie ad associare il valore
662 numerico alla costante simbolica. In particolare si è riportata la sezione che
663 converte la stringa passata come parametro in un intero (\texttt{\small
664 1--2}), controllando con i valori di ritorno di \func{strtol} che la
665 conversione sia avvenuta correttamente (\texttt{\small 4--10}), e poi stampa,
666 a seconda dell'opzione scelta il messaggio di errore (\texttt{\small 11--14})
667 o la macro (\texttt{\small 15--17}) associate a quel codice.
672 /* convert string to number */
673 err = strtol(argv[optind], NULL, 10);
674 /* testing error condition on conversion */
676 perror("Underflow on error code");
678 } else if (err==LONG_MIN) {
679 perror("Overflow on error code");
682 /* conversion is fine */
684 printf("Error message for %d is %s\n", err, strerror(err));
687 printf("Error label for %d is %s\n", err, err_code[err]);
690 \caption{Codice per la stampa del messaggio di errore standard.}
691 \label{fig:sys_err_mess}
695 \section{La gestione di utenti e gruppi}
696 \label{sec:sys_user_group}
701 %%% TeX-master: "gapil"