From: Simone Piccardi Date: Tue, 8 Oct 2013 14:05:44 +0000 (+0000) Subject: Revisione X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=cfb949627c354806c241631fbcbd98b81f9014b8;p=gapil.git Revisione --- diff --git a/ipc.tex b/ipc.tex index 520793d..978e3b1 100644 --- a/ipc.tex +++ b/ipc.tex @@ -690,9 +690,9 @@ stringa di richiesta dalla \textit{fifo} nota (che a questo punto si bloccherà tutte le volte che non ci sono richieste). Dopo di che, una volta terminata la stringa (\texttt{\small 40}) e selezionato (\texttt{\small 41}) un numero casuale per ricavare la frase da inviare, si procederà (\texttt{\small - 42--46}) all'apertura della \textit{fifo} per la risposta, che poi -\texttt{\small 47--48}) vi sarà scritta. Infine (\texttt{\small 49}) si chiude -la \textit{fifo} di risposta che non serve più. + 42--46}) all'apertura della \textit{fifo} per la risposta, che poi +(\texttt{\small 47--48}) vi sarà scritta. Infine (\texttt{\small 49}) si +chiude la \textit{fifo} di risposta che non serve più. Il codice del client è invece riportato in fig.~\ref{fig:ipc_fifo_client}, anche in questo caso si è omessa la gestione delle opzioni e la funzione che @@ -1422,7 +1422,7 @@ file; il suo prototipo è: \var{msg\_qbytes} oltre il limite \const{MSGMNB} senza essere amministratore. \end{errlist} - ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{EINVAL} nel loro significato + ed inoltre \errval{EFAULT} ed \errval{EINVAL} nel loro significato generico.} \end{funcproto} @@ -1839,7 +1839,6 @@ dei \ids{PID} da parte dei processi, un client eseguito in un momento successivo potrebbe ricevere un messaggio non indirizzato a lui. - \subsection{I semafori} \label{sec:ipc_sysv_sem} @@ -1974,7 +1973,6 @@ quanto riguarda gli altri campi invece: effettuata, viene inizializzato a zero. \end{itemize*} - \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering \begin{minipage}[c]{.80\textwidth} @@ -2079,10 +2077,9 @@ specificata con \param{cmd}, ed opera o sull'intero insieme specificato da \param{semid} o sul singolo semaforo di un insieme, specificato da \param{semnum}. - \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{.80\textwidth} + \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth} \includestruct{listati/semun.h} \end{minipage} \normalsize @@ -2318,7 +2315,7 @@ possa essere ripristinato all'uscita del processo. Infine \var{sem\_op} è il campo che controlla qual'è l'operazione che viene eseguita e determina in generale il comportamento della chiamata a \func{semop}. I casi possibili per il valore di questo campo sono tre: -\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.0cm}} +\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.8cm}} \item[\var{sem\_op} $>0$] In questo caso il valore viene aggiunto al valore corrente di \var{semval} per il semaforo indicato. Questa operazione non causa mai un blocco del processo, ed eventualmente \func{semop} ritorna @@ -2410,7 +2407,7 @@ a queste strutture restano per compatibilità (in particolare con le vecchie versioni delle librerie del C, come le \acr{libc5}). \begin{figure}[!htb] - \centering \includegraphics[width=13cm]{img/semtruct} + \centering \includegraphics[width=12cm]{img/semtruct} \caption{Schema della struttura di un insieme di semafori.} \label{fig:ipc_sem_schema} \end{figure} @@ -2635,7 +2632,7 @@ norma, significa insieme a dei semafori. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{\textwidth} + \begin{minipage}[c]{0.80\textwidth} \includestruct{listati/shmid_ds.h} \end{minipage} \normalsize @@ -2652,7 +2649,7 @@ campo \var{shm\_perm} viene inizializzato come illustrato in sez.