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caratteristiche di un file descriptor, viene usata la funzione di sistema
\funcd{fcntl},\footnote{ad esempio si gestiscono con questa funzione varie
modalità di I/O asincrono (vedi sez.~\ref{sec:file_asyncronous_operation}) e
- il \textit{file locking} (vedi sez.~\ref{sec:file_locking}).} il cui
-prototipo è:
+ il \textit{file locking} (vedi sez.~\ref{sec:file_locking}) e altre
+ funzionalità avanzate che tratteremo più avanti.} il cui prototipo è:
\begin{funcproto}{
\fhead{unistd.h}
\fdecl{int fcntl(int fd, int cmd)}
\fdecl{int fcntl(int fd, int cmd, int arg)}
\fdecl{int fcntl(int fd, int cmd, ...)}
-\fdesc{Esegue una operazione di controllo sul file.}
+\fdesc{Esegue una operazione di controllo su un file descriptor.}
}
{La funzione ha valori di ritorno diversi a seconda dell'operazione richiesta
in caso di successo mentre ritorna sempre $-1$ per un errore, nel qual caso
\var{errno} assumerà valori diversi che dipendono dal tipo di operazione,
- gli unici con signifiato generico sono:
+ gli unici con significato generico sono:
\begin{errlist}
\item[\errcode{EBADF}] \param{fd} non è un file aperto.
\item[\errcode{EINVAL}] \param{cmd} non è un comando supportato dal kernel
\item[\constd{F\_GETLK}] richiede un controllo sul \textit{file lock}
specificato nella struttura \struct{flock} puntata dal terzo argomento (che
pertanto dovrà essere di tipo \ctyp{struct flock *}) sovrascrivendone il
- contenuto con il risultato, ritorna un valore nullo in caso di successo o
+ contenuto con il risultato; ritorna un valore nullo in caso di successo o
$-1$ in caso di errore. Come per i due successivi comandi oltre a
- \errval{EBADF} se il terzo argomento non è un puntatore valido restituisce
+ \errval{EBADF}, se il terzo argomento non è un puntatore valido, restituisce
l'errore generico \errcode{EFAULT}. Questa funzionalità è trattata in
dettaglio in sez.~\ref{sec:file_posix_lock}.
l'identificatore del processo, \textit{thread} o \textit{process group} che
è preposto alla ricezione dei segnali \signal{SIGIO} e \signal{SIGURG} per
gli eventi associati al file descriptor \param{fd}. Ritorna un valore nullo
- in caso di successo o $-1$ in caso di errore. Oltre a \errval{EBADF} e da
- \errval{EFAULT} se \param{owner} non è un puntatore valido.
+ in caso di successo o $-1$ in caso di errore. Oltre a \errval{EBADF} l'unico
+ altro errore è \errval{EFAULT} se \param{owner} non è un puntatore valido.
Il comando, che è disponibile solo a partire dal kernel 2.6.32, effettua lo
stesso compito di \const{F\_GETOWN} di cui costituisce una evoluzione che
un tipo di identificatore valido.
Come \const{F\_GETOWN\_EX} il comando richiede come terzo argomento il
- puntatore ad una struttura \struct{f\_owner\_ex} la cui definizione è
- riportata in fig.~\ref{fig:f_owner_ex}, in cui il campo \var{type} indica il
+ puntatore ad una struttura \struct{f\_owner\_ex} (la cui definizione è
+ riportata in fig.~\ref{fig:f_owner_ex}) in cui il campo \var{type} indica il
tipo di identificatore che si intende usare, mentre il relativo valore è
specificato nel campo \var{pid}, che assume lo stesso significato del terzo
argomenti di \const{F\_SETOWN}.
di \const{F\_SETOWN} se si specifica un \textit{Tread ID} questo riceverà
sia \signal{SIGIO} (o il segnale impostato con \const{F\_SETSIG}) che
\signal{SIGURG}. Il comando è specifico di Linux, è disponibile solo a
- partire dal kernel 2.6.32, ed è utilizzabile solo se si è definita la macro
+ partire dal kernel 2.6.32 ed è utilizzabile solo se si è definita la macro
\macro{\_GNU\_SOURCE}.
-\item[\constd{F\_GETSIG}] restituisce il valore del segnale inviato dai vari
- meccanismi di I/O asincrono associati al file descriptor \param{fd} (quelli
- trattati in sez.~\ref{sec:file_asyncronous_operation}) in caso di successo o
- $-1$ in caso di errore, il terzo argomento viene ignorato. Non sono previsti
- errori diversi da \errval{EBADF}. Un valore nullo indica che si sta usando
- il segnale predefinito, che è \signal{SIGIO}. Un valore diverso da zero
- indica il segnale che è stato impostato con \const{F\_SETSIG}, che può
- essere anche lo stesso \signal{SIGIO}. Il comando è specifico di Linux ed
- utilizzabile solo se si è definita la macro \macro{\_GNU\_SOURCE}.
+\item[\constd{F\_GETSIG}] restituisce in caso di successo il valore del
+ segnale inviato dai vari meccanismi di I/O asincrono associati al file
+ descriptor \param{fd} (quelli trattati in
+ sez.~\ref{sec:file_asyncronous_operation}) o $-1$ in caso di errore, il
+ terzo argomento viene ignorato. Non sono previsti errori diversi da
+ \errval{EBADF}. Un valore nullo indica che si sta usando il segnale
+ predefinito, che è \signal{SIGIO}. Un valore diverso da zero indica il
+ segnale che è stato impostato con \const{F\_SETSIG}, che può essere anche lo
+ stesso \signal{SIGIO}. Il comando è specifico di Linux ed utilizzabile solo
+ se si è definita la macro \macro{\_GNU\_SOURCE}.
