X-Git-Url: https://gapil.gnulinux.it/gitweb/?a=blobdiff_plain;f=fileintro.tex;h=628ab8a02d9d551c0cba40d2477bec3829cd3333;hb=1df343113e14ea885c3c3fdb985b2cb84230bd62;hp=129df40c8c1492295fbdcd40aa2111b7f71b70e4;hpb=c49e97bdcba8e4da8578d5a048a5764a622aff1e;p=gapil.git diff --git a/fileintro.tex b/fileintro.tex index 129df40..628ab8a 100644 --- a/fileintro.tex +++ b/fileintro.tex @@ -90,13 +90,13 @@ un'organizzazione ad albero inserendo nomi di directory in altre directory. Un file può essere indicato rispetto alla directory corrente semplicemente specificandone il nome\footnote{Il manuale delle \acr{glibc} chiama i nomi -contenuti nelle directory \textsl{componenti} (in inglese \textit{file name -components}), noi li chiameremo più semplicemente \textsl{nomi} o -\textsl{voci}.} da essa contenuto. All'interno dello stesso albero si + contenuti nelle directory \textsl{componenti} (in inglese \textit{file name + components}), noi li chiameremo più semplicemente \textsl{nomi} o + \textsl{voci}.} da essa contenuto. All'interno dello stesso albero si potranno poi inserire anche tutti gli altri oggetti visti attraverso -l'interfaccia che manipola i file come le fifo, i link, i socket\index{socket} -e gli stessi file di dispositivo \index{file!di~dispositivo} (questi ultimi, -per convenzione, sono inseriti nella directory \file{/dev}). +l'interfaccia che manipola i file come le fifo, i link, i socket e gli stessi +file di dispositivo \index{file!di~dispositivo} (questi ultimi, per +convenzione, sono inseriti nella directory \file{/dev}). Il nome completo di un file viene chiamato \textit{pathname} ed il procedimento con cui si individua il file a cui esso fa riferimento è chiamato @@ -143,19 +143,19 @@ la classificazione dei file (che in questo caso sono sempre file di dati) in base al loro contenuto, o tipo di accesso. Essa riguarda invece il tipo di oggetti; in particolare è da notare la presenza dei cosiddetti file speciali. Alcuni di essi, come le \textit{fifo} (che tratteremo in -sez.~\ref{sec:ipc_named_pipe}) ed i \textit{socket}\index{socket} (che -tratteremo in cap.~\ref{cha:socket_intro}) non sono altro che dei riferimenti -per utilizzare delle funzionalità di comunicazione fornite dal kernel. Gli -altri sono i \textsl{file di dispositivo}\index{file!di~dispositivo} (o -\textit{device file}) che costituiscono una interfaccia diretta per leggere e -scrivere sui dispositivi fisici; essi vengono suddivisi in due grandi -categorie, \textsl{a blocchi} e \textsl{a caratteri} a seconda delle modalità -in cui il dispositivo sottostante effettua le operazioni di I/O.\footnote{in - sostanza i dispositivi a blocchi (ad esempio i dischi) corrispondono a - periferiche per le quali è richiesto che l'I/O venga effettuato per blocchi - di dati di dimensioni fissate (ad esempio le dimensioni di un settore), - mentre nei dispositivi a caratteri l'I/O viene effettuato senza nessuna - particolare struttura.} +sez.~\ref{sec:ipc_named_pipe}) ed i \textit{socket} (che tratteremo in +cap.~\ref{cha:socket_intro}) non sono altro che dei riferimenti per utilizzare +delle funzionalità di comunicazione fornite dal kernel. Gli altri sono i +\textsl{file di dispositivo} \index{file!di~dispositivo} (o \textit{device + file}) che costituiscono una interfaccia diretta per leggere e scrivere sui +dispositivi fisici; essi vengono suddivisi in due grandi categorie, \textsl{a + blocchi} e \textsl{a caratteri} a seconda delle modalità in cui il +dispositivo sottostante effettua le operazioni di I/O.\footnote{in sostanza i + dispositivi a blocchi (ad esempio i dischi) corrispondono a periferiche per + le quali è richiesto che l'I/O venga effettuato per blocchi di dati di + dimensioni fissate (ad esempio le dimensioni di un settore), mentre nei + dispositivi a caratteri l'I/O viene effettuato senza nessuna particolare + struttura.} \begin{table}[htb] \footnotesize @@ -179,7 +179,7 @@ in cui il dispositivo sottostante effettua le operazioni di I/O.\footnote{in \textit{fifo} & ``\textsl{coda}'' & un file speciale che identifica una linea di comunicazione software unidirezionale (vedi sez.~\ref{sec:ipc_named_pipe}).\\ - \textit{socket}\index{socket} & ``\textsl{presa}''& + \textit{socket} & ``\textsl{presa}''& un file speciale che identifica una linea di comunicazione software bidirezionale (vedi cap.~\ref{cha:socket_intro}) \\ \hline @@ -264,15 +264,14 @@ utilizzando il tipo \ctyp{FILE *}. L'interfaccia \file{stdio.h}. Entrambe le interfacce possono essere usate per l'accesso ai file come agli -altri oggetti del VFS (fifo, socket\index{socket}, dispositivi, sui quali -torneremo in dettaglio a tempo opportuno), ma per poter accedere alle -operazioni di controllo (descritte in sez.~\ref{sec:file_fcntl} e -sez.~\ref{sec:file_ioctl}) su un qualunque tipo di oggetto del VFS occorre -usare l'interfaccia standard di Unix con i \textit{file descriptor}. Allo -stesso modo devono essere usati i \textit{file descriptor} -\index{file!descriptor} se si vuole ricorrere a modalità speciali di I/O come -il \textit{file locking}\index{file!locking} o l'I/O non-bloccante (vedi -cap.~\ref{cha:file_advanced}). +altri oggetti del VFS (fifo, socket, dispositivi, sui quali torneremo in +dettaglio a tempo opportuno), ma per poter accedere alle operazioni di +controllo (descritte in sez.~\ref{sec:file_fcntl} e sez.~\ref{sec:file_ioctl}) +su un qualunque tipo di oggetto del VFS occorre usare l'interfaccia standard +di Unix con i \textit{file descriptor}. Allo stesso modo devono essere usati i +\textit{file descriptor} \index{file!descriptor} se si vuole ricorrere a +modalità speciali di I/O come il \textit{file locking}\index{file!locking} o +l'I/O non-bloccante (vedi cap.~\ref{cha:file_advanced}). Gli \textit{stream} forniscono un'interfaccia di alto livello costruita sopra quella dei \textit{file descriptor}, che permette di poter scegliere tra @@ -663,8 +662,6 @@ lunghezza, secondo lo schema in fig.~\ref{fig:file_ext2_dirs}; in questo modo caratteri) senza sprecare spazio disco. - - %%% Local Variables: %%% mode: latex %%% TeX-master: "gapil"