Nuovo quinto capitolo, parte seconda

E’ stata completata la revisione della seconda parte del quinto capitolo, che tratta l’interfaccia ANSI C per i file (quella denominata dei file stream). Si tratta della parte accorpata alla trattazione base dei file descriptor che costituiva il precedente settimo capitolo.

Si sono riorganizzati gli argomenti con una migliore suddivisione dei paragrafi e dei titoli più appropriati, e si è fatta una revisione generale dei contenuti, ma non sono state effettuate aggiunte significative.

Nuovo quinto capitolo, parte prima

Nella revisione della guida si è deciso di accorpare i due capitoli in precedenza dedicati alle due interfacce di programmazione per l’accesso al contenuto dei file, quella dei file descriptor e quella degli stream, in un unico capitolo, il quinto, dedicato alla gestione del contenuto dei file in maniera generale.

Si sono ristrutturate le varie sezioni dedicando a ciascuna interfaccia due sezioni, di cui la prima volta ad illustrare architettura e funzioni di base, e la seconda volta ad illustrare le caratteristiche più avanzate di entrambe. Si è inoltre provveduto ad un aggiornamento dei contenuti, che è stato completato per quanto riguarda la prima parte, quella dedicata alla interfaccia nativa Unix dei file descriptor.

Si è revisionata la spiegazione sul significato dei file descriptor, si sono documentati in maniera dettagliata i flag di open, in particolare O_DIRECT e O_SYNC, si sono documentati i nuovi parametri SEEK_HOLE e SEEK_DATA di lseek, si sono accorpate le sezioni relative all’accesso concorrente dei processi ai file e documentati i dettagli non standard di dup2 e della nuova dup3. Si sono documentati meglio i comandi di fcntl ed aggiunti i nuovi comandi introdotti negli ultimi anni come F_GETOWN_EX, F_SETOWN_EX, F_SETPIPE_SZ e F_GETPIPE_SZ.

Nuovo quarto capitolo

La revisione del nuovo quarto capitolo dedicato alla gestione di file e directory (il cui contenuto deriva principalmente dal precedente quinto capitolo), è stata completata. Come già detto in precedenza il nuovo capitolo assorbe nella sua prima sezione parte dei contenuti della versione precedente e molto materiale aggiunto per l’occasione.

Oltre a questo però è stata ristrutturata la suddivisione della seconda sezione sulla gestione dei “nomi” dei file (nel senso gestione delle voci di una directory) accorpando gli argomenti attinenti e cambiandone il nome, e sono state revisionate dettagliatamente tutte le sezioni successive.

Si è infine scritto un nuovo programma di esempio per l’uso delle funzioni delle ACL (mygetfacl.c) e revisionato quello per la lettura delle capabilities.

Revisione dell’introduzione a file e directory

Nella revisione del testo iniziata con le vacanze natalizie, e che procederà lentamente nei prossimi mesi, il precedente quarto capitolo, L’architettura dei file, è stato completamente eliminato.

Trattandosi di una introduzione all’architettura dei file una prima metà dei contenuti (quella di carattere più generale, con i tipi di file, l’albero unico e il significato dei pathname) stati riportati più correttamente all’inizio nel primo capitolo, in una nuova sezione aggiunta fra le due precedenti, volta ad illustrare a grandi linee l’architettura della gestione dei file in un sistema unix-like.

La parte finale del capitolo, dedicata al funzionamento del Virtual File System di Linux (dentry, inode, ecc.) e alla descrizione della strutturazione generica di un filesystem per Linux è invece stata inserita in una nuova sezione iniziale di quello che era il precedente capitolo 5, cui si è aggiunta, essendo strettamente correlata, la parte relativa alla system call mount che in precedenza era trattata molto più avanti, nella sezione sulla gestione del sistema.

Tutte queste parti, essendo alquanto datate, sono state riviste profondamente, se non addirittura, come fatto per la sezione dedicata al funzionamento del Virtual File System, riscritte da zero. Inoltre nella aggiunta della parte relativa alla system call mount si sono trattate in dettaglio alcune delle opzioni avanzate introdotte nei kernel più recenti, come il bind mount e gli shared subtree. In particolare si sono cercate di trattare queste ultime, che al momento non sono documentate neanche nelle pagine di manuale della system call.

PS
Per eseguire un test diretto dei vari flag si è scritto un semplice programma per l’invocazione diretta della della system call mount, che consente di indicare, senza nessun controllo sulla correttezza della stessa, una qualunque combinazione di flag di montaggio. Il programma passa direttamente anche gli altri argomenti della funzione (opzioni del filesystem, tipo del filesystem, sorgente e target)

Il codice del comando è disponibile nel file mymount.c, lanciato con l’opzione -h stampa una breve spiegazione, i vari mount flags si specificano con una lista di nomi seprati da virgole per l’opzione -f. I nomi sono quelli dei corrispondenti flag MS_* togliendo il suffisso MS_ e mettendoli in minuscolo. Il programma è stato anche un buon esercizio sulle funzioni di ricerca sulle stringhe della glibc.