\item[\constd{F\_SETSIG}] imposta il segnale inviato dai vari meccanismi di
I/O asincrono associati al file descriptor \param{fd} (quelli trattati in
valori di tab.~\ref{tab:file_lease_fctnl}), \errcode{ENOMEM} se non c'è
memoria sufficiente per creare il \textit{file lease}, \errcode{EACCES} se
non si è il proprietario del file e non si hanno i privilegi di
- amministratore (per la precisione occorre la capacità \const{CAP\_LEASE}).
-
- Il supporto il supporto per i \textit{file lease}, che consente ad un
- processo che detiene un \textit{lease} su un file di riceve una notifica
- qualora un altro processo cerchi di eseguire una \func{open} o una
- \func{truncate} su di esso è stato introdotto a partire dai kernel della
- serie 2.4 Il comando è specifico di Linux ed utilizzabile solo se si è
- definita la macro \macro{\_GNU\_SOURCE}. Questa funzionalità è trattata in
- dettaglio in sez.~\ref{sec:file_asyncronous_lease}.
+ amministratore (per la precisione occorre la capacità \const{CAP\_LEASE},
+ vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}).
+
+ Il supporto per i \textit{file lease}, che consente ad un processo che
+ detiene un \textit{lease} su un file di ricevere una notifica qualora un
+ altro processo cerchi di eseguire una \func{open} o una \func{truncate} su
+ di esso, è stato introdotto a partire dai kernel della serie 2.4. Il comando
+ è specifico di Linux ed utilizzabile solo se si è definita la macro
+ \macro{\_GNU\_SOURCE}. Questa funzionalità è trattata in dettaglio in
+ sez.~\ref{sec:file_asyncronous_lease}.
\item[\constd{F\_NOTIFY}] attiva il meccanismo di notifica asincrona per cui
viene riportato al processo chiamante, tramite il segnale \signal{SIGIO} (o
I processi non privilegiati (occorre la capacità \const{CAP\_SYS\_RESOURCE})
non possono impostare un valore superiore a quello indicato da
- \sysctlfiled{fs/pipe-size-max}. Il comando è specifico di Linux, è
+ \sysctlfiled{fs/pipe-max-size}. Il comando è specifico di Linux, è
disponibile solo a partire dal kernel 2.6.35, ed è utilizzabile solo se si è
definita la macro \macro{\_GNU\_SOURCE}.
\item[\constd{F\_GET\_SEALS}] restituisce in caso di successo l'insieme dei
- \textit{file seal} presenti su \param{fd}, 0 se non ve ne sono o $-1$ in
+ \textit{file seal} presenti su \param{fd}: 0 se non ve ne sono o $-1$ in
caso di errore, il terzo argomento viene ignorato. Oltre a \errval{EBADF}
se il file non supporta i \textit{file seal} viene restituito un errore di
\errval{EINVAL}. Il comando è specifico di Linux, è disponibile solo a
partire dal kernel 3.17. Questa funzionalità è trattata in dettaglio in
- sez.~\ref{sec:file_seal}.
+ sez.~\ref{sec:file_seal_et_al}.
\item[\constd{F\_ADD\_SEALS}] aggiunge i \textit{file seal} espressi come
maschera binaria nell'argomento \param{arg} a quelli presenti su \param{fd},
ritorna un valore nullo in caso di successo o $-1$ in caso di errore. Il
comando è specifico di Linux, è disponibile solo a partire dal kernel
3.17. Questa funzionalità è trattata in dettaglio in
- sez.~\ref{sec:file_seal}.
+ sez.~\ref{sec:file_seal_et_al}.
- % TODO: trovare dove trattare i file seal
-
\item[\constd{F\_GET\_RW\_HINT}] legge il valore dei \textit{read/write hints}
associati all'\textit{inode} a cui fa riferimento \param{fd} nella variabile
puntata dal terzo argomento che deve essere di tipo \ctyp{uint64\_t
\end{basedescript}
-% TODO: trattare RWH_WRITE_LIFE_EXTREME e RWH_WRITE_LIFE_SHORT aggiunte con
-% il kernel 4.13 (vedi https://lwn.net/Articles/727385/)
-
La maggior parte delle funzionalità controllate dai comandi di \func{fcntl}
sono avanzate e richiedono degli approfondimenti ulteriori, saranno pertanto
riprese più avanti quando affronteremo le problematiche ad esse relative. In
notifica saranno trattate in maniera esaustiva in
sez.~\ref{sec:file_asyncronous_operation}, quelle relative al \textit{file
locking} saranno esaminate in sez.~\ref{sec:file_locking}, quelle relative
-ai \textit{file seal} in sez.~\ref{sec:file_seal} e quelle relative ai
+ai \textit{file seal} in sez.~\ref{sec:file_seal_et_al} e quelle relative ai
\textit{read/write hints} in sez.~\ref{sec:file_fadvise}. L'uso di questa
funzione con i socket verrà trattato in sez.~\ref{sec:sock_ctrl_func}.
elenco di alcuni esempi di esse è il seguente:
\begin{itemize*}
\item il cambiamento dei font di un terminale.
-\item l'esecuzione di una traccia audio di un CDROM.
+\item l'esecuzione di una traccia audio di un CD.
\item i comandi di avanti veloce e di riavvolgimento di un nastro.
\item il comando di espulsione di un dispositivo rimovibile.
