From e2a1ad24365266ea8846b688addd4e7694428969 Mon Sep 17 00:00:00 2001 From: Simone Piccardi Date: Sat, 7 Dec 2002 23:34:05 +0000 Subject: [PATCH] fine revisione di \macro{}, piu' una serie di correzioni nella rilettura. --- elemtcp.tex | 12 +- fileadv.tex | 30 ++-- filedir.tex | 100 +++++------ filestd.tex | 6 +- fileunix.tex | 176 +++++++++++-------- img/filedup.dia | Bin 2975 -> 2971 bytes ipc.tex | 32 ++-- macro.tex | 11 +- process.tex | 77 +++++---- prochand.tex | 105 +++++------ session.tex | 62 +++---- signal.tex | 450 +++++++++++++++++++++++------------------------- simpltcp.tex | 6 +- socket.tex | 241 ++++++++++++++------------ system.tex | 68 ++++---- 15 files changed, 716 insertions(+), 660 deletions(-) diff --git a/elemtcp.tex b/elemtcp.tex index 1b306d6..3e2b0c7 100644 --- a/elemtcp.tex +++ b/elemtcp.tex @@ -762,8 +762,8 @@ connessione con un server TCP, il prototipo della funzione un indirizzo broadcast senza che il socket fosse stato abilitato per il broadcast. \end{errlist} - altri errori possibili sono: \const{EFAULT}, \const{EBADF}, - \const{ENOTSOCK}, \const{EISCONN} e \const{EADDRINUSE}.} + altri errori possibili sono: \errval{EFAULT}, \errval{EBADF}, + \errval{ENOTSOCK}, \errval{EISCONN} e \errval{EADDRINUSE}.} \end{prototype} La struttura dell'indirizzo deve essere inizializzata con l'indirizzo IP e il @@ -977,10 +977,10 @@ viene messo in attesa. Il prototipo della funzione memoria di sistema. \end{errlist} Inoltre possono essere restituiti gli errori di rete relativi al nuovo - socket come: \const{EMFILE}, \const{EINVAL}, \const{ENOSR}, \const{ENOBUFS}, - \const{EFAULT}, \const{EPERM}, \const{ECONNABORTED}, - \const{ESOCKTNOSUPPORT}, \const{EPROTONOSUPPORT}, \const{ETIMEDOUT}, - \const{ERESTARTSYS}.} + socket come: \errval{EMFILE}, \errval{EINVAL}, \errval{ENOSR}, + \errval{ENOBUFS}, \errval{EFAULT}, \errval{EPERM}, \errval{ECONNABORTED}, + \errval{ESOCKTNOSUPPORT}, \errval{EPROTONOSUPPORT}, \errval{ETIMEDOUT}, + \errval{ERESTARTSYS}.} \end{prototype} La funzione può essere usata solo con socket che supportino la connessione diff --git a/fileadv.tex b/fileadv.tex index 171f474..9ab00d0 100644 --- a/fileadv.tex +++ b/fileadv.tex @@ -97,7 +97,7 @@ BSD,\footnote{la funzione \item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale. \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato per \param{n} un valore negativo. \end{errlist} - ed inoltre \const{ENOMEM}. + ed inoltre \errval{ENOMEM}. } \end{functions} @@ -197,7 +197,7 @@ specificati da \param{ufds}. degli insiemi. \item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT} e \const{ENOMEM}.} + ed inoltre \errval{EFAULT} e \errval{ENOMEM}.} \end{prototype} La funzione tiene sotto controllo un numero \param{ndfs} di file descriptor @@ -298,7 +298,7 @@ sostituisce i precedenti, ed aggiunge a \func{select} una nuova funzione \item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale. \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato per \param{n} un valore negativo. \end{errlist} - ed inoltre \const{ENOMEM}.} + ed inoltre \errval{ENOMEM}.} \end{prototype} La funzione è sostanzialmente identica a \func{select}, solo che usa una @@ -614,7 +614,7 @@ Richiede la sincronizzazione dei dati per il file indicato da \param{aiocbp}. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, che può essere, con le stesse modalità di \func{aio\_read}, - \const{EAGAIN}, \const{EBADF} o \const{EINVAL}.} + \errval{EAGAIN}, \errval{EBADF} o \errval{EINVAL}.} \end{prototype} La funzione richiede la sincronizzazione delle operazioni di I/O, ritornando @@ -646,7 +646,7 @@ da \param{aiocbp}. \bodydesc{La funzione restituisce il risultato dell'operazione con un codice di positivo, e -1 in caso di errore, che avviene qualora si sia specificato un valore non valido di \param{fildes}, imposta \var{errno} al valore - \const{EBADF}.} + \errval{EBADF}.} \end{prototype} La funzione permette di cancellare una operazione specifica sul file @@ -799,10 +799,10 @@ prototipi sono: non ci sono dati in lettura. \item[\errcode{EOPNOTSUPP}] La coda delle richieste è momentaneamente piena. \end{errlist} - ed inoltre \const{EISDIR}, \const{ENOMEM}, \const{EFAULT} (se non sono stato - allocati correttamente i buffer specificati nei campi \func{iov\_base}), più - tutti gli ulteriori errori che potrebbero avere le usuali funzioni di - lettura e scrittura eseguite su \param{fd}.} + ed inoltre \errval{EISDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{EFAULT} (se non sono + stato allocati correttamente i buffer specificati nei campi + \func{iov\_base}), più tutti gli ulteriori errori che potrebbero avere le + usuali funzioni di lettura e scrittura eseguite su \param{fd}.} \end{functions} Entrambe le funzioni usano una struttura \type{iovec}, definita in @@ -907,11 +907,11 @@ in memoria di un file; il suo prototipo \item[\errcode{EINVAL}] I valori di \param{start}, \param{length} o \param{offset} non sono validi (o troppo grandi o non allineati sulla dimensione delle pagine). - \item[\errcode{ETXTBSY}] Si è impostato \const{MAP\_DENYWRITE} ma \param{fd} - è aperto in scrittura. + \item[\errcode{ETXTBSY}] Si è impostato \const{MAP\_DENYWRITE} ma + \param{fd} è aperto in scrittura. \item[\errcode{EAGAIN}] Il file è bloccato, o si è bloccata troppa memoria. - \item[\errcode{ENOMEM}] Non c'è memoria o si è superato il limite sul numero - di mappature possibili. + \item[\errcode{ENOMEM}] Non c'è memoria o si è superato il limite sul + numero di mappature possibili. \item[\errcode{ENODEV}] Il filesystem di \param{fd} non supporta il memory mapping. \end{errlist} @@ -1486,7 +1486,7 @@ essa viene usata solo secondo il prototipo: \item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale prima di poter acquisire un lock. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF}, \const{EFAULT}. + ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EFAULT}. } \end{prototype} @@ -1979,7 +1979,7 @@ che utilizza la funzione \func{lockf}, il cui prototipo \item[\errcode{ENOLCK}] Il sistema non ha le risorse per il locking: ci sono troppi segmenti di lock aperti, si è esaurita la tabella dei lock. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF}, \const{EINVAL}. + ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EINVAL}. } \end{prototype} diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index 650eb53..2e93004 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -83,9 +83,9 @@ principali, come risultano dalla pagina di manuale, sono le seguenti: numero massimo è specificato dalla variabile \const{LINK\_MAX}, vedi \secref{sec:sys_limits}). \end{errlist} - ed inoltre \const{EACCES}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOTDIR}, - \const{EFAULT}, \const{ENOMEM}, \const{EROFS}, \const{ELOOP}, - \const{ENOSPC}, \const{EIO}.} + ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOTDIR}, + \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM}, \errval{EROFS}, \errval{ELOOP}, + \errval{ENOSPC}, \errval{EIO}.} \end{prototype} La creazione di un nuovo collegamento diretto non copia il contenuto del file, @@ -140,8 +140,9 @@ suo prototipo lettura. \item[\errcode{EISDIR}] \var{pathname} fa riferimento a una directory. \end{errlist} - ed inoltre: \const{EACCES}, \const{EFAULT}, \const{ENOENT}, \const{ENOTDIR}, - \const{ENOMEM}, \const{EROFS}, \const{ELOOP}, \const{EIO}.} + ed inoltre: \errval{EACCES}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOENT}, + \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{EROFS}, \errval{ELOOP}, + \errval{EIO}.} \end{prototype} Per cancellare una voce in una directory è necessario avere il permesso di @@ -226,8 +227,9 @@ nello stesso filesystem) si usa invece la funzione \func{rename},\footnote{la o \var{oldpath} è una directory e \var{newpath} esiste e non è una directory. \end{errlist} - ed inoltre \const{EACCESS}, \const{EPERM}, \const{EMLINK}, \const{ENOENT}, - \const{ENOMEM}, \const{EROFS}, \const{ELOOP} e \const{ENOSPC}.} + ed inoltre \errval{EACCESS}, \errval{EPERM}, \errval{EMLINK}, + \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, \errval{EROFS}, \errval{ELOOP} e + \errval{ENOSPC}.} \end{prototype} Il comportamento della funzione è diverso a seconda che si voglia rinominare @@ -303,9 +305,9 @@ specificato. La funzione che permette di creare un nuovo link simbolico \item[\errcode{EROFS}] \param{newpath} è su un filesystem montato in sola lettura. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT}, \const{EACCES}, \const{ENAMETOOLONG}, - \const{ENOTDIR}, \const{ENOMEM}, \const{ELOOP}, \const{ENOSPC} e - \const{EIO}.} + ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{EACCES}, \errval{ENAMETOOLONG}, + \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP}, \errval{ENOSPC} e + \errval{EIO}.} \end{prototype} Si tenga presente che la funzione non effettua nessun controllo sull'esistenza @@ -378,9 +380,9 @@ la funzione \func{readlink}, il cui prototipo \item[\errcode{EINVAL}] \param{path} non è un link simbolico o \param{size} non è positiva. \end{errlist} - ed inoltre \const{ENOTDIR}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, - \const{EACCES}, \const{ELOOP}, \const{EIO}, \const{EFAULT} e - \const{ENOMEM}.} + ed inoltre \errval{ENOTDIR}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, + \errval{EACCES}, \errval{ELOOP}, \errval{EIO}, \errval{EFAULT} e + \errval{ENOMEM}.} \end{prototype} La funzione apre il link simbolico, ne legge il contenuto, lo scrive nel @@ -468,9 +470,9 @@ accedere ai tipi usati da queste funzioni si deve includere il file \item[\errcode{ENOSPC}] Non c'è abbastanza spazio sul file system per creare la nuova directory o si è esaurita la quota disco dell'utente. \end{errlist} - ed inoltre anche \const{EPERM}, \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, - \const{ENOENT}, \const{ENOTDIR}, \const{ENOMEM}, \const{ELOOP}, - \const{EROFS}.} + ed inoltre anche \errval{EPERM}, \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, + \errval{ENOENT}, \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP}, + \errval{EROFS}.} \end{prototype} La funzione crea una nuova directory vuota (che contiene solo le due voci @@ -503,8 +505,8 @@ suo prototipo radice di qualche processo. \item[\errcode{ENOTEMPTY}] La directory non è vuota. \end{errlist} - ed inoltre anche \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, - \const{ENOTDIR}, \const{ENOMEM}, \const{ELOOP}, \const{EROFS}.} + ed inoltre anche \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, + \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP}, \errval{EROFS}.} \end{prototype} La modalità con cui avviene la cancellazione è analoga a quella di @@ -546,9 +548,9 @@ di queste funzioni o un dipositivo. \item[\errcode{EEXIST}] \param{pathname} esiste già o è un link simbolico. \end{errlist} - ed inoltre anche \const{EFAULT}, \const{EACCESS}, \const{ENAMETOOLONG}, - \const{ENOENT}, \const{ENOTDIR}, \const{ENOMEM}, \const{ELOOP}, - \const{ENOSPC}, \const{EROFS}.} + ed inoltre anche \errval{EFAULT}, \errval{EACCESS}, \errval{ENAMETOOLONG}, + \errval{ENOENT}, \errval{ENOTDIR}, \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP}, + \errval{ENOSPC}, \errval{EROFS}.} \end{functions} La funzione permette di creare un file speciale, ma si può usare anche per @@ -586,9 +588,9 @@ Per creare una fifo (un file speciale, su cui torneremo in dettaglio in \funcdecl{int mkfifo(const char *pathname, mode\_t mode)} Crea una fifo. \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un - errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EACCESS}, - \const{EEXIST}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, \const{ENOSPC}, - \const{ENOTDIR} e \const{EROFS}.} + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EACCESS}, + \errval{EEXIST}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOSPC}, + \errval{ENOTDIR} e \errval{EROFS}.} \end{functions} \noindent come per \func{mknod} il file \param{pathname} non deve esistere (neanche come link simbolico); al solito i permessi specificati da @@ -695,8 +697,8 @@ appunto per \textit{change directory}, il suo prototipo \item[\errcode{EACCESS}] Manca il permesso di ricerca su uno dei componenti di \param{path}. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, - \const{ENOMEM}, \const{ELOOP} e \const{EIO}.} + ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, + \errval{ENOMEM}, \errval{ELOOP} e \errval{EIO}.} \end{prototype} \noindent ed ovviamente \param{pathname} deve indicare una directory per la quale si hanno i permessi di accesso. @@ -709,12 +711,12 @@ usa \func{fchdir}, il cui prototipo pathname. \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un - errore, in caso di errore \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o - \const{EACCES}.} + errore, in caso di errore \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o + \errval{EACCES}.} \end{prototype} \noindent anche in questo caso \param{fd} deve essere un file descriptor valido che fa riferimento ad una directory. Inoltre l'unico errore di accesso -possibile (tutti gli altri sarebbero occorsi all'apertura di \func{fd}), è +possibile (tutti gli altri sarebbero occorsi all'apertura di \param{fd}), è quello in cui il processo non ha il permesso di accesso alla directory specificata da \param{fd}. @@ -759,7 +761,7 @@ esplicitamente, il suo prototipo \bodydesc{La funzione ritorna il puntatore alla stringa con il nome o \val{NULL} in caso di fallimento, \var{errno} viene impostata a - \const{ENOMEM} qualora fallisca l'allocazione della stringa.} + \errval{ENOMEM} qualora fallisca l'allocazione della stringa.} \end{prototype} La funzione alloca con \code{malloc} la stringa in cui restituisce il nome, @@ -798,8 +800,8 @@ POSIX definisce la funzione \func{tempfile}, il cui prototipo \item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta da un segnale. \item[\errcode{EEXIST}] Non è stato possibile generare un nome univoco. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT}, \const{EMFILE}, \const{ENFILE}, \const{ENOSPC}, - \const{EROFS} e \const{EACCESS}.} + ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{EMFILE}, \errval{ENFILE}, + \errval{ENOSPC}, \errval{EROFS} e \errval{EACCESS}.} \end{prototype} \noindent essa restituisce direttamente uno stream già aperto (in modalità \code{r+b}, si veda \secref{sec:file_fopen}) e pronto per l'uso, che viene @@ -923,9 +925,9 @@ queste funzioni sono i seguenti: descriptor \var{filedes}. \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 per un - errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \const{EBADF}, - \const{ENOENT}, \const{ENOTDIR}, \const{ELOOP}, \const{EFAULT}, - \const{EACCESS}, \const{ENOMEM}, \const{ENAMETOOLONG}.} + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \errval{EBADF}, + \errval{ENOENT}, \errval{ENOTDIR}, \errval{ELOOP}, \errval{EFAULT}, + \errval{EACCESS}, \errval{ENOMEM}, \errval{ENAMETOOLONG}.} \end{functions} \noindent il loro comportamento è identico, solo che operano rispettivamente su un file, su un link simbolico e su un file descriptor. @@ -1128,8 +1130,8 @@ dimensione si possono usare le due funzioni \func{truncate} e permesso di esecuzione una delle directory del pathname. \item[\errcode{ETXTBSY}] Il file è un programma in esecuzione. \end{errlist} - ed anche \const{ENOTDIR}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, - \const{EROFS}, \const{EIO}, \const{EFAULT}, \const{ELOOP}.} + ed anche \errval{ENOTDIR}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, + \errval{EROFS}, \errval{EIO}, \errval{EFAULT}, \errval{ELOOP}.} \end{functions} Se il file è più lungo della lunghezza specificata i dati in eccesso saranno @@ -1727,8 +1729,8 @@ da \param{pathname}. \item[\errcode{EROFS}] si è richiesto l'accesso in scrittura per un file su un filesystem montato in sola lettura. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, - \const{ENOTDIR}, \const{ELOOP}, \const{EIO}.} + ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, + \errval{ENOTDIR}, \errval{ELOOP}, \errval{EIO}.} \end{prototype} I valori possibili per l'argomento \param{mode} sono esprimibili come @@ -1794,9 +1796,9 @@ filename e su un file descriptor, i loro prototipi sono: proprietario del file o non è zero. \item[\errcode{EROFS}] Il file è su un filesystem in sola lettura. \end{errlist} - ed inoltre \const{EIO}; \func{chmod} restituisce anche \const{EFAULT}, - \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, \const{ENOMEM}, \const{ENOTDIR}, - \const{EACCES}, \const{ELOOP}; \func{fchmod} anche \const{EBADF}.} + ed inoltre \errval{EIO}; \func{chmod} restituisce anche \errval{EFAULT}, + \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, \errval{ENOTDIR}, + \errval{EACCES}, \errval{ELOOP}; \func{fchmod} anche \errval{EBADF}.} \end{functions} Entrambe le funzioni utilizzano come secondo argomento \param{mode}, una @@ -1947,10 +1949,10 @@ sono tre e i loro prototipi sono i seguenti: \item[\errcode{EPERM}] L'userid effettivo non corrisponde a quello del proprietario del file o non è zero, o utente e gruppo non sono validi \end{errlist} - Oltre a questi entrambe restituiscono gli errori \const{EROFS} e - \const{EIO}; \func{chown} restituisce anche \const{EFAULT}, - \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, \const{ENOMEM}, \const{ENOTDIR}, - \const{EACCES}, \const{ELOOP}; \func{fchown} anche \const{EBADF}.} + Oltre a questi entrambe restituiscono gli errori \errval{EROFS} e + \errval{EIO}; \func{chown} restituisce anche \errval{EFAULT}, + \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, \errval{ENOTDIR}, + \errval{EACCES}, \errval{ELOOP}; \func{fchown} anche \errval{EBADF}.} \end{functions} In Linux soltanto l'amministratore può cambiare il proprietario di un file, @@ -2108,9 +2110,9 @@ radice con la funzione \func{chroot}, il cui prototipo \begin{errlist} \item[\errcode{EPERM}] L'userid effettivo del processo non è zero. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, - \const{ENOMEM}, \const{ENOTDIR}, \const{EACCES}, \const{ELOOP}; - \const{EROFS} e \const{EIO}.} + ed inoltre \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, + \errval{ENOMEM}, \errval{ENOTDIR}, \errval{EACCES}, \errval{ELOOP}; + \errval{EROFS} e \errval{EIO}.} \end{prototype} \noindent in questo modo la directory radice del processo diventerà \param{path} (che ovviamente deve esistere) ed ogni pathname assoluto sarà diff --git a/filestd.tex b/filestd.tex index 9a5ecc6..aea7143 100644 --- a/filestd.tex +++ b/filestd.tex @@ -351,7 +351,7 @@ Uno stream viene chiuso con la funzione \func{fclose} il cui prototipo Chiude lo stream \param{stream}. \bodydesc{Restituisce 0 in caso di successo e \val{EOF} in caso di errore, - nel qual caso imposta \var{errno} a \const{EBADF} se il file descriptor + nel qual caso imposta \var{errno} a \errval{EBADF} se il file descriptor indicato da \param{stream} non è valido, o uno dei valori specificati dalla sottostante funzione che è fallita (\func{close}, \func{write} o \func{fflush}).} @@ -1339,7 +1339,7 @@ il prototipo della funzione \bodydesc{Restituisce il numero del file descriptor in caso di successo, e -1 qualora \param{stream} non sia valido, nel qual caso imposta - \var{errno} a \const{EBADF}.} + \var{errno} a \errval{EBADF}.} \end{prototype} \noindent ed in questo modo diventa possibile usare direttamente \func{fcntl}. @@ -1504,7 +1504,7 @@ scelta, si pu Forza la scrittura di tutti i dati bufferizzati dello stream \param{stream}. \bodydesc{Restituisce zero in caso di successo, ed \val{EOF} in caso di - errore, impostando \var{errno} a \const{EBADF} se \param{stream} non è + errore, impostando \var{errno} a \errval{EBADF} se \param{stream} non è aperto o non è aperto in scrittura, o ad uno degli errori di \func{write}.} \end{prototype} diff --git a/fileunix.tex b/fileunix.tex index f0243d4..54b1c19 100644 --- a/fileunix.tex +++ b/fileunix.tex @@ -201,11 +201,12 @@ prototipo \const{O\_CREAT} e \const{O\_EXCL}. \item[\errcode{EISDIR}] \var{pathname} indica una directory e si è tentato l'accesso in scrittura. - \item[\errcode{ENOTDIR}] si è specificato \const{O\_DIRECTORY} e \var{pathname} - non è una directory. - \item[\errcode{ENXIO}] si sono impostati \const{O\_NOBLOCK} o \const{O\_WRONLY} - ed il file è una fifo che non viene letta da nessun processo o - \var{pathname} è un file di dispositivo ma il dispositivo è assente. + \item[\errcode{ENOTDIR}] si è specificato \const{O\_DIRECTORY} e + \var{pathname} non è una directory. + \item[\errcode{ENXIO}] si sono impostati \const{O\_NOBLOCK} o + \const{O\_WRONLY} ed il file è una fifo che non viene letta da nessun + processo o \var{pathname} è un file di dispositivo ma il dispositivo è + assente. \item[\errcode{ENODEV}] \var{pathname} si riferisce a un file di dispositivo che non esiste. \item[\errcode{ETXTBSY}] si è cercato di accedere in scrittura all'immagine @@ -214,9 +215,9 @@ prototipo pathname o si è indicato \const{O\_NOFOLLOW} e \var{pathname} è un link simbolico. \end{errlist} - ed inoltre \const{EACCES}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, - \const{EROFS}, \const{EFAULT}, \const{ENOSPC}, \const{ENOMEM}, - \const{EMFILE} e \const{ENFILE}.} + ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, + \errval{EROFS}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOSPC}, \errval{ENOMEM}, + \errval{EMFILE} e \errval{ENFILE}.} \end{functions} La funzione apre il file, usando il primo file descriptor libero, e crea @@ -404,7 +405,7 @@ descriptor ritorna disponibile; il suo prototipo \item[\errcode{EBADF}] \var{fd} non è un descrittore valido. \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale. \end{errlist} - ed inoltre \const{EIO}.} + ed inoltre \errval{EIO}.} \end{prototype} La chiusura di un file rilascia ogni blocco (il \textit{file locking} è @@ -461,7 +462,7 @@ ad un valore qualsiasi con la funzione \func{lseek}, il cui prototipo \item[\errcode{ESPIPE}] \param{fd} è una pipe, un socket o una fifo. \item[\errcode{EINVAL}] \param{whence} non è un valore valido. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF}.} + ed inoltre \errval{EBADF}.} \end{functions} La nuova posizione è impostata usando il valore specificato da \param{offset}, @@ -528,8 +529,8 @@ prototipo \item[\errcode{EAGAIN}] la funzione non aveva nessun dato da restituire e si era aperto il file in modalità \const{O\_NONBLOCK}. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF}, \const{EIO}, \const{EISDIR}, \const{EBADF}, - \const{EINVAL} e \const{EFAULT} ed eventuali altri errori dipendenti dalla + ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EIO}, \errval{EISDIR}, \errval{EBADF}, + \errval{EINVAL} e \errval{EFAULT} ed eventuali altri errori dipendenti dalla natura dell'oggetto connesso a \var{fd}.} \end{prototype} @@ -641,8 +642,8 @@ scrivere su di esso utilizzando la funzione \func{write}, il cui prototipo \item[\errcode{EAGAIN}] la funzione non aveva nessun dato da restituire e si era aperto il file in modalità \const{O\_NONBLOCK}. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF}, \const{EIO}, \const{EISDIR}, \const{EBADF}, - \const{ENOSPC}, \const{EINVAL} e \const{EFAULT} ed eventuali altri errori + ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EIO}, \errval{EISDIR}, \errval{EBADF}, + \errval{ENOSPC}, \errval{EINVAL} e \errval{EFAULT} ed eventuali altri errori dipendenti dalla natura dell'oggetto connesso a \var{fd}.} \end{prototype} @@ -697,7 +698,7 @@ confronti dell'accesso allo stesso file da parte di processi diversi. \begin{figure}[htb] \centering - \includegraphics[width=13cm]{img/filemultacc} + \includegraphics[width=15cm]{img/filemultacc} \caption{Schema dell'accesso allo stesso file da parte di due processi diversi} \label{fig:file_mult_acc} @@ -732,7 +733,7 @@ stesso file, in particolare occorre tenere presente che: \begin{figure}[htb] \centering - \includegraphics[width=13cm]{img/fileshar} + \includegraphics[width=15cm]{img/fileshar} \caption{Schema dell'accesso ai file da parte di un processo figlio} \label{fig:file_acc_child} \end{figure} @@ -868,7 +869,7 @@ usare le due funzioni \func{fsync} e \func{fdatasync}, i cui prototipi sono: \item[\errcode{EINVAL}] \param{fd} è un file speciale che non supporta la sincronizzazione. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF}, \const{EROFS} e \const{EIO}.} + ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{EROFS} e \errval{EIO}.} \end{functions} Entrambe le funzioni forzano la sincronizzazione col disco di tutti i dati del @@ -917,7 +918,7 @@ nella \textit{file table}; per questo si dice che il nuovo file descriptor \textsl{duplicato}, da cui il nome della funzione. \begin{figure}[htb] - \centering \includegraphics[width=13cm]{img/filedup} + \centering \includegraphics[width=15cm]{img/filedup} \caption{Schema dell'accesso ai file duplicati} \label{fig:file_dup} \end{figure} @@ -962,18 +963,21 @@ prototipo \end{prototype} \noindent e qualora il file descriptor \param{newfd} sia già aperto (come avviene ad esempio nel caso della duplicazione di uno dei file standard) esso -sarà prima chiuso e poi duplicato. +sarà prima chiuso e poi duplicato (così che il file duplicato sarà connesso +allo stesso valore per il file descriptor). La duplicazione dei file descriptor può essere effettuata anche usando la funzione di controllo dei file \func{fnctl} (che esamineremo in -\secref{sec:file_fcntl}) con il parametro \const{F\_DUPFD}. +\secref{sec:file_fcntl}) con il parametro \const{F\_DUPFD}. L'operazione ha +la sintassi \code{fnctl(oldfd, F\_DUPFD, newfd)} e se si usa 0 come valore per +\param{newfd} diventa equivalente a \func{dup}. -L'operazione ha la sintassi \code{fnctl(oldfd, F\_DUPFD, newfd)} e se si usa 0 -come valore per \param{newfd} diventa equivalente a \func{dup}. La sola -differenza, a parte i codici di errore, è che \func{dup2} chiude il nuovo file -se è già aperto mentre \func{fcntl} apre il primo disponibile con un valore -superiore, per cui per poterla usare come \func{dup2} occorrerebbe prima -effettuare una \func{close}, perdendo l'atomicità dell'operazione. +La sola differenza fra le due funzioni\footnote{a parte la sistassi ed i + diversi codici di errore.} è che \func{dup2} chiude il file descriptor +\param{newfd} se questo è già aperto, garantendo che la duplicazione sia +effettuata esattamente su di esso, invece \func{fcntl} restituisce il primo +file descriptor libero di valore uguale o maggiore di \param{newfd} (e se +\param{newfd} è aperto la duplicazione avverrà su un altro file descriptor). \subsection{La funzione \func{fcntl}} @@ -981,8 +985,16 @@ effettuare una \func{close}, perdendo l'atomicit Oltre alle operazioni base esaminate in \secref{sec:file_base_func} esistono tutta una serie di operazioni ausiliarie che è possibile eseguire su un file -descriptor. Per queste operazioni di manipolazione delle varie proprietà di un -file descriptor viene usata la funzione \func{fcntl} il cui prototipo è: +descriptor, che non riguardano la normale lettura e scrittura di dati, ma la +gestione sia delle loro proprietà, che di tutta una serie di ulteriori +funzionalità che il kernel può mettere a disposizione.\footnote{ad esempio si + gesticono con questa funzione l'I/O asincrono (vedi + \secref{sec:file_asyncronous_io}) e il file locking (vedi + \secref{sec:file_locking}).} + +Per queste operazioni di manipolazione e di controllo su proprietà e +caratteristiche un file descriptor, viene usata la funzione \func{fcntl}, il +cui prototipo è: \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{fcntl.h} @@ -1044,18 +1056,27 @@ valori l'attesa viene interrotta da un segnale la funzione restituisce -1 e imposta \var{errno} a \errcode{EINTR} (questa funzionalità è trattata in dettaglio in \secref{sec:file_posix_lock}). -\item[\const{F\_GETOWN}] restituisce il \acr{pid} del processo o il process - group che è preposto alla ricezione dei segnali \const{SIGIO} e - \const{SIGURG} per gli eventi associati al file descriptor \var{fd}. Il - process group è restituito come valore negativo. -\item[\const{F\_SETOWN}] imposta il processo o process group che riceverà i +\item[\const{F\_GETOWN}] restituisce il \acr{pid} del processo o + l'identificatore del process group\footnote{i \texttt{process group} sono + (vedi \secref{sec:sess_proc_group}) sono raggruppamenti di processi usati + nel controllo di sessione; a ciascuno di essi è associato un + identificatore (un numero positivo analogo al \acr{pid}).} che è preposto + alla ricezione dei segnali \const{SIGIO} e \const{SIGURG} per gli eventi + associati al file descriptor \var{fd}. Nel caso di un process group viene + restituito un valore negativo il cui valore assoluto corrisponde + all'identificatore del process group. +\item[\const{F\_SETOWN}] imposta, con il valore dell'argomento \param{arg}, + l'identificatore del processo o del \textit{process group} che riceverà i segnali \const{SIGIO} e \const{SIGURG} per gli eventi associati al file - descriptor \var{fd}. I process group sono impostati usando valori negativi. -\item[\const{F\_GETSIG}] restituisce il valore del segnale mandato quando ci - sono dati disponibili in input su un file descriptor aperto o impostato in - I/O asincrono. Il valore 0 indica il valore predefinito (che è - \const{SIGIO}), un valore diverso da zero indica il segnale richiesto, (che - può essere lo stesso \const{SIGIO}). + descriptor \var{fd}. Come per \const{F\_GETOWN}, per impostare un process + group si deve usare per \param{arg} un valore negativo, il cui valore + assoluto corrisponde all'identificatore del process group. +\item[\const{F\_GETSIG}] restituisce il valore del segnale inviato quando ci + sono dati disponibili in ingresso su un file descriptor aperto ed impostato + per l'I/O asincrono (si veda \secref{sec:file_asyncronous_io}). Il valore 0 + indica il valore predefinito (che è \const{SIGIO}), un valore diverso da + zero indica il segnale richiesto, (che può essere anche lo stesso + \const{SIGIO}). \item[\const{F\_SETSIG}] imposta il segnale da inviare quando diventa possibile effettuare I/O sul file descriptor in caso di I/O asincrono. Il valore zero indica di usare il segnale predefinito, \const{SIGIO}. Un altro @@ -1073,17 +1094,21 @@ valori La maggior parte delle funzionalità di \func{fcntl} sono troppo avanzate per poter essere affrontate in dettaglio a questo punto; saranno riprese più avanti quando affronteremo le problematiche ad esse relative (in particolare -riprenderemo le tematiche relative all'I/O asincrono in -\secref{sec:file_asyncronous_io} e quelle relative al \textit{file locking} in -\secref{sec:file_locking}). +le tematiche relative all'I/O asincrono sono trattate in maniera esaustiva in +\secref{sec:file_asyncronous_io} mentre quelle relative al \textit{file + locking} saranno esaminate in \secref{sec:file_locking}). -Per determinare le modalità di accesso inoltre è necessario estrarre i bit di -accesso (ottenuti con il comando \const{F\_GETFL}); infatti la definizione -corrente non assegna bit separati a \const{O\_RDONLY}, \const{O\_WRONLY} e -\const{O\_RDWR},\footnote{posti rispettivamente ai valori 0, 1 e 2.} per cui il -valore si ottiene eseguendo un AND binario del valore di ritorno di -\func{fcntl} con la maschera \const{O\_ACCMODE} anch'essa definita in -\file{fcntl.h}. +Si tenga presente infine che quando si usa la funzione per determinare le +modalità di accesso con cui è stato aperto il file (attraverso l'uso del +comando \const{F\_GETFL}) è necessario estrarre i bit corripondenti nel +\textit{file status flag} che si è ottenuto. Infatti la definizione corrente +di quest'ultimo non assegna bit separati alle tre diverse modalità +\const{O\_RDONLY}, \const{O\_WRONLY} e \const{O\_RDWR}.\footnote{in Linux + queste costanti sono poste rispettivamente ai valori 0, 1 e 2.} Per questo +motivo il valore della modalità di accesso corrente si ottiene eseguendo un +AND binario del valore di ritorno di \func{fcntl} con la maschera +\const{O\_ACCMODE} (anch'essa definita in \file{fcntl.h}), che estrae i bit di +accesso dal \textit{file status flag}. @@ -1091,19 +1116,21 @@ valore si ottiene eseguendo un AND binario del valore di ritorno di \label{sec:file_ioctl} Benché il concetto di \textit{everything is a file} si sia dimostratato molto -valido anche per l'interazione con i più vari dispositivi, con cui si può -interagire con le stesse funzioni usate per i normali file di dati, -esisteranno sempre caratteristiche peculiari, specifiche dell'hardware e della -funzionalità che ciascuno di essi provvede, che non possono venire comprese in -questa interfaccia astratta (un caso tipico è l'impostazione della velocità di -una porta seriale, o le dimensioni di un framebuffer). - -Per questo motivo l'architettura del sistema ha previsto l'esistenza di una -funzione speciale, \func{ioctl}, con cui poter compiere operazioni specifiche -per ogni singolo dispositivo. Il prototipo di questa funzione è: +valido anche per l'interazione con i dispositivi più vari, fornendo una +interfaccia che permette di interagire con essi tramite le stesse funzioni +usate per i normali file di dati, esisteranno sempre caratteristiche +peculiari, specifiche dell'hardware e della funzionalità che ciascun +dispositivo può provvedere, che non possono venire comprese in questa +interfaccia astratta (un caso tipico è l'impostazione della velocità di una +porta seriale, o le dimensioni di un framebuffer). + +Per questo motivo nell'architettura del sistema è stata prevista l'esistenza +di una funzione apposita, \func{ioctl}, con cui poter compiere le operazioni +specifiche di ogni dispositivo particolare, usando come riferimento il solito +file descriptor. Il prototipo di questa funzione è: \begin{prototype}{sys/ioctl.h}{int ioctl(int fd, int request, ...)} Manipola il dispositivo sottostante, usando il parametro \param{request} per - specificare l'operazione richiesta e il terzo parametro (usualmente di tipo + specificare l'operazione richiesta ed il terzo parametro (usualmente di tipo \param{char * argp} o \param{int argp}) per il trasferimento dell'informazione necessaria. @@ -1118,7 +1145,7 @@ per ogni singolo dispositivo. Il prototipo di questa funzione \item[\errcode{EINVAL}] gli argomenti \param{request} o \param{argp} non sono validi. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF} e \const{EFAULT}.} + ed inoltre \errval{EBADF} e \errval{EFAULT}.} \end{prototype} La funzione serve in sostanza per fare tutte quelle operazioni che non si @@ -1144,17 +1171,22 @@ riferimento. Infatti anche se in genere i valori di \param{request} sono opportunamente differenziati a seconda del dispositivo\footnote{il kernel usa un apposito \textit{magic number} per distinguere ciascun dispositivo nella definizione delle macro da usare per \param{request}, in modo da essere - sicuri che essi siano sempre diversi, ed il loro uso causi al più un errore. - Si veda il capitolo quinto di \cite{LinDevDri} per una trattazione - dettagliata dell'argomento.} in alcuni casi, relativi a valori assegnati -prima che questa differenziazione diventasse pratica corrente si potrebbe -avere - -Per questo motivo non è possibile fare altro che darne una descrizione -generica; torneremo ad esaminare in seguito quelle relative ad alcuni casi -specifici (ad esempio la gestione dei terminali è effettuata attraverso -\func{ioctl} in quasi tutte le implementazioni di Unix), qui riportiamo solo i -valori che sono definiti per ogni file: + sicuri che essi siano sempre diversi, ed il loro uso per dispositivi diversi + causi al più un errore. Si veda il capitolo quinto di \cite{LinDevDri} per + una trattazione dettagliata dell'argomento.} così che la richiesta di +operazioni relative ad altri dispositivi usualmente provoca il ritorno della +funzione con una condizione di errore, in alcuni casi, relativi a valori +assegnati prima che questa differenziazione diventasse pratica corrente, si +potrebbero usare valori validi anche per il dispositivo corrente, con effetti +imprevedibili o indesiderati. + +Data la assoluta specificità della funzione, il cui comportamento varia da +dispositivo a dispositivo, non è possibile fare altro che dare una descrizione +sommaria delle sue caratteristiche; torneremo ad esaminare in seguito quelle +relative ad alcuni casi specifici (ad esempio la gestione dei terminali è +effettuata attraverso \func{ioctl} in quasi tutte le implementazioni di Unix), +qui riportiamo solo i valori di alcuni comandi che sono definiti per ogni +file: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} \item[\const{FIOCLEX}] Imposta il bit di \textit{close on exec}. \item[\const{FIONCLEX}] Cancella il bit di \textit{close on exec}. diff --git a/img/filedup.dia b/img/filedup.dia index fdb6361ba9616dcb2271c5018ad721bf8029d6f8..06e0e35997d46945f23f5c23d4521debd92469f0 100644 GIT binary patch literal 2971 zcmV;M3uN>kiwFP!000001MOW~Z`(K)e($d^+}D&5DUuQ=lMJ>CEU>@=ec0~PU}4C% z>}W@p3`uF4ec0bVq@={MF1967^eSPC2DQubnDY6)L!KLd{q5&2oc-{VG>D`7IRw^x z=0~e|9Yovv`M%jYk|Jf$qZpQydl!{mP^T#aP|8jf#{QL~Um(i;xJBTKfLgM{&|!Cn%|bw+#bzyV(z`S_mldxyM3Gnd`R}PZw%>}NBpdeDMzJz zP_%vc{1^PW_(B5Xs3{D=Ox=9YRXA`FDxDe0xm-6^*Qtxu^eASIKGHvd=Wvq z*vCnhctO?_vy9`=_o6~lmOS~x<)kYw=DBgZUPhTW% zlVE)sh({wjW_b?Q+2i8psmEmjiLbqw|7EoKe*|f;4E?qh1W_jaeZNlsB00V6cl{Ks z{q)SYeLSXPrpI#F?YV{5$6dOD;;ovY%0-0Ui=UL!e?6F}S^11h;8&hPy!?;9%F5;a zGxMUgm#k-BX8#Bxe||8z+~5Z5`}sHP`1#aV#Ao9S)ObMq`0zy{fNv~->x*uFn_crS zm-Xorz5*}WhW?uf+aX*C|9L0mA#&q#W+lU9uHqu zxLlehy=|F3io?$h)n^nwmrS zM;X5CYworNK0E%{7G9FX&)o`(BxhcPezZOP>7_-SeLfdT5URwrltU@4O?LQ~*&_#^ zIM2iREQec4lnb%g9RkdS`6-Xb*{Fj^{{@AzC&Ts#k4x9)t zl+x-|RAcx%NP$X|f;BoTFu)jg3s!&-P>Z06(84C*YcQN3%?Xwvg;7YM<22x?I1O-H zKJIBC_rH?2!!{LOSPdtFqjj|pp+k45#{VjzwXO;m(YRV`l~DtswN@TA(4n=Bb+r#M zT6+b*CR3rbwuYDitHccG=w40R_%w}AQ#Oh$odMzAkWpQl4o8*iIvi2VrgI$`GDQ9BYzC z%du6Q1<3Ghy9S4JBvJ9R5aU2)><&^uA%``U$nk48(&|^&YO7CM>p>z~d>BoeEs^ou zZnfKJNn$14wp$`)xCx$NU_r{jf@`@=W5UHgz{S!97pe6bz`Pg0*vbH7S2O)a1dJn& zeU3=drQ(1i6d4gsppjbR#{-ST*AnpERkCRM$s1mBpNQX6M`uS!3}Pkl6d*z4gOeLF zije>bbA(Cbn?IYlLbiB4Tz-29>};T{PpGUGEDNG|-5n=88HTw$R@RJ`{WX3{0zdik zH4fLu5t$((TO(%YV`f7{HREQNXyGtfZLzZpqh~|Jbw$w5#n4X2>e}OIfAu41UE|K68s%&rK>fjPb?k;ubkPmN0e0ES4EZc1E3BwC21D>&v%&S~cewaE*GTN8fzO74u4UAD}QQB>y4 zSC5$~tlV#noJqP5S_4GqLqxC^BC?tiTV__K_^uMgr-15Fd@7QKUKPJ^zG+namSuK~ zGK$|@@sVD|XUZ6#>Tqloj8F4&O8tu8vdoXH_^Qq?$WnBEq1sL_1kj_?3oSe&=JfJ$ zPcPJ*UDTXiigzm6Iz#$yKou#pSVL<7Txkt}HM9o6rZs>`qg9_Ahm_>|uzJP8NM@V? z$iyy^<^9DV|EsGZ+ednJCfVnmB>Ny+6n zcAaBIPujKQ+6+?O3sQ(Gr08&Cmsqh6Sg|x=#iU#twB(gViqN7XLTGlq*IGDZWhuRbI zXjx-dBA9DRV@{XG)I0x?mZy5EaUeSJ-$$>kvDNf*Lb_@xQMHy5m9><*P}8=|j!_0T z=W#<$l$7~l*DIg9{Co)j(c>ek_#s^ z+>&Bf?)Jd|jeq6D&^4KAx%XTx*ArfjnqpK}LourJ1}_4zhGJCLz{|i(@=h1qmA})4 z0(;~;T^JSSi!o?Xai@!m9MLAkMwU%RztiPtb>>bNv(J^^=Mwup-05N~$>Az4d>`LQ zo15pG+*5n!0xQ3E&C*c;BE3LU0rF02rm&?7Ft#?hunJtLF1XkRECwu48CWzF929UV zJS+uVuv}}sUT`s;9t>c_MS+R{qazEp08HUCDF8$C6y!=T&;aJW0LE4Y7^3a`LMrDM zs_*5^IhRnt94x~8(`)#!{@wbwArh5DVrb;L zG~%kF5u)LwQxZwp+u@Z+NYR&SVnh-dB2h{t#GG%gOeIVmm5lGtqyQGTXW^1csJJ|f zn5%yck(iD#nuw%5E3NQ>^Dcc$sL9W}&h!#$%z0O_ z-F1xBRbzGgb-(N|!b-YrK@HuuV5Qqut*&RBc3W`L?Y90un{Bn%?wqaMxne)Bo=vy9 zEVp#iEtofzL8HRVri8u~>2M9TF>Y4r^pRV$!hyCrBl$6+(DBBV#dP>-$LG7|UrhLBdkmnbF{q5%_p8W{3JW7+>IRwsp z7ADJd6(#H2`Mg%VgLVojHbJ(IlD3>I4C3lRAmAf}UY|pM5%=SZh{qR^jV~g~ z7uz%|vLGtjV(!y44uhnURAf)#a5?!hh`GufTM8UL`$JR|>50$(5XAX83#i_HLr-5M zuCr)$9Eb-aI%au}R>kAu=ds7-0EMr;n*U|A`F})tbRUPZ6+}s){C&Sp|Drg(>UaGV zt-}1ow|zLKW2VP?*!8J}H^-g3g6ge?p(;hh!AqFc(|_HWs9F7tYvAuah4lVE;j*Zg z_s=3oRzbF!eVP3uO2YZht#0SvoWtkSToIp*Gf?XRZPVQsi2%NG0B$b2{cU#5 ze}CVcKI1D0l64%uiEur_h47y@LLMSl9-xQ}letWjWDzE-auNNO)-i^Em|-6!dD<+u z%}*f1NS{eLlZT6vLfX%DM;{JRm_09E;;=b;$X8R%eo7gtH!DpYuDVcFbs0b-Yc2!u zO>wz2Lweg-4-eK2%&?6|Nhytu-1qK6~G%LT44AjNJl@L_4jM&50;*3=%t zKg#fBUvjrK@Y(Ulwg|E;eePCRq&V{;4wLoqPp>TE0%{r5s9mW3t`9%pN)T z#CaahXGJQohUc^0KXWx}dlee9_Qd%2@Mj^xI8k;8aAkK!-k?(GQ!d0|HwZ8vmZx+! zOkyD(L+fif^b$43bXkMa?S3$>;i2DV=`zgoSrOdFVTZH+h_kKBy_zP4OsaUl9`Zff zg!z}h7eO2?_lc^%u$Hx!0t2fFIaIK-lx&EYGPENTv>)?v%3o@N_+wuun^68W?Klyh zDMjj4)MNNNNP#Mof-^cRFu)l0D^`FIP=}z2(85E+*I+q8nG+mK3Zsxh$7#URaT;)j zIw8+J4V3;@@^;v!!V7EQL~yV!`4BpEhid(=3R>&ya1o8GwN4#15L)Y$Q3DfN+gg`= zh}GH)_%)dhrF9L&4A@@GfR66fbgfU*`ZQIe$jTWI{uLS3rRi~0`M$>y#avnjl3kY( zDx@L^$98WvRwoZ7W9!_s&doENo6f6q6CFA?+qnuyJfnze@{9_G+a4^YpH+tNRN`2h zJS4|faTXxMv+Y_O(vd{P&q9m?m9ZO00fijaR3XPtZlv|EPHL-zh~HC3XGcg3VlD6#AVK4UlN&OM zkpKzvgh}I@KbQDIws<{UzB~kWGEmkhRMrTVMM=8qj*}e?!<-*0Ye&oenm%Pwn0@)0 z#;e1K%n*^%h}r3w*$`3fxY;>cI82r-c6Mg;Y>2q72->L_+VNPOJdQR#pAb!aLQL$A zxw>G2#ip1+>@Y7dvXPoT3Wp<3BDrdfC z%uHkDzBF>C=su7Jh)#!yU?W82v?WSr)~5Kr7R9H4no)czl7(IszjD4ARD8)YJ4RW> z@2&XAtl~3mj89ECwkpP_WjUpJ#g{DeBP+hH^9yn`onNT2(+dIg;PgT(&xk#}eB9Fu zwPzPSXP4@oy=t*@SDo(E*7X+6aN^G)d%Z zqZDey>%yQXM4>9u2m$qxa3IpDMH(L#m#yM>pM28LLCYt``Go1?6BBHL&|cmGXA{qx zWZuHV;vo*!xn&c*Y+||Ol3e0C8jm}^iQ|rgnZGOIfPfGOO|gjMVX?7$6a8l$Tgh=* zK7rc!#7Kdu1E5dQuD}!m3|)VU1*Q+;saiVGN+-6$^umQ`J<-mI;m&6Ab|%|Or~t;S|3X!;eubYX~Sx#pV!GV(Rw zz9VSgaTsz%0Y70*DHSq`OkDPTu)xj=f7|QY_PRd5*ELeS$HYl>Ein8ce+sE zj(n#Jqr!YK1|2Hybn%fV+Jv~samna+x*V*|-sxiZx$65|;=YGFU0f|WT-Al|<2z|f z^L$l$YHxhtl-I5~CMrOb7icR$-bu|Ac60&8H3k>92N!AzF0KWO1q;*$76Szb6^L@Tx_QY3m9=xpeDeW$bzi^Q~69Pzz{P9xylQ)fO#)~adiQP7(2g^z4Hq- zcYY!E{9*y~4P#w^fyOKh+_NyqoP~kb!q}D%23tO0EzOH4z#JsV05pBf1V+k!4<29y z3b|A4_K+|5tEXjQyFO?wU65#^tz0l&2!*LGQgIDzkonfwheA|U2IT<^ebH2Aa#c|2 zHcS=|D_aPql}%h*2X$dK@pQ3?2`=#wDIKdNmr%ewEW-TLYxuDG-TAjA5}ib1Y2>mr z;_IRjV&J4x6G`3M;gv{8)t72wM3Pt{(Mlx5o^LKpB}^ZcjPK8+09LnW;hIXQxIBy4 ztA8z#*p4xVh(sP2A&$PtJ2Dn|hkL0izPZS|y~5`s1rj?fFM;~P6-FY75SK~3rRC+I z@wp*J)3dzGIL*UFnk>Sf;nLb*y}=4=gD<+7CrF!n(Llavy_v^#gX(%SkEhq4+HU4` zyBBS1>dS8CwPgiTV>y9rFDKAgk%rAVw;TCy1naW86c`KZ)s5R%?7 ztKFqGKj5-=Xs{iyYwxgrabR@(@Uta=UvTq z*RxhvkJath{j$RdYw5NH4RqUrd)>Agbv@&>+k%sBxAp(oY)f9dbFy;hg8jUDHr?v7 z+{#V2VA)g#jS4fD5-QXliy|Gap*|L24)?H1r;pr*9X`)ipKqxT>~s<2f1E1KIY!54 z+UoO*a{3CBn(9-Ay04J7kv^$tL&V4o^jYS)ub?i|eB3a1?>Xg0`7CCrUdO>pnB9G< VUhqHbEZE$A`V$*;i?-C=0004k&zt}N diff --git a/ipc.tex b/ipc.tex index 2a4c3bb..0aac002 100644 --- a/ipc.tex +++ b/ipc.tex @@ -56,8 +56,8 @@ associati ad una \textit{pipe} Crea una coppia di file descriptor associati ad una \textit{pipe}. \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un - errore, nel qual caso \var{errno} potrà assumere i valori \const{EMFILE}, - \const{ENFILE} e \const{EFAULT}.} + errore, nel qual caso \var{errno} potrà assumere i valori \errval{EMFILE}, + \errval{ENFILE} e \errval{EFAULT}.} \end{prototype} La funzione restituisce la coppia di file descriptor nel vettore @@ -857,7 +857,7 @@ entrambe le direzioni. Il prototipo della funzione \item[\errcode{EOPNOTSUPP}] Il protocollo specificato non supporta la creazione di coppie di socket. \end{errlist} - ed inoltre \const{EMFILE}, \const{EFAULT}. + ed inoltre \errval{EMFILE}, \errval{EFAULT}. } \end{functions} @@ -1254,7 +1254,7 @@ una \item[\errcode{ENOSPC}] Si è cercato di creare una coda di messaggi quando è stato superato il limite massimo di code (\const{MSGMNI}). \end{errlist} - ed inoltre \const{ENOMEM}. + ed inoltre \errval{ENOMEM}. } \end{functions} @@ -1432,7 +1432,7 @@ prototipo \var{msg\_qbytes} oltre il limite \const{MSGMNB} senza essere amministratore. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT} ed \const{EINVAL}. + ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{EINVAL}. } \end{functions} @@ -1489,7 +1489,7 @@ messaggio su una coda si utilizza la funzione \func{msgsnd}; il suo prototipo valore non positivo per \param{mtype}, o un valore di \param{msgsz} maggiore di \const{MSGMAX}. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT} ed \const{ENOMEM}. + ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{ENOMEM}. } \end{functions} @@ -1601,7 +1601,7 @@ La funzione che viene utilizzata per estrarre un messaggio da una coda \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un \param{msgid} invalido o un valore di \param{msgsz} negativo. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT}. + ed inoltre \errval{EFAULT}. } \end{functions} @@ -1943,8 +1943,8 @@ permette di creare o ottenere l'identificatore di un insieme di semafori \item[\errcode{ENOMEM}] Il sistema non ha abbastanza memoria per poter contenere le strutture per un nuovo insieme di semafori. \end{errlist} - ed inoltre \const{EACCES}, \const{ENOENT}, \const{EEXIST}, \const{EIDRM}, - con lo stesso significato che hanno per \func{msgget}.} + ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENOENT}, \errval{EEXIST}, + \errval{EIDRM}, con lo stesso significato che hanno per \func{msgget}.} \end{functions} La funzione è del tutto analoga a \func{msgget}, solo che in questo caso @@ -2113,7 +2113,7 @@ loro inizializzazione) valore a cui si vuole impostare il semaforo è minore di zero o maggiore di \const{SEMVMX}. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT} ed \const{EINVAL}. + ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{EINVAL}. } \end{functions} @@ -2263,7 +2263,7 @@ vengono effettuate con la funzione \func{semop}, il cui prototipo \item[\errcode{ERANGE}] Per alcune operazioni il valore risultante del semaforo viene a superare il limite massimo \const{SEMVMX}. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT} ed \const{EINVAL}. + ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{EINVAL}. } \end{functions} @@ -2623,8 +2623,8 @@ ed il suo prototipo \item[\errcode{ENOMEM}] Il sistema non ha abbastanza memoria per poter contenere le strutture per un nuovo segmento di memoria condivisa. \end{errlist} - ed inoltre \const{EACCES}, \const{ENOENT}, \const{EEXIST}, \const{EIDRM}, - con lo stesso significato che hanno per \func{msgget}.} + ed inoltre \errval{EACCES}, \errval{ENOENT}, \errval{EEXIST}, + \errval{EIDRM}, con lo stesso significato che hanno per \func{msgget}.} \end{functions} La funzione, come \func{semget}, è del tutto analoga a \func{msgget}, ed @@ -2767,7 +2767,7 @@ un segmento di memoria condivisa \item[\errcode{EOVERFLOW}] L'argomento \param{shmid} fa riferimento ad un segmento che è stato cancellato. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT}.} + ed inoltre \errval{EFAULT}.} \end{functions} Il comportamento della funzione dipende dal valore del comando passato @@ -2818,7 +2818,7 @@ indirizzi; il suo prototipo \param{shmid}, o un indirizzo non allineato sul confine di una pagina per \param{shmaddr}. \end{errlist} - ed inoltre \const{ENOMEM}.} + ed inoltre \errval{ENOMEM}.} \end{functions} La funzione inserisce un segmento di memoria condivisa all'interno dello @@ -2911,7 +2911,7 @@ dell'interfaccia, \func{shmdt}, il cui prototipo \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo, e -1 in caso di errore, la funzione fallisce solo quando non c'è un segmento agganciato all'indirizzo \func{shmaddr}, con \var{errno} che assume il valore - \const{EINVAL}.} + \errval{EINVAL}.} \end{functions} La funzione sgancia dallo spazio degli indirizzi del processo un segmento di diff --git a/macro.tex b/macro.tex index ca43af0..6992813 100644 --- a/macro.tex +++ b/macro.tex @@ -113,15 +113,16 @@ \index{#1@{{\tt {#1}} (funzione)}}\texttt{#1}% } \newcommand{\macro}[1]{% -\index{#1@{{\tt {#1}} (macro)}}\texttt{#1} -} % macro constant +\index{#1@{{\tt {#1}} (macro)}}\texttt{#1}% +} \newcommand{\errcode}[1]{% \index{#1@{{\tt {#1}} (errore)}}\texttt{#1}% -} % macro constant +} +\newcommand{\errval}[1]{\texttt{#1}} % value \newcommand{\var}[1]{\texttt{#1}} % variable \newcommand{\val}[1]{\texttt{#1}} % value -\newcommand{\const}[1]{ -\index{#1@{{\tt {#1}} (costante)}}\texttt{#1} +\newcommand{\const}[1]{% +\index{#1@{{\tt {#1}} (costante)}}\texttt{#1}% } % constant name \newcommand{\file}[1]{\texttt{#1}} % file name \newcommand{\link}[1]{\texttt{#1}} % html link diff --git a/process.tex b/process.tex index d708c2e..61cca0f 100644 --- a/process.tex +++ b/process.tex @@ -467,20 +467,20 @@ prototipi sono i seguenti: La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso - \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}. + \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}. \funcdecl{void *malloc(size\_t size)} Alloca \var{size} byte nello heap. La memoria non viene inizializzata. La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso - \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}. + \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}. \funcdecl{void *realloc(void *ptr, size\_t size)} Cambia la dimensione del blocco allocato all'indirizzo \var{ptr} portandola a \var{size}. La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso - \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}. + \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}. \funcdecl{void free(void *ptr)} Disalloca lo spazio di memoria puntato da \var{ptr}. @@ -627,7 +627,7 @@ stack della funzione corrente. La sintassi La funzione restituisce il puntatore alla zona di memoria allocata in caso di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual caso - \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}. + \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}. \end{prototype} \noindent ma in questo caso non è più necessario liberare la memoria (e quindi non esiste un analogo della \func{free}) in quanto essa viene rilasciata @@ -679,7 +679,7 @@ analoghe system call a cui fanno da interfaccia. I loro prototipi sono: \var{end\_data\_segment}. La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di - fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}. + fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}. \funcdecl{void *sbrk(ptrdiff\_t increment)} Incrementa lo spazio dati di un programma di \var{increment}. Un valore zero restituisce l'attuale posizione @@ -687,7 +687,7 @@ analoghe system call a cui fanno da interfaccia. I loro prototipi sono: La funzione restituisce il puntatore all'inizio della nuova zona di memoria allocata in caso di successo e \val{NULL} in caso di fallimento, nel qual - caso \var{errno} assumerà il valore \const{ENOMEM}. + caso \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}. \end{functions} \noindent in genere si usa \func{sbrk} con un valore zero per ottenere l'attuale posizione della fine del segmento dati. @@ -754,20 +754,22 @@ sbloccarla due volte, una pagina o Il \textit{memory lock} persiste fintanto che il processo che detiene la memoria bloccata non la sblocca. Chiaramente la terminazione del processo comporta anche la fine dell'uso della sua memoria virtuale, e quindi anche di -tutti i suoi \textit{memory lock}. - -I \textit{memory lock} non sono ereditati dai processi figli.\footnote{ma - siccome Linux usa il \textit{copy on write}\index{copy on write} (vedi - \secref{sec:proc_fork}) gli indirizzi virtuali del figlio sono mantenuti - sullo stesso segmento di RAM del padre, quindi fintanto che un figlio non - scrive su un segmento, può usufruire del memory lock del padre.} Siccome la -presenza di un \textit{memory lock} riduce la memoria disponibile al sistema, -con un impatto su tutti gli altri processi, solo l'amministratore ha la -capacità di bloccare una pagina. Ogni processo può però sbloccare le pagine +tutti i suoi \textit{memory lock}. Infine \textit{memory lock} non sono +ereditati dai processi figli.\footnote{ma siccome Linux usa il \textit{copy on + write}\index{copy on write} (vedi \secref{sec:proc_fork}) gli indirizzi + virtuali del figlio sono mantenuti sullo stesso segmento di RAM del padre, + quindi fintanto che un figlio non scrive su un segmento, può usufruire del + memory lock del padre.} + +Siccome la richiesta di un \textit{memory lock} da parte di un processo riduce +la memoria fisica disponibile nel sistema, questo ha un evidente impatto su +tutti gli altri processi, per cui solo un processo con i privilegi di +amministratore (vedremo in \secref{sec:proc_perms} cosa significa) ha la +capacità di bloccare una pagina. Ogni processo può però sbloccare le pagine relative alla propria memoria. Il sistema pone dei limiti all'ammontare di memoria di un processo che può -essere bloccata e al totale di memoria fisica che può dedicare a questo, lo +essere bloccata e al totale di memoria fisica che si può dedicare a questo, lo standard POSIX.1 richiede che sia definita in \file{unistd.h} la macro \macro{\_POSIX\_MEMLOCK\_RANGE} per indicare la capacità di eseguire il \textit{memory locking} e la costante \const{PAGESIZE} in \file{limits.h} per @@ -796,7 +798,7 @@ Le funzioni per bloccare e sbloccare singole sezioni di memoria sono il numero massimo consentito di pagine bloccate. \item[\errcode{EINVAL}] \var{len} non è un valore positivo. \end{errlist} - e, per \func{mlock}, anche \const{EPERM} quando il processo non ha i + e, per \func{mlock}, anche \errval{EPERM} quando il processo non ha i privilegi richiesti per l'operazione.} \end{functions} @@ -1062,16 +1064,21 @@ pi \end{figure} Per convenzione le stringhe che definiscono l'ambiente sono tutte del tipo -\textsl{\texttt{nome=valore}}. Inoltre alcune variabili, come quelle elencate +\textsl{\texttt{nome=valore}}. Inoltre alcune variabili, come quelle elencate in \figref{fig:proc_envirno_list}, sono definite dal sistema per essere usate da diversi programmi e funzioni: per queste c'è l'ulteriore convenzione di -usare nomi espressi in caratteri maiuscoli. +usare nomi espressi in caratteri maiuscoli.\footnote{la convenzione vuole che + si usino dei nomi maiuscoli per le variabili di ambiente di uso generico, i + nomi minuscoli sono in genere riservati alle variabili interne degli script + di shell.} Il kernel non usa mai queste variabili, il loro uso e la loro interpretazione è riservata alle applicazioni e ad alcune funzioni di libreria; in genere esse costituiscono un modo comodo per definire un comportamento specifico senza dover ricorrere all'uso di opzioni a linea di comando o di file di -configurazione. +configurazione. É di norma cura della shell, quando esegue un comando, passare +queste variabili al programma messo in esecuzione attraverso un uso opportuno +delle relative chiamate (si veda \secref{sec:proc_exec}). La shell ad esempio ne usa molte per il suo funzionamento (come \var{PATH} per la ricerca dei comandi, o \cmd{IFS} per la scansione degli argomenti), e @@ -1102,24 +1109,27 @@ controllare \cmd{man environ}. Directory base dell'utente\\ \val{LANG} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Localizzazione\\ \val{PATH} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Elenco delle directory - dei programmi\\ + dei programmi\\ \val{PWD} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Directory corrente\\ \val{SHELL} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Shell in uso\\ \val{TERM} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Tipo di terminale\\ \val{PAGER} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Programma per vedere i - testi\\ + testi\\ \val{EDITOR} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Editor preferito\\ \val{BROWSER} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Browser preferito\\ + \val{TMPDIR} & $\bullet$ & $\bullet$ & $\bullet$ & Directory dei file + temporanei\\ \hline \end{tabular} - \caption{Variabili di ambiente più comuni definite da vari standard.} + \caption{Esempi di variabili di ambiente più comuni definite da vari + standard.} \label{tab:proc_env_var} \end{table} -Lo standard ANSI C prevede l'esistenza di un ambiente, pur non entrando nelle -specifiche di come sono strutturati i contenuti, e definisce la funzione -\func{getenv} che permette di ottenere i valori delle variabili di ambiente, -il cui prototipo è: +Lo standard ANSI C prevede l'esistenza di un ambiente, e pur non entrando +nelle specifiche di come sono strutturati i contenuti, definisce la funzione +\func{getenv} che permette di ottenere i valori delle variabili di ambiente; +il suo prototipo è: \begin{prototype}{stdlib.h}{char *getenv(const char *name)} Esamina l'ambiente del processo cercando una stringa che corrisponda a quella specificata da \param{name}. @@ -1160,10 +1170,11 @@ in \tabref{tab:proc_env_func}. \label{tab:proc_env_func} \end{table} -In Linux solo le prime quattro funzioni di \tabref{tab:proc_env_func} sono -definite, \func{getenv} l'abbiamo già esaminata; delle tre restanti le prime -due, \func{putenv} e \func{setenv}, servono per assegnare nuove variabili di -ambiente, i loro prototipi sono i seguenti: +In Linux sono definite solo le prime quattro delle funzioni elencate in +\tabref{tab:proc_env_func}. La prima, \func{getenv}, l'abbiamo appena +esaminata; delle tre restanti le prime due, \func{putenv} e \func{setenv}, +servono per assegnare nuove variabili di ambiente, i loro prototipi sono i +seguenti: \begin{functions} \headdecl{stdlib.h} @@ -1174,7 +1185,7 @@ ambiente, i loro prototipi sono i seguenti: all'ambiente. \bodydesc{Entrambe le funzioni ritornano 0 in caso di successo e -1 per un - errore, che è sempre \const{ENOMEM}.} + errore, che è sempre \errval{ENOMEM}.} \end{functions} \noindent la terza, \func{unsetenv}, serve a cancellare una variabile di ambiente; il suo prototipo è: diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index 0277d64..88145d3 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -791,12 +791,12 @@ memorizzando alcuni dati essenziali, come il \acr{pid}, i tempi di CPU usati dal processo (vedi \secref{sec:sys_unix_time}) e lo stato di terminazione, mentre la memoria in uso ed i file aperti vengono rilasciati immediatamente. I processi che sono terminati, ma il cui stato di terminazione non è stato -ancora ricevuto dal padre sono chiamati \textit{zombie}, essi restano presenti -nella tabella dei processi ed in genere possono essere identificati -dall'output di \cmd{ps} per la presenza di una \texttt{Z} nella colonna che ne -indica lo stato (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}). Quando il padre -effettuerà la lettura dello stato di uscita anche questa informazione, non più -necessaria, verrà scartata e la terminazione potrà dirsi completamente +ancora ricevuto dal padre sono chiamati \textit{zombie}\index{zombie}, essi +restano presenti nella tabella dei processi ed in genere possono essere +identificati dall'output di \cmd{ps} per la presenza di una \texttt{Z} nella +colonna che ne indica lo stato (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}). Quando il +padre effettuerà la lettura dello stato di uscita anche questa informazione, +non più necessaria, verrà scartata e la terminazione potrà dirsi completamente conclusa. Possiamo utilizzare il nostro programma di prova per analizzare anche questa @@ -875,25 +875,26 @@ segnale termina il processo o chiama una funzione di gestione. \noindent è presente fin dalle prime versioni di Unix; la funzione ritorna non appena un processo figlio termina. Se un figlio è già terminato la funzione ritorna -immediatamente. - -Al ritorno, lo stato di terminazione del processo viene salvato nella -variabile puntata da \var{status} e tutte le informazioni relative al -processo (vedi \secref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate. Nel -caso un processo abbia più figli il valore di ritorno permette di -identificare qual'è quello che è uscito. - -Questa funzione ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto -ritorna all'uscita di un figlio qualunque. Nelle occasioni in cui è -necessario attendere la conclusione di un processo specifico occorre +immediatamente, se più di un figlio è terminato occorre chiamare la funzione +più volte se si vuole recuperare lo stato di terminazione di tutti quanti. + +Al ritorno della funzione lo stato di terminazione del figlio viene salvato +nella variabile puntata da \var{status} e tutte le risorse del kernel relative +al processo (vedi \secref{sec:proc_termination}) vengono rilasciate. Nel caso +un processo abbia più figli il valore di ritorno (il \acr{pid} del figlio) +permette di identificare qual'è quello che è uscito. + +Questa funzione ha il difetto di essere poco flessibile, in quanto ritorna +all'uscita di un qualunque processo figlio. Nelle occasioni in cui è +necessario attendere la conclusione di un processo specifico occorrerebbe predisporre un meccanismo che tenga conto dei processi già terminati, e -provveda a ripetere la chiamata alla funzione nel caso il processo -cercato sia ancora attivo. +provvedere a ripetere la chiamata alla funzione nel caso il processo cercato +sia ancora attivo. Per questo motivo lo standard POSIX.1 ha introdotto la funzione \func{waitpid} che effettua lo stesso servizio, ma dispone di una serie di funzionalità più ampie, legate anche al controllo di sessione (si veda -\ref{sec:sess_job_control}). Dato che è possibile ottenere lo stesso +\secref{sec:sess_job_control}). Dato che è possibile ottenere lo stesso comportamento di \func{wait} si consiglia di utilizzare sempre questa funzione, il cui prototipo è: \begin{functions} @@ -916,15 +917,16 @@ Attende la conclusione di un processo figlio. Le differenze principali fra le due funzioni sono che \func{wait} si blocca sempre fino a che un processo figlio non termina, mentre \func{waitpid} ha la possibilità si specificare un'opzione \const{WNOHANG} che ne previene il -blocco; inoltre \func{waitpid} può specificare quale processo attendere sulla -base del valore fornito dall'argomento \param{pid}, secondo lo -specchietto riportato in \tabref{tab:proc_waidpid_pid}: +blocco; inoltre \func{waitpid} può specificare in maniera flessibile quale +processo attendere, sulla base del valore fornito dall'argomento \param{pid}, +secondo lo specchietto riportato in \tabref{tab:proc_waidpid_pid}. + \begin{table}[!htb] \centering \footnotesize \begin{tabular}[c]{|c|c|p{8cm}|} \hline - \textbf{Valore} & \textbf{Macro} &\textbf{Significato}\\ + \textbf{Valore} & \textbf{Opzione} &\textbf{Significato}\\ \hline \hline $<-1$& -- & attende per un figlio il cui \textit{process group} (vedi @@ -946,16 +948,17 @@ specchietto riportato in \tabref{tab:proc_waidpid_pid}: Il comportamento di \func{waitpid} può inoltre essere modificato passando delle opportune opzioni tramite l'argomento \param{option}. I valori possibili sono il già citato \const{WNOHANG}, che previene il blocco della funzione -quando il processo figlio non è terminato, e \const{WUNTRACED}. Quest'ultimo -viene generalmente usato per il controllo di sessione, (trattato in -\secref{sec:sess_job_control}) in quanto permette di identificare i processi -bloccati. La funzione infatti in tal caso ritorna, restituendone il \acr{pid}, -se c'è un processo figlio che è entrato in stato di sleep (vedi -\tabref{tab:proc_proc_states}) di cui non si è ancora letto lo stato (con -questa stessa opzione). Il valore dell'opzione deve essere specificato come -maschera binaria ottenuta con l'OR delle suddette costanti con zero. In Linux +quando il processo figlio non è terminato, e \const{WUNTRACED} che permette di +tracciare i processi bloccati. Il valore dell'opzione deve essere specificato +come maschera binaria ottenuta con l'OR delle suddette costanti con zero. + +In genere si utilizza \const{WUNTRACED} all'interno del controllo di sessione, +(l'argomento è trattato in \secref{sec:sess_job_control}). In tal caso infatti +la funzione ritorna, restituendone il \acr{pid}, quando c'è un processo figlio +che è entrato in stato di sleep (vedi \tabref{tab:proc_proc_states}) e del +quale non si è ancora letto lo stato (con questa stessa opzione). In Linux sono previste altre opzioni non standard relative al comportamento con i -thread, che saranno trattate in \secref{sec:thread_xxx}. +thread, che riprenderemo in \secref{sec:thread_xxx}. La terminazione di un processo figlio è chiaramente un evento asincrono rispetto all'esecuzione di un programma e può avvenire in un qualunque @@ -988,23 +991,23 @@ figlio, avremo la certezza che la chiamata a \func{wait} non si bloccher \macro{WEXITSTATUS(s)} & Restituisce gli otto bit meno significativi dello stato di uscita del processo (passato attraverso \func{\_exit}, \func{exit} o come valore di ritorno di \func{main}). Può essere valutata solo se - \macro{WIFEXITED} ha restituito un valore non nullo.\\ + \val{WIFEXITED} ha restituito un valore non nullo.\\ \macro{WIFSIGNALED(s)} & Vera se il processo figlio è terminato in maniera anomala a causa di un segnale che non è stato catturato (vedi \secref{sec:sig_notification}).\\ \macro{WTERMSIG(s)} & restituisce il numero del segnale che ha causato la terminazione anomala del processo. Può essere valutata solo se - \macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\\ + \val{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\\ \macro{WCOREDUMP(s)} & Vera se il processo terminato ha generato un file si \textit{core dump}. Può essere valutata solo se - \macro{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\footnote{questa + \val{WIFSIGNALED} ha restituito un valore non nullo.\footnote{questa macro non è definita dallo standard POSIX.1, ma è presente come estensione sia in Linux che in altri Unix.}\\ \macro{WIFSTOPPED(s)} & Vera se il processo che ha causato il ritorno di \func{waitpid} è bloccato. L'uso è possibile solo avendo specificato - l'opzione \macro{WUNTRACED}. \\ + l'opzione \const{WUNTRACED}. \\ \macro{WSTOPSIG(s)} & restituisce il numero del segnale che ha bloccato - il processo, Può essere valutata solo se \macro{WIFSTOPPED} ha + il processo, Può essere valutata solo se \val{WIFSTOPPED} ha restituito un valore non nullo. \\ \hline \end{tabular} @@ -1107,9 +1110,9 @@ famiglia di funzioni) che possono essere usate per questo compito, in realt \item[\errcode{ELIBBAD}] Un interprete ELF non è in un formato riconoscibile. \end{errlist} - ed inoltre anche \const{EFAULT}, \const{ENOMEM}, \const{EIO}, - \const{ENAMETOOLONG}, \const{E2BIG}, \const{ELOOP}, \const{ENOTDIR}, - \const{ENFILE}, \const{EMFILE}.} + ed inoltre anche \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM}, \errval{EIO}, + \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{E2BIG}, \errval{ELOOP}, \errval{ENOTDIR}, + \errval{ENFILE}, \errval{EMFILE}.