1 \chapter{La gestione avanzata dei processi}
2 \label{cha:proc_advanced}
4 In questo capitolo affronteremo gli argomenti relativi alla gestione avanzata
5 dei processi. Inizieremo con le funzioni che attengono alla gestione avanzata
6 della sicurezza, passando poi a quelle relative all'analisi ed al controllo
7 dell'esecuzione, e alle funzioni per le modalità avanzate di creazione dei
8 processi e l'uso dei cosiddetti \textit{namespace}. Infine affronteremo le
9 \textit{sytem call} attinenti ad una serie di funzionalità specialistiche come
10 la gestione della virgola mobile, le porte di I/O ecc.
12 \section{La gestione avanzata della sicurezza}
13 \label{sec:process_security}
15 Tratteremo in questa sezione le funzionalità più avanzate relative alla
16 gestione della sicurezza ed il controllo degli accessi all'interno dei
17 processi, a partire dalle \textit{capabilities} e dalle funzionalità del
18 cosiddetto \textit{Secure Computing}. Esamineremo inoltre le altre
19 funzionalità relative alla sicurezza come la gestione delle chiavi
20 crittografiche e varie estensioni e funzionalità disponibili su questo
24 \subsection{La gestione delle \textit{capabilities}}
25 \label{sec:proc_capabilities}
27 \itindbeg{capabilities}
29 Come accennato in sez.~\ref{sec:proc_access_id} l'architettura classica della
30 gestione dei privilegi in un sistema unix-like ha il sostanziale problema di
31 fornire all'amministratore dei poteri troppo ampi, il che comporta che anche
32 quando si siano predisposte delle misure di protezione per in essere in grado
33 di difendersi dagli effetti di una eventuale compromissione del sistema (come
34 montare un filesystem in sola lettura per impedirne modifiche, o marcare un
35 file come immutabile) una volta che questa sia stata effettuata e si siano
36 ottenuti i privilegi di amministratore, queste misure potranno essere comunque
37 rimosse (nei casi elencati nella precedente nota si potrà sempre rimontare il
38 sistema in lettura-scrittura, o togliere l'attributo di immutabilità).
40 Il problema consiste nel fatto che nell'architettura tradizionale di un
41 sistema unix-like i controlli di accesso sono basati su un solo livello di
42 separazione: per i processi normali essi sono posti in atto, mentre per i
43 processi con i privilegi di amministratore essi non vengono neppure eseguiti.
44 Per questo motivo non era previsto alcun modo per evitare che un processo con
45 diritti di amministratore non potesse eseguire certe operazioni, o per cedere
46 definitivamente alcuni privilegi da un certo momento in poi.
48 Per risolvere questo problema sono possibili varie soluzioni, ad esempio dai
49 kernel della serie 2.5 è stata introdotta la struttura dei
50 \itindex{Linux~Security~Modules~(LSM)} \textit{Linux Security Modules} che han
51 permesso di aggiungere varie forme di \itindex{Mandatory~Access~Control~(DAC)}
52 \textit{Mandatory Access Control} (MAC), in cui si potessero parcellizzare e
53 controllare nei minimi dettagli tutti i privilegi e le modalità in cui questi
54 possono essere usati dai programmi e trasferiti agli utenti, con la creazione
55 di varie estensioni (come \textit{SELinux}, \textit{Smack}, \textit{Tomoyo},
56 \textit{AppArmor}) che consentono di superare l'architettura tradizionale dei
57 permessi basati sul modello classico del controllo di accesso chiamato
58 \itindex{Discrectionary~Access~Control~(DAC)} \textit{Discrectionary Access
61 Ma già in precedenza, a partire dai kernel della serie 2.2, era stato
62 introdotto un meccanismo, detto \textit{capabilities}, per consentire di
63 suddividere i vari privilegi tradizionalmente associati all'amministratore in
64 un insieme di \textsl{capacità} distinte. L'idea era che queste capacità
65 potessero essere abilitate e disabilitate in maniera indipendente per ciascun
66 processo con privilegi di amministratore, permettendo così una granularità
67 molto più fine nella distribuzione degli stessi, che evitasse la situazione
68 originaria di ``\textsl{tutto o nulla}''.
70 \itindbeg{file~capabilities}
72 Il meccanismo completo delle \textit{capabilities} (l'implementazione si rifà
73 ad una bozza di quello che doveva diventare lo standard POSIX.1e, poi
74 abbandonato) prevede inoltre la possibilità di associare le stesse ai singoli
75 file eseguibili, in modo da poter stabilire quali capacità possono essere
76 utilizzate quando viene messo in esecuzione uno specifico programma; ma il
77 supporto per questa funzionalità, chiamata \textit{file capabilities}, è stato
78 introdotto soltanto a partire dal kernel 2.6.24. Fino ad allora doveva essere
79 il programma stesso ad eseguire una riduzione esplicita delle sue capacità,
80 cosa che ha reso l'uso di questa funzionalità poco diffuso, vista la presenza
81 di meccanismi alternativi per ottenere limitazioni delle capacità
82 dell'amministratore a livello di sistema operativo, come \textit{SELinux}.
84 Con questo supporto e con le ulteriori modifiche introdotte con il kernel
85 2.6.25 il meccanismo delle \textit{capabilities} è stato totalmente
86 rivoluzionato, rendendolo più aderente alle intenzioni originali dello
87 standard POSIX, rimuovendo il significato che fino ad allora aveva avuto la
88 capacità \const{CAP\_SETPCAP}, e cambiando le modalità di funzionamento del
89 cosiddetto \textit{capabilities bounding set}. Ulteriori modifiche sono state
90 apportate con il kernel 2.6.26 per consentire la rimozione non ripristinabile
91 dei privilegi di amministratore. Questo fa sì che il significato ed il
92 comportamento del kernel finisca per dipendere dalla versione dello stesso e
93 dal fatto che le nuove \textit{file capabilities} siano abilitate o meno. Per
94 capire meglio la situazione e cosa è cambiato conviene allora spiegare con
95 maggiori dettagli come funziona il meccanismo delle \textit{capabilities}.
97 Il primo passo per frazionare i privilegi garantiti all'amministratore,
98 supportato fin dalla introduzione iniziale del kernel 2.2, è stato quello in
99 cui a ciascun processo sono stati associati tre distinti insiemi di
100 \textit{capabilities}, denominati rispettivamente \textit{permitted},
101 \textit{inheritable} ed \textit{effective}. Questi insiemi vengono mantenuti
102 in forma di tre diverse maschere binarie,\footnote{il kernel li mantiene, come
103 i vari identificatori di sez.~\ref{sec:proc_setuid}, all'interno della
104 \texttt{task\_struct} di ciascun processo (vedi
105 fig.~\ref{fig:proc_task_struct}), nei tre campi \texttt{cap\_effective},
106 \texttt{cap\_inheritable}, \texttt{cap\_permitted} del tipo
107 \texttt{kernel\_cap\_t}; questo era, fino al kernel 2.6.25 definito come
108 intero a 32 bit per un massimo di 32 \textit{capabilities} distinte,
109 attualmente è stato aggiornato ad un vettore in grado di mantenerne fino a
110 64.} in cui ciascun bit corrisponde ad una capacità diversa.
112 L'utilizzo di tre distinti insiemi serve a fornire una interfaccia flessibile
113 per l'uso delle \textit{capabilities}, con scopi analoghi a quelli per cui
114 sono mantenuti i diversi insiemi di identificatori di
115 sez.~\ref{sec:proc_setuid}; il loro significato, che è rimasto sostanzialmente
116 lo stesso anche dopo le modifiche seguite alla introduzione delle
117 \textit{file capabilities} è il seguente:
118 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.1cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
119 \item[\textit{permitted}] l'insieme delle \textit{capabilities}
120 ``\textsl{permesse}'', cioè l'insieme di quelle capacità che un processo
121 \textsl{può} impostare come \textsl{effettive} o come
122 \textsl{ereditabili}. Se un processo cancella una capacità da questo insieme
123 non potrà più riassumerla.\footnote{questo nei casi ordinari, sono
124 previste però una serie di eccezioni, dipendenti anche dal tipo di
125 supporto, che vedremo meglio in seguito dato il notevole intreccio nella
127 \item[\textit{inheritable}] l'insieme delle \textit{capabilities}
128 ``\textsl{ereditabili}'', cioè di quelle che verranno trasmesse come insieme
129 delle \textsl{permesse} ad un nuovo programma eseguito attraverso una
130 chiamata ad \func{exec}.
131 \item[\textit{effective}] l'insieme delle \textit{capabilities}
132 ``\textsl{effettive}'', cioè di quelle che vengono effettivamente usate dal
133 kernel quando deve eseguire il controllo di accesso per le varie operazioni
134 compiute dal processo.
135 \label{sec:capabilities_set}
138 Con l'introduzione delle \textit{file capabilities} sono stati introdotti
139 altri tre insiemi associabili a ciascun file.\footnote{la realizzazione viene
140 eseguita con l'uso di uno specifico attributo esteso,
141 \texttt{security.capability}, la cui modifica è riservata, (come illustrato
142 in sez.~\ref{sec:file_xattr}) ai processi dotato della capacità
143 \const{CAP\_SYS\_ADMIN}.} Le \textit{file capabilities} hanno effetto
144 soltanto quando il file che le porta viene eseguito come programma con una
145 \func{exec}, e forniscono un meccanismo che consente l'esecuzione dello stesso
146 con maggiori privilegi; in sostanza sono una sorta di estensione del
147 \acr{suid} bit limitato ai privilegi di amministratore. Anche questi tre
148 insiemi sono identificati con gli stessi nomi di quello dei processi, ma il
149 loro significato è diverso:
150 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{2.1cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
151 \item[\textit{permitted}] (chiamato originariamente \textit{forced}) l'insieme
152 delle capacità che con l'esecuzione del programma verranno aggiunte alle
153 capacità \textsl{permesse} del processo.
154 \item[\textit{inheritable}] (chiamato originariamente \textit{allowed})
155 l'insieme delle capacità che con l'esecuzione del programma possono essere
156 ereditate dal processo originario (che cioè non vengono tolte
157 dall'\textit{inheritable set} del processo originale all'esecuzione di
159 \item[\textit{effective}] in questo caso non si tratta di un insieme ma di un
160 unico valore logico; se attivo all'esecuzione del programma tutte le
161 capacità che risulterebbero \textsl{permesse} verranno pure attivate,
162 inserendole automaticamente nelle \textsl{effettive}, se disattivato nessuna
163 capacità verrà attivata (cioè l'\textit{effective set} resterà vuoto).
166 \itindbeg{capabilities~bounding~set}
168 Infine come accennato, esiste un ulteriore insieme, chiamato
169 \textit{capabilities bounding set}, il cui scopo è quello di costituire un
170 limite alle capacità che possono essere attivate per un programma. Il suo
171 funzionamento però è stato notevolmente modificato con l'introduzione delle
172 \textit{file capabilities} e si deve pertanto prendere in considerazione una
173 casistica assai complessa.
175 Per i kernel fino al 2.6.25, o se non si attiva il supporto per le
176 \textit{file capabilities}, il \textit{capabilities bounding set} è un
177 parametro generale di sistema, il cui valore viene riportato nel file
178 \sysctlfiled{kernel/cap-bound}. Il suo valore iniziale è definito in sede di
179 compilazione del kernel, e da sempre ha previsto come default la presenza di
180 tutte le \textit{capabilities} eccetto \const{CAP\_SETPCAP}. In questa
181 situazione solo il primo processo eseguito nel sistema (quello con
182 \textsl{pid} 1, di norma \texttt{/sbin/init}) ha la possibilità di
183 modificarlo; ogni processo eseguito successivamente, se dotato dei privilegi
184 di amministratore, è in grado soltanto di rimuovere una delle
185 \textit{capabilities} già presenti dell'insieme.\footnote{per essere precisi
186 occorre la capacità \const{CAP\_SYS\_MODULE}.}
188 In questo caso l'effetto complessivo del \textit{capabilities bounding set} è
189 che solo le capacità in esso presenti possono essere trasmesse ad un altro
190 programma attraverso una \func{exec}. Questo in sostanza significa che se un
191 qualunque programma elimina da esso una capacità, considerato che
192 \texttt{init} (almeno nelle versioni ordinarie) non supporta la reimpostazione
193 del \textit{bounding set}, questa non sarà più disponibile per nessun processo
194 a meno di un riavvio, eliminando così in forma definitiva quella capacità per
195 tutti, compreso l'amministratore.\footnote{la qual cosa, visto il default
196 usato per il \textit{capabilities bounding set}, significa anche che
197 \const{CAP\_SETPCAP} non è stata praticamente mai usata nella sua forma
200 Con il kernel 2.6.25 e le \textit{file capabilities} il \textit{bounding set}
201 è diventato una proprietà di ciascun processo, che viene propagata invariata
202 sia attraverso una \func{fork} che una \func{exec}. In questo caso il file
203 \sysctlfile{kernel/cap-bound} non esiste e \texttt{init} non ha nessun
204 ruolo speciale, inoltre in questo caso all'avvio il valore iniziale prevede la
205 presenza di tutte le capacità (compresa \const{CAP\_SETPCAP}).
207 Con questo nuovo meccanismo il \textit{bounding set} continua a ricoprire un
208 ruolo analogo al precedente nel passaggio attraverso una \func{exec}, come
209 limite alle capacità che possono essere aggiunte al processo in quanto
210 presenti nel \textit{permitted set} del programma messo in esecuzione, in
211 sostanza il nuovo programma eseguito potrà ricevere una capacità presente nel
212 suo \textit{permitted set} (quello del file) solo se questa è anche nel
213 \textit{bounding set} (del processo). In questo modo si possono rimuovere
214 definitivamente certe capacità da un processo, anche qualora questo dovesse
215 eseguire un programma privilegiato che prevede di riassegnarle.
217 Si tenga presente però che in questo caso il \textit{bounding set} blocca
218 esclusivamente le capacità indicate nel \textit{permitted set} del programma
219 che verrebbero attivate in caso di esecuzione, e non quelle eventualmente già
220 presenti nell'\textit{inheritable set} del processo (ad esempio perché
221 presenti prima di averle rimosse dal \textit{bounding set}). In questo caso
222 eseguendo un programma che abbia anche lui dette capacità nel suo
223 \textit{inheritable set} queste verrebbero assegnate.
225 In questa seconda versione inoltre il \textit{bounding set} costituisce anche
226 un limite per le capacità che possono essere aggiunte all'\textit{inheritable
227 set} del processo stesso con \func{capset}, sempre nel senso che queste
228 devono essere presenti nel \textit{bounding set} oltre che nel
229 \textit{permitted set} del processo. Questo limite vale anche per processi con
230 i privilegi di amministratore,\footnote{si tratta sempre di avere la
231 \textit{capability} \const{CAP\_SETPCAP}.} per i quali invece non vale la
232 condizione che le \textit{capabilities} da aggiungere nell'\textit{inheritable
233 set} debbano essere presenti nel proprio \textit{permitted set}.\footnote{lo
234 scopo anche in questo caso è ottenere una rimozione definitiva della
235 possibilità di passare una capacità rimossa dal \textit{bounding set}.}
237 Come si può notare per fare ricorso alle \textit{capabilities} occorre
238 comunque farsi carico di una notevole complessità di gestione, aggravata dalla
239 presenza di una radicale modifica del loro funzionamento con l'introduzione
240 delle \textit{file capabilities}. Considerato che il meccanismo originale era
241 incompleto e decisamente problematico nel caso di programmi che non ne
242 sapessero tener conto,\footnote{il problema di sicurezza originante da questa
243 caratteristica venne alla ribalta con \texttt{sendmail}, in cui, riuscendo a
244 rimuovere \const{CAP\_SETGID} dall'\textit{inheritable set} di un processo,
245 si ottenne di far fallire \func{setuid} in maniera inaspettata per il
246 programma (che aspettandosi sempre il successo della funzione non ne
247 controllava lo stato di uscita) con la conseguenza di fargli fare come
248 amministratore operazioni che altrimenti sarebbero state eseguite, senza
249 poter apportare danni, da utente normale.} ci soffermeremo solo sulla
250 implementazione completa presente a partire dal kernel 2.6.25, tralasciando
251 ulteriori dettagli riguardo la versione precedente.
253 Riassumendo le regole finora illustrate tutte le \textit{capabilities} vengono
254 ereditate senza modifiche attraverso una \func{fork} mentre, indicati con
255 \texttt{orig\_*} i valori degli insiemi del processo chiamante, con
256 \texttt{file\_*} quelli del file eseguito e con \texttt{bound\_set} il
257 \textit{capabilities bounding set}, dopo l'invocazione di \func{exec} il
258 processo otterrà dei nuovi insiemi di capacità \texttt{new\_*} secondo la
259 formula espressa dal seguente pseudo-codice C:
261 \includecodesnip{listati/cap-results.c}
263 % \begin{figure}[!htbp]
264 % \footnotesize \centering
265 % \begin{minipage}[c]{12cm}
266 % \includecodesnip{listati/cap-results.c}
268 % \caption{Espressione della modifica delle \textit{capabilities} attraverso
270 % \label{fig:cap_across_exec}
273 \noindent e si noti come in particolare il \textit{capabilities bounding set}
274 non venga comunque modificato e resti lo stesso sia attraverso una \func{fork}
275 che attraverso una \func{exec}.