\item l'impostazione della velocità trasmissione di una linea seriale.
\item l'impostazione della frequenza e della durata dei suoni emessi dallo
speaker.
-\item l'impostazione degli attributi dei file su un filesystem
- ext2.\footnote{i comandi \texttt{lsattr} e \texttt{chattr} fanno questo con
- delle \func{ioctl} dedicate, usabili solo su questo filesystem e derivati
- successivi (come ext3).}
+\item l'impostazione degli attributi dei file (vedi
+ sez.~\ref{sec:file_perm_management}) su un filesystem.\footnote{i comandi
+ \texttt{lsattr} e \texttt{chattr} fanno questo con delle \func{ioctl}
+ dedicate, usabili solo sui filesystem che li supportano.}
\end{itemize*}
In generale ogni dispositivo ha un suo insieme di operazioni specifiche
% EXT4_IOC_SHUTDOWN (dal 4.10), XFS_IOC_GOINGDOWN e futura FS_IOC_SHUTDOWN
% ioctl di btrfs, vedi http://lwn.net/Articles/580732/
-% \chapter{}
\section{L'interfaccia standard ANSI C}
\label{sec:files_std_interface}
allora sono rimaste sostanzialmente immutate), vengono a costituire il nucleo
della \acr{glibc} per la gestione dei file.
-Esamineremo in questa sezione le funzioni base dell'interfaccia degli
-\textit{stream}, analoghe a quelle di sez.~\ref{sec:file_unix_interface} per i
-file descriptor. In particolare vedremo come aprire, leggere, scrivere e
+Esamineremo in questa sezione le funzioni base di questa interfaccia che
+chiameremo, per distinguerla dalla precedente ``degli \textit{stream}''. Esse
+sono analoghe a quelle di sez.~\ref{sec:file_unix_interface} per i file
+descriptor, ed in particolare vedremo come aprire, leggere, scrivere e
cambiare la posizione corrente in uno \textit{stream}.
scrittura.\\
\hline
\texttt{b} & Specifica che il file è binario, non ha alcun effetto. \\
- \texttt{x} & L'apertura fallisce se il file esiste già. \\
+ \texttt{c} & Evita che l'apertura e seguenti letture o scritture diventino
+ un \textit{cancellation point} per i \textit{thread};
+ presente dalla \acr{glibc} 2.3.3. \\
+ \texttt{e} & Apre il file con il flag di \const{O\_CLOEXEC}; presente
+ dalla \acr{glibc} 2.7. \\
+ \texttt{m} & Cerca di accedere al file con \func{mmap} invece
+ che con le funzioni di I/O classiche; presente
+ dalla \acr{glibc} 2.3. \\
+ \texttt{x} & L'apertura fallisce se il file esiste già (ignorato con
+ \func{fdopen}).\\
\hline
\end{tabular}
\caption{Modalità di apertura di uno \textit{stream} dello standard ANSI C
In realtà lo standard ANSI C prevede un totale di 15 possibili valori
diversi per \param{mode}, ma in tab.~\ref{tab:file_fopen_mode} si sono
riportati solo i sei valori effettivi, ad essi può essere aggiunto pure
-il carattere \texttt{b} (come ultimo carattere o nel mezzo agli altri per
+il carattere ``\texttt{b}'' (come ultimo carattere o nel mezzo agli altri per
le stringhe di due caratteri) che in altri sistemi operativi serve a
distinguere i file binari dai file di testo; in un sistema POSIX questa
distinzione non esiste e il valore viene accettato solo per
compatibilità, ma non ha alcun effetto.
La \acr{glibc} supporta alcune estensioni, queste devono essere sempre
-indicate dopo aver specificato il \param{mode} con uno dei valori di
-tab.~\ref{tab:file_fopen_mode}. L'uso del carattere \texttt{x} serve per
-evitare di sovrascrivere un file già esistente (è analoga all'uso dell'opzione
-\const{O\_EXCL} in \func{open}): se il file specificato già esiste e si
-aggiunge questo carattere a \param{mode} la \func{fopen} fallisce.
-
-% Un'altra estensione serve a supportare la localizzazione, quando si
-% aggiunge a \param{mode} una stringa della forma \verb|",ccs=STRING"| il
-% valore \verb|STRING| è considerato il nome di una codifica dei caratteri
-% e \func{fopen} marca il file per l'uso dei caratteri estesi e abilita le
-% opportune funzioni di conversione in lettura e scrittura.
+indicate dopo aver specificato il \param{mode} con uno dei valori della
+seconda sezione di tab.~\ref{tab:file_fopen_mode}. Ad esempio l'uso del
+carattere ``\texttt{e}'' serve ad impostare il \textit{close-on-exec} sul file
+(è analoga all'uso del flag \const{O\_CLOEXEC} in \func{open}), ``\texttt{x}''
+serve per evitare di sovrascrivere un file già esistente (è analoga all'uso
+del flag \const{O\_EXCL} in \func{open}): se il file specificato già esiste e
+si aggiunge questo carattere a \param{mode} la \func{fopen} fallisce.
+
+Altri due valori hanno usi specialistici, con ``\texttt{m}'' si chiede di
+usare il \textit{memory mapping} per l'accesso al file (tratteremo i file
+mappati in memoria in sez.~\ref{sec:file_memory_map}), ma la funzionalità è al
+momento disponibile solo per i file aperti in sola lettura. Con ``\texttt{c}''
+infine si richiede che l'apertura, e le successive operazioni di lettura e
+scrittura, non diventino un \textit{cancellation point} per i \textit{thread}
+(tratteremo l'argomento in sez.~\ref{sec:xxx_thread}).
