}
{La funzione ritorna il puntatore alla zona di memoria mappata in caso di
- successo, e \const{MAP\_FAILED} ($-1$) per un errore, nel qual caso
- \var{errno} assumerà uno dei valori:
+ successo, e \const{MAP\_FAILED} (\texttt{(void *) -1}) per un errore, nel
+ qual caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
\begin{errlist}
\item[\errcode{EACCES}] o \param{fd} non si riferisce ad un file regolare,
o si è usato \const{MAP\_PRIVATE} ma \param{fd} non è aperto in lettura,
\const{MAP\_ANONYMOUS}.
\item[\errcode{EINVAL}] i valori di \param{start}, \param{length} o
\param{offset} non sono validi (o troppo grandi o non allineati sulla
- dimensione delle pagine).
+ dimensione delle pagine), o \param{lengh} è zero (solo dal 2.6.12)
+ o \param{flags} contiene sia \const{MAP\_PRIVATE} che
+ \const{MAP\_SHARED} o nessuno dei due.
\item[\errcode{ENFILE}] si è superato il limite del sistema sul numero di
file aperti (vedi sez.~\ref{sec:sys_resource_limit}).
\item[\errcode{ENODEV}] il filesystem di \param{fd} non supporta il memory
mapping.
\item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria o si è superato il limite sul
numero di mappature possibili.
+ \item[\errcode{EOVERFLOW}] su architettura a 32 bit con il supporto per i
+ \textit{large file} (che hanno una dimensione a 64 bit) il numero di
+ pagine usato per \param{lenght} aggiunto a quello usato
+ per \param{offset} eccede i 32 bit (\texttt{unsigned long}).
\item[\errcode{EPERM}] l'argomento \param{prot} ha richiesto
\const{PROT\_EXEC}, ma il filesystem di \param{fd} è montato con
l'opzione \texttt{noexec}.
}
\end{funcproto}
-
La funzione richiede di mappare in memoria la sezione del file \param{fd} a
partire da \param{offset} per \param{length} byte, preferibilmente
all'indirizzo \param{start}. Il valore \param{start} viene normalmente
-considerato come un suggerimento, ma l'uso di un valore diverso da \val{NULL},
-in cui si rimette completamente al kernel la scelta dell'indirizzo, viene
-sconsigliato per ragioni di portabilità. Il valore di \param{offset} deve
-essere un multiplo della dimensione di una pagina di memoria.
+considerato come un suggerimento, ma l'uso di un qualunque valore diverso da
+\val{NULL}, in cui si rimette completamente al kernel la scelta
+dell'indirizzo, viene sconsigliato per ragioni di portabilità. Il valore
+di \param{offset} deve essere un multiplo della dimensione di una pagina di
+memoria.
\begin{table}[htb]
\centering
con gli indirizzi crescenti verso il basso.\\
\const{MAP\_HUGETLB} & Esegue la mappatura usando le cosiddette
``\textit{huge pages}'' (dal 2.6.32).\\
- \const{MAP\_LOCKED} & Se impostato impedisce lo \textit{swapping} delle pagine
- mappate (dal 2.5.37).\\
+ \const{MAP\_LOCKED} & Se impostato impedisce lo \textit{swapping} delle
+ pagine mappate (dal 2.5.37).\\
\const{MAP\_NONBLOCK} & Esegue un \textit{prefaulting} più limitato che
non causa I/O (dal 2.5.46).\\
\const{MAP\_NORESERVE} & Si usa con \const{MAP\_PRIVATE}. Non riserva
- delle pagine di \textit{swap} ad uso del meccanismo del
- \textit{copy on write} \itindex{copy~on~write}
+ delle pagine di \textit{swap} ad uso del meccanismo
+ del \textit{copy on write} \itindex{copy~on~write}
per mantenere le modifiche fatte alla regione
mappata, in questo caso dopo una scrittura, se
non c'è più memoria disponibile, si ha
Il caso più comune è quello illustrato in fig.~\ref{fig:file_mmap_boundary},
in cui la sezione di file non rientra nei confini di una pagina: in tal caso
verrà il file sarà mappato su un segmento di memoria che si estende fino al
-bordo della pagina successiva.
-
-In questo caso è possibile accedere a quella zona di memoria che eccede le
-dimensioni specificate da \param{length}, senza ottenere un \signal{SIGSEGV}
-poiché essa è presente nello spazio di indirizzi del processo, anche se non è
-mappata sul file. Il comportamento del sistema è quello di restituire un
-valore nullo per quanto viene letto, e di non riportare su file quanto viene
-scritto.
+bordo della pagina successiva. In questo caso è possibile accedere a quella
+zona di memoria che eccede le dimensioni specificate da \param{length}, senza
+ottenere un \signal{SIGSEGV} poiché essa è presente nello spazio di indirizzi
+del processo, anche se non è mappata sul file. Il comportamento del sistema è
+quello di restituire un valore nullo per quanto viene letto, e di non
+riportare su file quanto viene scritto.
Un caso più complesso è quello che si viene a creare quando le dimensioni del
file mappato sono più corte delle dimensioni della mappatura, oppure quando il
file è stato troncato, dopo che è stato mappato, ad una dimensione inferiore a
-quella della mappatura in memoria.
-
-In questa situazione, per la sezione di pagina parzialmente coperta dal
-contenuto del file, vale esattamente quanto visto in precedenza; invece per la
-parte che eccede, fino alle dimensioni date da \param{length}, l'accesso non
-sarà più possibile, ma il segnale emesso non sarà \signal{SIGSEGV}, ma
-\signal{SIGBUS}, come illustrato in fig.~\ref{fig:file_mmap_exceed}.
