From: Simone Piccardi Date: Wed, 25 Sep 2002 18:00:16 +0000 (+0000) Subject: Correzioni ortografiche, nuova home page X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=ce3357edd5e55104fcb94ce5de3c7325ab7b2564;p=gapil.git Correzioni ortografiche, nuova home page --- diff --git a/fileadv.tex b/fileadv.tex index a7f5b0d..ea80eb7 100644 --- a/fileadv.tex +++ b/fileadv.tex @@ -353,7 +353,7 @@ attraverso la struttura \type{siginfo\_t}, utilizzando la forma estesa \secref{sec:sig_sigaction}). Per far questo però occorre utilizzare le funzionalità dei segnali real-time -(vedi \secref{sec:sig_real_time}) imopstando esplicitamente con il comando +(vedi \secref{sec:sig_real_time}) impostando esplicitamente con il comando \macro{F\_SETSIG} di \func{fcntl} un segnale real-time da inviare in caso di I/O asincrono (il segnale predefinito è \macro{SIGIO}). In questo caso il manipolatore tutte le volte che riceverà \macro{SI\_SIGIO} come valore del @@ -819,7 +819,7 @@ I buffer da utilizzare sono indicati attraverso l'argomento \param{vector} che \param{count}. Ciascuna struttura dovrà essere inizializzata per opportunamente per indicare i vari buffer da/verso i quali verrà eseguito il trasferimento dei dati. Essi verranno letti (o scritti) nell'ordine in cui li -si sono specificati nel vattore \var{vector}. +si sono specificati nel vettore \var{vector}. \subsection{File mappati in memoria} @@ -842,7 +842,7 @@ memoria, quanto di memoria mappata su file. \centering \includegraphics[width=9.5cm]{img/mmap_layout} \caption{Disposizione della memoria di un processo quando si esegue la - mappatuara in memoria di un file.} + mappatura in memoria di un file.} \label{fig:file_mmap_layout} \end{figure} @@ -1002,7 +1002,7 @@ come maschera binaria ottenuta dall'OR di uno o pi argomenti \param{fd} e \param{offset} sono ignorati.\footnotemark\\ \macro{MAP\_ANON} & Sinonimo di \macro{MAP\_ANONYMOUS}, deprecato.\\ - \macro{MAP\_FILE} & Valore di compatibiità, deprecato.\\ + \macro{MAP\_FILE} & Valore di compatibilità, deprecato.\\ \hline \end{tabular} \caption{Valori possibili dell'argomento \param{flag} di \func{mmap}.} @@ -1039,7 +1039,7 @@ di memoria che si estende fino al bordo della pagina successiva. \centering \includegraphics[width=10cm]{img/mmap_boundary} \caption{Schema della mappatura in memoria di una sezione di file di - dimensioni non corripondenti al bordo di una pagina.} + dimensioni non corrispondenti al bordo di una pagina.} \label{fig:file_mmap_boundary} \end{figure} @@ -1256,7 +1256,7 @@ l'userid effettivo con cui viene eseguito un programma, ed associato alla presenza del permesso di esecuzione. Impostando questo bit su un file senza permesso di esecuzione in un sistema che supporta il \textit{mandatory locking}, fa sì che quest'ultimo venga attivato per il file -in questione. In questo modo una combinaizone dei permessi originariamente non +in questione. In questo modo una combinazione dei permessi originariamente non contemplata, in quanto senza significato, diventa l'indicazione della presenza o meno del \textit{mandatory locking}. diff --git a/html/index.html b/html/index.html index c6fb3d3..57ce4ff 100644 --- a/html/index.html +++ b/html/index.html @@ -125,9 +125,70 @@ - + GaPiL è in continua evoluzione ma + alcune parti hanno raggiunto una "stabilità" sufficiente (nel + senso che le ho riviste, le ritengo abbastanza complete, e non + sono stato capace di accorgermi degli errori che ci ho lasciato) + altre sono da rivedere, altre sono solo parzialmente accennate. La + situazione attuale è la seguente: + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
Cap. 1 Introduzione completo e revisionato
Cap. 2-3 Gestione dei processi completi e revisionati
Cap. 4-7 Gestione base dei file + completi, parzialmente revisionati
Cap. 8 Sistema, parametri, errori completo, da revisionare
Cap. 9 Segnali completo, da revisionare
Cap. 10 Sessioni e terminali Sessioni abbozzate, terminali da fare
Cap. 11 Gestione avanzata dei file I/O avanzato abbozzato, file locking + accennato
Cap. 12 IPC Pipe e fifo complete, abbozzate code e + semafori, POSIX IPC da fare
Cap. 13-14 Introduzione alla rete completi, da revisionare
Cap. 15-16 Socket TCP elementari Caratteristiche base complete, esempio + elementare da concludere

- 24 - settembre - 2002
Sedici capitoli, 373 pagine. + Versione corrente: 373 pagine.