+
+Un'altra estensione serve a supportare la localizzazione, quando si aggiunge a
+\param{mode} una stringa della forma \verb|",ccs=STRING"| (che deve essere
+sempre in coda a tutte le altre) il valore \verb|STRING| è considerato il nome
+di una codifica dei caratteri e \func{fopen} marca il file per l'uso dei
+caratteri estesi e abilita le opportune funzioni di conversione in lettura e
+scrittura.
Nel caso si usi \func{fdopen} i valori specificati da \param{mode} devono
essere compatibili con quelli con cui il file descriptor è stato aperto.
Una delle caratteristiche più utili dell'interfaccia degli \textit{stream} è
la ricchezza delle funzioni disponibili per le operazioni di lettura e
scrittura sui file. Sono infatti previste ben tre diverse modalità di
-input/output non formattato, che tratteremo in
-sez.~\ref{sec:file_unformatted_io}:
+input/output non formattato:
\begin{itemize*}
\item\textsl{Input/Output binario}, una modalità in cui si leggono e scrivono
blocchi di dati di dimensione arbitraria; è l'analogo della modalità
\item\textsl{Input/Output a caratteri}, una modalità in cui si legge e scrive
un singolo carattere alla volta, anche in questo caso la bufferizzazione
viene gestita automaticamente dalla libreria;
-\item\textsl{input/output di linea}, una modalità in cui si legge e scrive una
+\item\textsl{Input/Output di linea}, una modalità in cui si legge e scrive una
linea di testo alla volta, in questa modalità si intende per linea una
sequenza di caratteri terminata dal carattere di \textit{newline}
(\verb|'\n'|);
\end{itemize*}
-A queste tre modalità si aggiunge poi la modalità di input/output formattato,
+A queste tre modalità si aggiunge poi la modalità di input/output formattato
che tratteremo in sez.~\ref{sec:file_unformatted_io}. Ognuna di queste
modalità utilizza per l'I/O delle funzioni specifiche che vedremo più avanti,
affronteremo qui invece gli argomenti e le funzioni che si applicano in
-generale a tutte tutte queste diverse modalità di I/O.
+generale a tutte queste diverse modalità di I/O.
Una prima caratteristica specifica è che differenza di quanto avviene con
l'interfaccia dei file descriptor, con gli \textit{stream} il raggiungimento
\begin{funcproto}{
\fhead{stdio.h}
\fdecl{size\_t fread(void *ptr, size\_t size, size\_t nmemb, FILE *stream)}
-\fdesc{Legge i dati da uno \textit{stream}.}
+\fdesc{Legge i dati da uno \textit{stream} ad un buffer.}
\fdecl{size\_t fwrite(const void *ptr, size\_t size, size\_t nmemb,
FILE *stream)}
-\fdesc{Scrive i dati su uno \textit{stream}.}
+\fdesc{Scrive i dati da un buffer su uno \textit{stream}.}
}
{Le funzioni ritornano il numero di elementi letti o scritti, in caso di
diverse del programma siano in grado di rileggere i dati, tenendo conto delle
eventuali differenze.
-La \acr{glibc} definisce infine due ulteriori funzioni per l'I/O binario,
-\funcd{fread\_unlocked} e \funcd{fwrite\_unlocked}, che evitano il lock
-implicito dello \textit{stream} usato per dalla librerie per la gestione delle
-applicazioni \textit{multi-thread} (si veda sez.~\ref{sec:file_stream_thread}
-per i dettagli), i loro prototipi sono:
-
-\begin{funcproto}{
-\fhead{stdio.h}
-\fdecl{size\_t fread\_unlocked(void *ptr, size\_t size, size\_t
- nmemb, FILE *stream)}
-\fdecl{size\_t fwrite\_unlocked(const void *ptr, size\_t size,
- size\_t nmemb, FILE *stream)}
-\fdesc{Leggono o scrivono dati su uno \textit{stream} senza acquisire il lock
- implicito sullo stesso.}
-}
-
-{Le funzioni ritornano gli stessi valori delle precedenti \func{fread} e
- \func{fwrite}.}
-\end{funcproto}
-
-% TODO: trattare in generale le varie *_unlocked
-
-
La seconda modalità di input/output non formattato è quella a caratteri, in
cui si trasferisce un carattere alla volta. Le funzioni per la lettura a
caratteri sono tre, \funcd{fgetc}, \funcd{getc} e \funcd{getchar}, ed i
caratteri massimo, terminatore della stringa, \textit{newline}) è espresso in
termini di caratteri estesi anziché di normali caratteri ASCII.
-Come per l'I/O binario e quello a caratteri, anche per l'I/O di linea la
-\acr{glibc} supporta una serie di altre funzioni, estensioni di tutte quelle
-illustrate finora (eccetto \func{gets} e \func{puts}), che eseguono
-esattamente le stesse operazioni delle loro equivalenti, evitando però il lock
-implicito dello \textit{stream} (vedi sez.~\ref{sec:file_stream_thread}). Come
-per le altre forma di I/O, dette funzioni hanno lo stesso nome della loro
-analoga normale, con l'aggiunta dell'estensione \code{\_unlocked}.
