\chapter{La gestione dei processi}
\label{cha:process_handling}
-Come accennato nell'introduzione in un sistema unix ogni attività del sistema
+Come accennato nell'introduzione in un sistema Unix ogni attività del sistema
viene svolta tramite i processi. In sostanza i processi costituiscono l'unità
base per l'allocazione e l'uso delle risorse del sistema.
-Nel precedente capitolo abbiamo visto come funziona un singolo processo, in
-questo capitolo affronteremo i dettagli della creazione e della distruzione
-dei processi, della gestione dei loro attributi e privilegi, e di tutte le
-funzioni a questo connesse. Infine nella sezione finale affronteremo alcune
-problematiche generiche della programmazione in ambiente multitasking.
+Nel precedente capitolo abbiamo esaminato il funzionamento di un processo come
+unità a se stante, in questo esamineremo il funzionamento dei processi
+all'interno del sistema. Saranno cioè affrontati i dettagli della creazione e
+della distruzione dei processi, della gestione dei loro attributi e privilegi,
+e di tutte le funzioni a questo connesse. Infine nella sezione finale
+affronteremo alcune problematiche generiche della programmazione in ambiente
+multitasking.
\section{Introduzione}
\label{sec:proc_gen}
-Partiremo con una introduzione generale ai concetti che stanno alla base della
-gestione dei processi in un sistema unix-like. Introdurremo in questa sezione
-l'architettura della gestione dei processi e le sue principali
-caratteristiche, e daremo una panoramica sull'uso delle principali funzioni
-per la gestione dei processi.
+Inizieremo con una introduzione generale ai concetti che stanno alla base
+della gestione dei processi in un sistema unix-like. Introdurremo in questa
+sezione l'architettura della gestione dei processi e le sue principali
+caratteristiche, dando una panoramica sull'uso delle principali funzioni di
+gestione.
\subsection{La gerarchia dei processi}
A differenza di quanto avviene in altri sistemi (ad esempio nel VMS la
generazione di nuovi processi è un'operazione privilegiata) una delle
-caratteristiche di unix (che esamineremo in dettaglio più avanti) è che
+caratteristiche di Unix (che esamineremo in dettaglio più avanti) è che
qualunque processo può a sua volta generarne altri, detti processi figli
(\textit{child process}). Ogni processo è identificato presso il sistema da un
numero unico, il cosiddetto \textit{process identifier} o, più brevemente,
\acr{pid}.
-Una seconda caratteristica di un sistema unix è che la generazione di un
+Una seconda caratteristica di un sistema Unix è che la generazione di un
processo è una operazione separata rispetto al lancio di un programma. In
genere la sequenza è sempre quella di creare un nuovo processo, il quale
eseguirà, in un passo successivo, il programma voluto: questo è ad esempio
\subsection{Le \textit{race condition} e i \textit{deadlock}}
\label{sec:proc_race_cond}
-Si definisce una \textit{race condition} il caso in cui diversi processi
-stanno cercando di fare qualcosa con una risorsa comune ed il risultato finale
-viene a dipendere dall'ordine di esecuzione dei medesimi. Ovviamente dato che
-l'ordine di esecuzione di un processo rispetto agli altri, senza appositi
-meccanismi di sincronizzazione, non è assolutamente prevedibile, queste
-situazioni sono fonti di errori molto subdoli, che possono verificarsi solo in
-condizioni particolari e quindi difficilmente riproducibili.
-
-Casi tipici di \textit{race condition} si hanno quando diversi processi
-accedono allo stesso file, o nell'accesso a meccanismi di intercomunicazione
-come la memoria condivisa. In questi casi, se non si dispone della possibilità
-di eseguire atomicamente le operazioni necessarie, occorre che le risorse
-condivise siano opportunamente protette da meccanismi di sincronizzazione
-(torneremo su queste problematiche di questo tipo in \secref{sec:ipc_semaph}).
+Si definiscono \textit{race condition} tutte quelle situazioni in cui processi
+diversi operano su una risorsa comune, ed in cui il risultato viene a
+dipendere dall'ordine in cui essi effettuano le loro operazioni. Il caso
+tipico è quella di una operazione che viene eseguita da un processo in più
+passi, e può essere compromessa dall'intervento di un altro processo che
+accede alla stessa risorsa quando ancora non tutti i passi sono stati
+completati.
+
+Dato che in un sistema multitasking ogni processo può essere interrotto in
+qualunque momento per farne subentrare un'altro in esecuzione, niente può
+assicurare un preciso ordine di esecuzione fra processi diversi o che una
+sezione di un programma possa essere eseguita senza interruzioni da parte di
+altri. Queste situazioni comportano pertanto errori estremamente subdoli e
+difficili da tracciare, in quanto nella maggior parte dei casi tutto
+funzionerà regolarmente, e solo occasionalmente si avranno degli errori.