~\ref{sec:ipc_sysv_access_control}, e valgono le considerazioni ivi fatte relativamente ai permessi di accesso; per quanto riguarda gli altri campi invece: -\begin{itemize} +\begin{itemize*} \item il campo \var{shm\_segsz}, che esprime la dimensione del segmento, viene inizializzato al valore di \param{size}. \item il campo \var{shm\_ctime}, che esprime il tempo di creazione del @@ -2666,7 +2663,7 @@ invece: creato il segmento, viene inizializzato al \ids{PID} del processo chiamante. \item il campo \var{shm\_nattac}, che esprime il numero di processi agganciati al segmento viene inizializzato a zero. -\end{itemize} +\end{itemize*} Come per le code di messaggi e gli insiemi di semafori, anche per i segmenti di memoria condivisa esistono una serie di limiti imposti dal sistema. Alcuni @@ -2833,7 +2830,6 @@ il suo prototipo è: per \param{shmaddr} o il valore \val{NULL} indicando \const{SHM\_REMAP}. \end{errlist} ed inoltre \errval{ENOMEM} nel suo significato generico. - } \end{funcproto} @@ -2906,14 +2902,14 @@ l'argomento \param{shmaddr} non può essere nullo. In caso di successo la funzione \func{shmat} aggiorna anche i seguenti campi della struttura \struct{shmid\_ds}: -\begin{itemize} +\begin{itemize*} \item il tempo \var{shm\_atime} dell'ultima operazione di aggancio viene impostato al tempo corrente. \item il \ids{PID} \var{shm\_lpid} dell'ultimo processo che ha operato sul segmento viene impostato a quello del processo corrente. \item il numero \var{shm\_nattch} di processi agganciati al segmento viene aumentato di uno. -\end{itemize} +\end{itemize*} Come accennato in sez.~\ref{sec:proc_fork} un segmento di memoria condivisa agganciato ad un processo viene ereditato da un figlio attraverso una @@ -3530,12 +3526,14 @@ contenuto di un file nella memoria di un processo, e che, quando viene usato il flag \const{MAP\_SHARED}, le modifiche effettuate al contenuto del file vengono viste da tutti i processi che lo hanno mappato. Utilizzare questa tecnica per creare una memoria condivisa fra processi diversi è estremamente -inefficiente, in quanto occorre passare attraverso il disco. Però abbiamo -visto anche che se si esegue la mappatura con il flag \const{MAP\_ANONYMOUS} -la regione mappata non viene associata a nessun file, anche se quanto scritto -rimane in memoria e può essere riletto; allora, dato che un processo figlio -mantiene nel suo spazio degli indirizzi anche le regioni mappate, esso sarà -anche in grado di accedere a quanto in esse è contenuto. +inefficiente, in quanto occorre passare attraverso il disco. + +Però abbiamo visto anche che se si esegue la mappatura con il flag +\const{MAP\_ANONYMOUS} la regione mappata non viene associata a nessun file, +anche se quanto scritto rimane in memoria e può essere riletto; allora, dato +che un processo figlio mantiene nel suo spazio degli indirizzi anche le +regioni mappate, esso sarà anche in grado di accedere a quanto in esse è +contenuto. In questo modo diventa possibile creare una memoria condivisa fra processi diversi, purché questi abbiano almeno un progenitore comune che ha effettuato @@ -3584,7 +3582,7 @@ POSIX prendono come primo argomento una stringa che indica uno di questi nomi; lo standard è molto generico riguardo l'implementazione, ed i nomi stessi possono avere o meno una corrispondenza sul filesystem; tutto quello che è richiesto è che: -\begin{itemize*} +\begin{itemize} \item i nomi devono essere conformi alle regole che caratterizzano i \textit{pathname}, in particolare non essere più lunghi di \const{PATH\_MAX} byte e terminati da un carattere nullo. @@ -3593,16 +3591,18 @@ richiesto è che: nome dipende dall'implementazione. \item l'interpretazione di ulteriori \texttt{/} presenti nel nome dipende dall'implementazione. -\end{itemize*} +\end{itemize} Data la assoluta genericità delle specifiche, il comportamento delle funzioni è subordinato in maniera quasi completa alla relativa implementazione, tanto che Stevens in \cite{UNP2} cita questo caso come un esempio della maniera standard usata dallo standard POSIX per consentire implementazioni non -standardizzabili. Nel caso di Linux, sia per quanto riguarda la memoria -condivisa ed i semafori, che per quanto riguarda le code di messaggi, tutto -viene creato usando come radici delle opportune directory (rispettivamente -\file{/dev/shm} e \file{/dev/mqueue}, per i dettagli si faccia riferimento a +standardizzabili. + +Nel caso di Linux, sia per quanto riguarda la memoria condivisa ed i semafori, +che per quanto riguarda le code di messaggi, tutto viene creato usando come +radici delle opportune directory (rispettivamente \file{/dev/shm} e +\file{/dev/mqueue}, per i dettagli si faccia riferimento a sez.