-
Come abbiamo visto, le funzioni di lettura per l'input/output di linea
previste dallo standard ANSI C presentano svariati inconvenienti. Benché
\func{fgets} non abbia i gravissimi problemi di \func{gets}, può comunque dare
Essa prende come primo argomento l'indirizzo del puntatore al buffer su cui si
vuole copiare la linea. Quest'ultimo \emph{deve} essere stato allocato in
-precedenza con una \func{malloc}, non si può cioè passare come argomento primo
+precedenza con una \func{malloc}: non si può cioè passare come argomento primo
argomento l'indirizzo di un puntatore ad una variabile locale. Come secondo
argomento la funzione vuole l'indirizzo della variabile contenente le
-dimensioni del buffer suddetto.
+dimensioni del suddetto buffer.
Se il buffer di destinazione è sufficientemente ampio la stringa viene scritta
subito, altrimenti il buffer viene allargato usando \func{realloc} e la nuova
\label{tab:file_format_flag}
\end{table}
-Dettagli ulteriori sulle varie opzioni di stampa e su tutte le casistiche
-dettagliate dei vari formati possono essere trovati nella pagina di manuale di
-\func{printf} e nella documentazione della \acr{glibc}.
+Dettagli ulteriori sulle varie opzioni di stampa e su tutte le casistiche dei
+vari formati possono essere trovati nella pagina di manuale di \func{printf} e
+nella documentazione della \acr{glibc}.
\begin{table}[htb]
\centering
valore negativo per un errore.}
\end{funcproto}
-Con queste funzioni diventa possibile selezionare gli argomenti che si
-vogliono passare ad una funzione di stampa, passando direttamente la lista
-tramite l'argomento \param{ap}. Per poter far questo ovviamente la lista
-variabile degli argomenti dovrà essere opportunamente trattata (l'argomento è
-esaminato in sez.~\ref{sec:proc_variadic}), e dopo l'esecuzione della funzione
-l'argomento \param{ap} non sarà più utilizzabile (in generale dovrebbe essere
-eseguito un \code{va\_end(ap)} ma in Linux questo non è necessario).
+Con queste funzioni è possibile selezionare gli argomenti da passare ad una
+funzione di stampa indicando direttamente la lista tramite l'argomento
+\param{ap}. Per poter far questo ovviamente la lista variabile degli argomenti
+dovrà essere trattata come visto in sez.~\ref{sec:proc_variadic}, e dopo
+l'esecuzione della funzione l'argomento \param{ap} non sarà più utilizzabile
+(in generale dovrebbe essere eseguito un \code{va\_end(ap)} ma in Linux questo
+non è necessario).
Come per \func{sprintf} anche per \func{vsprintf} esiste una analoga
\funcd{vsnprintf} che pone un limite sul numero di caratteri che vengono
\end{funcproto}
Le funzioni eseguono una scansione della rispettiva fonte di input cercando
-una corrispondenza di quanto letto con il formato dei dati specificato
-da \param{format}, ed effettua le relative conversioni memorizzando il
+una corrispondenza di quanto letto con il formato dei dati specificato da
+\param{format}, ed effettuano le relative conversioni memorizzando il
risultato negli argomenti seguenti, il cui numero è variabile e dipende dal
valore di \param{format}. Come per le analoghe funzioni di scrittura esistono
le relative \funcm{vscanf}, \funcm{vfscanf} e \funcm{vsscanf} che usano un
\func{write}.}
\end{funcproto}
-\noindent anche di questa funzione esiste una analoga \func{fflush\_unlocked}
-(accessibile definendo una fra \macro{\_BSD\_SOURCE}, \macro{\_SVID\_SOURCE} o
-\macro{\_GNU\_SOURCE}) che non effettua il blocco dello \textit{stream}.
-
-% TODO aggiungere prototipo \func{fflush\_unlocked}?
-
Se \param{stream} è \val{NULL} lo scarico dei dati è forzato per tutti gli
\textit{stream} aperti. Esistono però circostanze, ad esempio quando si vuole
essere sicuri che sia stato eseguito tutto l'output su terminale, in cui serve
tutti i programmi che non usano i \textit{thread}), tutta la procedura può
comportare dei costi pesanti in termini di prestazioni.
-Per questo motivo abbiamo visto come alle usuali funzioni di I/O non
-formattato siano associate delle versioni \code{\_unlocked} (alcune previste
-dallo stesso standard POSIX, altre aggiunte come estensioni dalla \acr{glibc})
-che possono essere usate quando il locking non serve\footnote{in certi casi
- dette funzioni possono essere usate, visto che sono molto più efficienti,
- anche in caso di necessità di locking, una volta che questo sia stato
- acquisito manualmente.} con prestazioni molto più elevate, dato che spesso
-queste versioni (come accade per \func{getc} e \func{putc}) sono realizzate
-come macro.
+Per questo motivo alle usuali funzioni di I/O non formattato sono associate
+delle ulteriori versioni, caratterizzate dall'aggiunta del suffisso
+\code{\_unlocked}, che possono essere usate quando il locking non
+serve\footnote{in certi casi dette funzioni possono essere usate, visto che
+ sono molto più efficienti, anche in caso di necessità di locking, una volta
+ che questo sia stato acquisito manualmente.} con prestazioni molto più
+elevate, dato che spesso queste versioni (come accade per \func{getc} e
+\func{putc}) sono realizzate come macro.
