From: Simone Piccardi Date: Mon, 4 Feb 2002 22:34:01 +0000 (+0000) Subject: Sistemata signal X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=5f6b4886e6bf066208c596ca985f040077dc39f0;p=gapil.git Sistemata signal --- diff --git a/signal.tex b/signal.tex index f071289..40be93c 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -766,12 +766,12 @@ indicizzate per numero di segnale, per cui una chiamata del tipo di \code{char \section{La gestione dei segnali} \label{sec:sig_handlers} -I segnali sono il primo e più classico esempio di eventi asincroni, che -possono accadere in un qualunque momento durante l'esecuzione di un programma. -Non essendo sotto il controllo del programma la gestione dei segnali non potrà -essere controllata all'interno del flusso di esecuzione di quest'ultimo, ma -tutto quello che si potrà fare è di specificare (al kernel, che li genera) -quale azione andrà intrapresa quando essi si verificano. +I segnali sono il primo e più classico esempio di eventi asincroni, cioè di +eventi che possono accadere in un qualunque momento durante l'esecuzione di un +programma. Dato che la loro gestione non è sotto il controllo del programma +essa non può essere effettuata all'interno del normale flusso di esecuzione, +per cui tutto quello che si può fare è di specificare (al kernel, installando +un manipolatore) quale azione andrà intrapresa quando essi si verificano. In questa sezione vedremo allora come si gestiscono i segnali, esaminando le funzioni che si usano per effettuare la gestione dei segnali ed analizzando le @@ -782,48 +782,49 @@ problematiche relative alla gestione di eventi asincroni di questo tipo. \label{sec:sig_signal} L'interfaccia più semplice alla manipolazione dei segnali è costituita dalla -funzione \func{signal}; questa funzione è definita fin dallo standard ANSI C -che però non considera sistemi multitasking, per cui la sua definizione in -tale standard è tanto vaga da essere del tutto inutile in un sistema unix, per -questo ogni implementazione successiva ne ha modificato e ridefinito il +funzione \func{signal} che è definita fin dallo standard ANSI C. Quest'ultimo +però non considera sistemi multitasking, per cui la definizione è tanto vaga +da essere del tutto inutile in un sistema Unix; è questo il motivo per cui +ogni implementazione successiva ne ha modificato e ridefinito il comportamento, pur mantenendone immutato il prototipo\footnote{in realtà alcune vecchie implementazioni (SVR4 e 4.3+BSD) usano parametri aggiuntivi per definire il comportamento della funzione} che è: \begin{prototype}{signal.h} {sighandler\_t signal(int signum, sighandler\_t handler)} - Installa una nuova funzione di gestione (manipolatore) per il segnale - \param{signum}, usando il manipolatore \param{handler}. + Installa la funzione di gestione \param{handler} (il manipolatore) per il + segnale \param{signum}. \bodydesc{La funzione ritorna il precedente manipolatore in caso di successo o \macro{SIG\_ERR} in caso di errore.} \end{prototype} In questa definizione si è usato il tipo \type{sighandler\_t} che è una -estensione GNU definita in Linux che permette di riscrivere il prototipo in -forma più leggibile dell'originario: +estensione GNU definita dalle \acr{glibc} che permette di riscrivere il +prototipo in una forma più leggibile dell'originario: \begin{verbatim} void (*signal(int signum, void (*handler)(int)))int) \end{verbatim} -che, per la poca chiarezza della sintassi del C quando si vanno a trattare -puntatori a funzioni, è molto meno comprensibile, da questo si può dedurre la -definizione di \type{sighandler\_t} che è: +questa infatti, per la poca chiarezza della sintassi del C quando si vanno a +trattare puntatori a funzioni, è molto meno comprensibile. Da un confronto +con il precedente prototipo si può dedurre la definizione di +\type{sighandler\_t} che è: \begin{verbatim} typedef void (* sighandler_t)(int) \end{verbatim} -si tratta cioè un puntatore ad una funzione \type{void} (cioè senza valore di -rtorno) e che prende un argomento di tipo \type{int}\footnote{si devono usare - le parentesi intorno al nome della funzione per via delle precedenze degli +e cioè un puntatore ad una funzione \type{void} (cioè senza valore di ritorno) +e che prende un argomento di tipo \type{int}\footnote{si devono usare le + parentesi intorno al nome della funzione per via delle precedenze degli operatori del C, senza di esse si sarebbe definita una funzione che ritorna un puntatore a \type{void} e non un puntatore ad una funzione \type{void}}. La funzione \func{signal} quindi restituisce e prende come secondo argomento un puntatore a una funzione di questo tipo, che è appunto il manipolatore del segnale. -Il numero di segnale passato in \param{signum} segnale può essere indicato +Il numero di segnale passato in \param{signum} può essere indicato direttamente con una delle costanti definite in \secref{sec:sig_standard}. Il manipolatore \param{handler} invece, oltre all'indirizzo della funzione da -chiamare all'occorrenza del segnale, può assumere anche i valori costanti +chiamare all'occorrenza del segnale, può assumere anche i due valori costanti \macro{SIG\_IGN} con cui si dice ignorare il segnale e \macro{SIG\_DFL} per installare l'azione di di default\footnote{si ricordi però che i due segnali \macro{SIGKILL} e \macro{SIGSTOP} non possono essere ignorati né