From: Simone Piccardi Date: Sun, 24 Mar 2002 22:07:22 +0000 (+0000) Subject: Modifiche e aggiunte all'esempio X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=commitdiff_plain;h=4135c36d064ec8e3f15d6ab97b8ea580fad82e87;p=gapil.git Modifiche e aggiunte all'esempio --- diff --git a/signal.tex b/signal.tex index 0e1c42a..fec20a7 100644 --- a/signal.tex +++ b/signal.tex @@ -1285,7 +1285,7 @@ aspettare. In alcune implementazioni inoltre l'uso di \func{sleep} può avere conflitti con quello di \macro{SIGALRM}, dato che la funzione può essere realizzata con l'uso di \func{pause} e \func{alarm} (in maniera analoga all'esempio che -vedremo in \ref{sec:sig_example}). In tal caso mescolare chiamata di +vedremo in \secref{sec:sig_example}). In tal caso mescolare chiamata di \func{alarm} e \func{sleep} o modificare l'azione di \macro{SIGALRM}, può causare risultati indefiniti. Nel caso delle \acr{glibc} è stata usata una implementazione completamente indipendente e questi problemi non ci sono. @@ -1387,7 +1387,7 @@ padre.\footnote{in realt il nome di \macro{SIGCLD} come sinonimo di \macro{SIGCHLD}.} In generale dunque, quando non interessa elaborare lo stato di uscita di un processo, si può completare la gestione della terminazione installando un manipolatore per -\macro{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare \func{wait} per +\macro{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare \func{waitpid} per completare la procedura di terminazione in modo da evitare la formazione di zombie. @@ -1442,7 +1442,7 @@ void Hand_CHLD(int sig) \end{figure} Il codice del manipolatore è di lettura immediata; come buona norma di -programmazione (si ricordi quanto accennato \ref{sec:sys_errno}) si comincia +programmazione (si ricordi quanto accennato \secref{sec:sys_errno}) si comincia (\texttt{\small 13}) con il salvare lo stato corrente di \var{errno}, in modo da poterla ripristinare prima del ritorno del manipolatore (\texttt{\small 23}). In questo modo si preserva il valore della variabile visto dal corso @@ -1461,15 +1461,23 @@ normalmente i segnali vengono ``fusi'' insieme ed al processo ne viene recapitato soltanto uno. Questo può essere un caso comune proprio con \texttt{SIGCHLD}, quando molti -processi figli terminano in rapida successione, e si presenta comunque tutte -le volte che un segnale viene bloccato. Nel nostro caso se si chiamasse -\func{waitpid} una sola volta si correrebbe il rischio di non leggere lo stato -di uscita di tutti i processi effettivamente terminati, i cui segnali sono -stati riuniti in uno solo. Per questo il ciclo di (\texttt{\small 15--21}) -ripete la lettura (eseguita con il parametro \macro{WNOHANG}, che permette di -evitare il blocco della funzione) fintanto che essa non restitusce un valore -nullo, segno che non resta nessun processo concluso di cui si debba ancora -ricevere lo stato di terminazione. +processi figli terminano in rapida successione. Esso comunque si presenta +tutte le volte che un segnale viene bloccato: per quanti siano i segnali +emessi durante il periodo di blocco, una volta che esso viene rimosso ne sarà +recapitato uno solo. + +Nel caso della terminazione dei processi figli, se si chiamasse \func{waitpid} +una sola volta, essa leggerebbe un solo stato di teminazione, anche se i +processi terminati sono più di uno, con relativa possibilità di avere zombie +che non vengono eliminati. + +Per questo si esegue un ciclo (\texttt{\small 15--21}) in cui ripete la +lettura fintanto che essa non restituisce un valore nullo (si veda +\secref{sec:proc_wait} per la sintassi della funzione) segno che non resta +nessun processo di cui si debba ancora ricevere lo stato di terminazione. Si +noti come la funzione viene invocata con il parametro \macro{WNOHANG} che +permette di evitare che essa si blocchi quando tutti gli stati di terminazione +sono stati ricevuti. \section{Gestione avanzata}