278 \itindend{capabilities~bounding~set}
280 A queste regole se ne aggiungono delle altre che servono a riprodurre il
281 comportamento tradizionale di un sistema unix-like in tutta una serie di
282 circostanze. La prima di queste è relativa a quello che avviene quando si
283 esegue un file senza \textit{capabilities}; se infatti si considerasse questo
284 equivalente al non averne assegnata alcuna, non essendo presenti capacità né
285 nel \textit{permitted set} né nell'\textit{inheritable set} del file,
286 nell'esecuzione di un qualunque programma l'amministratore perderebbe tutti i
287 privilegi originali dal processo.
289 Per questo motivo se un programma senza \textit{capabilities} assegnate viene
290 eseguito da un processo con \ids{UID} reale 0, esso verrà trattato come
291 se tanto il \textit{permitted set} che l'\textit{inheritable set} fossero con
292 tutte le \textit{capabilities} abilitate, con l'\textit{effective set} attivo,
293 col risultato di fornire comunque al processo tutte le capacità presenti nel
294 proprio \textit{bounding set}. Lo stesso avviene quando l'eseguibile ha attivo
295 il \acr{suid} bit ed appartiene all'amministratore, in entrambi i casi si
296 riesce così a riottenere il comportamento classico di un sistema unix-like.
298 Una seconda circostanza è quella relativa a cosa succede alle
299 \textit{capabilities} di un processo nelle possibili transizioni da \ids{UID}
300 nullo a \ids{UID} non nullo o viceversa (corrispondenti rispettivamente a
301 cedere o riottenere i privilegi di amministratore) che si possono effettuare
302 con le varie funzioni viste in sez.~\ref{sec:proc_setuid}. In questo caso la
303 casistica è di nuovo alquanto complessa, considerata anche la presenza dei
304 diversi gruppi di identificatori illustrati in tab.~\ref{tab:proc_uid_gid}, si
307 \item se si passa da \ids{UID} effettivo nullo a non nullo
308 l'\textit{effective set} del processo viene totalmente azzerato, se
309 viceversa si passa da \ids{UID} effettivo non nullo a nullo il
310 \textit{permitted set} viene copiato nell'\textit{effective set};
311 \item se si passa da \textit{file system} \ids{UID} nullo a non nullo verranno
312 cancellate dall'\textit{effective set} del processo tutte le capacità
313 attinenti i file, e cioè \const{CAP\_LINUX\_IMMUTABLE}, \const{CAP\_MKNOD},
314 \const{CAP\_DAC\_OVERRIDE}, \const{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH},
315 \const{CAP\_MAC\_OVERRIDE}, \const{CAP\_CHOWN}, \const{CAP\_FSETID} e
316 \const{CAP\_FOWNER} (le prime due a partire dal kernel 2.2.30), nella
317 transizione inversa verranno invece inserite nell'\textit{effective set}
318 quelle capacità della precedente lista che sono presenti nel suo
319 \textit{permitted set}.
320 \item se come risultato di una transizione riguardante gli identificativi dei
321 gruppi \textit{real}, \textit{saved} ed \textit{effective} in cui si passa
322 da una situazione in cui uno di questi era nullo ad una in cui sono tutti
323 non nulli,\footnote{in sostanza questo è il caso di quando si chiama
324 \func{setuid} per rimuovere definitivamente i privilegi di amministratore
325 da un processo.} verranno azzerati completamente sia il \textit{permitted
326 set} che l'\textit{effective set}.
328 \label{sec:capability-uid-transition}
330 La combinazione di tutte queste regole consente di riprodurre il comportamento
331 ordinario di un sistema di tipo Unix tradizionale, ma può risultare
332 problematica qualora si voglia passare ad una configurazione di sistema
333 totalmente basata sull'applicazione delle \textit{capabilities}; in tal caso
334 infatti basta ad esempio eseguire un programma con \acr{suid} bit di proprietà
335 dell'amministratore per far riottenere ad un processo tutte le capacità
336 presenti nel suo \textit{bounding set}, anche se si era avuta la cura di
337 cancellarle dal \textit{permitted set}.
339 \itindbeg{securebits}
341 Per questo motivo a partire dal kernel 2.6.26, se le \textit{file
342 capabilities} sono abilitate, ad ogni processo viene stata associata una
343 ulteriore maschera binaria, chiamata \textit{securebits flags}, su cui sono
344 mantenuti una serie di flag (vedi tab.~\ref{tab:securebits_values}) il cui
345 valore consente di modificare queste regole speciali che si applicano ai
346 processi con \ids{UID} nullo. La maschera viene sempre mantenuta
347 attraverso una \func{fork}, mentre attraverso una \func{exec} viene sempre
348 cancellato il flag \const{SECURE\_KEEP\_CAPS}.
353 \begin{tabular}{|l|p{10cm}|}
355 \textbf{Flag} & \textbf{Descrizione} \\
358 \constd{SECURE\_KEEP\_CAPS}&Il processo non subisce la cancellazione delle
359 sue \textit{capabilities} quando tutti i suoi
360 \ids{UID} passano ad un valore non
361 nullo (regola di compatibilità per il cambio
362 di \ids{UID} n.~3 del precedente
363 elenco), sostituisce il precedente uso
364 dell'operazione \const{PR\_SET\_KEEPCAPS} di
366 \constd{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP}&Il processo non subisce le modifiche
367 delle sue \textit{capabilities} nel passaggio
368 da nullo a non nullo degli \ids{UID}
369 dei gruppi \textit{effective} e
370 \textit{file system} (regole di compatibilità
371 per il cambio di \ids{UID} nn.~1 e 2 del
372 precedente elenco).\\
373 \constd{SECURE\_NOROOT} & Il processo non assume nessuna capacità
374 aggiuntiva quando esegue un programma, anche
375 se ha \ids{UID} nullo o il programma ha
376 il \acr{suid} bit attivo ed appartiene
377 all'amministratore (regola di compatibilità
378 per l'esecuzione di programmi senza
379 \textit{capabilities}).\\
382 \caption{Costanti identificative dei flag che compongono la maschera dei
383 \textit{securebits}.}
384 \label{tab:securebits_values}
387 A ciascuno dei flag di tab.~\ref{tab:securebits_values} è inoltre abbinato un
388 corrispondente flag di blocco, identificato da una costante omonima con
389 l'estensione \texttt{\_LOCKED}, la cui attivazione è irreversibile ed ha
390 l'effetto di rendere permanente l'impostazione corrente del corrispondente
391 flag ordinario; in sostanza con \constd{SECURE\_KEEP\_CAPS\_LOCKED} si rende
392 non più modificabile \const{SECURE\_KEEP\_CAPS}, ed analogamente avviene con
393 \constd{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP\_LOCKED} per
394 \const{SECURE\_NO\_SETUID\_FIXUP} e con \constd{SECURE\_NOROOT\_LOCKED} per
395 \const{SECURE\_NOROOT}.
397 Per l'impostazione di questi flag sono state predisposte due specifiche
398 operazioni di \func{prctl} (vedi sez.~\ref{sec:process_prctl}),
399 \const{PR\_GET\_SECUREBITS}, che consente di ottenerne il valore, e
400 \const{PR\_SET\_SECUREBITS}, che consente di modificarne il valore; per
401 quest'ultima sono comunque necessari i privilegi di amministratore ed in
402 particolare la capacità \const{CAP\_SETPCAP}. Prima dell'introduzione dei
403 \textit{securebits} era comunque possibile ottenere lo stesso effetto di
404 \const{SECURE\_KEEP\_CAPS} attraverso l'uso di un'altra operazione di
405 \func{prctl}, \const{PR\_SET\_KEEPCAPS}.
407 \itindend{securebits}
409 Oltre alla gestione dei \textit{securebits} la nuova versione delle
410 \textit{file capabilities} prevede l'uso di \func{prctl} anche per la gestione
411 del \textit{capabilities bounding set}, attraverso altre due operazioni
412 dedicate, \const{PR\_CAPBSET\_READ} per controllarne il valore e
413 \const{PR\_CAPBSET\_DROP} per modificarlo; quest'ultima di nuovo è una
414 operazione privilegiata che richiede la capacità \const{CAP\_SETPCAP} e che,
415 come indica chiaramente il nome, permette solo la rimozione di una
416 \textit{capability} dall'insieme; per i dettagli sull'uso di tutte queste
417 operazioni si rimanda alla rilettura di sez.~\ref{sec:process_prctl}.
419 \itindend{file~capabilities}
422 % NOTE per dati relativi al process capability bounding set, vedi:
423 % http://git.kernel.org/git/?p=linux/kernel/git/torvalds/linux-2.6.git;a=commit;h=3b7391de67da515c91f48aa371de77cb6cc5c07e
425 % NOTE riferimenti ai vari cambiamenti vedi:
426 % http://lwn.net/Articles/280279/
427 % http://lwn.net/Articles/256519/
428 % http://lwn.net/Articles/211883/
431 Un elenco delle \textit{capabilities} disponibili su Linux, con una breve
432 descrizione ed il nome delle costanti che le identificano, è riportato in
433 tab.~\ref{tab:proc_capabilities};\footnote{l'elenco presentato questa tabella,
434 ripreso dalla pagina di manuale (accessibile con \texttt{man capabilities})
435 e dalle definizioni in \texttt{include/linux/capabilities.h}, è aggiornato
436 al kernel 3.2.} la tabella è divisa in due parti, la prima riporta le
437 \textit{capabilities} previste anche nella bozza dello standard POSIX1.e, la
438 seconda quelle specifiche di Linux. Come si può notare dalla tabella alcune
439 \textit{capabilities} attengono a singole funzionalità e sono molto
440 specializzate, mentre altre hanno un campo di applicazione molto vasto, che è
441 opportuno dettagliare maggiormente.
446 \begin{tabular}{|l|p{10cm}|}
448 \textbf{Capacità}&\textbf{Descrizione}\\
452 % POSIX-draft defined capabilities.
454 \constd{CAP\_AUDIT\_CONTROL}& Abilitare e disabilitare il
455 controllo dell'auditing (dal kernel 2.6.11).\\
456 \constd{CAP\_AUDIT\_WRITE}&Scrivere dati nel giornale di
457 auditing del kernel (dal kernel 2.6.11).\\
458 % TODO verificare questa roba dell'auditing
459 \constd{CAP\_BLOCK\_SUSPEND}&Utilizzare funzionalità che possono bloccare
460 la sospensione del sistema (dal kernel 3.5).\\
461 \constd{CAP\_CHOWN} & Cambiare proprietario e gruppo
462 proprietario di un file (vedi
463 sez.~\ref{sec:file_ownership_management}).\\
464 \constd{CAP\_DAC\_OVERRIDE}& Evitare il controllo dei
465 permessi di lettura, scrittura ed esecuzione dei
466 file, (vedi sez.~\ref{sec:file_access_control}).\\
467 \constd{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH}& Evitare il controllo dei
468 permessi di lettura ed esecuzione per
470 sez.~\ref{sec:file_access_control}).\\
471 \const{CAP\_FOWNER} & Evitare il controllo della proprietà di un file
472 per tutte le operazioni privilegiate non coperte
473 dalle precedenti \const{CAP\_DAC\_OVERRIDE} e
474 \const{CAP\_DAC\_READ\_SEARCH}.\\
475 \constd{CAP\_FSETID} & Evitare la cancellazione automatica dei bit
476 \acr{suid} e \acr{sgid} quando un file
477 per i quali sono impostati viene modificato da
478 un processo senza questa capacità e la capacità
479 di impostare il bit \acr{sgid} su un file anche
480 quando questo è relativo ad un gruppo cui non si
482 sez.~\ref{sec:file_perm_management}).\\
483 \constd{CAP\_KILL} & Mandare segnali a qualunque
484 processo (vedi sez.~\ref{sec:sig_kill_raise}).\\
485 \constd{CAP\_SETFCAP} & Impostare le \textit{capabilities} di un file
486 (dal kernel 2.6.24).\\
487 \constd{CAP\_SETGID} & Manipolare i group ID dei
488 processi, sia il principale che i supplementari,
489 (vedi sez.~\ref{sec:proc_setgroups}) che quelli
490 trasmessi tramite i socket \textit{unix domain}
491 (vedi sez.~\ref{sec:unix_socket}).\\
492 \constd{CAP\_SETUID} & Manipolare gli user ID del
493 processo (vedi sez.~\ref{sec:proc_setuid}) e di
494 trasmettere un user ID arbitrario nel passaggio
495 delle credenziali coi socket \textit{unix
496 domain} (vedi sez.~\ref{sec:unix_socket}).\\
498 % Linux specific capabilities
501 \constd{CAP\_IPC\_LOCK} & Effettuare il \textit{memory locking} con le
502 funzioni \func{mlock}, \func{mlockall},
503 \func{shmctl}, \func{mmap} (vedi
504 sez.~\ref{sec:proc_mem_lock} e
505 sez.~\ref{sec:file_memory_map}). \\
506 % TODO verificare l'interazione con SHM_HUGETLB
507 \constd{CAP\_IPC\_OWNER}& Evitare il controllo dei permessi
508 per le operazioni sugli oggetti di
509 intercomunicazione fra processi (vedi
510 sez.~\ref{sec:ipc_sysv}).\\
511 \constd{CAP\_LEASE} & Creare dei \textit{file lease} (vedi
512 sez.~\ref{sec:file_asyncronous_lease})
513 pur non essendo proprietari del file (dal kernel
515 \constd{CAP\_LINUX\_IMMUTABLE}& Impostare sui file gli attributi
516 \textit{immutable} e \textit{append-only} (vedi
517 sez.~\ref{sec:file_perm_overview}) se
519 \constd{CAP\_MAC\_ADMIN}& Amministrare il \textit{Mandatory
520 Access Control} di \textit{Smack} (dal kernel
522 \constd{CAP\_MAC\_OVERRIDE}& Evitare il \textit{Mandatory
523 Access Control} di \textit{Smack} (dal kernel
525 \constd{CAP\_MKNOD} & Creare file di dispositivo con \func{mknod} (vedi
526 sez.~\ref{sec:file_mknod}) (dal kernel 2.4).\\
527 \const{CAP\_NET\_ADMIN} & Eseguire alcune operazioni
528 privilegiate sulla rete.\\
529 \constd{CAP\_NET\_BIND\_SERVICE}& Porsi in ascolto su porte riservate (vedi
530 sez.~\ref{sec:TCP_func_bind}).\\
531 \constd{CAP\_NET\_BROADCAST}& Consentire l'uso di socket in
532 \textit{broadcast} e \textit{multicast}.\\
533 \constd{CAP\_NET\_RAW} & Usare socket \texttt{RAW} e \texttt{PACKET}
534 (vedi sez.~\ref{sec:sock_type}).\\
535 \const{CAP\_SETPCAP} & Effettuare modifiche privilegiate alle
536 \textit{capabilities}.\\
537 \const{CAP\_SYS\_ADMIN} & Eseguire una serie di compiti amministrativi.\\
538 \constd{CAP\_SYS\_BOOT} & Eseguire un riavvio del sistema (vedi
539 sez.~\ref{sec:sys_reboot}).\\
540 \constd{CAP\_SYS\_CHROOT}& Eseguire la funzione \func{chroot} (vedi
541 sez.~\ref{sec:file_chroot}).\\
542 \constd{CAP\_SYS\_MODULE}& Caricare e rimuovere moduli del kernel.\\
543 \const{CAP\_SYS\_NICE} & Modificare le varie priorità dei processi (vedi
544 sez.~\ref{sec:proc_priority}).\\
545 \constd{CAP\_SYS\_PACCT}& Usare le funzioni di \textit{accounting} dei
547 sez.~\ref{sec:sys_bsd_accounting}).\\
548 \constd{CAP\_SYS\_PTRACE}& La capacità di tracciare qualunque processo con
550 sez.~\ref{sec:process_ptrace}).\\
551 \constd{CAP\_SYS\_RAWIO}& Operare sulle porte di I/O con \func{ioperm} e
553 sez.~\ref{sec:process_io_port}).\\
554 \const{CAP\_SYS\_RESOURCE}& Superare le varie limitazioni sulle risorse.\\
555 \constd{CAP\_SYS\_TIME} & Modificare il tempo di sistema (vedi
556 sez.~\ref{sec:sys_time}).\\
557 \constd{CAP\_SYS\_TTY\_CONFIG}&Simulare un \textit{hangup} della console,
558 con la funzione \func{vhangup}.\\
559 \constd{CAP\_SYSLOG} & Gestire il buffer dei messaggi
560 del kernel, (vedi sez.~\ref{sec:sess_daemon}),
561 introdotta dal kernel 2.6.38 come capacità
562 separata da \const{CAP\_SYS\_ADMIN}.\\
563 \constd{CAP\_WAKE\_ALARM}&Usare i timer di tipo
564 \const{CLOCK\_BOOTTIME\_ALARM} e
565 \const{CLOCK\_REALTIME\_ALARM}, vedi
566 sez.~\ref{sec:sig_timer_adv} (dal kernel 3.0).\\
569 \caption{Le costanti che identificano le \textit{capabilities} presenti nel
571 \label{tab:proc_capabilities}
574 \constbeg{CAP\_SETPCAP}
576 Prima di dettagliare il significato della capacità più generiche, conviene
577 però dedicare un discorso a parte a \const{CAP\_SETPCAP}, il cui significato è
578 stato completamente cambiato con l'introduzione delle \textit{file
579 capabilities} nel kernel 2.6.24. In precedenza questa capacità era quella
580 che permetteva al processo che la possedeva di impostare o rimuovere le
581 \textit{capabilities} presenti nel suo \textit{permitted set} su un qualunque
582 altro processo. In realtà questo non è mai stato l'uso inteso nelle bozze
583 dallo standard POSIX, ed inoltre, come si è già accennato, dato che questa
584 capacità è sempre stata assente (a meno di specifiche ricompilazioni del
585 kernel) nel \textit{capabilities bounding set} usato di default, essa non è
586 neanche mai stata realmente disponibile.
