From: Simone Piccardi Date: Wed, 25 Jan 2012 23:13:03 +0000 (+0000) Subject: Continua la revisione. X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=7042a2dda0ef372ebabfbadb6e84e7755fe16684;p=gapil.git Continua la revisione. --- diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index f2255b1..f418163 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -4113,7 +4113,7 @@ disattivare questi attributi,\footnote{più precisamente un processo con la rimuoverli è comunque capace di tornare in grado di eseguire qualunque operazione su un file immutabile o \textit{append-only}. -\itindbeg{file~attributes} +\itindend{file~attributes} @@ -4533,39 +4533,45 @@ prevede due diverse possibilità: \item che il \ids{GID} del file corrisponda al \ids{GID} della directory in cui esso è creato. \end{itemize*} -in genere BSD usa sempre la seconda possibilità, che viene per questo chiamata -semantica BSD. Linux invece segue quella che viene chiamata semantica SVr4; di -norma cioè il nuovo file viene creato, seguendo la prima opzione, con il -\ids{GID} del processo, se però la directory in cui viene creato il file ha il -bit \acr{sgid} impostato allora viene usata la seconda opzione. + +In genere BSD usa sempre la seconda possibilità, che viene per questo chiamata +semantica BSD. Linux invece segue normalmente quella che viene chiamata +semantica SVr4: di norma un nuovo file viene creato, seguendo la prima +opzione, con il \ids{GID} del processo, se però la directory in cui viene +creato ha il bit \acr{sgid} impostato allora viene usata la seconda +opzione. L'adozione di questa semantica però può essere controllata, +all'interno di alcuni filesystem,\footnote{con il kernel 2.6.25 questi erano + \acr{ext2}, \acr{ext3}, \acr{ext4}, e XFS.} con l'uso dell'opzione di +montaggio \texttt{grpid}, che se attivata fa passare all'uso della semantica +BSD. Usare la semantica BSD ha il vantaggio che il \ids{GID} viene sempre automaticamente propagato, restando coerente a quello della directory di -partenza, in tutte le sotto-directory. - -La semantica SVr4 offre la possibilità di scegliere, ma per ottenere lo stesso -risultato di coerenza che si ha con BSD necessita che quando si creano nuove -directory venga anche propagato anche il bit \acr{sgid}. Questo è il -comportamento predefinito del comando \cmd{mkdir}, ed è in questo modo ad -esempio che le varie distribuzioni assicurano che le sotto-directory create -nella home di un utente restino sempre con il \ids{GID} del gruppo primario -dello stesso. +partenza, in tutte le sotto-directory. La semantica SVr4 offre la possibilità +di scegliere, ma per ottenere lo stesso risultato di coerenza che si ha con +quella di BSD necessita che quando si creano nuove directory venga propagato +il bit \acr{sgid}. Questo è il comportamento predefinito del comando +\cmd{mkdir}, ed è in questo modo ad esempio che le varie distribuzioni +assicurano che le sotto-directory create nella home di un utente restino +sempre con il \ids{GID} del gruppo primario dello stesso. La presenza del bit \acr{sgid} è inoltre molto comoda quando si hanno -directory contenenti file condivisi all'intero di un gruppo in cui possono +directory contenenti file condivisi da un gruppo di utenti in cui possono scrivere tutti i membri dello stesso, dato che assicura che i file che gli -utenti vi creano appartengano sempre allo stesso gruppo. Questo non risolve -però completamente i problemi di accesso da parte di altri utenti dello stesso -gruppo, in quanto i permessi assegnati al gruppo potrebbero non essere -sufficienti; in tal caso si deve aver cura di usare un valore di -\itindex{umask} \textit{umask} che ne lasci di sufficienti.\footnote{in tal - caso si può assegnare agli utenti del gruppo una \textit{umask} di $002$, - anche se la soluzione migliore in questo caso è usare una ACL di default - (vedi sez.~\ref{sec:file_ACL}).} - -Come avviene nel caso dei permessi il sistema fornisce anche delle funzioni, -\funcd{chown}, \funcd{fchown} e \funcd{lchown}, che permettono di cambiare sia -l'utente che il gruppo a cui un file appartiene; i rispettivi prototipi sono: +utenti vi creano appartengano allo gruppo stesso. Questo non risolve però +completamente i problemi di accesso da parte di altri utenti dello stesso +gruppo, in quanto di default i permessi assegnati al gruppo non sono +sufficienti per un accesso in scrittura; in questo caso si deve aver cura di +usare prima della creazione dei file un valore per \itindex{umask} +\textit{umask} lasci il permesso di scrittura.\footnote{in tal caso si può + assegnare agli utenti del gruppo una \textit{umask} di $002$, anche se la + soluzione migliore in questo caso è usare una ACL di default (vedi + sez.~\ref{sec:file_ACL}).} + +Come avviene nel caso dei permessi esistono anche delle appropriate funzioni +di sistema, \funcd{chown} \funcd{fchown} e \funcd{lchown}, che permettono di +cambiare sia l'utente che il gruppo a cui un file appartiene; i rispettivi +prototipi sono: \begin{funcproto}{ \fhead{sys/types.h} @@ -4580,11 +4586,11 @@ l'utente che il gruppo a cui un file appartiene; i rispettivi prototipi sono: caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{EPERM}] l'\ids{UID} effettivo non corrisponde a quello del - proprietario del file o non è zero, o utente e gruppo non sono validi + proprietario del file o non è zero, o utente e gruppo non sono validi. \end{errlist} ed inoltre per tutte \errval{EROFS} e \errval{EIO}, per \func{chown} - \errval{EFAULT}, \errval{ENAMETOOLONG}, \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, - \errval{ENOTDIR}, \errval{EACCES}, \errval{ELOOP}, per \func{fchown} + \errval{EACCES}, \errval{EFAULT}, \errval{ELOOP}, \errval{ENAMETOOLONG}, + \errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM}, \errval{ENOTDIR}, per \func{fchown} \errval{EBADF} nel loro significato generico.