} \end{prototype} La funzione \func{exec} esegue il file o lo script indicato da @@ -1171,8 +1174,8 @@ per indicare il nome del file che contiene il programma che verr \multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Caratteristiche}} & \multicolumn{6}{|c|}{\textbf{Funzioni}} \\ \hline - &\func{execl\ }&\func{execlp}&\func{execle} - &\func{execv\ }& \func{execvp}& \func{execve} \\ + &\func{execl}\texttt{ }&\func{execlp}&\func{execle} + &\func{execv}\texttt{ }& \func{execvp}& \func{execve} \\ \hline \hline argomenti a lista &$\bullet$&$\bullet$&$\bullet$&&& \\ @@ -1492,7 +1495,7 @@ corrente. corrente. \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso - di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.} + di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.} \end{functions} Il funzionamento di queste due funzioni è analogo, per cui considereremo solo @@ -1592,7 +1595,7 @@ specificati da \var{ruid} e \var{euid}. specificati da \var{rgid} e \var{egid}. \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso - di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.} + di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.} \end{functions} La due funzioni sono analoghe ed il loro comportamento è identico; quanto @@ -1644,7 +1647,7 @@ corrente a \var{uid}. corrente a \var{gid}. \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso - di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.} + di fallimento: l'unico errore è \errval{EPERM}.} \end{functions} Come per le precedenti le due funzioni sono identiche, per cui tratteremo solo @@ -1675,7 +1678,7 @@ corrente ai valori specificati rispettivamente da \var{rgid}, \var{egid} e \var{sgid}. \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso - di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.} + di fallimento: l'unico errore è \errval{EPERM}.} \end{functions} Le due funzioni sono identiche, quanto detto per la prima riguardo gli userid @@ -1700,7 +1703,7 @@ groupid reale, il groupid effettivo e il groupid salvato del processo corrente. \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di - fallimento: l'unico errore possibile è \const{EFAULT} se gli indirizzi delle + fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EFAULT} se gli indirizzi delle variabili di ritorno non sono validi.} \end{functions} @@ -1747,7 +1750,7 @@ processo corrente a \var{fsuid}. processo corrente a \var{fsgid}. \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso - di fallimento: l'unico errore possibile è \const{EPERM}.} + di fallimento: l'unico errore possibile è \errval{EPERM}.} \end{functions} \noindent queste funzioni hanno successo solo se il processo chiamante ha i privilegi di amministratore o, per gli altri utenti, se il valore specificato @@ -1837,8 +1840,8 @@ un utente specifico, si pu \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà gli stessi valori di - \func{setgroups} più \const{ENOMEM} quando non c'è memoria sufficiente per - allocare lo spazio per informazioni dei gruppi.} + \func{setgroups} più \errval{ENOMEM} quando non c'è memoria sufficiente + per allocare lo spazio per informazioni dei gruppi.} \end{functions} La funzione esegue la scansione del database dei gruppi (usualmente diff --git a/session.tex b/session.tex index 90ecc48..dd948af 100644 --- a/session.tex +++ b/session.tex @@ -138,7 +138,8 @@ i cui prototipi sono: \bodydesc{Le funzioni restituiscono il \acr{pgid} del processo, \func{getpgrp} ha sempre successo, mentre \func{getpgid} restituisce -1 - ponendo \var{errno} a \const{ESRCH} se il processo selezionato non esiste.} + ponendo \var{errno} a \errval{ESRCH} se il processo selezionato non + esiste.} \end{functions} La funzione \func{getpgid} permette di specificare il \acr{pid} del processo @@ -243,7 +244,7 @@ sessione ad un processo \acr{pgid}. \bodydesc{La funzione ritorna il valore del nuovo \acr{sid}, e -1 in caso di - errore, il solo errore possibile è \const{EPERM}, che si ha quando il + errore, il solo errore possibile è \errval{EPERM}, che si ha quando il \acr{pgid} e \acr{pid} del processo coincidono.} \end{prototype} @@ -335,7 +336,7 @@ funzione \func{tcsetpgrp}, il cui prototipo \item[\errcode{EPERM}] Il \textit{process group} specificato non è nella stessa sessione del processo chiamante. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF} ed \const{EINVAL}. + ed inoltre \errval{EBADF} ed \errval{EINVAL}. } \end{functions} \noindent la funzione può essere eseguita con successo solo da @@ -369,7 +370,7 @@ ad un terminale con la funzione \func{tcgetpgrp}, il cui prototipo \item[\errcode{ENOTTY}] Non c'è un terminale di controllo o \param{fd} non corrisponde al terminale di controllo del processo chiamante. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF} ed \const{ENOSYS}. + ed inoltre \errval{EBADF} ed \errval{ENOSYS}. } \end{functions} @@ -821,9 +822,9 @@ Il comportamento della funzione dell'argomento \param{format} è identico a quello descritto nella pagina di manuale di quest'ultima (per i valori principali si può vedere la trattazione sommaria che se ne è fatto in \secref{sec:file_formatted_io}); l'unica -differenza è che la sequenza \cmd{\%m} viene rimpiazzata dalla stringa +differenza è che la sequenza \val{\%m} viene rimpiazzata dalla stringa restituita da \code{strerror(errno)}. Gli argomenti seguenti i primi due -devono essere forniti secondo quanto richiesto da \func{format}. +devono essere forniti secondo quanto richiesto da \param{format}. L'argomento \param{priority} permette di impostare sia la \textit{facility} che la \textit{priority} del messaggio. In realtà viene prevalentemente usato @@ -865,21 +866,20 @@ con la maschera binaria delle costanti di \tabref{tab:sess_syslog_facility}. Una ulteriore funzione, \func{setlogmask}, permette di filtrare preliminarmente i messaggi in base alla loro priorità; il suo prototipo è: -\begin{prototype}{syslog.h} -{int setlogmask(int mask)} +\begin{prototype}{syslog.h}{int setlogmask(int mask)} Imposta la maschera dei log al valore specificato. \bodydesc{La funzione restituisce il precedente valore.} \end{prototype} -Le routine di gestione mantengono per ogni processo una maschera che -determina quale delle chiamate effettuate a \func{syslog} verrà -effettivamente registrata. La registrazione viene disabilitata per tutte -quelle priorità che non rientrano nella maschera; questa viene settata -usando la macro \code{LOG\_MASK(p)} dove \code{p} è una delle costanti di +Le routine di gestione mantengono per ogni processo una maschera che determina +quale delle chiamate effettuate a \func{syslog} verrà effettivamente +registrata. La registrazione viene disabilitata per tutte quelle priorità che +non rientrano nella maschera; questa viene settata usando la macro +\macro{LOG\_MASK(p)} dove \code{p} è una delle costanti di \secref{tab:sess_syslog_priority}. É inoltre disponibile anche la macro -\code{LOG\_UPTO(p)} che permette di specificare automaticamente tutte le +\macro{LOG\_UPTO(p)} che permette di specificare automaticamente tutte le priorità fino ad un certo valore. @@ -1058,7 +1058,7 @@ statica; il suo prototipo \item[\errcode{ERANGE}] la lunghezza del buffer, \param{len}, non è sufficiente per contenere la stringa restituita. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF} ed \const{ENOSYS}. + ed inoltre \errval{EBADF} ed \errval{ENOSYS}. } \end{prototype} @@ -1238,22 +1238,22 @@ pseudo-terminali usati nelle connessioni di rete. (\texttt{0x3F}), invece che NUL (\texttt{0x00}).\\ \const{NLDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il carattere di a capo (NL), i valori possibili sono - \const{NL0} o \const{NL1}.\\ + \val{NL0} o \val{NL1}.\\ \const{CRDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il carattere ritorno carrello (CR), i valori possibili sono - \const{CR0}, \const{CR1}, \const{CR2} o \const{CR3}.\\ + \val{CR0}, \val{CR1}, \val{CR2} o \val{CR3}.\\ \const{TABDLY}& Maschera per i bit che indicano il ritardo per il carattere di tabulazione, i valori possibili sono - \const{TAB0}, \const{TAB1}, \const{TAB2} o \const{TAB3}.\\ + \val{TAB0}, \val{TAB1}, \val{TAB2} o \val{TAB3}.\\ \const{BSDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il carattere di ritorno indietro (\textit{backspace}), i - valori possibili sono \const{BS0} o \const{BS1}.\\ + valori possibili sono \val{BS0} o \val{BS1}.\\ \const{VTDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il carattere di tabulazione verticale, i valori possibili sono - \const{VT0} o \const{VT1}.\\ + \val{VT0} o \val{VT1}.\\ \const{FFDLY} & Maschera per i bit che indicano il ritardo per il carattere di pagina nuova (\textit{form feed}), i valori - possibili sono \const{FF0} o \const{FF1}.\\ + possibili sono \val{FF0} o \val{FF1}.\\ \hline \end{tabular} \caption{Costanti identificative dei vari bit del flag di controllo @@ -1585,7 +1585,7 @@ andranno immagazzinate le impostazioni, il loro prototipo \begin{errlist} \item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta. \end{errlist} - ed inoltre \const{EBADF}, \const{ENOTTY} ed \const{EINVAL}. + ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{ENOTTY} ed \errval{EINVAL}. } \end{functions} @@ -1784,7 +1784,7 @@ la velocit del terminale quest'ultimo non potrà funzionare: quando il terminale non è seriale il valore non influisce sulla velocità di trasmissione dei dati. -In generale impostare un valore nullo (\const{B0}) sulla linea di output fa si +In generale impostare un valore nullo (\val{B0}) sulla linea di output fa si che il modem non asserisca più le linee di controllo, interrompendo di fatto la connessione, qualora invece si utilizzi questo valore per la linea di input l'effetto sarà quello di rendere la sua velocità identica a quella della linea @@ -1843,8 +1843,8 @@ prototipo break inviando un flusso di bit nulli. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di - errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o - \const{ENOTTY}.} + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o + \errval{ENOTTY}.} \end{functions} La funzione invia un flusso di bit nulli (che genera una condizione di break) @@ -1865,8 +1865,8 @@ dell'interazione fra le code associate al terminale e l'utente; la prima \funcdecl{int tcdrain(int fd)} Attende lo svuotamento della coda di output. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di - errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o - \const{ENOTTY}.} + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o + \errval{ENOTTY}.} \end{functions} La funzione blocca il processo fino a che tutto l'output presente sulla coda @@ -1885,8 +1885,8 @@ di cancellando tutti i dati presenti al loro interno; il suo prototipo nelle code di ingresso o di uscita. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di - errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o - \const{ENOTTY}.} + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o + \errval{ENOTTY}.} \end{functions} La funzione agisce sul terminale associato a \param{fd}, l'argomento @@ -1927,8 +1927,8 @@ dei dati sul terminale; il suo prototipo Sospende e rivvia il flusso dei dati sul terminale. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di - errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \const{EBADF} o - \const{ENOTTY}.} + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o + \errval{ENOTTY}.} \end{functions} La funzione permette di controllare (interrompendo e facendo riprendere) il diff --git a/signal.tex b/signal.tex index 61e472a..a595a54 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -238,7 +238,7 @@ nuova specificazione saranno notificati). Una volta che un segnale viene notificato (che questo avvenga subito o dopo una attesa più o meno lunga) viene eseguita l'azione specificata per il -segnale. Per alcuni segnali (\macro{SIGKILL} e \macro{SIGSTOP}) questa azione +segnale. Per alcuni segnali (\const{SIGKILL} e \const{SIGSTOP}) questa azione è fissa e non può essere cambiata, ma per tutti gli altri si può selezionare una delle tre possibilità seguenti: @@ -296,7 +296,7 @@ nomi, che sono standardizzati e sostanzialmente uniformi rispetto alle varie implementazioni, che si devono usare nei programmi. Tutti i nomi e le funzioni che concernono i segnali sono definiti nell'header di sistema \file{signal.h}. -Il numero totale di segnali presenti è dato dalla macro \macro{NSIG}, e dato +Il numero totale di segnali presenti è dato dalla macro \const{NSIG}, e dato che i numeri dei segnali sono allocati progressivamente, essa corrisponde anche al successivo del valore numerico assegnato all'ultimo segnale definito. In \tabref{tab:sig_signal_list} si è riportato l'elenco completo dei segnali @@ -366,49 +366,49 @@ stato dello stack e delle variabili al momento della ricezione del segnale. \textbf{Segnale} &\textbf{Standard}&\textbf{Azione}&\textbf{Descrizione} \\ \hline \hline - \macro{SIGHUP} &PL & A & Hangup o terminazione del processo di + \const{SIGHUP} &PL & A & Hangup o terminazione del processo di controllo \\ - \macro{SIGINT} &PL & A & Interrupt da tastiera (\cmd{C-c}) \\ - \macro{SIGQUIT} &PL & C & Quit da tastiera (\cmd{C-y}) \\ - \macro{SIGILL} &PL & C & Istruzione illecita \\ - \macro{SIGABRT} &PL & C & Segnale di abort da \func{abort} \\ - \macro{SIGFPE} &PL & C & Errore aritmetico \\ - \macro{SIGKILL} &PL &AEF& Segnale di terminazione forzata \\ - \macro{SIGSEGV} &PL & C & Errore di accesso in memoria \\ - \macro{SIGPIPE} &PL & A & Pipe spezzata \\ - \macro{SIGALRM} &PL & A & Segnale del timer da \func{alarm} \\ - \macro{SIGTERM} &PL & A & Segnale di terminazione \verb|C-\| \\ - \macro{SIGUSR1} &PL & A & Segnale utente numero 1 \\ - \macro{SIGUSR2} &PL & A & Segnale utente numero 2 \\ - \macro{SIGCHLD} &PL & B & Figlio terminato o fermato \\ - \macro{SIGCONT} &PL & & Continua se fermato \\ - \macro{SIGSTOP} &PL &DEF& Ferma il processo \\ - \macro{SIGTSTP} &PL & D & Pressione del tasto di stop sul terminale \\ - \macro{SIGTTIN} &PL & D & Input sul terminale per un processo + \const{SIGINT} &PL & A & Interrupt da tastiera (\cmd{C-c}) \\ + \const{SIGQUIT} &PL & C & Quit da tastiera (\cmd{C-y}) \\ + \const{SIGILL} &PL & C & Istruzione illecita \\ + \const{SIGABRT} &PL & C & Segnale di abort da \func{abort} \\ + \const{SIGFPE} &PL & C & Errore aritmetico \\ + \const{SIGKILL} &PL &AEF& Segnale di terminazione forzata \\ + \const{SIGSEGV} &PL & C & Errore di accesso in memoria \\ + \const{SIGPIPE} &PL & A & Pipe spezzata \\ + \const{SIGALRM} &PL & A & Segnale del timer da \func{alarm} \\ + \const{SIGTERM} &PL & A & Segnale di terminazione \verb|C-\| \\ + \const{SIGUSR1} &PL & A & Segnale utente numero 1 \\ + \const{SIGUSR2} &PL & A & Segnale utente numero 2 \\ + \const{SIGCHLD} &PL & B & Figlio terminato o fermato \\ + \const{SIGCONT} &PL & & Continua se fermato \\ + \const{SIGSTOP} &PL &DEF& Ferma il processo \\ + \const{SIGTSTP} &PL & D & Pressione del tasto di stop sul terminale \\ + \const{SIGTTIN} &PL & D & Input sul terminale per un processo in background \\ - \macro{SIGTTOU} &PL & D & Output sul terminale per un processo + \const{SIGTTOU} &PL & D & Output sul terminale per un processo in background \\ - \macro{SIGBUS} &SL & C & Errore sul bus (bad memory access) \\ - \macro{SIGPOLL} &SL & A & \textit{Pollable event} (Sys V). - Sinonimo di \macro{SIGIO} \\ - \macro{SIGPROF} &SL & A & Timer del profiling scaduto \\ - \macro{SIGSYS} &SL & C & Argomento sbagliato per una subroutine (SVID) \\ - \macro{SIGTRAP} &SL & C & Trappole per un Trace/breakpoint \\ - \macro{SIGURG} &SLB& B & Ricezione di una urgent condition su un socket\\ - \macro{SIGVTALRM}&SLB& A & Virtual alarm clock \\ - \macro{SIGXCPU} &SLB& C & Ecceduto il limite sul CPU time \\ - \macro{SIGXFSZ} &SLB& C & Ecceduto il limite sulla dimensione dei file \\ - \macro{SIGIOT} &L & C & IOT trap. Sinonimo di \macro{SIGABRT} \\ - \macro{SIGEMT} &L & & \\ - \macro{SIGSTKFLT}&L & A & Errore sullo stack del coprocessore \\ - \macro{SIGIO} &LB & A & L'I/O è possibile (4.2 BSD) \\ - \macro{SIGCLD} &L & & Sinonimo di \macro{SIGCHLD} \\ - \macro{SIGPWR} &L & A & Fallimento dell'alimentazione \\ - \macro{SIGINFO} &L & & Sinonimo di \macro{SIGPWR} \\ - \macro{SIGLOST} &L & A & Perso un lock sul file (per NFS) \\ - \macro{SIGWINCH} &LB & B & Finestra ridimensionata (4.3 BSD, Sun) \\ - \macro{SIGUNUSED}&L & A & Segnale inutilizzato (diventerà - \macro{SIGSYS}) \\ + \const{SIGBUS} &SL & C & Errore sul bus (bad memory access) \\ + \const{SIGPOLL} &SL & A & \textit{Pollable event} (Sys V). + Sinonimo di \const{SIGIO} \\ + \const{SIGPROF} &SL & A & Timer del profiling scaduto \\ + \const{SIGSYS} &SL & C & Argomento sbagliato per una subroutine (SVID) \\ + \const{SIGTRAP} &SL & C & Trappole per un Trace/breakpoint \\ + \const{SIGURG} &SLB& B & Ricezione di una urgent condition su un socket\\ + \const{SIGVTALRM}&SLB& A & Virtual alarm clock \\ + \const{SIGXCPU} &SLB& C & Ecceduto il limite sul CPU time \\ + \const{SIGXFSZ} &SLB& C & Ecceduto il limite sulla dimensione dei file \\ + \const{SIGIOT} &L & C & IOT trap. Sinonimo di \const{SIGABRT} \\ + \const{SIGEMT} &L & & \\ + \const{SIGSTKFLT}&L & A & Errore sullo stack del coprocessore \\ + \const{SIGIO} &LB & A & L'I/O è possibile (4.2 BSD) \\ + \const{SIGCLD} &L & & Sinonimo di \const{SIGCHLD} \\ + \const{SIGPWR} &L & A & Fallimento dell'alimentazione \\ + \const{SIGINFO} &L & & Sinonimo di \const{SIGPWR} \\ + \const{SIGLOST} &L & A & Perso un lock sul file (per NFS) \\ + \const{SIGWINCH} &LB & B & Finestra ridimensionata (4.3 BSD, Sun) \\ + \const{SIGUNUSED}&L & A & Segnale inutilizzato (diventerà + \const{SIGSYS}) \\ \hline \end{tabular} \caption{Lista dei segnali in Linux.} @@ -446,7 +446,7 @@ al momento della terminazione. Questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} -\item[\macro{SIGFPE}] Riporta un errore aritmetico fatale. Benché il nome +\item[\const{SIGFPE}] Riporta un errore aritmetico fatale. Benché il nome derivi da \textit{floating point exception} si applica a tutti gli errori aritmetici compresa la divisione per zero e l'overflow. @@ -458,7 +458,7 @@ Questi segnali sono: % standard IEEE per le operazioni in virgola mobile definisce varie eccezioni % aritmetiche e richiede che esse siano notificate. -\item[\macro{SIGILL}] Il nome deriva da \textit{illegal instruction}, +\item[\const{SIGILL}] Il nome deriva da \textit{illegal instruction}, significa che il programma sta cercando di eseguire una istruzione privilegiata o inesistente, in generale del codice illecito. Poiché il compilatore del C genera del codice valido si ottiene questo segnale se il @@ -469,7 +469,7 @@ Questi segnali sono: generato in caso di overflow dello stack o di problemi nell'esecuzione di un gestore. Se il gestore ritorna il comportamento del processo è indefinito. -\item[\macro{SIGSEGV}] Il nome deriva da \textit{segment violation}, e +\item[\const{SIGSEGV}] Il nome deriva da \textit{segment violation}, e significa che il programma sta cercando di leggere o scrivere in una zona di memoria protetta al di fuori di quella che gli è stata riservata dal sistema. In genere è il meccanismo della protezione della memoria che si @@ -478,20 +478,20 @@ Questi segnali sono: È tipico ottenere questo segnale dereferenziando un puntatore nullo o non inizializzato leggendo al di la della fine di un vettore. -\item[\macro{SIGBUS}] Il nome deriva da \textit{bus error}. Come - \macro{SIGSEGV} questo è un segnale che viene generato di solito quando si +\item[\const{SIGBUS}] Il nome deriva da \textit{bus error}. Come + \const{SIGSEGV} questo è un segnale che viene generato di solito quando si dereferenzia un puntatore non inizializzato, la differenza è che - \macro{SIGSEGV} indica un accesso non permesso su un indirizzo esistente - (tipo fuori dallo heap o dallo stack), mentre \macro{SIGBUS} indica + \const{SIGSEGV} indica un accesso non permesso su un indirizzo esistente + (tipo fuori dallo heap o dallo stack), mentre \const{SIGBUS} indica l'accesso ad un indirizzo non valido, come nel caso di un puntatore non allineato. -\item[\macro{SIGABRT}] Il nome deriva da \textit{abort}. Il segnale indica che +\item[\const{SIGABRT}] Il nome deriva da \textit{abort}. Il segnale indica che il programma stesso ha rilevato un errore che viene riportato chiamando la funzione \func{abort} che genera questo segnale. -\item[\macro{SIGTRAP}] È il segnale generato da un'istruzione di breakpoint o +\item[\const{SIGTRAP}] È il segnale generato da un'istruzione di breakpoint o dall'attivazione del tracciamento per il processo. È usato dai programmi per il debugging e se un programma normale non dovrebbe ricevere questo segnale. -\item[\macro{SIGSYS}] Sta ad indicare che si è eseguita una istruzione che +\item[\const{SIGSYS}] Sta ad indicare che si è eseguita una istruzione che richiede l'esecuzione di una system call, ma si è fornito un codice sbagliato per quest'ultima. \end{basedescript} @@ -514,15 +514,15 @@ periferica). L'azione predefinita di questi segnali è di terminare il processo, questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} -\item[\macro{SIGTERM}] Il nome sta per \textit{terminate}. È un segnale +\item[\const{SIGTERM}] Il nome sta per \textit{terminate}. È un segnale generico usato per causare la conclusione di un programma. Al contrario di - \macro{SIGKILL} può essere intercettato, ignorato, bloccato. In genere lo si + \const{SIGKILL} può essere intercettato, ignorato, bloccato. In genere lo si usa per chiedere in maniera ``educata'' ad un processo di concludersi. -\item[\macro{SIGINT}] Il nome sta per \textit{interrupt}. È il segnale di +\item[\const{SIGINT}] Il nome sta per \textit{interrupt}. È il segnale di interruzione per il programma. È quello che viene generato di default dal comando \cmd{kill} o dall'invio sul terminale del carattere di controllo INTR (interrupt, generato dalla sequenza \cmd{C-c}). -\item[\macro{SIGQUIT}] È analogo a \macro{SIGINT} con la differenze che è +\item[\const{SIGQUIT}] È analogo a \const{SIGINT} con la differenze che è controllato da un'altro carattere di controllo, QUIT, corrispondente alla