588 Con l'introduzione \textit{file capabilities} e il cambiamento del significato
589 del \textit{capabilities bounding set} la possibilità di modificare le
590 capacità di altri processi è stata completamente rimossa, e
591 \const{CAP\_SETPCAP} ha acquisito quello che avrebbe dovuto essere il suo
592 significato originario, e cioè la capacità del processo di poter inserire nel
593 suo \textit{inheritable set} qualunque capacità presente nel \textit{bounding
594 set}. Oltre a questo la disponibilità di \const{CAP\_SETPCAP} consente ad un
595 processo di eliminare una capacità dal proprio \textit{bounding set} (con la
596 conseguente impossibilità successiva di eseguire programmi con quella
597 capacità), o di impostare i \textit{securebits} delle \textit{capabilities}.
599 \constend{CAP\_SETPCAP}
600 \constbeg{CAP\_FOWNER}
602 La prima fra le capacità ``\textsl{ampie}'' che occorre dettagliare
603 maggiormente è \const{CAP\_FOWNER}, che rimuove le restrizioni poste ad un
604 processo che non ha la proprietà di un file in un vasto campo di
605 operazioni;\footnote{vale a dire la richiesta che l'\ids{UID} effettivo del
606 processo (o meglio l'\ids{UID} di filesystem, vedi
607 sez.~\ref{sec:proc_setuid}) coincida con quello del proprietario.} queste
608 comprendono i cambiamenti dei permessi e dei tempi del file (vedi
609 sez.~\ref{sec:file_perm_management} e sez.~\ref{sec:file_file_times}), le
610 impostazioni degli attributi dei file e delle ACL (vedi
611 sez.~\ref{sec:file_xattr} e \ref{sec:file_ACL}), poter ignorare lo
612 \textit{sticky bit} nella cancellazione dei file (vedi
613 sez.~\ref{sec:file_special_perm}), la possibilità di impostare il flag di
614 \const{O\_NOATIME} con \func{open} e \func{fcntl} (vedi
615 sez.~\ref{sec:file_open_close} e sez.~\ref{sec:file_fcntl_ioctl}) senza
618 \constend{CAP\_FOWNER}
619 \constbeg{CAP\_NET\_ADMIN}
621 Una seconda capacità che copre diverse operazioni, in questo caso riguardanti
622 la rete, è \const{CAP\_NET\_ADMIN}, che consente di impostare le opzioni
623 privilegiate dei socket (vedi sez.~\ref{sec:sock_generic_options}), abilitare
624 il \textit{multicasting} (vedi sez.\ref{sec:sock_ipv4_options}), eseguire la
625 configurazione delle interfacce di rete (vedi
626 sez.~\ref{sec:sock_ioctl_netdevice}) ed impostare la tabella di instradamento.
628 \constend{CAP\_NET\_ADMIN}
629 \constbeg{CAP\_SYS\_ADMIN}
631 Una terza \textit{capability} con vasto campo di applicazione è
632 \const{CAP\_SYS\_ADMIN}, che copre una serie di operazioni amministrative,
633 come impostare le quote disco (vedi sez.\ref{sec:disk_quota}), attivare e
634 disattivare la \textit{swap}, montare, rimontare e smontare filesystem (vedi
635 sez.~\ref{sec:filesystem_mounting}), effettuare operazioni di controllo su
636 qualunque oggetto dell'IPC di SysV (vedi sez.~\ref{sec:ipc_sysv}), operare
637 sugli attributi estesi dei file di classe \texttt{security} o \texttt{trusted}
638 (vedi sez.~\ref{sec:file_xattr}), specificare un \ids{UID} arbitrario nella
639 trasmissione delle credenziali dei socket (vedi
640 sez.~\ref{sec:socket_credential_xxx}), assegnare classi privilegiate
641 (\const{IOPRIO\_CLASS\_RT} e prima del kernel 2.6.25 anche
642 \const{IOPRIO\_CLASS\_IDLE}) per lo scheduling dell'I/O (vedi
643 sez.~\ref{sec:io_priority}), superare il limite di sistema sul numero massimo
644 di file aperti,\footnote{quello indicato da \sysctlfiled{fs/file-max}.}
645 effettuare operazioni privilegiate sulle chiavi mantenute dal kernel (vedi
646 sez.~\ref{sec:keyctl_management}), usare la funzione \func{lookup\_dcookie},
647 usare \const{CLONE\_NEWNS} con \func{unshare} e \func{clone}, (vedi
648 sez.~\ref{sec:process_clone}).
650 \constend{CAP\_SYS\_ADMIN}
651 \constbeg{CAP\_SYS\_NICE}
653 Originariamente \const{CAP\_SYS\_NICE} riguardava soltanto la capacità di
654 aumentare le priorità di esecuzione dei processi, come la diminuzione del
655 valore di \textit{nice} (vedi sez.~\ref{sec:proc_sched_stand}), l'uso delle
656 priorità \textit{real-time} (vedi sez.~\ref{sec:proc_real_time}), o
657 l'impostazione delle affinità di processore (vedi
658 sez.~\ref{sec:proc_sched_multiprocess}); ma con l'introduzione di priorità
659 anche riguardo le operazioni di accesso al disco, e, nel caso di sistemi NUMA,
660 alla memoria, essa viene a coprire anche la possibilità di assegnare priorità
661 arbitrarie nell'accesso a disco (vedi sez.~\ref{sec:io_priority}) e nelle
662 politiche di allocazione delle pagine di memoria ai nodi di un sistema NUMA.
664 \constend{CAP\_SYS\_NICE}
665 \constbeg{CAP\_SYS\_RESOURCE}
667 Infine la \textit{capability} \const{CAP\_SYS\_RESOURCE} attiene alla
668 possibilità di superare i limiti imposti sulle risorse di sistema, come usare
669 lo spazio disco riservato all'amministratore sui filesystem che lo supportano,
670 usare la funzione \func{ioctl} per controllare il \textit{journaling} sul
671 filesystem \acr{ext3}, non subire le quote disco, aumentare i limiti sulle
672 risorse di un processo (vedi sez.~\ref{sec:sys_resource_limit}) e quelle sul
673 numero di processi, ed i limiti sulle dimensioni dei messaggi delle code del
674 SysV IPC (vedi sez.~\ref{sec:ipc_sysv_mq}).
676 \constend{CAP\_SYS\_RESOURCE}
678 Per la gestione delle \textit{capabilities} il kernel mette a disposizione due
679 funzioni che permettono rispettivamente di leggere ed impostare i valori dei
680 tre insiemi illustrati in precedenza. Queste due funzioni di sistema sono
681 \funcd{capget} e \funcd{capset} e costituiscono l'interfaccia di gestione
682 basso livello; i loro rispettivi prototipi sono:
685 \fhead{sys/capability.h}
686 \fdecl{int capget(cap\_user\_header\_t hdrp, cap\_user\_data\_t datap)}
687 \fdesc{Legge le \textit{capabilities}.}
688 \fdecl{int capset(cap\_user\_header\_t hdrp, const cap\_user\_data\_t datap)}
689 \fdesc{Imposta le \textit{capabilities}.}
692 {Le funzioni ritornano $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
693 caso \var{errno} assumerà uno dei valori:
695 \item[\errcode{EFAULT}] si è indicato un puntatore sbagliato o nullo
696 per \param{hdrp} o \param{datap} (quest'ultimo può essere nullo solo se si
697 usa \func{capget} per ottenere la versione delle \textit{capabilities}
699 \item[\errcode{EINVAL}] si è specificato un valore non valido per uno dei
700 campi di \param{hdrp}, in particolare una versione non valida della
701 versione delle \textit{capabilities}.
702 \item[\errcode{EPERM}] si è tentato di aggiungere una capacità nell'insieme
703 delle \textit{capabilities} permesse, o di impostare una capacità non
704 presente nell'insieme di quelle permesse negli insieme delle effettive o
705 ereditate, o si è cercato di impostare una \textit{capability} di un altro
706 processo senza avare \const{CAP\_SETPCAP}.
707 \item[\errcode{ESRCH}] si è fatto riferimento ad un processo inesistente.
712 Queste due funzioni prendono come argomenti due tipi di dati dedicati,
713 definiti come puntatori a due strutture specifiche di Linux, illustrate in
714 fig.~\ref{fig:cap_kernel_struct}. Per un certo periodo di tempo era anche
715 indicato che per poterle utilizzare fosse necessario che la macro
716 \macro{\_POSIX\_SOURCE} risultasse non definita (ed era richiesto di inserire
717 una istruzione \texttt{\#undef \_POSIX\_SOURCE} prima di includere
718 \headfiled{sys/capability.h}) requisito che non risulta più
719 presente.\footnote{e non è chiaro neanche quanto sia mai stato davvero
725 \begin{minipage}[c]{0.8\textwidth}
726 \includestruct{listati/cap_user_header_t.h}
729 \caption{Definizione delle strutture a cui fanno riferimento i puntatori
730 \structd{cap\_user\_header\_t} e \structd{cap\_user\_data\_t} usati per
731 l'interfaccia di gestione di basso livello delle \textit{capabilities}.}
732 \label{fig:cap_kernel_struct}
735 Si tenga presente che le strutture di fig.~\ref{fig:cap_kernel_struct}, come i
736 prototipi delle due funzioni \func{capget} e \func{capset}, sono soggette ad
737 essere modificate con il cambiamento del kernel (in particolare i tipi di dati
738 delle strutture) ed anche se finora l'interfaccia è risultata stabile, non c'è
739 nessuna assicurazione che questa venga mantenuta,\footnote{viene però
740 garantito che le vecchie funzioni continuino a funzionare.} Pertanto se si
741 vogliono scrivere programmi portabili che possano essere eseguiti senza
742 modifiche o adeguamenti su qualunque versione del kernel è opportuno
743 utilizzare le interfacce di alto livello che vedremo più avanti.
745 La struttura a cui deve puntare l'argomento \param{hdrp} serve ad indicare,
746 tramite il campo \var{pid}, il \ids{PID} del processo del quale si vogliono
747 leggere o modificare le \textit{capabilities}. Con \func{capset} questo, se si
748 usano le \textit{file capabilities}, può essere solo 0 o il \ids{PID} del
749 processo chiamante, che sono equivalenti. Non tratteremo, essendo comunque di
750 uso irrilevante, il caso in cui, in mancanza di tale supporto, la funzione può
751 essere usata per modificare le \textit{capabilities} di altri processi, per il
752 quale si rimanda, se interessati, alla lettura della pagina di manuale.
754 Il campo \var{version} deve essere impostato al valore della versione delle
755 stesse usata dal kernel (quello indicato da una delle costanti
756 \texttt{\_LINUX\_CAPABILITY\_VERSION\_n} di fig.~\ref{fig:cap_kernel_struct})
757 altrimenti le funzioni ritorneranno con un errore di \errcode{EINVAL},
758 restituendo nel campo stesso il valore corretto della versione in uso. La
759 versione due è comunque deprecata e non deve essere usata, ed il kernel
760 stamperà un avviso se lo si fa.
762 I valori delle \textit{capabilities} devono essere passati come maschere
763 binarie;\footnote{e si tenga presente che i valori di
764 tab.~\ref{tab:proc_capabilities} non possono essere combinati direttamente,
765 indicando il numero progressivo del bit associato alla relativa capacità.}
766 con l'introduzione delle \textit{capabilities} a 64 bit inoltre il
767 puntatore \param{datap} non può essere più considerato come relativo ad una
768 singola struttura, ma ad un vettore di due strutture.\footnote{è questo cambio
769 di significato che ha portato a deprecare la versione 2, che con
770 \func{capget} poteva portare ad un buffer overflow per vecchie applicazioni
771 che continuavano a considerare \param{datap} come puntatore ad una singola
774 Dato che le precedenti funzioni, oltre ad essere specifiche di Linux, non
775 garantiscono la stabilità nell'interfaccia, è sempre opportuno effettuare la
776 gestione delle \textit{capabilities} utilizzando le funzioni di libreria a
777 questo dedicate. Queste funzioni, che seguono quanto previsto nelle bozze
778 dello standard POSIX.1e, non fanno parte della \acr{glibc} e sono fornite in
779 una libreria a parte,\footnote{la libreria è \texttt{libcap2}, nel caso di
780 Debian può essere installata con il pacchetto omonimo.} pertanto se un
781 programma le utilizza si dovrà indicare esplicitamente al compilatore l'uso
782 della suddetta libreria attraverso l'opzione \texttt{-lcap}.
784 \itindbeg{capability~state}
786 Le funzioni dell'interfaccia alle \textit{capabilities} definite nelle bozze
787 dello standard POSIX.1e prevedono l'uso di un tipo di dato opaco,
788 \typed{cap\_t}, come puntatore ai dati mantenuti nel cosiddetto
789 \textit{capability state},\footnote{si tratta in sostanza di un puntatore ad
790 una struttura interna utilizzata dalle librerie, i cui campi non devono mai
791 essere acceduti direttamente.} in sono memorizzati tutti i dati delle
792 \textit{capabilities}.
794 In questo modo è possibile mascherare i dettagli della gestione di basso
795 livello, che potranno essere modificati senza dover cambiare le funzioni
796 dell'interfaccia, che fanno riferimento soltanto ad oggetti di questo tipo.
797 L'interfaccia pertanto non soltanto fornisce le funzioni per modificare e
798 leggere le \textit{capabilities}, ma anche quelle per gestire i dati
799 attraverso i \textit{capability state}, che presentano notevoli affinità,
800 essendo parte di bozze dello stesso standard, con quelle già viste per le ACL.
802 La prima funzione dell'interfaccia è quella che permette di inizializzare un
803 \textit{capability state}, allocando al contempo la memoria necessaria per i
804 relativi dati. La funzione è \funcd{cap\_init} ed il suo prototipo è:
807 \fhead{sys/capability.h}
808 \fdecl{cap\_t cap\_init(void)}
809 \fdesc{Crea ed inizializza un \textit{capability state}.}
812 {La funzione ritorna un \textit{capability state} in caso di successo e
813 \val{NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} potrà assumere solo il
814 valore \errval{ENOMEM}. }
817 La funzione restituisce il puntatore \type{cap\_t} ad uno stato inizializzato
818 con tutte le \textit{capabilities} azzerate. In caso di errore (cioè quando
819 non c'è memoria sufficiente ad allocare i dati) viene restituito \val{NULL}
820 ed \var{errno} viene impostata a \errval{ENOMEM}.
822 La memoria necessaria a mantenere i dati viene automaticamente allocata da
823 \func{cap\_init}, ma dovrà essere disallocata esplicitamente quando non è più
824 necessaria utilizzando, per questo l'interfaccia fornisce una apposita
825 funzione, \funcd{cap\_free}, il cui prototipo è:
828 \fhead{sys/capability.h}
829 \fdecl{int cap\_free(void *obj\_d)}
830 \fdesc{Disalloca la memoria allocata per i dati delle \textit{capabilities}..}
833 {La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
834 caso \var{errno} potrà assumere solo il valore \errval{EINVAL}.