+quella della mappatura in memoria. In questa situazione, per la sezione di
+pagina parzialmente coperta dal contenuto del file, vale esattamente quanto
+visto in precedenza; invece per la parte che eccede, fino alle dimensioni date
+da \param{length}, l'accesso non sarà più possibile, ma il segnale emesso non
+sarà \signal{SIGSEGV}, ma \signal{SIGBUS}, come illustrato in
+fig.~\ref{fig:file_mmap_exceed}.
Non tutti i file possono venire mappati in memoria, dato che, come illustrato
in fig.~\ref{fig:file_mmap_layout}, la mappatura introduce una corrispondenza
\errval{ENOENT}, \errval{ENOMEM} nel loro significato generico. }
\end{funcproto}
-\footnotetext{più precisamente la \itindex{capabilities} capacità
- \const{CAP\_SYS\_ADMIN}, vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.}
+\footnotetext{più precisamente la capacità \const{CAP\_SYS\_ADMIN}, vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.}
La funzione prende il nome della directory su cui il filesystem è montato e
non il file o il dispositivo che è stato montato,\footnote{questo è vero a
o \const{S\_IFBLK} o \const{S\_IFCHR}), il valore di \param{dev} dovrà essere
usato per indicare a quale dispositivo si fa riferimento, altrimenti il suo
valore verrà ignorato. Solo l'amministratore può creare un file di
-dispositivo usando questa funzione (il processo deve avere la
-\itindex{capabilities} \textit{capability} \const{CAP\_MKNOD}), ma in
-Linux\footnote{questo è un comportamento specifico di Linux, la funzione non è
- prevista dallo standard POSIX.1 originale, mentre è presente in SVr4 e
- 4.4BSD, ma esistono differenze nei comportamenti e nei codici di errore,
- tanto che questa è stata introdotta in POSIX.1-2001 con una nota che la
- definisce portabile solo quando viene usata per creare delle fifo, ma
- comunque deprecata essendo utilizzabile a tale scopo la specifica
- \func{mkfifo}.} l'uso per la creazione di un file ordinario, di una fifo o
-di un socket è consentito anche agli utenti normali.
+dispositivo usando questa funzione (il processo deve avere la capacità
+\const{CAP\_MKNOD}), ma in Linux\footnote{questo è un comportamento specifico
+ di Linux, la funzione non è prevista dallo standard POSIX.1 originale,
+ mentre è presente in SVr4 e 4.4BSD, ma esistono differenze nei comportamenti
+ e nei codici di errore, tanto che questa è stata introdotta in POSIX.1-2001
+ con una nota che la definisce portabile solo quando viene usata per creare
+ delle fifo, ma comunque deprecata essendo utilizzabile a tale scopo la
+ specifica \func{mkfifo}.} l'uso per la creazione di un file ordinario, di
+una fifo o di un socket è consentito anche agli utenti normali.
I nuovi \itindex{inode} \textit{inode} creati con \func{mknod} apparterranno
al proprietario e al gruppo del processo (usando \ids{UID} e \ids{GID} del
proprietari del file o avere i privilegi di amministratore. Se invece si è
specificato un valore diverso la funzione avrà successo solo se si è
proprietari del file o se si hanno i privilegi di amministratore.\footnote{per
- essere precisi la \itindex{capabilities} capacità \const{CAP\_FOWNER}, vedi
+ essere precisi la capacità \const{CAP\_FOWNER}, vedi
sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} In entrambi i casi per verificare la
proprietà del file viene utilizzato l'\ids{UID} effettivo del processo.
Il controllo di accesso ai file segue un modello abbastanza semplice che
prevede tre permessi fondamentali strutturati su tre livelli di accesso.
-Esistono varie estensioni a questo modello,\footnote{come le
- \itindex{Access~Control~List~(ACL)} \textit{Access Control List} che sono
- state aggiunte ai filesystem standard con opportune estensioni (vedi
- sez.~\ref{sec:file_ACL}) per arrivare a meccanismi di controllo ancora più
- sofisticati come il \itindex{Mandatory~Access~Control~(MAC)}
- \textit{mandatory access control} di SE-Linux e delle altre estensioni come
- \textit{Smack} o \textit{AppArmor}.} ma nella maggior parte dei casi il
-meccanismo standard è più che sufficiente a soddisfare tutte le necessità più
-comuni. I tre permessi di base associati ad ogni file sono:
+Esistono varie estensioni a questo modello,\footnote{come le \textit{Access
+ Control List} che sono state aggiunte ai filesystem standard con opportune
+ estensioni (vedi sez.~\ref{sec:file_ACL}) per arrivare a meccanismi di
+ controllo ancora più sofisticati come il \textit{Mandatory Access Control}
+ di \textit{SELinux} e delle altre estensioni come \textit{Smack} o
+ \textit{AppArmor}.} ma nella maggior parte dei casi il meccanismo standard è
+più che sufficiente a soddisfare tutte le necessità più comuni. I tre
+permessi di base associati ad ogni file sono:
\begin{itemize*}
\item il permesso di lettura (indicato con la lettera \texttt{r}, dall'inglese
\textit{read}).
per cui a differenza dei permessi ordinari esse varranno per qualunque utente
compreso l'amministratore. L'amministratore è l'unico che può attivare o
disattivare questi attributi,\footnote{più precisamente un processo con la
- \itindex{capabilities} capacità \const{CAP\_LINUX\_IMMUTABLE}, vedi
+ capacità \const{CAP\_LINUX\_IMMUTABLE}, vedi
sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} e potendo rimuoverli è comunque capace di
tornare in grado di eseguire qualunque operazione su un file immutabile o
\textit{append-only}.