+
+Per questo occorre essere ben consapovoli di queste problematiche, e del fatto
+che l'unico modo per evitarle è quello di riconoscerle come tali e prendere
+gli adeguati provvedimenti per far si che non si verifichino. Casi tipici di
+\textit{race condition} si hanno quando diversi processi accedono allo stesso
+file, o nell'accesso a meccanismi di intercomunicazione come la memoria
+condivisa. In questi casi, se non si dispone della possibilità di eseguire
+atomicamente le operazioni necessarie, occorre che quelle parti di codice in
+cui si compiono le operazioni critiche sulle risorse condivise, le cosiddette
+\textsl{sezioni critiche} del programma, siano opportunamente protette da
+meccanismi di sincronizzazione (torneremo su queste problematiche di questo
+tipo in \secref{sec:ipc_semaph}).
Un caso particolare di \textit{race condition} sono poi i cosiddetti
-\textit{deadlock}; l'esempio tipico è quello di un flag di ``occupazione'' che
-viene rilasciato da un evento asincrono fra il controllo (in cui viene trovato
-occupato) e la successiva messa in attesa, che a questo punto diventerà
-perpetua (da cui il nome di \textit{deadlock}) in quanto l'evento di sblocco
-del flag è stato perso fra il controllo e la messa in attesa.
+\textit{deadlock}, particolarmente gravi in quanto comportano spesso il blocco
+completo di un servizio, e non il fallimento di una singola operazione.
+L'esempio tipico di una situazione che può condurre ad un \textit{deadlock} è
+quello in cui un flag di ``occupazione'' viene rilasciato da un evento
+asincrono (come un segnale o un altro processo) fra il momento in cui lo si è
+controllato (trovadolo occupato) e la successiva operazione di attesa per lo
+sblocco. In questo caso, dato che l'evento di sblocco del flag è avvenuto
+senza che ce ne accorgessimo proprio fra il controllo e la messa in attesa,
+quest'ultima diventerà perpetua (da cui il nome di \textit{deadlock}).
+
+In tutti questi casi è di fondamentale importanza il concetto di atomicità
+visto in \secref{sec:proc_atom_oper}; questi problemi infatti possono essere
+risolti soltanto assicurandosi, quando essa sia richiesta, che sia possibile
+eseguire in maniera atomica le operazioni necessarie, proteggendo con gli
+adeguati meccanismi le \textsl{sezioni critiche} del programma.
\subsection{Le funzioni rientranti}
\label{sec:proc_reentrant}
-Si dice rientrante una funzione che può essere interrotta in qualunque momento
-ed essere chiamata da capo (da questo il nome) da un altro filone di
-esecuzione (thread e manipolatori di segnali sono i casi in cui occorre
-prestare attenzione a questa problematica) senza che questo comporti nessun
-problema.
-
-In genere una funzione non è rientrante se opera direttamente su memoria che
-non è nello stack. Ad esempio una funzione non è rientrante se usa una
-variabile globale o statica od un oggetto allocato dinamicamente che trova da
-sola: due chiamate alla stessa funzione interferiranno. Una funzione può non
-essere rientrante se usa e modifica un oggetto che le viene fornito dal
-chiamante: due chiamate possono interferire se viene passato lo stesso
-oggetto.
-
-Le glibc mettono a disposizione due macro di compilatore \macro{\_REENTRANT} e
-\macro{\_THREAD\_SAFE} per assicurare che siano usate delle versioni rientranti
-delle funzioni di libreria.
+Si dice \textsl{rientrante} una funzione che può essere interrotta in
+qualunque punto della sua esecuzione ed essere chiamata una seconda volta da
+un altro thread di esecuzione senza che questo comporti nessun problema nella
+esecuzione della stessa. La problematica è comune nella programmazione
+multi-thread, ma si hanno gli stessi problemi quando si vogliono chiamare
+delle funzioni all'interno dei manipolatori dei segnali.
+
+Fintanto che una funzione opera soltanto con le variabili locali è rientrante;
+queste infatti vengono tutte le volte allocate nello stack, e un'altra
+invocazione non fa altro che allocarne un'altra copia. Una funzione può non
+essere rientrante quando opera su memoria che non è nello stack. Ad esempio
+una funzione non è mai rientrante se usa una variabile globale o statica.
+
+Nel caso invece la funzione operi su un oggetto allocato dinamicamente la cosa
+viene a dipendere da come avvengono le operazioni; se l'oggetto è creato ogni
+volta e ritornato indietro la funzione può essere rientrante, se invece esso
+viene individuato dalla funzione stessa due chiamate alla stessa funzione
+potranno interferire quando entrambe faranno riferimento allo stesso oggetto.
+Allo stesso modo una funzione può non essere rientrante se usa e modifica un
+oggetto che le viene fornito dal chiamante: due chiamate possono interferire
+se viene passato lo stesso oggetto; in tutti questi casi occorre molta cura da
+parte del programmatore.
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+In genere le funzioni di libreria non sono rientranti, molte di esse ad
+esempio utilizzano variabili statiche, le \acr{glibc} però mettono a
+disposizione due macro di compilatore, \macro{\_REENTRANT} e
+\macro{\_THREAD\_SAFE}, la cui definizione attiva le versioni rientranti di
+varie funzioni di libreria, che sono identificate aggiungendo il suffisso
+\func{\_r} al nome della versione normale.
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