-g\chapter{Socket TCP elementari}
+\chapter{Socket TCP elementari}
\label{cha:elem_TCP_sock}
In questo capitolo inizieremo ad approndire la conoscenza dei socket TCP,
e \ref{sec:net_serv_sample}), previa una descrizione delle principali
caratteristiche del funzionamento di una connessione TCP.
-La seconda parte del capitolo sar\81à poi dedicata alla scrittura di una prima
+La seconda parte del capitolo sarà poi dedicata alla scrittura di una prima
semplice applicazione client/server completa, che implementi il servizio
standard \texttt{echo} su TCP.
\label{sec:TCPel_connession}
Prima di entrare nei dettagli delle funzioni usate nelle applicazioni che
-utilizzano i socket TCP, \81è fondamentale spiegare alcune basi del funzionamento
-del TCP, la conoscenza del funzionamento del protocollo \81è infatti essenziale
+utilizzano i socket TCP, è fondamentale spiegare alcune basi del funzionamento
+del TCP, la conoscenza del funzionamento del protocollo è infatti essenziale
per capire il modello di programmazione ed il funzionamento delle API.
-In particolare ci concentreremo sulle modalit\81à con le quali il protocollo da
+In particolare ci concentreremo sulle modalità con le quali il protocollo da
inizio e conclude una connessione; faremo anche un breve accenno al
significato di alcuni dei vari stati che il protocollo assume durante la vita
di una connessione, che possono essere osservati per ciascun socket attivo con
\subsection{La creazione della connessione: il \textit{three way handushake}}
\label{sec:TCPel_conn_cre}
-Il processo che porta a creare una connessione TCP \81è chiamato \textit{three
+Il processo che porta a creare una connessione TCP è chiamato \textit{three
way handushake}; la successione tipica degli eventi (la stessa che si
verifica utilizzando il codice dei due precedenti esempi elementari
\ref{fig:net_cli_code} e \ref{fig:net_serv_code}) che porta alla creazione di
-una connessione \81è la seguente:
+una connessione è la seguente:
\begin{itemize}
\item Il server deve essere preparato per accettare le connessioni in arrivo;
\texttt{connect}, attraverso un procedimento che viene chiamato
\textsl{apertura attiva}, dall'inglese \textit{active open}. La chiamata di
\texttt{connect} blocca il processo e causa l'invio da parte del client di
- un segmento \texttt{SYN}\footnote{Si ricordi che il segmento \81è l'unit\81à
+ un segmento \texttt{SYN}\footnote{Si ricordi che il segmento è l'unità
elementare di dati trasmessa dal protocollo TCP al livello superiore;
tutti i segmenti hanno un header che contiene le informazioni che servono
- allo \textit{stack TCP} (cos\81ì viene di solito chiamata la parte del kernel
+ allo \textit{stack TCP} (così viene di solito chiamata la parte del kernel
che implementa il protocollo) per realizzare la comunicazione, fra questi
dati ci sono una serie di flag usati per gestire la connessione, come
\texttt{SYN}, \texttt{ACK}, \texttt{URG}, \texttt{FIN}, alcuni di essi,
\texttt{ACK} e sono settati.
\item una volta che il client ha ricevuto l'acknowledge dal server la funzione
- \texttt{connect} ritorna, l'ultimo passo \81è dare dare il ricevuto del
+ \texttt{connect} ritorna, l'ultimo passo è dare dare il ricevuto del
\texttt{SYN} del server inviando un \texttt{ACK}. Alla ricezione di
quest'ultimo la funzione \texttt{accept} del server ritorna e la connessione
- \81è stabilita.
+ è stabilita.
\end{itemize}
Il procedimento viene chiamato \textit{three way handshake} dato che per
-realizzarlo devono essere scambiati tre segmenti. In \nfig\ si \81è
+realizzarlo devono essere scambiati tre segmenti. In \nfig\ si è
rappresentata graficamente la sequenza di scambio dei segmenti che stabilisce
la connessione.
-% Una analogia citata da R. Stevens per la connessione TCP \81è quella con il
-% sistema del telefono. La funzione \texttt{socket} pu\81ò essere considerata
-% l'equivalente di avere un telefono. La funzione \texttt{bind} \81è analoga al
-% dire alle altre persone qual'\81è il proprio numero di telefono perch\81é possano
-% chiamare. La funzione \texttt{listen} \81è accendere il campanello del telefono
+% Una analogia citata da R. Stevens per la connessione TCP è quella con il
+% sistema del telefono. La funzione \texttt{socket} può essere considerata
+% l'equivalente di avere un telefono. La funzione \texttt{bind} è analoga al
+% dire alle altre persone qual'è il proprio numero di telefono perché possano
+% chiamare. La funzione \texttt{listen} è accendere il campanello del telefono
% per sentire le chiamate in arrivo. La funzione \texttt{connect} richiede di
-% conoscere il numero di chi si vuole chiamare. La funzione \texttt{accept} \81è
+% conoscere il numero di chi si vuole chiamare. La funzione \texttt{accept} è
% quando si risponde al telefono.
\begin{figure}[htb]
\label{fig:TCPel_TWH}
\end{figure}
-Si \81è accennato in precedenza ai \textsl{numeri di sequenza} (che sono anche
+Si è accennato in precedenza ai \textsl{numeri di sequenza} (che sono anche
riportati in \curfig); per gestire una connessione affidabile infatti il
protocollo TCP prevede nell'header la presenza di un numero a 32 bit (chiamato
appunto \textit{sequence number}) che identifica a quale byte nella sequenza
\textit{acknowledge number}) pari al numero di sequenza che il ricevente si
aspetta di ricevere con il pacchetto successivo; dato che il primo pacchetto
SYN consuma un byte, nel \textit{three way handshake} il numero di acknowledge
-\81è sempre pari al numero di sequenza iniziale incrementato di uno; lo stesso
-varr\81à anche (vedi \nfig) per l'acknowledgement di un FIN.
+è sempre pari al numero di sequenza iniziale incrementato di uno; lo stesso
+varrà anche (vedi \nfig) per l'acknowledgement di un FIN.
\subsection{Le opzioni TCP.}
\label{sec:TCPel_TCP_opt}
\item \textit{MSS option} Sta per \textit{maximum segment size}, con questa
opzione ciascun capo della connessione annuncia all'altro il massimo
ammontare di dati che vorrebbe accettare per ciascun segmento nella
- connesione corrente. \81È possibile leggere e scrivere questo valore attraverso
+ connesione corrente. È possibile leggere e scrivere questo valore attraverso
l'opzione del socket \texttt{TCP\_MAXSEG}.
