X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=blobdiff_plain;f=prochand.tex;h=def38644e8c2370fcd94a0161766a631b0dd948e;hb=83de30b430dcc90d2c7799d461974353343caadd;hp=ef6c064a0552dcbfa657378321a7ce663b38fbfb;hpb=682ed599d14547e67301b35fba26c3a1cf9a39f7;p=gapil.git diff --git a/prochand.tex b/prochand.tex index ef6c064..def3864 100644 --- a/prochand.tex +++ b/prochand.tex @@ -377,6 +377,8 @@ periodo di attesa. Se eseguiamo il comando senza specificare attese (come si può notare in \texttt{\small 17--19} i valori di default specificano di non attendere), otterremo come output sul terminale: + +\footnotesize \begin{verbatim} [piccardi@selidor sources]$ ./forktest 3 Process 1963: forking 3 child @@ -393,6 +395,7 @@ Child 3, parent 1963, exiting Spawned 3 child, pid 1966 Go to next child \end{verbatim} %$ +\normalsize Esaminiamo questo risultato: una prima conclusione che si può trarre è non si può dire quale processo fra il padre ed il figlio venga eseguito per @@ -431,6 +434,8 @@ Un secondo aspetto molto importante nella creazione dei processi figli quello dell'interazione dei vari processi con i file; per illustrarlo meglio proviamo a redirigere su un file l'output del nostro programma di test, quello che otterremo è: + +\footnotesize \begin{verbatim} [piccardi@selidor sources]$ ./forktest 3 > output [piccardi@selidor sources]$ cat output @@ -457,6 +462,7 @@ Go to next child Spawned 3 child, pid 1970 Go to next child \end{verbatim} +\normalsize che come si vede è completamente diverso da quanto ottenevamo sul terminale. Il comportamento delle varie funzioni di interfaccia con i file è analizzato @@ -660,6 +666,8 @@ avr di terminazione. Come verifica di questo comportamento possiamo eseguire il comando \cmd{forktest} imponendo a ciascun processo figlio due secondi di attesa prima di uscire, il risultato è: + +\footnotesize \begin{verbatim} [piccardi@selidor sources]$ ./forktest -c2 3 Process 1972: forking 3 child @@ -676,6 +684,7 @@ Go to next child Child 2, parent 1, exiting Child 1, parent 1, exiting \end{verbatim} +\normalsize come si può notare in questo caso il processo padre si conclude prima dei figli, tornando alla shell, che stampa il prompt sul terminale: circa due secondi dopo viene stampato a video anche l'output dei tre figli che @@ -705,6 +714,8 @@ condizione: lanciamo il comando \cmd{forktest} in background, indicando al processo padre di aspettare 10 secondi prima di uscire; in questo caso, usando \cmd{ps} sullo stesso terminale (prima dello scadere dei 10 secondi) otterremo: + +\footnotesize \begin{verbatim} [piccardi@selidor sources]$ ps T PID TTY STAT TIME COMMAND @@ -715,6 +726,7 @@ otterremo: 571 pts/0 Z 0:00 [forktest ] 572 pts/0 R 0:00 ps T \end{verbatim} %$ +\normalsize e come si vede, dato che non si è fatto nulla per riceverne lo stato di terminazione, i tre processi figli sono ancora presenti pur essendosi conclusi, con lo stato di zombie e l'indicazione che sono stati terminati. @@ -816,6 +828,7 @@ base del valore specificato tramite la variabile \var{pid}, secondo lo specchietto riportato in \ntab: \begin{table}[!htb] \centering + \footnotesize \begin{tabular}[c]{|c|p{10cm}|} \hline \textbf{Valore} & \textbf{Significato}\\ @@ -1347,8 +1360,11 @@ servano di nuovo. Questo in Linux viene fatto usando altri due gruppi di identificatori, il \textit{saved} ed il \textit{filesystem}, analoghi ai precedenti. Il primo gruppo è lo stesso usato in SVr4, e previsto dallo standard POSIX quando è -definita la costante \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}, il secondo gruppo è -specifico di Linux e viene usato per migliorare la sicurezza con NFS. +definita la costante \macro{\_POSIX\_SAVED\_IDS}\footnote{in caso si abbia a + cuore la portabilità del programma su altri unix è buona norma controllare + sempre la disponibilità di queste funzioni controllando se questa costante è + definita}, il secondo gruppo è specifico di Linux e viene usato per +migliorare la sicurezza con NFS. Il \textit{saved user id} e il \textit{saved group id} sono copie dell'\textit{effective user id} e dell'\textit{effective group id} del @@ -1387,8 +1403,8 @@ seguono la sematica POSIX che prevede l'esistenza di \textit{saved user id} e \headdecl{unistd.h} \headdecl{sys/types.h} -\funcdecl{int setuid(uid\_t uid)} setta l' \textit{user ID} del processo -corrente. +\funcdecl{int setuid(uid\_t uid)} setta l'\textit{user ID} del processo +corrente. \funcdecl{int setgid(gid\_t gid)} setta il \textit{group ID} del processo