sequenza \verb|C-\|. A differenza del precedente l'azione predefinita, oltre alla terminazione del processo, comporta anche la creazione di un core dump. @@ -533,21 +533,21 @@ segnali sono: normalmente previste (tipo la cancellazione di file temporanei), dato che in certi casi esse possono eliminare informazioni utili nell'esame dei core dump. -\item[\macro{SIGKILL}] Il nome è utilizzato per terminare in maniera immediata +\item[\const{SIGKILL}] Il nome è utilizzato per terminare in maniera immediata qualunque programma. Questo segnale non può essere né intercettato, né ignorato, né bloccato, per cui causa comunque la terminazione del processo. In genere esso viene generato solo per richiesta esplicita dell'utente dal comando (o tramite la funzione) \cmd{kill}. Dato che non lo si può intercettare è sempre meglio usarlo come ultima risorsa quando metodi meno - brutali, come \macro{SIGTERM} o \cmd{C-c} non funzionano. + brutali, come \const{SIGTERM} o \cmd{C-c} non funzionano. - Se un processo non risponde a nessun altro segnale \macro{SIGKILL} ne causa + Se un processo non risponde a nessun altro segnale \const{SIGKILL} ne causa sempre la terminazione (in effetti il fallimento della terminazione di un - processo da parte di \macro{SIGKILL} costituirebbe un malfunzionamento del + processo da parte di \const{SIGKILL} costituirebbe un malfunzionamento del kernel). Talvolta è il sistema stesso che può generare questo segnale quando per condizioni particolari il processo non può più essere eseguito neanche per eseguire un gestore. -\item[\macro{SIGHUP}] Il nome sta per \textit{hang-up}. Segnala che il +\item[\const{SIGHUP}] Il nome sta per \textit{hang-up}. Segnala che il terminale dell'utente si è disconnesso (ad esempio perché si è interrotta la rete). Viene usato anche per riportare la terminazione del processo di controllo di un terminale a tutti i processi della sessione, in modo che @@ -567,13 +567,13 @@ predefinito segnali la scelta predefinita è irrilevante, in quanto il loro uso presuppone sempre la necessità di un gestore. Questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} -\item[\macro{SIGALRM}] Il nome sta per \textit{alarm}. Segnale la scadenza di +\item[\const{SIGALRM}] Il nome sta per \textit{alarm}. Segnale la scadenza di un timer misurato sul tempo reale o sull'orologio di sistema. È normalmente usato dalla funzione \func{alarm}. -\item[\macro{SIGVTALRM}] Il nome sta per \textit{virtual alarm}. È analogo al +\item[\const{SIGVTALRM}] Il nome sta per \textit{virtual alarm}. È analogo al precedente ma segnala la scadenza di un timer sul tempo di CPU usato dal processo. -\item[\macro{SIGPROF}] Il nome sta per \textit{profiling}. Indica la scadenza +\item[\const{SIGPROF}] Il nome sta per \textit{profiling}. Indica la scadenza di un timer che misura sia il tempo di CPU speso direttamente dal processo che quello che il sistema ha speso per conto di quest'ultimo. In genere viene usato dagli strumenti che servono a fare la profilazione dell'utilizzo @@ -590,14 +590,14 @@ generare questi segnali. L'azione predefinita è di essere ignorati. Questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} -\item[\macro{SIGIO}] Questo segnale viene inviato quando un file descriptor è +\item[\const{SIGIO}] Questo segnale viene inviato quando un file descriptor è pronto per eseguire dell'input/output. In molti sistemi solo i socket e i terminali possono generare questo segnale, in Linux questo può essere usato anche per i file, posto che la \func{fcntl} abbia avuto successo. -\item[\macro{SIGURG}] Questo segnale è inviato quando arrivano dei dati +\item[\const{SIGURG}] Questo segnale è inviato quando arrivano dei dati urgenti o \textit{out of band} su di un socket; per maggiori dettagli al proposito si veda \secref{sec:xxx_urgent_data}. -\item[\macro{SIGPOLL}] Questo segnale è equivalente a \macro{SIGIO}, è +\item[\const{SIGPOLL}] Questo segnale è equivalente a \const{SIGIO}, è definito solo per compatibilità con i sistemi System V. \end{basedescript} @@ -609,14 +609,14 @@ Questi sono i segnali usati dal controllo delle sessioni e dei processi, il loro uso è specifico e viene trattato in maniera specifica nelle sezioni in cui si trattano gli argomenti relativi. Questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} -\item[\macro{SIGCHLD}] Questo è il segnale mandato al processo padre quando un +\item[\const{SIGCHLD}] Questo è il segnale mandato al processo padre quando un figlio termina o viene fermato. L'azione predefinita è di ignorare il segnale, la sua gestione è trattata in \secref{sec:proc_wait}. -\item[\macro{SIGCLD}] Per Linux questo è solo un segnale identico al +\item[\const{SIGCLD}] Per Linux questo è solo un segnale identico al precedente, il nome è obsoleto e andrebbe evitato. -\item[\macro{SIGCONT}] Il nome sta per \textit{continue}. Il segnale viene +\item[\const{SIGCONT}] Il nome sta per \textit{continue}. Il segnale viene usato per fare ripartire un programma precedentemente fermato da - \macro{SIGSTOP}. Questo segnale ha un comportamento speciale, e fa sempre + \const{SIGSTOP}. Questo segnale ha un comportamento speciale, e fa sempre ripartire il processo prima della sua consegna. Il comportamento predefinito è di fare solo questo; il segnale non può essere bloccato. Si può anche installare un gestore, ma il segnale provoca comunque il riavvio del @@ -628,23 +628,23 @@ cui si trattano gli argomenti relativi. Questi segnali sono: gestori per far si che un programma produca una qualche azione speciale se viene fermato e riavviato, come per esempio riscrivere un prompt, o inviare un avviso. -\item[\macro{SIGSTOP}] Il segnale ferma un processo (lo porta cioè in uno +\item[\const{SIGSTOP}] Il segnale ferma un processo (lo porta cioè in uno stato di sleep, vedi \secref{sec:proc_sched}); il segnale non può essere né intercettato, né ignorato, né bloccato. -\item[\macro{SIGTSTP}] Il nome sta per \textit{interactive stop}. Il segnale +\item[\const{SIGTSTP}] Il nome sta per \textit{interactive stop}. Il segnale ferma il processo interattivamente, ed è generato dal carattere SUSP (prodotto dalla combinazione \cmd{C-z}), ed al contrario di - \macro{SIGSTOP} può essere intercettato e ignorato. In genere un programma + \const{SIGSTOP} può essere intercettato e ignorato. In genere un programma installa un gestore per questo segnale quando vuole lasciare il sistema o il terminale in uno stato definito prima di fermarsi; se per esempio un programma ha disabilitato l'eco sul terminale può installare un gestore per riabilitarlo prima di fermarsi. -\item[\macro{SIGTTIN}] Un processo non può leggere dal terminale se esegue una +\item[\const{SIGTTIN}] Un processo non può leggere dal terminale se esegue una sessione di lavoro in \textit{background}. Quando un processo in background tenta di leggere da un terminale viene inviato questo segnale a tutti i processi della sessione di lavoro. L'azione predefinita è di fermare il processo. L'argomento è trattato in \secref{sec:sess_job_control_overview}. -\item[\macro{SIGTTOU}] Segnale analogo al precedente \macro{SIGTTIN}, ma +\item[\const{SIGTTOU}] Segnale analogo al precedente \const{SIGTTIN}, ma generato quando si tenta di scrivere o modificare uno dei modi del terminale. L'azione predefinita è di fermare il processo, l'argomento è trattato in \secref{sec:sess_job_control_overview}. @@ -662,20 +662,20 @@ resto del sistema. L'azione predefinita di questi segnali è di terminare il processo, questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} -\item[\macro{SIGPIPE}] Sta per \textit{Broken pipe}. Se si usano delle pipe o +\item[\const{SIGPIPE}] Sta per \textit{Broken pipe}. Se si usano delle pipe o delle FIFO è necessario che, prima che un processo inizi a scrivere su di essa, un'altro abbia aperto la pipe in lettura (si veda \secref{sec:ipc_pipes}). Se il processo in lettura non è partito o è terminato inavvertitamente alla scrittura sulla pipe il kernel genera questo segnale. Se il segnale è bloccato, intercettato o ignorato la chiamata che - lo ha causato fallisce restituendo l'errore \macro{EPIPE} -\item[\macro{SIGLOST}] Sta per \textit{Resource lost}. Viene generato quando + lo ha causato fallisce restituendo l'errore \errcode{EPIPE} +\item[\const{SIGLOST}] Sta per \textit{Resource lost}. Viene generato quando c'è un advisory lock su un file NFS, ed il server riparte dimenticando la situazione precedente. -\item[\macro{SIGXCPU}] Sta per \textit{CPU time limit exceeded}. Questo +\item[\const{SIGXCPU}] Sta per \textit{CPU time limit exceeded}. Questo segnale è generato quando un processo eccede il limite impostato per il tempo di CPU disponibile, vedi \secref{sec:sys_resource_limit}. -\item[\macro{SIGXFSZ}] Sta per \textit{File size limit exceeded}. Questo +\item[\const{SIGXFSZ}] Sta per \textit{File size limit exceeded}. Questo segnale è generato quando un processo tenta di estendere un file oltre le dimensioni specificate dal limite impostato per le dimensioni massime di un file, vedi \secref{sec:sys_resource_limit}. @@ -688,18 +688,18 @@ segnali sono: Raccogliamo qui infine usa serie di segnali che hanno scopi differenti non classificabili in maniera omogenea. Questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} -\item[\macro{SIGUSR1}] Vedi \macro{SIGUSR2}. -\item[\macro{SIGUSR2}] Insieme a \macro{SIGUSR1} è un segnale a disposizione +\item[\const{SIGUSR1}] Vedi \const{SIGUSR2}. +\item[\const{SIGUSR2}] Insieme a \const{SIGUSR1} è un segnale a disposizione dell'utente che li può usare per quello che vuole. Possono essere utili per implementare una comunicazione elementare fra processi diversi, o per eseguire a richiesta una operazione utilizzando un gestore. L'azione predefinita è di terminare il processo. -\item[\macro{SIGWINCH}] Il nome sta per \textit{window (size) change} e viene +\item[\const{SIGWINCH}] Il nome sta per \textit{window (size) change} e viene generato in molti sistemi (GNU/Linux compreso) quando le dimensioni (in righe e colonne) di un terminale vengono cambiate. Viene usato da alcuni programmi testuali per riformattare l'uscita su schermo quando si cambia dimensione a quest'ultimo. L'azione predefinita è di essere ignorato. -\item[\macro{SIGINFO}] Il segnale indica una richiesta di informazioni. È +\item[\const{SIGINFO}] Il segnale indica una richiesta di informazioni. È usato con il controllo di sessione, causa la stampa di informazioni da parte del processo leader del gruppo associato al terminale di controllo, gli altri processi lo ignorano. @@ -779,14 +779,14 @@ segnali dovuti alle sue azioni. Quando si mette in esecuzione un nuovo programma con \func{exec} (si ricordi quanto detto in \secref{sec:proc_exec}) tutti i segnali per i quali è stato -installato un gestore vengono reimpostati a \macro{SIG\_DFL}. Non ha più +installato un gestore vengono reimpostati a \const{SIG\_DFL}. Non ha più senso infatti fare riferimento a funzioni definite nel programma originario, che non sono presenti nello spazio di indirizzi del nuovo programma. Si noti che questo vale solo per le azioni per le quali è stato installato un gestore; viene mantenuto invece ogni eventuale impostazione dell'azione a -\macro{SIG\_IGN}. Questo permette ad esempio alla shell di impostare ad -\macro{SIG\_IGN} le risposte per \macro{SIGINT} e \macro{SIGQUIT} per i +\const{SIG\_IGN}. Questo permette ad esempio alla shell di impostare ad +\const{SIG\_IGN} le risposte per \const{SIGINT} e \const{SIGQUIT} per i programmi eseguiti in background, che altrimenti sarebbero interrotti da una successiva pressione di \texttt{C-c} o \texttt{C-y}. @@ -823,7 +823,7 @@ presenta questa situazione In questo caso si pone il problema di cosa fare una volta che il gestore sia ritornato. La scelta originaria dei primi Unix era quella di far ritornare -anche la system call restituendo l'errore di \macro{EINTR}. Questa è a +anche la system call restituendo l'errore di \errcode{EINTR}. Questa è a tutt'oggi una scelta corrente, ma comporta che i programmi che usano dei gestori controllino lo stato di uscita delle funzioni per ripeterne la chiamata qualora l'errore fosse questo. @@ -832,7 +832,7 @@ Dimenticarsi di richiamare una system call interrotta da un segnale errore comune, tanto che le \acr{glibc} provvedono una macro \code{TEMP\_FAILURE\_RETRY(expr)} che esegue l'operazione automaticamente, ripetendo l'esecuzione dell'espressione \var{expr} fintanto che il risultato -non è diverso dall'uscita con un errore \macro{EINTR}. +non è diverso dall'uscita con un errore \errcode{EINTR}. La soluzione è comunque poco elegante e BSD ha scelto un approccio molto diverso, che è quello di fare ripartire automaticamente la system call invece @@ -867,7 +867,7 @@ comportamento, pur mantenendone immutato il prototipo\footnote{in realt segnale \param{signum}. \bodydesc{La funzione ritorna il precedente gestore in caso di successo - o \macro{SIG\_ERR} in caso di errore.} + o \const{SIG\_ERR} in caso di errore.} \end{prototype} In questa definizione si è usato un tipo di dato, \type{sighandler\_t}, che è @@ -898,15 +898,15 @@ Il numero di segnale passato in \param{signum} pu direttamente con una delle costanti definite in \secref{sec:sig_standard}. Il gestore \param{handler} invece, oltre all'indirizzo della funzione da chiamare all'occorrenza del segnale, può assumere anche i due valori costanti -\macro{SIG\_IGN} con cui si dice ignorare il segnale e \macro{SIG\_DFL} per +\const{SIG\_IGN} con cui si dice ignorare il segnale e \const{SIG\_DFL} per reinstallare l'azione predefinita.\footnote{si ricordi però che i due segnali - \macro{SIGKILL} e \macro{SIGSTOP} non possono essere ignorati né + \const{SIGKILL} e \const{SIGSTOP} non possono essere ignorati né intercettati.} La funzione restituisce l'indirizzo dell'azione precedente, che può essere salvato per poterlo ripristinare (con un'altra chiamata a \func{signal}) in un -secondo tempo. Si ricordi che se si imposta come azione \macro{SIG\_IGN} (o si -imposta un \macro{SIG\_DFL} per un segnale la cui azione predefinita è di +secondo tempo. Si ricordi che se si imposta come azione \const{SIG\_IGN} (o si +imposta un \const{SIG\_DFL} per un segnale la cui azione predefinita è di essere ignorato), tutti i segnali pendenti saranno scartati, e non verranno mai notificati. @@ -925,8 +925,8 @@ In generale, per evitare questi problemi, tutti i nuovi programmi dovrebbero usare \func{sigaction}. È da tenere presente che, seguendo lo standard POSIX, il comportamento di un -processo che ignora i segnali \macro{SIGFPE}, \macro{SIGILL}, o -\macro{SIGSEGV} (qualora non originino da una \func{kill} o una \func{raise}) +processo che ignora i segnali \const{SIGFPE}, \const{SIGILL}, o +\const{SIGSEGV} (qualora non originino da una \func{kill} o una \func{raise}) è indefinito. Un gestore che ritorna da questi segnali può dare luogo ad un ciclo infinito. @@ -942,7 +942,7 @@ serve per inviare un segnale al processo corrente, ed il suo prototipo Invia il segnale \param{sig} al processo corrente. \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un - errore, il solo errore restituito è \macro{EINVAL} qualora si sia + errore, il solo errore restituito è \errval{EINVAL} qualora si sia specificato un numero di segnale invalido.} \end{prototype} @@ -964,9 +964,9 @@ la funzione \func{kill}; il cui prototipo \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EINVAL}] Il segnale specificato non esiste. - \item[\macro{ESRCH}] Il processo selezionato non esiste. - \item[\macro{EPERM}] Non si hanno privilegi sufficienti ad inviare il + \item[\errcode{EINVAL}] Il segnale specificato non esiste. + \item[\errcode{ESRCH}] Il processo selezionato non esiste. + \item[\errcode{EPERM}] Non si hanno privilegi sufficienti ad inviare il segnale. \end{errlist}} \end{functions} @@ -974,8 +974,8 @@ la funzione \func{kill}; il cui prototipo Lo standard POSIX prevede che il valore 0 per \param{sig} sia usato per specificare il segnale nullo. Se le funzioni vengono chiamate con questo valore non viene inviato nessun segnale, ma viene eseguito il controllo degli -errori, in tal caso si otterrà un errore \macro{EPERM} se non si hanno i -permessi necessari ed un errore \macro{ESRCH} se il processo specificato non +errori, in tal caso si otterrà un errore \errcode{EPERM} se non si hanno i +permessi necessari ed un errore \errcode{ESRCH} se il processo specificato non esiste. Si tenga conto però che il sistema ricicla i \acr{pid} (come accennato in \secref{sec:proc_pid}) per cui l'esistenza di un processo non significa che esso sia realmente quello a cui si intendeva mandare il segnale. @@ -1026,7 +1026,7 @@ Solo l'amministratore pu tutti gli altri casi l'userid reale o l'userid effettivo del processo chiamante devono corrispondere all'userid reale o all'userid salvato della destinazione. Fa eccezione il caso in cui il segnale inviato sia -\macro{SIGCONT}, nel quale occorre che entrambi i processi appartengano alla +\const{SIGCONT}, nel quale occorre che entrambi i processi appartengano alla stessa sessione. Inoltre, dato il ruolo fondamentale che riveste nel sistema (si ricordi quanto visto in \secref{sec:sig_termination}), non è possibile inviare al processo 1 (cioè a \cmd{init}) segnali per i quali esso non abbia @@ -1044,12 +1044,12 @@ segnale al processo che ha effettuato la chiamata. \label{sec:sig_alarm_abort} Un caso particolare di segnali generati a richiesta è quello che riguarda i -vari segnali di temporizzazione e \macro{SIGABRT}, per ciascuno di questi +vari segnali di temporizzazione e \const{SIGABRT}, per ciascuno di questi segnali sono previste funzioni specifiche che ne effettuino l'invio. La più comune delle funzioni usate per la temporizzazione è \func{alarm} il cui prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{unsigned int alarm(unsigned int seconds)} - Predispone l'invio di \macro{SIGALRM} dopo \param{seconds} secondi. + Predispone l'invio di \const{SIGALRM} dopo \param{seconds} secondi. \bodydesc{La funzione restituisce il numero di secondi rimanenti ad un precedente allarme, o zero se non c'erano allarmi pendenti.} @@ -1058,7 +1058,7 @@ prototipo La funzione fornisce un meccanismo che consente ad un processo di predisporre un'interruzione nel futuro, (ad esempio per effettuare una qualche operazione dopo un certo periodo di tempo), programmando l'emissione di un segnale (nel -caso in questione \macro{SIGALRM}) dopo il numero di secondi specificato da +caso in questione \const{SIGALRM}) dopo il numero di secondi specificato da \param{seconds}. Se si specifica per \param{seconds} un valore nullo non verrà inviato nessun @@ -1078,15 +1078,15 @@ processo tre diversi timer: \begin{itemize} \item un \textit{real-time timer} che calcola il tempo reale trascorso (che corrisponde al \textit{clock time}). La scadenza di questo timer provoca - l'emissione di \macro{SIGALRM}. + l'emissione di \const{SIGALRM}. \item un \textit{virtual timer} che calcola il tempo di processore usato dal processo in user space (che corrisponde all'\textit{user time}). La scadenza - di questo timer provoca l'emissione di \macro{SIGVTALRM}. + di questo timer provoca l'emissione di \const{SIGVTALRM}. \item un \textit{profiling timer} che calcola la somma dei tempi di processore utilizzati direttamente dal processo in user space, e dal kernel nelle system call ad esso relative (che corrisponde a quello che in \secref{sec:sys_unix_time} abbiamo chiamato \textit{CPU time}). La scadenza - di questo timer provoca l'emissione di \macro{SIGPROF}. + di questo timer provoca l'emissione di \const{SIGPROF}. \end{itemize} Il timer usato da \func{alarm} è il \textit{clock time}, e corrisponde cioè al @@ -1106,8 +1106,8 @@ suo prototipo \param{value} sul timer specificato da \func{which}. \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di - errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori \macro{EINVAL} o - \macro{EFAULT}.} + errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori \errval{EINVAL} o + \errval{EFAULT}.} \end{prototype} Il valore di \param{which} permette di specificare quale dei tre timer @@ -1121,9 +1121,9 @@ illustrati in precedenza usare; i possibili valori sono riportati in \textbf{Valore} & \textbf{Timer} \\ \hline \hline - \macro{ITIMER\_REAL} & \textit{real-time timer}\\ - \macro{ITIMER\_VIRTUAL} & \textit{virtual timer}\\ - \macro{ITIMER\_PROF} & \textit{profiling timer}\\ + \const{ITIMER\_REAL} & \textit{real-time timer}\\ + \const{ITIMER\_VIRTUAL} & \textit{virtual timer}\\ + \const{ITIMER\_PROF} & \textit{profiling timer}\\ \hline \end{tabular} \caption{Valori dell'argomento \param{which} per la funzione @@ -1203,7 +1203,7 @@ effettuato per eccesso). Una seconda causa di potenziali ritardi è che il segnale viene generato alla scadenza del timer, ma poi deve essere consegnato al processo; se quest'ultimo -è attivo (questo è sempre vero per \macro{ITIMER\_VIRT}) la consegna è +è attivo (questo è sempre vero per \const{ITIMER\_VIRT}) la consegna è immediata, altrimenti può esserci un ulteriore ritardo che può variare a seconda del carico del sistema. @@ -1231,14 +1231,14 @@ valore corrente di un timer senza modificarlo, L'ultima funzione che permette l'invio diretto di un segnale è \func{abort}; che, come accennato in \ref{sec:proc_termination}, permette di abortire -l'esecuzione di un programma tramite l'invio di \macro{SIGABRT}. Il suo +l'esecuzione di un programma tramite l'invio di \const{SIGABRT}. Il suo prototipo è: \begin{prototype}{stdlib.h}{void abort(void)} Abortisce il processo corrente. \bodydesc{La funzione non ritorna, il processo è terminato inviando il - segnale di \macro{SIGABRT}.} + segnale di \const{SIGABRT}.} \end{prototype} La differenza fra questa funzione e l'uso di \func{raise} è che anche se il @@ -1268,7 +1268,7 @@ quello di usare la funzione \func{pause}, il cui prototipo \bodydesc{La funzione ritorna solo dopo che un segnale è stato ricevuto ed il relativo gestore è ritornato, nel qual caso restituisce -1 e - \var{errno} assumerà il valore \macro{EINTR}.