\item \textit{window scale option} come spiegato in \ref{cha:tcp_protocol} il
protocollo TCP implementa il controllo di flusso attraverso una
\textsl{finestra annunciata} (\textit{advertized window}) con la quale
ciascun capo della comunicazione dichiara quanto spazio disponibile ha in
- memoria per i dati. Questo \81è un numero a 16 bit dell'haeader, che cos\81ì pu\81ò
+ memoria per i dati. Questo è un numero a 16 bit dell'haeader, che così può
indicare un massimo di 65535 bytes (anche se linux usa come massimo 32767
per evitare problemi con alcuni stack bacati che usano l'aritmetica con
segno per implementare lo stack TCP); ma alcuni tipi di connessione come
- quelle ad alta velocit\81à (sopra i 45Mbits/sec) e quelle che hanno grandi
+ quelle ad alta velocità (sopra i 45Mbits/sec) e quelle che hanno grandi
ritardi nel cammino dei pacchetti (come i satelliti) richiedono una finestra
- pi\81ù grande per poter ottenere il massimo dalla trasmissione, per questo
+ più grande per poter ottenere il massimo dalla trasmissione, per questo
esiste questa opzione che indica un fattore di scala da applicare al valore
della finestra annunciata\footnote{essendo una nuova opzione per garantire
- la compatibilit\81à con delle vecchie implementazioni del protocollo la
+ la compatibilità con delle vecchie implementazioni del protocollo la
procedura che la attiva prevede come negoziazione che l'altro capo della
connessione riconosca esplicitamente l'opzione inserendola anche lui nel
suo SYN di risposta dell'apertura della connessione} per la connessione
corrente (espresso come numero di bit cui shiftare a sinistra il valore
della finestra annunciata inserito nel pacchetto).
-\item \textit{timestamp option} \81è anche questa una nuova opzione necessaria
- per le connessioni ad alta velocit\81à per evitare possibili corruzioni di dati
+\item \textit{timestamp option} è anche questa una nuova opzione necessaria
+ per le connessioni ad alta velocità per evitare possibili corruzioni di dati
dovute a pacchetti perduti che riappaiono; anche questa viene negoziata come
la precedente.
\end{itemize}
-La MSS \81è generalmente supportata da quasi tutte le implementazioni del
+La MSS è generalmente supportata da quasi tutte le implementazioni del
protocollo, le ultime due opzioni (trattate nell'RFC 1323) sono meno comuni;
-vengono anche dette \textit{long fat pipe options} dato che questo \81è il nome
-che viene dato alle connessioni caratterizzate da alta velocit\81à o da ritardi
+vengono anche dette \textit{long fat pipe options} dato che questo è il nome
+che viene dato alle connessioni caratterizzate da alta velocità o da ritardi
elevati. In ogni caso linux supporta pienamente entrambe le opzioni.
\subsection{La terminazione della connessione}
\label{sec:TCPel_conn_term}
Mentre per creare una connessione occorre un interscambio di tre segmenti, la
-procedura di chiusura ne richede quattro; ancora una volta si pu\81ò fare
+procedura di chiusura ne richede quattro; ancora una volta si può fare
riferimento al codice degli esempi \ref{fig:net_cli_code} e
-\ref{fig:net_serv_code}, in questo caso la successione degli eventi \81è la
+\ref{fig:net_serv_code}, in questo caso la successione degli eventi è la
seguente:
\begin{enumerate}
\item Un processo ad uno dei due capi chiama la funzione \texttt{close}, dando
l'avvio a quella che viene chiamata \textsl{chiusura attiva} (da
\textit{active close}). Questo comporta l'emissione di un segmento FIN, che
- significa che si \81è finito con l'invio dei dati sulla connessione.
+ significa che si è finito con l'invio dei dati sulla connessione.
\item L'altro capo della connessione riceve il FIN ed esegue la
\textit{chiusura passiva} (da \textit{passive close}); al FIN, come per
tutti i pacchetti, viene risposto con un ACK. Inoltre il ricevimento del FIN
viene passato al processo che ha aperto il socket come un end of file sulla
- lettura (dopo che ogni altro eventuale dato rimasto in coda \81è stato
+ lettura (dopo che ogni altro eventuale dato rimasto in coda è stato
ricevuto), dato che il ricevimento di un FIN significa che non si
riceveranno altri dati sulla connessione.
-\item Dopo un certo tempo anche il secondo processo chiamer\81à la funzione
+\item Dopo un certo tempo anche il secondo processo chiamerà la funzione
\texttt{close} sul proprio socket, causando l'emissione di un altro segmento
FIN.
-\item L'altro capo della connessione ricever\81à il FIN conclusivo e risponder\81à
+\item L'altro capo della connessione riceverà il FIN conclusivo e risponderà
con un ACK.
\end{enumerate}
Dato che in questo caso sono richiesti un FIN ed un ACK per ciascuna direzione
-normalmente i segmenti scambiati sono quattro; normalmente giacch\81é in alcune
-sitazioni il FIN del passo 1) \81è inviato insieme a dei dati. Comunque non \81è
-detto, anche se \81è possibile, che i segmenti inviati nei passi 2 e 3, siano
-accorpati in un singolo segmento. In \nfig\ si \81è rappresentato graficamente lo
+normalmente i segmenti scambiati sono quattro; normalmente giacché in alcune
+sitazioni il FIN del passo 1) è inviato insieme a dei dati. Comunque non è
+detto, anche se è possibile, che i segmenti inviati nei passi 2 e 3, siano
+accorpati in un singolo segmento. In \nfig\ si è rappresentato graficamente lo
sequenza di scambio dei segmenti che stabilisce la connessione.
\begin{figure}[htb]
\end{figure}
Come per il SYN anche il FIN occupa un byte nel numero di sequenza, per cui
-l'ACK riporter\81à un \textit{acknowledge number} incrementato di uno.
+l'ACK riporterà un \textit{acknowledge number} incrementato di uno.
-Si noti che nella sequenza di chiusura fra i passi 2 e 3 \81è in teoria possibile
+Si noti che nella sequenza di chiusura fra i passi 2 e 3 è in teoria possibile
che si mantenga un flusso di dati dal capo della connessione che sta eseguendo
la chiusura passiva a quello che sta eseguendo la chiusura attiva. Nella
-sequenza indicata i dati verrebbero persi, dato che si \81è chiuso il socket, ma
-esistono situazione in cui si vuole che avvenga proprio questo, che \81è chiamato
+sequenza indicata i dati verrebbero persi, dato che si è chiuso il socket, ma
+esistono situazione in cui si vuole che avvenga proprio questo, che è chiamato
\textit{half-close}, per cui torneremo su questo aspetto e su come utilizzarlo
-pi\81ù avanti, quando parleremo della funzione \texttt{shutdown}.
+più avanti, quando parleremo della funzione \texttt{shutdown}.
-La emissione del FIN avviene quando il socket viene chiuso, questo per\81ò non
+La emissione del FIN avviene quando il socket viene chiuso, questo però non
avviene solo per la chiamata della funzione \texttt{close} (come in
\ref{fig:net_serv_code}), ma anche alla terminazione di un processo (come in
\ref{fig:net_cli_code}). Questo vuol dire ad esempio che se un processo viene
terminato da un segnale tutte le connessioni aperte verranno chiuse.
