From: Simone Piccardi Date: Thu, 19 Jul 2001 17:47:12 +0000 (+0000) Subject: Aggiunte altre figure, e materiale vario a spasso. X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=e239c3df54406ccbc9415d1d767ca6be41de14f3;p=gapil.git Aggiunte altre figure, e materiale vario a spasso. --- diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index c071eca..b7a2bb9 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -2,14 +2,118 @@ \label{cha:files_and_dirs} In questo capitolo tratteremo in dettaglio le modalità con cui si gestiscono -files e directories, ed in particolare esamineremo come è strutturato il -sistema base di protezioni e controllo di accesso ai files, e tutta -l'interfaccia che permette la manipolazione dei vari attributi di files e -directories. Tutto quello che riguarda invece la manipolazione del contenuto -dei file è lasciato ai capitoli successivi. +file e directory, ed in particolare esamineremo come è strutturato il sistema +base di protezioni e controllo di accesso ai file, e tutta l'interfaccia che +permette la manipolazione dei vari attributi di file e directory. Tutto quello +che riguarda invece la manipolazione del contenuto dei file è lasciato ai +capitoli successivi. -\section{La gestione di file e directory} + +\section{Il controllo di accesso ai file} +\label{sec:filedir_access_control} + +Una delle caratteristiche fondamentali di tutti i sistemi unix-like è quella +del controllo di accesso ai file, che viene implementato per qualunque +filesystem standard. In questa sezione ne esamineremo i concetti essenziali e +le funzioni usate per gestirne i vari aspetti. + + +\subsection{I permessi per l'accesso ai file} +\label{sec:filedir_perm_overview} + +Il controllo di accesso ai file in unix segue un modello abbastanza semplice, +ma adatto alla gran parte delle esigenze, in cui si dividono i permessi su tre +livelli. Si tenga conto poi che quanto diremo è vero solo per filesystem di +tipo unix, e non è detto che sia applicabile a un filesystem +qualunque\footnote{ed infatti non è vero per il filesystem vfat di Windows, + per il quale vengono assegnati in maniera fissa con un opzione in fase di + montaggio}. Esistono inoltre estensioni che permettono di implementare le +ACL (\textit{Access Control List}) che sono un meccanismo di controllo di +accesso molto più sofisticato. + +Ad ogni file unix associa sempre l'utente che ne è proprietario (il cosiddetto +\textit{owner}) e il gruppo di appartenenza, secondo il meccanismo degli +identificatoti di utenti e gruppi (uid e gig) già accennato in +\secref{sec:intro_multiuser}, e un insieme di permessi che sono divisi in tre +classi, e cioè attribuiti rispettivamente al proprietario, a qualunque utente +faccia parte del gruppo cui appartiene il file, e a tutti gli altri utenti. + +I permessi sono espressi da un insieme di 12 bit: di questi i nove meno +significativi sono usati a gruppi di tre per indicare i permessi base di +lettura, scrittura ed esecuzione (indicati rispettivamente con le lettere +\textit{w}, \textit{r} \textit{x} nell'output di \cmd{ls}) applicabili +rispettivamente al proprietario, al gruppo, a tutti (una descrizione più +dettagliata dei vari permessi associati ai file è riportata in +\secref{sec:filedir_suid_sgid}). I restanti tre bit sono usati per indicare +alcune caratteristiche più complesse (\textit{suid}, \textit{sgid}, e +\textit{sticky}) su cui pure torneremo in seguito (vedi +\secref{sec:filedir_suid_sgid} e \secref{sec:filedir_sticky}). + +Tutte queste informazioni sono tenute per ciascun file nell'inode, in +opportuni bit del campo \var{st\_mode} della struttura letta da \func{stat} +(vedi \figref{fig:filedir_stat_struct}) che possono essere