From: Simone Piccardi Date: Fri, 23 Nov 2001 18:24:27 +0000 (+0000) Subject: Correzioni varie piu` altra roba sugli standard X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=f0a88aa3fbf538f45accfaf6bd039263a781b1d0;p=gapil.git Correzioni varie piu` altra roba sugli standard --- diff --git a/filestd.tex b/filestd.tex index 3810f04..ed3bce3 100644 --- a/filestd.tex +++ b/filestd.tex @@ -111,12 +111,13 @@ usata \func{freopen}. \label{sec:file_buffering} + \section{Funzioni base} \label{sec:file_ansi_base_func} Esamineremo in questa sezione le funzioni base dell'interfaccia degli stream, -che provvedono le modalità per crearli, e le funzioni disponibili per leggere, -scrivere e compiere le varie operazioni connesse all'uso dei file. +analoghe a quelle di \secref{} per i file descriptor. In particolare vederemo +come aprire, leggere, scrivere e cambiare la posizione corrente in uno stream. \subsection{Apertura di uno stream} diff --git a/gapil.tex b/gapil.tex index ed7c9d6..8b2d5f2 100644 --- a/gapil.tex +++ b/gapil.tex @@ -1,4 +1,4 @@ -%% +%% %% GaPiL : Guida alla Programmazione in Linux %% %% S. Piccardi Oct. 2000 diff --git a/intro.tex b/intro.tex index afd32b4..a43192a 100644 --- a/intro.tex +++ b/intro.tex @@ -391,30 +391,95 @@ sono state in gran parte incorporate negli standard successivi. \subsection{Lo standard System V} \label{sec:intro_sysv} -Come noto Unix nasce nei laboratori della AT/T, che per molti anni ne detiene -il marchio depositato; le varie versioni - - -System V è la denominazione dello Unix sviluppato ufficialmente dalla AT/T; la -sua interfaccia è descritta in un documento dal titolo \textit{System V - Interface Description}, a cui si fa spesso riferimento con la sigla -SVID. Anche questo costituisce un sovrainsieme delle interfacce definite dallo -standard POSIX. - - - -\subsection{Il comportamento standard del \cmd{gcc}} -\label{sec:intro_gcc} - - - -\subsection{Gli standard nelle \acr{glibc}} -\label{sec:intro_glibc_std} - - +Come noto Unix nasce nei laboratori della AT/T, che ne registrò il nome come +marchio depositato, sviluppandone una serie di versioni diverse; nel 1983 la +versione supportata ufficialmente venne rilasciata al pubblico con il nome di +Unix System V. Negli anni successivi l'AT/T proseguì lo sviluppo rilasciando +varie release con aggiunte e integrazioni; nel 1989 un accordo fra vari +venditori (AT/T, Sun, HP, e altro) portò ad una release che provvedeva una +unificazione dell interfacce comprendente Xenix e BSD, la System V release 4. + +La interfaccia di questa ultima release è descritta in un documento dal titolo +\textit{System V Interface Description}, o SVID; spesso però si riferimento a +questo standard con il nome della sua implementazione, usando la sigla SVr4. + +Anche questo costituisce un sovrainsieme delle interfacce definite dallo +standard POSIX. Nel 1992 venne rilasciata una seconda versione del sistema: +la SVr4.2. L'anno successivo la divisione della AT/T (già a suo tempo +rinominata in Unix System Laboratories) venne acquistata dalla Novell, che poi +trasferì il marchio Unix al consorzio X/Open; l'ultima versione di System V fu +la SVr4.2MP rilasciata nel Dicembre 93. + +Le \acr{glibc} implementano le principali funzionalità richieste da SVID che +non sono già incluse negli standard POSIX ed ANSI C, per compatibilità con lo +Unix System V e con altri Unix (come SunOS) che le includono. Tuttavia le +funzionalità più oscure e meno utilizzate (che non sono presenti neanche in +System V) sono state tralasciate. + +Le funzionalità implementate sono principalmente il meccanismo di +intercomunicazione fra i processi e la memoria condivisa (il cosiddetto System +V IPC, che vedremo in \secref{sec:ipc_sysv}) le funzioni della famiglia +\func{hsearch} e \func{drand48}, \func{fmtmsg} e svariate funzioni +matematiche. + + +\subsection{Il comportamento standard del \cmd{gcc} e delle \acr{glibc}} +\label{sec:intro_gcc_glibc_std} + +In Linux gli standard appena descritti sono ottenibili sia attraverso l'uso di +opzioni del compilatore (il \cmd{gcc}) che definendo opportune costanti prima +della inclusione dei file degli header. + +Se si vuole che i