-Infine \81è da sottolineare che, bench\81é nella figura (e nell'esempio che vedremo
+Infine è da sottolineare che, benché nella figura (e nell'esempio che vedremo
in \ref{sec:TCPel_echo_example}) sia il client ad eseguire la chiusura attiva,
-nella realt\81à questa pu\81ò essere eseguita da uno qualunque dei due capi della
+nella realtà questa può essere eseguita da uno qualunque dei due capi della
comunicazione (come in fatto in precedenza da \ref{fig:net_serv_code}), e
-bench\81é quello del client sia il caso pi\81ù comune ci sono alcuni servizi, il
-principale dei quali \81è l'HTTP, per i quali \81è il server ad effettuare la
+benché quello del client sia il caso più comune ci sono alcuni servizi, il
+principale dei quali è l'HTTP, per i quali è il server ad effettuare la
chiusura attiva.
\subsection{Un esempio di connessione}
corrente e sul tipo di segmento ricevuto; i nomi degli stati sono gli stessi
che vengono riportati del comando \texttt{netstat} nel campo \textit{State}.
-Una descrizione completa del funzionamento del protocollo va al di l\81à degli
+Una descrizione completa del funzionamento del protocollo va al di là degli
obiettivi di questo libro; un approfondimento sugli aspetti principali si
trova in \ref{cha:tcp_protocol}, ma per una trattazione esauriente il miglior
riferimento resta (FIXME citare lo Stevens); qui ci limiteremo a descrivere
brevemente un semplice esempio di connessione e le transizioni che avvengono
nei due casi appena citati (creazione e terminazione della connessione).
-In assenza di connessione lo stato del TCP \81è \textsl{CLOSED}; quando una
+In assenza di connessione lo stato del TCP è \textsl{CLOSED}; quando una
applicazione esegue una apertura attiva il TCP emette un SYN e lo stato
diventa \textsl{SYN\_SENT}; quando il TCP riceve la risposta del SYN$+$ACK
-emette un ACK e passa allo stato \textsl{ESTABLISHED}; questo \81è lo stato
+emette un ACK e passa allo stato \textsl{ESTABLISHED}; questo è lo stato
finale in cui avviene la gran parte del trasferimento dei dati.
Dal lato server in genere invece il passaggio che si opera con l'apertura
-passiva \81è quello di portare il socket dallo stato \textsl{CLOSED} allo
+passiva è quello di portare il socket dallo stato \textsl{CLOSED} allo
stato \textsl{LISTEN} in cui vengono accettate le connessioni.
-Dallo stato \textsl{ESTABLISHED} si pu\81ò uscire in due modi; se un'applicazione
+Dallo stato \textsl{ESTABLISHED} si può uscire in due modi; se un'applicazione
chiama la \texttt{close} prima di aver ricevuto un end of file (chiusura
-attiva) la transizione \81è verso lo stato \textsl{FIN\_WAIT\_1}; se invece
+attiva) la transizione è verso lo stato \textsl{FIN\_WAIT\_1}; se invece
l'applicazione riceve un FIN nello stato \textsl{ESTABLISHED} (chiusura
-passiva) la transizione \81è verso lo stato \textsl{CLOSE\_WAIT}.
+passiva) la transizione è verso lo stato \textsl{CLOSE\_WAIT}.
-In \nfig\ \81è riportato lo schema dello scambio dei pacchetti che avviene per
+In \nfig\ è riportato lo schema dello scambio dei pacchetti che avviene per
una un esempio di connessione, insieme ai vari stati che il protocollo viene
ad assumere per i due lati, server e client.
valore tipico per IPv4 su ethernet) con linux, il server risponde con lo
stesso valore (ma potrebbe essere anche un valore diverso).
-Una volta che la connessione \81è stabilita il client scrive al server una
-richiesta (che assumiamo stare in un singolo segmento, cio\81è essere minore dei
+Una volta che la connessione è stabilita il client scrive al server una
+richiesta (che assumiamo stare in un singolo segmento, cioè essere minore dei
1460 bytes annunciati dal server), quest'ultimo riceve la richiesta e
restituisce una risposta (che di nuovo supponiamo stare in un singolo
-segmento). Si noti che l'acknowledge della richiesta \81è mandato insieme alla
+segmento). Si noti che l'acknowledge della richiesta è mandato insieme alla
risposta, questo viene chiamato \textit{piggybacking} ed avviene tutte le
-volte che che il server \81è sufficientemente veloce a costruire la risposta, in
+volte che che il server è sufficientemente veloce a costruire la risposta, in
caso contrario si avrebbe prima l'emissione di un ACK e poi l'invio della
risposta.
connessione che esegue la chiusura attiva entra nello stato
\textsl{TIME\_WAIT} su cui torneremo fra poco.
-\81È da notare come per effettuare uno scambio di due pacchetti (uno di richiesta
+È da notare come per effettuare uno scambio di due pacchetti (uno di richiesta
e uno di risposta) il TCP necessiti di ulteriori otto segmenti, se invece si
-fosse usato UDP sarebbero stati sufficienti due soli pacchetti. Questo \81è il
-costo che occorre pagare per avere l'affidabilit\81à garantita dal TCP, se si
+fosse usato UDP sarebbero stati sufficienti due soli pacchetti. Questo è il
+costo che occorre pagare per avere l'affidabilità garantita dal TCP, se si
fosse usato UDP si sarebbe dovuto trasferire la gestione di tutta una serie di
dettagli (come la verifica della ricezione dei pacchetti) dal livello del
trasporto all'interno dell'applicazione.
-Quello che \81è bene sempre tenere presente \81è allora quali sono le esigenze che
-si hanno in una applicazione di rete, perch\81é non \81è detto che TCP sia la
+Quello che è bene sempre tenere presente è allora quali sono le esigenze che
+si hanno in una applicazione di rete, perché non è detto che TCP sia la
miglior scelta in tutti i casi (ad esempio se si devono solo scambiare dati
-gi\81à organizzati in piccoli pacchetti l'overhead aggiunto pu\81ò essere eccessivo)
-per questo esistono applicazioni che usano UDP e lo fanno perch\81é nel caso
-specifico le sue caratteristiche di velocit\81à e compattezza nello scambio dei
+già organizzati in piccoli pacchetti l'overhead aggiunto può essere eccessivo)
+per questo esistono applicazioni che usano UDP e lo fanno perché nel caso
+specifico le sue caratteristiche di velocità e compattezza nello scambio dei
dati rispondono meglio alle esigenze che devono essere affrontate.
\subsection{Lo stato \texttt{TIME\_WAIT}}
\label{sec:TCPel_time_wait}
-Come riportato da Stevens (FIXME citare) lo stato \texttt{TIME\_WAIT} \81è
-probabilmente uno degli aspetti meno compresi del protocollo TCP, \81è infatti
+Come riportato da Stevens (FIXME citare) lo stato \texttt{TIME\_WAIT} è
+probabilmente uno degli aspetti meno compresi del protocollo TCP, è infatti
comune trovare nei newsgroup domande su come sia possibile evitare che
un'applicazione resti in questo stato lasciando attiva una connessione ormai
-conclusa; la risposta \81è che non deve essere fatto, ed il motivo cercheremo di
+conclusa; la risposta è che non deve essere fatto, ed il motivo cercheremo di
spiegarlo adesso.