controllati con i +valori riportati in \ntab. + +\begin{table}[htb] + \centering + + \caption{I bit deipermessi di accesso ai file, come definiti in + \texttt{}} + \label{tab:file_bit_perm} +\end{table} + + +% Quando un processo cerca l'accesso al file esso controlla i propri uid e gid +% confrontandoli con quelli del file e se l'operazione richiesta è compatibile +% con i permessi associati al file essa viene eseguita, altrimenti viene +% bloccata ed è restituito un errore di \texttt{EPERM}. Questo procedimento non +% viene eseguito per l'amministratore di sistema (il cui uid è zero) il quale +% a +% pertanto accesso senza restrizione a qualunque file del sistema. + +% In realtà il procedimento è più complesso di quanto descritto in maniera +% elementare qui; inoltre ad un processo sono associati diversi identificatori, +% torneremo su questo in maggiori dettagli in seguito in \secref{sec:proc_perms}. + + +\subsection{I flag \texttt{suid} e \texttt{sgid}} +\label{sec:filedir_suid_sgid} + +\subsection{La titolarità di nuovi files e directory} +\label{sec:filedir_ownership} + + +\subsection{La funzione \texttt{access}} +\label{sec:filedir_access} + + +\subsection{La funzione \texttt{umask}} +\label{sec:filedir_umask} + + +\subsection{Le funzioni \texttt{chmod} e \texttt{fchmod}} +\label{sec:filedir_chmod} + +\subsection{Il flag \texttt{sticky}} +\label{sec:filedir_sticky} + +\subsection{Le funzioni \texttt{chown}, \texttt{fchown} e \texttt{lchown}} +\label{sec:filedir_chown} + + + + +%La struttura fondamentale che contiene i dati essenziali relativi ai file è il +%cosiddetto \textit{inode}; questo conterrà informazioni come il +%tipo di file (file di dispositivo, directory, file di dati, per un elenco +%completo vedi \ntab), i permessi (vedi \secref{sec:file_perms}), le date (vedi +%\secref{sec:file_times}). + + + + +\section{La manipolazione di file e directory} Le prime funzioni che considereremo sono quelle relative alla gestione di file e directory, secondo le caratteristiche standard che essi presentano in un @@ -26,13 +130,13 @@ ambiente unix, dove tali collegamenti sono usualmente chiamati \textit{link}, ma data la struttura del sistema ci sono due metodi sostanzialmente diversi per fare questa operazione. -Come si è appena detto l'accesso al contenuto di un file su disco avviene -attraverso il suo inode, e il nome che si trova in una directory è solo una -etichetta associata ad un puntatore a detto inode. Questo significa che la -realizzazione di un link è immediata in quanto uno stesso file può avere tanti -nomi diversi allo stesso tempo, dati da altrettante diverse associazioni allo -stesso inode; si noti poi che nessuno di questi nomi viene ad assumere una -particolare preferenza rispetto agli altri. +Come spiegato in \secref{sec:fileintr_architecture} l'accesso al contenuto di +un file su disco avviene attraverso il suo inode, e il nome che si trova in +una directory è solo una etichetta associata ad un puntatore a detto inode. +Questo significa che la realizzazione di un link è immediata in quanto uno +stesso file può avere tanti nomi diversi allo stesso tempo, dati da +altrettante diverse associazioni allo stesso inode; si noti poi che nessuno di +questi nomi viene ad assumere una particolare preferenza rispetto agli altri. Per aggiungere un nome ad un inode si utilizza la funzione \texttt{link}; si suole chiamare questo tipo di associazione un collegamento diretto (o @@ -43,39 +147,21 @@ principali, come risultano dalla man page, sono le seguenti: Crea un nuovo collegamento diretto al file indicato da \texttt{oldpath} dandogli nome \texttt{newpath}. - La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un errore, in caso - di