From 39d4e8cf8eb39ad46335bc6a04695367302034f8 Mon Sep 17 00:00:00 2001 From: Simone Piccardi Date: Wed, 23 Mar 2005 00:02:07 +0000 Subject: [PATCH] Prima parte delle correzioni mandate da Fabio Rossi: etc. -> ecc. ed il capitolo sui segnali. --- ChangeLog | 4 ++ filedir.tex | 2 +- filestd.tex | 2 +- intro.tex | 2 +- macro.tex | 2 +- netlayer.tex | 4 +- network.tex | 6 +-- preambolo.tex | 2 +- process.tex | 2 +- prochand.tex | 2 +- signal.tex | 129 +++++++++++++++++++++++++------------------------- 11 files changed, 81 insertions(+), 76 deletions(-) diff --git a/ChangeLog b/ChangeLog index db8860b..72ef1d6 100644 --- a/ChangeLog +++ b/ChangeLog @@ -1,3 +1,7 @@ +2005-03-23 Simone Piccardi + + * signal.tex: Altra serie di correzioni da Fabio Rossi. + 2005-3-14 Simone Piccardi,,, * correzioni multiple da Fabio Rossi. diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index 88a4112..ff2d330 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -1948,7 +1948,7 @@ di accesso sono i seguenti: \begin{itemize*} \item se il relativo\footnote{per relativo si intende il bit di user-read se il processo vuole accedere in scrittura, quello di user-write per - l'accesso in scrittura, etc.} bit dei permessi d'accesso dell'utente è + l'accesso in scrittura, ecc.} bit dei permessi d'accesso dell'utente è impostato, l'accesso è consentito \item altrimenti l'accesso è negato \end{itemize*} diff --git a/filestd.tex b/filestd.tex index aeeb9a0..4526eb0 100644 --- a/filestd.tex +++ b/filestd.tex @@ -1192,7 +1192,7 @@ questo argomento sono varie differenze. Le funzioni di input infatti sono più orientate verso la lettura di testo libero che verso un input formattato in campi fissi. Uno spazio in \param{format} corrisponde con un numero qualunque di caratteri di -separazione (che possono essere spazi, tabulatori, virgole etc.), mentre +separazione (che possono essere spazi, tabulatori, virgole ecc.), mentre caratteri diversi richiedono una corrispondenza esatta. Le direttive di conversione sono analoghe a quelle di \func{printf} e si trovano descritte in dettaglio nelle pagine di manuale e nel manuale delle \acr{glibc}. diff --git a/intro.tex b/intro.tex index 9e473ed..18e7282 100644 --- a/intro.tex +++ b/intro.tex @@ -250,7 +250,7 @@ Ogni utente appartiene anche ad almeno un gruppo (il cosiddetto \textit{default group}), ma può essere associato ad altri gruppi (i \textit{supplementary group}), questo permette di gestire i permessi di accesso ai file e quindi anche alle periferiche, in maniera più flessibile, -definendo gruppi di lavoro, di accesso a determinate risorse, etc. +definendo gruppi di lavoro, di accesso a determinate risorse, ecc. L'utente e il gruppo sono identificati da due numeri, la cui corrispondenza ad un nome espresso in caratteri è inserita nei due file \file{/etc/passwd} e diff --git a/macro.tex b/macro.tex index 8ad1d49..c8f3296 100644 --- a/macro.tex +++ b/macro.tex @@ -133,7 +133,7 @@ \index{#1@{{\tt {#1}} (struttura dati)}!definizione di}\texttt{#1}% } % struttura dati \newcommand{\param}[1]{\texttt{#1}} % function parameter -\newcommand{\acr}[1]{\textsl{#1}} % acrostic (for pid, suid, etc.) +\newcommand{\acr}[1]{\textsl{#1}} % acrostic (for pid, suid, ecc.) % Aggiunte di Mirko per la gestione delle tabelle complicate come immagini diff --git a/netlayer.tex b/netlayer.tex index db190ee..3f00263 100644 --- a/netlayer.tex +++ b/netlayer.tex @@ -36,7 +36,7 @@ dall'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc719.txt}{RFC~719}; esso nasce per disaccoppiare le applicazioni della struttura hardware delle reti di trasmissione, e creare una interfaccia di trasmissione dei dati indipendente dal sottostante substrato di rete, che può essere realizzato con le tecnologie -più disparate (Ethernet, Token Ring, FDDI, etc.). +più disparate (Ethernet, Token Ring, FDDI, ecc.). \subsection{Introduzione} @@ -216,7 +216,7 @@ dall'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc719.txt}{RFC~719}; esso nasce per disaccoppiare le applicazioni della struttura hardware delle reti di trasmissione, e creare una interfaccia di trasmissione dei dati indipendente dal sottostante substrato di rete, che può essere realizzato con le tecnologie -più disparate (Ethernet, Token Ring, FDDI, etc.). +più disparate (Ethernet, Token Ring, FDDI, ecc.). \subsection{I motivi della transizione} diff --git a/network.tex b/network.tex index 86bdeab..273c8da 100644 --- a/network.tex +++ b/network.tex @@ -255,7 +255,7 @@ sez.