} + \var{errno} assumerà il valore \errval{EINTR}.} \end{prototype} La funzione segnala sempre una condizione di errore (il successo sarebbe @@ -1299,10 +1299,10 @@ termine per l'attesa, e ricalcolare tutte le volte il numero di secondi da aspettare. In alcune implementazioni inoltre l'uso di \func{sleep} può avere conflitti -con quello di \macro{SIGALRM}, dato che la funzione può essere realizzata con +con quello di \const{SIGALRM}, dato che la funzione può essere realizzata con l'uso di \func{pause} e \func{alarm} (in maniera analoga all'esempio che vedremo in \secref{sec:sig_example}). In tal caso mescolare chiamata di -\func{alarm} e \func{sleep} o modificare l'azione di \macro{SIGALRM}, può +\func{alarm} e \func{sleep} o modificare l'azione di \const{SIGALRM}, può causare risultati indefiniti. Nel caso delle \acr{glibc} è stata usata una implementazione completamente indipendente e questi problemi non ci sono. @@ -1318,12 +1318,12 @@ seguono quella di SUSv2 che prevede il seguente prototipo: \bodydesc{La funzione restituisce zero se l'attesa viene completata, o -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore - \macro{EINTR}.} + \errval{EINTR}.} \end{prototype} Anche questa funzione, a seconda delle implementazioni, può presentare -problemi nell'interazione con \func{alarm} e \macro{SIGALRM}. È pertanto +problemi nell'interazione con \func{alarm} e \const{SIGALRM}. È pertanto deprecata in favore della funzione \func{nanosleep}, definita dallo standard POSIX1.b, il cui prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{int nanosleep(const struct timespec *req, struct @@ -1335,16 +1335,16 @@ POSIX1.b, il cui prototipo \bodydesc{La funzione restituisce zero se l'attesa viene completata, o -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EINVAL}] si è specificato un numero di secondi negativo o un + \item[\errcode{EINVAL}] si è specificato un numero di secondi negativo o un numero di nanosecondi maggiore di 999.999.999. - \item[\macro{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale. + \item[\errcode{EINTR}] la funzione è stata interrotta da un segnale. \end{errlist}} \end{prototype} Lo standard richiede che la funzione sia implementata in maniera del tutto indipendente da \func{alarm}\footnote{nel caso di Linux questo è fatto utilizzando direttamente il timer del kernel.} e sia utilizzabile senza -interferenze con l'uso di \macro{SIGALRM}. La funzione prende come parametri +interferenze con l'uso di \const{SIGALRM}. La funzione prende come parametri delle strutture di tipo \var{timespec}, la cui definizione è riportata in \figref{fig:sys_timeval_struct}, che permettono di specificare un tempo con una precisione (teorica) fino al nanosecondo. @@ -1359,14 +1359,14 @@ nanosecondo, la precisione di \func{nanosleep} temporale del timer di sistema. Perciò la funzione attenderà comunque il tempo specificato, ma prima che il processo possa tornare ad essere eseguito occorrerà almeno attendere il successivo giro di scheduler\index{scheduler} e -cioè un tempo che a seconda dei casi può arrivare fino a 1/\macro{HZ}, (sempre +cioè un tempo che a seconda dei casi può arrivare fino a 1/\const{HZ}, (sempre che il sistema sia scarico ed il processa venga immediatamente rimesso in esecuzione); per questo motivo il valore restituito in \param{rem} è sempre -arrotondato al multiplo successivo di 1/\macro{HZ}. +arrotondato al multiplo successivo di 1/\const{HZ}. In realtà è possibile ottenere anche pause più precise del centesimo di -secondo usando politiche di scheduling real time come \macro{SCHED\_FIFO} o -\macro{SCHED\_RR}; in tal caso infatti il meccanismo di scheduling ordinario +secondo usando politiche di scheduling real time come \const{SCHED\_FIFO} o +\const{SCHED\_RR}; in tal caso infatti il meccanismo di scheduling ordinario viene evitato, e si raggiungono pause fino ai 2~ms con precisioni del $\mu$s. @@ -1375,29 +1375,29 @@ viene evitato, e si raggiungono pause fino ai 2~ms con precisioni del $\mu$s. \label{sec:sig_sigchld} Un semplice esempio per illustrare il funzionamento di un gestore di segnale è -quello della gestione di \macro{SIGCHLD}. Abbiamo visto in +quello della gestione di \const{SIGCHLD}. Abbiamo visto in \secref{sec:proc_termination} che una delle azioni eseguite dal kernel alla conclusione di un processo è quella di inviare questo segnale al padre.\footnote{in realtà in SVr4 eredita la semantica di System V, in cui il - segnale si chiama \macro{SIGCLD} e viene trattato in maniera speciale; in - System V infatti se si imposta esplicitamente l'azione a \macro{SIG\_IGN} il + segnale si chiama \const{SIGCLD} e viene trattato in maniera speciale; in + System V infatti se si imposta esplicitamente l'azione a \const{SIG\_IGN} il segnale non viene generato ed il sistema non genera zombie (lo stato di terminazione viene scartato senza dover chiamare una \func{wait}). L'azione predefinita è sempre quella di ignorare il segnale, ma non attiva questo comportamento. Linux, come BSD e POSIX, non supporta questa semantica ed usa - il nome di \macro{SIGCLD} come sinonimo di \macro{SIGCHLD}.} In generale + il nome di \const{SIGCLD} come sinonimo di \const{SIGCHLD}.} In generale dunque, quando non interessa elaborare lo stato di uscita di un processo, si può completare la gestione della terminazione installando un gestore per -\macro{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare \func{waitpid} per +\const{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare \func{waitpid} per completare la procedura di terminazione in modo da evitare la formazione di zombie. In \figref{fig:sig_sigchld_handl} è mostrato il codice contenente una -implementazione generica di una routine di gestione per \macro{SIGCHLD}, (che +implementazione generica di una routine di gestione per \const{SIGCHLD}, (che si trova nei sorgenti allegati nel file \file{SigHand.c}); se ripetiamo i test di \secref{sec:proc_termination}, invocando \cmd{forktest} con l'opzione \cmd{-s} (che si limita ad effettuare l'installazione di questa funzione come -gestore di \macro{SIGCHLD}) potremo verificare che non si ha più la creazione +gestore di \const{SIGCHLD}) potremo verificare che non si ha più la creazione di zombie. % è pertanto @@ -1408,9 +1408,8 @@ di zombie. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} - \begin{lstlisting}{} + \footnotesize + \begin{lstlisting}{} #include /* error symbol definitions */ #include /* signal handling declarations */ #include @@ -1437,8 +1436,7 @@ void HandSigCHLD(int sig) /* return */ return; } - \end{lstlisting} - \end{minipage} + \end{lstlisting} \normalsize \caption{Codice di una funzione generica di gestione per il segnale \texttt{SIGCHLD}.} @@ -1464,7 +1462,7 @@ prima della generazione di ulteriori segnali dello stesso tipo. In questo caso normalmente i segnali segnali successivi vengono ``fusi'' col primo ed al processo ne viene recapitato soltanto uno. -Questo può essere un caso comune proprio con \macro{SIGCHLD}, qualora capiti +Questo può essere un caso comune proprio con \const{SIGCHLD}, qualora capiti che molti processi figli terminino in rapida successione. Esso inoltre si presenta tutte le volte che un segnale viene bloccato: per quanti siano i segnali emessi durante il periodo di blocco, una volta che quest'ultimo sarà @@ -1479,7 +1477,7 @@ Per questo occorre ripetere la chiamata di \func{waitpid} fino a che essa non ritorni un valore nullo, segno che non resta nessun processo di cui si debba ancora ricevere lo stato di terminazione (si veda \secref{sec:proc_wait} per la sintassi della funzione). Si noti anche come la funzione venga invocata con -il parametro \macro{WNOHANG} che permette di evitare il suo blocco quando +il parametro \const{WNOHANG} che permette di evitare il suo blocco quando tutti gli stati di terminazione sono stati ricevuti. @@ -1509,7 +1507,7 @@ questo pu versione di \func{sleep} potrebbe essere quella illustrata in \figref{fig:sig_sleep_wrong}. -Dato che è nostra intenzione utilizzare \macro{SIGALRM} il primo passo della +Dato che è nostra intenzione utilizzare \const{SIGALRM} il primo passo della nostra implementazione di sarà quello di installare il relativo gestore salvando il precedente (\texttt{\small 14-17}). Si effettuerà poi una chiamata ad \func{alarm} per specificare il tempo d'attesa per l'invio del @@ -1521,8 +1519,7 @@ rimanente (\texttt{\small 22-23}) che potr l'interruzione di \func{pause} venisse causata da un altro segnale. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} + \footnotesize \begin{lstlisting}{} void alarm_hand(int sig) { /* check if the signal is the right one */ @@ -1549,8 +1546,7 @@ unsigned int sleep(unsigned int seconds) /* return remaining time */ return alarm(0); } - \end{lstlisting} - \end{minipage} + \end{lstlisting} \normalsize \caption{Una implementazione pericolosa di \func{sleep}.} \label{fig:sig_sleep_wrong} @@ -1562,7 +1558,7 @@ presenta una pericolosa race condition\index{race condition}. Infatti se il processo viene interrotto fra la chiamata di \func{alarm} e \func{pause} può capitare (ad esempio se il sistema è molto carico) che il tempo di attesa scada prima dell'esecuzione quest'ultima, cosicché essa sarebbe eseguita dopo -l'arrivo di \macro{SIGALRM}. In questo caso ci si troverebbe di fronte ad un +l'arrivo di \const{SIGALRM}. In questo caso ci si troverebbe di fronte ad un deadlock, in quanto \func{pause} non verrebbe mai più interrotta (se non in caso di un altro segnale). @@ -1573,8 +1569,7 @@ uscita di quest'ultima, si pu codice del tipo di quello riportato in \figref{fig:sig_sleep_incomplete}. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} + \footnotesize \begin{lstlisting}{} static jmp_buff alarm_return; unsigned int sleep(unsigned int seconds) @@ -1603,8 +1598,7 @@ void alarm_hand(int sig) longjump(alarm_return, 1); } } - \end{lstlisting} - \end{minipage} + \end{lstlisting} \normalsize \caption{Una implementazione ancora malfunzionante di \func{sleep}.} \label{fig:sig_sleep_incomplete} @@ -1632,8 +1626,7 @@ programma (con un codice del tipo di quello riportato in \figref{fig:sig_event_wrong}). \begin{figure}[!htb] - \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} + \footnotesize \begin{lstlisting}{} sig_atomic_t flag; int main() @@ -1654,8 +1647,7 @@ void alarm_hand(int sig) flag = 1; return; } - \end{lstlisting} - \end{minipage} + \end{lstlisting} \normalsize \caption{Un esempio non funzionante del codice per il controllo di un evento generato da un segnale.} @@ -1729,7 +1721,7 @@ degli insiemi di segnali: \func{sigemptyset}, \func{sigfillset}, \bodydesc{Le prime quattro funzioni ritornano 0 in caso di successo, mentre \func{sigismember} ritorna 1 se \param{signum} è in \param{set} e 0 altrimenti. In caso di errore tutte ritornano -1, con \var{errno} - impostata a \macro{EINVAL} (il solo errore possibile è che \param{signum} + impostata a \errval{EINVAL} (il solo errore possibile è che \param{signum} non sia un segnale valido).} \end{functions} @@ -1764,10 +1756,10 @@ da un processo. Il suo prototipo \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido o si è - cercato di installare il gestore per \macro{SIGKILL} o - \macro{SIGSTOP}. - \item[\macro{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi. + \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido o si è + cercato di installare il gestore per \const{SIGKILL} o + \const{SIGSTOP}. + \item[\errcode{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi. \end{errlist}} \end{prototype} @@ -1826,7 +1818,7 @@ dell'implementazione di \code{sleep} mostrata in \secref{fig:sig_sleep_incomplete}. In quel caso infatti se il segnale di allarme avesse interrotto un altro gestore questo non sarebbe stato eseguito correttamente; la cosa poteva essere prevenuta installando gli altri -gestori usando \var{sa\_mask} per bloccare \macro{SIGALRM} durante la +gestori usando \var{sa\_mask} per bloccare \const{SIGALRM} durante la loro esecuzione. Il valore di \var{sa\_flag} permette di specificare vari aspetti del comportamento di \func{sigaction}, e della reazione del processo ai vari segnali; i valori possibili ed il relativo significato sono riportati @@ -1840,27 +1832,27 @@ in \tabref{tab:sig_sa_flag}. \textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\ \hline \hline - \macro{SA\_NOCLDSTOP}& Se il segnale è \macro{SIGCHLD} allora non deve + \const{SA\_NOCLDSTOP}& Se il segnale è \const{SIGCHLD} allora non deve essere notificato quando il processo figlio viene - fermato da uno dei segnali \macro{SIGSTOP}, - \macro{SIGTSTP}, \macro{SIGTTIN} o - \macro{SIGTTOU}.\\ - \macro{SA\_ONESHOT} & Ristabilisce l'azione per il segnale al valore + fermato da uno dei segnali \const{SIGSTOP}, + \const{SIGTSTP}, \const{SIGTTIN} o + \const{SIGTTOU}.\\ + \const{SA\_ONESHOT} & Ristabilisce l'azione per il segnale al valore predefinito una volta che il gestore è stato lanciato, riproduce cioè il comportamento della semantica inaffidabile.\\ - \macro{SA\_RESETHAND}& Sinonimo di \macro{SA\_ONESHOT}. \\ - \macro{SA\_RESTART} & Riavvia automaticamente le \textit{slow system + \const{SA\_RESETHAND}& Sinonimo di \const{SA\_ONESHOT}. \\ + \const{SA\_RESTART} & Riavvia automaticamente le \textit{slow system call} quando vengono interrotte dal suddetto segnale; riproduce cioè il comportamento standard di BSD.\\ - \macro{SA\_NOMASK} & Evita che il segnale corrente sia bloccato durante + \const{SA\_NOMASK} & Evita che il segnale corrente sia bloccato durante l'esecuzione del gestore.\\ - \macro{SA\_NODEFER} & Sinonimo di \macro{SA\_NOMASK}.\\ - \macro{SA\_SIGINFO} & Deve essere specificato quando si vuole usare un + \const{SA\_NODEFER} & Sinonimo di \const{SA\_NOMASK}.\\ + \const{SA\_SIGINFO} & Deve essere specificato quando si vuole usare un gestore in forma estesa usando \var{sa\_sigaction} al posto di \var{sa\_handler}.\\ - \macro{SA\_ONSTACK} & Stabilisce l'uso di uno stack alternativo per + \const{SA\_ONSTACK} & Stabilisce l'uso di uno stack alternativo per l'esecuzione del gestore (vedi \secref{sec:sig_specific_features}).\\ \hline @@ -1876,7 +1868,7 @@ permette\footnote{La possibilit ottenere alcune informazioni addizionali usando \var{sa\_handler} con un secondo parametro addizionale di tipo \var{struct sigcontext}, che adesso è deprecato.} di utilizzare due forme diverse di gestore, da -specificare, a seconda dell'uso o meno del flag \macro{SA\_SIGINFO}, +specificare, a seconda dell'uso o meno del flag \const{SA\_SIGINFO}, rispettivamente attraverso i campi \var{sa\_sigaction} o \var{sa\_handler}, (che devono essere usati in maniera alternativa, in certe implementazioni questi vengono addirittura definiti come \ctyp{union}): la prima è quella @@ -1924,23 +1916,23 @@ In generale \var{si\_code} contiene, per i segnali generici, per quelli real-time e per tutti quelli inviati tramite \func{kill}, informazioni circa l'origine del segnale (se generato dal kernel, da un timer, da \func{kill}, ecc.). Alcuni segnali però usano \var{si\_code} per fornire una informazione -specifica: ad esempio i vari segnali di errore (\macro{SIGFPE}, -\macro{SIGILL}, \macro{SIGBUS} e \macro{SIGSEGV}) lo usano per fornire +specifica: ad esempio i vari segnali di errore (\const{SIGFPE}, +\const{SIGILL}, \const{SIGBUS} e \const{SIGSEGV}) lo usano per fornire maggiori dettagli riguardo l'errore (come il tipo di errore aritmetico, di istruzione illecita o di violazione di memoria) mentre alcuni segnali di -controllo (\macro{SIGCHLD}, \macro{SIGTRAP} e \macro{SIGPOLL}) forniscono +controllo (\const{SIGCHLD}, \const{SIGTRAP} e \const{SIGPOLL}) forniscono altre informazioni speecifiche. In tutti i casi il valore del campo è riportato attraverso delle costanti (le cui definizioni si trovano \file{bits/siginfo.h}) il cui elenco dettagliato è disponibile nella pagina di manuale di di \func{sigaction}. Il resto della struttura è definito come \ctyp{union} ed i valori -eventualmente presenti dipendono dal segnale, così \macro{SIGCHLD} ed i +eventualmente presenti dipendono dal segnale, così \const{SIGCHLD} ed i segnali real-time (vedi \secref{sec:sig_real_time}) inviati tramite \func{kill} avvalorano \var{si\_pid} e \var{si\_uid} coi valori corrispondenti -al processo che ha emesso il segnale, \macro{SIGILL}, \macro{SIGFPE}, -\macro{SIGSEGV} e \macro{SIGBUS} avvalorano \var{si\_addr} con l'indirizzo cui -è avvenuto l'errore, \macro{SIGIO} (vedi \secref{sec:file_asyncronous_io}) +al processo che ha emesso il segnale, \const{SIGILL}, \const{SIGFPE}, +\const{SIGSEGV} e \const{SIGBUS} avvalorano \var{si\_addr} con l'indirizzo cui +è avvenuto l'errore, \const{SIGIO} (vedi \secref{sec:file_asyncronous_io}) avvalora \var{si\_fd} con il numero del file descriptor e \var{si\_band} per i dati urgenti su un socket. @@ -1962,9 +1954,8 @@ meno che non si sia vincolati all'aderenza stretta allo standard ISO C, sempre il caso di evitare l'uso di \func{signal} a favore di \func{sigaction}. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} - \begin{lstlisting}{} + \footnotesize + \begin{lstlisting}{} typedef void SigFunc(int); inline SigFunc * Signal(int signo, SigFunc *func) { @@ -1984,7 +1975,6 @@ inline SigFunc * Signal(int signo, SigFunc *func) return (old_handl.sa_handler); } \end{lstlisting} - \end{minipage} \normalsize \caption{Una funzione equivalente a \func{signal} definita attraverso \func{sigaction}.} @@ -2003,7 +1993,7 @@ in \figref{fig:sig_Signal_code}. La riutilizzeremo spesso in seguito. Come spiegato in \secref{sec:sig_semantics} tutti i moderni sistemi unix-like permettono si bloccare temporaneamente (o di eliminare completamente, -impostando \macro{SIG\_IGN} come azione) la consegna dei segnali ad un +impostando \const{SIG\_IGN} come azione) la consegna dei segnali ad un processo. Questo è fatto specificando la cosiddetta \textsl{maschera dei segnali} (o \textit{signal mask}) del processo\footnote{nel caso di Linux essa è mantenuta dal campo \var{blocked} della \var{task\_struct} del @@ -2032,8 +2022,8 @@ segnali; il suo prototipo \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido. - \item[\macro{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi. + \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido. + \item[\errcode{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi. \end{errlist}} \end{prototype} @@ -2052,12 +2042,12 @@ quell'indirizzo. \textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\ \hline \hline - \macro{SIG\_BLOCK} & L'insieme dei segnali bloccati è l'unione fra + \const{SIG\_BLOCK} & L'insieme dei segnali bloccati è l'unione fra quello specificato e quello corrente.\\ - \macro{SIG\_UNBLOCK} & I segnali specificati in \param{set} sono rimossi + \const{SIG\_UNBLOCK} & I segnali specificati in \param{set} sono rimossi dalla maschera dei segnali, specificare la cancellazione di un segnale non bloccato è legale.\\ - \macro{SIG\_SETMASK} & La maschera dei segnali è impostata al valore + \const{SIG\_SETMASK} & La maschera dei segnali è impostata al valore specificato da \param{set}.\\ \hline \end{tabular} @@ -2095,15 +2085,15 @@ sospensione del processo lo standard POSIX ha previsto la funzione \bodydesc{La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido. - \item[\macro{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi. + \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un numero di segnale invalido. + \item[\errcode{EFAULT}] Si sono specificati indirizzi non validi. \end{errlist}} \end{prototype} Come esempio dell'uso di queste funzioni proviamo a riscrivere un'altra volta l'esempio di implementazione di \code{sleep}. Abbiamo accennato in \secref{sec:sig_sigaction} come con \func{sigaction} sia possibile bloccare -\macro{SIGALRM} nell'installazione dei gestori degli altri segnali, per +\const{SIGALRM} nell'installazione dei gestori degli altri segnali, per poter usare l'implementazione vista in \secref{fig:sig_sleep_incomplete} senza interferenze. Questo però comporta una precauzione ulteriore al semplice uso della funzione, vediamo allora come usando la nuova interfaccia è possibile @@ -2111,8 +2101,7 @@ ottenere un'implementazione, riportata in \figref{fig:sig_sleep_ok} che non presenta neanche questa necessità. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{15cm} + \footnotesize \begin{lstlisting}{} void alarm_hand(int); unsigned int sleep(unsigned int seconds) @@ -2145,7 +2134,6 @@ void alarm_hand(int sig) return; /* just return to interrupt sigsuspend */ } \end{lstlisting} - \end{minipage} \normalsize \caption{Una implementazione completa di \func{sleep}.