-Come si \81è visto nell'esempio precedente (vedi \curfig) \texttt{TIME\_WAIT} \81è
+Come si è visto nell'esempio precedente (vedi \curfig) \texttt{TIME\_WAIT} è
lo stato finale in cui il capo di una connessione che esegue la chiusura
attiva resta prima di passare alla chiusura definitiva della connessione. Il
tempo in cui l'applicazione resta in questo stato deve essere due volte la MSL
(\textit{Maximum Segment Lifetime}).
-La MSL \81è la stima del massimo periodo di tempo che un pacchetto IP pu\81ò vivere
-sulla rete; questo tempo \81è limitato perch\81é ogni pacchetto IP pu\81ò essere
+La MSL è la stima del massimo periodo di tempo che un pacchetto IP può vivere
+sulla rete; questo tempo è limitato perché ogni pacchetto IP può essere
ritrasmesso dai router un numero massimo di volte (detto \textit{hop limit}).
-Il numero di ritrasmissioni consentito \81è indicato dal campo TTL dell'header di
+Il numero di ritrasmissioni consentito è indicato dal campo TTL dell'header di
IP (per maggiori dettagli vedi \ref{sec:appA_xxx}), e viene decrementato ad
ogni passaggio da un router; quando si annulla il pacchetto viene scartato.
-Siccome il numero \81è ad 8 bit il numero massimo di ``salti'' \81è di 255, pertanto
-anche se il TTL (da \textit{time to live}) non \81è propriamente un limite sul
+Siccome il numero è ad 8 bit il numero massimo di ``salti'' è di 255, pertanto
+anche se il TTL (da \textit{time to live}) non è propriamente un limite sul
tempo di vita, si stima che un pacchetto IP non possa restare nella rete per
-pi\81ù di MSL secondi.
+più di MSL secondi.
Ogni implementazione del TCP deve scegliere un valore per la MSL (l'RFC1122
raccomanda 2 minuti, linux usa 30 secondi), questo comporta una durata dello
-stato \textsl{TIME\_WAIT} che a seconda delle implementazioni pu\81ò variare fra
+stato \textsl{TIME\_WAIT} che a seconda delle implementazioni può variare fra
1 a 4 minuti.
Lo stato \texttt{TIME\_WAIT} viene utilizzato dal protocollo per due motivi
\item consentire l'eliminazione dei segmenti duplicati dalla rete.
\end{itemize}
-Il punto \81è che entrambe le ragioni sono importanti, anche se spesso si fa
-riferimento solo alla prima; ma \81è solo se si tiene conto della seconda che si
-capisce il perch\81é della scelta di un tempo pari al doppio della MSL come
+Il punto è che entrambe le ragioni sono importanti, anche se spesso si fa
+riferimento solo alla prima; ma è solo se si tiene conto della seconda che si
+capisce il perché della scelta di un tempo pari al doppio della MSL come
durata di questo stato.
-Il primo dei due motivi precedenti si pu\81ò capire tornando a \curfig: assumendo
+Il primo dei due motivi precedenti si può capire tornando a \curfig: assumendo
che l'ultimo ACK della sequenza (quello del capo che ha eseguito la chiusura
attiva) vanga perso, chi esegue la chiusura passiva non ricevndo risposta
-rimander\81à un ulteriore FIN, per questo motivo chi esegue la chiusura attiva
+rimanderà un ulteriore FIN, per questo motivo chi esegue la chiusura attiva
deve mantenere lo stato della connessione per essere in grado di reinviare
-l'ACK e chiuderla correttamente. Se non fosse cos\81ì la risposta sarebbe un RST
+l'ACK e chiuderla correttamente. Se non fosse così la risposta sarebbe un RST
(un altro tipo si segmento) che verrebbe interpretato come un errore.
Se il TCP deve poter chiudere in maniera pulita entrambe le direzioni della
ritrasmissione in caso di perdita.
-Il secondo motivo \81è pi\81ù complesso da capire, e necessita di spiegare meglio
+Il secondo motivo è più complesso da capire, e necessita di spiegare meglio
gli scenari in cui accade che i pacchetti si possono perdere nella rete o
restare intrappolati, per poi riemergere.
-Il caso pi\81ù comune in cui questo avviene \81è quello di anomalie
-nell'instradamento; pu\81ò accadere cio\81è che un router smetta di funzionare o che
+Il caso più comune in cui questo avviene è quello di anomalie
+nell'instradamento; può accadere cioè che un router smetta di funzionare o che
una connessione fra due router si interrompa. In questo caso i protocolli di
instradamento dei pacchetti possono impiegare diverso temo (anche dell'ordine
dei minuti) prima di trovare e stabilire un percorso alternativo per i
pacchetti. Nel frattempo possono accadere casi in cui un router manda i
pacchetti verso un'altro e quest'ultimo li rispedisce indietro, o li manda ad
-un terzo router che li rispedisce al primo, si creano cio\81è dei circoli (i
+un terzo router che li rispedisce al primo, si creano cioè dei circoli (i
cosiddetti \textit{routing loop}) in cui restano intrappolati i pacchetti.
-Se uno di questi pacchetti intrappolati \81è un segmento di TCP chi l'ha inviato,
-non ricevendo risposta, provveder\81à alla ritrasmissione e se nel frattempo sar\81à
-stata stabilita una strada alternativa il pacchetto ritrasmesso giunger\81à a
+Se uno di questi pacchetti intrappolati è un segmento di TCP chi l'ha inviato,
+non ricevendo risposta, provvederà alla ritrasmissione e se nel frattempo sarà
+stata stabilita una strada alternativa il pacchetto ritrasmesso giungerà a
destinazione. Ma se dopo un po' di tempo (che non supera il limite dell'MSL)
l'anomalia viene a cessare il circolo di instadamento viene spezzato i
pacchetti intrappolati potranno essere inviati alla destinazione finale, con
-la conseguenza di avere dei pacchetti duplicati; questo \81è un caso che il TCP
+la conseguenza di avere dei pacchetti duplicati; questo è un caso che il TCP
deve essere in grado di gestire.
Allora per capire la seconda ragione per l'esistenza dello stato
pacchetti duplicati relativi alla precedente connessione che riappaiono nella
nuova.