839 La funzione permette di liberare la memoria allocata dalle altre funzioni
840 della libreria sia per un \textit{capability state}, nel qual caso l'argomento
841 sarà un dato di tipo \type{cap\_t}, che per una descrizione testuale dello
842 stesso,\footnote{cioè quanto ottenuto tramite la funzione
843 \func{cap\_to\_text}.} nel qual caso l'argomento sarà un dato di tipo
844 \texttt{char *}. Per questo motivo l'argomento \param{obj\_d} è dichiarato
845 come \texttt{void *}, per evitare la necessità di eseguire un \textit{cast},
846 ma dovrà comunque corrispondere ad un puntatore ottenuto tramite le altre
847 funzioni della libreria, altrimenti la funzione fallirà con un errore di
850 Infine si può creare una copia di un \textit{capability state} ottenuto in
851 precedenza tramite la funzione \funcd{cap\_dup}, il cui prototipo è:
854 \fhead{sys/capability.h}
855 \fdecl{cap\_t cap\_dup(cap\_t cap\_p)}
856 \fdesc{Duplica un \textit{capability state} restituendone una copia.}
859 {La funzione ritorna un \textit{capability state} in caso di successo e
860 \val{NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori
861 \errval{ENOMEM} o \errval{EINVAL} nel loro significato generico.}
865 La funzione crea una copia del \textit{capability state} posto all'indirizzo
866 \param{cap\_p} che si è passato come argomento, restituendo il puntatore alla
867 copia, che conterrà gli stessi valori delle \textit{capabilities} presenti
868 nell'originale. La memoria necessaria viene allocata automaticamente dalla
869 funzione. Una volta effettuata la copia i due \textit{capability state}
870 potranno essere modificati in maniera completamente indipendente, ed alla fine
871 delle operazioni si dovrà disallocare anche la copia, oltre all'originale.
873 Una seconda classe di funzioni di servizio previste dall'interfaccia sono
874 quelle per la gestione dei dati contenuti all'interno di un \textit{capability
875 state}; la prima di queste è \funcd{cap\_clear}, il cui prototipo è:
878 \fhead{sys/capability.h}
879 \fdecl{int cap\_clear(cap\_t cap\_p)}
880 \fdesc{Inizializza un \textit{capability state} cancellando tutte le
881 \textit{capabilities}.}
884 {La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
885 caso \var{errno} potrà assumere solo il valore \errval{EINVAL}.
889 La funzione si limita ad azzerare tutte le \textit{capabilities} presenti nel
890 \textit{capability state} all'indirizzo \param{cap\_p} passato come argomento,
891 restituendo uno stato \textsl{vuoto}, analogo a quello che si ottiene nella
892 creazione con \func{cap\_init}.
894 Una variante di \func{cap\_clear} è \funcd{cap\_clear\_flag} che cancella da
895 un \textit{capability state} tutte le \textit{capabilities} di un certo
896 insieme fra quelli elencati a pag.~\pageref{sec:capabilities_set}, il suo
900 \fhead{sys/capability.h}
901 \fdecl{int cap\_clear\_flag(cap\_t cap\_p, cap\_flag\_t flag)}
902 \fdesc{Cancella delle \textit{capabilities} da un \textit{capability state}.}
905 {La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
906 caso \var{errno} potrà assumere solo il valore \errval{EINVAL}.
910 La funzione richiede che si indichi quale degli insiemi si intente cancellare
911 da \param{cap\_p} con l'argomento \param{flag}. Questo deve essere specificato
912 con una variabile di tipo \type{cap\_flag\_t} che può assumere
913 esclusivamente\footnote{si tratta in effetti di un tipo enumerato, come si può
914 verificare dalla sua definizione che si trova in
915 \headfile{sys/capability.h}.} uno dei valori illustrati in
916 tab.~\ref{tab:cap_set_identifier}.
921 \begin{tabular}[c]{|l|l|}
923 \textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\
926 \constd{CAP\_EFFECTIVE} & Capacità dell'insieme \textsl{effettivo}.\\
927 \constd{CAP\_PERMITTED} & Capacità dell'insieme \textsl{permesso}.\\
928 \constd{CAP\_INHERITABLE}& Capacità dell'insieme \textsl{ereditabile}.\\
931 \caption{Valori possibili per il tipo di dato \typed{cap\_flag\_t} che
932 identifica gli insiemi delle \textit{capabilities}.}
933 \label{tab:cap_set_identifier}
936 Si possono inoltre confrontare in maniera diretta due diversi
937 \textit{capability state} con la funzione \funcd{cap\_compare}; il suo
941 \fhead{sys/capability.h}
942 \fdecl{int cap\_compare(cap\_t cap\_a, cap\_t cap\_b)}
943 \fdesc{Confronta due \textit{capability state}.}
946 {La funzione ritorna $0$ se i \textit{capability state} sono identici
947 ed un valore positivo se differiscono, non sono previsti errori.}
951 La funzione esegue un confronto fra i due \textit{capability state} passati
952 come argomenti e ritorna in un valore intero il risultato, questo è nullo se
953 sono identici o positivo se vi sono delle differenze. Il valore di ritorno
954 della funzione consente inoltre di per ottenere ulteriori informazioni su
955 quali sono gli insiemi di \textit{capabilities} che risultano differenti. Per
956 questo si può infatti usare la apposita macro \macro{CAP\_DIFFERS}:
961 \fhead{sys/capability.h}
962 \fdecl{int \macrod{CAP\_DIFFERS}(value, flag)}
963 \fdesc{Controlla lo stato di eventuali differenze delle \textit{capabilities}
964 nell'insieme \texttt{flag}.}
969 La macro richiede che si passi nell'argomento \texttt{value} il risultato
970 della funzione \func{cap\_compare} e in \texttt{flag} l'indicazione (coi
971 valori di tab.~\ref{tab:cap_set_identifier}) dell'insieme che si intende
972 controllare; restituirà un valore diverso da zero se le differenze rilevate da
973 \func{cap\_compare} sono presenti nell'insieme indicato.
975 Per la gestione dei singoli valori delle \textit{capabilities} presenti in un
976 \textit{capability state} l'interfaccia prevede due funzioni specifiche,
977 \funcd{cap\_get\_flag} e \funcd{cap\_set\_flag}, che permettono
978 rispettivamente di leggere o impostare il valore di una capacità all'interno
979 in uno dei tre insiemi già citati; i rispettivi prototipi sono:
982 \fhead{sys/capability.h}
983 \fdecl{int cap\_get\_flag(cap\_t cap\_p, cap\_value\_t cap, cap\_flag\_t
985 \phantom{int cap\_get\_flag(}cap\_flag\_value\_t *value\_p)}
986 \fdesc{Legge il valore di una \textit{capability}.}
987 \fdecl{int cap\_set\_flag(cap\_t cap\_p, cap\_flag\_t flag, int ncap,
988 cap\_value\_t *caps, \\
989 \phantom{int cap\_set\_flag(}cap\_flag\_value\_t value)}
990 \fdesc{Imposta il valore di una \textit{capability}.}
993 {Le funzioni ritornano $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
994 caso \var{errno} potrà assumere solo il valore \errval{EINVAL}.
998 In entrambe le funzioni l'argomento \param{cap\_p} indica il puntatore al
999 \textit{capability state} su cui operare, mentre l'argomento \param{flag}
1000 indica su quale dei tre insiemi si intende operare, sempre con i valori di
1001 tab.~\ref{tab:cap_set_identifier}. La capacità che si intende controllare o
1002 impostare invece deve essere specificata attraverso una variabile di tipo
1003 \typed{cap\_value\_t}, che può prendere come valore uno qualunque di quelli
1004 riportati in tab.~\ref{tab:proc_capabilities}, in questo caso però non è
1005 possibile combinare diversi valori in una maschera binaria, una variabile di
1006 tipo \type{cap\_value\_t} può indicare una sola capacità.\footnote{in
1007 \headfile{sys/capability.h} il tipo \type{cap\_value\_t} è definito come
1008 \ctyp{int}, ma i valori validi sono soltanto quelli di
1009 tab.~\ref{tab:proc_capabilities}.}
1011 Infine lo stato di una capacità è descritto ad una variabile di tipo
1012 \type{cap\_flag\_value\_t}, che a sua volta può assumere soltanto
1013 uno\footnote{anche questo è un tipo enumerato.} dei valori di
1014 tab.~\ref{tab:cap_value_type}.
1019 \begin{tabular}[c]{|l|l|}
1021 \textbf{Valore} & \textbf{Significato} \\
1024 \constd{CAP\_CLEAR}& La capacità non è impostata.\\
1025 \constd{CAP\_SET} & La capacità è impostata.\\
1028 \caption{Valori possibili per il tipo di dato \typed{cap\_flag\_value\_t} che
1029 indica lo stato di una capacità.}
1030 \label{tab:cap_value_type}
1033 La funzione \func{cap\_get\_flag} legge lo stato della capacità indicata
1034 dall'argomento \param{cap} all'interno dell'insieme indicato dall'argomento
1035 \param{flag} e lo restituisce come \textit{value result argument} nella
1036 variabile puntata dall'argomento \param{value\_p}. Questa deve essere di tipo
1037 \type{cap\_flag\_value\_t} ed assumerà uno dei valori di
1038 tab.~\ref{tab:cap_value_type}. La funzione consente pertanto di leggere solo
1039 lo stato di una capacità alla volta.
1041 La funzione \func{cap\_set\_flag} può invece impostare in una sola chiamata
1042 più \textit{capabilities}, anche se solo all'interno dello stesso insieme ed
1043 allo stesso valore. Per questo motivo essa prende un vettore di valori di tipo
1044 \type{cap\_value\_t} nell'argomento \param{caps}, la cui dimensione viene
1045 specificata dall'argomento \param{ncap}. Il tipo di impostazione da eseguire
1046 (cancellazione o attivazione) per le capacità elencate in \param{caps} viene
1047 indicato dall'argomento \param{value} sempre con i valori di
1048 tab.~\ref{tab:cap_value_type}.
1050 Per semplificare la gestione delle \textit{capabilities} l'interfaccia prevede
1051 che sia possibile utilizzare anche una rappresentazione testuale del contenuto
1052 di un \textit{capability state} e fornisce le opportune funzioni di
1053 gestione;\footnote{entrambe erano previste dalla bozza dello standard
1054 POSIX.1e.} la prima di queste, che consente di ottenere la rappresentazione
1055 testuale, è \funcd{cap\_to\_text}, il cui prototipo è:
1058 \fhead{sys/capability.h}
1059 \fdecl{char *cap\_to\_text(cap\_t caps, ssize\_t *length\_p)}
1060 \fdesc{Genera una visualizzazione testuale delle \textit{capabilities}.}
1063 {La funzione ritorna un puntatore alla stringa con la descrizione delle
1064 \textit{capabilities} in caso di successo e \val{NULL} per un errore, nel
1065 qual caso \var{errno} assumerà i valori \errval{EINVAL} o \errval{ENOMEM}
1066 nel loro significato generico.}
1069 La funzione ritorna l'indirizzo di una stringa contente la descrizione
1070 testuale del contenuto del \textit{capability state} \param{caps} passato come
1071 argomento, e, qualora l'argomento \param{length\_p} sia diverso da \val{NULL},
1072 restituisce come \textit{value result argument} nella variabile intera da
1073 questo puntata la lunghezza della stringa. La stringa restituita viene
1074 allocata automaticamente dalla funzione e pertanto dovrà essere liberata con
1077 La rappresentazione testuale, che viene usata anche dai programmi di gestione a
1078 riga di comando, prevede che lo stato venga rappresentato con una stringa di
1079 testo composta da una serie di proposizioni separate da spazi, ciascuna delle
1080 quali specifica una operazione da eseguire per creare lo stato finale. Nella
1081 rappresentazione si fa sempre conto di partire da uno stato in cui tutti gli
1082 insiemi sono vuoti e si provvede a impostarne i contenuti.
1084 Ciascuna proposizione è nella forma di un elenco di capacità, espresso con i
1085 nomi di tab.~\ref{tab:proc_capabilities} separati da virgole, seguito da un
1086 operatore, e dall'indicazione degli insiemi a cui l'operazione si applica. I
1087 nomi delle capacità possono essere scritti sia maiuscoli che minuscoli, viene
1088 inoltre riconosciuto il nome speciale \texttt{all} che è equivalente a
1089 scrivere la lista completa. Gli insiemi sono identificati dalle tre lettere
1090 iniziali: ``\texttt{p}'' per il \textit{permitted}, ``\texttt{i}'' per
1091 l'\textit{inheritable} ed ``\texttt{e}'' per l'\textit{effective} che devono
1092 essere sempre minuscole, e se ne può indicare più di uno.
1094 Gli operatori possibili sono solo tre: ``\texttt{+}'' che aggiunge le capacità
1095 elencate agli insiemi indicati, ``\texttt{-}'' che le toglie e ``\texttt{=}''
1096 che le assegna esattamente. I primi due richiedono che sia sempre indicato sia
1097 un elenco di capacità che gli insiemi a cui esse devono applicarsi, e
1098 rispettivamente attiveranno o disattiveranno le capacità elencate nell'insieme
1099 o negli insiemi specificati, ignorando tutto il resto. I due operatori possono
1100 anche essere combinati nella stessa proposizione, per aggiungere e togliere le
1101 capacità dell'elenco da insiemi diversi.
1103 L'assegnazione si applica invece su tutti gli insiemi allo stesso tempo,
1104 pertanto l'uso di ``\texttt{=}'' è equivalente alla cancellazione preventiva
1105 di tutte le capacità ed alla impostazione di quelle elencate negli insiemi
1106 specificati, questo significa che in genere lo si usa una sola volta
1107 all'inizio della stringa. In tal caso l'elenco delle capacità può non essere
1108 indicato e viene assunto che si stia facendo riferimento a tutte quante senza
1109 doverlo scrivere esplicitamente.
1111 Come esempi avremo allora che un processo non privilegiato di un utente, che
1112 non ha nessuna capacità attiva, avrà una rappresentazione nella forma
1113 ``\texttt{=}'' che corrisponde al fatto che nessuna capacità viene assegnata a
1114 nessun insieme (vale la cancellazione preventiva), mentre un processo con
1115 privilegi di amministratore avrà una rappresentazione nella forma
1116 ``\texttt{=ep}'' in cui tutte le capacità vengono assegnate agli insiemi
1117 \textit{permitted} ed \textit{effective} (e l'\textit{inheritable} è ignorato
1118 in quanto per le regole viste a pag.~\ref{sec:capability-uid-transition} le
1119 capacità verranno comunque attivate attraverso una \func{exec}). Infine, come
1120 esempio meno banale dei precedenti, otterremo per \texttt{init} una
1121 rappresentazione nella forma ``\texttt{=ep cap\_setpcap-e}'' dato che come
1122 accennato tradizionalmente \const{CAP\_SETPCAP} è sempre stata rimossa da
1125 Viceversa per ottenere un \textit{capability state} dalla sua rappresentazione
1126 testuale si può usare la funzione \funcd{cap\_from\_text}, il cui prototipo è:
1129 \fhead{sys/capability.h}
1130 \fdecl{cap\_t cap\_from\_text(const char *string)}
1131 \fdesc{Crea un \textit{capability state} dalla sua rappresentazione testuale.}
1134 {La funzione ritorna un \textit{capability state} in caso di successo e
1135 \val{NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori
1136 \errval{EINVAL} o \errval{ENOMEM} nel loro significato generico.}
1140 La funzione restituisce il puntatore ad un \textit{capability state}
1141 inizializzato con i valori indicati nella stringa \param{string} che ne
1142 contiene la rappresentazione testuale. La memoria per il \textit{capability
1143 state} viene allocata automaticamente dalla funzione e dovrà essere liberata
1144 con \func{cap\_free}.
1146 Alle due funzioni citate se ne aggiungono altre due che consentono di
1147 convertire i valori delle costanti di tab.~\ref{tab:proc_capabilities} nelle
1148 stringhe usate nelle rispettive rappresentazioni e viceversa. Le due funzioni,
1149 \funcd{cap\_to\_name} e \funcd{cap\_from\_name}, sono estensioni specifiche di
1150 Linux ed i rispettivi prototipi sono:
1153 \fhead{sys/capability.h}
1154 \fdecl{char *cap\_to\_name(cap\_value\_t cap)}
1155 \fdesc{Converte il valore numerico di una \textit{capabilities} alla sua
1156 rappresentazione testuale.}
1157 \fdecl{int cap\_from\_name(const char *name, cap\_value\_t *cap\_p)}
1159 \fdesc{Converte la rappresentazione testuale di una \textit{capabilities} al
1160 suo valore numerico.}
1163 {La funzione \func{cap\_to\_name} ritorna un puntatore ad una stringa in caso
1164 di successo e \val{NULL} per un errore, mentre \func{cap\_to\_name} ritorna
1165 $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, per entrambe in caso di errore
1166 \var{errno} assumerà i valori \errval{EINVAL} o \errval{ENOMEM} nel loro
1167 significato generico.