corrente. @@ -1399,7 +1415,9 @@ l'unico errore possibile Il funzionamento di queste due funzioni è analogo, per cui considereremo solo la prima; la seconda si comporta esattamente allo stesso modo facendo -riferimento al \textit{group id} invece che all'\textit{user id}. +riferimento al \textit{group id} invece che all'\textit{user id}. Gli +eventuali \textit{supplementary group id} non vengono modificati da nessuna +delle funzioni che tratteremo in questa sezione. L'effetto della chiamata è diverso a seconda dei privilegi del processo; se @@ -1408,22 +1426,13 @@ sistema) allora tutti gli identificatatori (\textit{real}, \textit{effective} e \textit{saved}) vengono settati al valore specificato da \var{uid}, altrimenti viene settato solo l'\textit{effective user id}, e soltanto se il valore specificato corrisponde o al \textit{real user id} o al \textit{saved - user id}. Negli altri casi segnalato un errore (con \macro{EPERM}). + user id}. Negli altri casi viene segnalato un errore (con \macro{EPERM}). Come accennato l'uso principale di queste funzioni è quello di poter -consentire ad un programma con i bit \acr{suid} o \acr{sgid} settati, di +consentire ad un programma con i bit \acr{suid} o \acr{sgid} settati di riportare l'\textit{effective user id} a quello dell'utente che ha lanciato il -programma, per effettuare il lavoro che non necessita di privilegi aggiuntivi, -ed eventualmente tornare indietro. - -Occorre però tenere conto che tutto questo non è possibile nel caso di root, -in tal caso infatti l'esecuzione una \func{setuid} con un \textit{effective - user id} uguale a zero comporta il cambiamento di tutti gli identificatori -associati al processo rendendo impossibile riguadagnare i privilegi di -amministratore. Questo è l'uso che ne fa \cmd{login} una volta che crea una -nuova shell per l'utente, ma se si vuole cambiare soltanto l'\textit{effective - user id} occorre ricorrere ad altre funzioni (si veda ad esempio -\secref{sec:proc_seteuid}). +programma, effettuare il lavoro che non necessita di privilegi aggiuntivi, ed +eventualmente tornare indietro. Come esempio per chiarire dell'uso di queste funzioni prediamo quello con cui viene gestito l'accesso al file \file{/var/log/utmp}. In questo file viene @@ -1447,10 +1456,10 @@ situazione degli identificatori in questo modo, dato che l'\textit{effective group id} è quello giusto, il programma può accedere a \file{/var/log/utmp} in scrittura ed aggiornarlo, a questo punto il programma può eseguire una \func{setgid(getgid())} per settare -l'\textit{effective group id} a quello dell'utente (ed usando il \textit{real - group id} la funzione avrà successo), in questo modo non sarà possibile -lanciare dal terminale programmi che modificano detto file, in tal caso -infatti la situazione degli identificatori sarebbe: +l'\textit{effective group id} a quello dell'utente (e dato che il \textit{real + group id} corrisponde la funzione avrà successo), in questo modo non sarà +possibile lanciare dal terminale programmi che modificano detto file, in tal +caso infatti la situazione degli identificatori sarebbe: \begin{eqnarray*} \label{eq:2} \textit{real group id} &=& \textrm{\acr{gid} (invariato)} \\ @@ -1472,13 +1481,128 @@ avr \end{eqnarray*} consentendo l'accesso a \file{/var/log/utmp}. +Occorre però tenere conto che tutto questo non è possibile con un processo con +i privilegi di root, in tal caso infatti l'esecuzione una \func{setuid} +comporta il cambiamento di tutti gli identificatori associati al processo, +rendendo impossibile riguadagnare i privilegi di amministratore. Questo +comportamento è corretto per l'uso che ne fa \cmd{login} una volta che crea +una nuova shell per l'utente; ma quando si vuole cambiare soltanto +l'\textit{effective user id} del processo per cedere i privilegi occorre +ricorrere ad altre funzioni (si veda ad esempio \secref{sec:proc_seteuid}). + + +\subsection{Le funzioni \func{setreuid} e \func{setresuid}} +\label{sec:proc_setreuid} + +Queste due funzioni derivano da BSD che non supportando\footnote{almeno fino + alla versione 4.3+BSD TODO, verificare e aggiornare la nota} i \textit{saved + id} le usava per poter scambiare fra di loro effective e real id. I +prototipi sono: + +\begin{functions} +\headdecl{unistd.h} +\headdecl{sys/types.h} + +\funcdecl{int setreuid(uid\_t ruid, uid\_t euid)} setta il \textit{real user + ID} e l'\textit{effective user ID} del processo corrente ai valori +specificati da \var{ruid} e \var{euid}. + +\funcdecl{int setregid(gid\_t