\acr{suid} e \acr{sgid}; essa consiste nel cancellare automaticamente questi
bit dai permessi di un file qualora un processo che non appartenga
all'amministratore\footnote{per la precisione un processo che non dispone
- della \itindex{capabilities} capacità \const{CAP\_FSETID}, vedi
- sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} effettui una scrittura. In questo modo
-anche se un utente malizioso scopre un file \acr{suid} su cui può scrivere,
-un'eventuale modifica comporterà la perdita di questo privilegio.
+ della capacità \const{CAP\_FSETID}, vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.}
+effettui una scrittura. In questo modo anche se un utente malizioso scopre un
+file \acr{suid} su cui può scrivere, un'eventuale modifica comporterà la
+perdita di questo privilegio.
Le funzioni \func{chmod} e \func{fchmod} ci permettono di modificare i
permessi di un file, resta però il problema di quali sono i permessi assegnati
Le funzioni cambiano utente e gruppo di appartenenza di un file ai valori
specificati dalle variabili \param{owner} e \param{group}. Con Linux solo
-l'amministratore\footnote{o in generale un processo con la
- \itindex{capabilities} capacità \const{CAP\_CHOWN}, vedi
- sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} può cambiare il proprietario di un file;
-in questo viene seguita la semantica usata da BSD che non consente agli utenti
-di assegnare i loro file ad altri utenti evitando eventuali aggiramenti delle
-quote. L'amministratore può cambiare sempre il gruppo di un file, il
-proprietario può cambiare il gruppo solo dei file che gli appartengono e solo
-se il nuovo gruppo è il suo gruppo primario o uno dei gruppi di cui fa parte.
+l'amministratore\footnote{o in generale un processo con la capacità
+ \const{CAP\_CHOWN}, vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} può cambiare il
+proprietario di un file; in questo viene seguita la semantica usata da BSD che
+non consente agli utenti di assegnare i loro file ad altri utenti evitando
+eventuali aggiramenti delle quote. L'amministratore può cambiare sempre il
+gruppo di un file, il proprietario può cambiare il gruppo solo dei file che
+gli appartengono e solo se il nuovo gruppo è il suo gruppo primario o uno dei
+gruppi di cui fa parte.
La funzione \func{chown} segue i collegamenti simbolici, per operare
direttamente su un collegamento simbolico si deve usare la funzione
Linux) hanno introdotto un meccanismo generico, detto \textit{Extended
Attributes} che consente di associare delle informazioni ulteriori ai
singoli file.\footnote{essi ad esempio vengono usati per le ACL, che
- tratteremo in sez.~\ref{sec:file_ACL} e le \itindex{file~capabilities}
- \textit{file capabilities}, che vedremo in
- sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} Gli \textsl{attributi estesi} non sono
-altro che delle coppie nome/valore che sono associate permanentemente ad un
-oggetto sul filesystem, analoghi di quello che sono le variabili di ambiente
-(vedi sez.~\ref{sec:proc_environ}) per un processo.
+ tratteremo in sez.~\ref{sec:file_ACL} e le \textit{file capabilities}, che
+ vedremo in sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} Gli \textsl{attributi estesi}
+non sono altro che delle coppie nome/valore che sono associate permanentemente
+ad un oggetto sul filesystem, analoghi di quello che sono le variabili di
+ambiente (vedi sez.~\ref{sec:proc_environ}) per un processo.
Altri sistemi (come Solaris, MacOS e Windows) hanno adottato un meccanismo
diverso in cui ad un file sono associati diversi flussi di dati, su cui
\hline
\texttt{security}&Gli \textit{extended security attributes}: vengono
utilizzati dalle estensioni di sicurezza del kernel (i
- \itindex{Linux~Security~Modules} \textit{Linux
- Security Modules}), per le realizzazione di meccanismi
- evoluti di controllo di accesso come \index{SELinux}
- SELinux o le \textit{capabilities} dei file di
- sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.\\
+ \textit{Linux Security Modules}), per le realizzazione
+ di meccanismi evoluti di controllo di accesso come
+ \textit{SELinux} o le \textit{capabilities} dei
+ file di sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.\\
\texttt{system} & Gli \textit{extended security attributes}: sono usati
dal kernel per memorizzare dati di sistema associati ai
- file come le \itindex{Access~Control~List~(ACL)} ACL (vedi
- sez.~\ref{sec:file_ACL}) o le \itindex{capabilities}
+ file come le ACL (vedi sez.~\ref{sec:file_ACL}) o le
\textit{capabilities} (vedi
sez.~\ref{sec:proc_capabilities}).\\
\texttt{trusted}& I \textit{trusted extended attributes}: vengono
Dato che uno degli usi degli \textit{Extended Attributes} è di impiegarli per
-realizzare delle estensioni (come le \itindex{Access~Control~List~(ACL)} ACL,
-\index{SELinux} SELinux, ecc.) al tradizionale meccanismo dei controlli di
-accesso di Unix, l'accesso ai loro valori viene regolato in maniera diversa a
-seconda sia della loro classe che di quali, fra le estensioni che li
-utilizzano, sono poste in uso. In particolare, per ciascuna delle classi
-riportate in tab.~\ref{tab:extended_attribute_class}, si hanno i seguenti
-casi:
+realizzare delle estensioni (come le ACL, \textit{SELinux}, ecc.) al
+tradizionale meccanismo dei controlli di accesso di Unix, l'accesso ai loro
+valori viene regolato in maniera diversa a seconda sia della loro classe che
+di quali, fra le estensioni che li utilizzano, sono poste in uso. In
+particolare, per ciascuna delle classi riportate in
+tab.~\ref{tab:extended_attribute_class}, si hanno i seguenti casi:
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.7cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\texttt{security}] L'accesso agli \textit{extended security attributes}
dipende dalle politiche di sicurezza stabilite da loro stessi tramite
- l'utilizzo di un sistema di controllo basato sui
- \itindex{Linux~Security~Modules} \textit{Linux Security Modules} (ad esempio
- \index{SELinux} SELinux). Pertanto l'accesso in lettura o scrittura dipende
- dalle politiche di sicurezza implementate all'interno dal modulo di
- sicurezza che si sta utilizzando al momento (ciascuno avrà le sue). Se non è
- stato caricato nessun modulo di sicurezza l'accesso in lettura sarà
- consentito a tutti i processi, mentre quello in scrittura solo ai processi
- con privilegi amministrativi dotati della \itindex{capabilities}
- \textit{capability} \const{CAP\_SYS\_ADMIN}.