La sostituzione di tutte le funzioni di I/O con le relative versioni
\code{\_unlocked} in un programma che non usa i \textit{thread} è però un
% TODO trattare \func{clearerr\_unlocked}
+Per tutte le funzioni che abbiamo trattato in
+sez.~\ref{sec:files_std_interface} che eseguono I/O sugli \textit{stream}
+esiste una versione ``\texttt{\_unlocked}'',\footnote{non ne esistono per
+ funzioni di informazione come \func{ftell} dato che queste non hanno bisogno
+ di un blocco, l'elenco completo delle funzioni ``\texttt{\_unlocked}''
+ comunque è disponibile nella pagina di manuale delle stesse, accessibile con
+ \texttt{man unlocked\_stdio}. } ma nello standard POSIX sono previste solo
+\funcm{getc\_unlocked}, \funcm{getchar\_unlocked}, \funcm{putc\_unlocked} e
+\funcm{putchar\_unlocked}, tutte le altre pur essendo state aggiunte come
+estensioni dalla \acr{glibc}, non sono standard, anche se sono presenti anche
+su altri sistemi unix; in generale comuqnue l'uso di queste funzioni è
+sconsigliato e non le tratteremo esplicitamente.
%%% Local Variables:
% LocalWords: wrapper EMPTY olddirfd oldpath newdirfd newpath capability ino
% LocalWords: SEARCH flink choot oldirfd NOREPLACE EXCHANGE WHITEOUT union
% LocalWords: renamat syscall whiteout overlay filesytem Live nell' sull'
-% LocalWords: statbuf statxbuf IFMT nlink atime mtime fexecve argv envp
-% LocalWords: blocks STATS btime RESERVED ctime ATTR dev ENOSYS
-% LocalWords: timestamp attributes COMPRESSED immutable NODUMP
-% LocalWords: dump ENCRYPTED rdev all'I dell'I
+% LocalWords: statbuf statxbuf IFMT nlink atime mtime fexecve argv envp GET
+% LocalWords: blocks STATS btime RESERVED ctime ATTR dev ENOSYS locks SEALS
+% LocalWords: timestamp attributes COMPRESSED immutable NODUMP HINT hints
+% LocalWords: dump ENCRYPTED rdev all'I dell'I uint cancellation mmap
%%% Local Variables:
%%% mode: latex
%%% TeX-master: "gapil"
%%% End:
+% LocalWords: mapping
configurazione. Il kernel inoltre mette a disposizione l'accesso ad alcuni
parametri che possono modificarne il comportamento.
-La definizione di queste caratteristiche ed il tentativo di provvedere dei
+La definizione di queste caratteristiche ed il tentativo di fornire dei
meccanismi generali che i programmi possono usare per ricavarle è uno degli
aspetti più complessi e controversi con cui le diverse standardizzazioni si
-sono dovute confrontare, spesso con risultati spesso tutt'altro che chiari.
-Daremo comunque una descrizione dei principali metodi previsti dai vari
-standard per ricavare sia le caratteristiche specifiche del sistema, che
-quelle della gestione dei file e prenderemo in esame le modalità con cui è
-possibile intervenire sui parametri del kernel.
+sono dovute confrontare, con risultati spesso tutt'altro che chiari. Daremo
+comunque una descrizione dei principali metodi previsti dai vari standard per
+ricavare sia le caratteristiche specifiche del sistema che quelle della
+gestione dei file, e prenderemo in esame le modalità con cui è possibile
+intervenire sui parametri del kernel.
\subsection{Limiti e caratteristiche del sistema}
\label{sec:sys_limits}
\item la possibilità di determinare limiti ed opzioni durante l'esecuzione.
\end{itemize*}
-La prima funzionalità si può ottenere includendo gli opportuni header file che
-contengono le costanti necessarie definite come macro di preprocessore, per la
-seconda invece sono ovviamente necessarie delle funzioni. La situazione è
-complicata dal fatto che ci sono molti casi in cui alcuni di questi limiti
-sono fissi in un'implementazione mentre possono variare in un altra: tutto
-questo crea una ambiguità che non è sempre possibile risolvere in maniera
-chiara. In generale quello che succede è che quando i limiti del sistema sono
-fissi essi vengono definiti come macro di preprocessore nel file
-\headfile{limits.h}, se invece possono variare, il loro valore sarà ottenibile
-tramite la funzione \func{sysconf} (che esamineremo a breve).
+La prima funzionalità si può ottenere includendo gli opportuni file di
+intestazione che contengono le costanti necessarie definite come macro di
+preprocessore, per la seconda invece sono ovviamente necessarie delle
+funzioni. La situazione è complicata dal fatto che ci sono molti casi in cui
+alcuni di questi limiti sono fissi in un'implementazione mentre possono
+variare in un altra: tutto questo crea una ambiguità che non è sempre
+possibile risolvere in maniera chiara. In generale quello che succede è che
+quando i limiti del sistema sono fissi essi vengono definiti come macro di
+preprocessore nel file \headfile{limits.h}, se invece possono variare, il loro
+valore sarà ottenibile tramite la funzione \func{sysconf} (che esamineremo a
+breve).