~\ref{sec:intro_unix_struct}.\footnote{in realt \hline \hline Livello 4&\textit{Application} &\textsl{Applicazione}& - Telnet, FTP, etc. \\ + Telnet, FTP, ecc. \\ Livello 3&\textit{Transport} &\textsl{Trasporto}& TCP, UDP \\ Livello 2&\textit{Network} &\textsl{Rete}& IP, (ICMP, IGMP) \\ Livello 1&\textit{Link} &\textsl{Collegamento}& @@ -442,7 +442,7 @@ seguenti: orientato alla connessione che provvede un trasporto affidabile per un flusso di dati bidirezionale fra due stazioni remote. Il protocollo ha cura di tutti gli aspetti del trasporto, come l'acknoweledgment, i timeout, la - ritrasmissione, etc. È usato dalla maggior parte delle applicazioni. + ritrasmissione, ecc. È usato dalla maggior parte delle applicazioni. \item[\textsl{UDP}] \textit{User Datagram Protocol}. È un protocollo senza connessione, per l'invio di dati a pacchetti. Contrariamente al TCP il protocollo non è affidabile e non c'è garanzia che i pacchetti raggiungano @@ -522,7 +522,7 @@ dall'\href{http://www.ietf.org/rfc/rfc0719.txt}{RFC~719}. Internet Protocol nasce per disaccoppiare le applicazioni della struttura hardware delle reti di trasmissione, e creare una interfaccia di trasmissione dei dati indipendente dal sottostante substrato di rete, che può essere -realizzato con le tecnologie più disparate (Ethernet, Token Ring, FDDI, etc.). +realizzato con le tecnologie più disparate (Ethernet, Token Ring, FDDI, ecc.). Il compito di IP è pertanto quello di trasmettere i pacchetti da un computer all'altro della rete; le caratteristiche essenziali con cui questo viene realizzato in IPv4 sono due: diff --git a/preambolo.tex b/preambolo.tex index 8d448b2..51bb284 100644 --- a/preambolo.tex +++ b/preambolo.tex @@ -39,7 +39,7 @@ condivisione della conoscenza che sono la ricchezza maggiore che ho ricevuto. E, come per il software libero, anche in questo caso è importante la possibilità di accedere ai sorgenti (e non solo al risultato finale, sia questo una stampa o un file formattato) e la libertà di modificarli per -apportarvi migliorie, aggiornamenti, etc. +apportarvi migliorie, aggiornamenti, ecc. Per questo motivo la Free Software Foundation ha creato una apposita licenza che potesse giocare lo stesso ruolo fondamentale che la GPL ha avuto per il diff --git a/process.tex b/process.tex index 8311831..e67ae82 100644 --- a/process.tex +++ b/process.tex @@ -1071,7 +1071,7 @@ delle relative chiamate (si veda sez.~\ref{sec:proc_exec}). La shell ad esempio ne usa molte per il suo funzionamento (come \texttt{PATH} per la ricerca dei comandi, o \texttt{IFS} per la scansione degli argomenti), -e alcune di esse (come \texttt{HOME}, \texttt{USER}, etc.) sono definite al +e alcune di esse (come \texttt{HOME}, \texttt{USER}, ecc.) sono definite al login (per i dettagli si veda sez.~\ref{sec:sess_login}). In genere è cura dell'amministratore definire le opportune variabili di ambiente in uno script di avvio. Alcune servono poi come riferimento generico per molti programmi diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index ab71e82..b2a4910 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -116,7 +116,7 @@ Dato che tutti i processi attivi nel sistema sono comunque generati da \cmd{init} o da uno dei suoi figli\footnote{in realtà questo non è del tutto vero, in Linux ci sono alcuni processi speciali che pur comparendo come figli di \cmd{init}, o con \acr{pid} successivi, sono in realtà generati - direttamente dal kernel, (come \cmd{keventd}, \cmd{kswapd}, etc.).