Dopo un introduzione sulle caratteristiche principali di un sistema di tipo
unix passeremo ad illustrare alcuni dei concetti basi dell'architettura di
Linux (che sono comunque comuni a tutti i sistemi \textit{unix-like}) ed
-introdurremo alcunoi degli standard princincipali a cui si fa riferimento.
+introdurremo alcuni degli standard princincipali a cui si fa riferimento.
\section{Una panoramica sulla struttura}
\label{sec:intro_unix_struct}
In questa prima sezione faremo una panoramica sulla struttura di un sistema
-\textit{unix-like} come Linux. Chi avesse già una conoscenza di questa
+\textit{unix-like} come GNU/Linux. Chi avesse già una conoscenza di questa
materia può tranquillamente saltare questa sezione.
Il concetto base di un sistema unix-like é quello di un nucleo del sistema (il
Il valore di \var{errno} viene sempre settato a zero all'avvio di un
programma, gran parte delle funzioni di libreria settano \var{errno} ad un
-valore diverso da zero in caso di errore. Si tenga presente che le funzioni
-non cambiano il valore di \var{errno} quando hanno successo, pertanto un
-valore non nullo non è sintomo di errore (potrebbe essere il risultato di un
-errore precedente) e non si può usare \var{errno} per determinare
-\textsl{quando} una chiamata a funzione è fallita. Pertanto la procedura da
-seguire è quella di controllare \var{errno} immediatamente dopo il fallimento
-della chiamata.
+valore diverso da zero in caso di errore. Il valore è invece indefinito in
+caso di successo, perché anche se una funzione ha successo, può chiamarne
+altre al suo interno che falliscono, modificando così \var{errno}.
+
+Pertanto un valore non nullo di \var{errno} non è sintomo di errore (potrebbe
+essere il risultato di un errore precedente) e non lo si può usare per
+determinare \textsl{quando} una chiamata a funzione è fallita. La procedura
+da seguire è sempre quella di controllare \var{errno} immediatamente dopo aver
+verificato il fallimento della funzione dal suo codice di ritorno.
\subsection{Le funzioni \func{strerror} e \func{perror}}
\var{program_invocation_short_name} che riporta il nome del programma
attualmente in esecuzione.
-
-Una seconda funzione usata per riportare i codici di errore è \func{perror} il
-cui prototipo è:
+Una seconda funzione usata per riportare i codici di errore in maniera
+automatizzata sullo standard error (vedi \secref{sec:file_stdfiles}) è
+\func{perror}, il cui prototipo è:
\begin{prototype}{stdio.h}{void perror (const char *message)}
La funzione stampa il messaggio di errore relativo al valore corrente di
\var{errno} sullo standard error; preceduto dalla stringa \var{message}.
\end{prototype}
-i messaggi di errore sono gli stessi di \func{strerror}, riportati in
-\capref{cha:errors},
+i messaggi di errore stampati sono gli stessi di \func{strerror}, (riportati
+in \capref{cha:errors}), e, usando il valore corrente di \var{errno}, si
+riferiscono all'ultimo errore avvenuto. La stringa specificata con
+\var{message} viene stampato prime del messaggio d'errore, seguita dai due
+punti e da uno spazio, il messaggio è terminato con un a capo.
+
+Il messaggio può essere riportato anche usando altre variabili globali
+dichiarate in \file{errno.h}:
+\begin{verbatim}
+ const char *sys_errlist[];
+ int sys_nerr;
+\end{verbatim}
+la prima contiene i puntatori alle stringhe di errore indicizzati da
+\var{errno}; la seconda esprime il valore più alto della lista.
Il codice del programma \cmd{errcode} è riportato in \nfig, le sezioni che