errore. La variabile \texttt{errno} viene settata secondo i seguenti - codici di errore: + La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 in caso di errore. La + variabile \texttt{errno} viene settata opportunamente, i principali codici + di errore sono: \begin{errlist} \item \texttt{EXDEV} \texttt{oldpath} e \texttt{newpath} non sono sullo stesso filesystem. \item \texttt{EPERM} il filesystem che contiene \texttt{oldpath} e \texttt{newpath} non supporta i link diretti o è una directory. - \item \texttt{EFAULT} una delle stringhe passate come parametri è fuori - dello spazio di indirizzi del processo. - \item \texttt{EACCESS} errore di accesso (mancano i permessi per scrivere o - per attraversare le directories), vedi \secref{sec:filedir_access_control} - per i dettagli. - \item \texttt{ENAMETOOLONG} una dei due pathname è troppo lungo. - \item \texttt{ENOENT} un componente di \texttt{oldpath} o \texttt{newpath} - non esiste o è un link simbolico spezzato. - \item \texttt{ENOTDIR} un componente di \texttt{oldpath} o \texttt{newpath} - non è una directory. - \item \texttt{ENOMEM} il kernel non ha a disposizione memoria sufficiente a - completare l'operazione. - \item \texttt{EROFS} la directory su cui si vuole inserire il nuovo link è - su un filesystem montato readonly. \item \texttt{EEXIST} un file (o una directory) con quel nome esiste di già. \item \texttt{EMLINK} ci sono troppi link al file \texttt{oldpath} (il numero massimo è specificato dalla variabile \texttt{LINK\_MAX}, vedi \secref{sec:xxx_limits}). - \item \texttt{ELOOP} si incontrati troppi link simbolici nella risoluzione - di \texttt{oldpath} o \texttt{newpath}. - \item \texttt{ENOSPC} la directory in cui si vuole creare il link non ha - spazio per ulteriori voci. - \item \texttt{EIO} c'è stato un errore di input/output. \end{errlist} + \end{prototype} La creazione di un nuovo collegamento diretto non copia il contenuto del file, @@ -112,28 +198,14 @@ effettua con la funzione \texttt{unlink}; il suo prototipo qual caso il file non viene toccato. La variabile \texttt{errno} viene settata secondo i seguenti codici di errore: \begin{errlist} - \item \texttt{EACCESS} errore di accesso (mancano i permessi per scrivere o - per attraversare le directories), vedi \secref{sec:filedir_access_control} - per i dettagli. - \item \texttt{EISDIR} \texttt{pathname} si riferisce ad una directory + \item \texttt{EISDIR} \var{pathname} si riferisce ad una directory (valore specifico ritornato da linux che non consente l'uso di \texttt{unlink} con le directory, e non conforme allo standard POSIX, che prescrive invece l'uso di \texttt{EPERM} in caso l'operazione non sia consnetita o il processo non abbia privilegi sufficienti). - \item \texttt{EFAULT} la stringa - passata come parametro è fuori dello spazio di indirizzi del processo. - \item \texttt{ENAMETOOLONG} il pathname troppo lungo. - \item \texttt{ENOENT} uno dei componenti del pathname non esiste o è un link - simbolico spezzato. - \item \texttt{ENOTDIR} uno dei componenti del pathname non è una directory. - \item \texttt{EISDIR} \texttt{pathname} fa riferimento a una directory. - \item \texttt{ENOMEM} il kernel non ha a disposizione memoria sufficiente a - completare l'operazione. - \item \texttt{EROFS} \texttt{pathname} è su un filesystem montato in sola - lettura. - \item \texttt{ELOOP} ci sono troppi link simbolici nella risoluzione del - pathname. - \item \texttt{EIO} errore di input/output. + \item \texttt{EROFS} \var{pathname} è su un filesystem montato in sola + lettura. + \item \texttt{EISDIR} \var{pathname} fa riferimento a una directory. \end{errlist} \end{prototype} @@ -523,6 +595,7 @@ per cambiare directory di