1171 La prima funzione restituisce la stringa (allocata automaticamente e che dovrà
1172 essere liberata con \func{cap\_free}) che corrisponde al valore della
1173 capacità \param{cap}, mentre la seconda restituisce nella variabile puntata
1174 da \param{cap\_p}, come \textit{value result argument}, il valore della
1175 capacità rappresentata dalla stringa \param{name}.
1177 Fin quei abbiamo trattato solo le funzioni di servizio relative alla
1178 manipolazione dei \textit{capability state} come strutture di dati;
1179 l'interfaccia di gestione prevede però anche le funzioni per trattare le
1180 \textit{capabilities} presenti nei processi. La prima di queste funzioni è
1181 \funcd{cap\_get\_proc} che consente la lettura delle \textit{capabilities} del
1182 processo corrente, il suo prototipo è:
1185 \fhead{sys/capability.h}
1186 \fdecl{cap\_t cap\_get\_proc(void)}
1187 \fdesc{Legge le \textit{capabilities} del processo corrente.}
1190 {La funzione ritorna un \textit{capability state} in caso di successo e
1191 \val{NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori
1192 \errval{EINVAL}, \errval{EPERM} o \errval{ENOMEM} nel loro significato
1196 La funzione legge il valore delle \textit{capabilities} associate al processo
1197 da cui viene invocata, restituendo il risultato tramite il puntatore ad un
1198 \textit{capability state} contenente tutti i dati che provvede ad allocare
1199 autonomamente e che di nuovo occorrerà liberare con \func{cap\_free} quando
1200 non sarà più utilizzato.
1202 Se invece si vogliono leggere le \textit{capabilities} di un processo
1203 specifico occorre usare la funzione \funcd{cap\_get\_pid}, il cui
1204 prototipo\footnote{su alcune pagine di manuale la funzione è descritta con un
1205 prototipo sbagliato, che prevede un valore di ritorno di tipo \type{cap\_t},
1206 ma il valore di ritorno è intero, come si può verificare anche dalla
1207 dichiarazione della stessa in \headfile{sys/capability.h}.} è:
1210 \fhead{sys/capability.h}
1211 \fdecl{cap\_t cap\_get\_pid(pid\_t pid)}
1212 \fdesc{Legge le \textit{capabilities} di un processo.}
1215 {La funzione ritorna un \textit{capability state} in caso di successo e
1216 \val{NULL} per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà i valori
1217 \errval{ESRCH} o \errval{ENOMEM} nel loro significato generico. }
1220 La funzione legge il valore delle \textit{capabilities} del processo indicato
1221 con l'argomento \param{pid}, e restituisce il risultato tramite il puntatore
1222 ad un \textit{capability state} contenente tutti i dati che provvede ad
1223 allocare autonomamente e che al solito deve essere disallocato con
1224 \func{cap\_free}. Qualora il processo indicato non esista si avrà un errore di
1225 \errval{ESRCH}. Gli stessi valori possono essere letti direttamente nel
1226 filesystem \textit{proc}, nei file \texttt{/proc/<pid>/status}; ad esempio per
1227 \texttt{init} si otterrà qualcosa del tipo:
1229 piccardi@hain:~/gapil$ \textbf{cat /proc/1/status}
1231 CapInh: 0000000000000000
1232 CapPrm: 00000000fffffeff
1233 CapEff: 00000000fffffeff
1238 \itindend{capability~state}
1240 Infine per impostare le \textit{capabilities} del processo corrente (nella
1241 bozza dello standard POSIX.1e non esiste una funzione che permetta di cambiare
1242 le \textit{capabilities} di un altro processo) si deve usare la funzione
1243 \funcd{cap\_set\_proc}, il cui prototipo è:
1246 \fhead{sys/capability.h}
1247 \fdecl{int cap\_set\_proc(cap\_t cap\_p)}
1248 \fdesc{Imposta le \textit{capabilities} del processo corrente.}
1251 {La funzione ritorna $0$ in caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual
1252 caso \var{errno} assumerà i valori:
1254 \item[\errcode{EPERM}] si è cercato di attivare una capacità non permessa.
1255 \end{errlist} ed inoltre \errval{EINVAL} nel suo significato generico.}
1258 La funzione modifica le \textit{capabilities} del processo corrente secondo
1259 quanto specificato con l'argomento \param{cap\_p}, posto che questo sia
1260 possibile nei termini spiegati in precedenza (non sarà ad esempio possibile
1261 impostare capacità non presenti nell'insieme di quelle permesse).
1263 In caso di successo i nuovi valori saranno effettivi al ritorno della
1264 funzione, in caso di fallimento invece lo stato delle capacità resterà
1265 invariato. Si tenga presente che \textsl{tutte} le capacità specificate
1266 tramite \param{cap\_p} devono essere permesse; se anche una sola non lo è la
1267 funzione fallirà, e per quanto appena detto, lo stato delle
1268 \textit{capabilities} non verrà modificato (neanche per le parti eventualmente
1271 Oltre a queste funzioni su Linux sono presenti due ulteriori funzioni,
1272 \funcm{capgetp} e \funcm{capsetp}, che svolgono un compito analogo. Queste
1273 funzioni risalgono alla implementazione iniziale delle \textit{capabilities}
1274 ed in particolare \funcm{capsetp} consentirebbe anche, come possibile in quel
1275 caso, di cambiare le capacità di un altro processo. Le due funzioni oggi sono
1276 deprecate e pertanto eviteremo di trattarle, per chi fosse interessato si
1277 rimanda alla lettura della loro pagina di manuale.
1279 Come esempio di utilizzo di queste funzioni nei sorgenti allegati alla guida
1280 si è distribuito il programma \texttt{getcap.c}, che consente di leggere le
1281 \textit{capabilities} del processo corrente\footnote{vale a dire di sé stesso,
1282 quando lo si lancia, il che può sembrare inutile, ma serve a mostrarci quali
1283 sono le \textit{capabilities} standard che ottiene un processo lanciato
1284 dalla riga di comando.} o tramite l'opzione \texttt{-p}, quelle di un
1285 processo qualunque il cui \ids{PID} viene passato come parametro dell'opzione.
1287 \begin{figure}[!htbp]
1288 \footnotesize \centering
1289 \begin{minipage}[c]{\codesamplewidth}
1290 \includecodesample{listati/getcap.c}
1293 \caption{Corpo principale del programma \texttt{getcap.c}.}
1294 \label{fig:proc_getcap}
1297 La sezione principale del programma è riportata in fig.~\ref{fig:proc_getcap},
1298 e si basa su una condizione sulla variabile \var{pid} che se si è usato
1299 l'opzione \texttt{-p} è impostata (nella sezione di gestione delle opzioni,
1300 che si è tralasciata) al valore del \ids{PID} del processo di cui si vuole
1301 leggere le \textit{capabilities} e nulla altrimenti. Nel primo caso
1302 (\texttt{\small 1-6}) si utilizza (\texttt{\small 2}) \func{cap\_get\_proc}
1303 per ottenere lo stato delle capacità del processo, nel secondo (\texttt{\small
1304 7-13}) si usa invece \func{cap\_get\_pid} (\texttt{\small 8}) per leggere
1305 il valore delle capacità del processo indicato.
1307 Il passo successivo è utilizzare (\texttt{\small 15}) \func{cap\_to\_text} per
1308 tradurre in una stringa lo stato, e poi (\texttt{\small 16}) stamparlo; infine
1309 (\texttt{\small 18-19}) si libera la memoria allocata dalle precedenti
1310 funzioni con \func{cap\_free} per poi ritornare dal ciclo principale della
1313 \itindend{capabilities}
1315 % TODO vedi http://lwn.net/Articles/198557/ e
1316 % http://www.madore.org/~david/linux/newcaps/
1321 \subsection{La gestione del \textit{Secure Computing}.}
1322 \label{sec:procadv_seccomp}
1324 \itindbeg{secure~computing~mode}
1326 Il \textit{secure computing mode} è un meccanismo ideato per fornire un
1327 supporto per l'esecuzione di codice esterno non fidato e non verificabile a
1328 scopo di calcolo. L'idea era quella di disporre di una modalità di esecuzione
1329 dei programmi che permettesse di vendere la capacità di calcolo della propria
1330 macchina ad un qualche servizio di calcolo distribuito, senza comprometterne
1331 la sicurezza eseguendo codice non sotto il proprio controllo.
1333 La prima versione del meccanismo è stata introdotta con il kernel
1334 2.6.23,\footnote{e disponibile solo avendo abilitato il supporto nel kernel
1335 con l'opzione di configurazione \texttt{CONFIG\_SECCOMP}.} è molto semplice,
1336 il \textit{secure computing mode} viene attivato con \func{prctl} usando
1337 l'opzione \const{PR\_SET\_SECCOMP}, ed indicando \const{SECCOMP\_MODE\_STRICT}
1338 come valore per \param{arg2} (all'epoca unico valore possibile). Una volta
1339 abilitato in questa modalità (in seguito denominata \textit{strict mode}) il
1340 processo o il \textit{thread} chiamante potrà utilizzare soltanto un insieme
1341 estremamente limitato di \textit{system call}: \func{read}, \func{write},
1342 \func{\_exit} e \funcm{sigreturn}; l'esecuzione di qualsiasi altra
1343 \textit{system call} comporta l'emissione di un \signal{SIGKILL} e conseguente
1344 terminazione immediata del processo.
1346 Si tenga presente che in questo caso, con versioni recenti della \acr{glibc}
1347 (il comportamento è stato introdotto con la 2.3), diventa impossibile usare
1348 anche \func{\_exit} in \textit{strict mode}, in quanto questa funzione viene
1349 intercettata ed al suo posto viene chiamata \func{exit\_group} (vedi
1350 sez.~\ref{sec:pthread_management}) che non è consentita e comporta un
1353 Si tenga presente che, non essendo \func{execve} fra le funzioni permesse, per
1354 poter eseguire un programma terzo essendo in \textit{strict mode} questo dovrà
1355 essere fornito in una forma di codice interpretabile fornito attraverso un
1356 socket o una \textit{pipe}, creati prima di lanciare il processo che eseguirà
1357 il codice non fidato.
1360 % TODO a partire dal kernel 3.5 è stato introdotto la possibilità di usare un
1361 % terzo argomento se il secondo è SECCOMP_MODE_FILTER, vedi
1362 % Documentation/prctl/seccomp_filter.txt
1363 % vedi anche http://lwn.net/Articles/600250/
1365 % TODO documentare PR_SET_SECCOMP introdotto a partire dal kernel 3.5. Vedi:
1366 % * Documentation/prctl/seccomp_filter.txt
1367 % * http://lwn.net/Articles/475043/
1369 % TODO a partire dal kernel 3.17 è stata introdotta la nuova syscall seccomp,
1370 % vedi http://lwn.net/Articles/600250/ e http://lwn.net/Articles/603321/
1373 \itindend{secure~computing~mode}
1375 \subsection{Altre funzionalità di sicurezza.}
1376 \label{sec:procadv_security_misc}
1378 Oltre alle funzionalità specifiche esaminate nelle sezioni precedenti, il
1379 kernel supporta una varietà di ulteriori impostazioni di sicurezza,
1380 accessibili nelle maniere più varie, che abbiamo raccolto in questa sezione.
1382 Una serie di modalità di sicurezza sono attivabili a richiesta attraverso
1383 alcune opzioni di controllo attivabili via \func{sysctl} o il filesystem
1384 \texttt{/proc}, un elenco delle stesse e dei loro effetti è il seguente:
1386 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{1cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
1387 \item[\sysctlrelfiled{fs}{protected\_hardlinks}] Un valore nullo, il default,
1388 mantiene il comportamento standard che non pone restrizioni alla creazione
1389 di \textit{hard link}. Se il valore viene posto ad 1 vengono invece attivate
1390 una serie di restrizioni protettive, denominate
1391 \itindex{protected~hardlinks} \textit{protected hardlinks}, che se non
1392 soddisfatte causano il fallimento di \func{link} con un errore di
1393 \errval{EPERM}. Perché questo non avvenga almeno una delle seguenti
1394 condizioni deve essere soddisfatta:
1396 \item il chiamante deve avere privilegi amministrativi (la
1397 \textit{capability} \const{CAP\_FOWNER}). In caso di utilizzo
1398 dell'\textit{user namespace} oltre a possedere \const{CAP\_FOWNER} è
1399 necessario che l'\ids{UID} del proprietario del file sia mappato nel
1401 \item il \textit{filesystem} \ids{UID} del chiamante (normalmente
1402 equivalente all'\ids{UID} effettivo) deve corrispondere a quello del
1403 proprietario del file a cui si vuole effettuare il collegamento.
1404 \item devono essere soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
1406 \item il file è un file ordinario
1407 \item il file non ha il \acr{suid} bit attivo
1408 \item il file non ha lo \acr{sgid} bit attivo ed il permesso di esecuzione
1410 \item il chiamante ha i permessi di lettura e scrittura sul file
1414 In sostanza in questo caso un utente potrà creare un collegamento diretto ad
1415 un altro file solo se ne è il proprietario o se questo è un file ordinario
1416 senza permessi speciali ed a cui ha accesso in lettura e scrittura.
1418 Questa funzionalità fornisce una protezione generica che non inficia l'uso
1419 ordinario di \func{link}, ma rende impraticabili una serie di possibili
1420 abusi della stessa; oltre ad impedire l'uso di un \textit{hard link} come
1421 variante in un attacco di \textit{symlink race} (eludendo i
1422 \textit{protected symlinks} di cui al punto successivo), evita anche che si
1423 possa lasciare un riferimento ad un eventuale programma \acr{suid}
1424 vulnerabile, creando un collegamento diretto allo stesso.
1427 \item[\sysctlrelfiled{fs}{protected\_symlinks}] Un valore nullo, il default,
1428 mantiene il comportamento standard che non pone restrizioni nel seguire i
1429 link simbolici. Se il valore viene posto ad 1 vengono attivate delle
1430 restrizioni protettive, denominate \itindex{protected~symlinks}
1431 \textit{protected symlinks}. Quando vengono attivate una qualunque funzione
1432 che esegua la risoluzione di un \textit{pathname} contenente un link
1433 simbolico non conforme alle restrizioni fallirà con un errore di
1434 \errval{EACCESS}. Per evitare l'errore deve essere soddisfatta una delle
1435 seguenti condizioni:
1437 \item il link non è in una directory con permessi analoghi a \file{/tmp}
1438 (scrivibile a tutti e con lo \textit{sticky bit} attivo);
1439 \item il link è in una directory con permessi analoghi a \file{/tmp} ma è
1440 soddisfatta una delle condizioni seguenti:
1442 \item il link simbolico appartiene al chiamante: il controllo viene fatto
1443 usando il \textit{filesystem} \ids{UID} (che normalmente corrisponde
1444 all'\ids{UID} effettivo).
1445 \item il link simbolico ha lo stesso proprietario della directory.
1449 Questa funzionalità consente di rendere impraticabili alcuni attacchi in cui
1450 si approfitta di una differenza di tempo fra il controllo e l'uso di un
1451 file, ed in particolare quella classe di attacchi viene usualmente chiamati
1452 \textit{symlink attack},\footnote{si tratta di un sottoinsieme di quella
1453 classe di attacchi chiamata genericamente \textit{TOCTTOU}, acronimo
1454 appunto di \textit{Time of check to time of use}.} di cui abbiamo parlato
1455 in sez.~\ref{sec:file_temp_file}.
1457 Un possibile esempio di questo tipo di attacco è quello contro un programma
1458 che viene eseguito per conto di un utente privilegiato (ad esempio un
1459 programma con il \acr{suid} o lo \acr{sgid} bit attivi) che prima controlla
1460 l'esistenza di un file e se non esiste lo crea. Se questa procedura, che è
1461 tipica della creazione di file temporanei sotto \file{/tmp}, non viene
1462 eseguita in maniera corretta,\footnote{ad esempio con le modalità che
1463 abbiamo trattato in sez.~\ref{sec:file_temp_file}, che per quanto note da
1464 tempo continuano ad essere ignorate.} un attaccante ha una finestra di
1465 tempo in cui può creare prima del programma un \textit{link simbolico} ad un
1466 file di sua scelta, compresi file di dispositivo o file a cui non avrebbe
1467 accesso, facendolo poi utilizzare al programma.
1469 Attivando la funzionalità si rende impossibile seguire un link simbolico in
1470 una directory temporanea come \texttt{/tmp}, a meno che questo non sia di
1471 proprietà del chiamante, o che questo non appartenga al proprietario della
1472 directory. Questo impedisce che i link simbolici creati da un attaccante
1473 possano essere seguiti da un programma privilegiato (perché apparterranno
1474 all'attaccante) mentre quelli creati dall'amministratore (che i genere è il
1475 proprietario di \texttt{/tmp}) saranno seguiti comunque.