} si + direttamente dal kernel, (come \cmd{keventd}, \cmd{kswapd}, ecc.).} si possono classificare i processi con la relazione padre/figlio in un'organizzazione gerarchica ad albero, in maniera analoga a come i file sono organizzati in un albero di directory (si veda diff --git a/signal.tex b/signal.tex index 60514f5..1288d6c 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -17,7 +17,7 @@ nessuna informazione che non sia il loro tipo; si tratta in sostanza di un'interruzione software portata ad un processo. In genere essi vengono usati dal kernel per riportare ai processi situazioni -eccezionali (come errori di accesso, eccezioni aritmetiche, etc.) ma possono +eccezionali (come errori di accesso, eccezioni aritmetiche, ecc.) ma possono anche essere usati come forma elementare di comunicazione fra processi (ad esempio vengono usati per il controllo di sessione), per notificare eventi (come la terminazione di un processo figlio), ecc. @@ -25,7 +25,7 @@ esempio vengono usati per il controllo di sessione), per notificare eventi In questo capitolo esamineremo i vari aspetti della gestione dei segnali, partendo da una introduzione relativa ai concetti base con cui essi vengono realizzati, per poi affrontarne la classificazione a secondo di uso e modalità -di generazione fino ad esaminare in dettaglio funzioni e le metodologie di +di generazione fino ad esaminare in dettaglio le funzioni e le metodologie di gestione avanzate e le estensioni fatte all'interfaccia classica nelle nuovi versioni dello standard POSIX. @@ -49,15 +49,15 @@ il seguente: \begin{itemize*} \item un errore del programma, come una divisione per zero o un tentativo di - accesso alla memoria fuori dai limiti validi. -\item la terminazione di un processo figlio. -\item la scadenza di un timer o di un allarme. + accesso alla memoria fuori dai limiti validi; +\item la terminazione di un processo figlio; +\item la scadenza di un timer o di un allarme; \item il tentativo di effettuare un'operazione di input/output che non può - essere eseguita. + essere eseguita; \item una richiesta dell'utente di terminare o fermare il programma. In genere si realizza attraverso un segnale mandato dalla shell in corrispondenza della pressione di tasti del terminale come \code{C-c} o - \code{C-z}.\footnote{indichiamo con \code{C-x} la pressione simultanea al + \code{C-z};\footnote{indichiamo con \code{C-x} la pressione simultanea al tasto \code{x} del tasto control (ctrl in molte tastiere).} \item l'esecuzione di una \func{kill} o di una \func{raise} da parte del processo stesso o di un'altro (solo nel caso della \func{kill}). @@ -65,12 +65,12 @@ il seguente: Ciascuno di questi eventi (compresi gli ultimi due che pure sono controllati dall'utente o da un altro processo) comporta l'intervento diretto da parte del -kernel che causa la generazione un particolare tipo di segnale. +kernel che causa la generazione di un particolare tipo di segnale. Quando un processo riceve un segnale, invece del normale corso del programma, viene eseguita una azione predefinita o una apposita routine di gestione (quello che da qui in avanti chiameremo il \textsl{gestore} del segnale, -dall'inglese\textit{signal handler}) che può essere stata specificata +dall'inglese \textit{signal handler}) che può essere stata specificata dall'utente (nel qual caso si dice che si \textsl{intercetta} il segnale). @@ -119,7 +119,7 @@ segnale e la reinstallazione del suo gestore non sono operazioni atomiche, e sono sempre possibili delle race condition\index{\textit{race~condition}} (sull'argomento vedi quanto detto in sez.