From: Simone Piccardi Date: Thu, 6 Dec 2001 22:33:36 +0000 (+0000) Subject: Si prosegue con l'I/O binario X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=ac964a03457cfe43aff04b65e4e6a08a470dedae;p=gapil.git Si prosegue con l'I/O binario --- diff --git a/filestd.tex b/filestd.tex index 2a22545..a20d207 100644 --- a/filestd.tex +++ b/filestd.tex @@ -83,81 +83,87 @@ file \file{stdio.h}. \subsection{Gli stream standard} \label{sec:file_std_stream} -Ai tre file descriptor standard (vedi \secref{sec:file_std_descr}) aperti per -ogni processo, corrispondono altrettanti stream, che rappresentano i canali -standard di input/output prestabiliti; anche questi tre stream sono -identificabili attraverso dei nomi simbolici definiti nell'header -\file{stdio.h} che sono: +Ai tre file descriptor standard (vedi \secref{sec:file_std_descr}) +aperti per ogni processo, corrispondono altrettanti stream, che +rappresentano i canali standard di input/output prestabiliti; anche +questi tre stream sono identificabili attraverso dei nomi simbolici +definiti nell'header \file{stdio.h} che sono: \begin{itemize} -\item \var{FILE * stdin} Lo \textit{standard input} cioè lo stream da cui - il processo riceve ordinariamente i dati in ingresso. Normalmente è associato - dalla shell all'input del terminale e prende i caratteri dalla tastiera. -\item \var{FILE * stdout} Lo \textit{standard input} cioè lo stream su cui - il processo invia ordinariamente i dati in uscita. Normalmente è associato - dalla shell all'output del terminale e scrive sullo schermo. -\item \var{FILE * stderr} Lo \textit{standard input} cioè lo stream su cui - il processo è supposto inviare i messaggi di errore. Normalmente anch'esso - è associato dalla shell all'output del terminale e scrive sullo schermo. +\item \var{FILE * stdin} Lo \textit{standard input} cioè lo stream da + cui il processo riceve ordinariamente i dati in ingresso. Normalmente + è associato dalla shell all'input del terminale e prende i caratteri + dalla tastiera. +\item \var{FILE * stdout} Lo \textit{standard input} cioè lo stream su + cui il processo invia ordinariamente i dati in uscita. Normalmente è + associato dalla shell all'output del terminale e scrive sullo schermo. +\item \var{FILE * stderr} Lo \textit{standard input} cioè lo stream su + cui il processo è supposto inviare i messaggi di errore. Normalmente + anch'esso è associato dalla shell all'output del terminale e scrive + sullo schermo. \end{itemize} -Nelle \acr{glibc} \var{stdin}, \var{stdout} e \var{stderr} sono effettivamente -tre variabili di tipo \type{FILE *} che possono essere usate come tutte le -altre, ad esempio si può effettuare una redirezione dell'output di un -programma con il semplice codice: +Nelle \acr{glibc} \var{stdin}, \var{stdout} e \var{stderr} sono +effettivamente tre variabili di tipo \type{FILE *} che possono essere +usate come tutte le altre, ad esempio si può effettuare una redirezione +dell'output di un programma con il semplice codice: \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} fclose (stdout); stdout = fopen ("standard-output-file", "w"); \end{lstlisting} -ma in altri sistemi possono essere definite come macro, se si hanno problemi -di portabilità e si vuole essere sicuri, diventa opportuno usare la funzione -\func{freopen}. +ma in altri sistemi possono essere definite come macro, se si hanno +problemi di portabilità e si vuole essere sicuri, diventa opportuno +usare la funzione \func{freopen}. \subsection{Le modalità di bufferizzazione} \label{sec:file_buffering} -La bufferizzazione è una delle caratteristiche principali della interfaccia -degli stream; lo scopo è quello di ridurre al minimo il numero di system call -(\func{read} o \func{write}) eseguite nelle operazioni di input/output. Questa -funzionalità è assicurata automaticamente dalla libreria, ma costituisce anche -una degli aspetti più comunemente fraintesi, in particolare per quello che -riguarda l'aspetto della scrittura dei dati sul file. - -I caratteri che vengono scritti su uno stream normalmente vengono accumulati -in un buffer e poi trasmessi in blocco in maniera asincrona rispetto alla -scrittura (quello che viene chiamato lo \textsl{scarico}, dall'inglese -\textit{flush}, dei dati) tutte le volte che il buffer viene riempito. Un -comportamento analogo avviene anche in lettura (cioè dal file viene letto un -blocco di dati, anche se se ne sono richiesti una quantità inferiore), ma la -cosa ovviamente ha rilevanza inferiore, dato che i dati letti sono sempre gli -stessi; in caso di scrittura invece, quando si ha un accesso contemporaneo -allo stesso file (ad esempio da parte di un altro processo) si potranno vedere -solo le parti effettivamente scritte, e non quelle ancora presenti nel buffer. - -Allo stesso modo, se si sta facendo dell'input/output interattivo bisognerà -tenere presente le caratteristiche delle operazioni di scarico dei dati, -poiché non è detto che ad una scrittura sullo stream corrisponda una immediata -scrittura sul dispositivo. - -Per rispondere ad esigenze diverse, lo standard definisce tre distinte modalità -in cui può essere eseguita la bufferizzazione, delle quali occorre essere ben -consapevoli, specie in caso di lettura e scrittura da dispositivi interattivi: +La bufferizzazione è una delle caratteristiche principali della +interfaccia degli stream; lo