In alcune implementazioni inoltre l'uso di \func{sleep} può avere conflitti
con quello di \macro{SIGALRM}, dato che la funzione può essere realizzata con
l'uso di \func{pause} e \func{alarm} (in maniera analoga all'esempio che
-vedremo in \ref{sec:sig_example}). In tal caso mescolare chiamata di
+vedremo in \secref{sec:sig_example}). In tal caso mescolare chiamata di
\func{alarm} e \func{sleep} o modificare l'azione di \macro{SIGALRM}, può
causare risultati indefiniti. Nel caso delle \acr{glibc} è stata usata una
implementazione completamente indipendente e questi problemi non ci sono.
il nome di \macro{SIGCLD} come sinonimo di \macro{SIGCHLD}.} In generale
dunque, quando non interessa elaborare lo stato di uscita di un processo, si
può completare la gestione della terminazione installando un manipolatore per
-\macro{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare \func{wait} per
+\macro{SIGCHLD} il cui unico compito sia quello chiamare \func{waitpid} per
completare la procedura di terminazione in modo da evitare la formazione di
zombie.
\end{figure}
Il codice del manipolatore è di lettura immediata; come buona norma di
-programmazione (si ricordi quanto accennato \ref{sec:sys_errno}) si comincia
+programmazione (si ricordi quanto accennato \secref{sec:sys_errno}) si comincia
(\texttt{\small 13}) con il salvare lo stato corrente di \var{errno}, in modo
da poterla ripristinare prima del ritorno del manipolatore (\texttt{\small
23}). In questo modo si preserva il valore della variabile visto dal corso
recapitato soltanto uno.
Questo può essere un caso comune proprio con \texttt{SIGCHLD}, quando molti
-processi figli terminano in rapida successione, e si presenta comunque tutte
-le volte che un segnale viene bloccato. Nel nostro caso se si chiamasse
-\func{waitpid} una sola volta si correrebbe il rischio di non leggere lo stato
-di uscita di tutti i processi effettivamente terminati, i cui segnali sono
-stati riuniti in uno solo. Per questo il ciclo di (\texttt{\small 15--21})
-ripete la lettura (eseguita con il parametro \macro{WNOHANG}, che permette di
-evitare il blocco della funzione) fintanto che essa non restitusce un valore
-nullo, segno che non resta nessun processo concluso di cui si debba ancora
-ricevere lo stato di terminazione.
+processi figli terminano in rapida successione. Esso comunque si presenta
+tutte le volte che un segnale viene bloccato: per quanti siano i segnali
+emessi durante il periodo di blocco, una volta che esso viene rimosso ne sarà
+recapitato uno solo.
+
+Nel caso della terminazione dei processi figli, se si chiamasse \func{waitpid}
+una sola volta, essa leggerebbe un solo stato di teminazione, anche se i
+processi terminati sono più di uno, con relativa possibilità di avere zombie
+che non vengono eliminati.
+
+Per questo si esegue un ciclo (\texttt{\small 15--21}) in cui ripete la
+lettura fintanto che essa non restituisce un valore nullo (si veda
+\secref{sec:proc_wait} per la sintassi della funzione) segno che non resta
+nessun processo di cui si debba ancora ricevere lo stato di terminazione. Si
+noti come la funzione viene invocata con il parametro \macro{WNOHANG} che
+permette di evitare che essa si blocchi quando tutti gli stati di terminazione
+sono stati ricevuti.
\section{Gestione avanzata}