~\ref{sec:proc_multi_prog}). -Un'altro problema è che in questa semantica non esiste un modo per bloccare i +Un altro problema è che in questa semantica non esiste un modo per bloccare i segnali quando non si vuole che arrivino; i processi possono ignorare il segnale, ma non è possibile istruire il sistema a non fare nulla in occasione di un segnale, pur mantenendo memoria del fatto che è avvenuto. @@ -161,10 +161,11 @@ categorie principali: errori, eventi esterni e richieste esplicite. Un errore significa che un programma ha fatto qualcosa di sbagliato e non può continuare ad essere eseguito. Non tutti gli errori causano dei segnali, in -genere la condizione di errore più comune comporta la restituzione di un -codice di errore da parte di una funzione di libreria, sono gli errori che -possono avvenire ovunque in un programma che causano l'emissione di un -segnale, come le divisioni per zero o l'uso di indirizzi di memoria non validi. +genere le condizioni di errore più comuni comportano la restituzione di un +codice di errore da parte di una funzione di libreria; sono gli errori che +possono avvenire nella esecuzione delle istruzioni di un programma che causano +l'emissione di un segnale, come le divisioni per zero o l'uso di indirizzi di +memoria non validi. Un evento esterno ha in genere a che fare con l'I/O o con altri processi; esempi di segnali di questo tipo sono quelli legati all'arrivo di dati di @@ -221,7 +222,7 @@ una sola volta. Si ricordi però che se l'azione specificata per un segnale è quella di essere ignorato questo sarà scartato immediatamente al momento della sua generazione, e questo anche se in quel momento il segnale è bloccato (perché bloccare su un -segnale significa bloccarne è la notifica). Per questo motivo un segnale, +segnale significa bloccarne la notifica). Per questo motivo un segnale, fintanto che viene ignorato, non sarà mai notificato, anche se prima è stato bloccato ed in seguito si è specificata una azione diversa (nel qual caso solo i segnali successivi alla nuova specificazione saranno notificati). @@ -233,8 +234,8 @@ segnale. Per alcuni segnali (\const{SIGKILL} e \const{SIGSTOP}) questa azione una delle tre possibilità seguenti: \begin{itemize*} -\item ignorare il segnale. -\item catturare il segnale, ed utilizzare il gestore specificato. +\item ignorare il segnale; +\item catturare il segnale, ed utilizzare il gestore specificato; \item accettare l'azione predefinita per quel segnale. \end{itemize*} @@ -252,7 +253,7 @@ segnale; nella maggior parte dei casi essa porta alla terminazione del processo, ma alcuni segnali che rappresentano eventi innocui vengono ignorati. Quando un segnale termina un processo, il padre può determinare la causa della -terminazione esaminando il codice di stato riportato delle funzioni +terminazione esaminando il codice di stato riportato dalle funzioni \func{wait} e \func{waitpid} (vedi sez.~\ref{sec:proc_wait}); questo è il modo in cui la shell determina i motivi della terminazione di un programma e scrive un eventuale messaggio di errore. @@ -262,7 +263,7 @@ violazioni di accesso) hanno anche la caratteristica di scrivere un file di \textit{core dump} che registra lo stato del processo (ed in particolare della memoria e dello stack) prima della terminazione. Questo può essere esaminato in seguito con un debugger per investigare sulla causa dell'errore. Lo stesso -avviene se i suddetti segnale vengono generati con una \func{kill}. +avviene se i suddetti segnali vengono generati con una \func{kill}. \section{La classificazione dei segnali} @@ -407,7 +408,7 @@ stato dello stack e delle variabili al momento della ricezione del segnale. \end{table} La descrizione dettagliata del significato dei vari segnali, raggruppati per -tipologia, verrà affrontate nei paragrafi successivi. +tipologia, verrà affrontata nei paragrafi successivi. \subsection{Segnali di errore di programma} @@ -465,7 +466,7 @@ al momento della terminazione. Questi segnali sono: ritorna il comportamento del processo è indefinito. È tipico ottenere questo segnale dereferenziando un puntatore nullo o non - inizializzato leggendo al di la della fine di un vettore. + inizializzato leggendo al di là della fine di un