-Ma fintanto che il socket non \81è chiuso una nuova incarnazione non pu\81ò essere
+Ma fintanto che il socket non è chiuso una nuova incarnazione non può essere
creata, per questo un socket TCP resta sempre nello stato \texttt{TIME\_WAIT}
per un periodo di 2MSL, in modo da attendere MSL secondi per essere sicuri che
tutti i pacchetti duplicati in arrivo siano stati ricevuti (e scartati) o che
\subsection{I numeri di porta}
\label{sec:TCPel_port_num}
-In un ambiente multitasking in un dato momento pi\81ù processi possono dover
-usare sia UDP che TCP, e ci devono poter essere pi\81ù connessioni in
+In un ambiente multitasking in un dato momento più processi possono dover
+usare sia UDP che TCP, e ci devono poter essere più connessioni in
contemporanea. Per poter tenere distinte le diverse connessioni entrambi i
-protocolli usano i \textsl{numeri di porta}, che fanno parte, come si pu\81ò
+protocolli usano i \textsl{numeri di porta}, che fanno parte, come si può
vedere in \ref{sec:sock_sa_ipv4} e \ref{sec:sock_sa_ipv6} pure delle strutture
degli indirizzi del socket.
servizio \texttt{ssh}) effettuati da appositi server che rispondono alle
connessioni verso tali porte.
-D'altra parte un client non ha necessit\81à di usare un numero di porta
+D'altra parte un client non ha necessità di usare un numero di porta
specifico, per cui in genere vengono usate le cosiddette \textsl{porte
- effimere} (o \textit{ephemeral ports}) cio\81è porte a cui non \81è assegnato
+ effimere} (o \textit{ephemeral ports}) cioè porte a cui non è assegnato
nessun servizio noto e che vengono assegnate automaticamente dal kernel alla
creazione della connessione. Queste sono dette effimere in quanto vengono
usate solo per la durata della connessione, e l'unico requisito che deve
-essere soddisfatto \81è che ognuna di esse sia assegnata in maniera univoca.
+essere soddisfatto è che ognuna di esse sia assegnata in maniera univoca.
-La lista delle porte conosciute \81è definita dall'RFC1700 che contiene l'elenco
+La lista delle porte conosciute è definita dall'RFC1700 che contiene l'elenco
delle porte assegnate dalla IANA (\textit{Internet Assigned Number Authority})
ma l'elenco viene costantemente aggiornato e pubblicato all'indirizzo
\texttt{ftp://ftp.isi.edu/in-notes/iana/assignements/port-numbers}, inoltre il
\begin{enumerate}
\item \textsl{le porte conosciute}. I numeri da 0 a 1023. Queste sono
- controllate e assegnate dalla IANA. Se \81è possibile la stessa porta \81è
+ controllate e assegnate dalla IANA. Se è possibile la stessa porta è
assegnata allo stesso servizio sia su UDP che su TCP (ad esempio la porta 22
- \81è assegnata a ssh su entrambi i protocolli, anche se viene usata solo dal
+ è assegnata a ssh su entrambi i protocolli, anche se viene usata solo dal
TCP).
\item \textsl{le porte registrate}. I numeri da 1024 a 49151. Queste porte non
- sono controllate dalla IANA, che per\81ò registra ed elenca chi usa queste
+ sono controllate dalla IANA, che però registra ed elenca chi usa queste
porte come servizio agli utenti. Come per le precedenti si assegna una porta
- ad un servizio sia per TCP che UDP anche se poi il servizio \81è implementato
+ ad un servizio sia per TCP che UDP anche se poi il servizio è implementato
solo su TCP. Ad esempio X Window usa le porte TCP e UDP dal 6000 al 6063
- anche se il protocollo \81è implementato solo tramite TCP.
+ anche se il protocollo è implementato solo tramite TCP.
\item \textsl{le porte private} o \textsl{dinamiche}. I numeri da 49152 a
65535. La IANA non dice nulla riguardo a queste porte che pertanto
sono i candidati naturali ad essere usate come porte effimere.
\end{enumerate}
-In realt\81à rispetto a quanto indicato nell'RFC1700 i vari sistemi hanno fatto
+In realtà rispetto a quanto indicato nell'RFC1700 i vari sistemi hanno fatto
scelte diverse per le porte effimere, in particolare in \nfig\ sono riportate
quelle di BSD, Solaris e linux. Nel caso di linux poi la scelta fra i due
intervali possibili viene fatta dinamicamente a seconda della memoria a
I sistemi unix hanno inoltre il concetto di \textsl{porte riservate} (che
corrispondono alle porte con numero minore di 1024 e coincidono quindi con le
-porte conosciute). La loro caratteristica \81è che possono essere assegnate a un
+porte conosciute). La loro caratteristica è che possono essere assegnate a un
socket solo da un processo con i privilegi di root, per far si che solo
l'amministratore possa allocare queste porte per far partire relativi servizi.
Data una connessione TCP si suole chiamare \textit{socket pair} la
combinazione dei quattro numeri che definiscono i due capi della connessione e
-cio\81è l'indirizzo IP locale e la porta TCP locale, e l'indirizzo IP remoto e la
+cioè l'indirizzo IP locale e la porta TCP locale, e l'indirizzo IP remoto e la
porta TCP remota; questa combinazione, che scriveremo usando una notazione del
tipo $(195.110.112.152:22, 192.84.146.100:20100)$, identifica univocamente una
connessione su internet. Questo concetto viene di solito esteso anche a UDP,
-bench\81é in questo caso non abbia senso parlare di connessione. L'utilizzo del
+benché in questo caso non abbia senso parlare di connessione. L'utilizzo del
programma \texttt{netstat} permette di visualizzare queste informazioni nei
campi \textit{Local Address} e \textit{Foreing Address}.
caching locale.
Questo ci mostra ad esempio che il server ssh ha compiuto un'apertura passiva
-mettendosi in ascolto sulla porta 22 riservata a questo servizio e che si \81è
+mettendosi in ascolto sulla porta 22 riservata a questo servizio e che si è
posto in ascolto per connessioni provenienti da uno qualunque degli indirizzi
-associati alle interfaccie locali; la notazione 0.0.0.0 usata da netstat \81è
+associati alle interfaccie locali; la notazione 0.0.0.0 usata da netstat è
equivalente all'asterisco utilizzato per il numero di porta ed indica il
valore generico, e corrisponde al valore \texttt{INADDR\_ANY} definito in
\texttt{arpa/inet.h}.
Inoltre la porta e l'indirizzo di ogni eventuale connessione esterna non sono
-specificati; in questo caso la \textit{socket pair} associata al socket pu\81ò
+specificati; in questo caso la \textit{socket pair} associata al socket può
essere indicata come $(*:22, *.*)$, usando l'asterisco anche per gli indirizzi
come carattere di \textit{wildchard}.
-In genere avendo le macchine associato un solo IP ci si pu\81ò chiedere che senso
+In genere avendo le macchine associato un solo IP ci si può chiedere che senso
abbia l'utilizzo dell'indirizzo generico per l'indirizzo locale, ma esistono
-anche macchine che hanno pi\81ù di un indirizzo IP (il cosiddetto
+anche macchine che hanno più di un indirizzo IP (il cosiddetto
\textit{miltihoming}) in questo modo si possono accettare connessioni
-indirizzate verso uno qualunque di essi. Ma come si pu\81ò vedere nell'esempio
-con il DNS in ascolto sulla porta 53 \81è anche possibile restringere l'accesso
+indirizzate verso uno qualunque di essi. Ma come si può vedere nell'esempio
+con il DNS in ascolto sulla porta 53 è anche possibile restringere l'accesso
solo alle connessioni che provengono da uno specifico indirizzo, cosa che nel
-caso \81è fatta accettando solo connessioni che arrivino sull'interfaccia di
+caso è fatta accettando solo connessioni che arrivino sull'interfaccia di
loopback.
