From: Simone Piccardi Date: Mon, 6 Jan 2003 16:44:20 +0000 (+0000) Subject: Correzioni ortografiche X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=441dd1e480e625b9e8943261b706d0018c5f0faa;p=gapil.git Correzioni ortografiche --- diff --git a/filedir.tex b/filedir.tex index fe34045..481ef53 100644 --- a/filedir.tex +++ b/filedir.tex @@ -672,7 +672,7 @@ funzione per la lettura delle directory. Tutto questo si riflette nello standard POSIX\footnote{le funzioni sono previste pure in BSD e SVID.} che ha introdotto una apposita interfaccia per -la lettura delle directory, basata sui cosiddetti \textit{directory streams} +la lettura delle directory, basata sui cosiddetti \textit{directory stream} (chiamati così per l'analogia con i file stream dell'interfaccia standard di \capref{cha:files_std_interface}). La prima funzione di questa interfaccia è \funcd{opendir}, il cui prototipo è: @@ -1108,7 +1108,7 @@ concluse con successo. A ciascun processo è associata una directory nel filesystem che è chiamata directory corrente o directory di lavoro (\textit{current working directory}) -che è quella a cui si fa riferimento quando un filename è espresso in forma +che è quella a cui si fa riferimento quando un pathname è espresso in forma relativa, dove il ``\textsl{relativa}'' fa riferimento appunto a questa directory. @@ -1191,7 +1191,7 @@ appunto per \textit{change directory}, il suo prototipo quale si hanno i permessi di accesso. Dato che anche le directory sono file, è possibile riferirsi ad esse anche -tramite il file descriptor, e non solo tramite il filename, per fare questo si +tramite il file descriptor, e non solo tramite il pathname, per fare questo si usa \funcd{fchdir}, il cui prototipo è: \begin{prototype}{unistd.h}{int fchdir(int fd)} Identica a \func{chdir}, ma usa il file descriptor \param{fd} invece del @@ -1515,7 +1515,7 @@ un'opportuna combinazione. \textbf{Flag} & \textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\ \hline \hline - \const{S\_IFMT} & 0170000 & bitmask per i bit del tipo di file \\ + \const{S\_IFMT} & 0170000 & maschera per i bit del tipo di file \\ \const{S\_IFSOCK} & 0140000 & socket\index{socket} \\ \const{S\_IFLNK} & 0120000 & link simbolico \\ \const{S\_IFREG} & 0100000 & file regolare \\ @@ -2529,7 +2529,7 @@ alcun effetto qualora il processo possieda i privilegi di amministratore. \end{table} Per compattezza, nella tabella si sono specificati i bit di \acr{suid}, -\acr{sgid} e \acr{stiky} con la notazione illustrata anche in +\acr{sgid} e \acr{sticky} con la notazione illustrata anche in \figref{fig:file_perm_bit}. In \tabref{tab:file_dirperm_bits} si sono invece riassunti gli effetti dei diff --git a/ipc.tex b/ipc.tex index 61eb8a0..bdf39a9 100644 --- a/ipc.tex +++ b/ipc.tex @@ -150,7 +150,7 @@ possa reinviarlo al browser che ha effettuato la richiesta, che in questo modo è in grado di visualizzarlo opportunamente. Per realizzare quanto voluto useremo in sequenza i programmi \cmd{barcode} e -\cmd{gs}, il primo infatti è in grado di generare immagini postscript di +\cmd{gs}, il primo infatti è in grado di generare immagini PostScript di codici a barre corrispondenti ad una qualunque stringa, mentre il secondo serve per poter effettuare la conversione della stessa immagine in formato JPEG. Usando una pipe potremo inviare l'output del primo sull'input del @@ -259,7 +259,7 @@ richiesta.\footnote{la funzione \func{WriteMess} non Una volta create le pipe, il programma può creare (\texttt{\small 13-17}) il primo processo figlio, che si incaricherà (\texttt{\small 19--25}) di eseguire \cmd{barcode}. Quest'ultimo legge dallo standard input una stringa di -caratteri, la converte nell'immagine postscript del codice a barre ad essa +caratteri, la converte nell'immagine PostScript del codice a barre ad essa corrispondente, e poi scrive il risultato direttamente sullo standard output. Per poter utilizzare queste caratteristiche prima di eseguire \cmd{barcode} si @@ -268,7 +268,7 @@ ne collega (\texttt{\small 21}) il capo in lettura allo standard input, usando \func{dup2}. Si ricordi che invocando \func{dup2} il secondo file, qualora risulti aperto, viene, come nel caso corrente, chiuso prima di effettuare la duplicazione. Allo stesso modo, dato che \cmd{barcode} scrive l'immagine -postscript del codice a barre sullo standard output, per poter