lavoro. \end{prototype} + \section{La manipolazione delle caratteristiche dei files} \label{sec:filedir_infos} @@ -693,7 +766,7 @@ effettuare delle selezioni sul tipo di file voluto, combinando opportunamente i vari flag; ad esempio se si volesse controllare se un file è una directory o un file ordinario si potrebbe definire la condizione: \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} -#define IS_FILE_DIR(x) ( ((x) & S_IFMT) & (S_IFDIR | S_IFREG) ) +#define IS_FILE_DIR(x) (((x) & S_IFMT) & (S_IFDIR | S_IFREG)) \end{lstlisting} in cui prima si estraggono da \var{st\_mode} i bit relativi al tipo di file e poi si effettua il confronto con la combinazione di tipi scelta. @@ -763,6 +836,7 @@ dipende dall'implementazione: il file pu fino alla lunghezza scelta; in quest'ultimo caso lo spazio viene riempito con zeri (e in genere si ha la creazione di un hole nel file). + \subsection{I tempi dei file} \label{sec:filedir_file_times} @@ -889,7 +963,7 @@ cambiarne i permessi ha effetti solo sui tempi del file. \end{table} Si noti infine come \var{st\_ctime} non abbia nulla a che fare con il tempo di -creazione del file usato da molti altri sistemi operativi, che in unix non +creazione del file, usato da molti altri sistemi operativi, che in unix non esiste. @@ -938,82 +1012,3 @@ direttamente sul disco senza passare attraverso il filesystem, ma ovviamente molto più complicato da realizzare. -\section{Il controllo di accesso ai file} -\label{sec:filedir_access_control} - -In unix è implementata da qualunque filesystem standard una forma elementare -(ma adatta alla maggior parte delle esigenze) di controllo di accesso ai -files. Torneremo sull'argomento in dettaglio più avanti (vedi -\secref{sec:filedir_access_control}), qui ci limitiamo ad una introduzione dei -concetti essenziali. - -Si tenga conto poi che quanto diremo è vero solo per filesystem di tipo Unix, -e non è detto che sia applicabile (ed infatti non è vero per il filesystem di -Windows) a un filesystem qualunque. Esistono inoltre estensioni che permettono -di implementare le ACL (\textit{Access Control List}) che sono un meccanismo -di controllo di accesso molto più sofisticato. - -Ad ogni file Unix associa sempre l'utente che ne è proprietario (il cosiddetto -\textit{owner}) e il gruppo di appartenenza, secondo il meccanismo degli uid e -gid accennato in \secref{sec:intro_multiuser}, e un insieme di permessi che -sono divisi in tre classi, e cioè attribuiti rispettivamente al proprietario, -a qualunque utente faccia parte del gruppo cui appartiene il file, e a tutti -gli altri utenti. - -I permessi sono espressi da un insieme di 12 bit: di questi i nove meno -significativi sono usati a gruppi di tre per indicare i permessi base di -lettura, scrittura ed esecuzione (indicati rispettivamente con le lettere -\textit{w}, \textit{r} \textit{x}) applicabili rispettivamente al -proprietario, al gruppo, a tutti (una descrizione più dettagliata dei vari -permessi associati ai file è riportata in \secref{sec:filedir_suid_sgid}). I -restanti tre bit sono usati per indicare alcune caratteristiche più complesse -(\textit{suid}, \textit{sgid}, e \textit{sticky}) su cui pure torneremo in -seguito (vedi \secref{sec:filedir_suid_sgid} e \secref{sec:filedir_sticky}). - -Tutte queste informazioni sono tenute per ciascun file nell'inode. Quando un -processo cerca l'accesso al file esso controlla i propri uid e gid -confrontandoli con quelli del file e se l'operazione richiesta è compatibile -con i permessi associati al file essa viene eseguita, altrimenti viene -bloccata ed è restituito un errore di \texttt{EPERM}. Questo procedimento non -viene eseguito per l'amministratore di sistema (il cui uid è zero) il quale ha -pertanto accesso senza restrizione a qualunque file del sistema. - -% In realtà il procedimento è più complesso di quanto descritto in maniera -% elementare qui; inoltre ad un processo sono associati diversi identificatori, -% torneremo su questo in maggiori dettagli in seguito in \secref{sec:proc_perms}. - -\subsection{I flag \texttt{suid} e \texttt{sgid}} -\label{sec:filedir_suid_sgid} - - - - - - -\subsection{La titolarità di nuovi files e directory} -\label{sec:filedir_ownership} - -\subsection{La funzione \texttt{access}} -\label{sec:filedir_access} - -\subsection{La funzione \texttt{umask}} -\label{sec:filedir_umask} - -\subsection{Le funzioni \texttt{chmod} e \texttt{fchmod}} -\label{sec:filedir_chmod} - -\subsection{Il flag \texttt{sticky}} -\label{sec:filedir_sticky} - -\subsection{Le funzioni \texttt{chown}, \texttt{fchown} e \texttt{lchown}} -\label{sec:filedir_chown} - - - - -%La struttura fondamentale che contiene i dati essenziali relativi ai file è il -%cosiddetto \textit{inode}; questo conterrà informazioni come il -%tipo di file (file di dispositivo, directory, file di dati, per un elenco -%completo vedi \ntab), i permessi (vedi \secref{sec:file_perms}), le date (vedi -%\secref{sec:file_times}). - diff --git a/fileintro.tex b/fileintro.tex index c9be147..2bcfe81 100644 --- a/fileintro.tex +++ b/fileintro.tex @@ -339,7 +339,7 @@ di I/O sul dispositivo fisico, secondo lo schema riportato in \nfig. \begin{figure}[htb] \centering - \includegraphics[width=5cm]{img/vfs.eps} + \includegraphics[width=7cm]{img/vfs.eps} \caption{Schema delle operazioni del VFS} \label{fig:fileintr_VFS_scheme} \end{figure} @@ -435,7 +435,7 @@ previste dal kernel \begin{table}[htb] \centering - \begin{tabular}[c]{|c|p{7cm}} + \begin{tabular}[c]{|c|p{7cm}|} \hline \textbf{funzione} & \textbf{operazione} \\ \hline @@ -487,31 +487,39 @@ daremo una descrizione a grandi linee che si adatta alle caratteristiche comuni di un qualunque filesystem standard unix. Dato un disco lo spazio fisico viene usualmente diviso in partizioni; ogni -partizione può contenere un filesystem; quest'ultimo è in genere strutturato -secondo \nfig, con una lista di inodes all'inizio e il resto dello spazio a -disposizione per i dati e le directory. +partizione può contenere un filesystem; la strutturazione tipica +dell'informazione su un disco è riportata in \nfig; in essa si fa riferimento +alla struttura del filesystem ext2, che prevede una separazione dei dati in +\textit{blocks group} che replicano il superblock (ma sulle caratteristiche di +ext2 torneremo in \secref{sec:fileintr_ext2}). È comunque caratteristica +comune di tutti i filesystem unix, indipendentemente da come poi viene +strutturata nei dettagli questa informazione, prevedere una divisione fra la +lista degli inodes e lo spazio a disposizione per i dati e le directory. \begin{figure}[htb] \centering - + \includegraphics[width=9cm]{img/disk_struct.eps} \caption{Organizzazione dello spazio su un disco in partizioni e filesystem} \label{fig:fileintr_disk_filesys} \end{figure} -Se si va ad esaminare come è strutturata l'informazione all'interno di un -singolo filesystem (tralasciando le parti connesse alla strutturazione e al -funzionamento del filesystem stesso come il super-block) avremo una situazione -del tipo di quella esposta in \nfig. +Se si va ad esaminare con maggiore dettaglio la strutturazione +dell'informazione all'interno del singolo filesystem (tralasciando i dettagli +relativi al funzionamento del filesystem stesso come la strutturazione in +gruppi dei blocchi, il superblock e tutti i dati di gestione) possiamo +esemplificare la situazione con uno schema come quello esposto in \nfig. + \begin{figure}[htb] \centering - - \caption{Organizzazione di un filesystem} + \includegraphics[width=11cm]{img/filesys_struct.eps} + \caption{Strutturazionne dei dati all'interno di un filesystem} \label{fig:fileintr_filesys_detail} \end{figure} -da questa figura si evidenziano alcune caratteristiche su cui è bene porre -attenzione in quanto sono fondamentali per capire il funzionamento delle -funzioni che manipolano i file e le directory su cui torneremo fra poco; in -particolare è opportuno ricordare sempre che: + +Da \curfig\ si evidenziano alcune caratteristiche base di ogni filesystem su +cui è bene porre attenzione in quanto sono fondamentali per capire il +funzionamento delle funzioni che manipolano i file e le directory su cui +torneremo in seguitp; in particolare è opportuno ricordare sempre che: \begin{enumerate} @@ -530,38 +538,44 @@ particolare numero di riferimenti (\textit{link count}) che sono stati fatti ad esso; solo quando questo contatore si annulla i dati del file vengono effettivamente rimossi dal disco. Per questo la funzione per cancellare un - file si chiama \texttt{unlink}, ed in realtà non cancella affatto i dati del + file si chiama \func{unlink}, ed in realtà non cancella affatto i dati del file, ma si limita a eliminare la relativa voce da una directory e decrementare il numero di riferimenti nell'\textit{inode}. \item Il numero di \textit{inode} nella voce si riferisce ad un \textit{inode} nello stesso filesystem e non ci può essere una directory che contiene riferimenti ad \textit{inodes} relativi ad altri filesystem. Questo limita - l'uso del comando \texttt{ln} (che crea una nuova voce per un file - esistente, con la funzione \texttt{link}) al filesystem corrente. + l'uso del comando \cmd{ln} (che crea una nuova voce per un file + esistente, con la funzione \func{link}) al filesystem corrente. \item Quando si cambia nome ad un file senza cambiare filesystem il contenuto del file non deve essere spostato, viene semplicemente creata una nuova voce per l'\textit{inode} in questione e rimossa la vecchia (questa è la modalità - in cui opera normalmente il comando \texttt{mv} attraverso la funzione - \texttt{rename}). + in cui opera normalmente il comando \cmd{mv} attraverso la funzione + \func{rename}). \end{enumerate} Infine è bene avere presente che essendo file pure loro, esiste un numero di riferimenti anche per le directories; per cui se ad esempio a partire dalla -situazione mostrata in \curfig\ creiamo una nuova directory \texttt{textdir} -nella directory corrente avremo una situazione come quella in \nfig, dove per +situazione mostrata in \curfig\ creiamo una nuova directory \texttt{img} nella +directory \file{gapil}: avremo una situazione come quella in \nfig, dove per chiarezza abbiamo aggiunto dei numeri di inode. +\begin{figure}[htb] + \centering + \includegraphics[width=11cm]{img/dir_links.eps} + \caption{Organizzazione dei link per le directory} + \label{fig:fileintr_dirs_link} +\end{figure} + La nuova directory avrà allora un numero di riferimenti pari a due, in quanto è referenziata dalla directory da cui si era partiti (in cui è inserita la -nuova voce che fa riferimento a \texttt{textdir}) e dalla voce \texttt{.} +nuova voce che fa riferimento a \file{img}) e dalla voce \file{.} che è sempre inserita in ogni directory; questo vale sempre per ogni directory che non contenga a sua volta altre directories. Al contempo la directory da cui si era partiti avrà un numero di riferiementi di almeno tre, in quanto -adesso sarà referenziata anche dalla voce \texttt{..} di \texttt{textdir}. - +adesso sarà referenziata anche dalla voce \file{..