I caratteri che vengono scritti su uno stream normalmente vengono accumulati
in un buffer e poi trasmessi in blocco in maniera asincrona rispetto alla
-scrittura (quello che viene chiamato il \textit{flush} dei dati) tutte le
-volte che il buffer viene riempito. Un comportamento analogo avviene anche in
-lettura (cioè dal file viene letto un blocco di dati, anche se se ne sono
-richiesti una quantità inferiore), ma la cosa ovviamente ha rilevanza
-inferiore, dato che i dati letti sono sempre gli stessi; in caso di scrittura
-invece, quando si ha un accesso contemporaneo allo stesso file (ad esempio da
-parte di un altro processo) si potranno vedere solo le parti effettivamente
-scritte, e non quelle ancora presenti nel buffer.
+scrittura (quello che viene chiamato lo \textsl{scarico}, dall'ingelese
+\textit{flush}, dei dati) tutte le volte che il buffer viene riempito. Un
+comportamento analogo avviene anche in lettura (cioè dal file viene letto un
+blocco di dati, anche se se ne sono richiesti una quantità inferiore), ma la
+cosa ovviamente ha rilevanza inferiore, dato che i dati letti sono sempre gli
+stessi; in caso di scrittura invece, quando si ha un accesso contemporaneo
+allo stesso file (ad esempio da parte di un altro processo) si potranno vedere
+solo le parti effettivamente scritte, e non quelle ancora presenti nel buffer.
Allo stesso modo, se si sta facendo dell'input/output interattivo bisognerà
-tenere presente le caratteristiche delle operazioni di \textit{flush} dei
-dati, poiché non è detto che ad una scrittura sullo stream corrisponda una
-immediata scrittura sul dispositivo.
+tenere presente le caratteristiche delle operazioni di scarico dei dati,
+poiché non è detto che ad una scrittura sullo stream corrisponda una immediata
+scrittura sul dispositivo.
Per rispondere ad esigenze diverse, lo standard definisce tre distinte modalità
in cui può essere eseguita la bufferizzazione, delle quali occorre essere ben
accennato nella descrizione, \emph{di norma} i dati vengono inviati al kernel
alla ricezione di un carattere di a capo; questo non è vero in tutti i casi,
infatti, dato che le dimensioni del buffer usato dalle librerie sono fisse, se
-le si eccedono si può avere un \textit{flush} dei dati anche prima che sia
-stato inviato un carattere di \textit{newline}.
+le si eccedono si può avere uno scarico dei dati anche prima che sia stato
+inviato un carattere di \textit{newline}.
Un secondo punto da tenere presente, particolarmente quando si ha a che fare
con I/O interattivo, è che quando si effettua una lettura su uno stream che
comporta l'accesso al kernel\footnote{questo vuol dire sempre se lo stream da
- cui si legge è in modalità \textit{unbuffered}} viene anche eseguito il
-\textit{flush} di tutti i buffer degli stream in scrittura.
+ cui si legge è in modalità \textit{unbuffered}} viene anche eseguito lo
+scarico di tutti i buffer degli stream in scrittura.
In \secref{sec:file_buffering_ctrl} vedremo come la libreria definisca delle
-opportune funzioni per controllare le modalità di bufferizzazione ed il
-\textit{flush} dei dati.
+opportune funzioni per controllare le modalità di bufferizzazione e lo scarico
+dei dati.
una operazione nominalmente nulla come \func{fseek(file, 0, SEEK\_CUR)} è
sufficiente a garantire la sincronizzazione.
+Una volta aperto lo stream, si può cambiare la modalità di bufferizzazione
+fintanto che non si è effettuat
+
+
Uno stream viene chiuso con la funzione \func{fclose} il cui prototipo è:
\begin{prototype}{stdio.h}{int fclose(FILE * stream)}
Chiude lo stream \param{stream}.
funzione che è fallita (\func{close}, \func{write} o \func{fflush}).
\end{prototype}
+La funzione effettua uno scarico di tutti i dati presenti nei buffer di uscita
+e scarta tutti i dati in ingresso, se era stato allocato un buffer per lo
+stream questo verrà rilasciato. La funzione effettua lo scarico solo per i
+dati presenti nei buffer in user space usati dalle \acr{glibc}; se si essere
+sicuri che il kernel forzi la scrittura su disco occorrà effettuare .
\subsection{Lettura e scrittura su uno stream}
\subsection{Efficienza}
\label{sec:file_stream_efficiency}
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-
ciascuno di questi bit, dette costanti possono essere combinate fra di loro
con un OR aritmetico per costruire il valore (in forma di maschera binaria)
del parametro \var{flags} da passare alla \func{open} per specificarne il
-comportamento.
+comportamento. I due flag \macro{O\_NOFOLLOW} e \macro{O\_DIRECTORY} sono
+estensioni specifiche di Linux, e deve essere usata definita la macro
+\macro{\_GNU\_SOURCE} per poterli usare.
Nelle prime versioni di unix i flag specificabili per \func{open} erano solo
quelli relativi alle modalità di accesso del file. Per questo motivo per
file descriptor era l'ultimo riferimento ad un file su disco quest'ultimo
viene cancellato.