-Una volta che ci si vorr\81à collegare a questa macchina da un'altra posta
-all'indirizzo 192.84.146.100 si potr\81à lanciare un client \texttt{ssh} per
-creare una connessione verso la precedente, e il kernel associer\81à al suddetto
-una porta effimera che per esempio potr\81à essere la 21100, la connessione
-allora sar\81à espressa dalla socket pair $(192.84.146.100:21100,
+Una volta che ci si vorrà collegare a questa macchina da un'altra posta
+all'indirizzo 192.84.146.100 si potrà lanciare un client \texttt{ssh} per
+creare una connessione verso la precedente, e il kernel associerà al suddetto
+una porta effimera che per esempio potrà essere la 21100, la connessione
+allora sarà espressa dalla socket pair $(192.84.146.100:21100,
195.110.112.152.22)$.
-Alla ricezione della richiesta dal client il server creer\81à un processo figlio
+Alla ricezione della richiesta dal client il server creerà un processo figlio
per gestire la connessione, se a questo punto eseguiamo nuovamente il
programma netstat otterremo come risultato:
\begin{verbatim}
tcp 0 0 195.110.112.152:22 192.84.146.100:21100 ESTABLISHED
\end{verbatim}
-Come si pu\81ò notare il server \81è ancora in ascolto sulla porta 22, per\81ò adesso
-c'\81è un nuovo socket (con lo stato \texttt{ESTABLISHED}) che anch'esso utilizza
-la porta 22, ed ha specificato l'indirizzo locale, questo \81è il socket con cui
+Come si può notare il server è ancora in ascolto sulla porta 22, però adesso
+c'è un nuovo socket (con lo stato \texttt{ESTABLISHED}) che anch'esso utilizza
+la porta 22, ed ha specificato l'indirizzo locale, questo è il socket con cui
il processo figlio gestisce la connessione mentre il padre resta in ascolto
sul socket originale.
Se a questo punto lanciamo un'altra volta il client ssh per una seconda
-conessione quello che otterremo usando netstat sar\81à qualcosa del genere:
+conessione quello che otterremo usando netstat sarà qualcosa del genere:
\begin{verbatim}
Active Internet connections (servers and established)
Proto Recv-Q Send-Q Local Address Foreign Address State
tcp 0 0 195.110.112.152:22 192.84.146.100:21100 ESTABLISHED
tcp 0 0 195.110.112.152:22 192.84.146.100:21101 ESTABLISHED
\end{verbatim}
-cio\81è il client effettuer\81à la connessione usando un'altra porta effimera, con
-questa sar\81à aperta la connessione, ed il server creer\81à un'altro processo
-figlio sar\81à creato per gestirla.
+cioè il client effettuerà la connessione usando un'altra porta effimera, con
+questa sarà aperta la connessione, ed il server creerà un'altro processo
+figlio sarà creato per gestirla.
-Tutto ci\81ò mostra come TCP, per poter gestire le connessioni con un server
-concorrente, non pu\81ò suddividere i pacchetti solo sulla base della porta di
+Tutto ciò mostra come TCP, per poter gestire le connessioni con un server
+concorrente, non può suddividere i pacchetti solo sulla base della porta di
destinazione, ma deve usare tutta l'informazione contenuta nella socket pair,
compresa la porta dell'indirizzo remoto. E se andassimo a vedere quali sono i
processi a cui fanno riferimento i vari socket vedremmo che i pacchetti che
\label{sec:TCPel_functions}
In questa sezione descriveremo in dettaglio le varie funzioni necessarie per
-l'uso dei socket TCP gi\81à citate in precedenza (e utilizzate nei due esempi
+l'uso dei socket TCP già citate in precedenza (e utilizzate nei due esempi
\ref{sec:net_cli_sample} e \ref{sec:net_serv_sample}) con l'eccezione della
-funzione \texttt{socket} che \81è gi\81à stata esaminata in dettaglio in
+funzione \texttt{socket} che è già stata esaminata in dettaglio in
\ref{sec:sock_socket}.
In \nfig\ abbiamo un tipico schema di funzionamento di un'applicazione
con gli esempi elementari del Cap.~\ref{cha:network} si assume che sia il
client ad effettuare delle richieste a cui il server risponde, il client
notifica poi di avere concluso inviando un end-of-file a cui il server
-risponder\81à anche lui chiudendo la connessione per aspettarne una nuova.
+risponderà anche lui chiudendo la connessione per aspettarne una nuova.
\begin{figure}[!htb]
\centering
\label{sec:TCPel_func_bind}
-La funzione \texttt{bind} assegna un indirizzo locale ad un socket, \81è usata
-cio\81è per specificare la prima parte dalla socket pair. Viene usata sul lato
+La funzione \texttt{bind} assegna un indirizzo locale ad un socket, è usata
+cioè per specificare la prima parte dalla socket pair. Viene usata sul lato
server per specificare la porta (e gli eventuali indirizzi locali) su cui poi
-ci si porr\81à in ascolto.
+ci si porrà in ascolto.
-Il prototipo della funzione, definito in \texttt{sys/socket.h}, \81è il seguente:
+Il prototipo della funzione, definito in \texttt{sys/socket.h}, è il seguente:
\begin{itemize}
-\item \texttt{int bind(int sockfd, const struct sockaddr *serv_addr,
- socklen_t addrlen) }
+\item \texttt{int bind(int sockfd, const struct sockaddr *serv\_addr,
+ socklen\_t addrlen) }
- Il primo argomento \81è un file descriptor ottenuto da una precedente chiamata
+ Il primo argomento è un file descriptor ottenuto da una precedente chiamata
a \texttt{socket}, mentre il secondo e terzo argomento sono rispettivamente
l'indirizzo (locale) del socket e la dimensione della struttura che lo
- contiene, secondo quanto gi\81à trattato in \ref{sec:sock_sockaddr}.
+ contiene, secondo quanto già trattato in \ref{sec:sock_sockaddr}.
La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un errore, in caso
di errore. La variabile \texttt{errno} viene settata secondo i seguenti
codici di errore:
-
\begin{itemize}
- \item \texttt{EBADF} Il file descriptor non \81è valido.
- \item \texttt{EINVAL} Il socket ha gi\81à un indirizzo assegnato.
- \item \texttt{ENOTSOCK} Il file descriptor non \81è associato ad un socket.
- \item \texttt{EACCESS} Si \81è cercato di usare un indirizzo riservato senza
+ \item \texttt{EBADF} Il file descriptor non è valido.
+ \item \texttt{EINVAL} Il socket ha già un indirizzo assegnato.
+ \item \texttt{ENOTSOCK} Il file descriptor non è associato ad un socket.
+ \item \texttt{EACCESS} Si è cercato di usare un indirizzo riservato senza
essere root.