} \end{funcproto} @@ -4611,7 +4617,7 @@ rispetto allo standard POSIX è che specificando -1 come valore per \param{owner} e \param{group} i valori restano immutati. Quando queste funzioni sono chiamate con successo da un processo senza i -privilegi di root entrambi i bit \itindex{suid~bit} \acr{suid} e +privilegi di amministratore entrambi i bit \itindex{suid~bit} \acr{suid} e \itindex{sgid~bit} \acr{sgid} vengono cancellati. Questo non avviene per il bit \acr{sgid} nel caso in cui esso sia usato (in assenza del corrispondente permesso di esecuzione) per indicare che per il file è attivo il @@ -4740,18 +4746,20 @@ informazioni siano estremamente ridotte. Questo è dovuto al fatto che Unix origina negli anni '70, quando le risorse di calcolo e di spazio disco erano minime. Con il venir meno di queste restrizioni è incominciata ad emergere l'esigenza di poter associare ai file delle ulteriori informazioni astratte -(quelli che vengono chiamati i \textsl{meta-dati}) che però non potevano -trovare spazio nei dati classici mantenuti negli \itindex{inode} +(quelli che abbiam chiamato genericamente \textsl{metadati}) che però non +potevano trovare spazio nei dati classici mantenuti negli \itindex{inode} \textit{inode}. Per risolvere questo problema alcuni sistemi unix-like (e fra questi anche Linux) hanno introdotto un meccanismo generico, detto \textit{Extended - Attributes} che consenta di associare delle informazioni ai singoli -file.\footnote{l'uso più comune è quello della ACL, che tratteremo nella - prossima sezione.} Gli \textsl{attributi estesi} non sono altro che delle -coppie nome/valore che sono associate permanentemente ad un oggetto sul -filesystem, analoghi di quello che sono le variabili di ambiente (vedi -sez.~\ref{sec:proc_environ}) per un processo. + Attributes} che consente di associare delle informazioni ulteriori ai +singoli file.\footnote{essi ad esempio vengono usati per le ACL, che + tratteremo in sez.~\ref{sec:file_ACL} e le \itindex{file~capabilities} + \textit{file capabilities}, che vedremo in + sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} Gli \textsl{attributi estesi} non sono +altro che delle coppie nome/valore che sono associate permanentemente ad un +oggetto sul filesystem, analoghi di quello che sono le variabili di ambiente +(vedi sez.~\ref{sec:proc_environ}) per un processo. Altri sistemi (come Solaris, MacOS e Windows) hanno adottato un meccanismo diverso in cui ad un file sono associati diversi flussi di dati, su cui @@ -4777,9 +4785,9 @@ presenti solo sui vari \textsl{extN}, \textsl{ReiserFS}, \textsl{JFS}, Inoltre a seconda della implementazione ci possono essere dei limiti sulla quantità di attributi che si possono utilizzare.\footnote{ad esempio nel caso di \textsl{ext2} ed \textsl{ext3} è richiesto che essi siano contenuti - all'interno di un singolo blocco (pertanto con dimensioni massime pari a + all'interno di un singolo blocco, pertanto con dimensioni massime pari a 1024, 2048 o 4096 byte a seconda delle dimensioni di quest'ultimo impostate - in fase di creazione del filesystem), mentre con \textsl{XFS} non ci sono + in fase di creazione del filesystem, mentre con \textsl{XFS} non ci sono limiti ed i dati vengono memorizzati in maniera diversa (nell'\textit{inode} stesso, in un blocco a parte, o in una struttura ad albero dedicata) per mantenerne la scalabilità.} Infine lo spazio utilizzato per mantenere gli @@ -4801,7 +4809,7 @@ classi di attributi riportate in tab.~\ref{tab:extended_attribute_class}. \begin{table}[htb] \centering \footnotesize - \begin{tabular}{|l|p{12cm}|} + \begin{tabular}{|l|p{8cm}|} \hline \textbf{Nome} & \textbf{Descrizione} \\ \hline @@ -4836,14 +4844,14 @@ classi di attributi riportate in tab.~\ref{tab:extended_attribute_class}. \end{table} -Dato che uno degli usi degli \textit{Extended Attributes} è quello che li -impiega per realizzare delle estensioni (come le -\itindex{Access~Control~List~(ACL)} ACL, \index{SELinux} SELinux, ecc.) al -tradizionale meccanismo dei controlli di accesso di Unix, l'accesso ai loro -valori viene regolato in maniera diversa a seconda sia della loro classe sia -di quali, fra le estensioni che li utilizzano, sono poste in uso. In -particolare, per ciascuna delle classi riportate in -tab.~\ref{tab:extended_attribute_class}, si hanno i seguenti casi: +Dato che uno degli usi degli \textit{Extended Attributes} è di impiegarli per +realizzare delle estensioni (come le \itindex{Access~Control~List~(ACL)} ACL, +\index{SELinux} SELinux, ecc.) al tradizionale meccanismo dei controlli di +accesso di Unix, l'accesso ai loro valori viene regolato in maniera diversa a +seconda sia della loro classe che di quali, fra le estensioni che li +utilizzano, sono poste in uso. In particolare, per ciascuna delle classi +riportate in tab.~\ref{tab:extended_attribute_class}, si hanno i seguenti +casi: \begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.7cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}} \item[\texttt{security}] L'accesso agli \textit{extended security attributes} dipende dalle politiche di sicurezza stabilite da loro stessi tramite @@ -4912,7 +4920,7 @@ tab.~\ref{tab:extended_attribute_class}, si hanno i seguenti casi: per evitare eventuali abusi, se una directory ha lo \itindex{sticky~bit} \textit{sticky bit} attivo sarà consentito scrivere i suoi \textit{extended user attributes} soltanto se si è proprietari della stessa, o si hanno i - privilegi amministrativi della capability \itindex{capabilities} + privilegi amministrativi della capacità \itindex{capabilities} \const{CAP\_FOWNER}. \end{basedescript} @@ -4924,10 +4932,11 @@ installata a parte;\footnote{la versione corrente della libreria è esplicitamente l'uso della suddetta libreria invocando il compilatore con l'opzione \texttt{-lattr}. -Per poter leggere gli attributi estesi sono disponibili tre diverse funzioni, -\funcd{getxattr}, \funcd{lgetxattr} e \funcd{fgetxattr}, che consentono -rispettivamente di richiedere gli attributi relativi a un file, a un -collegamento simbolico e ad un file descriptor; i rispettivi prototipi sono: +Per poter leggere gli attributi estesi sono disponibili tre diverse funzioni +di sistema, \funcd{getxattr}, \funcd{lgetxattr} e \funcd{fgetxattr}, che +consentono rispettivamente di richiedere gli attributi relativi a un file, a +un collegamento simbolico e ad un file descriptor; i rispettivi prototipi +sono: \begin{funcproto}{ \fhead{sys/types.h} @@ -4946,13 +4955,13 @@ collegamento simbolico e ad un file descriptor; i rispettivi prototipi sono: caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{ENOATTR}] l'attributo richiesto non esiste. - \item[\errcode{ERANGE}] la dimensione \param{size} del buffer \param{value} - non è sufficiente per contenere il risultato. \item[\errcode{ENOTSUP}] gli attributi estesi non sono supportati dal filesystem o sono disabilitati. + \item[\errcode{ERANGE}] la dimensione \param{size} del buffer \param{value} + non è sufficiente per contenere il risultato. \end{errlist} ed inoltre tutti gli errori delle analoghe della famiglia \func{stat} con lo - stesso significato ed in particolare \errcode{EPERM} se non si hanno i + stesso significato, ed in particolare \errcode{EPERM} se non si hanno i permessi di accesso all'attributo.