1480 % TODO: trattare pure protected_regular e protected_fifos introdotti con il
1481 % 4.19 (vedi https://lwn.net/Articles/763106/)
1485 % TODO: trattare keyctl (man 2 keyctl)
1489 % TODO trattare le funzioni di protezione della memoria pkey_alloc, pkey_free,
1490 % pkey_mprotect, introdotte con il kernel 4.8, vedi
1491 % http://lwn.net/Articles/689395/ e Documentation/x86/protection-keys.txt
1493 \section{Funzioni di gestione e controllo}
1494 \label{sec:proc_manage_control}
1496 In questa sezione prenderemo in esame alcune specifiche \textit{system call}
1497 dedicate al controllo dei processi sia per quanto riguarda l'impostazione di
1498 caratteristiche specialistiche, che per quanto riguarda l'analisi ed il
1499 controllo della loro esecuzione.
1501 \subsection{La funzione \func{prctl}}
1502 \label{sec:process_prctl}
1504 Benché la gestione ordinaria dei processi possa essere effettuata attraverso
1505 le funzioni che abbiamo già esaminato nei capitoli \ref{cha:process_interface}
1506 e \ref{cha:process_handling}, esistono una serie di proprietà e
1507 caratteristiche specifiche dei processi per la cui gestione è stata
1508 predisposta una apposita \textit{system call} che fornisce una interfaccia
1509 generica per tutte le operazioni specialistiche. La funzione di sistema è
1510 \funcd{prctl} ed il suo prototipo è:\footnote{la funzione non è standardizzata
1511 ed è specifica di Linux, anche se ne esiste una analoga in IRIX; è stata
1512 introdotta con il kernel 2.1.57.}
1516 \fdecl{int prctl(int option, unsigned long arg2, unsigned long arg3, unsigned
1518 \phantom{int prctl(}unsigned long arg5)}
1519 \fdesc{Esegue una operazione speciale sul processo corrente.}
1522 {La funzione ritorna $0$ o un valore positivo dipendente dall'operazione in
1523 caso di successo e $-1$ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà
1524 valori diversi a seconda del tipo di operazione richiesta, sono possibili:
1525 \errval{EACCESS}, \errval{EBADF}, \errval{EBUSY}, \errval{EFAULT},
1526 \errval{EINVAL}, \errval{ENXIO}, \errval{EOPNOTSUPP} o \errval{EPERM}.}
1529 La funzione ritorna in caso di successo un valore nullo o positivo, e $-1$ in
1530 caso di errore. Il significato degli argomenti della funzione successivi al
1531 primo, il valore di ritorno in caso di successo, il tipo di errore restituito
1532 in \var{errno} dipendono dall'operazione eseguita, indicata tramite il primo
1533 argomento, \param{option}. Questo è un valore intero che identifica
1534 l'operazione, e deve essere specificato con l'uso di una delle costanti
1535 predefinite del seguente elenco.\footnote{l'elenco potrebbe non risultare
1536 aggiornato, in quanto nuove operazioni vengono aggiunte nello sviluppo del
1537 kernel.} Tratteremo esplicitamente per ciascuna di esse il significato del
1538 il valore di ritorno in caso di successo, ma solo quando non corrisponde
1539 all'ordinario valore nullo (dato per implicito).
1541 %TODO: trattare PR_CAP_AMBIENT, dal 4.3
1542 %TODO: trattare PR_CAP_FP_*, dal 4.0, solo per MIPS
1543 %TODO: trattare PR_MPX_*_MANAGEMENT, dal 3.19
1544 %TODO: trattare PR_*NO_NEW_PRIVS, dal 3.5
1546 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
1547 \item[\constd{PR\_CAPBSET\_READ}] Controlla la disponibilità di una delle
1548 \textit{capability} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}). La funzione
1549 ritorna 1 se la capacità specificata nell'argomento \param{arg2} (con una
1550 delle costanti di tab.~\ref{tab:proc_capabilities}) è presente nel
1551 \textit{capabilities bounding set} del processo e zero altrimenti,
1552 se \param{arg2} non è un valore valido si avrà un errore di \errval{EINVAL}.
1553 Introdotta a partire dal kernel 2.6.25.
1555 \item[\constd{PR\_CAPBSET\_DROP}] Rimuove permanentemente una delle
1556 \textit{capabilities} (vedi sez.~\ref{sec:proc_capabilities}) dal processo e
1557 da tutti i suoi discendenti. La funzione cancella la capacità specificata
1558 nell'argomento \param{arg2} con una delle costanti di
1559 tab.~\ref{tab:proc_capabilities} dal \textit{capabilities bounding set} del
1560 processo. L'operazione richiede i privilegi di amministratore (la capacità
1561 \const{CAP\_SETPCAP}), altrimenti la chiamata fallirà con un errore di
1562 \errcode{EPERM}; se il valore di \param{arg2} non è valido o se il supporto
1563 per le \textit{file capabilities} non è stato compilato nel kernel la
1564 chiamata fallirà con un errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a partire dal
1567 \item[\constd{PR\_SET\_DUMPABLE}] Imposta il flag che determina se la
1568 terminazione di un processo a causa di un segnale per il quale è prevista la
1569 generazione di un file di \textit{core dump} (vedi
1570 sez.~\ref{sec:sig_standard}) lo genera effettivamente. In genere questo flag
1571 viene attivato automaticamente, ma per evitare problemi di sicurezza (la
1572 generazione di un file da parte di processi privilegiati può essere usata
1573 per sovrascriverne altri) viene cancellato quando si mette in esecuzione un
1574 programma con i bit \acr{suid} e \acr{sgid} attivi (vedi
1575 sez.~\ref{sec:file_special_perm}) o con l'uso delle funzioni per la modifica
1576 degli \ids{UID} dei processi (vedi sez.~\ref{sec:proc_setuid}).
1578 L'operazione è stata introdotta a partire dal kernel 2.3.20, fino al kernel
1579 2.6.12 e per i kernel successivi al 2.6.17 era possibile usare solo un
1580 valore 0 (espresso anche come \constd{SUID\_DUMP\_DISABLE}) di \param{arg2}
1581 per disattivare il flag ed un valore 1 (espresso anche come
1582 \constd{SUID\_DUMP\_USER}) per attivarlo. Nei kernel dal 2.6.13 al 2.6.17 è
1583 stato supportato anche il valore 2, che causava la generazione di un
1584 \textit{core dump} leggibile solo dall'amministratore, ma questa
1585 funzionalità è stata rimossa per motivi di sicurezza, in quanto consentiva
1586 ad un utente normale di creare un file di \textit{core dump} appartenente
1587 all'amministratore in directory dove l'utente avrebbe avuto permessi di
1588 accesso. Specificando un valore diverso da 0 o 1 si ottiene un errore di
1591 \item[\constd{PR\_GET\_DUMPABLE}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
1592 lo stato corrente del flag che controlla la effettiva generazione dei
1593 \textit{core dump}. Introdotta a partire dal kernel 2.3.20.
1595 \item[\constd{PR\_SET\_ENDIAN}] Imposta la \textit{endianness} del processo
1596 chiamante secondo il valore fornito in \param{arg2}. I valori possibili sono
1597 sono: \constd{PR\_ENDIAN\_BIG} (\textit{big endian}),
1598 \constd{PR\_ENDIAN\_LITTLE} (\textit{little endian}), e
1599 \constd{PR\_ENDIAN\_PPC\_LITTLE} (lo pseudo \textit{little endian} del
1600 PowerPC). Introdotta a partire dal kernel 2.6.18, solo per architettura
1603 \item[\constd{PR\_GET\_ENDIAN}] Ottiene il valore della \textit{endianness} del
1604 processo chiamante, salvato sulla variabile puntata da \param{arg2} che deve
1605 essere passata come di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta a partire dal
1606 kernel 2.6.18, solo su PowerPC.
1608 \item[\constd{PR\_SET\_FPEMU}] Imposta i bit di controllo per l'emulazione
1609 della virgola mobile su architettura ia64, secondo il valore
1610 di \param{arg2}, si deve passare \constd{PR\_FPEMU\_NOPRINT} per emulare in
1611 maniera trasparente l'accesso alle operazioni in virgola mobile, o
1612 \constd{PR\_FPEMU\_SIGFPE} per non emularle ed inviare il segnale
1613 \signal{SIGFPE} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). Introdotta a partire
1614 dal kernel 2.4.18, solo su architettura ia64.
1616 \item[\constd{PR\_GET\_FPEMU}] Ottiene il valore dei flag di controllo
1617 dell'emulazione della virgola mobile, salvato all'indirizzo puntato
1618 da \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta a
1619 partire dal kernel 2.4.18, solo su architettura ia64.
1621 \item[\constd{PR\_SET\_FPEXC}] Imposta la modalità delle eccezioni in virgola
1622 mobile (\textit{floating-point exception mode}) al valore di \param{arg2}.
1623 I valori possibili sono:
1625 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_SW\_ENABLE} per usare FPEXC per le eccezioni,
1626 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_DIV} per la divisione per zero in virgola mobile,
1627 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_OVF} per gli overflow,
1628 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_UND} per gli underflow,
1629 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_RES} per risultati non esatti,
1630 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_INV} per operazioni invalide,
1631 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_DISABLED} per disabilitare le eccezioni,
1632 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_NONRECOV} per usare la modalità di eccezione
1633 asincrona non recuperabile,
1634 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_ASYNC} per usare la modalità di eccezione
1635 asincrona recuperabile,
1636 \item \constd{PR\_FP\_EXC\_PRECISE} per la modalità precisa di
1637 eccezione.\footnote{trattasi di gestione specialistica della gestione
1638 delle eccezioni dei calcoli in virgola mobile che, i cui dettagli al
1639 momento vanno al di là dello scopo di questo testo.}
1641 Introdotta a partire dal kernel 2.4.21, solo su PowerPC.
1643 \item[\constd{PR\_GET\_FPEXC}] Ottiene il valore della modalità delle eccezioni
1644 delle operazioni in virgola mobile, salvata all'indirizzo
1645 puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta
1646 a partire dal kernel 2.4.21, solo su PowerPC.
1648 \item[\constd{PR\_SET\_KEEPCAPS}] Consente di controllare quali
1649 \textit{capabilities} vengono cancellate quando si esegue un cambiamento di
1650 \ids{UID} del processo (per i dettagli si veda
1651 sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, in particolare quanto illustrato a
1652 pag.~\pageref{sec:capability-uid-transition}). Un valore nullo (il default)
1653 per \param{arg2} comporta che vengano cancellate, il valore 1 che vengano
1654 mantenute, questo valore viene sempre cancellato attraverso una \func{exec}.
1655 L'uso di questo flag è stato sostituito, a partire dal kernel 2.6.26, dal
1656 flag \const{SECURE\_KEEP\_CAPS} dei \textit{securebits} (vedi
1657 sez.~\ref{sec:proc_capabilities} e l'uso di \const{PR\_SET\_SECUREBITS} più
1658 avanti) e si è impostato con essi \const{SECURE\_KEEP\_CAPS\_LOCKED} si
1659 otterrà un errore di \errval{EPERM}. Introdotta a partire dal kernel
1662 \item[\constd{PR\_GET\_KEEPCAPS}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
1663 il valore del flag di controllo delle \textit{capabilities} impostato con
1664 \const{PR\_SET\_KEEPCAPS}. Introdotta a partire dal kernel 2.2.18.
1666 \item[\constd{PR\_SET\_NAME}] Imposta il nome del processo chiamante alla
1667 stringa puntata da \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{char *}''. Il
1668 nome può essere lungo al massimo 16 caratteri, e la stringa deve essere
1669 terminata da NUL se più corta. Introdotta a partire dal kernel 2.6.9.
1671 \item[\constd{PR\_GET\_NAME}] Ottiene il nome del processo chiamante nella
1672 stringa puntata da \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{char *}'';
1673 si devono allocare per questo almeno 16 byte, e il nome sarà terminato da
1674 NUL se più corto. Introdotta a partire dal kernel 2.6.9.
1676 \item[\constd{PR\_SET\_PDEATHSIG}] Consente di richiedere l'emissione di un
1677 segnale, che sarà ricevuto dal processo chiamante, in occorrenza della
1678 terminazione del proprio processo padre; in sostanza consente di invertire
1679 il ruolo di \signal{SIGCHLD}. Il valore di \param{arg2} deve indicare il
1680 numero del segnale, o 0 per disabilitare l'emissione. Il valore viene
1681 automaticamente cancellato per un processo figlio creato con \func{fork}.
1682 Introdotta a partire dal kernel 2.1.57.
1684 \item[\constd{PR\_GET\_PDEATHSIG}] Ottiene il valore dell'eventuale segnale
1685 emesso alla terminazione del padre, salvato all'indirizzo
1686 puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta a
1687 partire dal kernel 2.3.15.
1689 \item[\constd{PR\_SET\_PTRACER}] Imposta un \ids{PID} per il ``\textit{tracer
1690 process}'' usando \param{arg2}. Una impostazione successiva sovrascrive la
1691 precedente, ed un valore nullo cancella la disponibilità di un
1692 ``\textit{tracer process}''. Questa è una funzionalità fornita da
1693 \textit{``Yama''}, uno specifico \textit{Linux Security Modules}, e serve a
1694 consentire al processo indicato, quando le restrizioni introdotte da questo
1695 modulo sono attive, di usare \func{ptrace} (vedi
1696 sez.~\ref{sec:process_ptrace}) sul processo chiamante, anche se quello
1697 indicato non ne è un progenitore. Il valore \constd{PR\_SET\_PTRACER\_ANY}
1698 consente a tutti i processi l'uso di \func{ptrace}. L'uso si \textit{Yama}
1699 attiene alla gestione della sicurezza dei processi, e consente di introdurre
1700 una restrizione all'uso di \func{ptrace}, che è spesso sorgente di
1701 compromissioni. Si tratta di un uso specialistico che va al di là dello
1702 scopo di queste dispense, per i dettagli si consulti la documentazione su
1703 \textit{Yama} nei sorgenti del kernel. Introdotta a partire dal kernel 3.4.
1705 \item[\constd{PR\_SET\_SECCOMP}] Attiva il \textit{secure computing mode} per
1706 il processo corrente. Introdotta a partire dal kernel 2.6.23 la funzionalità
1707 è stata ulteriormente estesa con il kernel 3.5, salvo poi diventare un
1708 sottoinsieme della \textit{system call} \func{seccomp} a partire dal kernel
1709 3.17. Prevede che si indichi per \param{arg2} il valore
1710 \const{SECCOMP\_MODE\_STRICT} (unico possibile fino al kernel 2.6.23) per
1711 selezionare il cosiddetto \textit{strict mode} o, dal kernel 3.5,
1712 \const{SECCOMP\_MODE\_FILTER} per usare il \textit{filter mode}. Tratteremo
1713 questa opzione nei dettagli più avanti, in sez.~\ref{sec:procadv_seccomp},
1714 quando affronteremo l'argomento del \textit{Secure Computing}.
1716 \item[\constd{PR\_GET\_SECCOMP}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
1717 lo stato corrente del \textit{secure computing mode}. Fino al kernel 3.5,
1718 quando era possibile solo lo \textit{strict mode}, la funzione era
1719 totalmente inutile in quanto l'unico valore ottenibile era 0 in assenza di
1720 \textit{secure computing}, dato che la chiamata di questa funzione in
1721 \textit{strict mode} avrebbe comportato l'emissione di \signal{SIGKILL} per
1722 il chiamante. La funzione però, a partire dal kernel 2.6.23, era stata
1723 comunque definita per eventuali estensioni future, ed infatti con
1724 l'introduzione del \textit{filter mode} con il kernel 3.5, se essa viene
1725 inclusa nelle funzioni consentite restituisce il valore 2 quando il
1726 \textit{secure computing mode} è attivo (se non inclusa si avrà di nuovo un
1729 \item[\constd{PR\_SET\_SECUREBITS}] Imposta i \textit{securebits} per il
1730 processo chiamante al valore indicato da \param{arg2}; per i dettagli sul
1731 significato dei \textit{securebits} si veda
1732 sez.~\ref{sec:proc_capabilities}, ed in particolare i valori di
1733 tab.~\ref{tab:securebits_values} e la relativa trattazione. L'operazione
1734 richiede i privilegi di amministratore (la capacità \const{CAP\_SETPCAP}),
1735 altrimenti la chiamata fallirà con un errore di \errval{EPERM}. Introdotta a
1736 partire dal kernel 2.6.26.
1738 \item[\constd{PR\_GET\_SECUREBITS}] Ottiene come valore di ritorno della
1739 funzione l'impostazione corrente per i \textit{securebits}. Introdotta a
1740 partire dal kernel 2.6.26.
