From: Simone Piccardi Date: Fri, 5 Apr 2002 21:30:09 +0000 (+0000) Subject: Quattro parole in piu` e un po' di riorganizzazione X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=b5f480c523e18a6f1fad62ee66c784e598c65bba;p=gapil.git Quattro parole in piu` e un po' di riorganizzazione --- diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index 4aaa0fd..21c683b 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -606,7 +606,7 @@ comune dopo l'esecuzione di una \func{fork} \item la directory di lavoro e la directory radice (vedi \secref{sec:file_work_dir} e \secref{sec:file_chroot}). \item la maschera dei permessi di creazione (vedi \secref{sec:file_umask}). -\item la maschera dei segnali bloccati (vedi \secref{sec:sig_sigpending}) e le +\item la maschera dei segnali bloccati (vedi \secref{sec:sig_sigmask}) e le azioni installate (vedi \secref{sec:sig_gen_beha}). \item i segmenti di memoria condivisa agganciati al processo (vedi \secref{sec:ipc_xxx}). @@ -2084,7 +2084,7 @@ settare la priorit \end{prototype} La funzione setta la priorità al valore specificato da \param{prio} per tutti -i processi indicati dagli argomenti \parm{which} e \param{who}. La gestione +i processi indicati dagli argomenti \param{which} e \param{who}. La gestione dei permessi dipende dalle varie implementazioni; in Linux, secondo le specifiche dello standard SUSv3, e come avviene per tutti i sistemi che derivano da SYSV, è richiesto che il real o l'effective user id del processo diff --git a/signal.tex b/signal.tex index 11c97f7..ce3611d 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -957,9 +957,15 @@ la funzione \func{kill}; il cui prototipo \headdecl{signal.h} \funcdecl{int kill(pid\_t pid, int sig)} Invia il segnale \param{sig} al processo specificato con \param{pid}. - - La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di errore nel - qual caso \func{} + + \bodydesc{ La funzione restituisce 0 in caso di successo e -1 in caso di + errore nel qual caso \var{errno} può assumere i valori: + \begin{errlist} + \item[\macro{EINVAL}] Il segnale specificato non esiste. + \item[\macro{ESRCH}] Il processo selezionato non esiste. + \item[\macro{EPERM}] Non si hanno privilegi sufficienti ad inviare il + segnale. + \end{errlist}} \end{functions} Lo standard POSIX prevede che il valore 0 per \param{sig} sia usato per @@ -995,7 +1001,6 @@ riportati in \tabref{tab:sig_kill_values}. \label{tab:sig_kill_values} \end{table} - Si noti pertanto che la funzione \code{raise(sig)} può essere definita in termini di \func{kill}, ed è sostanzialmente equivalente ad una \code{kill(getpid(), sig)}. Siccome \func{raise}, che è definita nello @@ -1626,22 +1631,27 @@ permettano di gestire i segnali in maniera pi Come evidenziato nel paragrafo precedente, le funzioni di gestione dei segnali dei primi Unix, nate con la semantica inaffidabile, hanno dei limiti non superabili; in particolare non è prevista nessuna funzione che permetta di -gestire correttamente i segnali pendenti e bloccati. +gestire gestire il blocco dei segnali o di verificare lo stato dei segnali +pendenti. Per questo motivo lo standard POSIX, insieme alla nuova semantica dei segnali -ha introdotto una interfaccia di gestione completamente nuova, che permette un -controllo molto più dettagliato. In particolare lo standard ha introdotto un -nuovo tipo di dato \type{sigset\_t}, che permette di rappresentare un insieme -di segnali (un \textit{signal set} appunto), in modo da poterlo opportunamente -manipolare. - -In genere il \textit{signal set} è rappresentato da un intero di dimensione -opportuna (di solito pari al numero di bit dell'architettura della macchina, -cosa che nel caso dei PC comporta un massimo di 32 segnali distinti), ciascun -bit