} \end{funcproto} @@ -5004,10 +5013,10 @@ collegamento simbolico o specificando un file descriptor; i loro prototipi sono: {Le funzioni ritornano un $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} - \item[\errcode{ENOATTR}] si è usato il flag \const{XATTR\_REPLACE} e - l'attributo richiesto non esiste. \item[\errcode{EEXIST}] si è usato il flag \const{XATTR\_CREATE} ma l'attributo esiste già. + \item[\errcode{ENOATTR}] si è usato il flag \const{XATTR\_REPLACE} e + l'attributo richiesto non esiste. \item[\errcode{ENOTSUP}] gli attributi estesi non sono supportati dal filesystem o sono disabilitati. \end{errlist} @@ -5036,7 +5045,7 @@ modificato se è già presente, o creato se non c'è. Le funzioni finora illustrate permettono di leggere o scrivere gli attributi estesi, ma sarebbe altrettanto utile poter vedere quali sono gli attributi -presenti; a questo provvedono le funzioni \funcd{listxattr}, +presenti; a questo provvedono le funzioni di sistema \funcd{listxattr}, \funcd{llistxattr} e \funcd{flistxattr} i cui prototipi sono: \begin{funcproto}{ @@ -5052,10 +5061,10 @@ presenti; a questo provvedono le funzioni \funcd{listxattr}, in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} - \item[\errcode{ERANGE}] la dimensione \param{size} del buffer \param{value} - non è sufficiente per contenere il risultato. \item[\errcode{ENOTSUP}] gli attributi estesi non sono supportati dal filesystem o sono disabilitati. + \item[\errcode{ERANGE}] la dimensione \param{size} del buffer \param{value} + non è sufficiente per contenere il risultato. \end{errlist} ed inoltre tutti gli errori delle analoghe della famiglia \func{stat} con lo stesso significato ed in particolare \errcode{EPERM} se non si hanno i @@ -5080,8 +5089,8 @@ valore di ritorno della funzione una stima della dimensione totale della lista usando per \param{size} un valore nullo. Infine per rimuovere semplicemente un attributo esteso, si ha a disposizione -un ultimo gruppo di funzioni: \funcd{removexattr}, \funcd{lremovexattr} e -\funcd{fremovexattr}; i rispettivi prototipi sono: +un ultimo gruppo di funzioni di sistema: \funcd{removexattr}, +\funcd{lremovexattr} e \funcd{fremovexattr}; i rispettivi prototipi sono: \begin{funcproto}{ \fhead{sys/types.h} @@ -5104,12 +5113,13 @@ un ultimo gruppo di funzioni: \funcd{removexattr}, \funcd{lremovexattr} e permessi di accesso all'attributo.} \end{funcproto} -Le tre funzioni rimuovono l'attributo esteso indicato dall'argomento -\param{name} rispettivamente di un file, un collegamento simbolico o -specificando un file descriptor, da specificare con il loro primo argomento. -Anche in questo caso l'argomento \param{name} deve essere specificato con le -modalità già illustrate in precedenza per le altre funzioni relative agli -attributi estesi. +Le tre funzioni rimuovono un attributo esteso operando rispettivamente su di +un file, su un collegamento simbolico o un file descriptor, che vengono +specificati dal valore passato con il loro primo argomento. L'attributo da +rimuovere deve essere anchein questo caso indicato con +l'argomento \param{name} secondo le stesse modalità già illustrate in +precedenza per le altre funzioni relative alla gestione degli attributi +estesi. \itindend{Extended~Attributes} @@ -5138,15 +5148,15 @@ creato un gruppo di lavoro il cui scopo era estendere lo standard POSIX 1003 attraverso due nuovi insiemi di specifiche, la POSIX 1003.1e per l'interfaccia di programmazione e la POSIX 1003.2c per i comandi di shell. -Gli obiettivi erano però forse troppo ambizioni, e nel gennaio del 1998 i -finanziamenti vennero ritirati senza che si fosse arrivati alla definizione di -uno standard, dato però che una parte della documentazione prodotta era di -alta qualità venne deciso di rilasciare al pubblico la diciassettesima bozza -del documento, quella che va sotto il nome di \textit{POSIX 1003.1e Draft 17}, -che è divenuta la base sulla quale si definiscono le cosiddette \textit{Posix - ACL}. +Gli obiettivi del gruppo di lavoro erano però forse troppo ambizioni, e nel +gennaio del 1998 i finanziamenti vennero ritirati senza che si fosse arrivati +alla definizione dello standard richiesto. Dato però che una parte della +documentazione prodotta era di alta qualità venne deciso di rilasciare al +pubblico la diciassettesima bozza del documento, quella che va sotto il nome +di \textit{POSIX 1003.1e Draft 17}, che è divenuta la base sulla quale si +definiscono le cosiddette \textit{Posix ACL}. -A differenza di altri sistemi (ad esempio FreeBSD) nel caso di Linux si è +A differenza di altri sistemi, come ad esempio FreeBSD, nel caso di Linux si è scelto di realizzare le ACL attraverso l'uso degli \itindex{Extended~Attributes} \textit{Extended Attributes} (appena trattati in sez.~\ref{sec:file_xattr}), e fornire tutte le relative funzioni di gestione @@ -5160,13 +5170,13 @@ Anche in questo caso le funzioni di questa libreria non fanno parte della installare con il pacchetto omonimo e con il collegato \texttt{libacl1-dev} per i file di sviluppo.} pertanto se un programma le utilizza si dovrà indicare esplicitamente l'uso della libreria \texttt{libacl} invocando il -compilatore con l'opzione \texttt{-lacl}. Si tenga presente inoltre che per -poterle utilizzare le ACL devono essere attivate esplicitamente montando il -filesystem\footnote{che deve supportarle, ma questo è ormai vero per - praticamente tutti i filesystem più comuni, con l'eccezione di NFS per il - quale esiste però un supporto sperimentale.