+ l'utilizzo di un sistema di controllo basato sui \textit{Linux Security
+ Modules} (ad esempio \textit{SELinux}). Pertanto l'accesso in lettura o
+ scrittura dipende dalle politiche di sicurezza implementate all'interno dal
+ modulo di sicurezza che si sta utilizzando al momento (ciascuno avrà le
+ sue). Se non è stato caricato nessun modulo di sicurezza l'accesso in
+ lettura sarà consentito a tutti i processi, mentre quello in scrittura solo
+ ai processi con privilegi amministrativi dotati della capacità
+ \const{CAP\_SYS\_ADMIN}.
\item[\texttt{system}] Anche l'accesso agli \textit{extended system
attributes} dipende dalle politiche di accesso che il kernel realizza
anche utilizzando gli stessi valori in essi contenuti. Ad esempio nel caso
- delle \itindex{Access~Control~List~(ACL)} ACL l'accesso è consentito in
- lettura ai processi che hanno la capacità di eseguire una ricerca sul file
- (cioè hanno il permesso di lettura sulla directory che contiene il file) ed
- in scrittura al proprietario del file o ai processi dotati della
- \textit{capability} \itindex{capabilities}
+ delle ACL (vedi sez.~\ref{sec:file_ACL}) l'accesso è consentito in lettura
+ ai processi che hanno la capacità di eseguire una ricerca sul file (cioè
+ hanno il permesso di lettura sulla directory che contiene il file) ed in
+ scrittura al proprietario del file o ai processi dotati della capacità
\const{CAP\_FOWNER}.\footnote{vale a dire una politica di accesso analoga a
quella impiegata per gli ordinari permessi dei file.}
\item[\texttt{trusted}] L'accesso ai \textit{trusted extended attributes}, sia
per la lettura che per la scrittura, è consentito soltanto ai processi con
- privilegi amministrativi dotati della \itindex{capabilities}
- \textit{capability} \const{CAP\_SYS\_ADMIN}. In questo modo si possono
- utilizzare questi attributi per realizzare in user space dei meccanismi di
- controllo che accedono ad informazioni non disponibili ai processi ordinari.
+ privilegi amministrativi dotati della capacità \const{CAP\_SYS\_ADMIN}. In
+ questo modo si possono utilizzare questi attributi per realizzare in user
+ space dei meccanismi di controllo che accedono ad informazioni non
+ disponibili ai processi ordinari.
\item[\texttt{user}] L'accesso agli \textit{extended user attributes} è
regolato dai normali permessi dei file: occorre avere il permesso di lettura
per evitare eventuali abusi, se una directory ha lo \itindex{sticky~bit}
\textit{sticky bit} attivo sarà consentito scrivere i suoi \textit{extended
user attributes} soltanto se si è proprietari della stessa, o si hanno i
- privilegi amministrativi della capacità \itindex{capabilities}
- \const{CAP\_FOWNER}.
+ privilegi amministrativi della capacità \const{CAP\_FOWNER}.
\end{basedescript}
Le funzioni per la gestione degli attributi estesi, come altre funzioni di
indicare quale dovrà essere la ACL assegnata di default nella creazione di un
file all'interno della directory stessa. Come avviene per i permessi le ACL
possono essere impostate solo del proprietario del file, o da un processo con
-la capacità \itindex{capabilities} \const{CAP\_FOWNER}.
+la capacità \const{CAP\_FOWNER}.
\begin{table}[htb]
\centering
\begin{enumerate}
\item Se l'\ids{UID} del processo è nullo (se cioè si è l'amministratore)
l'accesso è sempre garantito senza nessun controllo.\footnote{più
- precisamente se si devono avere le \itindex{capabilities} capacità
- \const{CAP\_DAC\_OVERRIDE} per i file e \const{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH} per
- le directory, vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.}
+ precisamente se si devono avere le capacità \const{CAP\_DAC\_OVERRIDE} per
+ i file e \const{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH} per le directory, vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.}
\item Se l'\ids{UID} del processo corrisponde al proprietario del file allora:
\begin{itemize*}
\item se la voce \const{ACL\_USER\_OBJ} contiene il permesso richiesto,
operazioni di attivazione, disattivazione e di modifica dei limiti delle quote
sono riservate e richiedono i privilegi di amministratore.\footnote{per essere
precisi tutte le operazioni indicate come privilegiate in
- tab.~\ref{tab:quotactl_commands} richiedono la \textit{capability}
+ tab.~\ref{tab:quotactl_commands} richiedono la capacità
\const{CAP\_SYS\_ADMIN}.} Inoltre gli utenti possono soltanto richiedere i
dati relativi alle proprie quote, solo l'amministratore può ottenere i dati di
tutti.
gestione dei privilegi in un sistema unix-like ha il sostanziale problema di
fornire all'amministratore dei poteri troppo ampi. Questo comporta che anche
quando si siano predisposte delle misure di protezione per in essere in grado
-di difendersi dagli effetti di una eventuale compromissione del
-sistema,\footnote{come montare un filesystem in sola lettura per impedirne
- modifiche, o marcare un file come immutabile.} una volta che questa sia
-stata effettuata e si siano ottenuti i privilegi di amministratore, queste
-misure potranno essere comunque rimosse.\footnote{nei casi elencati nella
- precedente nota si potrà sempre rimontare il sistema in lettura-scrittura, o
- togliere l'attributo di immutabilità.}
+di difendersi dagli effetti di una eventuale compromissione del sistema (come
+montare un filesystem in sola lettura per impedirne modifiche, o marcare un
+file come immutabile) una volta che questa sia stata effettuata e si siano
+ottenuti i privilegi di amministratore, queste misure potranno essere comunque
+rimosse (nei casi elencati nella precedente nota si potrà sempre rimontare il
+sistema in lettura-scrittura, o togliere l'attributo di immutabilità).