} di \file{img}. \subsection{Il filesystem \texttt{ext2}} \label{sec:fileintr_ext2} @@ -591,7 +605,7 @@ sono le seguenti'' sottodirectory ereditano sia il group id che il setgid. \item l'amministratore può scegliere la dimensione dei blocchi del filesystem in fase di creazione, a seconda delle sue esigenze (blocchi più grandi - peremttono un accesso più veloce, ma sprecano più spazio disco). + permettono un accesso più veloce, ma sprecano più spazio disco). \item il filesystem implementa link simbolici veloci, in cui il nome del file non è salvato su un blocco, ma tenuto all'interno dell'inode (evitando letture multiple e spreco di spazio), non tutti i nomi però possono essere @@ -604,27 +618,32 @@ sono le seguenti'' \end{itemize} La struttura di ext2 è stata ispirata a quella del filesystem di BSD, un -filesystem è composto da un insieme di blocchi, la struttura generale è -riportata in \nfig; su ciascun gruppo di blocchi contiene una copia delle -informazioni essenziali del filesystem (superblock e descrittore del -filesystem) per una maggiore affidabilità e possibilità di recupero in caso di -corruzione del superblock principale. +filesystem è composto da un insieme di blocchi, la struttura generale è quella +riportata in \figref{fig:fileintr_filesys_detail}, in cui la partizione è +divisa in gruppi di blocchi. + +Ciascun gruppo di blocchi contiene una copia delle informazioni essenziali del +filesystem (superblock e descrittore del filesystem sono quindi ridondati) per +una maggiore affidabilità e possibilità di recupero in caso di corruzione del +superblock principale. + \begin{figure}[htb] \centering - - \caption{Organizzazione logica del \textit{second extented filesystem}.} - \label{fig:fileintr_ext2_struct} + \includegraphics[width=9cm]{img/dir_struct.eps} + \caption{Struttura delle directory nel \textit{second extented filesystem}.} + \label{fig:fileintr_ext2_dirs} \end{figure} L'utilizzo di raggrupamenti di blocchi ha inoltre degli effetti positivi nelle performance dato che viene ridotta la distanza fra i dati e la tabella degli inodes. -Le directory sono implementate come una linked list di entrate di dimensione -variabile. Ciascuna entry contiene il numero di inode, la sua lunghezza, il -nome del file e la sua lunghezza. - +Le directory sono implementate come una linked list con voci di dimensione +variabile. Ciascuna voce della lista contiene il numero di inode, la sua +lunghezza, il nome del file e la sua lunghezza, secondo lo schema in \curfig; +in questo modo è possibile implementare nomi per i file anche molto lunghi +(fino a 1024 caratteri) senza sprecare spazio disco. diff --git a/gapil.tex b/gapil.tex index 91f93a0..18f10c4 100644 --- a/gapil.tex +++ b/gapil.tex @@ -1,4 +1,4 @@ -%% +%% %% GaPiL : Guida alla Programmazione in Linux %% %% S. Piccardi Feb. 2001 diff --git a/img/dir_links.dia b/img/dir_links.dia new file mode 100644 index 0000000..7eaf5a3 Binary files /dev/null and b/img/dir_links.dia differ diff --git a/img/dir_struct.dia b/img/dir_struct.dia new file mode 100644 index 0000000..0c5b0ff Binary files /dev/null and b/img/dir_struct.dia differ diff --git a/img/disk_struct.dia b/img/disk_struct.dia new file mode 100644 index 0000000..c86d957 Binary files /dev/null and b/img/disk_struct.dia differ diff --git a/img/filesys_struct.dia b/img/filesys_struct.dia new file mode 100644 index 0000000..49ac773 Binary files /dev/null and b/img/filesys_struct.dia differ diff --git a/img/memory_layout.dia b/img/memory_layout.dia new file mode 100644 index 0000000..3608964 Binary files /dev/null and b/img/memory_layout.dia differ diff --git a/process.tex b/process.tex index 750db60..834190d 100644 --- a/process.tex +++ b/process.tex @@ -388,7 +388,7 @@ programma C viene suddiviso nei seguenti segmenti: \begin{figure}[htb] \centering - + \includegraphics[width=8cm]{img/memory_layout.eps} \caption{Disposizione tipica dei segmenti di memoria di un processo} \label{fig:proc_mem_layout} \end{figure} @@ -496,8 +496,8 @@ la funzione lo utilzza, altrimenti rialloca altrove un blocco della dimensione voluta copiandoci automaticamente il contenuto, lo spazio in più non viene inizializzato. -Il fatto che il blocco di memoria restituito da \texttt{realloc} possa -camabiare comporta che si deve sempre riassegnare al puntatore passato per il +Il fatto che il blocco di memoria restituito da \func{realloc} possa +cambiare comporta che si deve sempre riassegnare al puntatore passato per il ridimensionamento il valore di ritorno della funzione, e che non ci devono essere altri puntatori che puntino all'interno di un'area che si vuole ridimensionare. @@ -537,6 +537,7 @@ le disallocazione, e definisce anche una serie di possibili agganci che permettono di sostituire alle funzioni di libreria una propria versione (che può essere più o meno specializzata per il debugging). + \subsection{La funzione \texttt{alloca}} \label{sec:proc_mem_alloca} @@ -558,8 +559,8 @@ viene rilasciata automaticamente al ritorno della funzione. Come è evidente questa funzione ha molti vantaggi, e permette di evitare i problemi di memory leak non essendo più necessaria la deallocazione esplicita; una delle ragioni principali per usarla è però che funziona anche quando si -usa \texttt{longjump} per uscire con un salto non locale da una funzione (vedi -\secref{sec:proc_longjmp}), +usa \func{longjump} per uscire con un salto non locale da una funzione (vedi +\secref{sec:proc_longjmp}), Un altro vantaggio e che in Linux la funzione è molto veloce e non viene sprecato spazio, infatti non è necessario gestire un pool di memoria da @@ -572,6 +573,17 @@ cerca di allocare troppa memoria non si ottiene un messaggio di errore, ma un segnale di \textit{segmentation violation} analogo a quello che si avrebbe da una ricorsione infinita. +Inoltre non è chiaramente possibile usare questa funzione per allocare memoria +che deve poi essere usata anche al di fuori della funzione in cui questa viene +chiamata, in quanto all'uscita dalla funzione lo spazio allocato diventerebbe +libero, e potrebbe essere sovrascritto all'invocazione di nuove funzioni con +conseguenze imprevedibili. + +Questo è lo stesso problema potenziale che si può avere con le variabili +automatiche; un errore comune infatti è quello di restituire al chiamante un +puntatore ad una di queste variabili, che sarà automaticamente distrutta +all'uscita della funzione, con gli stessi problemi appena citati per +\func{alloca}. \subsection{Le funzioni \texttt{brk} e \texttt{sbrk}} \label{sec:proc_mem_sbrk} @@ -672,7 +684,7 @@ che pu Il controllo del flusso di un programma in genere viene effettuato con le varie istruzioni del linguaggio C, la più bistrattata delle quali è il -\texttt{goto} ampiamente deprecato in favore di costrutti più puliti; esiste +\texttt{goto}, ampiamente deprecato in favore di costrutti più puliti; esiste però un caso in l'uso di questa istruzione porta all'implementazione più efficiente, quello dell'uscita in caso di errore. @@ -820,7 +832,7 @@ versione estesa di \texttt{getopt}. Oltre ai parametri passati da linea di comando ogni processo riceve dal sistema un \textsl{ambiente}, nella forma di una lista di variabili (\textit{environment list}) messa a disposizione dal processo costruita nella -chiamata ad \finc{exec} che lo ha lanciato. +chiamata ad \func{exec} che lo ha lanciato. Come per la lista dei parametri anche questa lista è un array di puntatori a caratteri, ciascuno dei quali punta ad una stringa (terminata da un null). A