} su cui le si vogliono -utilizzare con l'opzione \texttt{acl} attiva. Dato che si tratta di una -estensione è infatti opportuno utilizzarle soltanto laddove siano necessarie. +compilatore con l'opzione \texttt{-lacl}. Si tenga presente inoltre che le ACL +devono essere attivate esplicitamente montando il filesystem\footnote{che deve + supportarle, ma questo è ormai vero per praticamente tutti i filesystem più + comuni, con l'eccezione di NFS per il quale esiste però un supporto + sperimentale.} su cui le si vogliono utilizzare con l'opzione \texttt{acl} +attiva. Dato che si tratta di una estensione è infatti opportuno utilizzarle +soltanto laddove siano necessarie. Una ACL è composta da un insieme di voci, e ciascuna voce è a sua volta costituita da un \textsl{tipo}, da un eventuale @@ -5178,7 +5188,7 @@ può impostare una ACL aggiuntiva, detta \textit{default ACL}, che serve ad indicare quale dovrà essere la ACL assegnata di default nella creazione di un file all'interno della directory stessa. Come avviene per i permessi le ACL possono essere impostate solo del proprietario del file, o da un processo con -la capability \itindex{capabilities} \const{CAP\_FOWNER}. +la capacità \itindex{capabilities} \const{CAP\_FOWNER}. \begin{table}[htb] \centering @@ -5220,22 +5230,23 @@ tipi. Una ACL può poi contenere un numero arbitrario di voci di tipo \const{ACL\_USER} e \const{ACL\_GROUP}, ciascuna delle quali indicherà i -permessi assegnati all'utente e al gruppo indicato dal relativo qualificatore; -ovviamente ciascuna di queste voci dovrà fare riferimento ad un utente o ad un +permessi assegnati all'utente e al gruppo indicato dal relativo qualificatore. +Ovviamente ciascuna di queste voci dovrà fare riferimento ad un utente o ad un gruppo diverso, e non corrispondenti a quelli proprietari del file. Inoltre se -in una ACL esiste una voce di uno di questi due tipi è obbligatoria anche la +in una ACL esiste una voce di uno di questi due tipi, è obbligatoria anche la presenza di una ed una sola voce di tipo \const{ACL\_MASK}, che negli altri casi è opzionale. -Quest'ultimo tipo di voce contiene la maschera dei permessi che possono essere -assegnati tramite voci di tipo \const{ACL\_USER}, \const{ACL\_GROUP} e -\const{ACL\_GROUP\_OBJ}; se in una di queste voci si fosse specificato un -permesso non presente in \const{ACL\_MASK} questo verrebbe ignorato. L'uso di -una ACL di tipo \const{ACL\_MASK} è di particolare utilità quando essa -associata ad una \textit{default ACL} su una directory, in quanto i permessi -così specificati verranno ereditati da tutti i file creati nella stessa -directory. Si ottiene così una sorta di \itindex{umask} \textit{umask} -associata ad un oggetto sul filesystem piuttosto che a un processo. +Una voce di tipo \const{ACL\_MASK} serve a mantenere la maschera dei permessi +che possono essere assegnati tramite voci di tipo \const{ACL\_USER}, +\const{ACL\_GROUP} e \const{ACL\_GROUP\_OBJ}. Se in una di queste voci si +fosse specificato un permesso non presente in \const{ACL\_MASK} questo +verrebbe ignorato. L'uso di una ACL di tipo \const{ACL\_MASK} è di particolare +utilità quando essa associata ad una \textit{default ACL} su una directory, in +quanto i permessi così specificati verranno ereditati da tutti i file creati +nella stessa directory. Si ottiene così una sorta di \itindex{umask} +\textit{umask} associata ad un oggetto sul filesystem piuttosto che a un +processo. Dato che le ACL vengono a costituire una estensione dei permessi ordinari, uno dei problemi che si erano posti nella loro standardizzazione era appunto @@ -5243,19 +5254,23 @@ quello della corrispondenza fra questi e le ACL. Come accennato i permessi ordinari vengono mappati le tre voci di tipo \const{ACL\_USER\_OBJ}, \const{ACL\_GROUP\_OBJ} e \const{ACL\_OTHER} che devono essere presenti in qualunque ACL; un cambiamento ad una di queste voci viene automaticamente -riflesso sui permessi ordinari dei file\footnote{per permessi ordinari si - intende quelli mantenuti \itindex{inode} nell'\textit{inode}, che devono - restare dato che un filesystem può essere montato senza abilitare le ACL.} e -viceversa. In realtà la mappatura è diretta solo per le voci -\const{ACL\_USER\_OBJ} e \const{ACL\_OTHER}, nel caso di -\const{ACL\_GROUP\_OBJ} questo vale soltanto se non è presente una voce di -tipo \const{ACL\_MASK}, se invece questa è presente verranno tolti dai -permessi di \const{ACL\_GROUP\_OBJ} tutti quelli non presenti in -\const{ACL\_MASK}.\footnote{questo diverso comportamento a seconda delle - condizioni è stato introdotto dalla standardizzazione \textit{POSIX 1003.1e - Draft 17} per mantenere il comportamento invariato sui sistemi dotati di - ACL per tutte quelle applicazioni che sono conformi soltanto all'ordinario - standard \textit{POSIX 1003.1}.} +riflesso sui permessi ordinari dei file e viceversa.\footnote{per permessi + ordinari si intende quelli mantenuti \itindex{inode} nell'\textit{inode}, + che devono restare dato che un filesystem può essere montato senza abilitare + le ACL.} + +In realtà la mappatura è diretta solo per le voci \const{ACL\_USER\_OBJ} e +\const{ACL\_OTHER}, nel caso di \const{ACL\_GROUP\_OBJ} questo vale soltanto +se non è presente una voce di tipo \const{ACL\_MASK}, che è quanto avviene +normalmente se non sono presenti ACL aggiuntive rispetto ai permessi +ordinari.za Se invece questa è presente verranno tolti dai permessi di +\const{ACL\_GROUP\_OBJ} (cioè dai permessi per il gruppo proprietario del +file) tutti quelli non presenti in \const{ACL\_MASK}.\footnote{questo diverso + comportamento a seconda delle condizioni è stato introdotto dalla + standardizzazione \textit{POSIX 1003.1e Draft 17} per mantenere il + comportamento invariato sui sistemi dotati di ACL per tutte quelle + applicazioni che sono conformi soltanto all'ordinario standard \textit{POSIX + 1003.1}.