effettuare una +PostScript del codice a barre sullo standard output, per poter effettuare una ulteriore redirezione il capo in lettura della seconda pipe viene chiuso (\texttt{\small 22}) mentre il capo in scrittura viene collegato allo standard output (\texttt{\small 23}). @@ -276,7 +276,7 @@ output (\texttt{\small 23}). In questo modo all'esecuzione (\texttt{\small 25}) di \cmd{barcode} (cui si passa in \var{size} la dimensione della pagina per l'immagine) quest'ultimo leggerà dalla prima pipe la stringa da codificare che gli sarà inviata dal -padre, e scriverà l'immagine postscript del codice a barre sulla seconda. +padre, e scriverà l'immagine PostScript del codice a barre sulla seconda. Al contempo una volta lanciato il primo figlio, il processo padre prima chiude (\texttt{\small 26}) il capo inutilizzato della prima pipe (quello in input) e @@ -287,11 +287,11 @@ definitivamente chiusa (\texttt{\small 28}), si attende poi (\texttt{\small 29}) che l'esecuzione di \cmd{barcode} sia completata. Alla conclusione della sua esecuzione \cmd{barcode} avrà inviato l'immagine -postscript del codice a barre sul capo in scrittura della seconda pipe; a +PostScript del codice a barre sul capo in scrittura della seconda pipe; a questo punto si può eseguire la seconda conversione, da PS a JPEG, usando il programma \cmd{gs}. Per questo si crea (\texttt{\small 30--34}) un secondo processo figlio, che poi (\texttt{\small 35--42}) eseguirà questo programma -leggendo l'immagine postscript creata da \cmd{barcode} dallo standard input, +leggendo l'immagine PostScript creata da \cmd{barcode} dallo standard input, per convertirla in JPEG. Per fare tutto ciò anzitutto si chiude (\texttt{\small 37}) il capo in @@ -372,8 +372,8 @@ precedente: il programma mostrato in \figref{fig:ipc_barcodepage_code} per quanto funzionante, è (volutamente) codificato in maniera piuttosto complessa, inoltre nella pratica sconta un problema di \cmd{gs} che non è in grado\footnote{nella versione GNU Ghostscript 6.53 (2002-02-13).} di -riconoscere correttamente l'encapsulated postscript, per cui deve essere usato -il postscript e tutte le volte viene generata una pagina intera, invece che +riconoscere correttamente l'Encapsulated PostScript, per cui deve essere usato +il PostScript e tutte le volte viene generata una pagina intera, invece che una immagine delle dimensioni corrispondenti al codice a barre. Se si vuole generare una immagine di dimensioni appropriate si deve usare un @@ -436,7 +436,7 @@ int main(int argc, char *argv[], char *envp[]) }; char content[]="Content-type: image/png\n\n"; int i; - /* write mime-type to stout */ + /* write mime-type to stdout */ write(STDOUT_FILENO, content, strlen(content)); /* execute chain of command */ for (i=0; i<4; i++) { @@ -1133,7 +1133,7 @@ Il sistema dispone sempre di un numero fisso di oggetti di IPC,\footnote{fino kernel, andando a modificarne la definizione nei relativi header file. A partire dal kernel 2.4.x è possibile cambiare questi valori a sistema attivo scrivendo sui file \file{shmmni}, \file{msgmni} e \file{sem} di - \file{/proc/sys/kernel} o con l'uso di \texttt{syscntl}.} e per ciascuno di + \file{/proc/sys/kernel} o con l'uso di \func{sysctl}.} e per ciascuno di essi viene mantenuto in \var{seq} un numero di sequenza progressivo che viene incrementato di uno ogni volta che l'oggetto viene cancellato. Quando l'oggetto viene creato usando uno spazio che era già stato utilizzato in @@ -1323,7 +1323,7 @@ coda. Le code di messaggi sono caratterizzate da tre limiti fondamentali, definiti negli header e corrispondenti alle prime tre costanti riportate in \tabref{tab:ipc_msg_limits}, come accennato però in Linux è possibile -modificare questi limiti attraverso l'uso di \func{syscntl} o scrivendo nei +modificare questi limiti attraverso l'uso di \func{sysctl} o scrivendo nei file \file{msgmax}, \file{msgmnb} e \file{msgmni} di \file{/proc/sys/kernel/}. @@ -1371,13 +1371,13 @@ struct msqid_ds { \end{lstlisting} \end{minipage} \normalsize - \caption{La struttura \structd{msgid\_ds}, associata a ciascuna coda di + \caption{La struttura \structd{msqid\_ds}, associata a ciascuna coda di messaggi.