scopo è quello di ridurre al minimo il +numero di system call (\func{read} o \func{write}) eseguite nelle +operazioni di input/output. Questa funzionalità è assicurata +automaticamente dalla libreria, ma costituisce anche una degli aspetti +più comunemente fraintesi, in particolare per quello che riguarda +l'aspetto della scrittura dei dati sul file. + +I caratteri che vengono scritti su uno stream normalmente vengono +accumulati in un buffer e poi trasmessi in blocco in maniera asincrona +rispetto alla scrittura (quello che viene chiamato lo \textsl{scarico} +dei dati, dall'inglese \textit{flush}) tutte le volte che il buffer +viene riempito. Un comportamento analogo avviene anche in lettura (cioè +dal file viene letto un blocco di dati, anche se se ne sono richiesti +una quantità inferiore), ma la cosa ovviamente ha rilevanza inferiore, +dato che i dati letti sono sempre gli stessi; in caso di scrittura +invece, quando si ha un accesso contemporaneo allo stesso file (ad +esempio da parte di un altro processo) si potranno vedere solo le parti +effettivamente scritte, e non quelle ancora presenti nel buffer. + +Allo stesso modo, se si sta facendo dell'input/output interattivo +bisognerà tenere presente le caratteristiche delle operazioni di scarico +dei dati, poiché non è detto che ad una scrittura sullo stream +corrisponda una immediata scrittura sul dispositivo. + +Per rispondere ad esigenze diverse, lo standard definisce tre distinte +modalità in cui può essere eseguita la bufferizzazione, delle quali +occorre essere ben consapevoli, specie in caso di lettura e scrittura da +dispositivi interattivi: \begin{itemize} \item \textit{unbuffered}: in questo caso non c'è bufferizzazione ed i caratteri vengono trasmessi direttamente al file non appena possibile (effettuando immediatamente una \func{write}). -\item \textit{line buffered}: in questo caso i caratteri vengono normalmente - trasmessi al file in blocco ogni volta che viene incontrato un carattere di - \textit{newline} (il carattere ASCII \verb|\n|). -\item \textit{fully buffered}: in questo caso i caratteri vengono trasmessi da - e verso il file in blocchi di dimensione opportuna. +\item \textit{line buffered}: in questo caso i caratteri vengono + normalmente trasmessi al file in blocco ogni volta che viene + incontrato un carattere di \textit{newline} (il carattere ASCII + \verb|\n|). +\item \textit{fully buffered}: in questo caso i caratteri vengono + trasmessi da e verso il file in blocchi di dimensione opportuna. \end{itemize} -Lo standard ANSI C specifica inoltre che lo standard output e lo standard -input siano aperti in modalità \textit{fully buffered} quando non fanno -riferimento ad un dispositivo interattivo, e che lo standard error non sia mai -aperto in modalità \textit{fully buffered}. +Lo standard ANSI C specifica inoltre che lo standard output e lo +standard input siano aperti in modalità \textit{fully buffered} quando +non fanno riferimento ad un dispositivo interattivo, e che lo standard +error non sia mai aperto in modalità \textit{fully buffered}. Linux, come BSD e SVr4, specifica il comportamento di default in maniera ancora più precisa, e cioè impone che lo standard error sia sempre @@ -438,9 +444,10 @@ formattati. Le due funzioni che si usano per l'I/O binario sono: elementi inferiore al richiesto. \end{functions} -In genere si usano queste funzioni quando si devono leggere o scrivere -un array o una struttura; un tipico esempio è quello in cui si salva una -parte di un vettore con una chiamata del tipo: +In genere si usano queste funzioni quando si devono trasferire su file +blocchi di dati binari in maniera compatta e veloce; un primo caso di uso +tipico è quello in cui si salva un vettore (o un certo numero dei suoi +elementi) con una chiamata del tipo: \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} int WriteVect(FILE * stream, double * vec, size_t nelem) { @@ -452,15 +459,17 @@ int WriteVect(FILE * stream, double * vec, size_t nelem) return nread; } \end{lstlisting} -nel qual caso devono essere specificate dimensione e numero degli -elementi del vettore; nel caso di una struttura invece si avrà un -qualcosa tipo: +in questo caso devono essere specificate le dimensioni di ciascun +elemento ed il numero di quelli che si vogliono scrivere. Un secondo +caso è invece quello in cui si vuole trasferire su file una struttura; +si avrà allora una chiamata tipo: \begin{lstlisting}[labelstep=0,frame=,indent=1cm]{} struct histogram { int nbins; double max, min; double * bin; } histo; + int WriteStruct(FILE * stream, struct histogram * histo, size_t nelem) { if ( fwrite(vec, sizeof(*histo), 1, stream) !=1) { @@ -469,8 +478,18 @@ int WriteStruct(FILE * stream, struct histogram * histo, size_t nelem) return nread; } \end{lstlisting} +in cui si specifica la dimensione dell'intera struttura ed un solo +elemento. In realtà quello che conta nel trasferimento dei dati sono le +dimensioni totali, che sono sempre pari al prodotto \func{size * nelem}, +la sola differenza è che le funzioni non ritornano il numero di bytes +scritti, ma il numero di elementi. + +La funzione \func{fread} legge sempre un numero intero di elementi, se +si ha un errore o si incontra la fine del file l'oggetto letto +parzialmente viene scartato +Benché queste funzioni assicurino \subsection{Input/output a caratteri singoli}