\begin{table}[htb]
\centering
\begin{table}[htb]
\centering
\footnotesize
- \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
+ \begin{tabular}[c]{|l|r|p{9cm}|}
\hline
\textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
\hline
\begin{table}[htb]
\centering
\footnotesize
- \begin{tabular}[c]{|l|r|p{8cm}|}
+ \begin{tabular}[c]{|l|r|p{9cm}|}
\hline
\textbf{Costante}&\textbf{Valore}&\textbf{Significato}\\
\hline
\begin{table}[htb]
\centering
\footnotesize
- \begin{tabular}[c]{|l|p{8cm}|}
+ \begin{tabular}[c]{|l|p{9cm}|}
\hline
\textbf{Macro}&\textbf{Significato}\\
\hline
\end{table}
In generale ogni limite o caratteristica del sistema per cui è definita una
-macro, sia dagli standard ANSI C e ISO C90, che da POSIX.1 e POSIX.2, può
-essere ottenuto attraverso una chiamata a \func{sysconf}. Il nome della
-costante da utilizzare come valore dell'argomento \param{name} si otterrà
-aggiungendo \code{\_SC\_} ai nomi delle costanti definite dai primi due
-standard (quelle di tab.~\ref{tab:sys_generic_macro}), o sostituendolo a
-\code{\_POSIX\_} per le costanti definite dagli altri due standard (quelle di
+macro, sia da ANSI C e ISO C90 che da POSIX.1 e POSIX.2, può essere ottenuto
+attraverso una chiamata a \func{sysconf}. Il nome della costante da utilizzare
+come valore dell'argomento \param{name} si otterrà aggiungendo \code{\_SC\_}
+ai nomi delle costanti definite dai primi due standard (quelle di
+tab.~\ref{tab:sys_generic_macro}), o sostituendolo a \code{\_POSIX\_} per le
+costanti definite dagli altri due standard (quelle di
tab.~\ref{tab:sys_posix1_general}).
In linea teorica si dovrebbe fare uso di \func{sysconf} solo quando la
esistere, ma non dispone più di una interfaccia nella \acr{glibc} ed il suo
utilizzo può essere effettuato solo tramite \func{syscall}, ma di nuovo questo
viene sconsigliato in quanto la funzionalità non è più mantenuta e molto
-probabilmente sarà rimossa nel prossimo futuro. Per questo motivo eviteremo di
-trattarne i particolari.
+probabilmente sarà rimossa nel prossimo futuro.\footnote{a partire dal kernel
+ 2.6.34 la funzione viene inserita nella compilazione del kernel previa
+ esplicita richiesta, ed il suo uso produce avvertimenti nei log del kernel.}
+Per questo motivo eviteremo di trattarne i particolari.
Lo scopo di \funcm{sysctl} era quello di fornire ai programmi una modalità per
modificare i parametri di sistema. Questi erano organizzati in maniera
i loro nomi possono variare da una versione di kernel all'altra, alcuni esempi
di questi parametri sono:
\begin{itemize*}
-\item il nome di dominio
-\item i parametri del meccanismo di \textit{paging}.
-\item il filesystem montato come radice
-\item la data di compilazione del kernel
-\item i parametri dello stack TCP
-\item il numero massimo di file aperti
+\item il nome di dominio,
+\item i parametri del meccanismo di \textit{paging},
+\item il filesystem montato come radice,
+\item la data di compilazione del kernel,
+\item i parametri dello stack TCP,
+\item il numero massimo di file aperti,
+\item il numero massimo di processi,
+\item i parametri del \textit{SystemV IPC} (vedi sez.~\ref{sec:ipc_sysv}).
\end{itemize*}
-
-
+%\noindent e molti altri che abbiamo già incontrato
\index{file!filesystem~\texttt {/proc}!definizione|(}
Dato che fin dall'inizio i parametri erano organizzati in una struttura
-albero, è parso naturale rimappare questa organizzazione utilizzando il
-filesystem \file{/proc}. Questo è un filesystem completamente virtuale, il cui
-contenuto è generato direttamente dal kernel, che non fa riferimento a nessun
-dispositivo fisico, ma presenta in forma di file e directory i dati di alcune
-delle strutture interne del kernel stesso. Il suo utilizzo principale, come
-denuncia il nome stesso, è quello di fornire una interfaccia per ottenere i
-dati relativi ai processi (venne introdotto a questo scopo su BSD), ma nel
-corso del tempo il suo uso è stato ampliato.
+albero, è parso naturale riportare questa organizzazione all'interno del
+filesystem \file{/proc}. Questo è un filesystem virtuale il cui contenuto è
+generato direttamente dal kernel, che non fa riferimento a nessun dispositivo
+fisico, ma presenta in forma di file e directory i dati di alcune delle
+strutture interne del kernel. Il suo utilizzo principale, come denuncia il
+nome stesso, è quello di fornire una interfaccia per ottenere i dati relativi
+ai processi (venne introdotto a questo scopo su BSD), ma nel corso del tempo
+il suo uso è stato ampliato.
All'interno di questo filesystem sono pertanto presenti una serie di file che
riflettono il contenuto dei parametri del kernel (molti dei quali accessibili
in sola lettura) e in altrettante directory, nominate secondo il relativo
\ids{PID}, vengono mantenute le informazioni relative a ciascun processo
-attivo nel sistema.
+attivo nel sistema (abbiamo già incontrato questa caratteristica in
+sez.~\ref{sec:file_openat} per accedere ai filedescriptor del processo
+stesso).
In particolare l'albero dei valori dei parametri di sistema impostabili con
\func{sysctl} viene presentato in forma di una gerarchia di file e directory a
ma vista la assoluta naturalità dell'interfaccia, e la sua maggiore
efficienza, nelle versioni più recenti del kernel questa è diventata la
modalità canonica per modificare i parametri del kernel, evitando di dover
-ricorrere all'uso di una \textit{system call} specifica che pur essendo ancora
-presente, prima o poi verrà eliminata.
+ricorrere all'uso di una \textit{system call} specifica, che pur essendo
+ancora presente prima o poi verrà eliminata.