vettore. \item[\const{SIGBUS}] Il nome deriva da \textit{bus error}. Come \const{SIGSEGV} questo è un segnale che viene generato di solito quando si dereferenzia un puntatore non inizializzato, la differenza è che @@ -478,7 +479,7 @@ al momento della terminazione. Questi segnali sono: funzione \func{abort} che genera questo segnale. \item[\const{SIGTRAP}] È il segnale generato da un'istruzione di breakpoint o dall'attivazione del tracciamento per il processo. È usato dai programmi per - il debugging e se un programma normale non dovrebbe ricevere questo segnale. + il debugging e un programma normale non dovrebbe ricevere questo segnale. \item[\const{SIGSYS}] Sta ad indicare che si è eseguita una istruzione che richiede l'esecuzione di una system call, ma si è fornito un codice sbagliato per quest'ultima. @@ -595,8 +596,8 @@ segnali sono: \label{sec:sig_job_control} Questi sono i segnali usati dal controllo delle sessioni e dei processi, il -loro uso è specifico e viene trattato in maniera specifica nelle sezioni in -cui si trattano gli argomenti relativi. Questi segnali sono: +loro uso è specializzato e viene trattato in maniera specifica nelle sezioni +in cui si trattano gli argomenti relativi. Questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} \item[\const{SIGCHLD}] Questo è il segnale mandato al processo padre quando un figlio termina o viene fermato. L'azione predefinita è di ignorare il @@ -658,11 +659,11 @@ processo, questi segnali sono: segnale. Se il segnale è bloccato, intercettato o ignorato la chiamata che lo ha causato fallisce, restituendo l'errore \errcode{EPIPE}. \item[\const{SIGLOST}] Sta per \textit{Resource lost}. Tradizionalmente è il - segnale che generato quando si ha un advisory lock su un file su NFS che - viene perso perché il server NFS è stato riavviato. Il progetto GNU lo - utilizza per indicare ad un client il crollo inaspettato di un server. In - Linux è definito come sinonimo di \const{SIGIO}.\footnote{ed è segnalato - come BUG nella pagina di manuale.} + segnale che viene generato quando si perde un advisory lock su un file su + NFS perché il server NFS è stato riavviato. Il progetto GNU lo utilizza per + indicare ad un client il crollo inaspettato di un server. In Linux è + definito come sinonimo di \const{SIGIO}.\footnote{ed è segnalato come BUG + nella pagina di manuale.} \item[\const{SIGXCPU}] Sta per \textit{CPU time limit exceeded}. Questo segnale è generato quando un processo eccede il limite impostato per il tempo di CPU disponibile, vedi sez.~\ref{sec:sys_resource_limit}. @@ -676,7 +677,7 @@ processo, questi segnali sono: \subsection{Ulteriori segnali} \label{sec:sig_misc_sig} -Raccogliamo qui infine usa serie di segnali che hanno scopi differenti non +Raccogliamo qui infine una serie di segnali che hanno scopi differenti non classificabili in maniera omogenea. Questi segnali sono: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} \item[\const{SIGUSR1}] Insieme a \const{SIGUSR2} è un segnale a disposizione @@ -727,11 +728,12 @@ La seconda funzione, \funcd{psignal}, deriva da BSD ed \end{prototype} Una modalità alternativa per utilizzare le descrizioni restituite da -\func{strsignal} e \func{psignal} è quello di fare usare la variabile +\func{strsignal} e \func{psignal} è quello di usare la variabile \var{sys\_siglist}, che è definita in \file{signal.h} e può essere acceduta con la dichiarazione: \includecodesnip{listati/siglist.c} -l'array \var{sys\_siglist} contiene i puntatori alle stringhe di descrizione, + +L'array \var{sys\_siglist} contiene i puntatori alle stringhe di descrizione, indicizzate per numero di segnale, per cui una chiamata del tipo di \code{char *decr = strsignal(SIGINT)} può essere sostituita dall'equivalente \code{char *decr = sys\_siglist[SIGINT]}. @@ -747,13 +749,13 @@ programma. Per questa loro caratteristica la loro gestione non pu effettuata all'interno del normale flusso di esecuzione dello stesso, ma è delegata appunto agli eventuali gestori che si sono installati. -In questa sezione vedremo come si effettua gestione dei segnali, a partire +In questa sezione vedremo come si effettua la gestione dei segnali, a partire dalla loro interazione con le system call, passando per le varie funzioni che -permettono di installare i gestori e controllare le reazioni di un -processo alla loro occorrenza. +permettono di installare i gestori e controllare le reazioni di un processo +alla loro occorrenza. -\subsection{Il comportamento generale del sistema.