\end{itemize}
Con il TCP la chiamata \texttt{bind} permette di specificare l'indirizzo, la
porta, entrambi o nessuno dei due. In genere i server utilizzano una porta
-nota che assegnano all'avvio, se questo non viene fatto \81è il kernel a
+nota che assegnano all'avvio, se questo non viene fatto è il kernel a
scegliere una porta effimera quando vengono eseguite la funzioni
-\texttt{connect} o \texttt{listen}, ma se questo \81è normale per il client non
-lo \81è per il server\footnote{un'eccezione a tutto ci\81ò i server che usano RPC.
+\texttt{connect} o \texttt{listen}, ma se questo è normale per il client non
+lo è per il server\footnote{un'eccezione a tutto ciò i server che usano RPC.
In questo caso viene fatta assegnare dal kernel una porta effimera che poi
- viene registrata presso il \textit{portmapper}; quest'ultimo \81è un altro
+ viene registrata presso il \textit{portmapper}; quest'ultimo è un altro
demone che deve essere contattato dai client per ottenere la porta effimera
su cui si trova il server} che in genere viene identificato dalla porta su
cui risponde.
-Con \texttt{bind} si pu\81ò assegnare un IP specifico ad un socket, purch\81é questo
+Con \texttt{bind} si può assegnare un IP specifico ad un socket, purché questo
appartenga ad una interfaccia della macchina. Per un client TCP questo
-diventer\81à l'indirizzo sorgente usato per i tutti i pacchetti inviati sul
-socket, mentre per un server TCP questo restringer\81à l'accesso al socket solo
+diventerà l'indirizzo sorgente usato per i tutti i pacchetti inviati sul
+socket, mentre per un server TCP questo restringerà l'accesso al socket solo
alle connessioni che arrivano verso tale indirizzo.
Normalmente un client non specifica mai un indirizzo ad un suo socket, ed il
kernel sceglie l'indirizzo di orgine quando viene effettuata la connessione
sulla base dell'interfaccia usata per trasmettere i pacchetti, (che dipende
dalle regole di instradamento usate per raggiungere il server).
-Se un server non specifica il suo indirizzo locale il kernel user\81à come
+Se un server non specifica il suo indirizzo locale il kernel userà come
indirizzo di origine l'indirizzo di destinazione specificato dal SYN del
client.
Per specificare un indirizzo generico con IPv4 si usa il valore
\texttt{INADDR\_ANY}, il cui valore, come visto anche negli esempi precedenti
-\81è pari a zero, nell'esempio \ref{fig:net_serv_sample} si \81è usata
+è pari a zero, nell'esempio \ref{fig:net_serv_sample} si è usata
un'assegnazione immediata del tipo:
\begin{verbatim}
serv_add.sin_addr.s_addr = htonl(INADDR_ANY); /* connect from anywhere */
\end{verbatim}
-Si noti che si \81è usato \texttt{htonl} per assegnare il valore
-\texttt{INADDR\_ANY}; bench\81é essendo questo pari a zero il riordinamento sia
+Si noti che si è usato \texttt{htonl} per assegnare il valore
+\texttt{INADDR\_ANY}; benché essendo questo pari a zero il riordinamento sia
inutile; ma dato che tutte le constanti \texttt{INADDR\_} sono definite
-secondo l'ordinamento della macchina \81è buona norma usare sempre la funzione
+secondo l'ordinamento della macchina è buona norma usare sempre la funzione
\texttt{htonl}.
-L'esempio precedete funziona con IPv4 dato che l'indirizzo \81è rappresentabile
-anche con un intero a 32 bit; non si pu\81ò usare lo stesso metodo con IPv6,
-in cui l'indirizzo \81è specificato come struttura, perch\81é il linguaggio C non
+L'esempio precedete funziona con IPv4 dato che l'indirizzo è rappresentabile
+anche con un intero a 32 bit; non si può usare lo stesso metodo con IPv6,
+in cui l'indirizzo è specificato come struttura, perché il linguaggio C non
consente l'uso di una struttura costante come operando a destra in una
-assegnazione. Per questo nell'header \texttt{netinet/in.h} \81è definita una
+assegnazione. Per questo nell'header \texttt{netinet/in.h} è definita una
variabile \texttt{in6addr\_any} (dichiarata come \texttt{extern}, ed
inizializzata dal sistema al valore \texttt{IN6ADRR\_ANY\_INIT}) che permette
di effettuare una assegnazione del tipo:
\subsection{La funzione \texttt{connect}}
\label{sec:TCPel_func_connect}
-La funzione \texttt{connect} \81è usata da un client TCP per stabilire la
+La funzione \texttt{connect} è usata da un client TCP per stabilire la
connessione con un server TCP, il prototipo della funzione, definito in
-\texttt{sys/socket.h}, \81è il seguente:
+\texttt{sys/socket.h}, è il seguente:
\begin{itemize}
-\item \texttt{int connect(int sockfd, const struct sockaddr *serv_addr,
- socklen_t addrlen) }
+\item \texttt{int connect(int sockfd, const struct sockaddr *serv\_addr,
+ socklen\_t addrlen) }
- Il primo argomento \81è un file descriptor ottenuto da una precedente chiamata
+ Il primo argomento è un file descriptor ottenuto da una precedente chiamata
a \texttt{socket}, mentre il secondo e terzo argomento sono rispettivamente
l'indirizzo e la dimensione della struttura che contiene l'indirizzo del
- socket, gi\81à descritta in \ref{sec:sock_sockaddr}.
+ socket, già descritta in \ref{sec:sock_sockaddr}.
La funzione restituisce zero in caso di successo e -1 per un errore, in caso
di errore. La variabile \texttt{errno} viene settata secondo i seguenti
codici di errore:
\begin{itemize}
- \item \texttt{EBADF} Il file descriptor non \81è valido.
- \item \texttt{EFAULT} L'indirizzo della struttura di indirizzi \81è al di fuori
+ \item \texttt{EBADF} Il file descriptor non è valido.
+ \item \texttt{EFAULT} L'indirizzo della struttura di indirizzi è al di fuori
dello spazio di indirizzi dell'utente.
- \item \texttt{ENOTSOCK} Il file descriptor non \81è associato ad un socket.
- \item \texttt{EISCONN} Il socket \81è gi\81à connesso.
- \item \texttt{ECONNREFUSED} Non c'\81è nessuno in ascolto sull'indirizzo remoto.
- \item \texttt{ETIMEDOUT} Si \81è avuto timeout durante il tentativo di
+ \item \texttt{ENOTSOCK} Il file descriptor non è associato ad un socket.
+ \item \texttt{EISCONN} Il socket è già connesso.
+ \item \texttt{ECONNREFUSED} Non c'è nessuno in ascolto sull'indirizzo remoto.
+ \item \texttt{ETIMEDOUT} Si è avuto timeout durante il tentativo di
connessione.
- \item \texttt{ENETUNREACH} La rete non \81è raggiungibile.
- \item \texttt{EADDRINUSE} L'indirizzo locale \81è in uso.