Il problema consiste nel fatto che nell'architettura tradizionale di un
sistema unix-like i controlli di accesso sono basati su un solo livello di
processi con i privilegi di amministratore essi non vengono neppure eseguiti.
Per questo motivo non era previsto alcun modo per evitare che un processo con
diritti di amministratore non potesse eseguire certe operazioni, o per cedere
-definitivamente alcuni privilegi da un certo momento in poi.
-
-Per ovviare a tutto ciò, a partire dai kernel della serie 2.2, è stato
+definitivamente alcuni privilegi da un certo momento in poi.
+
+Per risolvere questo problema sono possibili varie soluzioni ed ad esempio dai
+kernel 2.5 è stata introdotta la struttura dei
+\itindex{Linux~Security~Modules} \textit{Linux Security Modules} che han
+permesso di aggiungere varie forme di \itindex{Mandatory~Access~Control~(DAC)}
+\textit{Mandatory Access Control} (MAC), in cui si potessero parcellizzare e
+controllare nei minimi dettagli tutti i privilegi e le modalità in cui questi
+possono essere usati dai programmi e trasferiti agli utenti, con la creazione
+di varie estensioni (come \textit{SELinux}, \textit{Smack}, \textit{Tomoyo},
+\textit{AppArmor}) che consentono di superare l'architettura tradizionale dei
+permessi basati sul modello classico del controllo di accesso chiamato
+\itindex{Discrectionary~Access~Control~(DAC)} \textit{Discrectionary Access
+ Control} (DAC).
+
+Ma già in precedenza, a partire dai kernel della serie 2.2, era stato
introdotto un meccanismo, detto \textit{capabilities}, che consentisse di
suddividere i vari privilegi tradizionalmente associati all'amministratore in
un insieme di \textsl{capacità} distinte. L'idea era che queste capacità
\itindbeg{file~capabilities}
-Il meccanismo completo delle \textit{capabilities}\footnote{l'implementazione
- si rifà ad una bozza di quello che doveva diventare lo standard POSIX.1e,
- poi abbandonato.} prevede inoltre la possibilità di associare le stesse ai
-singoli file eseguibili, in modo da poter stabilire quali capacità possono
-essere utilizzate quando viene messo in esecuzione uno specifico programma; ma
-il supporto per questa funzionalità, chiamata \textit{file capabilities}, è
-stato introdotto soltanto a partire dal kernel 2.6.24. Fino ad allora doveva
-essere il programma stesso ad eseguire una riduzione esplicita delle sue
-capacità, cosa che ha reso l'uso di questa funzionalità poco diffuso, vista la
-presenza di meccanismi alternativi per ottenere limitazioni delle capacità
-dell'amministratore a livello di sistema operativo, come \index{SELinux}
-SELinux.
+Il meccanismo completo delle \textit{capabilities} (l'implementazione si rifà
+ad una bozza di quello che doveva diventare lo standard POSIX.1e, poi
+abbandonato) prevede inoltre la possibilità di associare le stesse ai singoli
+file eseguibili, in modo da poter stabilire quali capacità possono essere
+utilizzate quando viene messo in esecuzione uno specifico programma; ma il
+supporto per questa funzionalità, chiamata \textit{file capabilities}, è stato
+introdotto soltanto a partire dal kernel 2.6.24. Fino ad allora doveva essere
+il programma stesso ad eseguire una riduzione esplicita delle sue capacità,
+cosa che ha reso l'uso di questa funzionalità poco diffuso, vista la presenza
+di meccanismi alternativi per ottenere limitazioni delle capacità
+dell'amministratore a livello di sistema operativo, come \textit{SELinux}.
Con questo supporto e con le ulteriori modifiche introdotte con il kernel
2.6.25 il meccanismo delle \textit{capabilities} è stato totalmente
sez.~\ref{sec:file_perm_management}).\\
\const{CAP\_KILL} & Mandare segnali a qualunque
processo (vedi sez.~\ref{sec:sig_kill_raise}).\\
- \const{CAP\_SETFCAP} & Impostare le
- \textit{capabilities} di un file (dal kernel
- 2.6.24).\\
+ \const{CAP\_SETFCAP} & Impostare le \textit{capabilities} di un file (dal kernel
+ 2.6.24).\\
\const{CAP\_SETGID} & Manipolare i group ID dei
processi, sia il principale che i supplementari,
(vedi sez.~\ref{sec:proc_setgroups}) che quelli
\const{CAP\_SYS\_CHROOT}& Eseguire la funzione \func{chroot} (vedi
sez.~\ref{sec:file_chroot}).\\
\const{CAP\_MAC\_ADMIN} & Amministrare il \textit{Mandatory
- Access Control} di Smack (dal kernel 2.6.25).\\
- \const{CAP\_MAC\_OVERRIDE}& Evitare il \textit{Mandatory
- Access Control} di Smack (dal kernel 2.6.25).\\
+ Access Control} di \textit{Smack} (dal kernel
+ 2.6.25).\\
+ \const{CAP\_MAC\_OVERRIDE}& Evitare il \textit{Mandatory
+ Access Control} di \textit{Smack} (dal kernel
+ 2.6.25).\\
\const{CAP\_SYS\_MODULE}& Caricare e rimuovere moduli del kernel.\\
\const{CAP\_SYS\_NICE} & Modificare le varie priorità dei processi (vedi
sez.~\ref{sec:proc_priority}).\\
\label{tab:proc_capabilities}
\end{table}
-% \footnotetext{vale a dire i permessi caratteristici del modello classico del
-% controllo di accesso chiamato \itindex{Discrectionary~Access~Control~(DAC)}
-% \textit{Discrectionary Access Control} (da cui il nome DAC).}
-
Prima di dettagliare il significato della capacità più generiche, conviene
però dedicare un discorso a parte a \const{CAP\_SETPCAP}, il cui significato è
kernel) nel \textit{capabilities bounding set} usato di default, essa non è
neanche mai stata realmente disponibile.