del quale è associato ad uno specifico segnale; lo standard POSIX -definisce cinque funzioni per la manipolazione dei \textit{signal set}, +ha introdotto una interfaccia di gestione completamente nuova, che permette di +ottenete un controllo molto più dettagliato. In particolare lo standard ha +introdotto un nuovo tipo di dato \type{sigset\_t}, che permette di +rappresentare un insieme di segnali (un \textit{signal set}, come viene +usualmente chiamato), che è il tipo di dato che viene usato per gestire il +blocco dei segnali. + +In genere un \textit{signal set} è rappresentato da un intero di dimensione +opportuna, di solito si pari al numero di bit dell'architettura della +macchina\footnote{nel caso dei PC questo comporta un massimo di 32 segnali + distinti, dato che in Linux questi sono sufficienti non c'è necessità di + nessuna struttura più complicata}, ciascun bit del quale è associato ad uno +specifico segnale; in questo modo è di solito possibile implementare le +operazioni direttamente con istruzioni elementari del processore; lo standard +POSIX definisce cinque funzioni per la manipolazione dei \textit{signal set}, \func{sigemptyset}, \func{sigfillset}, \func{sigaddset}, \func{sigdelset} e -\func{sigismember}; i relativi prototipi sono: +\func{sigismember}, i cui prototipi sono: \begin{functions} \headdecl{signal.h} @@ -1660,19 +1670,31 @@ definisce cinque funzioni per la manipolazione dei \textit{signal set}, \funcdecl{int sigismember(const sigset\_t *set, int signum)} Controlla se il segnale \param{signum} è nel \textit{signal set} \param{set} - \bodydesc{Le funzioni prime quattro funzioni ritornano 0, \func{sigismember} - ritorna 1 se \param{signum} è in \param{set} e 0 altrimenti, in caso di - errore, dovuto al fatto che \param{signum} non è un segnale valido, tutte - ritornano -1, con \var{errno} settata a \macro{EINVAL}.} + \bodydesc{Le prime quattro funzioni ritornano 0 in caso di successo, mentre + \func{sigismember} ritorna 1 se \param{signum} è in \param{set} e 0 + altrimenti. In caso di errore tutte ritornano -1, con \var{errno} settata a + \macro{EINVAL} (il solo errore possibile è che \param{signum} non sia un + segnale valido).} \end{functions} +Dato che in generale non si può fare conto sulle caratteristiche di una +implementazione (non è detto che si disponga di un numero di bit sufficienti +per mettere tutti i segnali in un intero, o in \type{sigset\_t} possono essere +immagazzinate ulteriori informazioni) tutte le operazioni devono essere +comunque eseguite attraverso queste funzioni. +In genere si usa un \textit{signal set} per specificare quali segnali si vuole +bloccare, o per riottenere dalle varie funzioni di gestione la maschera dei +segnali attivi. Essi possono essere definiti in due diverse maniere, +aggiungendo i segnali voluti ad un insieme vuoto ottenuto con +\func{sigemptyset} o togliendo quelli che non servono da un insieme completo +ottenuto con \func{sigfillset}. Infine \func{sigismember} permette di vericare +la presenza di uno specifico segnale in un \textit{signal set}. \subsection{La funzione \func{sigaction}} \label{sec:sig_sigaction} - La funzione principale di questa nuova interfaccia è \func{sigaction}; il cui prototipo è: @@ -1733,6 +1755,15 @@ struct sigaction { +\subsection{La gestione del blocco dei segnali} +\label{sec:sig_sigmask} + +Una delle informazioni che ciascun processo porta con se è l'insieme +(anch'esso un signal set) dei segnali bloccati (la cosiddetta \textit{signal + mask}, mantenuta nel campo \var{blocked} di \var{task\_struct}); abbiamo +accennato in \secref{sec:proc_fork} che essa viene ereditata da un processo + + \subsection{Le funzioni \func{sigpending} e \func{sigsuspend}} \label{sec:sig_sigpending}