} +\subsection{Il comportamento generale del sistema} \label{sec:sig_gen_beha} Abbiamo già trattato in sez.~\ref{sec:sig_intro} le modalità con cui il sistema @@ -800,18 +802,18 @@ presenta questa situazione \begin{itemize*} \item la lettura da file che possono bloccarsi in attesa di dati non ancora presenti (come per certi file di dispositivo\index{file!di~dispositivo}, i - socket\index{socket} o le pipe). + socket\index{socket} o le pipe); \item la scrittura sugli stessi file, nel caso in cui dati non possano essere - accettati immediatamente (di nuovo comune per i socket). + accettati immediatamente (di nuovo comune per i socket); \item l'apertura di un file di dispositivo che richiede operazioni non immediate per una risposta (ad esempio l'apertura di un nastro che deve - essere riavvolto). + essere riavvolto); \item le operazioni eseguite con \func{ioctl} che non è detto possano essere - eseguite immediatamente. + eseguite immediatamente; \item le funzioni di intercomunicazione che si bloccano in attesa di risposte - da altri processi. + da altri processi; \item la funzione \func{pause} (usata appunto per attendere l'arrivo di un - segnale). + segnale); \item la funzione \func{wait} (se nessun processo figlio è ancora terminato). \end{itemize*} @@ -1006,8 +1008,8 @@ Una seconda funzione che pu \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, gli errori sono gli stessi di \func{kill}.} \end{prototype} -\noindent e che permette di inviare un segnale a tutto un \textit{process - group} (vedi sez.~\ref{sec:sess_proc_group}). +\noindent e permette di inviare un segnale a tutto un \textit{process group} +(vedi sez.~\ref{sec:sess_proc_group}). \begin{table}[htb] \footnotesize @@ -1043,7 +1045,7 @@ un gestore installato. Infine, seguendo le specifiche POSIX 1003.1-2001, l'uso della chiamata \code{kill(-1, sig)} comporta che il segnale sia inviato (con la solita eccezione di \cmd{init}) a tutti i processi per i quali i permessi lo -consentano. Lo standard permette comunque alle varie implementazione di +consentano. Lo standard permette comunque alle varie implementazioni di escludere alcuni processi specifici: nel caso in questione Linux non invia il segnale al processo che ha effettuato la chiamata. @@ -1086,10 +1088,10 @@ processo tre diversi timer: \begin{itemize} \item un \textit{real-time timer} che calcola il tempo reale trascorso (che corrisponde al \textit{clock time}). La scadenza di questo timer provoca - l'emissione di \const{SIGALRM}. + l'emissione di \const{SIGALRM}; \item un \textit{virtual timer} che calcola il tempo di processore usato dal processo in user space (che corrisponde all'\textit{user time}). La scadenza - di questo timer provoca l'emissione di \const{SIGVTALRM}. + di questo timer provoca l'emissione di \const{SIGVTALRM}; \item un \textit{profiling timer} che calcola la somma dei tempi di processore utilizzati direttamente dal processo in user space, e dal kernel nelle system call ad esso relative (che corrisponde a quello che in @@ -1216,7 +1218,7 @@ valore corrente di un timer senza modificarlo, \func{setitimer}. -L'ultima funzione che permette l'invio diretto di un segnale è \funcd{abort}; +L'ultima funzione che permette l'invio diretto di un segnale è \funcd{abort}, che, come accennato in sez.~\ref{sec:proc_termination}, permette di abortire l'esecuzione di un programma tramite l'invio di \const{SIGABRT}. Il suo prototipo è: @@ -1384,7 +1386,7 @@ padre.