~\ref{sec:ipc_posix_shm}, sez.~\ref{sec:ipc_posix_sem} e sez.~\ref{sec:ipc_posix_mq}) ed i nomi specificati nelle relative funzioni sono considerati come un \itindsub{pathname}{assoluto} \textit{pathname} @@ -3649,16 +3649,16 @@ relativi patch) occorre utilizzare la libreria \file{libmqueue}\footnote{i corrispondenza all'inclusione del supporto nel kernel ufficiale anche \file{libmqueue} è stata inserita nella \acr{glibc}, a partire dalla versione 2.3.4 delle medesime.} che contiene le funzioni dell'interfaccia -POSIX.\footnote{in realtà l'implementazione è realizzata tramite delle - opportune chiamate ad \func{ioctl} sui file del filesystem speciale su cui - vengono mantenuti questi oggetti di IPC.} +POSIX (in realtà l'implementazione è realizzata tramite delle opportune +chiamate ad \func{ioctl} sui file del filesystem speciale su cui vengono +mantenuti questi oggetti di IPC). La libreria inoltre richiede la presenza dell'apposito filesystem di tipo \texttt{mqueue} montato su \file{/dev/mqueue}; questo può essere fatto aggiungendo ad \conffile{/etc/fstab} una riga come: -\begin{verbatim} +\begin{Example} mqueue /dev/mqueue mqueue defaults 0 0 -\end{verbatim} +\end{Example} ed esso sarà utilizzato come radice sulla quale vengono risolti i nomi delle code di messaggi che iniziano con una ``\texttt{/}''. Le opzioni di mount accettate sono \texttt{uid}, \texttt{gid} e \texttt{mode} che permettono @@ -3668,20 +3668,19 @@ filesystem. La funzione che permette di aprire (e crearla se non esiste ancora) una coda di messaggi POSIX è \funcd{mq\_open}, ed il suo prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{mqueue.h} - - \funcdecl{mqd\_t mq\_open(const char *name, int oflag)} - - \funcdecl{mqd\_t mq\_open(const char *name, int oflag, unsigned long mode, + +\begin{funcproto}{ +\fhead{mqueue.h} +\fdecl{mqd\_t mq\_open(const char *name, int oflag)} +\fdecl{mqd\_t mq\_open(const char *name, int oflag, unsigned long mode, struct mq\_attr *attr)} - - Apre una coda di messaggi POSIX impostandone le caratteristiche. - - \bodydesc{La funzione restituisce il descrittore associato alla coda in caso - di successo e -1 per un errore; nel quel caso \var{errno} assumerà i - valori: - \begin{errlist} + +\fdesc{Apre una coda di messaggi POSIX impostandone le caratteristiche.} +} + +{La funzione ritorna il descrittore associato alla coda in caso di successo e + $-1$ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: + \begin{errlist} \item[\errcode{EACCES}] il processo non ha i privilegi per accedere al alla memoria secondo quanto specificato da \param{oflag}. \item[\errcode{EEXIST}] si è specificato \const{O\_CREAT} e @@ -3691,23 +3690,23 @@ di messaggi POSIX è \funcd{mq\_open}, ed il suo prototipo è: valori non validi di \var{mq\_maxmsg} e \var{mq\_msgsize}. \item[\errcode{ENOENT}] non si è specificato \const{O\_CREAT} ma la coda non esiste. - \end{errlist} - ed inoltre \errval{ENOMEM}, \errval{ENOSPC}, \errval{EFAULT}, - \errval{EMFILE}, \errval{EINTR} ed \errval{ENFILE}. -} -\end{functions} + \end{errlist} + ed inoltre \errval{ENOMEM}, \errval{ENOSPC}, \errval{EFAULT}, + \errval{EMFILE}, \errval{EINTR} ed \errval{ENFILE} nel loro significato + generico. +} +\end{funcproto} La funzione apre la coda di messaggi identificata dall'argomento \param{name} restituendo il descrittore ad essa associato, del tutto analogo ad un file descriptor, con l'unica differenza che lo standard prevede un apposito tipo -\type{mqd\_t}.\footnote{nel caso di Linux si tratta in effetti proprio di un - normale file descriptor; pertanto, anche se questo comportamento non è - portabile, lo si può tenere sotto osservazione con le funzioni dell'I/O - multiplexing (vedi sez.