Revisione terzo capitolo

La revisione del terzo capitolo sulle funzioni di gestione dei processi è stata completata.

Si è aggiornata la parte sull’ordine di esecuzione dei processi dopo una fork, si sono aggiunti brevi cenni e i relativi rimandi al numero di argomenti che si possono passare con una exec, si è aggiornata la trattazione di nice con le differenza introdotte nelle ultime versioni dello scheduler, in particolare riguardo le time slice,e si sono trattate tutte le macro per la gestione dei CPU set.

La trattazione della system call clone e la parte finale del capitolo con le funzioni avanzate è ancora incompleta.

Rivisti i capitoli 1 e 2

La revisione dei primi due capitoli della guida è stata completata. In particolare il secondo capitolo ha visto una serie di risistemazioni con l’accorpamento e la ristrutturazione di alcune sezioni. Si è spiegata con maggior dettaglio la differenza fra system call e chiamate a funzioni ed il ruolo del link-loader ed il significato di variabili automatiche, globali, statiche ecc.

Si è migliorata la sezione sulla allocazione della memoria con delle correzioni ad alcune imprecisioni ed una più chiara esposizione del layout della memoria di un processo, si sono aggiornate le sezioni sulle funzioni variadic e le variabili di ambiente. La sezione sulla localizzazione resta incompleta.

Inizio revisione

Approfittando delle ferie natalizie ho iniziato la revisione della Guida per renderla stampabile in formato Crown Quarti (quello dei testi della OReilly, tanto per fare un esempio) e cercare di migliorare anche alcune formattazioni (in particolare quelle dei riquadri delle funzioni) e sistemare una serie di macro Latex.

Per questo motivo fin tanto che la revisione sarà in corso si potranno avere errori di compilazione e una formattazione incoerente dei contenuti utilizzando la versione scaricabile da SVN.

Upload nuovo PDF

Dato che il PDF pubblicato (nella pagina dei download) era parecchio vecchio ho provveduto ad una sua ripubblicazione. Ho aggiornato anche la versione stampabile su Lulu.com, ed il relativo PDF. Questa sarà probabilmente l’ultima versione in volume unico essendo ormai raggiunto il limite delle 750 pagine oltre il quale non è possibile più stampare un testo.

Completate le sezioni su “capabilities” e ”prctl”

La sezione sulle capabilities è stata completamente rivista, con tutti gli aggiornamenti alla situazione realizzata con l’introduzione del supporto completo delle stesse a partire dal kernel 2.6.26.

Al contempo è stata introdotta una nuova sezione sulla system call prtcl, e ristrutturata la parte finale del capitolo sui processi, introducendo una sezione, ancora completamente da scrivere, su clone.

In memoria

Poco tempo fa è morta una delle persone più significative nella storia dell’informatica, un uomo che ha lasciato un segno indelebile nello sviluppo di questa disciplina.

No, non si tratta di Steve Jobs.

Dennis Ritchie non era un imprenditore di successo che riusciava a vendere a proseliti adoranti macchine chiuse e costose usabili solo come gadget tecnologici secondo quanto imposto dalla sua azienda.

Dennis Ritchie era un ricercatore, una persona che l’informatica l’ha creata, dando un contributo il cui rilievo non sta nella apparenza, ma nella sostanza.

Dennis Ritchie non era neanche un informatico, era un fisico che si appassionò alla nuova scienza ed andò a lavorare ai laboratori della AT&T.

Lì con Brian Kernigan dette vita al C, il linguaggio con cui sono scritti tutti i sistemi operativi (almeno tutti quelli di uso pratico).

Lì con Ken Thompson creò Unix, un sistema operativo la cui architettura, nonostante i decenni passati, resta totalmente attuale ed è alla base, oltre che di Linux, anche del sistema usato dal venditore di successo.

Uno solo di questi risultati sarebbe stato sufficiente ad entrare nella storia dell’informatica, una persona capace di essere alla base di due delle più grandi innovazioni di questa disciplina non può che meritare un tributo eccezionale.

Ma non aspettatevi di trovarlo nei dibattiti in televisione, al più finirà in qualche trafiletto secondario sui giornali. L’apparenza oggi purtroppo conta molto di della sostanza, ed il successo di misura in fatturato, non in invenzioni.

Se si deve ricordare una persona che ha davvero creato qualcosa di significativo e importante nell’informatica, difficilmente qualcuno potrà superarlo.

Riporto qui per quanto girato sulla rete in sua memoria:

Dennis Ritchies logged-off
His pointer has been cast to void *
His process has terminated with exit code 0
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