From: Simone Piccardi Date: Mon, 19 Nov 2001 13:31:49 +0000 (+0000) Subject: Correzioni di Vosti X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=b1721df081b3962143b1ef447963ac6a1f45e403;p=gapil.git Correzioni di Vosti --- diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index 56f71b8..c3513a6 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -5,7 +5,7 @@ In questo capitolo tratteremo in dettaglio le modalit file e directory, iniziando dalle funzioni di libreria che si usano per copiarli, spostarli e cambiarne i nomi. Esamineremo poi l'interfaccia che permette la manipolazione dei vari attributi di file e directory ed alla -finefaremo una trattazione dettagliata su come è strutturato il sistema base +fine faremo una trattazione dettagliata su come è strutturato il sistema base di protezioni e controllo di accesso ai file e sulle funzioni che ne permettono la gestione. Tutto quello che riguarda invece la manipolazione del contenuto dei file è lasciato ai capitoli successivi. diff --git a/intro.tex b/intro.tex index 81f3e14..d08e951 100644 --- a/intro.tex +++ b/intro.tex @@ -317,15 +317,15 @@ e Linux; \label{sec:intro_xopen} Il consorzio X/Open nacque nel 1984 come consorzio di venditori di sistemi -unix per giungere ad una armonizzazione dele varie implementazioni di unix. -Per far questo iniziò a pubblicare una serie di documentazioni e specifiche -sotto il nome di \textit{X/Open Portability Guide} (che chiameremo XPGn). +unix per giungere ad una armonizzazione delle varie implementazioni. Per far +questo iniziò a pubblicare una serie di documentazioni e specifiche sotto il +nome di \textit{X/Open Portability Guide} (a cui di norma si fa riferimento +con l'abbreviazione XPGn). - -Nel 1989 produsse una terza versione della sua guida particolarmente -voluminosa (la \textit{X/Open Portability Guide, Issue 3}), che venne presa -come riferimento da vari produttori, e al cui interno definiva una ulteriore -standardizzazione dell'interfaccia ad un sistema unix. +Nel 1989 produsse una terza versione di questa guida particolarmente +voluminosa (la \textit{X/Open Portability Guide, Issue 3}), contenente una +ulteriore standardizzazione dell'interfaccia sistema unix, che venne presa +come riferimento da vari produttori. Questo standard, detto anche XPG3 dal nome della suddetta guida, è sempre basato sullo standard POSIX.1, ma prevede una serie di funzionalità aggiuntive @@ -355,14 +355,14 @@ sue specifiche sotto il nome di \textit{Single UNIX Specification}, \label{sec:intro_bsd} Lo sviluppo di BSD inziò quando la fine della collaborazione fra l'Università -di Berkley e la AT/T, generò una delle prime e più importanti fratture del +di Berkley e la AT/T generò una delle prime e più importanti fratture del mondo Unix. L'Università di Berkley proseguì nello sviluppo della base di codice di cui disponeva, e che presentava parecchie migliorie rispetto alle allora versioni disponibili, fino ad arrivare al rilascio di una versione completa di unix, chiamata appunto BSD, del tutto indipendente dal codice della AT/T. -Benchè non sia uno standard formalizzato, l'implementazione di unix +Benchè BSD non sia uno standard formalizzato, l'implementazione di unix dell'Università di Berkley, ha provveduto nel tempo una serie di estenzioni e di API grande rilievo, come il link simbolici (vedi \secref{sec:file_symlink}, la funzione \func{select}, i socket. @@ -376,7 +376,7 @@ sono state in gran parte incorporate negli standard successivi. \subsection{Lo standard System V} \label{sec:intro_sysv} - +System V diff --git a/process.tex b/process.tex index d1b0652..66a6e20 100644 --- a/process.tex +++ b/process.tex @@ -153,7 +153,7 @@ prototipo della funzione La funzione non ritorna. Il processo viene terminato. \end{prototype} -La funzione chiude tutti i file descriptor appartenenti al processo (sui tenga +La funzione chiude tutti i file descriptor appartenenti al processo (si tenga presente che questo non comporta il salvataggio dei dati bufferizzati degli stream), fa si che ogni figlio del processo sia ereditato da \cmd{init} (vedi \secref{cha:process_handling}), manda un segnale \macro{SIGCHLD} al