-Si ricordi che quando un processo termina anche tutti i sui file descriptor
+Si ricordi che quando un processo termina anche tutti i suoi file descriptor
vengono chiusi, molti programmi sfruttano questa caratteristica e non usano
esplicitamente \func{close}. In genere comunque chiudere un file senza
controllarne lo stato di uscita è errore; infatti molti filesystem
In ogni caso una \func{close} andata a buon fine non garantisce che i dati
siano stati effettivamente scritti su disco, perché il kernel può decidere di
ottimizzare l'accesso a disco ritardandone la scrittura. L'uso della funzione
-\func{sync} effettua esplicitamente il \emph{flush} dei dati, ma anche in
-questo caso resta l'incertezza dovuta al comportamento dell'hardware (che a
-sua volta può introdurre ottimizzazioni dell'accesso al disco).
+\func{sync} (vedi \secref{sec:file_sync}) effettua esplicitamente il
+\emph{flush} dei dati, ma anche in questo caso resta l'incertezza dovuta al
+comportamento dell'hardware (che a sua volta può introdurre ottimizzazioni
+dell'accesso al disco).
\subsection{La funzione \func{lseek}}
\func{open}.
+\subsection{La funzioni \func{sync} e \func{fsync}}
+\label{sec:file_sync}
+
+Come accennato in \secref{sec:file_close} tutte le operazioni di scrittura
+sono in genere bufferizzate dal kernel, che provvede ad effettuarle in maniera
+asincrona (ad esempio accorpando gli accessi alla stessa zona del disco) in un
+secondo tempo rispetto al momento della esecuzione della \func{write}.
+
+Per questo motivo, quando è necessaria una sincronizzazione dei dati, il
+sistema mette a disposizione delle funzioni che provvedono a forzare lo
+scarico dei dati dai buffer del kernel\footnote{come già accennato neanche
+ questo da la garanzia assoluta che i dati siano integri dopo la chiamata,
+ l'hardware dei dischi è in genere dotato di un suo meccanismo interno che
+ può ritardare ulteriormente la scrittura effettiva.}. La prima di queste
+funzioni è \func{sync} il cui prototipo è:
+\begin{prototype}{unistd.h}{int sync(void)}
+
+ La funzione sincronizza buffer della cache dei file col disco.
+
+ La funzione ritorna sempre zero.
+\end{prototype}
+\noindent i vari standard prevedono che la funzione si limiti a far partire
+le operazioni, ritornando immediatamente; in Linux (dal kernel 1.3.20) invece
+la funzione aspetta la conclusione delle operazioni di sincronizzazione del
+kernel.
+
+La funzione viene usata dal comando \cmd{sync} quando si vuole forzare
+esplicitamente lo scarico dei dati su disco, o dal demone di sistema
+\cmd{update} che esegue lo scarico dei dati ad intervalli di tempo fissi: il
+valore tradizionale per l'update dei dati è ogni 30 secondi, ma in Linux era
+di 5 secondi; con le nuove versioni poi, è il kernel che si occupa
+direttamente di tutto quanto.
+
+Quando si vogliono scaricare soltanto i dati di un file (ad esempio essere
+sicuri che i dati di un database sono stati registrati su disco) si possono
+usare le due funzioni \func{fsync} e \func{fdatasync}, i cui prototipi sono:
+\begin{functions}
+ \headdecl{unistd.h}
+ \funcdecl{int fsync(int fd)}
+ Sincronizza dati e metadati del file \param{fd}
+ \funcdecl{int fdatasync(int fd)}
+ Sincronizza i dati del file \param{fd}.
+
+ La funzione ritorna 0 in caso di successo e -1 in caso di errore, nel qual
+ caso i codici restituiti in \var{errno} sono:
+ \begin{errlist}
+ \item \macro{EINVAL} \param{fd} è un file speciale che non supporta la
+ sincronizzazione.
+ \end{errlist}
+ ed inoltre \macro{EBADF}, \macro{EROFS} e \macro{EIO}.
+\end{functions}
+
+Entrambe le funzioni forzano la sincronizzazione col disco di tutti i dati del
+file specificato, ed attendono fino alla conclusione delle operazioni;
+\func{fsync} forza anche la sincronizzazione dei metadata dell'inode (i dati
+di \var{fstat} come i tempi del file).
+
+
+Si tenga presente che questo non comporta la sincronizzazione della directory
+che contiene il file (e scrittura della relativa voce su disco) che deve
+essere effettuata esplicitamente\footnote{in realtà con il filesystem
+ \acr{ext2}, quando questo viene montato con l'opzione \cmd{sync}, il kernel
+ provvede anche alla sincronizzazione automatica delle voci delle
+ directory.}.
+
\subsection{La funzioni \func{dup} e \func{dup2}}
\label{sec:file_dup}
poter essere affrontate in dettaglio a questo punto; saranno riprese più
avanti quando affronteremo le problematiche ad esse relative.
-Per determinare le modalità di accesso inoltre può essere necessario usare la
+Per determinare le modalità di accesso inoltre è necessario estrarre i bit di
+accesso (ottenuti con il comando \macro{F\_GETFL}); infatti la definizione
+corrente non assegna bit separati a \macro{O\_RDONLY}, \macro{O\_WRONLY} e
+\macro{O\_RDWR}\footnote{posti rispettivamente ai valori 0, 1 e 2}, per cui il
+valore si ottiene eseguendo un AND binario del valore di ritorno di
+\func{fcntl} con la maschera \macro{O\_ACCMODE} anch'essa definita in
+\file{fcntl.h}.
+
+
\subsection{La funzione \func{ioctl}}
\label{sec:file_ioctl}