-Con l'introduzione \itindex{file~capabilities} \textit{file capabilities} e
-il cambiamento del significato del \textit{capabilities bounding set} la
-possibilità di modificare le capacità di altri processi è stata completamente
-rimossa, e \const{CAP\_SETPCAP} ha acquisito quello che avrebbe dovuto essere
-il suo significato originario, e cioè la capacità del processo di poter
-inserire nel suo \textit{inheritable set} qualunque capacità presente nel
-\textit{bounding set}. Oltre a questo la disponibilità di \const{CAP\_SETPCAP}
-consente ad un processo di eliminare una capacità dal proprio \textit{bounding
- set} (con la conseguente impossibilità successiva di eseguire programmi con
-quella capacità), o di impostare i \textit{securebits} delle
-\textit{capabilities}.
+Con l'introduzione \textit{file capabilities} e il cambiamento del significato
+del \textit{capabilities bounding set} la possibilità di modificare le
+capacità di altri processi è stata completamente rimossa, e
+\const{CAP\_SETPCAP} ha acquisito quello che avrebbe dovuto essere il suo
+significato originario, e cioè la capacità del processo di poter inserire nel
+suo \textit{inheritable set} qualunque capacità presente nel \textit{bounding
+ set}. Oltre a questo la disponibilità di \const{CAP\_SETPCAP} consente ad un
+processo di eliminare una capacità dal proprio \textit{bounding set} (con la
+conseguente impossibilità successiva di eseguire programmi con quella
+capacità), o di impostare i \textit{securebits} delle \textit{capabilities}.
La prima fra le capacità ``\textsl{ampie}'' che occorre dettagliare
maggiormente è \const{CAP\_FOWNER}, che rimuove le restrizioni poste ad un
La struttura a cui deve puntare l'argomento \param{hdrp} serve ad indicare,
tramite il campo \var{pid}, il \ids{PID} del processo del quale si vogliono
leggere o modificare le \textit{capabilities}. Con \func{capset} questo, se si
-usano le \itindex{file~capabilities} \textit{file capabilities}, può essere
-solo 0 o il \ids{PID} del processo chiamante, che sono equivalenti. Non
-tratteremo, essendo comunque di uso irrilevante, il caso in cui, in mancanza
-di tale supporto, la funzione può essere usata per modificare le
-\textit{capabilities} di altri processi, per il quale si rimanda, se
-interessati, alla lettura della pagina di manuale.
+usano le \textit{file capabilities}, può essere solo 0 o il \ids{PID} del
+processo chiamante, che sono equivalenti. Non tratteremo, essendo comunque di
+uso irrilevante, il caso in cui, in mancanza di tale supporto, la funzione può
+essere usata per modificare le \textit{capabilities} di altri processi, per il
+quale si rimanda, se interessati, alla lettura della pagina di manuale.
Il campo \var{version} deve essere impostato al valore della versione delle
stesse usata dal kernel (quello indicato da una delle costanti
\textsl{imprigionato}.
Solo un processo con i privilegi di amministratore può usare questa
-funzione,\footnote{più precisamente se possiede la \itindex{capabilities}
- capacità \const{CAP\_SYS\_CHROOT}.} e la nuova radice, per quanto detto in
+funzione,\footnote{più precisamente se possiede la capacità
+ \const{CAP\_SYS\_CHROOT}.} e la nuova radice, per quanto detto in
sez.~\ref{sec:proc_fork}, sarà ereditata da tutti i suoi processi figli. Si
tenga presente però che la funzione non cambia la directory di lavoro del
processo, che potrebbe restare fuori dalla \textit{chroot jail}.
\begin{itemize*}
\item le operazioni di I/O asincrono (vedi sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io})
pendenti vengono cancellate;
-\item le \itindex{capabilities} \textit{capabilities} vengono modificate come
+\item le \textit{capabilities} vengono modificate come
illustrato in sez.~\ref{sec:proc_capabilities};
-\item tutti i \itindex{thread} \textit{thread} tranne il chiamante (vedi
+\item tutti i \textit{thread} tranne il chiamante (vedi
sez.~\ref{sec:thread_xxx}) sono cancellati e tutti gli oggetti ad essi
relativi (vedi sez.~\ref{sec:thread_xxx}) rimossi;
\item viene impostato il flag \const{PR\_SET\_DUMPABLE} di \func{prctl} (vedi
Come accennato in sez.~\ref{sec:intro_multiuser} il modello base\footnote{in
realtà già esistono estensioni di questo modello base, che lo rendono più
- flessibile e controllabile, come le \itindex{capabilities}
- \textit{capabilities} illustrate in sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, le ACL
- per i file (vedi sez.~\ref{sec:file_ACL}) o il
- \itindex{Mandatory~Access~Control~(MAC)} \textit{Mandatory Access Control}
- di \index{SELinux} SELinux; inoltre basandosi sul lavoro effettuato con
- SELinux, a partire dal kernel 2.5.x, è iniziato lo sviluppo di una
- infrastruttura di sicurezza, i \itindex{Linux~Security~Modules}
- \textit{Linux Security Modules}, o LSM, in grado di fornire diversi agganci
- a livello del kernel per modularizzare tutti i possibili controlli di
- accesso, cosa che ha permesso di realizzare diverse alternative a
- \index{SELinux} SELinux.} di sicurezza di un sistema unix-like è fondato sui
-concetti di utente e gruppo, e sulla separazione fra l'amministratore
-(\textsl{root}, detto spesso anche \textit{superuser}) che non è sottoposto a
-restrizioni, ed il resto degli utenti, per i quali invece vengono effettuati i
-vari controlli di accesso.