} Un secondo aspetto dell'incidenza delle ACL sul comportamento del sistema è quello relativo alla creazione di nuovi file,\footnote{o oggetti sul @@ -5263,7 +5278,7 @@ quello relativo alla creazione di nuovi file,\footnote{o oggetti sul \func{creat} (vedi sez.~\ref{sec:file_open}), \func{mkdir} (vedi sez.~\ref{sec:file_dir_creat_rem}), \func{mknod} e \func{mkfifo} (vedi sez.~\ref{sec:file_mknod}).} che come accennato può essere modificato dalla -presenza di una \textit{default ACL} sulla directory che contiene quel file. +presenza di una \textit{default ACL} sulla directory che andrà a contenerli. Se questa non c'è valgono le regole usuali illustrate in sez.~\ref{sec:file_perm_management}, per cui essi sono determinati dalla \itindex{umask} \textit{umask} del processo, e la sola differenza è che i @@ -5273,23 +5288,27 @@ soltanto le tre corrispondenti voci di tipo \const{ACL\_USER\_OBJ}, \const{ACL\_GROUP\_OBJ} e \const{ACL\_OTHER}. Se invece è presente una ACL di default sulla directory che contiene il nuovo -file questa diventerà automaticamente la sua ACL di accesso, a meno di non -aver indicato, nelle funzioni di creazione che lo consentono, uno specifico -valore per i permessi ordinari;\footnote{tutte le funzioni citate in - precedenza supportano un argomento \var{mode} che indichi un insieme di - permessi iniziale.} in tal caso saranno eliminati dalle voci corrispondenti -nella ACL tutti quelli non presenti in tale indicazione. +file, essa diventerà automaticamente anche la ACL di accesso di quest'ultimo, +a meno di non aver indicato, nelle funzioni di creazione che lo consentono, +uno specifico valore per i permessi ordinari.\footnote{tutte le funzioni + citate in precedenza supportano un argomento \var{mode} che indichi un + insieme di permessi iniziale.} In tal caso saranno eliminati dalle voci +corrispondenti che deriverebbero dalla ACL di default, tutti i permessi non +presenti in tale indicazione. Dato che questa è la ragione che ha portato alla loro creazione, la principale -modifica introdotta con la presenza della ACL è quella alle regole del -controllo di accesso ai file illustrate in sez.~\ref{sec:file_perm_overview}. -Come nel caso ordinario per il controllo vengono sempre utilizzati gli -identificatori del gruppo \textit{effective} del processo, ma in presenza di -ACL i passi attraverso i quali viene stabilito se esso ha diritto di accesso -sono i seguenti: -\begin{enumerate*} -\item Se l'\ids{UID} del processo è nullo l'accesso è sempre garantito senza - nessun controllo. +modifica introdotta nel sistema con la presenza della ACL è quella alle regole +del controllo di accesso ai file che si sono illustrate in +sez.~\ref{sec:file_perm_overview}. Come nel caso ordinario per il controllo +vengono sempre utilizzati gli identificatori del gruppo \textit{effective} del +processo, ma in caso di presenza di una ACL sul file, i passi attraverso i +quali viene stabilito se il processo ha il diritto di accesso sono i seguenti: +\begin{enumerate} +\item Se l'\ids{UID} del processo è nullo (se cioè si è l'amministratore) + l'accesso è sempre garantito senza nessun controllo.\footnote{più + precisamente se si devono avere le \itindex{capabilities} capacità + \const{CAP\_DAC\_OVERRIDE} per i file e \const{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH} per + le directory, vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} \item Se l'\ids{UID} del processo corrisponde al proprietario del file allora: \begin{itemize*} \item se la voce \const{ACL\_USER\_OBJ} contiene il permesso richiesto, @@ -5324,7 +5343,7 @@ sono i seguenti: \end{itemize*} \item Se la voce \const{ACL\_USER\_OBJ} contiene il permesso richiesto, l'accesso è consentito, altrimenti l'accesso è negato. -\end{enumerate*} +\end{enumerate} I passi di controllo vengono eseguiti esattamente in questa sequenza, e la decisione viene presa non appena viene trovata una corrispondenza con gli @@ -5341,52 +5360,49 @@ tutte le operazioni devono essere effettuate attraverso tramite questi tipi di dati, che incapsulano tutte le informazioni contenute nelle ACL. La prima di queste funzioni che prendiamo in esame è \funcd{acl\_init}, il cui prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{acl\_t acl\_init(int count)} - Inizializza un'area di lavoro per una ACL di \param{count} voci. - - \bodydesc{La funzione restituisce un puntatore all'area di lavoro in caso di - successo e \val{NULL} in caso di errore, nel qual caso \var{errno} - assumerà uno dei valori: +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{acl\_t acl\_init(int count)} +\fdesc{Inizializza un'area di lavoro per una ACL.} +} + +{La funzione ritorna un puntatore all'area di lavoro in caso di successo e + \val{NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{EINVAL}] il valore di \param{count} è negativo. \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è sufficiente memoria disponibile. \end{errlist} } -\end{functions} +\end{funcproto} La funzione alloca ed inizializza un'area di memoria che verrà usata per mantenere i dati di una ACL contenente fino ad un massimo di \param{count} -voci. La funzione ritorna un valore di tipo \type{acl\_t}, da usare in tutte -le altre funzioni che operano sulla ACL. La funzione si limita alla -allocazione iniziale e non inserisce nessun valore nella ACL che resta vuota. -Si tenga presente che pur essendo \type{acl\_t} un \index{tipo!opaco} tipo -opaco che identifica ``\textsl{l'oggetto}'' ACL, il valore restituito dalla -funzione non è altro che un puntatore all'area di memoria allocata per i dati -richiesti; pertanto in caso di fallimento verrà restituito un puntatore nullo -e si dovrà confrontare il valore di ritorno della funzione con -``\code{(acl\_t) NULL}''. +voci. La funzione ritorna un valore di tipo \type{acl\_t} da usare in tutte le +altre funzioni che operano sulla ACL. La funzione si limita alla allocazione +iniziale e non inserisce nessun valore nella ACL che resta vuota. Si tenga +presente che pur essendo \type{acl\_t} un \index{tipo!opaco} tipo opaco che +identifica ``\textsl{l'oggetto}'' ACL, il valore restituito dalla funzione non +è altro che un puntatore all'area di memoria allocata per i dati richiesti; +pertanto in caso di fallimento verrà restituito un puntatore nullo e si dovrà +confrontare il valore di ritorno della funzione con ``\code{(acl\_t) NULL}''. Una volta che si siano completate le operazioni sui dati di una ACL la memoria allocata dovrà essere liberata esplicitamente attraverso una chiamata alla funzione \funcd{acl\_free}, il cui prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{int acl\_free(void * obj\_p)} - Disalloca la memoria riservata per i dati di una ACL. - - \bodydesc{La funzione restituisce 0 in caso di successo e $-1$ se - \param{obj\_p} non è un puntatore valido, nel qual caso \var{errno} - assumerà il valore \errcode{EINVAL} +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{int acl\_free(void * obj\_p)} +\fdesc{Disalloca la memoria riservata per una ACL.