diff --git a/ipc.tex b/ipc.tex index 09017aa..1116f2e 100644 --- a/ipc.tex +++ b/ipc.tex @@ -675,7 +675,7 @@ di end-of-file). Nel nostro caso la prima apertura si bloccherà fintanto che un qualunque client non apre a sua volta la fifo nota in scrittura per effettuare la sua -richiesta. Pertanto all'inizio non ci sono probelmi, il client però, una volta +richiesta. Pertanto all'inizio non ci sono problemi, il client però, una volta ricevuta la risposta, uscirà, chiudendo tutti i file aperti, compresa la fifo. A questo punto il server resta (se non ci sono altri client che stanno effettuando richieste) con la fifo chiusa sul lato in lettura e a questo punto @@ -780,7 +780,7 @@ server che a questo punto non serve pi Inoltrata la richiesta si può passare alla lettura della risposta; anzitutto si apre (\texttt{\small 26--30}) la fifo appena creata, da cui si deve -riceverla, dopodiché si effettua una lettura (\texttt{\small 31}) +riceverla, dopo di che si effettua una lettura (\texttt{\small 31}) nell'apposito buffer; si è supposto, come è ragionevole, che le frasi inviate dal server siano sempre di dimensioni inferiori a \macro{PIPE\_BUF}, tralasciamo la gestione del caso in cui questo non è vero. Infine si stampa @@ -933,7 +933,7 @@ file sono su dispositivi con lo stesso \textit{minor number}, come \file{/dev/hda1} e \file{/dev/sda1}. In genere quello che si fa è utilizzare un file comune usato dai programmi che -devono comunicare (ad esempio un haeder comune, o uno dei programmi che devono +devono comunicare (ad esempio un header comune, o uno dei programmi che devono usare l'oggetto in questione), utilizzando il numero di progetto per ottenere le chiavi che interessano. In ogni caso occorre sempre controllare, prima di creare un oggetto, che la chiave non sia già stata utilizzata. Se questo va @@ -1051,7 +1051,7 @@ Il sistema dispone sempre di un numero fisso di oggetti di IPC,\footnote{fino al kernel 2.2.x questi valori, definiti dalle costanti \macro{MSGMNI}, \macro{SEMMNI} e \macro{SHMMNI}, potevano essere cambiati (come tutti gli altri limiti relativi al \textit{System V IPC}) solo con una ricompilazione - del kernel, andando a modificarne la definizione nei relativi haeder file. + del kernel, andando a modificarne la definizione nei relativi header file. A partire dal kernel 2.4.x è possibile cambiare questi valori a sistema attivo scrivendo sui file \file{shmmni}, \file{msgmni} e \file{sem} di \file{/proc/sys/kernel} o con l'uso di \texttt{syscntl}.} e per ciascuno di @@ -1660,7 +1660,7 @@ di altri due ben pi Il primo grave difetto è che non esiste una funzione che permetta di creare ed inizializzare un semaforo in un'unica chiamata; occorre prima creare l'insieme dei semafori con \func{semget} e poi inizializzarlo con \func{semctl}, si -perde così ogni possibilità di esegure atomicamente questa operazione. +perde così ogni possibilità di eseguire atomicamente questa operazione. Il secondo difetto deriva dalla caratteristica generale degli oggetti del System V IPC di essere risorse globali di sistema, che non vengono cancellate @@ -1706,7 +1706,7 @@ alterare il semaforo), per quanto riguarda gli altri campi invece: effettuata, viene inizializzato a zero. \end{itemize*} -Ciascun semaforo dell'isnsieme è realizzato come una struttura di tipo +Ciascun semaforo dell'insieme è realizzato come una struttura di tipo \var{sem} che ne contiene i dati essenziali, la sua definizione\footnote{si è riportata la definizione originaria del kernel 1.0, che contiene la prima realizzazione del System V IPC in Linux. In realtà questa struttura ormai è @@ -1734,7 +1734,7 @@ struct sem { \end{lstlisting} \end{minipage} \normalsize - \caption{La struttura \var{sem}, che contiene i dati di un signolo semaforo.} + \caption{La struttura \var{sem}, che contiene i dati di un singolo semaforo.