} - \label{fig:ipc_msgid_ds} + \label{fig:ipc_msqid_ds} \end{figure} A ciascuna coda è associata una struttura \struct{msgid\_ds}, la cui -definizione, è riportata in \secref{fig:ipc_msgid_ds}. In questa struttura il +definizione, è riportata in \secref{fig:ipc_msqid_ds}. In questa struttura il kernel mantiene le principali informazioni riguardo lo stato corrente della coda.\footnote{come accennato questo vale fino ai kernel della serie 2.2.x, essa viene usata nei kernel della serie 2.4.x solo per compatibilità in @@ -1385,7 +1385,7 @@ coda.\footnote{come accennato questo vale fino ai kernel della serie 2.2.x, sia una differenza con i campi mostrati nello schema di \figref{fig:ipc_mq_schema} che sono presi dalla definizione di \file{linux/msg.h}, e fanno riferimento alla definizione della omonima - struttura usata nel kernel.} In \figref{fig:ipc_msgid_ds} sono elencati i + struttura usata nel kernel.} In \figref{fig:ipc_msqid_ds} sono elencati i campi significativi definiti in \file{sys/msg.h}, a cui si sono aggiunti gli ultimi tre campi che sono previsti dalla implementazione originale di System V, ma non dallo standard Unix98. @@ -3056,7 +3056,7 @@ aggancia (\texttt{\small 39--41}) al processo all'indirizzo \var{shmptr}; sar attraverso questo puntatore che potremo accedere alla memoria condivisa, che sarà vista nella forma data da \struct{DirProp}. Infine con la stessa chiave si crea (\texttt{\small 42--45}) anche un mutex (utilizzando le funzioni di -intrfaccia già descritte in \secref{sec:ipc_sysv_sem}) che utilizzaremo per +interfaccia già descritte in \secref{sec:ipc_sysv_sem}) che utilizzeremo per regolare l'accesso alla memoria condivisa. Una volta completata l'inizializzazione e la creazione degli oggetti di @@ -3075,7 +3075,7 @@ tempo specificato a riga di comando con l'opzione \code{-p}. \begin{lstlisting}{} ... /* - * Routine to print file name and size inside DirScan + * Routine to compute directory properties inside DirScan */ int ComputeValues(struct dirent * direntry) { @@ -3194,7 +3194,7 @@ int main(int argc, char *argv[]) printf("Ci sono %d link\n", shmptr->tot_link); printf("Ci sono %d fifo\n", shmptr->tot_fifo); printf("Ci sono %d socket\n", shmptr->tot_sock); - printf("Ci sono %d device a carrateri\n", shmptr->tot_char); + printf("Ci sono %d device a caratteri\n", shmptr->tot_char); printf("Ci sono %d device a blocchi\n", shmptr->tot_block); MutexUnlock(mutex); /* unlock shared memory */ } @@ -3212,7 +3212,7 @@ memoria condivisa (che in questo caso deve gi errore (\texttt{\small 18--21}). Una volta ottenuto l'identificatore si può (\texttt{\small 22--25}) agganciare il segmento al processo (anche in questo caso uscendo se qualcosa non funziona). Infine (\texttt{\small 26--29}) si -richede pure l'identificatore del mutex. +richiede pure l'identificatore del mutex. Una volta completata l'inizializzazione ed ottenuti i riferimenti agli oggetti di intercomunicazione necessari viene eseguito il corpo principale del @@ -3413,7 +3413,7 @@ int LockMutex(const char *path_name) return 0; } /* - * Function UnLockMutex: unlock a file. + * Function UnlockMutex: unlock a file. */ int UnlockMutex(const char *path_name) { diff --git a/sources/BarCode.c b/sources/BarCode.c index 6525889..122ad6b 100644 --- a/sources/BarCode.c +++ b/sources/BarCode.c @@ -29,7 +29,7 @@ * http://localhost/cgi-bin/barcode?string * where string is the code to be converted * - * $Id: BarCode.c,v 1.6 2002/06/30 13:26:17 piccardi Exp $ + * $Id: BarCode.c,v 1.7 2003/01/06 16:44:20 piccardi Exp $ * ****************************************************************/ /* @@ -65,7 +65,7 @@ int main(int argc, char *argv[], char *envp[]) }; char content[]="Content-type: image/png\n\n"; int i; - /* write mime-type to stout */ + /* write mime-type to stdout */ write(STDOUT_FILENO, content, strlen(content)); /* execute chain of command */ for (i=0; i<4; i++) { diff --git a/sources/DirMonitor.c b/sources/DirMonitor.c index 7e6b288..4725354 100644 --- a/sources/DirMonitor.c +++ b/sources/DirMonitor.c @@ -25,7 +25,7 @@ * * Author: S. Piccardi Jan. 2003 * - * $Id: DirMonitor.c,v 1.2 2003/01/04 17:24:30 piccardi Exp $ + * $Id: DirMonitor.c,v 1.3 2003/01/06 16:44:20 piccardi Exp $ * *****************************************************************************/ #include @@ -126,7 +126,7 @@ int main(int argc, char *argv[]) } } /* - * Routine to print file name and size inside DirScan + * Routine to compute directory properties inside DirScan */ int ComputeValues(struct dirent * direntry) {