} } -\end{functions} + +{La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual + caso \var{errno} assumerà il valore \errcode{EINVAL} se \param{obj\_p} non è + valido.} +\end{funcproto} Si noti come la funzione richieda come argomento un puntatore di tipo ``\ctyp{void *}'', essa infatti può essere usata non solo per liberare la @@ -5403,17 +5419,17 @@ delle operazioni tutta la memoria allocata dovrà essere liberata con Una volta che si abbiano a disposizione i dati di una ACL tramite il riferimento ad oggetto di tipo \type{acl\_t} questi potranno essere copiati con la funzione \funcd{acl\_dup}, il cui prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{acl\_t acl\_dup(acl\_t acl)} - Crea una copia della ACL \param{acl}. - - \bodydesc{La funzione restituisce un oggetto di tipo \type{acl\_t} in caso - di successo e \code{(acl\_t)NULL} in caso di errore, nel qual caso - \var{errno} assumerà uno dei valori: +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{acl\_t acl\_dup(acl\_t acl)} +\fdesc{Crea una copia di una ACL.} +} + +{La funzione ritorna un oggetto di tipo \type{acl\_t} in caso di successo in + caso di successo e \code{(acl\_t)NULL} per un errore, nel qual caso + \var{errno} assumerà assumerà uno dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{EINVAL}] l'argomento \param{acl} non è un puntatore valido per una ACL. @@ -5421,7 +5437,7 @@ con la funzione \funcd{acl\_dup}, il cui prototipo è: la copia. \end{errlist} } -\end{functions} +\end{funcproto} La funzione crea una copia dei dati della ACL indicata tramite l'argomento \param{acl}, allocando autonomamente tutto spazio necessario alla copia e @@ -5435,20 +5451,19 @@ Se si deve creare una ACL manualmente l'uso di \func{acl\_init} è scomodo, dato che la funzione restituisce una ACL vuota, una alternativa allora è usare \funcd{acl\_from\_mode} che consente di creare una ACL a partire da un valore di permessi ordinari, il prototipo della funzione è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{acl\_t acl\_from\_mode(mode\_t mode)} - - Crea una ACL inizializzata con i permessi di \param{mode}. - - \bodydesc{La funzione restituisce un oggetto di tipo \type{acl\_t} in caso - di successo e \code{(acl\_t)NULL} in caso di errore, nel qual caso - \var{errno} assumerà il valore \errval{ENOMEM}. +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{acl\_t acl\_from\_mode(mode\_t mode)} +\fdesc{Crea una ACL inizializzata con i permessi ordinari.} } -\end{functions} + +{La funzione ritorna un oggetto di tipo \type{acl\_t} in caso di successo e + \code{(acl\_t)NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} potra assumere + solo il valore \errval{ENOMEM} nel suo significato generico.} +\end{funcproto} + La funzione restituisce una ACL inizializzata con le tre voci obbligatorie \const{ACL\_USER\_OBJ}, \const{ACL\_GROUP\_OBJ} e \const{ACL\_OTHER} già @@ -5461,18 +5476,18 @@ Altre due funzioni che consentono di creare una ACL già inizializzata sono \funcd{acl\_get\_fd} e \funcd{acl\_get\_file}, che però sono per lo più utilizzate per leggere la ACL corrente di un file; i rispettivi prototipi sono: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{acl\_t acl\_get\_file(const char *path\_p, acl\_type\_t type)} - \funcdecl{acl\_t acl\_get\_fd(int fd)} - Ottiene i dati delle ACL di un file. - - \bodydesc{La funzione restituisce un oggetto di tipo \type{acl\_t} in caso - di successo e \code{(acl\_t)NULL} in caso di errore, nel qual caso - \var{errno} assumerà uno dei valori: +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{acl\_t acl\_get\_file(const char *path\_p, acl\_type\_t type)} +\fdecl{acl\_t acl\_get\_fd(int fd)} +\fdesc{Ottiene i dati delle ACL di un file.} +} + +{La funzione ritorna un oggetto di tipo \type{acl\_t} in caso di successo e + \code{(acl\_t)NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno + dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per allocare i dati. \item[\errcode{ENOTSUP}] il filesystem cui fa riferimento il file non @@ -5480,10 +5495,8 @@ sono: \end{errlist} ed inoltre \errval{EBADF} per \func{acl\_get\_fd}, ed \errval{EINVAL} per valori scorretti di \param{type} e tutti i possibili errori per l'accesso ad - un file per \func{acl\_get\_file}. - -} -\end{functions} + un file per \func{acl\_get\_file}. } +\end{funcproto} Le due funzioni ritornano, con un oggetto di tipo \type{acl\_t}, il valore della ACL correntemente associata ad un file, che può essere identificato @@ -5520,25 +5533,25 @@ verrà restituita una ACL vuota. Infine si potrà creare una ACL direttamente dalla sua rappresentazione testuale con la funzione \funcd{acl\_from\_text}, il cui prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{acl\_t acl\_from\_text(const char *buf\_p)} - Crea una ACL a partire dalla sua rappresentazione testuale. - - \bodydesc{La funzione restituisce un oggetto di tipo \type{acl\_t} in caso - di successo e \code{(acl\_t)NULL} in caso di errore, nel qual caso - \var{errno} assumerà uno dei valori: +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{acl\_t acl\_from\_text(const char *buf\_p)} +\fdesc{Crea una ACL a partire dalla sua rappresentazione testuale.} +} + +{La funzione ritorna un oggetto di tipo \type{acl\_t} in caso di successo e + \code{(acl\_t)NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno + dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per allocare i dati. \item[\errcode{EINVAL}] la rappresentazione testuale all'indirizzo \param{buf\_p} non è valida. - \end{errlist} - -} -\end{functions} + \end{errlist} + ed inoltre +nel loro significato generico.