- \item \texttt{EINPROGRESS} Il socket \81è non bloccante e la connessione non
- pu\81ò essere conclusa immediatamente.
- \item \texttt{EALREADY} Il socket \81è non bloccante e un tentativo precedente
- di connessione non si \81è ancora concluso.
- \item \texttt{EAGAIN} Non ci sono pi\81ù porte locali libere.
+ \item \texttt{ENETUNREACH} La rete non è raggiungibile.
+ \item \texttt{EADDRINUSE} L'indirizzo locale è in uso.
+ \item \texttt{EINPROGRESS} Il socket è non bloccante e la connessione non
+ può essere conclusa immediatamente.
+ \item \texttt{EALREADY} Il socket è non bloccante e un tentativo precedente
+ di connessione non si è ancora concluso.
+ \item \texttt{EAGAIN} Non ci sono più porte locali libere.
\item \texttt{EAFNOSUPPORT} L'indirizzo non ha una famiglia di indirizzi
corretta nel relativo campo.
- \item \texttt{EACCESS, EPERM} Si \81è tentato di eseguire una connessione ad un
+ \item \texttt{EACCESS, EPERM} Si è tentato di eseguire una connessione ad un
indirizzo broacast senza che il socket fosse stato abilitato per il
broadcast.
\end{itemize}
\ref{sec:sock_addr_func}.
Nel caso di socket TCP la funzione \texttt{connect} avvia il three way
-handshake, e ritorna solo quando la connessione \81è stabilita o si \81è verificato
+handshake, e ritorna solo quando la connessione è stabilita o si è verificato
un errore. Le possibili cause di errore sono molteplici (ed i relativi codici
-riportati sopra), quelle che per\81ò dipendono dalla situazione della rete e non
+riportati sopra), quelle che però dipendono dalla situazione della rete e non
da errori o problemi nella chiamata della funzione sono le seguenti:
\begin{enumerate}
-\item Il client non riceve risposta al SYN: l'errore restituito \81è
+\item Il client non riceve risposta al SYN: l'errore restituito è
\texttt{ETIMEDOUT}. Stevens riporta che BSD invia un primo SYN alla chiamata
di \texttt{connect}, un'altro dopo 6 secondi, un terzo dopo 24 secondi, se
dopo 75 secondi non ha ricevuto risposta viene ritornato l'errore. Linux
invece ripete l'emissione del SYN ad intervalli di 30 secondi per un numero
- di volte che pu\81ò essere stabilito dall'utente sia con una opportuna
+ di volte che può essere stabilito dall'utente sia con una opportuna
\texttt{sysctl} che attraverso il filesystem \texttt{/proc} scrivendo il
- valore voluto in \texttt{/proc/sys/net/ipv4/tcp_syn_retries}. Il valore di
- default per la ripetizione dell'invio \81è di 5 volte, che comporta un timeout
+ valore voluto in \texttt{/proc/sys/net/ipv4/tcp\_syn\_retries}. Il valore di
+ default per la ripetizione dell'invio è di 5 volte, che comporta un timeout
dopo circa 180 secondi.
%
% Le informazioni su tutte le opzioni settabili via /proc stanno in
% linux/Documentation/networking/ip-sysctl.txt
%
-\item Il client riceve come risposta al SYN un RST significa che non c'\81è
+\item Il client riceve come risposta al SYN un RST significa che non c'è
nessun programma in ascolto per la connessione sulla porta specificata (il
- che vuol dire probablmente che o si \81è sbagliato il numero della porta o che
- non \81è stato avviato il server), questo \81è un errore fatale e la funzione
+ che vuol dire probablmente che o si è sbagliato il numero della porta o che
+ non è stato avviato il server), questo è un errore fatale e la funzione
ritorna non appena il RST viene ricevuto riportando un errore
\texttt{ECONNREFUSED}.
- Il flag RST sta per \textit{reset} ed \81è un segmento inviato direttamente
+ Il flag RST sta per \textit{reset} ed è un segmento inviato direttamente
dal TCP quando qualcosa non va. Tre condizioni che generano un RST sono:
quando arriva un SYN per una porta che non ha nessun server in ascolto,
quando il TCP abortisce una connessione in corso, quandi TCP riceve un
segmento per una connessione che non esiste.
\item Il SYN del client provoca l'emissione di un messaggio ICMP di
- destinazione non raggiungibile. In questo caso dato che il messaggio pu\81ò
+ destinazione non raggiungibile. In questo caso dato che il messaggio può
essere dovuto ad una condizione transitoria si ripete l'emmissione dei SYN
come nel caso precedente, fino al timeout, e solo allora si restituisce il
codice di errore dovuto al messaggio ICMP, che da luogo ad un
dallo stato \texttt{CLOSED} (lo stato iniziale in cui si trova un socket
appena creato) prima allo stato \texttt{SYN\_SENT} e poi, al ricevimento del
ACK, nello stato \texttt{ESTABLISHED}. Se invece la connessione fallisce il
-socket non \81è pi\81ù utilizzabile e deve essere chiuso.
-
-Si noti infine che con la funzione \texttt{connect} si \81è specificato solo
-indirizzo e porta del server, quindi solo una met\81à della socket pair; nei
-socket TCP infatti l'altra met\81à contentente indirizzo e porta locale sono
-specificati automaticamente dal kernel, e non \81è necessario effettuare una
-\texttt{bind}.
+socket non è più utilizzabile e deve essere chiuso.
+Si noti infine che con la funzione \texttt{connect} si è specificato solo
+indirizzo e porta del server, quindi solo una metà della socket pair; essendo
+questa funzione usata nei client l'altra metà contentente indirizzo e porta
+locale viene lasciata all'assegnazione automatica del kernel, e non è
+necessario effettuare una \texttt{bind}.
\subsection{La funzione \texttt{listen}}
\label{sec:TCPel_func_listen}
-\subsection{La funzione \texttt{accept}}
-\label{sec:TCPel_func_accept}
+La funzione \texttt{listen} è usata per usare un socket in modalità passiva,
+cioè, come dice il nome, per metterlo in ascolto di eventuali connessioni; in
+sostanza l'effetto della funzione è di portare il socket dallo stato
+\texttt{CLOSED} a quello \texttt{LISTEN}.
+\begin{prototype}{int listen(int sockfd, int backlog)}
+ \begin{errlist}
+ \item \texttt{EBADF} L'argomento \texttt{sockfd} non è un file descriptor
+ valido.
+ \item \texttt{ENOTSOCK} L'argomento \texttt{sockfd} non è un socket.
+ \item \texttt{EOPNOTSUPP} The socket is not of a type that supports the lis
+ ten operation.
+ \end{errlist}
+\end{prototype}
-\section{Una semplice implementazione del servizio \textt{echo} su TCP}
-\label{sec:TCPel_echo_example}
+\subsection{La funzione \texttt{accept}}
+\label{sec:TCPel_func_accept}
-
+\section{Una semplice implementazione del servizio \texttt{echo} su TCP}
+\label{sec:TCPel_echo_example}