~\ref{sec:file_multiplexing}) come possibile - alternativa all'uso dell'interfaccia di notifica di \func{mq\_notify} (che - vedremo a breve).} Se la coda esiste già il descrittore farà riferimento -allo stesso oggetto, consentendo così la comunicazione fra due processi -diversi. +\type{mqd\_t}. Nel caso di Linux si tratta in effetti proprio di un normale +file descriptor; pertanto, anche se questo comportamento non è portabile, lo +si può tenere sotto osservazione con le funzioni dell'I/O multiplexing (vedi +sez.~\ref{sec:file_multiplexing}) come possibile alternativa all'uso +dell'interfaccia di notifica di \func{mq\_notify} (che vedremo a breve). Se la +coda esiste già il descrittore farà riferimento allo stesso oggetto, +consentendo così la comunicazione fra due processi diversi. La funzione è del tutto analoga ad \func{open} ed analoghi sono i valori che possono essere specificati per \param{oflag}, che deve essere specificato come @@ -3753,7 +3752,7 @@ cui definizione è riportata in fig.~\ref{fig:ipc_mq_attr}. \begin{figure}[!htb] \footnotesize \centering - \begin{minipage}[c]{\textwidth} + \begin{minipage}[c]{0.90\textwidth} \includestruct{listati/mq_attr.h} \end{minipage} \normalsize @@ -3773,44 +3772,49 @@ impostati ai valori predefiniti. Quando l'accesso alla coda non è più necessario si può chiudere il relativo descrittore con la funzione \funcd{mq\_close}, il cui prototipo è: -\begin{prototype}{mqueue.h} -{int mq\_close(mqd\_t mqdes)} -Chiude la coda \param{mqdes}. - -\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 per un errore; - nel quel caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} o - \errval{EINTR}.} -\end{prototype} +\begin{funcproto}{ +\fhead{mqueue.h} +\fdecl{int mq\_close(mqd\_t mqdes)} + +\fdesc{Chiude una coda di messaggi.} +} + +{La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual + caso \var{errno} assumerà uno dei valori \errval{EBADF} o \errval{EINTR} nel + loro significato generico. +} +\end{funcproto} -La funzione è analoga a \func{close},\footnote{in Linux, dove le code sono - implementate come file su un filesystem dedicato, è esattamente la stessa - funzione.} dopo la sua esecuzione il processo non sarà più in grado di usare -il descrittore della coda, ma quest'ultima continuerà ad esistere nel sistema -e potrà essere acceduta con un'altra chiamata a \func{mq\_open}. All'uscita di +La funzione è analoga a \func{close} (e in Linux, dove le code sono +implementate come file su un filesystem dedicato, è esattamente la stessa +funzione) dopo la sua esecuzione il processo non sarà più in grado di usare il +descrittore della coda, ma quest'ultima continuerà ad esistere nel sistema e +potrà essere acceduta con un'altra chiamata a \func{mq\_open}. All'uscita di un processo tutte le code aperte, così come i file, vengono chiuse automaticamente. Inoltre se il processo aveva agganciato una richiesta di notifica sul descrittore che viene chiuso, questa sarà rilasciata e potrà essere richiesta da qualche altro processo. - Quando si vuole effettivamente rimuovere una coda dal sistema occorre usare la funzione \funcd{mq\_unlink}, il cui prototipo è: -\begin{prototype}{mqueue.h} -{int mq\_unlink(const char *name)} -Rimuove una coda di messaggi. - -\bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di - errore; nel quel caso \var{errno} assumerà gli stessi valori riportati da - \func{unlink}.} -\end{prototype} +\begin{funcproto}{ +\fhead{mqueue.h} +\fdecl{int mq\_unlink(const char *name)} + +\fdesc{Rimuove una coda di messaggi.} +} + +{La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual + caso \var{errno} assumerà gli stessi valori riportati da \func{unlink}. +} +\end{funcproto} Anche in questo caso il comportamento della funzione è analogo a quello di -\func{unlink} per i file,\footnote{di nuovo l'implementazione di Linux usa - direttamente \func{unlink}.