programmi seguano una stretta attinenza allo standard ANSI C +si può usare l'opzione \cmd{-ansi} del compilatore, e non sarà riconosciuta +nessuna funzione non riconosciuta dalle specifiche standard ISO per il C. + +Per attivare le varie opzioni è possibile definire le macro di preprocessore, +che controllano le funzionalità che le \acr{glibc} possono mettere a +disposizione questo può essere fatto attraverso l'opzione \cmd{-D} del +compilatore, ma è buona norma inserire gli opportuni \texttt{\#define} nei +propri header file. + +Le macro disponibili per i vari standard sono le seguenti: +\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} +\item[\macro{\_POSIX\_SOURCE}] definendo questa macro si rendono disponibili + tutte le funzionalità dello standard POSIX.1 (la versione IEEE Standard + 1003.1) insieme a tutte le funzionalità dello standard ISO C. Se viene anche + definita con un intero positivo la macro \macro{\_POSIX\_C\_SOURCE} lo stato + di questa non viene preso in considerazione. +\item[\macro{\_POSIX\_C\_SOURCE}] definendo questa macro ad un valore intero + positivo si controlla quale livello delle funzionalità specificate da POSIX + viene messa a disposizone; più alto è il valore maggiori sono le + funzionalità. Se è uagule a '1' vengono attivate le funzionalità specificate + nella edizione del 1990 (IEEE Standard 1003.1-1990), valori maggiori o + uguali a '2' attivano le funzionalità POSIX.2 specificate nell'edizione del + 1992 (IEEE Standard 1003.2-1992). Un valore maggiore o uguale a `199309L' + attiva le funzionalità POSIX.1b specificate nell'edizione del 1993 (IEEE + Standard 1003.1b-1993). Un valore maggiore o uguale a `199506L' attiva le + funzionalità POSIX.1 specificate nell'edizione del 1996 (ISO/IEC 9945-1: + 1996). Valori superiori abiliteranno ulteriori estensioni. +\item[\macro{\_BSD\_SOURCE}] definendo questa macro si attivano le + funzionalità derivate da BSD4.3, insieme a quelle previste dagli standard + ISO C, POSIX.1 e POSIX.2. Alcune delle funzionalità previste da BSD sono + però in conflitto con le corrispondenti definite nello standard POSIX.1, in + questo caso le definizioni previste da BSD4.3 hanno la precedenza rispetto a + POSIX. A causa della natura dei conflitti con POSIX per ottenere una piena + compatibilità con BSD4.3 è necessario anche usare una libreria di + compatibilità, dato che alcune funzioni sono definite in modo diverso. In + questo caso occorre pertanto anche usare l'opzione \cmd{-lbsd-compat} con il + compilatore per indicargli di utilizzare le versioni nella libreria di + compatibilità prima di quelle normali. +\item[\macro{\_SVID\_SOURCE}] definendo questa macro si attivano le + funzionalità derivate da SVID. Esse comprendono anche quelle definite negli + standard ISO C, POSIX.1, POSIX.2, and X/Open. +\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE}] +\item[\macro{\_XOPEN\_SOURCE\_EXTENDED}] +\item[\macro{\_ISOC99\_SOURCE}] +\item[\macro{\_GNU\_SOURCE}] +\item[\macro{\_LARGEFILE\_SOURCE}] +\end{basedescript} \subsection{Gli standard di Linux} -\label{sec:intro_data_types} - - +\label{sec:intro_linux_std} +Da fare (o cassare, a seconda del tempo e della voglia). \ No newline at end of file diff --git a/network.tex b/network.tex index 49c6a5f..180d9aa 100644 --- a/network.tex +++ b/network.tex @@ -74,8 +74,10 @@ livelli, secondo quanto riportato in \ntab. \begin{table}[htb] \centering - \begin{tabular}{l c c l} - \textbf{Livello} & \multicolumn{2}{c}{\textbf{Nome}} & \\ + \begin{tabular}{|l|c|c|l|} + \hline + \textbf{Livello} & \multicolumn{2}{|c|}{\textbf{Nome}} & \\ + \hline \hline Livello 7&\textit{Application} &\textsl{Applicazione}& \\ Livello 6&\textit{Presentation} &\textsl{Presentazione}& \\ @@ -120,8 +122,10 @@ operativo rispetto alla divisione fra user space e kernel space spiegata in \begin{table}[htb] \centering - \begin{tabular}{l c c l} - \textbf{Livello} & \multicolumn{2}{c}{\textbf{Nome}} & \textbf{Esempi} \\ + \begin{tabular}{|l|c|c|l|} + \hline + \textbf{Livello} & \multicolumn{2}{|c|}{\textbf{Nome}} & \textbf{Esempi} \\ + \hline \hline Livello 1&\textit{Application} &\textsl{Applicazione}& Telnet, FTP, etc. \\ diff --git a/socket.tex b/socket.tex index e5fc8ae..0efc4fd 100644 --- a/socket.tex +++ b/socket.tex @@ -165,21 +165,22 @@ protocolli disponibili sono riportate in \ntab. \begin{table}[htb] \footnotesize \centering - \begin{tabular}[c]{lll} + \begin{tabular}[c]{|l|l|l|} \hline - \textsl{Nome} & \textsl{Utilizzo} &\textsl{Man page} \\ + \textbf{Nome} & \textbf{Utilizzo} &\textbf{Man page} \\ \hline \hline - PF\_UNIX,PF\_LOCAL & Local communication & unix(7) \\ - PF\_INET & IPv4 Internet protocols & ip(7) \\ - PF\_INET6 & IPv6 Internet protocols & \\ - PF\_IPX & IPX - Novell protocols & \\ - PF\_NETLINK & Kernel user interface device & netlink(7) \\ - PF\_X25 & ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol & x25(7) \\ - PF\_AX25 & Amateur radio AX.25 protocol & \\ - PF\_ATMPVC & Access to raw ATM PVCs & \\ - PF\_APPLETALK & Appletalk & ddp(7) \\ - PF\_PACKET & Low level packet interface & packet(7) \\ + \macro{PF\_UNIX}, + \macro{PF\_LOCAL} & Local communication & unix(7) \\ + \macro{PF\_INET} & IPv4 Internet protocols & ip(7) \\ + \macro{PF\_INET6} & IPv6 Internet protocols & \\ + \macro{PF\_IPX} & IPX - Novell protocols & \\ + \macro{PF\_NETLINK}& Kernel user interface device & netlink(7) \\ + \macro{PF\_X25} & ITU-T X.25 / ISO-8208 protocol & x25(7) \\ + \macro{PF\_AX25} & Amateur radio AX.25 protocol & \\ + \macro{PF\_ATMPVC} & Access to raw ATM PVCs & \\ + \macro{PF\_APPLETALK}& Appletalk & ddp(7) \\ + \macro{PF\_PACKET} & Low level packet interface & packet(7) \\ \hline \end{tabular} \caption{Famiglie di protocolli definiti in Linux} @@ -332,21 +333,21 @@ definiti; la struttura \multicolumn{1}{|c|}{Header} \\ \hline \hline - \texttt{int8\_t} & intero a 8 bit con segno & \texttt{sys/types.h}\\ - \texttt{uint8\_t} & intero a 8 bit senza segno & \texttt{sys/types.h}\\ - \texttt{int16\_t} & intero a 16 bit con segno & \texttt{sys/types.h}\\ - \texttt{uint16\_t} & intero a 16 bit senza segno& \texttt{sys/types.h}\\ - \texttt{int32\_t} & intero a 32 bit con segno & \texttt{sys/types.h}\\ - \texttt{uint32\_t} & intero a 32 bit senza segno& \texttt{sys/types.h}\\ + \type{int8\_t} & intero a 8 bit con segno & \file{sys/types.h}\\ + \type{uint8\_t} & intero a 8 bit senza segno & \file{sys/types.h}\\ + \type{int16\_t} & intero a 16 bit con segno & \file{sys/types.h}\\ + \type{uint16\_t} & intero a 16 bit senza segno& \file{sys/types.h}\\ + \type{int32\_t} & intero a 32 bit con segno & \file{sys/types.h}\\ + \type{uint32\_t} & intero a 32 bit senza segno& \file{sys/types.h}\\ \hline - \texttt{sa\_family\_t} & famiglia degli indirizzi& \texttt{sys/socket.h}\\ - \texttt{socklen\_t} & lunghezza (\texttt{uint32\_t}) dell'indirizzo di - un socket& \texttt{sys/socket.h}\\ + \type{sa\_family\_t} & famiglia degli indirizzi& \file{sys/socket.h}\\ + \type{socklen\_t} & lunghezza (\type{uint32\_t}) dell'indirizzo di + un socket& \type{sys/socket.h}\\ \hline - \texttt{in\_addr\_t} & indirizzo IPv4 (\texttt{uint32\_t}) & - \texttt{netinet/in.h}\\ - \texttt{in\_port\_t} & porta TCP o UDP (\texttt{uint16\_t})& - \texttt{netinet/in.h}\\ + \type{in\_addr\_t} & indirizzo IPv4 (\file{uint32\_t}) & + \type{netinet/in.h}\\ + \type{in\_port\_t} & porta TCP o UDP (\file{uint16\_t})& + \type{netinet/in.h}\\ \hline \end{tabular} \caption{Tipi di dati usati nelle strutture degli indirizzi, secondo quanto @@ -669,10 +670,10 @@ il tipo di conversione effettuata e stanno per \textit{presentation} e % \end{figure} -Entrambe le funzioni accettano l'argomento \texttt{af} che indica il tipo di -indirizzo e può essere \texttt{AF\_INET} o \texttt{AF\_INET6}. Se la famiglia -indicata non è valida entrambe le funzioni settano la variabile \texttt{errno} -al valore \texttt{EAFNOSUPPORT}. I prototipi delle suddette funzioni sono i +Entrambe le funzioni accettano l'argomento \param{af} che indica il tipo di +indirizzo e può essere \macro{AF\_INET} o \macro{AF\_INET6}. Se la famiglia +indicata non è valida entrambe le funzioni settano la variabile \var{errno} +al valore \macro{EAFNOSUPPORT}. I prototipi delle suddette funzioni sono i seguenti: \begin{prototype}{sys/socket.h} {int inet\_pton(int af, const char *src, void *addr\_ptr)} Converte la