rgid, gid\_t egid)} setta il \textit{real group + ID} e l'\textit{effective group ID} del processo corrente ai valori +specificati da \var{rgid} e \var{egid}. + +Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento: +l'unico errore possibile è \macro{EPERM}. +\end{functions} + +I processi non privileguiati possono settare i \textit{real id} soltanto ai +valori dei loro \textit{effective id} o \textit{real id} e gli +\textit{effective id} ai valori dei loro \textit{real id}, \textit{effective + id} o \textit{saved id}; valori diversi comportano il fallimento della +chiamata; l'amministratore invece può specificare un valore qualunque. +Specificando un valore di -1 l'identificatore corrispondente viene lasciato +inalterato. + +Con queste funzione si possono scambiare fra loro \textit{real id} e +\textit{effective id}, e pertanto è possibile implementare un comportamento +simile a quello visto in precedenza per \func{setgid}, cedendo i privilegi con +un primo scambio, e recuperandoli, eseguito il lavoro non privilegiato, con un +secondo scambio. + +In questo caso però occorre porre molta attenzione quando si creano nuovi +processi nella fase intermedia in cui si sono scambiati gli identificatori, in +questo caso infatti essi avranno un \textit{real id} privilegiato, che dovrà +essere esplicitamente eliminato prima di porre in esecuzione un nuovo +programma (occorrerà cioè eseguire un'altra chiamata dopo la \func{fork}, e +prima della \func{exec} per uniformare i \textit{real id} agli +\textit{effective id}) in caso contrario quest'ultimo potrebbe a sua volta +effettuare uno scambio e riottenere privilegi non previsti. + +Lo stesso problema di propagazione dei privilegi ad eventuali processi figli +si porrebbe per i \textit{saved id}. Queste funzioni derivano da +un'implementazione che non ne prevede la presenza, e quindi non è possibile +usarle per correggere la situazione come nel caso precedente, per questo +motivo tutte le volte che uno degli identificatori viene modificato ad un +valore diverso dal precedente \textit{real id}, il \textit{saved id} viene +sempre settato al valore dell'\textit{effective id}. + + +\subsection{Le funzioni \func{setresuid} e \func{setresgid}} +\label{sec:proc_setresuid} + +Queste due funzioni sono una estensione introdotta in Linux dal kernel 2.1.44, +e permettono un completo controllo su tutti gli identificatori (\textit{real}, +\textit{effective} e \textit{saved}), i prototipi sono: + +\begin{functions} +\headdecl{unistd.h} +\headdecl{sys/types.h} + +\funcdecl{int setresuid(uid\_t ruid, uid\_t euid, uid\_t suid)} setta il +\textit{real user ID}, l'\textit{effective user ID} e il \textit{saved user + ID} del processo corrente ai valori specificati rispettivamente da +\var{ruid}, \var{euid} e \var{suid}. + +\funcdecl{int setresgid(gid\_t rgid, gid\_t egid, gid\_t sgid)} setta il +\textit{real group ID}, l'\textit{effective group ID} e il \textit{saved group + ID} del processo corrente ai valori specificati rispettivamente da +\var{rgid}, \var{egid} e \var{sgid}. + +Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento: +l'unico errore possibile è \macro{EPERM}. +\end{functions} + +I processi non privilegiati possono cambiare uno qualunque degli +identificatori usando uno qualunque dei valori correnti di \textit{real id}, +\textit{effective id} o \textit{saved id}, l'ammnistratore può specificare i +valori che vuole; un valore di -1 per un qualunque parametro lascia inalterato +l'dentificatore corrispondente. \subsection{Le funzioni \func{seteuid} e \func{setegid}} \label{sec:proc_seteuid} +Queste funzioni sono un'estensione allo standard POSIX.1 (ma sono comunque +supportate dalla maggior parte degli unix) e usate per cambiare gli +\textit{effective id}; i loro prototipi sono: + +\begin{functions} +\headdecl{unistd.h} +\headdecl{sys/types.h} + +\funcdecl{int seteuid(uid\_t uid)} setta l'\textit{effective user ID} del +processo corrente. + +\funcdecl{int setegid(gid\_t gid)} setta l'\textit{effective group ID} del +processo corrente. + +Le funzioni restituiscono 0 in caso di successo e -1 in caso di fallimento: +l'unico errore possibile è \macro{EPERM}. +\end{functions} + +Gli utenti normali possono settare l'\textit{effective id} solo al valore del +\textit{real id} o del \textit{saved id}, l'amministratore può specificare +qualunque valore. -\subsection{Le funzioni \func{setreuid} e \func{setresuid}} -\label{sec:proc_setreuid} \subsection{Le funzioni \func{setfsuid} e \func{setfsgid}}