Nonostante la semplificazione nella gestione ottenuta con l'uso di
\file{/proc/sys} resta il problema generale di conoscere il significato di
\index{file!filesystem~\texttt {/proc}!definizione|)}
-
-
\section{La gestione del sistema}
\label{sec:sys_management}
directory, ecc.) venivano registrate all'interno dei due file di testo
\conffiled{/etc/passwd} ed \conffiled{/etc/group}, il cui formato è descritto
dalle relative pagine del manuale\footnote{nella quinta sezione, quella dei
- file di configurazione (esistono comandi corrispondenti), una trattazione
- sistemistica dell'intero argomento coperto in questa sezione si consulti
- sez.~4.3 di \cite{AGL}.} e tutte le funzioni che richiedevano l'accesso a
-queste informazione andavano a leggere direttamente il contenuto di questi
-file.
+ file di configurazione, dato che esistono comandi corrispondenti; per una
+ trattazione sistemistica dell'intero argomento coperto in questa sezione si
+ consulti sez.~4.3 di \cite{AGL}.} e tutte le funzioni che richiedevano
+l'accesso a queste informazione andavano a leggere direttamente il contenuto
+di questi file.
In realtà oltre a questi due file da molto tempo gran parte dei sistemi
unix-like usano il cosiddetto sistema delle \textit{shadow password} che
che sta per \textit{Pluggable Authentication Method}) che fornisce una
interfaccia comune per i processi di autenticazione, svincolando completamente
le singole applicazioni dai dettagli del come questa viene eseguita e di dove
-vengono mantenuti i dati relativi. Si tratta di un sistema modulare, in cui è
-possibile utilizzare anche più meccanismi insieme, diventa così possibile
-avere vari sistemi di riconoscimento (biometria, chiavi hardware, ecc.),
-diversi formati per le password e diversi supporti per le informazioni. Il
-tutto avviene in maniera trasparente per le applicazioni purché per ciascun
-meccanismo si disponga della opportuna libreria che implementa l'interfaccia
-di PAM.
+vengono mantenuti i dati relativi.
+
+Si tratta di un sistema modulare, in cui è possibile utilizzare anche più
+meccanismi insieme, diventa così possibile avere vari sistemi di
+riconoscimento (biometria, chiavi hardware, ecc.), diversi formati per le
+password e diversi supporti per le informazioni. Il tutto avviene in maniera
+trasparente per le applicazioni purché per ciascun meccanismo si disponga
+della opportuna libreria che implementa l'interfaccia di PAM.
Dall'altra parte, il diffondersi delle reti e la necessità di centralizzare le
informazioni degli utenti e dei gruppi per insiemi di macchine e servizi
all'interno di una stessa organizzazione, in modo da mantenere coerenti i
dati, ha portato anche alla necessità di poter recuperare e memorizzare dette
informazioni su supporti diversi dai file citati, introducendo il sistema del
-\textit{Name Service Switch} (che tratteremo brevemente in
-sez.~\ref{sec:sock_resolver}) dato che la sua applicazione è cruciale nella
+\textit{Name Service Switch}, che tratteremo brevemente in
+sez.~\ref{sec:sock_resolver} dato che la sua applicazione è cruciale nella
procedura di risoluzione di nomi di rete.
In questo paragrafo ci limiteremo comunque a trattare le funzioni classiche
per la lettura delle informazioni relative a utenti e gruppi tralasciando
-completamente quelle relative all'autenticazione.
+completamente quelle relative all'autenticazione.\footnote{la cui
+ programmazione ormai attiene all'uso dell'interfaccia di PAM, che va al di
+ la dello scopo di questo testo.}
% Per questo non tratteremo
% affatto l'interfaccia di PAM, ma approfondiremo invece il sistema del
% \textit{Name Service Switch}, un meccanismo messo a disposizione dalla
opportuno inizializzarlo a zero prima di invocare le funzioni per essere
sicuri di non avere un residuo di errore da una chiamata precedente. Il non
aver trovato l'utente richiesto infatti può essere dovuto a diversi motivi (a
-partire dal fatto che non esista) per cui si possono ottenere i valori di
+partire dal fatto che non esista) per cui si possono ottenere i codici di
errore più vari a seconda dei casi.
Del tutto analoghe alle precedenti sono le funzioni \funcd{getgrnam} e
Questi file non devono mai essere letti direttamente, ma le informazioni che
contengono possono essere ricavate attraverso le opportune funzioni di
-libreria. Queste sono analoghe alle precedenti funzioni (vedi
-tab.~\ref{tab:sys_passwd_func}) usate per accedere al registro degli utenti,
-solo che in questo caso la struttura del registro della \textsl{contabilità} è
-molto più complessa, dato che contiene diversi tipi di informazione.
+libreria. Queste sono analoghe alle precedenti funzioni usate per accedere al
+registro degli utenti (vedi tab.~\ref{tab:sys_passwd_func}), solo che in
+questo caso la struttura del registro della \textsl{contabilità} è molto più
+complessa, dato che contiene diversi tipi di informazione.
Le prime tre funzioni, \funcd{setutent}, \funcd{endutent} e \funcd{utmpname}
servono rispettivamente a aprire e a chiudere il file che contiene il registro
della \textsl{contabilità} degli, e a specificare su quale file esso viene
-mantenuto. I loro prototipi sono:
+mantenuto; i loro prototipi sono:
\begin{funcproto}{
\fhead{utmp.h}
% LocalWords: memory mlockall MAP LOCKED shmctl MSGQUEUE attr NICE nice MADV
% LocalWords: madvise WILLNEED RTPRIO sched setscheduler setparam scheduling
% LocalWords: RTTIME execve kb prlimit pid new old ESRCH EUSERS refresh high
-% LocalWords: resolution HRT jiffies strptime
+% LocalWords: resolution HRT jiffies strptime pre l'I value argument
%%% Local Variables:
%%% mode: latex