file e directory, iniziando dalle funzioni di libreria che si usano per
copiarli, spostarli e cambiarne i nomi. Esamineremo poi l'interfaccia che
permette la manipolazione dei vari attributi di file e directory ed alla
-finefaremo una trattazione dettagliata su come è strutturato il sistema base
+fine faremo una trattazione dettagliata su come è strutturato il sistema base
di protezioni e controllo di accesso ai file e sulle funzioni che ne
permettono la gestione. Tutto quello che riguarda invece la manipolazione del
contenuto dei file è lasciato ai capitoli successivi.
\label{sec:intro_xopen}
Il consorzio X/Open nacque nel 1984 come consorzio di venditori di sistemi
-unix per giungere ad una armonizzazione dele varie implementazioni di unix.
-Per far questo iniziò a pubblicare una serie di documentazioni e specifiche
-sotto il nome di \textit{X/Open Portability Guide} (che chiameremo XPGn).
+unix per giungere ad una armonizzazione delle varie implementazioni. Per far
+questo iniziò a pubblicare una serie di documentazioni e specifiche sotto il
+nome di \textit{X/Open Portability Guide} (a cui di norma si fa riferimento
+con l'abbreviazione XPGn).
-
-Nel 1989 produsse una terza versione della sua guida particolarmente
-voluminosa (la \textit{X/Open Portability Guide, Issue 3}), che venne presa
-come riferimento da vari produttori, e al cui interno definiva una ulteriore
-standardizzazione dell'interfaccia ad un sistema unix.
+Nel 1989 produsse una terza versione di questa guida particolarmente
+voluminosa (la \textit{X/Open Portability Guide, Issue 3}), contenente una
+ulteriore standardizzazione dell'interfaccia sistema unix, che venne presa
+come riferimento da vari produttori.
Questo standard, detto anche XPG3 dal nome della suddetta guida, è sempre
basato sullo standard POSIX.1, ma prevede una serie di funzionalità aggiuntive
\label{sec:intro_bsd}
Lo sviluppo di BSD inziò quando la fine della collaborazione fra l'Università
-di Berkley e la AT/T, generò una delle prime e più importanti fratture del
+di Berkley e la AT/T generò una delle prime e più importanti fratture del
mondo Unix. L'Università di Berkley proseguì nello sviluppo della base di
codice di cui disponeva, e che presentava parecchie migliorie rispetto alle
allora versioni disponibili, fino ad arrivare al rilascio di una versione
completa di unix, chiamata appunto BSD, del tutto indipendente dal codice
della AT/T.
-Benchè non sia uno standard formalizzato, l'implementazione di unix
+Benchè BSD non sia uno standard formalizzato, l'implementazione di unix
dell'Università di Berkley, ha provveduto nel tempo una serie di estenzioni e
di API grande rilievo, come il link simbolici (vedi \secref{sec:file_symlink},
la funzione \func{select}, i socket.
\subsection{Lo standard System V}
\label{sec:intro_sysv}
-
+System V
La funzione non ritorna. Il processo viene terminato.
\end{prototype}
-La funzione chiude tutti i file descriptor appartenenti al processo (sui tenga
+La funzione chiude tutti i file descriptor appartenenti al processo (si tenga
presente che questo non comporta il salvataggio dei dati bufferizzati degli
stream), fa si che ogni figlio del processo sia ereditato da \cmd{init}
(vedi \secref{cha:process_handling}), manda un segnale \macro{SIGCHLD} al