} +\end{funcproto} La funzione prende come argomento il puntatore ad un buffer dove si è inserita la rappresentazione testuale della ACL che si vuole creare, la memoria @@ -5584,25 +5597,23 @@ voce sono le stesse. In questo caso non sono consentiti permessi. Per la conversione inversa, che consente di ottenere la rappresentazione testuale di una ACL, sono invece disponibili due funzioni, la prima delle due, di uso più immediato, è \funcd{acl\_to\_text}, il cui prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{char * acl\_to\_text(acl\_t acl, ssize\_t *len\_p)} - Produce la rappresentazione testuale di una ACL. - - \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore ad una stringa con la - rappresentazione testuale della ACL in caso di successo e - \code(acl\_t){NULL} in caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà - uno dei valori: +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{char * acl\_to\_text(acl\_t acl, ssize\_t *len\_p)} +\fdesc{Produce la rappresentazione testuale di una ACL.} +} + +{La funzione ritorna il puntatore ad una stringa con la rappresentazione + testuale della ACL in caso di successo e \var{NULL} per un errore, nel qual + caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per allocare i dati. \item[\errcode{EINVAL}] la ACL indicata da \param{acl} non è valida. \end{errlist} - -} -\end{functions} +} +\end{funcproto} La funzione restituisce il puntatore ad una stringa terminata da NUL contenente la rappresentazione in forma estesa della ACL passata come @@ -5615,25 +5626,23 @@ rappresentazione testuale (non comprendente il carattere nullo finale). La seconda funzione, \funcd{acl\_to\_any\_text}, permette di controllare con dovizia di dettagli la generazione della stringa contenente la rappresentazione testuale della ACL, il suo prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{char * acl\_to\_any\_text(acl\_t acl, const char *prefix, char +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{char * acl\_to\_any\_text(acl\_t acl, const char *prefix, char separator, int options)} +\fdesc{Produce la rappresentazione testuale di una ACL.} +} - Produce la rappresentazione testuale di una ACL. - - \bodydesc{La funzione restituisce il puntatore ad una stringa con la - rappresentazione testuale della ACL in caso di successo e \val{NULL} in - caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: +{La funzione ritorna il puntatore ad una stringa con la rappresentazione + testuale della ACL in caso di successo e \val{NULL} per un errore, nel qual + caso \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per allocare i dati. \item[\errcode{EINVAL}] la ACL indicata da \param{acl} non è valida. - \end{errlist} - -} -\end{functions} + \end{errlist} +} +\end{funcproto} La funzione converte in formato testo la ACL indicata dall'argomento \param{acl}, usando il carattere \param{separator} come separatore delle @@ -5702,23 +5711,24 @@ Lo standard POSIX.1e prevede a tale scopo tre funzioni, la prima e più semplice è \funcd{acl\_size}, che consente di ottenere la dimensione che avrà la citata rappresentazione binaria, in modo da poter allocare per essa un buffer di dimensione sufficiente, il suo prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{ssize\_t acl\_size(acl\_t acl)} - Determina la dimensione della rappresentazione binaria di una ACL. - \bodydesc{La funzione restituisce in caso di successo la dimensione in byte - della rappresentazione binaria della ACL indicata da \param{acl} e $-1$ in - caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{ssize\_t acl\_size(acl\_t acl)} +\fdesc{Determina la dimensione della rappresentazione binaria di una ACL.} +} + +{La funzione ritorna la dimensione in byte della rappresentazione binaria + della ACL in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual caso + \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{EINVAL}] la ACL indicata da \param{acl} non è valida. \end{errlist} +} +\end{funcproto} -} -\end{functions} Prima di effettuare la lettura della rappresentazione binaria è sempre necessario allocare un buffer di dimensione sufficiente a contenerla, pertanto @@ -5729,26 +5739,25 @@ rappresentazione binaria, il buffer dovrà essere esplicitamente disallocato. La funzione che consente di leggere la rappresentazione binaria di una ACL è \funcd{acl\_copy\_ext}, il cui prototipo è: -\begin{functions} - \headdecl{sys/types.h} - \headdecl{sys/acl.h} - - \funcdecl{ssize\_t acl\_copy\_ext(void *buf\_p, acl\_t acl, ssize\_t size)} - Ottiene la rappresentazione binaria di una ACL. +\begin{funcproto}{ +\fhead{sys/types.h} +\fhead{sys/acl.h} +\fdecl{ssize\_t acl\_copy\_ext(void *buf\_p, acl\_t acl, ssize\_t size)} +\fdesc{Ottiene la rappresentazione binaria di una ACL.} +} - \bodydesc{La funzione restituisce in caso di successo la dimensione in byte - della rappresentazione binaria della ACL indicata da \param{acl} e $-1$ in - caso di errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori: +{La funzione ritorna la dimensione in byte della rappresentazione binaria + della ACL in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual caso + \var{errno} assumerà uno dei valori: \begin{errlist} \item[\errcode{EINVAL}] la ACL indicata da \param{acl} non è valida o \param{size} è negativo o nullo. \item[\errcode{ERANGE}] il valore di \param{size} è più piccolo della dimensione della rappresentazione della ACL. \end{errlist} - -} -\end{functions} +} +\end{funcproto} La funzione salverà la rappresentazione binaria della ACL indicata da \param{acl} sul buffer posto all'indirizzo \param{buf\_p} e lungo \param{size} @@ -6350,6 +6359,8 @@ processo con privilegi di amministratore, permettendo così una granularità molto più fine nella distribuzione degli stessi che evitasse la originaria situazione di ``\textsl{tutto o nulla}''. +\itindbeg{file~capabilities} + Il meccanismo completo delle \textit{capabilities}\footnote{l'implementazione si rifà ad una bozza di quello che doveva diventare lo standard POSIX.1e, poi abbandonato.