+ flessibile e controllabile, come le \textit{capabilities} illustrate in
+ sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, le ACL per i file (vedi
+ sez.~\ref{sec:file_ACL}) o il \textit{Mandatory Access Control} di
+ \textit{SELinux}; inoltre basandosi sul lavoro effettuato con
+ \textit{SELinux}, a partire dal kernel 2.5.x, è iniziato lo sviluppo di una
+ infrastruttura di sicurezza, i \textit{Linux Security Modules}, o LSM, in
+ grado di fornire diversi agganci a livello del kernel per modularizzare
+ tutti i possibili controlli di accesso, cosa che ha permesso di realizzare
+ diverse alternative a \textit{SELinux}.}
+di sicurezza di un sistema unix-like è fondato sui concetti di utente e
+gruppo, e sulla separazione fra l'amministratore (\textsl{root}, detto spesso
+anche \textit{superuser}) che non è sottoposto a restrizioni, ed il resto
+degli utenti, per i quali invece vengono effettuati i vari controlli di
+accesso.
Abbiamo già accennato come il sistema associ ad ogni utente e gruppo due
identificatori univoci, lo \itindex{User~ID~(PID)} \textsl{User-ID}
Infine per impostare i gruppi supplementari di un processo ci sono due
funzioni, che possono essere usate solo se si hanno i privilegi di
-amministratore.\footnote{e più precisamente se si ha la \itindex{capabilities}
- \textit{capability} \macro{CAP\_SETGID}.} La prima delle due è la funzione
-di sistema \funcd{setgroups},\footnote{la funzione è definita in BSD e SRv4,
- ma a differenza di \func{getgroups} non è stata inclusa in POSIX.1-2001, per
+amministratore.\footnote{e più precisamente se si ha la \textit{capability}
+ \macro{CAP\_SETGID}.} La prima delle due è la funzione di sistema
+\funcd{setgroups},\footnote{la funzione è definita in BSD e SRv4, ma a
+ differenza di \func{getgroups} non è stata inclusa in POSIX.1-2001, per
poterla utilizzare deve essere definita la macro \macro{\_BSD\_SOURCE}.} ed
il suo prototipo è:
il risultato nell'intervallo consentito. Valori positivi comportano maggiore
\textit{cortesia} e cioè una diminuzione della priorità, valori negativi
comportano invece un aumento della priorità. Con i kernel precedenti il 2.6.12
-solo l'amministratore\footnote{o un processo con la \itindex{capabilities}
- \textit{capability} \const{CAP\_SYS\_NICE}, vedi
- sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} può specificare valori negativi
-di \param{inc} che permettono di aumentare la priorità di un processo, a
-partire da questa versione è consentito anche agli utenti normali alzare
-(entro certi limiti, che vedremo in sez.~\ref{sec:sys_resource_limit}) la
-priorità dei propri processi.
+solo l'amministratore\footnote{o un processo con la \textit{capability}
+ \const{CAP\_SYS\_NICE}, vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} può
+specificare valori negativi di \param{inc} che permettono di aumentare la
+priorità di un processo, a partire da questa versione è consentito anche agli
+utenti normali alzare (entro certi limiti, che vedremo in
+sez.~\ref{sec:sys_resource_limit}) la priorità dei propri processi.
Gli standard SUSv2 e POSIX.1 prevedono che la funzione ritorni il nuovo valore
di \textit{nice} del processo; tuttavia la \textit{system call} di Linux non
\textit{nice} valido.
Si tenga presente che solo l'amministratore\footnote{o più precisamente un
- processo con la \itindex{capabilities} \textit{capability}
- \const{CAP\_SYS\_NICE}, vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} ha la
-possibilità di modificare arbitrariamente le priorità di qualunque
-processo. Un utente normale infatti può modificare solo la priorità dei suoi
-processi ed in genere soltanto diminuirla. Fino alla versione di kernel
-2.6.12 Linux ha seguito le specifiche dello standard SUSv3, e come per tutti i
-sistemi derivati da SysV veniva richiesto che l'\ids{UID} reale o quello
-effettivo del processo chiamante corrispondessero all'\ids{UID} reale (e solo
-a quello) del processo di cui si intendeva cambiare la priorità. A partire
-dalla versione 2.6.12 è stata adottata la semantica in uso presso i sistemi
-derivati da BSD (SunOS, Ultrix, *BSD), in cui la corrispondenza può essere
-anche con l'\ids{UID} effettivo.
+ processo con la \textit{capability} \const{CAP\_SYS\_NICE}, vedi
+ sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} ha la possibilità di modificare
+arbitrariamente le priorità di qualunque processo. Un utente normale infatti
+può modificare solo la priorità dei suoi processi ed in genere soltanto
+diminuirla. Fino alla versione di kernel 2.6.12 Linux ha seguito le
+specifiche dello standard SUSv3, e come per tutti i sistemi derivati da SysV
+veniva richiesto che l'\ids{UID} reale o quello effettivo del processo
+chiamante corrispondessero all'\ids{UID} reale (e solo a quello) del processo
+di cui si intendeva cambiare la priorità. A partire dalla versione 2.6.12 è
+stata adottata la semantica in uso presso i sistemi derivati da BSD (SunOS,
+Ultrix, *BSD), in cui la corrispondenza può essere anche con l'\ids{UID}
+effettivo.