} \label{fig:ipc_sem} \end{figure} @@ -1803,7 +1803,7 @@ loro inizializzazione) La funzione può avere tre o quattro parametri, a seconda dell'operazione specificata con \param{cmd}, ed opera o sull'intero insieme specificato da -\param{semid} o sul sigolo semaforo di un insieme, specificato da +\param{semid} o sul singolo semaforo di un insieme, specificato da \param{semnum}. Qualora la funzione operi con quattro argomenti \param{arg} è un argomento generico che deve essere una \var{union semun}, si è riportato la relativa definizione in \figref{fig:ipc_semun}. diff --git a/session.tex b/session.tex index 67e5129..1d16134 100644 --- a/session.tex +++ b/session.tex @@ -224,12 +224,12 @@ processo da una sessione ad un altra; infatti l'unico modo di far cambiare sessione ad un processo è quello di crearne una nuova con l'uso di \func{setsid}; il suo prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{pid\_t setsid(void)} - Crea una nuova sessione sul processo corrente settandone \acr{sid} e + Crea una nuova sessione sul processo corrente impostandone \acr{sid} e \acr{pgid}. \bodydesc{La funzione ritorna il valore del nuovo \acr{sid}, e -1 in caso di errore, il solo errore possibile è \macro{EPERM}, che si ha quando il - \acr{pgid} e \acr{pid} del processo concidono.} + \acr{pgid} e \acr{pid} del processo coincidono.} \end{prototype} La funzione imposta il \acr{pgid} ed il \acr{sid} del processo corrente al @@ -299,7 +299,7 @@ sessione. In genere (a meno di redirezioni) nelle sessioni di lavoro questo terminale è associato ai file standard (di input, output ed error) dei processi nella -sessione, ma solo quelli che fanno parte del cosiddetto ragruppamento di +sessione, ma solo quelli che fanno parte del cosiddetto raggruppamento di \textit{foreground}, possono leggere e scrivere in certo istante. Per impostare il raggruppamento di \textit{foreground} di un terminale si usa la funzione \func{tcsetpgrp}, il cui prototipo è: @@ -340,7 +340,7 @@ condizioni di errore.\footnote{la shell in genere notifica comunque un \func{waitpid}.} Se però si bloccano o ignorano i due segnali citati, le funzioni di lettura e scrittura falliranno con un errore di \macro{EIO}. -Un processo può contollare qual'è il gruppo di \textit{foreground} associato +Un processo può controllare qual'è il gruppo di \textit{foreground} associato ad un terminale con la funzione \func{tcgetpgrp}, il cui prototipo è: \begin{functions} \headdecl{unistd.h} \headdecl{termios.h} @@ -367,7 +367,7 @@ proprio terminale di controllo. Questo consente anche a processi che possono aver rediretto l'output di accedere al terminale di controllo, pur non disponendo più del file descriptor originario; un caso tipico è il programma \cmd{crypt} che accetta la redirezione sullo standard input di un file da -decrittare, ma deve poi leggere la password dal terminale. +decifrare, ma deve poi leggere la password dal terminale. Un'altra caratteristica del terminale di controllo usata nel job control è che utilizzando su di esso le combinazioni di tasti speciali (\cmd{C-z}, @@ -455,7 +455,7 @@ ad una seriale o virtuale, come quelli associati a schermo e tastiera o ad una connessione di rete. Dato che i concetti base sono gli stessi, e dato che alla fine le differenze sono\footnote{in generale nel caso di login via rete o di terminali lanciati dall'interfaccia grafica cambia anche il processo da cui - ha origine l'esecuzione della shell.} nel device cui il kernel associa i + ha origine l'esecuzione della shell.} nel dispositivo cui il kernel associa i file standard (vedi \secref{sec:file_std_descr}) per l'I/O, tratteremo solo il caso classico del terminale. @@ -494,7 +494,7 @@ dispositivo. Storicamente i primi terminali erano appunto terminali di telescriventi (\textit{teletype}), da cui deriva sia il nome dell'interfaccia, \textit{tty}, che quello dei relativi file di dispositivo, che sono sempre della forma \texttt{/dev/tty*}.\footnote{questo vale anche per i terminali - vitruali associati alle connessioni di rete con \cmd{telnet} o \cmd{ssh}.} + virtuali associati alle connessioni di rete con \cmd{telnet} o \cmd{ssh}.} Per controllare un terminale si usa di solito il programma \cmd{getty} (od una delle sue varianti), che permette di mettersi in ascolto su uno di questi @@ -511,7 +511,7 @@ amministratore e con un ambiente vuoto; \cmd{getty} si cura di chiamare \func{setsid} per creare una nuova sessione ed un nuovo process group, e di aprire il terminale (che così diventa il terminale di controllo della sessione) in lettura sullo standard input ed in scrittura sullo standard -output e sullo standard error; inoltre effettuarà, qualora servano, ulteriori +output e sullo standard error; inoltre effettuerà, qualora servano, ulteriori settaggi.\footnote{ad esempio, come qualcuno si sarà accorto scrivendo un nome di login in maiuscolo, può effettuare la conversione automatica dell'input in minuscolo, ponendosi in una modalità speciale che non distingue fra i due