\footnote{in realt ed usa il nome di \const{SIGCLD} come sinonimo di \const{SIGCHLD}.} In generale dunque, quando non interessa elaborare lo stato di uscita di un processo, si può completare la gestione della terminazione installando un -gestore per \const{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare +gestore per \const{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello di chiamare \func{waitpid} per completare la procedura di terminazione in modo da evitare la formazione di zombie\index{zombie}. @@ -1415,16 +1417,15 @@ di zombie\index{zombie}. Il codice del gestore è di lettura immediata; come buona norma di programmazione (si ricordi quanto accennato sez.~\ref{sec:sys_errno}) si -comincia (\texttt{\small 12-13}) con il salvare lo stato corrente di +comincia (\texttt{\small 6--7}) con il salvare lo stato corrente di \var{errno}, in modo da poterlo ripristinare prima del ritorno del gestore -(\texttt{\small 22-23}). In questo modo si preserva il valore della variabile -visto dal corso di esecuzione principale del processo, che sarebbe altrimenti -sarebbe sovrascritto dal valore restituito nella successiva chiamata di -\func{wait}. +(\texttt{\small 16--17}). In questo modo si preserva il valore della variabile +visto dal corso di esecuzione principale del processo, che altrimenti sarebbe +sovrascritto dal valore restituito nella successiva chiamata di \func{wait}. Il compito principale del gestore è quello di ricevere lo stato di terminazione del processo, cosa che viene eseguita nel ciclo in -(\texttt{\small 15-21}). Il ciclo è necessario a causa di una caratteristica +(\texttt{\small 9--15}). Il ciclo è necessario a causa di una caratteristica fondamentale della gestione dei segnali: abbiamo già accennato come fra la generazione di un segnale e l'esecuzione del gestore possa passare un certo lasso di tempo e niente ci assicura che il gestore venga eseguito prima della @@ -1455,7 +1456,7 @@ tutti gli stati di terminazione sono stati ricevuti. \section{Gestione avanzata} \label{sec:sig_control} -Le funzioni esaminate finora fanno riferimento ad alle modalità più elementari +Le funzioni esaminate finora fanno riferimento alle modalità più elementari della gestione dei segnali; non si sono pertanto ancora prese in considerazione le tematiche più complesse, collegate alle varie race condition\index{\textit{race~condition}} che i segnali possono generare e alla @@ -1478,14 +1479,14 @@ versione di \func{sleep} potrebbe essere quella illustrata in fig.~\ref{fig:sig_sleep_wrong}. Dato che è nostra intenzione utilizzare \const{SIGALRM} il primo passo della -nostra implementazione di sarà quello di installare il relativo gestore -salvando il precedente (\texttt{\small 14-17}). Si effettuerà poi una -chiamata ad \func{alarm} per specificare il tempo d'attesa per l'invio del -segnale a cui segue la chiamata a \func{pause} per fermare il programma -(\texttt{\small 17-19}) fino alla sua ricezione. Al ritorno di \func{pause}, -causato dal ritorno del gestore (\texttt{\small 1-9}), si ripristina il -gestore originario (\texttt{\small 20-21}) restituendo l'eventuale tempo -rimanente (\texttt{\small 22-23}) che potrà essere diverso da zero qualora +nostra implementazione sarà quello di installare il relativo gestore salvando +il precedente (\texttt{\small 14-17}). Si effettuerà poi una chiamata ad +\func{alarm} per specificare il tempo d'attesa per l'invio del segnale a cui +segue la chiamata a \func{pause} per fermare il programma (\texttt{\small + 18-20}) fino alla sua ricezione. Al ritorno di \func{pause}, causato dal +ritorno del gestore (\texttt{\small 1-9}), si ripristina il gestore originario +(\texttt{\small 21-22}) restituendo l'eventuale tempo rimanente +(\texttt{\small 23-24}) che potrà essere diverso da zero qualora l'interruzione di \func{pause} venisse causata da un altro segnale. \begin{figure}[!htb] -- 2.30.2