} \label{fig:sig_sleep_ok} @@ -2158,18 +2146,18 @@ non esegue nessuna operazione, limitandosi a ritornare per interrompere il programma messo in attesa. La prima parte della funzione (\texttt{\small 11-15}) provvede ad installare -l'opportuno gestore per \macro{SIGALRM}, salvando quello originario, che +l'opportuno gestore per \const{SIGALRM}, salvando quello originario, che sarà ripristinato alla conclusione della stessa (\texttt{\small 28}); il passo -successivo è quello di bloccare \macro{SIGALRM} (\texttt{\small 17-19}) per +successivo è quello di bloccare \const{SIGALRM} (\texttt{\small 17-19}) per evitare che esso possa essere ricevuto dal processo fra l'esecuzione di \func{alarm} (\texttt{\small 21}) e la sospensione dello stesso. Nel fare questo si salva la maschera corrente dei segnali, che sarà ripristinata alla fine (\texttt{\small 27}), e al contempo si prepara la maschera dei segnali -\var{sleep\_mask} per riattivare \macro{SIGALRM} all'esecuzione di +\var{sleep\_mask} per riattivare \const{SIGALRM} all'esecuzione di \func{sigsuspend}. In questo modo non sono più possibili race condition\index{race condition} -dato che \macro{SIGALRM} viene disabilitato con \func{sigprocmask} fino alla +dato che \const{SIGALRM} viene disabilitato con \func{sigprocmask} fino alla chiamata di \func{sigsuspend}. Questo metodo è assolutamente generale e può essere applicato a qualunque altra situazione in cui si deve attendere per un segnale, i passi sono sempre i seguenti: @@ -2221,14 +2209,14 @@ gestori, occorre per \item Usare la funzione \func{sigaltstack} per rendere noto al sistema l'esistenza e la locazione dello stack alternativo. \item Quando si installa un gestore occorre usare \func{sigaction} - specificando il flag \macro{SA\_ONSTACK} (vedi \tabref{tab:sig_sa_flag}) per + specificando il flag \const{SA\_ONSTACK} (vedi \tabref{tab:sig_sa_flag}) per dire al sistema di usare lo stack alternativo durante l'esecuzione del gestore. \end{enumerate*} In genere il primo passo viene effettuato allocando un'opportuna area di memoria con \code{malloc}; in \file{signal.h} sono definite due costanti, -\macro{SIGSTKSZ} e \macro{MINSIGSTKSZ}, che possono essere utilizzate per +\const{SIGSTKSZ} e \const{MINSIGSTKSZ}, che possono essere utilizzate per allocare una quantità di spazio opportuna, in modo da evitare overflow. La prima delle due è la dimensione canonica per uno stack di segnali e di norma è sufficiente per tutti gli usi normali. La seconda è lo spazio che occorre al @@ -2249,13 +2237,13 @@ Installa un nuovo stack per i segnali. errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori: \begin{errlist} - \item[\macro{ENOMEM}] La dimensione specificata per il nuovo stack è minore - di \macro{MINSIGSTKSZ}. - \item[\macro{EPERM}] Uno degli indirizzi non è valido. - \item[\macro{EFAULT}] Si è cercato di cambiare lo stack alternativo mentre + \item[\errcode{ENOMEM}] La dimensione specificata per il nuovo stack è minore + di \const{MINSIGSTKSZ}. + \item[\errcode{EPERM}] Uno degli indirizzi non è valido. + \item[\errcode{EFAULT}] Si è cercato di cambiare lo stack alternativo mentre questo è attivo (cioè il processo è in esecuzione su di esso). - \item[\macro{EINVAL}] \param{ss} non è nullo e \var{ss\_flags} contiene un - valore diverso da zero che non è \macro{SS\_DISABLE}. + \item[\errcode{EINVAL}] \param{ss} non è nullo e \var{ss\_flags} contiene un + valore diverso da zero che non è \const{SS\_DISABLE}. \end{errlist}} \end{prototype} @@ -2287,19 +2275,19 @@ indica lo stato dello stack. Nell'indicare un nuovo stack occorre inizializzare \var{ss\_sp} e \var{ss\_size} rispettivamente al puntatore e alla dimensione della memoria allocata, mentre \var{ss\_flags} deve essere nullo. Se invece si vuole disabilitare uno stack occorre indicare -\macro{SS\_DISABLE} come valore di \var{ss\_flags} e gli altri valori saranno +\const{SS\_DISABLE} come valore di \var{ss\_flags} e gli altri valori saranno ignorati. Se \param{oss} non è nullo verrà restituito dalla funzione indirizzo e dimensione dello stack corrente nei relativi campi, mentre \var{ss\_flags} -potrà assumere il valore \macro{SS\_ONSTACK} se il processo è in esecuzione +potrà assumere il valore \const{SS\_ONSTACK} se il processo è in esecuzione sullo stack alternativo (nel qual caso non è possibile cambiarlo) e -\macro{SS\_DISABLE} se questo non è abilitato. +\const{SS\_DISABLE} se questo non è abilitato. In genere si installa uno stack alternativo per i segnali quando si teme di avere problemi di esaurimento dello stack standard o di superamento di un limite imposto con chiamata de tipo \code{setrlimit(RLIMIT\_STACK, \&rlim)}. -In tal caso infatti si avrebbe un segnale di \macro{SIGSEGV}, che potrebbe +In tal caso infatti si avrebbe un segnale di \const{SIGSEGV}, che potrebbe essere gestito soltanto avendo abilitato uno stack alternativo. Si tenga presente che le funzioni chiamate durante l'esecuzione sullo stack @@ -2405,8 +2393,8 @@ vengono chiamati \textsl{segnali real-time}, in particolare: Queste nuove caratteristiche (eccetto l'ultima, che, come visto in \secref{sec:sig_sigaction}, è parzialmente disponibile anche con i segnali ordinari) si applicano solo ai nuovi segnali real-time; questi ultimi sono -accessibili in un range di valori specificati dalle due macro \macro{SIGRTMIN} -e \macro{SIGRTMAX},\footnote{in Linux di solito il primo valore è 32, ed il +accessibili in un range di valori specificati dalle due macro \const{SIGRTMIN} +e \const{SIGRTMAX},\footnote{in Linux di solito il primo valore è 32, ed il secondo \code{\_NSIG-1}, che di norma è 63, per un totale di 32 segnali disponibili, contro gli almeno 8 richiesti da POSIX.1b.} che specificano il numero minimo e massimo associato ad un segnale real-time. @@ -2436,7 +2424,7 @@ union sigval { int sival_int; void *sival_ptr; } - \end{lstlisting} + \end{lstlisting} \end{minipage} \normalsize \caption{La struttura \type{sigval}, usata dai segnali real time per @@ -2457,15 +2445,15 @@ funzione, \func{sigqueue}, il cui prototipo \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EAGAIN}] La coda è esarita, ci sono già \macro{SIGQUEUE\_MAX} + \item[\errcode{EAGAIN}] La coda è esarita, ci sono già \const{SIGQUEUE\_MAX} segnali in attesa si consegna. - \item[\macro{EPERM}] Non si hanno privilegi appropriati per inviare il + \item[\errcode{EPERM}] Non si hanno privilegi appropriati per inviare il segnale al processo specificato. - \item[\macro{ESRCH}] Il processo \param{pid} non esiste. - \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per + \item[\errcode{ESRCH}] Il processo \param{pid} non esiste. + \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per \param{signo}. \end{errlist} - ed inoltre \macro{ENOMEM}.} + ed inoltre \errval{ENOMEM}.} \end{prototype} Il comportamento della funzione è analogo a quello di \func{kill}, ed i @@ -2474,14 +2462,14 @@ stessi; un valore nullo di \func{signo} permette di verificare le condizioni di errore senza inviare nessun segnale. Se il segnale è bloccato la funzione ritorna immediatamente, se si è -installato un gestore con \macro{SA\_SIGINFO} e ci sono risorse +installato un gestore con \const{SA\_SIGINFO} e ci sono risorse disponibili, vale a dire che c'è posto nella coda\footnote{la profondità della - coda è indicata dalla costante \macro{SIGQUEUE\_MAX}, una della tante + coda è indicata dalla costante \const{SIGQUEUE\_MAX}, una della tante costanti di sistema definite dallo standard POSIX, che non abbiamo riportato esplicitamente in \secref{sec:sys_limits}. Il suo valore minimo secondo lo - standard, \macro{\_POSIX\_SIGQUEUE\_MAX}, è pari a 32.}, esso viene inserito + standard, \const{\_POSIX\_SIGQUEUE\_MAX}, è pari a 32.}, esso viene inserito e diventa pendente; una volta consegnato riporterà nel campo \var{si\_code} di -\var{siginfo} il valore \macro{SI\_QUEUE} e il campo \var{si\_value} riceverà +\var{siginfo} il valore \const{SI\_QUEUE} e il campo \var{si\_value} riceverà quanto inviato con \param{value}. Se invece si è installato un gestore nella forma classica il segnale sarà generato, ma tutte le caratteristiche tipiche dei segnali real-time (priorità e coda) saranno perse. @@ -2499,11 +2487,11 @@ meccanismi di comunicazione elementare; la prima di queste funzioni \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EINTR}] La funzione è stata interrotta. - \item[\macro{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per + \item[\errcode{EINTR}] La funzione è stata interrotta. + \item[\errcode{EINVAL}] Si è specificato un valore non valido per \param{set}. \end{errlist} - ed inoltre \macro{EFAULT}.} + ed inoltre \errval{EFAULT}.} \end{prototype} La funzione estrae dall'insieme dei segnali pendenti uno qualunque dei segnali @@ -2545,7 +2533,7 @@ relativi prototipi sono: errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori già visti per \func{sigwait}, ai quali si aggiunge, per \func{sigtimedwait}: \begin{errlist} - \item[\macro{EAGAIN}] Si è superato il timeout senza che un segnale atteso + \item[\errcode{EAGAIN}] Si è superato il timeout senza che un segnale atteso fosse emmesso. \end{errlist} } diff --git a/simpltcp.tex b/simpltcp.tex index dab0667..c007bb0 100644 --- a/simpltcp.tex +++ b/simpltcp.tex @@ -253,7 +253,7 @@ La funzione utilizza due buffer per gestire i dati inviati e letti sul socket (linee \texttt{\small 5--10}), i dati da inviare sulla connessione vengono presi dallo \file{stdin} usando la funzione \func{fgets} che legge una linea di testo (terminata da un \texttt{CR} e fino al massimo di -\macro{MAXLINE} caratteri) e la salva sul buffer di invio, la funzione +\const{MAXLINE} caratteri) e la salva sul buffer di invio, la funzione \func{SockWrite} (\texttt{\small 3}) scrive detti dati sul socket (gestendo l'invio multiplo qualora una singola \func{write} non basti, come spiegato in \secref{sec:sock_io_behav}). @@ -407,7 +407,7 @@ quando affronteremo il comportamento in caso di conclusioni anomale: Tutto questo riguarda la connessione, c'è però da tenere conto dell'effetto del procedimento di chiusura del processo figlio nel server (si veda quanto esaminato in \secref{sec:proc_termination}). In questo caso avremo l'invio del -segnale \macro{SIGCHLD} al padre, ma dato che non si è installato un +segnale \const{SIGCHLD} al padre, ma dato che non si è installato un manipolatore e che l'azione predefinita per questo segnale è quella di essere ignorato, non avendo predisposto la ricezione dello stato di terminazione, otterremo che il processo figlio entrerà nello stato di zombie (si riveda @@ -422,7 +422,7 @@ Poich spazio nella tabella dei processi e a lungo andare saturerebbero le risorse del kernel, occorrerà ricevere opportunamente lo stato di terminazione del processo (si veda \secref{sec:proc_wait}), cosa che faremo utilizzando -\macro{SIGCHLD} secondo quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}. +\const{SIGCHLD} secondo quanto illustrato in \secref{sec:sig_sigchld}. La prima modifica al nostro server è pertanto quella di inserire la gestione della terminazione dei processi figli attraverso l'uso di un manipolatore. diff --git a/socket.tex b/socket.tex index 0daa53a..54e7d48 100644 --- a/socket.tex +++ b/socket.tex @@ -108,44 +108,43 @@ il tipo di comunicazione che esso deve utilizzare. \label{sec:sock_socket} La creazione di un socket avviene attraverso l'uso della funzione -\func{socket} questa restituisce un \textit{socket descriptor} (un valore -intero non negativo) che come gli analoghi file descriptor di file e alle -pipe serve come riferimento al socket; in sostanza è l'indice nella tabella -dei file che contiene i puntatori alle opportune strutture usate dal kernel ed -allocate per ogni processo, (la stessa usata per i files e le pipes [NdA -verificare!]). - -La funzione prende tre parametri, il dominio del socket (che definisce la -famiglia di protocolli, vedi \secref{sec:sock_domain}), il tipo di socket (che -definisce lo stile di comunicazione vedi \secref{sec:sock_type}) e il -protocollo; in genere quest'ultimo è indicato implicitamente dal tipo di -socket, per cui viene messo a zero (con l'eccezione dei \textit{raw socket}). - +\func{socket}; questa restituisce un \textit{file descriptor}\footnote{del + tutto analogo a quelli che si ottengono per i file di dati e le pipe, + descritti in \secref{sec:file_fd}.} che serve come riferimento al socket; il +suo protototipo è: \begin{prototype}{sys/socket.h}{int socket(int domain, int type, int protocol)} Apre un socket. - \bodydesc{La funzione restituisce un intero positivo se riesce, e -1 se - fallisce, in quest'ultimo caso la variabile \var{errno} è impostata con i - seguenti codici di errore: - + \bodydesc{La funzione restituisce un intero positivo in caso di successo, e + -1 in caso di fallimento, nel qual caso la variabile \var{errno} assumerà + i valori: \begin{errlist} - \item[\macro{EPROTONOSUPPORT}] Il tipo di socket o il protocollo scelto non + \item[\errcode{EPROTONOSUPPORT}] Il tipo di socket o il protocollo scelto non sono supportati nel dominio. - \item[\macro{ENFILE}] Il kernel non ha memoria sufficiente a creare una + \item[\errcode{ENFILE}] Il kernel non ha memoria sufficiente a creare una nuova struttura per il socket. - \item[\macro{EMFILE}] Si è ecceduta la tabella dei file. - \item[\macro{EACCES}] Non si hanno privilegi per creare un socket nel + \item[\errcode{EMFILE}] Si è ecceduta la tabella dei file. + \item[\errcode{EACCES}] Non si hanno privilegi per creare un socket nel dominio o con il protocollo specificato. - \item[\macro{EINVAL}] Protocollo sconosciuto o dominio non disponibile. - \item[\macro{ENOBUFS}] Non c'è sufficiente memoria per creare il socket (può - essere anche \macro{ENOMEM}). + \item[\errcode{EINVAL}] Protocollo sconosciuto o dominio non disponibile. + \item[\errcode{ENOBUFS}] Non c'è sufficiente memoria per creare il socket + (può essere anche \errval{ENOMEM}). \end{errlist}} \end{prototype} -Si noti che la creazione del socket non comporta nulla riguardo -all'indicazione degli indirizzi remoti o locali attraverso i quali si vuole -effettuare la comunicazione. +La funzione ha tre argomenti, \param{domain} specifica il dominio del socket +(definisce cioè la famiglia di protocolli, come vedremo in +\secref{sec:sock_domain}), \param{type} specifica il tipo di socket (definisce +cioè lo stile di comunicazione, come vedremo in \secref{sec:sock_type}) e +\param{protocol} il protocollo; in genere quest'ultimo è indicato +implicitamente dal tipo di socket, per cui viene messo a zero (con l'eccezione +dei \textit{raw socket}). + +Si noti che la creazione del socket si limita ad allocare le opportune +strutture nel kernel (sostanzialmente una voce nella \textit{file table}) e +non comporta nulla riguardo all'indicazione degli indirizzi remoti o locali +attraverso i quali si vuole effettuare la comunicazione. \subsection{Il dominio, o \textit{protocol family}} \label{sec:sock_domain} @@ -184,17 +183,17 @@ protocolli disponibili sono riportate in \tabref{tab:net_pf_names}. \textbf{Nome} & \textbf{Utilizzo} &\textbf{Man page} \\ \hline \hline - \macro{PF\_UNIX}, - \macro{PF\_LOCAL} & Local communication & unix(7) \\ - \macro{PF\_INET} & IPv4 Internet protocols & ip(7) \\ - \macro{PF\_INET6} & IPv6 Internet protocols & ipv6(7) \\ - \macro{PF\_IPX} & IPX - Novell protocols & \\ - \macro{PF\_NETLINK}& Kernel user interface device & netlink(7) \\ - \macro{PF\_X25} & ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol & x25(7) \\ - \macro{PF\_AX25} & Amateur radio AX.25 protocol & \\ - \macro{PF\_ATMPVC} & Access to raw ATM PVCs & \\ - \macro{PF\_APPLETALK}& Appletalk & ddp(7) \\ - \macro{PF\_PACKET} & Low level packet interface & packet(7) \\ + \const{PF\_UNIX}, + \const{PF\_LOCAL} & Local communication & unix(7) \\ + \const{PF\_INET} & IPv4 Internet protocols & ip(7) \\ + \const{PF\_INET6} & IPv6 Internet protocols & ipv6(7) \\ + \const{PF\_IPX} & IPX - Novell protocols & \\ + \const{PF\_NETLINK}& Kernel user interface device & netlink(7) \\ + \const{PF\_X25} & ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol & x25(7) \\ + \const{PF\_AX25} & Amateur radio AX.25 protocol & \\ + \const{PF\_ATMPVC} & Access to raw ATM PVCs & \\ + \const{PF\_APPLETALK}& Appletalk & ddp(7) \\ + \const{PF\_PACKET} & Low level packet interface & packet(7) \\ \hline \end{tabular} \caption{Famiglie di protocolli definiti in Linux} @@ -202,9 +201,9 @@ protocolli disponibili sono riportate in \tabref{tab:net_pf_names}. \end{table} Non tutte le famiglie di protocolli sono accessibili dall'utente generico, ad -esempio in generale tutti i socket di tipo \macro{SOCK\_RAW} possono essere +esempio in generale tutti i socket di tipo \const{SOCK\_RAW} possono essere creati solo da processi che hanno i privilegi di root (cioè con userid -effettivo uguale a zero) o con la capability \macro{CAP\_NET\_RAW}. +effettivo uguale a zero) o con la capability \texttt{CAP\_NET\_RAW}. \subsection{Il tipo, o stile} @@ -219,23 +218,23 @@ della \acr{glibc} chiama \textit{styles}) definiti come \ctyp{int} in \file{socket.h}: \begin{list}{}{} -\item \macro{SOCK\_STREAM} Provvede un canale di trasmissione dati +\item \const{SOCK\_STREAM} Provvede un canale di trasmissione dati bidirezionale, sequenziale e affidabile. Opera su una connessione con un altro socket. I dati vengono ricevuti e trasmessi come un flusso continuo di byte (da cui il nome \textit{stream}). -\item \macro{SOCK\_DGRAM} Viene usato per mandare pacchetti di lunghezza +\item \const{SOCK\_DGRAM} Viene usato per mandare pacchetti di lunghezza massima fissata (\textit{datagram}) indirizzati singolarmente, senza connessione e in maniera non affidabile. È l'opposto del precedente. -\item \macro{SOCK\_SEQPACKET} Provvede un canale di trasmissione di dati +\item \const{SOCK\_SEQPACKET} Provvede un canale di trasmissione di dati bidirezionale, sequenziale e affidabile. Opera su una connessione con un altro socket. I dati possono solo essere trasmessi e letti per pacchetti (di dimensione massima fissata). -\item \macro{SOCK\_RAW} Provvede l'accesso a basso livello ai protocolli di +\item \const{SOCK\_RAW} Provvede l'accesso a basso livello ai protocolli di rete e alle varie interfacce. I normali programmi di comunicazione non devono usarlo. -\item \macro{SOCK\_RDM} Provvede un canale di trasmissione di pacchetti +\item \const{SOCK\_RDM} Provvede un canale di trasmissione di pacchetti affidabile ma in cui non è garantito l'ordine di arrivo dei pacchetti. -\item \macro{SOCK\_PACKET} Obsoleto, non deve essere usato. +\item \const{SOCK\_PACKET} Obsoleto, non deve essere usato. \end{list} Si tenga presente che non tutte le combinazioni fra una famiglia di protocolli @@ -247,31 +246,31 @@ elencati. \footnotesize \centering \begin{tabular}{l|c|c|c|c|c|} - \multicolumn{1}{c}{} &\multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_STREAM}}& - \multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_DGRAM}} & - \multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_RAW}} & - \multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_PACKET}}& - \multicolumn{1}{c}{\macro{SOCK\_SEQPACKET}} \\ + \multicolumn{1}{c}{} &\multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_STREAM}}& + \multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_DGRAM}} & + \multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_RAW}} & + \multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_PACKET}}& + \multicolumn{1}{c}{\const{SOCK\_SEQPACKET}} \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_UNIX} & si & si & & & \\ + \const{PF\_UNIX} & si & si & & & \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_INET} & TCP & UDP & IPv4 & & \\ + \const{PF\_INET} & TCP & UDP & IPv4 & & \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_INET6} & TCP & UDP & IPv6 & & \\ + \const{PF\_INET6} & TCP & UDP & IPv6 & & \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_IPX} & & & & & \\ + \const{PF\_IPX} & & & & & \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_NETLINK} & & si & si & & \\ + \const{PF\_NETLINK} & & si & si & & \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_X25} & & & & & si \\ + \const{PF\_X25} & & & & & si \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_AX25} & & & & & \\ + \const{PF\_AX25} & & & & & \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_ATMPVC} & & & & & \\ + \const{PF\_ATMPVC} & & & & & \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_APPLETALK} & & si & si & & \\ + \const{PF\_APPLETALK} & & si & si & & \\ \cline{2-6} - \macro{PF\_PACKET} & & si & si & & \\ + \const{PF\_PACKET} & & si & si & & \\ \cline{2-6} \end{tabular} \caption{Combinazioni valide di dominio e tipo di protocollo per la @@ -321,13 +320,15 @@ generica per gli indirizzi dei socket, \type{sockaddr}, che si \figref{fig:sock_sa_gen_struct}. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize - \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} + \footnotesize \centering + \begin{minipage}[c]{15cm} + \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{} struct sockaddr { sa_family_t sa_family; /* address family: AF_xxx */ char sa_data[14]; /* address (protocol-specific) */ }; - \end{lstlisting} + \end{lstlisting} + \end{minipage} \caption{La struttura generica degli indirizzi dei socket \type{sockaddr}} \label{fig:sock_sa_gen_struct} \end{figure} @@ -344,6 +345,7 @@ include in cui sono definiti; la struttura \begin{table}[!htb] \centering + \footnotesize \begin{tabular}{|l|l|l|} \hline \multicolumn{1}{|c|}{\textbf{Tipo}}& @@ -391,15 +393,16 @@ l'uso di questa struttura. \subsection{La struttura degli indirizzi IPv4} \label{sec:sock_sa_ipv4} -I socket di tipo \macro{PF\_INET} vengono usati per la comunicazione +I socket di tipo \const{PF\_INET} vengono usati per la comunicazione attraverso internet; la struttura per gli indirizzi per un socket internet (IPv4) è definita come \type{sockaddr\_in} nell'header file \file{netinet/in.h} e secondo le pagine di manuale ha la forma mostrata in \figref{fig:sock_sa_ipv4_struct}, conforme allo standard POSIX.1g. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize - \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} + \footnotesize\centering + \begin{minipage}[c]{15cm} + \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{} struct sockaddr_in { sa_family_t sin_family; /* address family: AF_INET */ u_int16_t sin_port; /* port in network byte order */ @@ -409,7 +412,8 @@ struct sockaddr_in { struct in_addr { u_int32_t s_addr; /* address in network byte order */ }; - \end{lstlisting} + \end{lstlisting} + \end{minipage} \caption{La struttura degli indirizzi dei socket internet (IPv4) \type{sockaddr\_in}.} \label{fig:sock_sa_ipv4_struct} @@ -426,7 +430,7 @@ Il membro \var{sin\_family} deve essere sempre impostato; \var{sin\_port} specifica il numero di porta (vedi \secref{sec:TCPel_port_num}; i numeri di porta sotto il 1024 sono chiamati \textsl{riservati} in quanto utilizzati da servizi standard. Soltanto processi con i privilegi di root (con userid -effettivo uguale a zero) o con la capability \macro{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE} +effettivo uguale a zero) o con la capability \texttt{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE} possono usare la funzione \func{bind} su queste porte. Il membro \var{sin\_addr} contiene l'indirizzo internet dell'altro capo @@ -445,14 +449,15 @@ problema e le relative soluzioni). \subsection{La struttura degli indirizzi IPv6} \label{sec:sock_sa_ipv6} -Essendo IPv6 un'estensione di IPv4 i socket di tipo \macro{PF\_INET6} sono +Essendo IPv6 un'estensione di IPv4 i socket di tipo \const{PF\_INET6} sono sostanzialmente identici ai precedenti; la parte in cui si trovano praticamente tutte le differenze è quella della struttura degli indirizzi. La struttura degli indirizzi è definita ancora in \file{netinet/in.h}. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize - \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} + \footnotesize \centering + \begin{minipage}[c]{15cm} + \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{} struct sockaddr_in6 { u_int16_t sin6_family; /* AF_INET6 */ u_int16_t sin6_port; /* port number */ @@ -464,14 +469,15 @@ struct sockaddr_in6 { struct in6_addr { unsigned char s6_addr[16]; /* IPv6 address */ }; - \end{lstlisting} + \end{lstlisting} + \end{minipage} \caption{La struttura degli indirizzi dei socket IPv6 \type{sockaddr\_in6}.} \label{fig:sock_sa_ipv6_struct} \end{figure} Il campo \var{sin6\_family} deve essere sempre impostato ad -\macro{AF\_INET6}, il campo \var{sin6\_port} è analogo a quello di IPv4 e +\const{AF\_INET6}, il campo \var{sin6\_port} è analogo a quello di IPv4 e segue le stesse regole; il campo \var{sin6\_flowinfo} è a sua volta diviso in tre parti di cui i 24 bit inferiori indicano l'etichetta di flusso, i successivi 4 bit la priorità e gli ultimi 4 sono riservati; questi valori @@ -490,7 +496,7 @@ possibilit \subsection{La struttura degli indirizzi locali} \label{sec:sock_sa_local} -I socket di tipo \macro{PF\_UNIX} o \macro{PF\_LOCAL} vengono usati per una +I socket di tipo \const{PF\_UNIX} o \const{PF\_LOCAL} vengono usati per una comunicazione fra processi che stanno sulla stessa macchina (per vengono chiamati \textit{local domain} o anche \textit{Unix domain}); essi rispetto ai precedenti possono essere anche creati in maniera anonima attraverso la @@ -499,20 +505,22 @@ vuole fare riferimento esplicito ad uno di questi socket si deve usare la seguente struttura di indirizzi definita nel file di header \file{sys/un.h}. \begin{figure}[!htb] - \footnotesize - \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} + \footnotesize \centering + \begin{minipage}[c]{15cm} + \begin{lstlisting}[labelstep=0]{}%,frame=,indent=1cm]{} #define UNIX_PATH_MAX 108 struct sockaddr_un { sa_family_t sun_family; /* AF_UNIX */ char sun_path[UNIX_PATH_MAX]; /* pathname */ }; - \end{lstlisting} + \end{lstlisting} + \end{minipage} \caption{La struttura degli indirizzi dei socket locali \var{sockaddr\_un}.} \label{fig:sock_sa_local_struct} \end{figure} -In questo caso il campo \var{sun\_family} deve essere \macro{AF\_UNIX}, +In questo caso il campo \var{sun\_family} deve essere \const{AF\_UNIX}, mentre il campo \var{sun\_path} deve specificare un indirizzo; questo ha due forme un file (di tipo socket) nel filesystem o una stringa univoca (tenuta in uno spazio di nomi astratto). Nel primo caso l'indirizzo viene @@ -598,26 +606,28 @@ Per questo motivo si usano le seguenti funzioni di conversione che servono a tener conto automaticamente della possibile differenza fra l'ordinamento usato sul computer e quello che viene usato nelle trasmissione sulla rete; queste funzioni sono: -\begin{prototype}{netinet/in.h} -{unsigned long int htonl(unsigned long int hostlong)} +\begin{functions} + \headdecl{netinet/in.h} + \funcdecl{unsigned long int htonl(unsigned long int hostlong)} Converte l'intero a 32 bit \var{hostlong} dal formato della macchina a quello della rete. -\end{prototype} -\begin{prototype}{netinet/in.h} -{unsigned short int htons(unsigned short int hostshort)} + + \funcdecl{unsigned short int htons(unsigned short int hostshort)} Converte l'intero a 16 bit \var{hostshort} dal formato della macchina a quello della rete. -\end{prototype} -\begin{prototype}{netinet/in.h} -{unsigned long int ntonl(unsigned long int netlong)} + + \funcdecl{unsigned long int ntonl(unsigned long int netlong)} Converte l'intero a 32 bit \var{netlong} dal formato della rete a quello della macchina. -\end{prototype} -\begin{prototype}{netinet/in.h} -{unsigned sort int ntons(unsigned short int netshort)} + + \funcdecl{unsigned sort int ntons(unsigned short int netshort)} Converte l'intero a 16 bit \var{netshort} dal formato della rete a quello della macchina. -\end{prototype} + + \bodydesc{Tutte le funzioni restituiscono il valore convertito, e non hanno + errori.} +\end{functions} + I nomi sono assegnati usando la lettera \texttt{n} come mnemonico per indicare l'ordinamento usato sulla rete (da \textit{network order}) e la lettera \texttt{h} come mnemonico per l'ordinamento usato sulla macchina locale (da @@ -652,13 +662,13 @@ mnemonico per indicare la stringa. Dette funzioni sono: memorizzare all'indirizzo puntato da \var{dest}, restituendo 0 in caso di successo e 1 in caso di fallimento (è espressa in questa forma in modo da poterla usare direttamente con il puntatore usato per passare la struttura - degli indirizzi). Se usata con \var{dest} inizializzato a \macro{NULL} + degli indirizzi). Se usata con \var{dest} inizializzato a \val{NULL} effettua la validazione dell'indirizzo. \end{prototype} \begin{prototype}{arpa/inet.h}{in\_addr\_t inet\_addr(const char *strptr)} Restituisce l'indirizzo a 32 bit in network order a partire dalla stringa passata come parametro, in caso di errore restituisce il valore - \macro{INADDR\_NONE} che tipicamente sono trentadue bit a uno; questo + \const{INADDR\_NONE} che tipicamente sono trentadue bit a uno; questo comporta che la stringa \texttt{255.255.255.255}, che pure è un indirizzo valido, non può essere usata con questa funzione; per questo motivo essa è generalmente deprecata in favore della precedente. @@ -691,32 +701,41 @@ e \textit{numeric}. % \end{figure} Entrambe le funzioni accettano l'argomento \param{af} che indica il tipo di -indirizzo e può essere \macro{AF\_INET} o \macro{AF\_INET6}. Se la famiglia -indicata non è valida entrambe le funzioni impostano la variabile \var{errno} -al valore \macro{EAFNOSUPPORT}. I prototipi delle suddette funzioni sono i -seguenti: +indirizzo e può essere soltanto \const{AF\_INET} o \const{AF\_INET6}. I +prototipi delle suddette funzioni sono i seguenti: \begin{prototype}{sys/socket.h} - {int inet\_pton(int af, const char *src, void *addr\_ptr)} Converte la - stringa puntata da \var{src} nell'indirizzo IP da memorizzare - all'indirizzo puntato da \var{addr\_ptr}, la funzione restituisce un - valore positivo in caso di successo, e zero se la stringa non rappresenta un - indirizzo valido, e negativo se \var{af} specifica una famiglia di indirizzi - non valida. +{int inet\_pton(int af, const char *src, void *addr\_ptr)} + + Converte l'indirizzo espresso tramite una stringa nel valore numerico. + + \bodydesc{La funzione restituisce un valore negativo se \var{af} specifica + una famiglia di indirizzi non valida, settando \var{errno} a + \errcode{EAFNOSUPPORT}, un valore nullo se \param{src} non rappresenta un + indirizzo valido, ed un valore positivo in caso di successo.} \end{prototype} + +La funzione converte la stringa indicata tramite \param{src} nel valore +numerico dell'indirizzo IP del tipo specificato da \param{af} che viene +memorizzato all'indirizzo puntato da \var{addr\_ptr}, la funzione restituisce +un valore positivo in caso di successo, e zero se la stringa non rappresenta +un indirizzo valido, e negativo se \var{af} specifica una famiglia di +indirizzi non valida. + + \begin{prototype}{sys/socket.h} {char *inet\_ntop(int af, const void *addr\_ptr, char *dest, size\_t len)} Converte la struttura dell'indirizzo puntata da \var{addr\_ptr} in una stringa che viene copiata nel buffer puntato dall'indirizzo \var{dest}; questo deve essere preallocato dall'utente e la lunghezza deve essere almeno - \macro{INET\_ADDRSTRLEN} in caso di indirizzi IPv4 e - \macro{INET6\_ADDRSTRLEN} per indirizzi IPv6; la lunghezza del buffer deve + \const{INET\_ADDRSTRLEN} in caso di indirizzi IPv4 e + \const{INET6\_ADDRSTRLEN} per indirizzi IPv6; la lunghezza del buffer deve comunque venire specificata attraverso il parametro \var{len}. \bodydesc{La funzione restituisce un puntatore non nullo a \var{dest} in caso di successo e un puntatore nullo in caso di fallimento, in quest'ultimo caso viene impostata la variabile \var{errno} con il valore - \macro{ENOSPC} in caso le dimensioni dell'indirizzo eccedano la lunghezza - specificata da \var{len} o \macro{ENOAFSUPPORT} in caso \var{af} non sia + \errval{ENOSPC} in caso le dimensioni dell'indirizzo eccedano la lunghezza + specificata da \var{len} o \errval{ENOAFSUPPORT} in caso \var{af} non sia una famiglia di indirizzi valida.} \end{prototype} @@ -832,7 +851,7 @@ ssize_t SockWrite(int fd, const void *buf, size_t count) Come si può notare le funzioni ripetono la lettura/scrittura in un ciclo fino all'esaurimento del numero di byte richiesti, in caso di errore viene -controllato se questo è \macro{EINTR} (cioè un'interruzione della system call +controllato se questo è \errcode{EINTR} (cioè un'interruzione della system call dovuta ad un segnale), nel qual caso l'accesso viene ripetuto, altrimenti l'errore viene ritornato interrompendo il ciclo. @@ -925,8 +944,8 @@ comando (effettuata con le apposite routine illustrate in \capref{sec:proc_opt_handling}). Il primo passo (\texttt{\small 14--18}) è creare un \textit{socket} IPv4 -(\macro{AF\_INET}), di tipo TCP \macro{SOCK\_STREAM}. La funzione -\macro{socket} ritorna il descrittore che viene usato per identificare il +(\const{AF\_INET}), di tipo TCP \const{SOCK\_STREAM}. La funzione +\const{socket} ritorna il descrittore che viene usato per identificare il socket in tutte le chiamate successive. Nel caso la chiamata fallisca si stampa un errore con la relativa routine e si esce. @@ -1051,7 +1070,7 @@ sono omesse le parti relative al trattamento delle opzioni da riga di comando. La creazione del socket (\texttt{\small 22--26}) è analoga al caso precedente, come pure l'inizializzazione della struttura \type{sockaddr\_in}, anche in questo caso si usa la porta standard del servizio daytime, ma come indirizzo -IP si il valore predefinito \macro{INET\_ANY} che corrisponde ad un indirizzo +IP si il valore predefinito \const{INET\_ANY} che corrisponde ad un indirizzo generico (\texttt{\small 27--31}). Si effettua poi (\texttt{\small 32--36}) la chiamata alla funzione diff --git a/system.tex b/system.tex index f6e6d50..3189d48 100644 --- a/system.tex +++ b/system.tex @@ -84,7 +84,7 @@ avere un valore minimo di 8. \footnotesize \begin{tabular}[c]{|l|r|l|} \hline - \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ + \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ \hline \hline \const{MB\_LEN\_MAX}& 16 & massima dimensione di un @@ -126,7 +126,7 @@ A questi valori lo standard ISO C90 ne aggiunge altri tre, relativi al tipo \footnotesize \begin{tabular}[c]{|l|r|l|} \hline - \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ + \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ \hline \hline \const{LLONG\_MAX}& 9223372036854775807& massimo di \ctyp{long long}\\ @@ -159,7 +159,7 @@ file, riportate in \tabref{tab:sys_file_macro}). \footnotesize \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|} \hline - \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ + \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ \hline \hline \const{ARG\_MAX} &131072& dimensione massima degli argomenti @@ -203,7 +203,7 @@ riportati in \tabref{tab:sys_posix1_general}. \footnotesize \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|} \hline - \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ + \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ \hline \hline \const{\_POSIX\_ARG\_MAX} & 4096& dimensione massima degli argomenti @@ -249,10 +249,10 @@ valori ottenuti da \func{sysconf}. \textbf{Macro}&\textbf{Significato}\\ \hline \hline - \const{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& il sistema supporta il + \macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& il sistema supporta il \textit{job control} (vedi \secref{sec:sess_job_control}).\\ - \const{\_POSIX\_SAVED\_IDS} & il sistema supporta gli identificatori del + \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS} & il sistema supporta gli identificatori del gruppo \textit{saved} (vedi \secref{sec:proc_access_id}) per il controllo di accesso dei processi\\ @@ -340,10 +340,10 @@ relative spiegazioni, si pu \texttt{\_SC\_CLK\_TCK}& \const{CLK\_TCK} & Il numero di \textit{clock tick} al secondo, cioè l'unità di misura del \textit{process time} (vedi \secref{sec:sys_unix_time}).\\ - \texttt{\_SC\_JOB\_CONTROL}&\const{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& + \texttt{\_SC\_JOB\_CONTROL}&\macro{\_POSIX\_JOB\_CONTROL}& Indica se è supportato il \textit{job control} (vedi \secref{sec:sess_job_control}) in stile POSIX.\\ - \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS}&\const{\_POSIX\_SAVED\_IDS}& + \texttt{\_SC\_SAVED\_IDS}&\macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}& Indica se il sistema supporta i \textit{saved id} (vedi \secref{sec:proc_access_id}).\\ \texttt{\_SC\_VERSION}& \const{\_POSIX\_VERSION} & @@ -400,7 +400,7 @@ riportate in \tabref{tab:sys_file_macro}. \footnotesize \begin{tabular}[c]{|l|r|l|} \hline - \textbf{Macro}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ + \textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\ \hline \hline \const{LINK\_MAX} &8 & numero massimo di link a un file\\ @@ -414,7 +414,7 @@ riportate in \tabref{tab:sys_file_macro}. del terminale (vedi \secref{sec:term_design}).\\ \hline \end{tabular} - \caption{Macro per i limiti sulle caratteristiche dei file.} + \caption{Costanti per i limiti sulle caratteristiche dei file.} \label{tab:sys_file_macro} \end{table} @@ -447,7 +447,7 @@ analoghe di \tabref{tab:sys_posix1_general}. % \const{\_POSIX\_DELAYTIMER\_MAX}& 32 & \\ \hline \end{tabular} - \caption{Macro dei valori minimi delle caratteristiche dei file per la + \caption{Costanti dei valori minimi delle caratteristiche dei file per la conformità allo standard POSIX.1.} \label{tab:sys_posix1_file} \end{table} @@ -498,7 +498,7 @@ suo prototipo Restituisce informazioni sul sistema nella struttura \param{info}. \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di - fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore \const{EFAULT}.} + fallimento, nel qual caso \var{errno} assumerà il valore \errval{EFAULT}.} \end{prototype} La funzione, che viene usata dal comando \cmd{uname}, restituisce le @@ -516,7 +516,7 @@ indicano rispettivamente: \end{itemize*} l'ultima informazione è stata aggiunta di recente e non è prevista dallo standard POSIX, essa è accessibile, come mostrato in \figref{fig:sys_utsname}, -solo definendo \const{\_GNU\_SOURCE}. +solo definendo \macro{\_GNU\_SOURCE}. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering @@ -601,7 +601,7 @@ Legge o scrive uno dei parametri di sistema. quando non si è specificato sufficiente spazio per ricevere il valore di un parametro. \end{errlist} - ed inoltre \const{EFAULT}. + ed inoltre \errval{EFAULT}. } \end{functions} @@ -719,8 +719,8 @@ sulla directory \param{target}. sbagliato. \item[\errcode{EMFILE}] la tabella dei device \textit{dummy} è piena. \end{errlist} - ed inoltre \const{ENOTDIR}, \const{EFAULT}, \const{ENOMEM}, - \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT} o \const{ELOOP}.} + ed inoltre \errval{ENOTDIR}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM}, + \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT} o \errval{ELOOP}.} \end{prototype} La funzione monta sulla directory \param{target}, detta \textit{mount point}, @@ -825,8 +825,8 @@ Una volta che non si voglia pi \item[\errcode{EBUSY}] \param{target} è la directory di lavoro di qualche processo, o contiene dei file aperti, o un altro mount point. \end{errlist} - ed inoltre \const{ENOTDIR}, \const{EFAULT}, \const{ENOMEM}, - \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT} o \const{ELOOP}.} + ed inoltre \errval{ENOTDIR}, \errval{EFAULT}, \errval{ENOMEM}, + \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT} o \errval{ELOOP}.} \end{prototype} \noindent la funzione prende il nome della directory su cui il filesystem è montato e non il file o il dispositivo che è stato montato,\footnote{questo è @@ -879,9 +879,9 @@ informazioni riguardo al filesystem su cui si trova un certo file, sono \item[\errcode{ENOSYS}] il filesystem su cui si trova il file specificato non supporta la funzione. \end{errlist} - e \const{EFAULT} ed \const{EIO} per entrambe, \const{EBADF} per - \func{fstatfs}, \const{ENOTDIR}, \const{ENAMETOOLONG}, \const{ENOENT}, - \const{EACCES}, \const{ELOOP} per \func{statfs}.} + e \errval{EFAULT} ed \errval{EIO} per entrambe, \errval{EBADF} per + \func{fstatfs}, \errval{ENOTDIR}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, + \errval{EACCES}, \errval{ELOOP} per \func{statfs}.} \end{functions} Queste funzioni permettono di ottenere una serie di informazioni generali @@ -1276,7 +1276,7 @@ corrispondente al valore del campo \var{ut\_id} specificato in \param{ut}. \centering \begin{tabular}[c]{|l|p{8cm}|} \hline - \textbf{Funzione} & \textbf{Significato}\\ + \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\ \hline \hline \const{EMPTY} & Non contiene informazioni valide. \\ @@ -1438,7 +1438,7 @@ funzione \func{getrusage}, il cui prototipo \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, - nel qual caso \var{errno} può essere \const{EINVAL} o \const{EFAULT}.} + nel qual caso \var{errno} può essere \errval{EINVAL} o \errval{EFAULT}.} \end{functions} L'argomento \param{who} permette di specificare il processo di cui si vuole @@ -1509,7 +1509,7 @@ prototipi sono: \item[\errcode{EPERM}] Un processo senza i privilegi di amministratore ha cercato di innalzare i propri limiti. \end{errlist} - ed \const{EFAULT}.} + ed \errval{EFAULT}.} \end{functions} Entrambe le funzioni permettono di specificare su quale risorsa si vuole @@ -1840,7 +1840,7 @@ in nel suddetto formato; il suo prototipo Legge il valore corrente del \textit{calendar time}. \bodydesc{La funzione ritorna il valore del \textit{calendar time} in caso - di successo e -1 in caso di errore, che può essere solo \const{EFAULT}.} + di successo e -1 in caso di errore, che può essere solo \errval{EFAULT}.} \end{prototype} \noindent dove \param{t}, se non nullo, deve essere l'indirizzo di una variabile su cui duplicare il valore di ritorno. @@ -1852,7 +1852,7 @@ sia necessario; il suo prototipo Imposta a \param{t} il valore corrente del \textit{calendar time}. \bodydesc{La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, - che può essere \const{EFAULT} o \const{EPERM}.} + che può essere \errval{EFAULT} o \errval{EPERM}.} \end{prototype} \noindent dato che modificare l'ora ha un impatto su tutto il sistema il cambiamento dell'orologio è una operazione privilegiata e questa funzione @@ -1882,8 +1882,8 @@ sono: \bodydesc{Entrambe le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} può assumere i valori - \const{EINVAL} \const{EFAULT} e per \func{settimeofday} anche - \const{EPERM}.} + \errval{EINVAL} \errval{EFAULT} e per \func{settimeofday} anche + \errval{EPERM}.} \end{functions} Queste funzioni utilizzano una struttura di tipo \var{timeval}, la cui @@ -1961,7 +1961,7 @@ modificare anche la velocit \bodydesc{La funzione restituisce lo stato dell'orologio (un valore $>0$) in caso di successo e -1 in caso di errore, nel qual caso \var{errno} - assumerà i valori \const{EFAULT}, \const{EINVAL} ed \const{EPERM}.} + assumerà i valori \errval{EFAULT}, \errval{EINVAL} ed \errval{EPERM}.} \end{prototype} La funzione richiede una struttura di tipo \var{timex}, la cui definizione, @@ -2140,7 +2140,7 @@ struttura che si utilizza quando si deve specificare un tempo a partire dai dati naturali (ora e data), dato che essa consente anche di trattare la gestione del fuso orario e dell'ora legale.\footnote{in realtà i due campi \var{tm\_gmtoff} e \var{tm\_zone} sono estensioni previste da BSD e dalle - \acr{glibc}, che, quando è definita \const{\_BSD\_SOURCE}, hanno la forma in + \acr{glibc}, che, quando è definita \macro{\_BSD\_SOURCE}, hanno la forma in \figref{fig:sys_tm_struct}.} Le funzioni per la gestione del \textit{broken-down time} sono varie e vanno @@ -2386,7 +2386,7 @@ prima funzione che si pu \bodydesc{La funzione ritorna il puntatore alla stringa col messaggio di errore in caso di successo e \val{null} in caso di errore, nel qual caso - \var{errno} assumerà il valore \const{EINVAL} se si è specificato un + \var{errno} assumerà il valore \errval{EINVAL} se si è specificato un numero di errore non valido.} \end{prototype} @@ -2394,7 +2394,7 @@ In generale \func{strerror} viene usata passando \var{errno} come parametro; nel caso si specifichi un codice sbagliato verrà restituito un messaggio di errore sconosciuto, e la funzione restituirà come errore \errcode{EINVAL}. La funzione tiene conto del valore della variabile di ambiente -\const{LC\_MESSAGES} per usare eventuali traduzioni dei messaggi d'errore +\val{LC\_MESSAGES} per usare eventuali traduzioni dei messaggi d'errore nella localizzazione presente. La funzione utilizza una stringa statica che non deve essere modificata dal @@ -2412,8 +2412,8 @@ thread (compreso il terminatore) \param{size}. \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore alla stringa; in caso di - errore \var{errno} oltre a \const{EINVAL} può assumere anche il valore - \const{ERANGE} per indicare che non c'è sufficiente memoria per contenere + errore \var{errno} oltre a \errval{EINVAL} può assumere anche il valore + \errval{ERANGE} per indicare che non c'è sufficiente memoria per contenere la stringa di descrizione.} \end{prototype} \noindent -- 2.30.2