} la funzione rimuove la coda \param{name}, così -che una successiva chiamata a \func{mq\_open} fallisce o crea una coda -diversa. +\func{unlink} per i file, (e di nuovo l'implementazione di Linux usa +direttamente \func{unlink}) la funzione rimuove la coda \param{name}, così che +una successiva chiamata a \func{mq\_open} fallisce o crea una coda diversa. Come per i file ogni coda di messaggi ha un contatore di riferimenti, per cui la coda non viene effettivamente rimossa dal sistema fin quando questo non si @@ -3827,20 +3831,21 @@ riavvio del sistema. Come accennato ad ogni coda di messaggi è associata una struttura \struct{mq\_attr}, che può essere letta e modificata attraverso le due funzioni \funcd{mq\_getattr} e \funcd{mq\_setattr}, i cui prototipi sono: -\begin{functions} - \headdecl{mqueue.h} - - \funcdecl{int mq\_getattr(mqd\_t mqdes, struct mq\_attr *mqstat)} - Legge gli attributi di una coda di messaggi POSIX. - - \funcdecl{int mq\_setattr(mqd\_t mqdes, const struct mq\_attr *mqstat, + +\begin{funcproto}{ +\fhead{mqueue.h} +\fdecl{int mq\_getattr(mqd\_t mqdes, struct mq\_attr *mqstat)} +\fdesc{Legge gli attributi di una coda di messaggi POSIX.} +\fdecl{int mq\_setattr(mqd\_t mqdes, const struct mq\_attr *mqstat, struct mq\_attr *omqstat)} - Modifica gli attributi di una coda di messaggi POSIX. - - \bodydesc{Entrambe le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in - caso di errore; nel quel caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} - o \errval{EINVAL}.} -\end{functions} +\fdesc{Modifica gli attributi di una coda di messaggi POSIX.} +} + +{Entrambe le funzioni ritornano $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, + nel qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EBADF} + o \errval{EINVAL} nel loro significato generico. +} +\end{funcproto} La funzione \func{mq\_getattr} legge i valori correnti degli attributi della coda nella struttura puntata da \param{mqstat}; di questi l'unico relativo @@ -3862,22 +3867,21 @@ della funzione. Per inserire messaggi su di una coda sono previste due funzioni, \funcd{mq\_send} e \funcd{mq\_timedsend}, i cui prototipi sono: -\begin{functions} - \headdecl{mqueue.h} - - \funcdecl{int mq\_send(mqd\_t mqdes, const char *msg\_ptr, size\_t msg\_len, - unsigned int msg\_prio)} - Esegue l'inserimento di un messaggio su una coda. - - \funcdecl{int mq\_timedsend(mqd\_t mqdes, const char *msg\_ptr, size\_t - msg\_len, unsigned msg\_prio, const struct timespec *abs\_timeout)} - Esegue l'inserimento di un messaggio su una coda entro il tempo - \param{abs\_timeout}. - - \bodydesc{Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e $-1$ per un - errore; nel quel caso \var{errno} assumerà i valori: - \begin{errlist} +\begin{funcproto}{ +\fhead{mqueue.h} +\fdecl{int mq\_send(mqd\_t mqdes, const char *msg\_ptr, size\_t msg\_len, + unsigned int msg\_prio)} +\fdesc{Esegue l'inserimento di un messaggio su una coda.} +\fdecl{int mq\_timedsend(mqd\_t mqdes, const char *msg\_ptr, size\_t + msg\_len, unsigned msg\_prio, const struct timespec *abs\_timeout)} +\fdesc{Esegue l'inserimento di un messaggio su una coda entro un tempo + specificato} +} + +{Entrambe le funzioni ritornano $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, + nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: + \begin{errlist} \item[\errcode{EAGAIN}] si è aperta la coda con \const{O\_NONBLOCK}, e la coda è piena. \item[\errcode{EMSGSIZE}] la lunghezza del messaggio \param{msg\_len} @@ -3887,9 +3891,11 @@ Per inserire messaggi su di una coda sono previste due funzioni, un valore non valido per \param{abs\_timeout}. \item[\errcode{ETIMEDOUT}] l'inserimento del messaggio non è stato effettuato entro il tempo stabilito. - \end{errlist} - ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{ENOMEM} ed \errval{EINTR}.} -\end{functions} + \end{errlist} + ed inoltre \errval{EBADF}, \errval{ENOMEM} ed \errval{EINTR} nel loro + significato generico. +} +\end{funcproto} Entrambe le funzioni richiedono un puntatore al testo del messaggio nell'argomento \param{msg\_ptr} e la relativa lunghezza in \param{msg\_len}.