} prevede inoltre la possibilità di associare le stesse ai @@ -6695,6 +6706,9 @@ come indica chiaramente il nome, permette solo la rimozione di una \textit{capability} dall'insieme; per i dettagli sull'uso di tutte queste operazioni si rimanda alla rilettura di sez.~\ref{sec:process_prctl}. +\itindend{file~capabilities} + + % TODO verificare per process capability bounding set, vedi: % http://git.kernel.org/git/?p=linux/kernel/git/torvalds/linux-2.6.git;a=commit;h=3b7391de67da515c91f48aa371de77cb6cc5c07e @@ -6875,16 +6889,17 @@ accennato, dato che questa capacità è assente nel \textit{capabilities bounding set} usato di default, essa non è neanche mai stata realmente disponibile. -Con l'introduzione \textit{file capabilities} e il cambiamento del significato -del \textit{capabilities bounding set} la possibilità di modificare le -capacità di altri processi è stata completamente rimossa, e -\const{CAP\_SETPCAP} ha acquisito quello che avrebbe dovuto essere il suo -significato originario, e cioè la capacità del processo di poter inserire nel -suo \textit{inheritable set} qualunque capacità presente nel \textit{bounding - set}. Oltre a questo la disponibilità di \const{CAP\_SETPCAP} consente ad un -processo di eliminare una capacità dal proprio \textit{bounding set} (con la -conseguente impossibilità successiva di eseguire programmi con quella -capacità), o di impostare i \textit{securebits} delle \textit{capabilities}. +Con l'introduzione \itindex{file~capabilities} \textit{file capabilities} e +il cambiamento del significato del \textit{capabilities bounding set} la +possibilità di modificare le capacità di altri processi è stata completamente +rimossa, e \const{CAP\_SETPCAP} ha acquisito quello che avrebbe dovuto essere +il suo significato originario, e cioè la capacità del processo di poter +inserire nel suo \textit{inheritable set} qualunque capacità presente nel +\textit{bounding set}. Oltre a questo la disponibilità di \const{CAP\_SETPCAP} +consente ad un processo di eliminare una capacità dal proprio \textit{bounding + set} (con la conseguente impossibilità successiva di eseguire programmi con +quella capacità), o di impostare i \textit{securebits} delle +\textit{capabilities}. La prima fra le capacità ``\textsl{ampie}'' che occorre dettagliare maggiormente è \const{CAP\_FOWNER}, che rimuove le restrizioni poste ad un @@ -7014,24 +7029,25 @@ utilizzare le interfacce di alto livello che vedremo più avanti. La struttura a cui deve puntare l'argomento \param{hdrp} serve ad indicare, tramite il campo \var{pid}, il PID del processo del quale si vogliono leggere o modificare le \textit{capabilities}. Con \func{capset} questo, se si usano -le \textit{file capabilities}, può essere solo 0 o PID del processo chiamante, -che sono equivalenti. Il campo \var{version} deve essere impostato al valore -della versione delle stesse usata dal kernel (quello indicato da una delle -costanti \texttt{\_LINUX\_CAPABILITY\_VERSION\_n} di -fig.~\ref{fig:cap_kernel_struct}) altrimenti le funzioni ritorneranno con un -errore di \errcode{EINVAL}, restituendo nel campo stesso il valore corretto -della versione in uso. La versione due è comunque deprecata e non deve essere -usata (il kernel stamperà un avviso). I valori delle \textit{capabilities} -devono essere passati come maschere binarie;\footnote{e si tenga presente che - i valori di tab.~\ref{tab:proc_capabilities} non possono essere combinati - direttamente, indicando il numero progressivo del bit associato alla - relativa capacità.} con l'introduzione delle \textit{capabilities} a 64 bit -inoltre il puntatore \param{datap} non può essere più considerato come -relativo ad una singola struttura, ma ad un vettore di due -strutture.\footnote{è questo cambio di significato che ha portato a deprecare - la versione 2, che con \func{capget} poteva portare ad un buffer overflow - per vecchie applicazioni che continuavano a considerare \param{datap} come - puntatore ad una singola struttura.} +le \itindex{file~capabilities} \textit{file capabilities}, può essere solo 0 o +PID del processo chiamante, che sono equivalenti. Il campo \var{version} deve +essere impostato al valore della versione delle stesse usata dal kernel +(quello indicato da una delle costanti +\texttt{\_LINUX\_CAPABILITY\_VERSION\_n} di fig.~\ref{fig:cap_kernel_struct}) +altrimenti le funzioni ritorneranno con un errore di \errcode{EINVAL}, +restituendo nel campo stesso il valore corretto della versione in uso. La +versione due è comunque deprecata e non deve essere usata (il kernel stamperà +un avviso). I valori delle \textit{capabilities} devono essere passati come +maschere binarie;\footnote{e si tenga presente che i valori di + tab.~\ref{tab:proc_capabilities} non possono essere combinati direttamente, + indicando il numero progressivo del bit associato alla relativa capacità.} +con l'introduzione delle \textit{capabilities} a 64 bit inoltre il +puntatore \param{datap} non può essere più considerato come relativo ad una +singola struttura, ma ad un vettore di due strutture.\footnote{è questo cambio + di significato che ha portato a deprecare la versione 2, che con + \func{capget} poteva portare ad un buffer overflow per vecchie applicazioni + che continuavano a considerare \param{datap} come puntatore ad una singola + struttura.} Dato che le precedenti funzioni, oltre ad essere specifiche di Linux, non garantiscono la stabilità nell'interfaccia, è sempre opportuno effettuare la diff --git a/ipc.tex b/ipc.tex index 49f342f..44b1ca2 100644 --- a/ipc.tex +++ b/ipc.tex @@ -431,7 +431,7 @@ quello illustrato per le pipe in sez.~\ref{sec:ipc_pipes}. Abbiamo già visto in sez.~\ref{sec:file_mknod} le funzioni \func{mknod} e \func{mkfifo} che permettono di creare una fifo; per utilizzarne una un -processo non avrà che da aprire il relativo \index{file!speciale} file +processo non avrà che da aprire il relativo \index{file!speciali} file speciale o in lettura o scrittura; nel primo caso sarà collegato al capo di uscita della fifo, e dovrà leggere, nel secondo al capo di ingresso, e dovrà scrivere.