1742 \item[\constd{PR\_SET\_TIMING}] Imposta il metodo di temporizzazione del
1743 processo da indicare con il valore di \param{arg2}, attualmente i valori
1744 possibili sono due, con \constd{PR\_TIMING\_STATISTICAL} si usa il metodo
1745 statistico tradizionale, con \constd{PR\_TIMING\_TIMESTAMP} il più accurato
1746 basato su dei \textit{timestamp}, quest'ultimo però non è ancora
1747 implementato ed il suo uso comporta la restituzione di un errore di
1748 \errval{EINVAL}. Introdotta a partire dal kernel 2.6.0-test4.
1750 \item[\constd{PR\_GET\_TIMING}] Ottiene come valore di ritorno della funzione
1751 il metodo di temporizzazione del processo attualmente in uso (uno dei due
1752 valori citati per \const{PR\_SET\_TIMING}). Introdotta a partire dal kernel
1755 \item[\constd{PR\_SET\_TSC}] Imposta il flag che indica se il processo
1756 chiamante può leggere il registro di processore contenente il contatore dei
1757 \textit{timestamp} (TSC, o \textit{Time Stamp Counter}) da indicare con il
1758 valore di \param{arg2}. Si deve specificare \constd{PR\_TSC\_ENABLE} per
1759 abilitare la lettura o \constd{PR\_TSC\_SIGSEGV} per disabilitarla con la
1760 generazione di un segnale di \signal{SIGSEGV} (vedi
1761 sez.~\ref{sec:sig_prog_error}). La lettura viene automaticamente
1762 disabilitata se si attiva il \textit{secure computing mode} (vedi
1763 \const{PR\_SET\_SECCOMP} e sez.~\ref{sec:procadv_seccomp}). Introdotta a
1764 partire dal kernel 2.6.26, solo su x86.
1766 \item[\constd{PR\_GET\_TSC}] Ottiene il valore del flag che controlla la
1767 lettura del contattore dei \textit{timestamp}, salvato all'indirizzo
1768 puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo ``\ctyp{int *}''. Introdotta a
1769 partire dal kernel 2.6.26, solo su x86.
1770 % articoli sul TSC e relativi problemi: http://lwn.net/Articles/209101/,
1771 % http://blog.cr0.org/2009/05/time-stamp-counter-disabling-oddities.html,
1772 % http://en.wikipedia.org/wiki/Time_Stamp_Counter
1774 \item[\constd{PR\_SET\_UNALIGN}] Imposta la modalità di controllo per l'accesso
1775 a indirizzi di memoria non allineati, che in varie architetture risultano
1776 illegali, da indicare con il valore di \param{arg2}. Si deve specificare il
1777 valore \constd{PR\_UNALIGN\_NOPRINT} per ignorare gli accessi non allineati,
1778 ed il valore \constd{PR\_UNALIGN\_SIGBUS} per generare un segnale di
1779 \signal{SIGBUS} (vedi sez.~\ref{sec:sig_prog_error}) in caso di accesso non
1780 allineato. Introdotta con diverse versioni su diverse architetture.
1782 \item[\const{PR\_GET\_UNALIGN}] Ottiene il valore della modalità di controllo
1783 per l'accesso a indirizzi di memoria non allineati, salvato all'indirizzo
1784 puntato \param{arg2}, che deve essere di tipo \code{(int *)}. Introdotta con
1785 diverse versioni su diverse architetture.
1786 \item[\const{PR\_MCE\_KILL}] Imposta la politica di gestione degli errori
1787 dovuti a corruzione della memoria per problemi hardware. Questo tipo di
1788 errori vengono riportati dall'hardware di controllo della RAM e vengono
1789 gestiti dal kernel,\footnote{la funzionalità è disponibile solo sulle
1790 piattaforme più avanzate che hanno il supporto hardware per questo tipo di
1791 controlli.} ma devono essere opportunamente riportati ai processi che
1792 usano quella parte di RAM che presenta errori; nel caso specifico questo
1793 avviene attraverso l'emissione di un segnale di \signal{SIGBUS} (vedi
1794 sez.~\ref{sec:sig_prog_error}).\footnote{in particolare viene anche
1795 impostato il valore di \var{si\_code} in \struct{siginfo\_t} a
1796 \const{BUS\_MCEERR\_AO}; per il significato di tutto questo si faccia
1797 riferimento alla trattazione di sez.~\ref{sec:sig_sigaction}.}
1799 Il comportamento di default prevede che per tutti i processi si applichi la
1800 politica generale di sistema definita nel file
1801 \sysctlfiled{vm/memory\_failure\_early\_kill}, ma specificando
1802 per \param{arg2} il valore \constd{PR\_MCE\_KILL\_SET} è possibile impostare
1803 con il contenuto di \param{arg3} una politica specifica del processo
1804 chiamante. Si può tornare alla politica di default del sistema utilizzando
1805 invece per \param{arg2} il valore \constd{PR\_MCE\_KILL\_CLEAR}. In tutti i
1806 casi, per compatibilità con eventuali estensioni future, tutti i valori
1807 degli argomenti non utilizzati devono essere esplicitamente posti a zero,
1808 pena il fallimento della chiamata con un errore di \errval{EINVAL}.
1810 In caso di impostazione di una politica specifica del processo con
1811 \const{PR\_MCE\_KILL\_SET} i valori di \param{arg3} possono essere soltanto
1812 due, che corrispondono anche al valore che si trova nell'impostazione
1813 generale di sistema di \texttt{memory\_failure\_early\_kill}, con
1814 \constd{PR\_MCE\_KILL\_EARLY} si richiede l'emissione immediata di
1815 \signal{SIGBUS} non appena viene rilevato un errore, mentre con
1816 \constd{PR\_MCE\_KILL\_LATE} il segnale verrà inviato solo quando il processo
1817 tenterà un accesso alla memoria corrotta. Questi due valori corrispondono
1818 rispettivamente ai valori 1 e 0 di
1819 \texttt{memory\_failure\_early\_kill}.\footnote{in sostanza nel primo caso
1820 viene immediatamente inviato il segnale a tutti i processi che hanno la
1821 memoria corrotta mappata all'interno del loro spazio degli indirizzi, nel
1822 secondo caso prima la pagina di memoria viene tolta dallo spazio degli
1823 indirizzi di ciascun processo, mentre il segnale viene inviato solo quei
1824 processi che tentano di accedervi.} Si può usare per \param{arg3} anche un
1825 terzo valore, \constd{PR\_MCE\_KILL\_DEFAULT}, che corrisponde a impostare
1826 per il processo la politica di default.\footnote{si presume la politica di
1827 default corrente, in modo da non essere influenzati da un eventuale
1828 successivo cambiamento della stessa.} Introdotta a partire dal kernel
1830 \item[\constd{PR\_MCE\_KILL\_GET}] Ottiene come valore di ritorno della
1831 funzione la politica di gestione degli errori dovuti a corruzione della
1832 memoria. Tutti gli argomenti non utilizzati (al momento tutti) devono essere
1833 nulli pena la ricezione di un errore di \errval{EINVAL}. Introdotta a
1834 partire dal kernel 2.6.32.
1835 \itindbeg{child~reaper}
1836 \item[\constd{PR\_SET\_CHILD\_SUBREAPER}] Se \param{arg2} è diverso da zero
1837 imposta l'attributo di \textit{child reaper} per il processo, se nullo lo
1838 cancella. Lo stato di \textit{child reaper} è una funzionalità, introdotta
1839 con il kernel 3.4, che consente di far svolgere al processo che ha questo
1840 attributo il ruolo di ``\textsl{genitore adottivo}'' per tutti i processi
1841 suoi ``\textsl{discendenti}'' che diventano orfani, in questo modo il
1842 processo potrà ricevere gli stati di terminazione alla loro uscita,
1843 sostituendo in questo ruolo \cmd{init} (si ricordi quanto illustrato in
1844 sez.~\ref{sec:proc_termination}). Il meccanismo è stato introdotto ad uso
1845 dei programmi di gestione dei servizi, per consentire loro di ricevere gli
1846 stati di terminazione di tutti i processi che lanciano, anche se questi
1847 eseguono una doppia \func{fork}; nel comportamento ordinario infatti questi
1848 verrebbero adottati da \cmd{init} ed il programma che li ha lanciati non
1849 sarebbe più in grado di riceverne lo stato di terminazione. Se un processo
1850 con lo stato di \textit{child reaper} termina prima dei suoi discendenti,
1851 svolgerà questo ruolo il più prossimo antenato ad avere lo stato di
1852 \textit{child reaper},
1853 \item[\constd{PR\_GET\_CHILD\_SUBREAPER}] Ottiene l'impostazione relativa allo
1854 lo stato di \textit{child reaper} del processo chiamante, salvata come
1855 \textit{value result} all'indirizzo puntato da \param{arg2} (da indicare
1856 come di tipo \code{int *}). Il valore viene letto come valore logico, se
1857 diverso da 0 lo stato di \textit{child reaper} è attivo altrimenti è
1858 disattivo. Introdotta a partire dal kernel 3.4.
1859 \itindend{child~reaper}
1862 % TODO documentare PR_MPX_INIT e PR_MPX_RELEASE, vedi
1863 % http://lwn.net/Articles/582712/
1865 % TODO documentare PR_SET_MM_MAP aggiunta con il kernel 3.18, per impostare i
1866 % parametri di base del layout dello spazio di indirizzi di un processo (area
1867 % codice e dati, stack, brack pointer ecc. vedi
1868 % http://git.kernel.org/linus/f606b77f1a9e362451aca8f81d8f36a3a112139e
1870 % TODO documentare ARCH_SET_CPUID e ARCH_GET_CPUID, introdotte con il kernel
1871 % 4.12, vedi https://lwn.net/Articles/721182/
1873 % TODO documentare PR_SPEC_DISABLE_NOEXEC in 5.1, vedi
1874 % https://lwn.net/Articles/782511/
1876 \label{sec:prctl_operation}
1880 \subsection{La funzione \func{ptrace}}
1881 \label{sec:process_ptrace}
1885 % TODO: trattare PTRACE_SEIZE, aggiunta con il kernel 3.1
1886 % TODO: trattare PTRACE_O_EXITKILL, aggiunta con il kernel 3.8 (vedi
1887 % http://lwn.net/Articles/529060/)
1888 % TODO: trattare PTRACE_GETSIGMASK e PTRACE_SETSIGMASK introdotte con il
1890 % TODO: trattare PTRACE_O_SUSPEND_SECCOMP, aggiunta con il kernel 4.3, vedi
1891 % http://lwn.net/Articles/656675/
1893 \subsection{La funzione \func{kcmp}}
1894 \label{sec:process_kcmp}
1896 % TODO: trattare kcmp aggiunta con il kernel 3.5, vedi
1897 % https://lwn.net/Articles/478111/
1898 % vedi man kcmp e man 2 open
1902 \section{La gestione avanzata della creazione dei processi}
1903 \label{sec:process_adv_creation}
1905 In questa sezione tratteremo le funzionalità avanzate relative alla creazione
1906 dei processi e del loro ambiente, sia per quanto riguarda l'utilizzo delle
1907 stesse per la creazione dei \textit{thread} che per la gestione dei
1908 \textit{namespace} che sono alla base dei cosiddetti \textit{container}.
1911 \subsection{La \textit{system call} \func{clone}}
1912 \label{sec:process_clone}
1914 La funzione tradizionale con cui creare un nuovo processo in un sistema
1915 Unix-like, come illustrato in sez.~\ref{sec:proc_fork}, è \func{fork}, ma con
1916 l'introduzione del supporto del kernel per i \textit{thread}\unavref{ (vedi
1917 cap.~\ref{cha:threads})}, si è avuta la necessità di una interfaccia che
1918 consentisse un maggiore controllo sulla modalità con cui vengono creati nuovi
1919 processi, che poi è stata utilizzata anche per fornire supporto per le
1920 tecnologie di virtualizzazione dei processi (i cosiddetti \textit{container})
1921 su cui torneremo in sez.~\ref{sec:process_namespaces}.
1923 Per questo l'interfaccia per la creazione di un nuovo processo è stata
1924 delegata ad una nuova \textit{system call}, \funcm{sys\_clone}, che consente
1925 di reimplementare anche la tradizionale \func{fork}. In realtà in questo caso
1926 più che di nuovi processi si può parlare della creazioni di nuovi
1927 ``\textit{task}'' del kernel che possono assumere la veste sia di un processo
1928 classico isolato dagli altri come quelli trattati finora, che di un
1929 \textit{thread} in cui la memoria viene condivisa fra il processo chiamante ed
1930 il nuovo processo creato, come quelli che vedremo in
1931 sez.~\ref{sec:linux_thread}. Per evitare confusione fra \textit{thread} e
1932 processi ordinari, abbiamo deciso di usare la nomenclatura \textit{task} per
1933 indicare la unità di esecuzione generica messa a disposizione del kernel che
1934 \texttt{sys\_clone} permette di creare.
1936 La \textit{system call} richiede soltanto due argomenti: il
1937 primo, \param{flags}, consente di controllare le modalità di creazione del
1938 nuovo \textit{task}, il secondo, \param{child\_stack}, imposta l'indirizzo
1939 dello \textit{stack} per il nuovo \textit{task}, e deve essere indicato quando
1940 si intende creare un \textit{thread}. L'esecuzione del programma creato da
1941 \func{sys\_clone} riprende, come per \func{fork}, da dopo l'esecuzione della
1944 La necessità di avere uno \textit{stack} alternativo c'è solo quando si
1945 intende creare un \textit{thread}, in tal caso infatti il nuovo \textit{task}
1946 vede esattamente la stessa memoria del \textit{task}
1947 ``\textsl{padre}'',\footnote{in questo caso per padre si intende semplicemente
1948 il \textit{task} che ha eseguito \func{sys\_clone} rispetto al \textit{task}
1949 da essa creato, senza nessuna delle implicazioni che il concetto ha per i
1950 processi.} e nella sua esecuzione alla prima chiamata di una funzione
1951 andrebbe a scrivere sullo \textit{stack} usato anche dal padre (si ricordi
1952 quanto visto in sez.~\ref{sec:proc_mem_layout} riguardo all'uso dello
1955 Per evitare di doversi garantire contro la evidente possibilità di
1956 \textit{race condition} che questa situazione comporta (vedi
1957 sez.~\ref{sec:proc_race_cond} per una spiegazione della problematica) è
1958 necessario che il chiamante allochi preventivamente un'area di memoria. In
1959 genere lo si fa con una \func{malloc} che allochi un buffer che la funzione
1960 imposterà come \textit{stack} del nuovo processo, avendo ovviamente cura di
1961 non utilizzarlo direttamente nel processo chiamante.
1963 In questo modo i due \textit{task} avranno degli \textit{stack} indipendenti e
1964 non si dovranno affrontare problematiche di \textit{race condition}. Si tenga
1965 presente inoltre che in molte architetture di processore lo \textit{stack}
1966 cresce verso il basso, pertanto in tal caso non si dovrà specificare
1967 per \param{child\_stack} il puntatore restituito da \func{malloc}, ma un
1968 puntatore alla fine del buffer da essa allocato.
1970 Dato che tutto ciò è necessario solo per i \textit{thread} che condividono la
1971 memoria, la \textit{system call}, a differenza della funzione di libreria che
1972 vedremo a breve, consente anche di passare per \param{child\_stack} il valore
1973 \val{NULL}, che non imposta un nuovo \textit{stack}. Se infatti si crea un
1974 processo, questo ottiene un suo nuovo spazio degli indirizzi (è sottinteso
1975 cioè che non si stia usando il flag \const{CLONE\_VM} che vedremo a breve) ed
1976 in questo caso si applica la semantica del \textit{copy on write} illustrata
1977 in sez.~\ref{sec:proc_fork}, per cui le pagine dello \textit{stack} verranno
1978 automaticamente copiate come le altre e il nuovo processo avrà un suo
1979 \textit{stack} totalmente indipendente da quello del padre.
1981 Dato che l'uso principale della nuova \textit{system call} è quello relativo
1982 alla creazione dei \textit{thread}, la \acr{glibc} definisce una funzione di
1983 libreria con una sintassi diversa, orientata a questo scopo, e la
1984 \textit{system call} resta accessibile solo se invocata esplicitamente come
1985 visto in sez.~\ref{sec:proc_syscall}.\footnote{ed inoltre per questa
1986 \textit{system call} non è disponibile la chiamata veloce con
1987 \texttt{vsyscall}.} La funzione di libreria si chiama semplicemente
1988 \funcd{clone} ed il suo prototipo è:
1992 \fdecl{int clone(int (*fn)(void *), void *child\_stack, int flags, void *arg,
1994 \phantom{int clone(}/* pid\_t *ptid, struct user\_desc *tls, pid\_t *ctid */ )}
1995 \fdesc{Crea un nuovo processo o \textit{thread}.}
1997 {La funzione ritorna il \textit{Thread ID} assegnato al nuovo processo in caso
1998 di successo e $-1$ per un errore, nel qual caso \var{errno} assumerà uno dei
2001 \item[\errcode{EAGAIN}] sono già in esecuzione troppi processi.