Sempre a partire dal kernel 2.6.12 è divenuto possibile anche per gli utenti
ordinari poter aumentare la priorità dei propri processi specificando un
nel caso che esso sia stato interrotto da un processo a priorità più alta.
Solo un processo con i privilegi di amministratore\footnote{più precisamente
- con la \itindex{capabilities} capacità \const{CAP\_SYS\_NICE}, vedi
+ con la capacità \const{CAP\_SYS\_NICE}, vedi
sez.~\ref{sec:proc_capabilities}.} può impostare senza restrizioni priorità
assolute diverse da zero o politiche \const{SCHED\_FIFO} e
\const{SCHED\_RR}. Un utente normale può modificare solo le priorità di
\begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
\item[\const{PR\_CAPBSET\_READ}] Controlla la disponibilità di una delle
- \itindex{capabilities} \textit{capabilities} (vedi
- sez.~\ref{sec:proc_capabilities}). La funzione ritorna 1 se la capacità
- specificata nell'argomento \param{arg2} (con una delle costanti di
- tab.~\ref{tab:proc_capabilities}) è presente nel \textit{capabilities
- bounding set} del processo e zero altrimenti, se \param{arg2} non è un
- valore valido si avrà un errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a partire
- dal kernel 2.6.25.
+ \textit{capability} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}). La funzione
+ ritorna 1 se la capacità specificata nell'argomento \param{arg2} (con una
+ delle costanti di tab.~\ref{tab:proc_capabilities}) è presente nel
+ \textit{capabilities bounding set} del processo e zero altrimenti,
+ se \param{arg2} non è un valore valido si avrà un errore di \errval{EINVAL}.
+ Introdotta a partire dal kernel 2.6.25.
\item[\const{PR\_CAPBSET\_DROP}] Rimuove permanentemente una delle
- \itindex{capabilities} \textit{capabilities} (vedi
- sez.~\ref{sec:proc_capabilities}) dal processo e da tutti i suoi
- discendenti. La funzione cancella la capacità specificata
+ \textit{capabilities} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}) dal processo e
+ da tutti i suoi discendenti. La funzione cancella la capacità specificata
nell'argomento \param{arg2} con una delle costanti di
- tab.~\ref{tab:proc_capabilities} dal \textit{capabilities bounding set}
- \itindex{capabilities~bounding~set} del processo. L'operazione richiede i
- privilegi di amministratore (la capacità \const{CAP\_SETPCAP}), altrimenti
- la chiamata fallirà con un errore di \errcode{EPERM}; se il valore
- di \param{arg2} non è valido o se il supporto per le \textit{file
- capabilities} non è stato compilato nel kernel la chiamata fallirà con un
- errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.25.
+ tab.~\ref{tab:proc_capabilities} dal \textit{capabilities bounding set} del
+ processo. L'operazione richiede i privilegi di amministratore (la capacità
+ \const{CAP\_SETPCAP}), altrimenti la chiamata fallirà con un errore di
+ \errcode{EPERM}; se il valore di \param{arg2} non è valido o se il supporto
+ per le \textit{file capabilities} non è stato compilato nel kernel la
+ chiamata fallirà con un errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a partire dal
+ kernel 2.6.25.
\item[\const{PR\_SET\_DUMPABLE}] Imposta il flag che determina se la
terminazione di un processo a causa di un segnale per il quale è prevista la
a partire dal kernel 2.4.21, solo su PowerPC.
\item[\const{PR\_SET\_KEEPCAPS}] Consente di controllare quali
- \itindex{capabilities} \textit{capabilities} vengono cancellate quando si
- esegue un cambiamento di \ids{UID} del processo (per i dettagli si veda
+ \textit{capabilities} vengono cancellate quando si esegue un cambiamento di
+ \ids{UID} del processo (per i dettagli si veda
sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, in particolare quanto illustrato a
pag.~\pageref{sec:capability-uid-transition}). Un valore nullo (il default)
per \param{arg2} comporta che vengano cancellate, il valore 1 che vengano
dal kernel 2.2.18.
\item[\const{PR\_GET\_KEEPCAPS}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
- il valore del flag di controllo delle \itindex{capabilities}
- \textit{capabilities} impostato con \const{PR\_SET\_KEEPCAPS}. Introdotta a
- partire dal kernel 2.2.18.
+ il valore del flag di controllo delle \textit{capabilities} impostato con
+ \const{PR\_SET\_KEEPCAPS}. Introdotta a partire dal kernel 2.2.18.
\item[\const{PR\_SET\_NAME}] Imposta il nome del processo chiamante alla
stringa puntata da \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{char *}''. Il
da \param{arg2}; per i dettagli sul significato dei \textit{securebits} si
veda sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, ed in particolare i valori di
tab.~\ref{tab:securebits_values} e la relativa trattazione. L'operazione
- richiede i privilegi di amministratore (la \itindex{capabilities} capacità
- \const{CAP\_SETPCAP}), altrimenti la chiamata fallirà con un errore di
- \errval{EPERM}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.26.
+ richiede i privilegi di amministratore (la capacità \const{CAP\_SETPCAP}),
+ altrimenti la chiamata fallirà con un errore di \errval{EPERM}. Introdotta a
+ partire dal kernel 2.6.26.
\item[\const{PR\_GET\_SECUREBITS}] Ottiene come valore di ritorno della
funzione l'impostazione corrente per i \itindex{securebits}