2002 \item[\errcode{EINVAL}] si è usata una combinazione non valida di flag o
2003 un valore nullo per \param{child\_stack}.
2004 \item[\errcode{ENOMEM}] non c'è memoria sufficiente per creare una nuova
2005 \texttt{task\_struct} o per copiare le parti del contesto del chiamante
2006 necessarie al nuovo \textit{task}.
2007 \item[\errcode{EPERM}] non si hanno i privilegi di amministratore
2008 richiesti dai flag indicati.
2012 % NOTE: una pagina con la descrizione degli argomenti:
2013 % * http://www.lindevdoc.org/wiki/Clone
2015 La funzione prende come primo argomento \param{fn} il puntatore alla funzione
2016 che verrà messa in esecuzione nel nuovo processo, che può avere un unico
2017 argomento di tipo puntatore a \ctyp{void}, il cui valore viene passato dal
2018 terzo argomento \param{arg}. Per quanto il precedente prototipo possa
2019 intimidire nella sua espressione, in realtà l'uso è molto semplice basterà
2020 definire una qualunque funzione \param{fn} che restituisce un intero ed ha
2021 come argomento un puntatore a \ctyp{void}, e \code{fn(arg)} sarà eseguita in
2024 Il nuovo processo resterà in esecuzione fintanto che la funzione \param{fn}
2025 non ritorna, o esegue \func{exit} o viene terminata da un segnale. Il valore
2026 di ritorno della funzione (o quello specificato con \func{exit}) verrà
2027 utilizzato come stato di uscita della funzione. I tre
2028 argomenti \param{ptid}, \param{tls} e \param{ctid} sono opzionali e sono
2029 presenti solo a partire dal kernel 2.6 e sono stati aggiunti come supporto per
2030 le funzioni di gestione dei \textit{thread} (la \textit{Native Thread Posix
2031 Library}, vedi sez.~\ref{sec:linux_ntpl}) nella \acr{glibc}, essi vengono
2032 utilizzati soltanto se si sono specificati rispettivamente i flag
2033 \const{CLONE\_PARENT\_SETTID}, \const{CLONE\_SETTLS} e
2034 \const{CLONE\_CHILD\_SETTID}.
2036 La funzione ritorna un l'identificatore del nuovo \textit{task}, denominato
2037 \texttt{Thread ID} (da qui in avanti \ids{TID}) il cui significato è analogo
2038 al \ids{PID} dei normali processi e che a questo corrisponde qualora si crei
2039 un processo ordinario e non un \textit{thread}.
2041 Il comportamento di \func{clone}, che si riflette sulle caratteristiche del
2042 nuovo processo da essa creato, è controllato principalmente
2043 dall'argomento \param{flags}, che deve essere specificato come maschera
2044 binaria, ottenuta con un OR aritmetico di una delle costanti del seguente
2045 elenco, che illustra quelle attualmente disponibili:\footnote{si fa
2046 riferimento al momento della stesura di questa sezione, cioè con il kernel
2049 \begin{basedescript}{\desclabelwidth{1.5 cm}\desclabelstyle{\nextlinelabel}}
2051 \item[\constd{CLONE\_CHILD\_CLEARTID}] cancella il valore del \textit{thread
2052 ID} posto all'indirizzo dato dall'argomento \param{ctid}, eseguendo un
2053 riattivazione del \textit{futex} (vedi sez.~\ref{sec:xxx_futex}) a
2054 quell'indirizzo. Questo flag viene utilizzato dalla librerie di gestione dei
2055 \textit{thread} ed è presente dal kernel 2.5.49.
2057 \item[\constd{CLONE\_CHILD\_SETTID}] scrive il \ids{TID} del \textit{thread}
2058 figlio all'indirizzo dato dall'argomento \param{ctid}. Questo flag viene
2059 utilizzato dalla librerie di gestione dei \textit{thread} ed è presente dal
2062 \item[\constd{CLONE\_FILES}] se impostato il nuovo processo condividerà con il
2063 padre la \textit{file descriptor table} (vedi sez.~\ref{sec:file_fd}),
2064 questo significa che ogni \textit{file descriptor} aperto da un processo
2065 verrà visto anche dall'altro e che ogni chiusura o cambiamento dei
2066 \textit{file descriptor flag} di un \textit{file descriptor} verrà per
2069 Se non viene impostato il processo figlio eredita una copia della
2070 \textit{file descriptor table} del padre e vale la semantica classica della
2071 gestione dei \textit{file descriptor}, che costituisce il comportamento
2072 ordinario di un sistema unix-like e che illustreremo in dettaglio in
2073 sez.~\ref{sec:file_shared_access}.
2075 \item[\constd{CLONE\_FS}] se questo flag viene impostato il nuovo processo
2076 condividerà con il padre le informazioni relative all'albero dei file, ed in
2077 particolare avrà la stessa radice (vedi sez.~\ref{sec:file_chroot}), la
2078 stessa directory di lavoro (vedi sez.~\ref{sec:file_work_dir}) e la stessa
2079 \textit{umask} (sez.~\ref{sec:file_perm_management}). Una modifica di una
2080 qualunque di queste caratteristiche in un processo, avrà effetto anche
2081 sull'altro. Se assente il nuovo processo riceverà una copia delle precedenti
2082 informazioni, che saranno così indipendenti per i due processi, come avviene
2083 nel comportamento ordinario di un sistema unix-like.
2085 \item[\constd{CLONE\_IO}] se questo flag viene impostato il nuovo processo
2086 condividerà con il padre il contesto dell'I/O, altrimenti, come avviene nel
2087 comportamento ordinario con una \func{fork} otterrà un suo contesto
2090 Il contesto dell'I/O viene usato dagli \textit{scheduler} di I/O (visti in
2091 sez.~\ref{sec:io_priority}) e se questo è lo stesso per diversi processi
2092 questi vengono trattati come se fossero lo stesso, condividendo il tempo per
2093 l'accesso al disco, e possono interscambiarsi nell'accesso a disco. L'uso di
2094 questo flag consente, quando più \textit{thread} eseguono dell'I/O per conto
2095 dello stesso processo (ad esempio con le funzioni di I/O asincrono di
2096 sez.~\ref{sec:file_asyncronous_io}), migliori prestazioni.
2098 %TODO : tutti i CLONE_NEW* attengono ai namespace, ed è meglio metterli nella
2099 %relativa sezione da creare a parte
2101 % \item[\constd{CLONE\_NEWIPC}] è uno dei flag ad uso dei \textit{container},
2102 % introdotto con il kernel 2.6.19. L'uso di questo flag crea per il nuovo
2103 % processo un nuovo \textit{namespace} per il sistema di IPC, sia per quello
2104 % di SysV (vedi sez.~\ref{sec:ipc_sysv}) che, dal kernel 2.6.30, per le code
2105 % di messaggi POSIX (vedi sez.~\ref{sec:ipc_posix_mq}); si applica cioè a
2106 % tutti quegli oggetti che non vegono identificati con un \textit{pathname}
2107 % sull'albero dei file.
2109 % L'uso di questo flag richiede privilegi di amministratore (più precisamente
2110 % la capacità \const{CAP\_SYS\_ADMIN}) e non può essere usato in combinazione
2111 % con \const{CLONE\_SYSVSEM}.
2113 % \item[\constd{CLONE\_NEWNET}]
2114 % \item[\constd{CLONE\_NEWNS}]
2115 % \item[\constd{CLONE\_NEWPID}]
2116 % \item[\constd{CLONE\_NEWUTS}]
2119 % TODO trattare CLONE_NEWCGROUP introdotto con il kernel 4.6, vedi
2120 % http://lwn.net/Articles/680566/
2122 \item[\constd{CLONE\_PARENT}]
2123 \item[\constd{CLONE\_PARENT\_SETTID}]
2124 \item[\constd{CLONE\_PID}]
2126 \item[\constd{CLONE\_PTRACE}] se questo flag viene impostato ed il processo
2127 chiamante viene tracciato (vedi sez.~\ref{sec:process_ptrace}) anche il
2128 figlio viene tracciato.
2130 \item[\constd{CLONE\_SETTLS}]
2131 \item[\constd{CLONE\_SIGHAND}]
2132 \item[\constd{CLONE\_STOPPED}]
2133 \item[\constd{CLONE\_SYSVSEM}]
2134 \item[\constd{CLONE\_THREAD}]
2136 \item[\constd{CLONE\_UNTRACED}] se questo flag viene impostato un processo non
2137 può più forzare \const{CLONE\_PTRACE} su questo processo.
2139 \item[\constd{CLONE\_VFORK}] se questo flag viene impostato il chiamante viene
2140 fermato fintato che il figlio appena creato non rilascia la sua memoria
2141 virtuale con una chiamata a \func{exec} o \func{exit}, viene quindi
2142 replicato il comportamento di \func{vfork}.
2144 \item[\constd{CLONE\_VM}] se questo flag viene impostato il nuovo processo
2145 condividerà con il padre la stessa memoria virtuale, e le scritture in
2146 memoria fatte da uno qualunque dei processi saranno visibili dall'altro,
2147 così come ogni mappatura in memoria (vedi sez.~\ref{sec:file_memory_map}).
2149 Se non viene impostato il processo figlio otterrà una copia dello spazio
2150 degli indirizzi e si otterrà il comportamento ordinario di un processo di un
2151 sistema unix-like creato con la funzione \func{fork}.
2156 \subsection{La gestione dei \textit{namespace}}
2157 \label{sec:process_namespaces}
2159 \itindbeg{namespace}
2160 Come accennato all'inizio di sez.~\ref{sec:process_clone} oltre al controllo
2161 delle caratteristiche dei processi usate per la creazione dei \textit{thread},
2162 l'uso di \func{clone} consente, ad uso delle nuove funzionalità di
2163 virtualizzazione dei processi, di creare nuovi ``\textit{namespace}'' per una
2164 serie di proprietà generali (come l'elenco dei \ids{PID}, l'albero dei file, i
2165 \textit{mount point}, la rete, il sistema di IPC, ecc.).
2167 L'uso dei ``\textit{namespace}'' consente creare gruppi di processi che vedono
2168 le suddette proprietà in maniera indipendente fra loro. I processi di ciascun
2169 gruppo vengono così eseguiti come in una sorta di spazio separato da quello
2170 degli altri gruppi, che costituisce poi quello che viene chiamato un
2173 \itindend{namespace}
2176 \itindbeg{container}
2178 \itindend{container}
2181 %TODO sezione separata sui namespace
2183 %TODO trattare unshare, vedi anche http://lwn.net/Articles/532748/
2185 %TODO: trattare la funzione setns e i namespace file descriptors (vedi
2186 % http://lwn.net/Articles/407495/) introdotti con il kernel 3.0, altre
2187 % informazioni su setns qui: http://lwn.net/Articles/532748/
2188 % http://lwn.net/Articles/531498/
2192 \section{Funzionalità avanzate e specialistiche}
2193 \label{sec:process_special}
2197 \subsection{La gestione delle operazioni in virgola mobile}
2198 \label{sec:process_fenv}
2202 % TODO eccezioni ed arrotondamenti per la matematica in virgola mobile
2203 % consultare la manpage di fenv, math_error, fpclassify, matherr, isgreater,
2204 % isnan, nan, INFINITY
2207 \subsection{L'accesso alle porte di I/O}
2208 \label{sec:process_io_port}
2211 % TODO l'I/O sulle porte di I/O
2212 % consultare le manpage di ioperm, iopl e outb
2213 % non c'entra nulla qui, va trovato un altro posto (altri meccanismi di I/O in
2219 %\subsection{La gestione di architetture a nodi multipli}
2220 %\label{sec:process_NUMA}
2222 % TODO trattare i cpuset, che attiene anche a NUMA, e che possono essere usati
2223 % per associare l'uso di gruppi di processori a gruppi di processi (vedi
2225 % TODO trattare getcpu, che attiene anche a NUMA, mettere qui anche
2226 % sched_getcpu, che potrebbe essere indipendente ma richiama getcpu
2228 %TODO trattare le funzionalità per il NUMA
2229 % vedi man numa e, mbind, get_mempolicy, set_mempolicy,
2230 % le pagine di manuale relative
2231 % vedere anche dove metterle...
2233 % \subsection{La gestione dei moduli}
2234 % \label{sec:kernel_modules}
2238 %TODO trattare init_module e finit_module (quest'ultima introdotta con il
2241 %%%% Altre cose di cui non è chiara la collocazione:
2243 %TODO trattare membarrier, introdotta con il kernel 4.3
2244 % vedi http://lwn.net/Articles/369567/ http://lwn.net/Articles/369640/
2245 % http://git.kernel.org/cgit/linux/kernel/git/torvalds/linux.git/commit/?id=5b25b13ab08f616efd566347d809b4ece54570d1
2246 % vedi anche l'ulteriore opzione "expedited" introdotta con il kernel 4.14
2247 % (https://lwn.net/Articles/728795/)
2251 %%% Local Variables:
2253 %%% TeX-master: "gapil"
2256 % LocalWords: system call namespace prctl IRIX kernel sys int option long
2257 % LocalWords: unsigned arg errno EACCESS EBADF EBUSY EFAULT EINVAL ENXIO PR
2258 % LocalWords: EOPNOTSUPP EPERM CAPBSET READ capability sez tab capabilities
2259 % LocalWords: bounding CAP SETPCAP DUMPABLE dump suid sgid UID DISABLE GET
2260 % LocalWords: ENDIAN endianness BIG big endian LITTLE little PPC PowerPC ia
2261 % LocalWords: FPEMU NOPRINT SIGFPE FPEXC point exception FP EXC SW ENABLE
2262 % LocalWords: OVF overflow UND underflow RES INV DISABLED NONRECOV ASYNC AO
2263 % LocalWords: KEEPCAPS pag exec SECURE KEEP CAPS securebits LOCKED NAME NUL
2264 % LocalWords: char PDEATHSIG SIGCHLD fork PTRACER PID tracer process ptrace
2265 % LocalWords: Security Modules ANY Yama SECCOMP secure computing seccomp vm
2266 % LocalWords: STRICT strict FILTER filter SIGKILL TIMING STATISTICAL TSC fn
2267 % LocalWords: TIMESTAMP timestamp Stamp Counter SIGSEGV UNALIGN SIGBUS MCE
2268 % LocalWords: KILL siginfo MCEERR memory failure early kill CLEAR child cap
2269 % LocalWords: reaper SUBREAPER init value result thread like flags stack FS
2270 % LocalWords: race condition malloc NULL copy write glibc vsyscall sched RT
2271 % LocalWords: void pid ptid struct desc tls ctid EAGAIN ENOMEM exit Posix
2272 % LocalWords: Library PARENT SETTID SETTLS TID CLEARTID futex FILES table
2273 % LocalWords: descriptor umask dell'I scheduler SIGHAND STOPPED SYSVSEM IPC
2274 % LocalWords: UNTRACED VFORK vfork mount filesystem LSM Mandatory Access fs
2275 % LocalWords: Control DAC MAC SELinux Smack Tomoyo AppArmor Discrectionary
2276 % LocalWords: permitted inheritable effective fig security ADMIN forced new
2277 % LocalWords: allowed dall' bound MODULE nell' all' capset sendmail SETGID
2278 % LocalWords: setuid orig IMMUTABLE MKNOD OVERRIDE SEARCH CHOWN FSETID LOCK
2279 % LocalWords: FOWNER saved FIXUP NOROOT AUDIT BLOCK SUSPEND SETFCAP group
2280 % LocalWords: socket domain locking mlock mlockall shmctl mmap OWNER LEASE
2281 % LocalWords: lease immutable append only mknod BIND SERVICE BROADCAST RAW
2282 % LocalWords: broadcast multicast PACKET CHROOT chroot NICE PACCT RAWIO TTY
2283 % LocalWords: accounting ioperm iopl RESOURCE CONFIG hangup vhangup SYSLOG
2284 % LocalWords: WAKE ALARM CLOCK BOOTTIME REALTIME sticky NOATIME fcntl swap
2285 % LocalWords: multicasting dell'IPC SysV trusted IOPRIO CLASS IDLE lookup
2286 % LocalWords: scheduling dcookie NEWNS unshare nice NUMA ioctl journaling
2287 % LocalWords: ext capget header hdrp datap const ESRCH SOURCE undef version
2288 % LocalWords: libcap lcap obj to text dup clear DIFFERS get ncap caps ssize
2289 % LocalWords: argument length all setpcap from string name proc cat capgetp
2290 % LocalWords: capsetp getcap read sigreturn sysctl protected hardlinks tmp
2291 % LocalWords: dell' symlink symlinks pathname TOCTTOU of